Messina, BRUM: Maggio dei libri 2022 – Programma generale e primo appuntamento il 7 maggio

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, si rinnova anche per quest’anno la Campagna Nazionale di Lettura “Il Maggio dei Libri” promossa dal CEPELL (Centro per il libro e la lettura). Nel solco di questa importante iniziativa la Biblioteca ha inscritto in programma quattro appuntamenti letterari per la presentazione di altrettanti testi differenti per forma di espressione e tipologia di contenuti e un momento introduttivo conferenziale connesso all’ultimo volume in parola.

Per il Maggio dei Libri 2022
“ContemporaneaMente”
la Biblioteca “G.Longo” presenta
“Incontro con l’Autore…”
con giornata convegnistica finale

La coinvolgente iniziativa culturale fungerà da catalizzatore per fasce di utenza diversificate, involgendo non solo tematiche meramente letterarie, ma anche sociali, filosofiche, psicologiche e ambientali. In programma i testi: 7 maggio, “Decorati al valor militare. Messina e Provincia” di Vincenzo Randazzo; 13 maggio, “Le nuove famiglie” a cura di Luigi Baldari; 19 maggio, “N-pinzeri ci sta pi tutti” di Salvatore Gazzara; 28 maggio, “Patocenosi. Dalle malattie contagiose dell’antichità alle pesti, epidemie, pandemie ed epizoozie” a cura di Antonio Pugliese, presentazione preceduta, in orario antimeridiano, dal convegno “Messina e le pandemie: aspetti storico-scientifici” a cura del Comitato Civico Cittadino “Messina: la Città dimenticata”.

Per ogni appuntamento porgerà i Saluti Istituzionali, curerà l’Introduzione e il Coordinamento la Direttrice d’Istituto, dott.ssa Tommasa Siragusa; dopo i contributi di illustri Relatori e la partecipazione attiva di ogni Autore, sarà lasciato ampio spazio al confronto e al dibattito.

Ad arricchire il già considerevole palinsesto, verrà inoltre offerta la possibilità di visitare l’importante Esposizione sul terremoto del 1908 e sulla ricostruzione della Città, mostra integrata con la sezione dedicata al Corpo della Guardia di Finanza, di recente inaugurata e in fruizione fino al 31 maggio.

Primo appuntamento del Maggio dei Libri

Il ricco calendario prenderà l’avvio sabato 7 maggio con la presentazione del volume “Decorati al valor militare. Messina e Provincia” del Magg. Vincenzo Randazzo. Una interessante raccolta di notizie in argomento che potrà essere valido supporto, in primis, alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma ma anche a chiunque abbia il desiderio di conoscere più approfonditamente la vita e la storia di quanti si siano distinti nel compimento del proprio dovere al servizio della Patria.

Il testo pubblicato per i tipi di Di Nicolò e che si apre con le brillanti prefazioni del Prof. Salvatore Brancatelli, Presidente della Federazione di Messina dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci e del Generale Antonio Daniele, Direttore della rivista “Il Nastro Azzurro”, riporta i nominativi di ben 2052 Decorati identificati certi, alla data del 31/11/2021.

L’iniziativa culturale, che verrà moderata dalla Prof.ssa Anna Maria Crisafulli Sartori, Giornalista e Vicepresidente dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti e Decorati al Valor Militare, si aprirà con i Saluti Istituzionali e l’Introduzione da parte della Direttrice della Biblioteca, Dott.ssa Tommasa Siragusa; seguirà il prezioso contributo del Relatore Prof. Salvatore Brancatelli. Saranno presenti l’Autore e l’Editore.


Post saranno pubblicati sulle pagine Social Istituzionali.

Sono graditi commenti e suggerimenti.

Per INFO:

Ufficio Relazioni con il Pubblico
Funzionario Direttivo Maria Rita Morgana

tel.090674564
urpbibliome@regione.sicilia.it           

Genova: L’artista internazionale Jaye Rhee ospite speciale del Festival del Tempo alla Genova BeDesign Week

Il Festival del Tempo, giunto alla sua terza edizione, presenta per la Genova BeDesign Week-Tempo di Design dal 18 al 22 maggio 2022, il lavoro dell’artista internazionale Jaye Rhee, coreana di base a New York, con la sua video installazione Once Called Future. La presenza di Jaye Rheeal Festival del Tempo è promossa dai curatori Roberta Melasecca e Edoardo Marcenaro, Ambasciatori Rebirth ProjectTerzo Paradiso Cittadellarte.

L’artista internazionale
Jaye Rhee

ospite speciale
del Festival del Tempo alla Genova BeDesign Week 2022

18-22 maggio 2022
Centro Storico Genova

Once Called Future illustra l’amore ostinato e le utopie fallite come futuri immaginati, attraverso la lente del passato, mentre genera domande e ci invita ad un riesame del nostro presente. Jaye Rhee riprende queidesign retro-futuristici che ritraggono come veniva immaginato il futuro nella metà del ventesimo secolo: affascinata dalla Futuro House, progettata nel 1968 dal finlandese Matti Suuronen e realizzata in serie in 80 esemplari, l’artista vede questo oggetto architettonico come l’emblema di un futuro, un futuro che è andato perduto, uno che deve ancora venire o non arriverà mai, eppure è già svanito nel passato. L’artista ha realizzato il lavoro in due piccole città del Texas, Royse City e Corsicana, dove ha trovato una Futuro House abbandonata e alcuni veicoli da addestramento della NASA: l’intero viaggio è stato progettato per svelare i meccanismi della memoria e dell’immaginazione.

Jaye Rhee si muove nello spazio tra l’ironico e il toccante con lavori che incorporano simultaneamente video, fotografia e performance. Nata a Seoul, in Corea del Sud, Rhee si è diplomata alla School of the Art Institute of Chicago (BFA, MFA). Da allora il suo lavoro è stato esposto in varie sedi internazionali, tra cui Albright Knox Art Gallery, Norton Museum of Art, Queens Museum, The Bronx Museum of the Arts, Mori Art Museum (Tokyo), Kobe Biennale 2007, The Seoul Museum of Modern Art, DOOSAN Art Center (Seoul), Gyeonggi Museum of Art (Corea del Sud), Leeum Samsung Museum (Seoul), Centro para os Assuntos da Arte e Arquitectura (Portogallo) e La Triennale di Milano (Milano). Rhee ha anche partecipato alle residenze d’artista del Norton Museum of Art a West Palm Beach 2020, Delfina Foundation a Londra 2019, Center for Art, Architecture and Affairs a Guimaraes, Portogallo 2014, Lower Manhattan Cultural Council a New York 2012, Skowhegan School of Painting e Sculpture in Main 2009, Palais de Tokyo Workshop Program a Parigi 2009, Changdong International Studio Program a Seoul 2008, Aljira Emerge Program presso Aljira Center for Contemporary Art nel New Jersey 2008, Artist in Market Place Program nel Bronx Museum nel 2005. Tra i premi principali: Artist Fund 2018 della Byucksan Cultural Foundation, Songeun Art Award 2015, Yonkang (DOOSAN) Art Award 2011, Franklin Furnace Fund 2010, SeMA Young Artist Grant del Seoul Museum of Art 2010, Arts Council Korea Grant for Cultural Exchange 2010 e 2009, e KoreaAmerica Foundation for the Arts Award 2008. Nel 2010, Spector Press ha pubblicato la sua monografia, Imageless: questa retrospettiva della sua opera traccia l’evoluzione del suo lavoro in un decennio ed è accompagnata da saggi di Carol Becker, Raul Zamudio, Sara Reisman e Edwin Ramoran. Prima della sua pubblicazione, il suo lavoro era già stato descritto nel saggio di Carol Becker “Intimate, Immediate, Spontaneous, Obvious: Educating the Unknowing Mind” in Buddha Mind in Contemporary Art (University of California Press). È stato anche oggetto di recensioni in numerosi periodici, tra cui ARTnews, The New York Times, Palm Beach daily, Artslant, Artlyst, Art in Culture e Art Asia Pacific Magazine.Vive e lavora a New York. https://jrhee.com


