Conversazione con Hadeel Azeez, l’artista irachena alla guida di un ideale

Hadeel Azeez nel suo studio a Roma

“Un’artista ha il dovere di essere alla guida di un ideale”
Oggi per Hadeel Azeez l’impegno è per libertà, intercultura, sostenibilità e protezione della terra e degli animali

Hadeel Azeez, WATER

In corso a Roma, a Spazio all’Arte, di Capitolium Art, in collaborazione con Blue Factory, la mostra personale di Hadeel Azeez, WATER, curata da Willy Zuco, inaugurata lo scorso 28 giugno e visitabile fino al 7 settembre 2023.

Una visuale della mostra

Finissage della mostra WATER alla presenza dell’Artista
Giovedì 7 settembre 2023 dalle 18,30

Visitabile anche su appuntamento

Spazio all’Arte – Via delle Mantellate 14b

Info: roma@capitoliumart.it

Hadeel Azeez, Willy Zuco, Zaid Tariq Al-Ani addetto culturale Ambasciata Iraq

Conversazione con l’artista

di Diana Daneluz

Come è nata questa mostra e cosa ha portato Hadeel Azeez al racconto, provocatorio, sull’acqua e la urgente necessità di preservarla?

Avevo incontrato Willy Zuco in occasione di una piccola mostra dal titolo Elementi Del Visibile che avevo organizzato lo scorso febbraio. Successivamente ad una sua visita al mio studio mi ha chiamato per proporre la mostra Water. Quando ci siamo incontrati per discutere questo tema è venuto fuori che abbiamo entrambi letto Il Miracolo Dell’Acqua di Masaru Emoto, in cui l’autore spiega attraverso l’analisi della molecola, che l’acqua conserva una memoria delle parole e del linguaggio. Questi generano un impatto sulla struttura molecolare dell’acqua e quindi il suo aspetto cambia a seconda del significato positivo o negativo della parola pronunciata. Una scoperta sensazionale, se pensiamo al potere di un elemento così basilare per la nostra esistenza.

Durante il tempo di creazione delle opere, questo libro è stato un riferimento importante per me, ma presto ho ampliato la visione per inglobare altri elementi legati all’acqua, come gli esseri viventi che ci abitano – dai microrganismi, ai giganti del mare come le balene, alle meduse che stanno popolando i mari per via dell’aumento della temperatura dell’acqua e della pesca intensiva.

Spesso noi umani guardiamo la nostra esistenza come qualcosa di superiore a quella degli altri esseri viventi. Non abbiamo una veduta così ampia da capire che l’universo è un tutt’uno legato con leggi impeccabili ed il crollo di un solo singolo elemento, minaccia l’intero sistema; la nostra esistenza è quella più fragile dell’ecosistema.

Nata in Iraq, vive a Roma. E da sempre sul fiume, il Tigri, prima, il Tevere poi. Quanto c’è dell’ambiente naturale e architettonico che La circonda nelle sue opere?

Penso che la presenza di questi elementi sia inevitabile nel mio lavoro. Se non in modo esplicito lo è nella percezione. Come una nota musicale che doni armonia ed equilibrio ad un brano.

Sono nata a Baghdad ed è il posto della mia infanzia, a 22 anni sono venuta in Italia e ad oggi, dopo 20 anni, penso che il mio animo non conosce più una sola percezione di vita. Vedo le cose con tante sfaccettature e dimensioni. Le mie idee e decisioni sono influenzate da entrambe le culture al contempo. Dentro il mio pensiero, dentro le mie abitudini, nelle cose che amo e persino nelle persone che frequento c’è qualcosa che richiama entrambe le culture in modo diretto o indiretto. Questo si nota nel mio lavoro soprattutto nei movimenti e nei soggetti stessi. Questo sarebbe molto chiaro da vedere se uno pensasse e conoscesse il percorso che l’arte ha intrapreso in Medio Oriente, dagli antichi mesopotamici fino ad oggi. Un miscuglio di diverse cose, ma in una costruzione gentile.

