Ottocento: innovazioni e brevetti nel settore della pasta

 

Già nel Regno borbonico, agli inizi dell’Ottocento, si era sviluppata un’attenzione particolare verso l’uso di macchine e motori. Un po’ ovunque nel Regno delle Due Sicilie. Tanto che, a Napoli, iniziò ad operare la “Reale commissione per l’incremento industriale”. Le premesse, quindi, vi erano tutte. La commissione prese in considerazione diverse innovazioni e brevetti, anche nel settore della pasta. Vengono presentati strumenti con piccole modifiche. Come la variante alla gramola a stanga avanzata da Salvatore Savarese, pastaio, ma anche modifiche molto più complesse. È il caso dell’ingegnere Cesare Spadaccini, che fa esaminare il suo progetto di un “Novello e grande stabilimento di pasta con l’Uomo di Bronzo”. Quest’ultimo era una specie di robot, che impastava utilizzando i suoi piedi di legno. In pratica era un automatismo che replicava il lavoro umano degli operai, che in effetti impastavano anche con i piedi. Spadaccini, però, non era motivato a creare un nuovo macchinario, ma piuttosto era interessato a una modifica igienista. Ma non basta.

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Cesare Spadaccini si rivelò un utopista “ante litteram”, proponendo molte ulteriori idee. Prefigurava che il mondo dell’industria dovesse essere rigidamente regolamentato. Tale procedura era obbligatoria per i dipendenti. Innanzitutto, gli operai giunti alla fabbrica si svestivano utilizzando spogliatoi separati. Qui, dovevano lavarsi e cambiarsi d’abito, indossando una tuta da lavoro (la fornitura spettava all’azienda). Spadaccini prevedeva inoltre una serie di incentivi, come in caso di malattia o incidente; proponeva anche una piccola dote per le figlie degli operai validi, che andavano in sposa. In ultimo, lo stipendio doveva essere maggiorato, ma pagato per una metà in denaro e l’altra metà direttamente in natura, con la pasta prodotta dalla fabbrica stessa.
Tali concezioni si possono considerare innovative, nella misura in cui prefigurano il futuro del mondo industriale. Ma già nel 1830 lo scrittore Andrea de jorio considerò tutto questo come un pezzo da museo. Spadaccini aprì anche un proprio pastificio, dove cercò di applicare le sue idee. Inutile dire che non fece molta strada.
Le modernizzazioni da lui proposte, comunque le si voglia considerare, rappresentano l’alba di un settore in cambiamento. Altri imprenditori imiteranno le sue anticipazioni. In ogni caso, a partire dal 1850, bene o male inizia a svilupparsi quella che sarà la vera e propria industria della pasta.

 

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