INFO

Jaye Rhee al Festival del Tempo
a cura di Edoardo Marcenaro e Roberta Melasecca
in collaborazione con Cittadellarte Fondazione Pistoletto ONLUS

18-22 maggio 2022 – Genova

Once Called Future
2019
3 Channel Video
Video Installation with sound
7min 13sec

Festival Tempo
Associazione culturale blowart
Direttrice artistica Roberta Melasecca
tel. +39 3494945612
info@festivaldeltempo.it
www.festivaldeltempo.it

Ufficio Stampa Festival del Tempo
mail: press@festivaldeltempo.it

Genova Design Week
Associazione Distretto del Design APS
Via Chiabrera, 33 R – Genova
Tel.: +39 0102367619
segreteria@didegenova.it
https://www.didegenova.it

Ufficio stampa DiDe Distretto del Design
mail: tomaso.torre@libero.itpress.didegenova@libero.it

Milano, MEET Digital Culture Center presenta THE LIFT opera immersiva site-specific di Fabio Giampietro

Dal 14 aprile all’8 maggio 2022, MEET Digital Culture Center, il primo Centro Internazionale per l’Arte e la Cultura Digitale, nato a Milano con il supporto di Fondazione Cariplo, presenta The Lift, l’opera immersiva site-specific di Fabio Giampietro (Milano, 1974), prodotta in collaborazione con Valuart. Attivo nel panorama artistico da più di 20 anni, Fabio Giampietro è tra i pionieri della rivoluzione NFT e tra i principali esponenti della scena artistica digitale italiana e internazionale. Il lavoro artistico di Giampietro esplora le possibilità creative che emergono dall’intersezione tra arte e tecnologia, tema che rappresenta un asse portante nella programmazione di MEET.

MILANO
MEET Digital Culture Center | Fondazione Cariplo
14 APRILE – 8 MAGGIO 2022

FABIO GIAMPIETRO

THE LIFT
Un viaggio ai confini della Realtà Virtuale

Fabio Giampietro, The Lift, 2022, frame dell’installazione

The Lift è un progetto dall’alto contenuto tecnologico, nel quale Fabio Giampietro coinvolge il pubblico rendendolo complice del racconto.

L’esperienza inizia all’interno di una galleria d’arte, durante l’inaugurazione di una personale dello stesso artista; ai muri, sette grandi tele che riproducono i paesaggi di Fabio Giampietro, avvolgono lo spettatore.

I visitatori di The Lift vengono accompagnati lungo il percorso espositivo dalla voce di una misteriosa guida che l’inviterà a raccogliersi al centro della sala per abbracciare in uno sguardo più ampio il lavoro di Giampietro. Improvvisamente, le pareti della galleria cadranno come carte, svelando un unico panorama circolare estratto precisamente dai quadri, anch’essi crollati insieme ai muri.

È qui che comincia il viaggio: il panorama circostante inizia a muoversi, trasformando la stanza in un enorme ascensore a vetri che sale nel mezzo di una metropoli, accelerando fino a catapultarlo fuori dal grattacielo stesso, oltre la città, e a fluttuare nello spazio circondato da forme geometriche, creature e personaggi strani che abitano i social network, il mondo dei videogiochi, e l’immaginario dell’artista stesso.

Il viaggio non è finito; dopo un momento di pausa l’ascensore precipiterà velocemente verso il basso, accompagnato da un grande frastuono; il polverone sollevato dallo schianto si diraderà rivelando una inaspettata conclusione.

“Fabio Giampietro – afferma Daniele Sigalot, nel testo che accompagna l’opera immersiva – ci ha già abituato a fare da pontiere tra la pittura e l’arte digitale, regalandoci vertigini in cambio di “wow”, ma se prima lo faceva mettendoci un visore e accompagnandoci per mano, stavolta l’artista ci ritiene grandi abbastanza da affrontare questo viaggio da soli. Perché The Lift è un viaggio, non un’opera. Prepariamoci dunque, perché usando le parole di Anne Carson l’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso. Quindi, salendo sull’ascensore di Giampietro, la domanda giusta da farci non è a che piano andiamo? ma che piani abbiamo?”.

“La prima volta che ho visto la sala immersiva di MEET – dichiara Fabio Giampietro – ho immediatamente immaginato questo progetto. Più che un’opera site specific è stato per me quasi l’unico progetto che potessi presentare per quello spazio. Negli ultimi anni ho concentrato la mia ricerca proprio sul confine tra reale e virtuale, una frontiera fertile in bilico tra passato e futuro. La pandemia ha accelerato la corsa verso le viewing room ed i mondi virtuali, ora comunemente chiamati metaversi, ed è proprio questo squarcio enorme verso il futuro che ha ispirato The Lift, un lavoro col quale più che risposte cerco di creare dubbi e domande, nel contesto di euforia digitale che stiamo vivendo”.

“Da subito mi ha colpito la prontezza di Fabio Giampietro nel cogliere le potenzialità di un luogo come MEET. L’artista ha percepito il Centro non come uno spazio fisico, ma come un vero e proprio media in grado di suggerire possibilità e trovare sempre nuovi linguaggi e forme espressive inedite” – dichiara Maria Grazia Mattei, Founder e Presidente di MEET. “Siamo nati per essere un luogo di creazione, MEET è uno spazio che stimola l’ideazione e la produzione di nuovi contenuti, capace di interpretare i parametri della cultura digitale e restituire il senso di una ricerca artistica sempre innovativa”.

“La visione alla base del progetto proposto da Fabio Giampietro – ricorda Etan Genini, CEO di Valuart – abbraccia tutti i valori costitutivi di un’opera destinata ad essere fra le più rappresentative di questo esatto momento storico. Per il nostro team, poter accompagnare e sostenere l’artista nel percorso produttivo, è un’immensa motivazione oltre che un onore. Fabio ci ha guidati là dove per lui è consuetudine stravolgere le prospettive con lo scopo di evolverne la visione. Siamo davvero impazienti di assistere alla reazione del pubblico”.