Pianificare qualcosa che può accadere nel futuro mi è sempre stata difficile. Credo che questo sia dovuto alla cultura musulmana in cui sono nata, si affida l’avvenire alle mani di Dio.

Tornerebbe definitivamente, ha in animo di farlo, nella Sua città natale o ormai la Sua vita è qui?

L’idea di tornare a casa non è sradicata dalla mia mente, ma pianificare qualcosa che può accadere nel futuro mi è sempre stata difficile. Credo che questo sia dovuto alla cultura musulmana in cui sono nata, si affida l’avvenire alle mani di Dio. Forse questo pensiero esprime in qualche modo il concetto del vivere qui ed ora. Pianificare il futuro spesso ci mette in uno stato di ansia e ci fa sentire inadeguati nel nostro momento presente, cosa che non accadrebbe se guardassimo al nostro futuro come qualcosa che non è ancora nostro. Vorrei non pianificare mai nulla per il futuro: dove sarò, dove vivrò, sarà sicuramente una sorpresa che avrà il suo sentimento nel suo futuro momento.

Qual è il contributo che sente di dare oggi l’esigenza irrinunciabile di un dialogo interculturale autentico?

Penso che una delle più grandi perdite dell’umanità sia quella di aver creato confini sulla mappa del mondo. Quanti conflitti avremmo potuto evitare, quante cose ci siamo persi, quante ricchezze spirituali e culturali e non solo avremmo potuto imparare solo se non ci fosse stata l’idea del diverso e dello sconosciuto.

Direi che ancora oggi, nonostante si viaggi più facilmente per vedere e conoscere, restiamo chiusi nelle nostre idee giudicando colui che è diverso da noi, mettendolo sempre ad una certa distanza. Si creano delle società magari multiculturali, ma con piccole comunità sparse in cui l’artista, il medico, l’ingegnere è discriminato perché ha un colore di pelle diverso o un accento nel suo parlato…

L’idea dell’uomo moderno è quella di essere il migliore, di vivere seguendo canoni che considera giusti. Per questo abbiamo creato delle società unidimensionali in cui si sparge odio verso colui che è diverso. Guerre infinite e sfruttamento di ogni genere. Questo è stato il nostro modo di fare affari e progredire.

Penso che l’artista abbia, oggi più che in altri tempi, il dovere di mettersi alla guida di un ideale. Come dice il filosofo e scienziato Terence Mckenna, se l’artista non trova la via, allora la via non può essere trovata.

La sua sperimentazione artistica, all’inizio tradizionalmente pittorica, ha subito una decisa deviazione verso l’uso della penna a sfera, il che rimanda alla scrittura. Quando è successo e cosa ha innescato il cambiamento?

In realtà non lo vivo come un cambiamento, ma come un ritorno a qualcosa che avevo trascurato per studiare i metodi accademici della pittura. Dopo diversi anni e durante un periodo di blocco verso la pittura, l’uso della penna a sfera è riaffiorato. Penso per via della sua semplicità, (una penna ed un foglio ed il tempo che si ferma mentre la mia mente si riposa gettando fuori ogni pensiero e sentimento). Ben presto questo mezzo mi ha mostrato una potenzialità degna di qualsiasi altra materia in termini tecnici di chiaroscuro e sfumatura. Ho raggiunto una tecnica che mi permette di realizzare qualsiasi cosa con molta precisione.

Per la mostra Water ho cambiato l’aspetto del mio lavoro in termini di dimensioni creando opere di grande formato, dopo un lungo tempo in cui realizzavo opere di piccole dimensioni. Inoltre, ho realizzato tre opere appositamente per il video intitolato The Three Waves usando la tecnologia dell’immagine in movimento.

Credo che la materia sia solo un mezzo e quello che veramente conta alla fine è l’idea, il pensiero ed il sentimento che l’artista trasmette.

Se dovesse fare il nome, è sempre difficile, di uno o una artista di cui sente di aver subito l’influenza, chi sarebbe?