L’experience si estende anche nelle Gallery adiacenti, dove il visitatore potrà scoprire il percorso che ha portato Fabio Giampietro a scardinare il suo stesso linguaggio, spogliando gli spettatori di quei visori che da anni fanno da filtro tra la sua pittura e il mondo digitale, e lasciandoli liberi di essere trasportati fisicamente ed emotivamente in quello che è una vera e propria esperienza lungo la sottile linea di confine tra la realtà e l’inganno.

Note biografiche

Fabio Giampietro è nato nel 1974 a Milano, dove vive e lavora. Attraverso la sua caratteristica tecnica unica – dipinge sottraendo il colore a olio dalla tela – esprime una forte e intensa pittura figurativa.

Considerato uno dei precursori dell’arte immersiva, con le sue installazioni VR, Fabio Giampietro ha trasceso il “mondo tangibile” connettendolo definitivamente al “metaverso”. Un visionario che mai smette di stupire. Dopo diverse esposizioni a Milano, tra cui la personale a Palazzo Reale, a Bologna, a Venezia, a Shanghai, a Miami, a Los Angeles, a San Francisco, a Berlino e a Toronto, Fabio Giampietro si è ritagliato un ruolo da protagonista nel panorama artistico italiano e internazionale.


FABIO GIAMPIETRO. THE LIFT
Milano, MEET Digital Cultural Center (viale Vittorio Veneto 2)
14 aprile – 8 maggio 2022

Informazioni per il pubblico
L’opera immersiva è fruibile a pagamento dal martedì alla domenica, dalle ore 15.00 alle ore 19.00

  • Intero: 10 euro
  • Ridotto (under 25): 7 euro
  • Famiglia 8 (due adulti e fino a tre bambini): 15 euro
  • Gratuito: bambini under 6; visitatori con disabilità e loro accompagnatori

Ufficio stampa MEET
Costanza Falco
Mob. +39 3314959185 | Mail costanza.falco@meetcenter.it

Artemide PR di Stefania Bertelli
Stefania Bertelli
Mob. +39 3396193818 | Mail stefania.bertelli@artemidepr.it

Ufficio stampa THE LIFT
CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia | tel. 02.36755700 | clara.cervia@clp1968.it | www.clp1968.it

Fiumicino: La violenza non è amore. Installazione di Anna Izzo. Testo critico di Roberta Melasecca

Mercoledì 4 maggio 2022 alle ore 11.00, presso la sede centrale del Comune di Fiumicino (lato Via Portuense) verrà presentata l’installazione scultorea La violenza non è amore di Anna Izzo, accompagnata da un testo critico di Roberta Melasecca.

La scultura, dopo la prima esposizione il 25 novembre 2021 a Città della Pieve, dove è rimasta fino al 31 marzo 2022, sarà visibile nell’ampio spazio retrostante la sede comunale fino al 30 settembre 2022 e verrà inaugurata alla presenza, oltre che dell’artista, del Sindaco Esterino Montino, del Vice Sindaco Ezio Di Genesio Pagliuca e dell’Assessora alle Pari Opportunità Anna Maria Anselmi. L’iniziativa si avvale del patrocinio del Comune di Fiumicino.

La violenza non è amore

Installazione di Anna Izzo

Testo critico di Roberta Melasecca

Inaugurazione 4 maggio 2022 ore 11.00

Sede centrale Comune di Fiumicino
Lato Via Portuense 2498 – Fiumicino (RM)

Fino al 30 settembre 2022

Anna Izzo – La violenza non è amore

“Un cuore d’acciaio, rosso, simbolo di amore e vita, rinchiuso all’interno di una gabbia, primitivo strumento di tortura e morte, tra sbarre coperte di ruggine, trafitto e appeso ad un gancio: la scultura di Anna Izzo è un grido scomodo e stridente che si ode anche nel silenzio più assordante e da cui non è possibile distogliere lo sguardo. L’artista imprime segni dolorosi alla materia, la plasma conservandone la durezza e la resistenza, ne calibra le forme ampliandole a dimensioni innaturali, costringe alla rimozione di uno stereotipato processo di narrazione basato sull’inerzia, sull’indifferenza e su strategie di occultamento e minimizzazione della violenza. Genera, in tal modo, un inusuale luogo di riflessione sui meccanismi di scomposizione e ricostruzione delle identità, sempre in progressivo divenire e in continuo confronto/scontro nei ruoli e negli ambiti sociali ed economici. La violenza non è amore afferma e suggella, con la sua evidente e inevitabile presenza, non più lo spazio di un istante nel quale riconsiderare le proprie relazioni ma una rivoluzione di pensieri ed azioni, una chiave di accesso a delle diverse politiche attive sul territorio che esulano da rappresentazioni radicate nelle convenzioni socio-culturali di un passato conosciuto e di un presente in via di definizione. Le gigantesche gabbie di Anna Izzo, alte quattro metri, a partire dalla scultura La violenza è una gabbia presentata a Capri nel 2020, sono gabbie emozionali, comportamentali e relazionali che riflettono un ordine normativo che chiude e rinchiude corpi e menti: l’artista compie, dunque, un passo verso una de-costruzione e de-consacrazione di un sistema non solo più individuale e personale ma comunitario e collettivo nel quale nuovi saranno i linguaggi, gli immaginari, le raffigurazioni, le conoscenze di una restaurata cittadinanza.” (testo di Roberta Melasecca)

Non si può stare fermi! Non si può stare in silenzio! Bisogna urlare, urlare sempre più forte!!!! La Violenza non è Amore!!!” (Anna Izzo)

“Siamo particolarmente orgogliosi di ospitare nel nostro territorio, presso la sede istituzionale di via Portuense a Fiumicino, l’opera dell’artista Anna Izzo. Come Amministrazione fin da subito ci siamo distinti per una grande sensibilità ai temi della violenza di genere e ci siamo attivati con iniziative che dessero un forte segnale in questo senso. Solo per citarne alcune: ci siamo costituiti parte civile nei processi per le vittime di femminicidio, abbiamo aperto un Centro antiviolenza a Maccarese e una Casa Rifugio a Fiumicino e abbiamo istituito una Commissione Pari opportunità, prima inesistente. Pertanto ci fa piacere avere qui, visibile a tutti per alcuni mesi, un’opera che tenga alta l’attenzione su un tema così urgente e importante e che lo rappresenti visivamente in modo assai efficace”. Lo dichiara il sindaco di Fiumicino Esterino Montino.

“Facciamo passi avanti, ma non basta mai – dichiara il vicesindaco Ezio Di Genesio Pagliuca -. Il tema dell’opera aderisce alla realtà, ma noi dobbiamo continuare a forzare le maglie della rete che prova ad ingabbiare la libertà, sia fisica sia emotiva. Nessuno può rimanere in silenzio di fronte alle statistiche nazionali che vedono 12 donne su 13 vittime di violenza domestica e queste sono le ultime statistiche di marzo 2022. I dati generali dal 2006 ad oggi sono in calo grazie alla costante opera di sensibilizzazione: sempre più donne prendono coscienza di se stesse e denunciano la violenza. La nostra città è inclusiva, vale per tutti e per tutte; ospitare un’opera così preziosa quanto evocativa è un messaggio chiaro che non lascia dubbi: andiamo avanti nella cultura del rispetto e l’arte è cultura del nostro tempo, non lascia indietro nessuno. Grazie all’artista che ha voluto condividere la sua forte espressività con la città di Fiumicino, siamo felici di poterla ospitare e divulgare lo stato di necessità di molte donne italiane e straniere ancora dimenticate”.

“È un piacere per il nostro Ente ospitare questa installazione temporanea simbolo del costante impegno alla lotta contro la violenza sulle Donne – sottolinea l’assessora alle Pari Opportunità, Anna Maria Anselmi -. La scultura che ospiteremo ci ricorda appunto, facendo riferimento al titolo della stessa, che “La Violenza non è Amore”. Dobbiamo portare avanti con costanza questo impegno utilizzando tutti i mezzi a disposizione, compresa l’arte stessa che rappresenta un potente mezzo comunicativo”. 

Anna IzzoNote biografiche

Anna Izzo, pittrice e scultrice, nasce a Taranto ma già adolescente si trasferisce a Sorrento dove il padre gallerista la introduce nel mondo dell’arte con una importante frequentazione di artisti della scuola napoletana. Le sue opere attraversano vari materiali, ferro, bronzo, resina, in una continua ricerca estetica innovativa. I suoi lavori hanno ricevuto consensi di importanti artisti: Arman, Daniel Spoerri, Mimmo Rotella, ecc. ed di illustri critici d’arte quali Costanzo Costantini, Vito Apuleio, Milena Milani, Linda De Sanctis, Ludovico Pratesi, Vittorio Sgarbi, Paolo Levi che hanno scritto e parlato di lei e dei suoi lavori con significativi apprezzamenti. Vive e lavora tra Roma e Siena ed espone in Italia e all’estero. Tra le ultime mostre: luglio 2016 Conference Center Hollywood USA; ottobre 2016 Jolly Madison New York; novembre 2016 Sofitel Conference Washington DC; dicembre 2016 Palazzo Francavilla Palermo ritiro premio Gran Maestro; gennaio 2017 Galleria La Vaccarella Roma; gennaio 2017 Palazzo Barion Taranto ritiro premio Taras per l’arte; febbraio 2017 Galleria San Vidal Venezia; luglio 2017 Teatro dal Verme Milano; ottobre 2017 Biennale Milano International Art Meeting; ottobre 2017 Biennale Venezia Spoleto Pavillon; novembre 2017 Biennale Mantova; dicembre 2017 Miami Meet Milano USA; gennaio 2018 Palazzo Ximenes Firenze; marzo 2018 Biennale delle Nazioni Venezia; giugno 2018 Auditorium Dell’acquario Genova ritiro premio Cristoforo Colombo; ottobre 2018 Roma Galleria Triphè La Seduzione; giugno 2019 Trofeo Maestri D’Italia ArtExpò Biennale internazionale Arte contemporanea Mantova; luglio 2019 premio Internazionale Michelangelo Firenze; settembre 2019 mostra Biancoscuro Art Contest Montecarlo; novembre 2019 personale di scultura La gabbia Museo d’Arte Sacra Castelmuzio; novembre 2019 Budapest ArtExpò Biennale D’Arte Italiana; marzo 2020 Capri Scultura monumentale dal titolo La Violenza è una Gabbia; febbraio 2021 esposizione sculture al Premio Vittorio Sgarbi a Ferrara; novembre 2021 Città della Pieve scultura monumentale dal titolo La violenza non è amore.


INFO

La violenza non è amore
Installazione di Anna Izzo
Testo critico di Roberta Melasecca
Con il patrocinio del Comune di Fiumicino

Inaugurazione 4 maggio 2022 ore 11.00

Sede centrale Comune di Fiumicino
Lato Via Portuense 2498 – Fiumicino (RM)

Fino al 30 settembre 2022

Anna Izzo
annaizzoart@gmail.com
www.annaizzoartdesign.com

Ufficio stampa Comune di Fiumicino
Caterina Coppola
0665210531
ufficio.stampa@comune.fiumicino.rm.it

Ufficio stampa per l’artista
Roberta Melasecca_Interno 14 next/Melasecca PressOffice
roberta.melasecca@gmail.com
tel. 3494945612
www.interno14next.it
cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Venezia, Spazio Eventi Manganer: “La luce delle stelle” – mostra personale di Cen Long

  • I dipinti di Cen Long, come luminose costellazioni nel cielo notturno, ci donano Speranza e amore e purificano i nostri cuori.
  • Un nuovo Spazio Eventi caratteristico, ampio e aperto alle istanze e alle proposte artistico – culturali cittadine e internazionali nel cuore di Venezia.

LA LUCE DELLE STELLE

Personale di Cen Long a Spazio Eventi Manganer
6 maggio – 26 giugno

Cen Long, Siesta, 2021

L’appuntamento per l’Opening di LA LUCE DELLE STELLE, la personale di Cen Long è nel nuovissimo Spazio Eventi Manganer a partire dalle 18.30 venerdì 6 maggio. Dopo le esposizioni alla Chiesa dei Cavalieri di Malta e alla Scala Contarini del Bovolo le opere di Cen Long tengono a battesimo lo Spazio Eventi Manganer a due passi dal frequentatissimo Campo Ss. Apostoli, nell’angolo fra il Campo drio la Chiesa e la calle del Manganer che ci introduce nella direzione della Scuola Grande di San Marco e di una Venezia meno percorsa dai grandi flussi turistici. La curatrice è Metra Lin che da decenni è conoscitrice profonda dell’opera di Cen Long e che si dedica con competenza e grande passione alla divulgazione della sua arte.

Si tratta di una Mostra di grande interesse, che resterà allestita dal 6 maggio al 26 giugno, che non mancherà di stupire positivamente il pubblico: grandi tele di pura pittura, solide nella costruzione e libere nella pennellata fluida assai distanti dall’immaginario dell’arte ufficiale cinese novecentesca, così come dal distacco polemico delle ultime generazioni, spesso orientato al concettuale. Le sue sono figure dal modellato plastico, in costante dialogo con il Rinascimento toscano; tessiture corali dalle profonde reminiscenze occidentali; una spiritualità diffusa che, pur non collegandosi direttamente agli stilemi del cristianesimo, ne veicola contenuti di attesa ed illuminazione che, come scrive la critica Francesca Brandes: “rappresentano un’umanità senza connotazioni storiche e in cammino; uomini e donne colti nella semplicità di un auspicio, sotto al cielo stellato; pescatori, pastori, una formidabile Maternità”.