A questa domanda risponderei con una lista di nomi per ogni periodo della mia vita. Ma se ci penso bene forse Hanaa Malallah, un’artista irachena che ho sempre guardato con ammirazione: il suo lavoro è presente nei più importanti musei del mondo, la sua arte è ricca, ti stupisce e ti colpisce nel profondo. Forse dentro di me sto cercando di trasmettere qualcosa di simile. Qualcosa che sia intimo, ma anche universale.

La stratificazione plurisecolare della storia dell’arte mette un peso sulle spalle degli artisti di oggi, probabilmente questo è il motivo per cui l’arte contemporanea in Italia non è tanto amata.

Cosa pensa della veicolazione e distribuzione dell’arte in Italia, e in particolare qui a Roma?

Dovrei azzardare un’analisi molto personale… Trovo che in generale il sistema dell’arte sia molto complicato. Nella mia piccola esperienza noto che la scena artistica contemporanea in Italia soffre di qualche rallentamento. La stratificazione plurisecolare della storia dell’arte mette un peso sulle spalle degli artisti di oggi, probabilmente questo è il motivo per cui l’arte contemporanea in Italia non è tanto amata. Le gallerie dedicate all’arte contemporanea non sono tantissime, il collezionismo dell’arte contemporanea ancora esita a decollare.

A Roma non credo che la situazione faccia una particolare eccezione, un artista deve armarsi di molto coraggio e tanta tenacia per farsi strada.

In Water, in ragione del tema, dominano, accanto al bianco e nero dell’inchiostro, solo dei bellissimi toni di blu. Più in generale, qual è il Suo rapporto con il colore?

Spesso si pensa che gli artisti usino un determinato colore per una scelta sentimentale, forse qualche volta è così, ma la maggior parte delle volte è il soggetto che implica l’uso di un colore. I colori hanno una profondità prospettica ed una temperatura cromatica e usarli senza badare ai loro canoni fisici sarebbe un errore. Questo concetto ovviamente vale sia per l’arte figurativa sia per l’arte astratta ed io come tanti artisti navigo in entrambi gli stili. Nell’arte figurativa, il pittore è obbligato a riportare fedelmente i colori del soggetto, mentre nell’arte astratta l’artista deve scegliere accuratamente i suoi colori per trasmettere al meglio la propria idea. L’accostamento dei colori è una scelta implicata dalla struttura fisica e chimica dei colori stessi.

In Water, l’uso del colore blu con qualche sfumatura di verde era obbligato poiché viene attribuito alla materia dell’acqua, sicuramente per via del riflesso del cielo azzurro sul mare. Ma sappiamo bene che l’acqua è incolore ed è per questo che anche il bianco è protagonista nella mostra, non solo nello spazio bianco della carta, ma anche nell’uso dello smalto bianco leggermente in rilievo visibile solo sotto una luce in una determinata angolazione.

Dal colore al movimento. Quello delle opere esposte in WATER è implicitamente sensuale, nato da un tratto sinuoso fortemente coinvolgente. Può dirsi il Suo stile? 

Se si percepisce come tale è sicuramente qualcosa che ha a che fare con le mie radici, in particolare la lingua araba: essa scorre senza la presenza del maiuscolo che spezza le sue linee curve e la obbliga ad un aspetto geometrico, tranne per alcuni stili calligrafici.

Per quanto riguarda in particolare le opere in Water, oltre alla natura fluida dell’acqua, ho passato molto tempo a studiare diverse specie di pesci la cui struttura fisica si avvicina a quella sensualità citata nella domanda. Nel mio lavoro c’è sempre la presenza di animali di diverse specie, ma che rappresento in modo da creare una specie inesistente. Come gli esseri fantastici che gli antichi sognavano per costruire le loro storie e persino le religioni.

Sono figlia di una delle più antiche civiltà mai creata dall’uomo, la Mesopotamia. Vivo in una civiltà moderna da cui il mio stile è inevitabilmente influenzato, ma il mio spirito porta strati di storia ed è amalgamato con la terra in cui sono nata.

Quando non è imbrigliata in un tema specifico, cosa c’è alla radice della Sua arte? Quali emozioni o quali “messaggi” Le viene naturale estrinsecare?