Immagini potenti, una mostra da vedere, nel nuovo Spazio Eventi Manganer a Cannaregio 4516 | Ss.Apostoli – Venezia. Calle del Manganer è un toponimo che ritroviamo tuttora in alcune strade di Venezia, a Cannaregio, nella zona di santi Apostoli, e a San Polo, vicino a Ruga Rialto dove una laterale di calle S. Matio è calle del Manganer. Ai tempi della Serenissima i Manganeri erano gli artigiani che rifinivano i tessuti di lana e seta per renderne liscia la superficie. Il nome derivava dallo strumento che usavano, il mangano, un macchinario a forma di grande ruota che serviva appunto a dare lucentezza ai panni. Lo Spazio, pur inserendosi nell’offerta delle locations espositive cittadine, intende instaurare un dialogo con tutte le tipologie di iniziative culturali, dalla presentazione di libri a piccoli performance musicali e con una particolare attenzione all’artigianato veneziano di alto livello.

“Cen Long – scrive nel suo saggio introduttivo alla Mostra, la curatrice Metra Ling – ha dedicato il lavoro della sua vita a un’esposizione dell’essenza dell’umanità. Si batte per un ideale: annunciare i significati più profondi con i metodi stilistici più vicini alla vita reale, e in tal modo rendere la sua opera d’arte un ponte per comunicare profondamente con qualsiasi pubblico. È questo obiettivo fondamentale che guida la sua esistenza nell’esprimere intuizioni artistiche attraverso una tecnica realistica; attraverso l’intelligibilità universale di questo stile il pubblico può facilmente “essere catturato” attraverso la tela e attraversare l’universo dei valori estetico-morali: amore, gentilezza, speranza e forza. Attraverso lo stile di Cen Long, la filosofia di fondo e uno sforzo instancabile, arriviamo a capire le sue vere intenzioni: egli aspira a dipingere “stelle guida” per l’era della modernità, per aiutarci a recuperare speranza e pace dal rumore e dalla furia del nostro tempo”

Cen Long – breve biografia

Nato nel 1957 a Guangzhou, Cina. Il suo approccio artistico consiste in uno stile semplice, pennellate sofisticate, composizione rigorosa, colorazione stratificata e solida. Queste tecniche generano grande forza nei suoi dipinti; ogni pezzo contiene un significato più profondo sotto le sue qualità superficiali. Insieme, questi attributi esprimono valori che possono resistere alla prova del tempo e affascinare l’immaginazione.  Le sue opere evocano un senso di chiarezza e serenità nello spettatore, incoraggiando chi è gravato dal trambusto della vita moderna a ri-sperimentare l’estetica della tranquillità, per tornare ad uno stato più fondamentale dell’essere. 


ArtistaCen Long 
CuratriceMetra Lin 
Organizzatore | Crux Art Foundation 
Co-Organizzatore |FG-Comunicazione Venezia – Art Agency
Location | Spazio Eventi Manganer | Cannaregio 4516 | Ss. Apostoli – Venezia
Durata della Mostra6 maggio – 26 giugno 2022 
Orario di AperturaDal mercoledì alla domenica 10:00 – 12.00 / 15.00 – 19.00  

UFFICIO STAMPA 
FG COMUNICAZIONE – Venezia  
Davide Federici 
+39 331 5265149  

info@fg-comunicazione.it 
info@davidefederici.it 
www.fg-comunicazione.it

Roma: Il Circolo Esteri del Ministero Affari Esteri presenta la mostra Particolare/Universale di Giorgio Bevignani nell’ambito del progetto Mondi-Sette

“MONDI” è un progetto appositamente ideato per il Circolo Esteri del Ministero Affari Esteri di Roma nel ventennale della Collezione Farnesina di Arte Contemporanea. Esso vive nobilmente sulle arti che riprogrammano il mondo, si campiona ad essere uno spettacolare archivio decentralizzato ove le diverse discipline si nutrono di arte-mondo, mira a rappresentare come si abita la cultura globale, ovvero l’altramodernità, che altro non è che una sorta di costellazione, una specie di arcipelago di singoli mondi e singoli artisti le cui isole interconnesse non costituiscono un continente unico di pensiero, ma lo specchio di un’arte postproduttiva e frontaliera, mobile, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, intellettuale di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere un’Europa Creativa Festival e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell’eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi nel clima di abitare stili e forme storicizzate, perché il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l’arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l’arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l’arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Con “MONDI” (2020-2021-2022) si porgono dodici mostre personali di dodici artisti contemporanei, taluni di chiara fama. Questa mostra dal titolo “Particolare / Universale” è la settima del percorso, ed è già una novità in quanto si veicolano a Roma nomi dell’arte contemporanea di significativo rilievo, che evidenziano e mettono in luce gli svolgimenti più intriganti del fare arte nel terzo millennio. L’esposizione curata dall’illustre Storico dell’Arte Contemporanea di fama internazionale, Prof. Carlo Franza, che firma anche il testo in catalogo dal titolo “Particolare / Universale”, riunisce una serie di opere dell’artista Giorgio Bevignani, già apparso agli occhi della critica italiana e internazionale come una figura delle più interessanti e propositive dell’arte contemporanea, e ricordato come chiaro e significante interprete.

Intramoenia-trittico-2022

Scrive Carlo Franza nel testo: “Sono ormai vent’anni che l’artista Giorgio Bevignani (Città di Castello 1955) movimenta grandi mostre in giro per il mondo, per ciò l’avevo definito instancabile viaggiatore, e scrivevo: “pronto a cogliere le spinte e le sollecitazioni che gli arrivano dai contesti più diversi. E’ così che orchestra il suo fare arte, nell’operare e costruire ambienti, attraverso nuovi linguaggi così come espresso dalle neoavanguardie”. Erano accensioni architettoniche e scenografiche volanti in spazi per inventare nuove soluzioni espositive in cui si infiltrava una nuova creatività diffusa. Esperienze artistiche vissute su una concezione dell’arte profondamente segnata dall’idea di site specificity. Da allora, oltre alla ricerca ossessiva di materiali, fino alle diverse paste, al silicone, a polvere di marmi e pigmenti e altro ancora, l’intensità distillata di questa materia-luce traccia e rintraccia quei fondali-teleri che si fanno campo sensibile che origina, ad ogni opera, unità pulsanti di energia. Ebbene, diciamolo, Giorgio Bevignani vive oggi la cornice più suggestiva e illuminata del suo movimentare l’avanguardia, comprese certe dinamiche di creazione e lettura dell’arte, e soprattutto la sua fertile ricerca si è ormai avviata completamente verso una estetica minimalista, dove “particolare e universale” evidenziano una geometria imperfetta con un uso sapiente di luce e una gestualità asciutta, producendo riflessioni significative sulla “pittura fondamentale”. Questi spunti più riusciti aprono a nuovi orizzonti, dopo essersi permeati di ascetismo, di vibrazioni filosofiche che toccano il mondo nel profondo dello spazio e del tempo, caratterizzando l’esplorazione di varie possibilità cromatiche. In questo percorso minimalista Bevignani vive l’esigenza di concretare una dimensione infinita nella forma finita dell’opera; ritrae il tempo, la luce, lo spazio, sicché assistiamo al declinarsi di un pensiero intuitivo che genera continuamente nuovi spazi, è il colore stesso a costituire la metamorfosi delle tracce, in una sorta di scrittura fluente dell’energia universale, tra echi spaziali e intrecci timbrici, traducendo il pulsare della vita che si propaga come un respiro. Plasticità, discontinuità, disseminazione, sono coordinate poetiche ed operative che occasionano questa nuova pittura minimalista, dove il corpo cromatico è in espansione spaziale-pulsante, possibile permutazione, e si mostra in un palpitare di opposti, bianco/nero, luce/tenebre, particolare/universale, vita/morte, attimo/eternità, quiete/movimento, pieno/vuoto, lucido/opaco, liscio/ruvido, naturale e artificiale, ordine/disordine, limitato/infinito. Il linguaggio di queste opere movimenta un universo nuovo perché l’arte è soprattutto filosofia, e Giorgio Bevignani movimenta energie sensibili alla vita. Esse documentano calma e inquietudine, ordine e caos, fatalità e azzardo, rimbalzano tra particolare e universale, riassumono le forze della vita e quelle della morte. Si pensi che Yves Klein nel 1961 dichiarò: “Dove si trova il vuoto si trova il fuoco”. Le opere di questo capitolo novello, sono intessute in un gioco di paste e di colori, e appaiono liberate dalla gravità, in un volo nell’immensità cosmica la cui progressione va verso un massimo irraggiamento di toni pulviscolari, ed anche di inclinazioni, concentrazioni, forme; giallo, rosso, blu, violetto, oro-bronzo, la lucentezza di ogni colore è un pensiero colorato nel suo nascere e nel suo svanire perché colorata è l’energia che la genera. Le sue opere si dilatano in un andirivieni tra il particolare e l’universale, un territorio dove la superficie monocroma nella sua concretezza e fisicità, pulsa in un’espansione possibile e luminosa; originando germinazioni pittoriche percorse da fessurazioni e intermittenze, bagliori e vibrazioni. Giorgio Bevignani declina la propria poetica come traccia di conoscenza e misurazione dell’universo nel suo svolgersi, specie quando la monocromia lascia il passo a delle trame lievemente percettibili. Non è solo certo, si apparenta ad altri nomi internazionali che del minimalismo ne hanno evidenziato la pura esistenza e l’atto di dipingere, penso a Robert Ryman soprattutto, e ancora Carl Andre, Donald Judd, Yves Klein e Piero Manzoni; Bevignani ci accompagna con le sue opere sulla soglia della luce, ci porta a compiere un viaggio orfico, ad entrare nella densità notturna del mondo, del grembo delle cose, a percepire il silenzio del mondo e riportarlo alla luce, per leggere finalmente la preziosità delle cose del mondo della vita.

Biografia dell’artista

Giorgio Bevignani nasce a Città di Castello nel 1955, vive e lavora a Castel San Pietro Terme, Bologna (Italia). Diplomato Maestro d’Arte all’Istituto d’Arte San Bernardino di Betto di Perugia nel 1979. Diploma di maturità in Arte applicata (scultura) all’Istituto d’Arte Duccio di Buoninsegna di Siena nel 1981. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna dal 1984 al 1986, e l’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano) dal 1986 al 1988. Membro della Royal British Society of Sculptors dal 2014. Dal 1990 al 1993 ha vissuto e lavorato a New York, dove ha esposto per la galleria 39 Mercer Street, ed è stato notato dal celebre gallerista Leo Castelli. Nel 1995 ha trascorso un periodo in Colombia realizzando la personale “Pinturas”, a cura di Marta Elena Cardinal Arango presso la galleria Diners di Santafé. Nel 1999 è stato selezionato dall’emittente televisiva WDR e dall’Istituto di Cultura Italiana di Colonia per rappresentare l’Italia nella mostra collettiva “Coincidences”, presso l’Ignis Kulturzentrum. Tra le mostre personali più recenti vanno ricordate: “Peter Pan e l’Orizzonte dei Rossi” presso Fabbrica (FC) nel 2009, “Granada” sempre nel 2009 a Bogota in Colombia, “BIO-Abisso” durante la Human Rights nights presso la Cineteca di Bologna nel 2010; “Europa” presso la Galleria Restarte & Contemporary Concept durante Artefiera off Bologna, 2012, e infine “La compagnia evanescente” Casa dell’architettura, Roma, 2013. Tra le collettive: “A certain Form of Heaven / Male” a cura di Isabella Falbo, 2007, galleria Artsinergy, Bologna; e “Premio Città di Novara” 2008, in occasione del quale Giovanni Cordero gli conferisce il premio per l’opera. E ancora ricordiamo “Direzione alterità” presso il Teatro India a Roma, 2011; dello stesso anno “Peace Island” all’Istituto Superiore Antincendi a Roma e “BO- Hème” presso la Galleria H2O a Bologna, 2012. L’opera recente “Jordan’s Red Water” è in questo momento esposta al BAG, Bocconi Art Gallery, Milano. Le sue opere si trovano in collezioni private a MOA 美術館 – Museum of Art di Atami in Giappone, Miami, Milano, Francoforte, Siena, Bologna, Roma, Reggio Emilia, Brescia, Ancona, Cesena, Modena, Imperia, Bogotà, Nizza, Basilea, Strasburgo, Bruxelles, San Paolo, Helsingborg, Città di Castello.

Biografia del curatore

Carlo Franza è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Nato ad Alessano (Lecce) nel 1949, è vissuto dal 1959 al 1980 a Roma dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Sociologia e Filosofia); dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Allievo e Assistente Ordinario di Giulio Carlo Argan all’Università La Sapienza di Roma. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, nell’Università della Slesia e in altre numerose Università Estere (Università della Slesia, ecc.). Docente nell’ Executive Master “Diplomatic, Economic and Strategic Perspectives in Global Scenarios” alla School of Management dell’Università LUM nella Villa Clerici sede del Campus di Milano, Docente nel Master di Fotografia (ARD&NT Institute di Milano – Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) dell’Accademia di Brera e Politecnico di Milano e nel Master Universitario in Management dei Beni Culturali allo Ied di Milano. E’ Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l’Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a “Il Giornale” di Indro Montanelli, poi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la collaborazione giornalistica come opinionista, unitamente alla sua Rubrica “Scenari dell’arte”, divenendone una delle Firme più lette. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ fondatore e direttore del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (del quale è oggi Presidente di Giuria) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d’Arte. Nel 2016 ha vinto a Roma-Sala Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per il Giornalismo, la Docenza Universitaria e la Critica d’Arte. Nell’ottobre 2020 gli viene assegnato a Roma nella Biblioteca Vallicelliana il Premio Artecom-onlus come Protagonista della Cultura 2020.