Sicuramente lavorare con un tema specifico è una buona abitudine per un’artista, ma nel caso in cui mi manchi l’ispirazione, lavoro alla ricerca di qualche cosa che mi suggerisce un tema sul quale poi continuo sviluppando diverse opere.

Le tematiche, i messaggi che mi vengono naturali, come citavo prima, sono legati ad un mondo che unisce gli esseri viventi in un unico aspetto. Di recente ho creato diverse opere sul tema della libertà, questo progetto è nato da un periodo in cui avevo letto diversi libri sul tema degli uccelli ed il loro significato. Sono stata influenzata da tre grandi libri che avevo letto in quel periodo; il primo che mi ha fatto molto riflettere sulla provenienza delle mie immagini ed il legame visivo con dell’eredità culturale della mia terra d’origine: Si tratta di Il Libro Degli Esseri Immaginari di J.L. Borges in cui descrive ed elenca le strane entità create dagli uomini antichi. Il secondo libro è stato Epistola Dell’Albero E Dei Quattro Uccelli del grande filosofo Sufi Ibn Arabi. Il terzo libro è Il Verbo Degli Uccelli di Farid Addin Attar. Questi grandi interpreti hanno aperto un varco nella mia mente per riflettere non solo sulla mia arte, ma anche sulla mia storia personale e alle diverse tappe della mia vita.

Verso cosa vede dirigersi il Suo percorso artistico nel futuro più prossimo?

In questo momento sono molto presa dall’idea di portare il lavoro sul discorso della sostenibilità, la protezione della terra e degli animali. Penso che dobbiamo essere molto responsabili e trattare questi argomenti con estrema serietà.

Nella mostra Water ho avuto l’idea di inserire il vetro sintetico su un’opera, non solo per un aspetto estetico, ma per fare riferimento all’inquinamento e ai rifiuti soprattutto industriali che costituiscono una vera minaccia per la sopravvivenza di tante specie di animali e vegetali. Prima ho citato l’aumento delle meduse nei mari – una vera e propria esplosione di questi organismi. I dati confermano un aumento delle meduse di almeno 10 volte negli ultimi 10 anni. Questo sicuramente avrà degli effetti enormi su diversi aspetti della nostra vita. Transparency è l’opera dedicata a questo fenomeno.

HADEEL AZEEZ

Una delle opere di Hadeel Azeez in mostra

HADEEL AZEEZ – Artista visiva italo irachena nata a Baghdad, frequenta lì l’Accademia di Belle Arti per poi trasferirsi in Italia nel 2003. Molteplici le sue attività espositive, in molte delle quali si registra l’accostamento di iconografia e scrittura. Una personale del 2013 presso l’Ambasciata irachena a Roma, Sensi, accoglieva un importante corpus delle sue opere. Seguno diverse mostre sempre a Roma, contestuali ad una ricerca appassionata, in cui il suo stile muta, evolve, dando origine a un nuovo linguaggio segnico fatto di infiniti filamenti sinuosi, realizzati prevalentemente con l’inchiostro nero della penna a sfera, che generano masse informi di straordinaria potenza espressiva.  Convinta sostenitrice del dialogo interculturale, prende parte a progetti sperimentali quali il Matri Archivio del Mediterraneo. Grafie e Materie (M.A.M.), una piattaforma digitale finalizzata a conservare la memoria di artiste emergenti, operanti nell’area del Mediterraneo, e a diversi spettacoli teatrali.  Nel 2022 a Palermo la mostra personale “Le figure segrete dietro ogni parola”, le cui opere entreranno nella collezione della Fondazione Orestiadi nell’ottobre dello stesso anno dove saranno esposte nel Museo delle Trame del Mediterraneo. A dicembre 2022 riceve il Franco Cuomo International Award per l’arte. A giugno 2023 realizza 11 opere tra cui tre destinate a diventare un video animazione e un’opera con un meccanismo di rotazione dal titolo Gratitude, per essere esposte nella mostra personale WATER.

Opere di Hadeel Azeez in mostra

About the author: Experiences