Portfolio di Giorgio Bevignani – 2022


MONDI – SETTE
Progetto Artistico Internazionale ideato e diretto da Carlo Franza

ARTISTA
GIORGIO BEVIGNANI

TITOLO
PARTICOLARE / UNIVERSALE

INAUGURAZIONE
Mercoledì 18 maggio 2022, ore 18.00

Alla presenza dell’Artista

DURATA MOSTRA
Dal 18 maggio 2022 al 3 luglio 2022
Da Lunedì a Domenica ore 9.00/22.00

CURATORE
Prof. Carlo Franza
Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea,
Giornalista e Critico de “Il Giornale” fondato da Indro Montanelli

INTERVERRANNO
Laura Carpini
Vice Presidente Circolo degli Esteri-Roma
l’Ambasciatore Umberto Vattani
Presidente della “Venice International University”
l’Ambasciatore Gaetano Cortese

CIRCOLO DEGLI ESTERI
Via dell’Acqua Acetosa 42 – 00197 ROMA
Tel./ Fax : +39 02 48958934 – cell. 347 9784833
Mail: circmae@tiscali.it http://www.circoloesteri.it/.

Palermo: I bellissimi spazi di Villa Malfitano e Villa Trabia si colorano e popolano delle sculture firmate Cracking Art.

Chiocciole, conigli, gatti, rondini, elefanti, tartarughe e pinguini. Sono oltre 40 le maxisculture dalle dimensioni più svariate pronte a invadere due spazi iconici della città di Palermo: dal 10 maggio fino al 10 luglio, arriva nel capoluogo siciliano Cracking Art, uno dei fenomeni d’arte contemporanea più conosciuti al mondo, con la mostra Stories.

Dal 10 maggio a Palermo
viene presentata per la prima volta la mostra open-air

La natura nella Natura; una nuova vita e una nuova atmosfera si impossessano del verde palermitano attraverso l’apparizione di creature sorprendenti in plastica rigenerata, con una mostra “diffusa” che prende dimora proprio nei lussureggianti e storici giardini di Villa Malfitano e Villa Trabia.

Un’invasione di sculture “sostenibili”, creature in dialogo con lo spazio urbano, prendono possesso del luogo con lo spirito leggero e favolistico di un gioco meraviglioso.
Grandissimi animali dalle tinte sgargianti rendono il cuore di Palermo una galleria d’arte a cielo aperto, uno speciale museo senza barriere dove protagonisti sono sempre la natura e il rispetto per essa.

La mostra, con il patrocinio del Comune di Palermo, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro- Internazionale per volontà del suo Presidente Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, realizzata dalla Fondazione Cultura e Arte con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, in collaborazione con la Fondazione G. Whitaker, è curata dal collettivo Cracking Art ed è pensata e voluta gratuita e all’aperto, affinché possa essere alla portata di tutti, non solo in termini di accessibilità ma anche perché possa essere interiorizzata stimolando le reazioni e l’attenzione del singolo e – allo stesso tempo – della collettività verso importanti tematiche di interesse sociale.

Cracking Art
Newfields, Indianapolis | USA 2018
Crediti fotografici Cracking Ar

IL COLLETTIVO CRACKING ART

Il movimento Cracking Art nasce nel 1993 con l’obiettivo di cambiare radicalmente la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale e ambientale che unito all’utilizzo rivoluzionario dei materiali plastici mette in evidenza il rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà artificiale. Il termine Cracking Art deriva dal verbo inglese “to crack”, che descrive l’atto di incrinarsi, spezzarsi, rompersi, cedere, crollare. Con il nome di cracking catalitico è anche chiamata la reazione chimica che trasforma il petrolio grezzo in plastica: per gli artisti è questo il momento in cui il naturale permuta in artificiale, l’organico in sintetico, ed è tale processo che essi intendono rappresentare attraverso la loro arte.

Le opere sono realizzate per sollecitare una riflessione collettiva sui temi dell’effetto antropico sull’ambiente naturale tramite azioni performative coinvolgenti, in cui installazioni fuori scala – come i celebri animali colorati – invadono i luoghi più vari, dagli spazi propriamente deputati all’arte a quelli della vita quotidiana.

Rigenerare la plastica significa sottrarla alla distruzione tossica e devastante per l’ambiente donandole nuova vita, farne delle opere d’arte significa comunicare attraverso un linguaggio estetico innovativo esprimendo una particolare sensibilità nei confronti della natura.
Oltre alle tre partecipazioni ufficiali alla Biennale di Venezia (2001, 2011 e 2013), tra le mostre e installazioni più recenti si segnalano: Natura Indomita (2020), a Teramo; En Plein Air (2020), a San

Benedetto del Tronto; Wild Rising (2019), presso il Desert Botanical Garden di Phoenix, Arizona(USA); Regeneration@Newhollandisland (2019), presso New Holland Island, San Pietroburgo (Russia); Spectaculars Creatures (2018), presso IMA Indianapolis Museum of Art – Indianapolis (USA); BarocCracking (2018), presso Palazzo Leoni Montanari – Gallerie d’Italia, Vicenza (Italia); Cracking Art@Hangang Art Park (2018) presso Hangang Park, Seoul (Korea).

Cracking Art
Xintiandi – Shanghai, Wuhan,
Chongqing, Hongqiad | Cina 2016
Crediti fotografici Cracking Ar

Informazioni
info@fondazionewhitaker.it

Siti
www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it
www.fondazionewhitaker.it
www.arthemisia.it
www.crackingart.com

Hashtag ufficiale
#crackingartpalermo

Uffici Stampa
Comune di Palermo
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ufficiostampa@comune.palermo.it

Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale
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rsalato@fondazioneterzopilastrointernazionale.it

Arthemisia
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Sveva Alagna | Gioia Sgarlata
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Città di Castello (Pg), Ex Seccatoi del Tabacco: LA LUCE DEL NERO

“La Luce del Nero” è il titolo della grande mostra che si potrà ammirare a Città di Castello agli Ex Seccatoi del Tabacco, sede espositiva della Fondazione Burri insieme a quella di Palazzo Albizzini.

15 Aprile 2022 – 28 Agosto 2022
Città di Castello (Pg), Ex Seccatoi del Tabacco

LA LUCE DEL NERO

Mostra a cura di Bruno Corà

Alberto Burri: Combustione Legno, 1955, Legno, vinavil, combustione su tela 88,5 x 160 cm

Sono almeno tre i motivi che rendono questa rassegna realmente imperdibile: innanzitutto il tema scelto dal curatore, Bruno Corà, il Nero che da buio, assenza, si rifà colore. Come evidenziano le opere di Burri ma anche di molti grandi artisti del Novecento, le opere dei quali sono presenti in mostra. Altrettanto importante è la motivazione sociale che sottende a questa esposizione, che nasce dal progetto europeo riservato all’arte contemporanea e alla disabilità visiva. Infine, il fatto che questa mostra coroni la riapertura degli spazi degli ex Seccatoi di Tabacco dopo 7 anni di lavori, e 10 milioni di investimento, che hanno integralmente riqualificato questi ambienti.
Ma veniamo alla mostra: Bruno Corà, annunciandola, sottolinea come il nero “tra la fine del Medioevo e il XVII secolo avesse perso il suo statuto di colore. Com’era prevedibile, sono stati gli artisti a riconferire al Nero la sua valenza cromatica e in particolare, tra loro, appare essenziale l’azione di Kazimir Malevič esponente di punta della corrente suprematista russa e autore del celebre “Quadrato nero su fondo bianco” (1915), opera richiamata in questa mostra mediante una stampa che ne riproduce l’immagine.
Nella religione, nella mitologia e nell’astrofisica il nero è stato l’immagine originaria di un mondo precedente alla manifestazione della luce e la sua tenebra si è estesa fino al concetto di “materia oscura”, di cui tuttora sembra sia costituito tutto l’universo”.
Tra gli artisti del XX secolo, dopo il secondo conflitto mondiale, Burri è colui che più di ogni altro ha usato il Nero nelle sue opere, soprattutto con un’intensità crescente a partire dagli anni ’70-’80, giungendo perfino a dipingere totalmente di nero anche gli Ex Seccatoi del Tabacco di Città di Castello, edifici industriali diventati sedi museali dei suoi grandi cicli pittorici.
Insieme a Burri hanno realizzato opere elaborate col nero anche artisti documentati in mostra, come Agnetti, Bassiri, Bendini, Castellani, Fontana, Hartung, Kounellis, Lo Savio, Morris, Nevelson, Nunzio, Parmiggiani, Schifano, Soulages e Tàpies. Ciascuno con modalità, intenzioni e valenze diverse, tutti purtuttavia capaci di suscitare nel visitatore stati d’animo, percezioni e sensazioni differenti. Infine all’insegna del Nero e della caecitas è rivolto anche il sentimento dei poeti per significare lo sguardo interiore della “veggenza” psichica e poetica all’opposto di quella fisica.
Burri e altri grandissimi interpreti del secondo Novecento internazionale, quindi, riuniti agli ex Seccatoi per una mostra che non ha precedenti.
Ma non meno importante è il “perché” di questa grandiosa rassegna. A chiarirlo è sempre il curatore in veste di Presidente della Fondazione Burri: “la mostra “La Luce del Nero” è stata realizzata – annota lo studioso – nell’ambito del programma “Europa Creativa 2020” con il progetto “Beam Up” (Blind Engagement In Accessible Museum Projects 2020-2023), uno dei 93 progetti cofinanziati tra i 380 presentati dai 34 Paesi europei aderenti. Al progetto, oltre alla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri ed Atlante Servizi Culturali, hanno inoltre collaborato come partner la Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano per tutti gli aspetti inerenti alla disabilità visiva; The Glucksman – museo di arte contemporanea nel campus dell’Università di Cork (Irlanda) e il MSU Muzej Suvremene Umjetnosti – Museo di Arte Contemporanea di Zagabria – per il settore museale.
La mostra propone un’esperienza percettiva del Nero al vasto pubblico sia dei vedenti che dei non-vedenti, fornendo in taluni casi esempi pressoché mimetici (Burri) e, in altri, forme, materiali e tecniche usate dagli artisti. In tal modo, nel percorso fruitivo della mostra avverranno processi cognitivi idonei a partecipare ad un’esperienza, per molti versi, immediata e fortemente stimolante.
“La Luce del Nero” è ospitata negli ambienti dedicati alle mostre temporanee degli ex Seccatoi del Tabacco, contesto di origine manifatturiera acquistato e trasformato da Alberto Burri per accogliervi le proprie opere, in particolare i suoi grandi cicli.
Gli ampi locali, straordinariamente affascinanti, richiedevano importanti interventi di messa a norma, che sono stati eseguiti rendendo fruibili nuove aree espositive.
“Sono veramente pochissimi nel mondo i musei d’artista in una città come quello di Burri a Città di Castello, il quale può vantare un percorso museale che inizia da Palazzo Albizzini e si compie agli ex Seccatoi senza temere paragoni con nessuno”.


Info: www.fondazioneburri.org

Ufficio Stampa Fondazione Burri: Mirna Ventanni mirnaventanni@hotmail.it

Ufficio stampa della Mostra. Studio ESSECI – Sergio Campagnolo tel. 049.663499
simone@studioesseci.net rif. Simone Raddi

I Vincitori del Bando Internazionale Residenze Festival del Tempo/Genova BeDesign Week 2022

La Giuria della Call Internazionale promossa da Dide Distretto del Design e Festival del Tempo composta da Anna Daneri – Curatrice, Maria Cristina Finucci – Architetto e Artista, Luca Gibello – Direttore Il Giornale dell’Architettura, Marco Guarino – Architetto_Ordine Architetti PCC Genova, Gianluca Peluffo – Architetto_Peluffo & Partners-, dopo attente valutazioni dei 30 progetti partecipanti al Bando Internazionale Residenze, ha nominato i 4 progetti vincitori delle residenze che si svolgeranno a Genova (GE) dal 14/16 maggio al 22 maggio 2022 e che verranno inaugurate durante la Genova BeDesign Week il 18 maggio 2022.

I quattro vincitori del Bando Internazionale Residenze sono:

Jonida Xherri con il progetto “Intrecci di sogni”

Charlotte Coquelicot Mafille Esposito con il progetto “Corpi danzanti”

Diego Repetto con il progetto “Flow time_the next step”

Ars Ruralis con il progetto “Pòrtàle Altrove”

La Giuria ha evidenziato la qualità che contraddistingue la maggior parte dei progetti in concorso, attenti alle caratteristiche dei luoghi e con la specifica volontà di stabilire un percorso di partecipazione e coinvolgimento con gli abitanti e con i visitatori. In particolare, i quattro progetti selezionati presentano un’alta aderenza al tema della call e allo spirito della design week insieme a innovazione nelle pratiche artistiche e a nuovi indirizzi di linguaggio.

Ai vincitori 500,00 euro di premio e ospitalità per tutto il periodo della residenza.

Inoltre è stata conferita una menzione speciale, da parte della direttrice artistica del Festival del Tempo Roberta Melasecca, al progetto Sotto sforzo di Anahi Mariotti che potrà essere realizzato in altro tempo e luogo sempre nell’ambito del Festival del Tempo.


INFO

Genova Design Week
Associazione Distretto del Design APS
Via Chiabrera, 33 R – Genova
Tel.: +39 0102367619
segreteria@didegenova.ithttps://www.didegenova.it

Festival Tempo
Associazione culturale blowart
Direttrice artistica Roberta Melasecca
tel. +39 3494945612
info@festivaldeltempo.itwww.festivaldeltempo.it

Ufficio stampa DiDe Distretto del Design
mail: tomaso.torre@libero.itpress.didegenova@libero.it

Ufficio Stampa Festival del Tempo
mail: press@festivaldeltempo.it