Roma, Rotary Club: Le Donne dell’Arte per la comprensione e l’integrazione tra culture

My feminine image. Collage carta su cartoncino. Cm. 69×110 -MARCELA SZURKALO

Le Donne dell’Arte per la comprensione e l’integrazione tra culture.

In mostra in “Entelechia”, l’iniziativaappena conclusa del Rotary Club di Roma

Anna Addamiano, Simona Capuano, Nadjia Chekoufi, Maria Luisa Del Giudice, Marcela Szurkalo. Sono queste le cinque Artiste che il Rotary Club di Roma ha ospitato nell’ esposizione Entelechia all’interno dell’evento “Donne d’Arte dal Mediterraneo al Mediterraneo allargato”, lo scorso 2 marzo in Senato. Per testimoniare ed esaltare l’impegno femminile, anche attraverso l’Arte, nella costruzione di relazioni inclusive e per la pace. Ad accogliere le tele, il Chiostro della Basilica di Santa Maria sopra Minerva. Tra i Patrocini all’iniziativa, quelli del  ROTARY DISTRETTO 2080, del Ministero degli Affari Esteri, dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, di  ISMEO (International Association for Mediterranean and Oriental Studies) e della Biblioteca Casanatense. Quale contributo in vista dell’imminente Giornata Internazionale della Donna, fortemente sentito e voluto dal presidente del Club romano, l’Architetto Alessandro Scaletti, l’incontro, tra il convegno organizzato dall’Avv. Eleonora Di Prisco e la successiva esposizione curata dalla storica dell’arte Nicoletta Rossotti, ha evidenziato il forte connubio tra logos ed estetica nella direzione di una apertura importante, proprio grazie all’Arte e all’arte femminile in questo caso, tra i Paesi, i popoli e le culture diverse che si affacciano sul Mediterraneo, nella sua più vasta e recente accezione geopolitica di unico continente afro – euro – asiatico. E proprio la cultura del Mediterraneo, fondata sui valori del dionisiaco e dell’apollineo, e quella italiana, da sempre esprime arte capace di ispirare gli artisti di tutto il mondo.

Entelechia, perché è un viaggio in itinere

Le opere in mostra parlano di come le stesse donne si raccontano. E la percezione artistica della figura femminile permette di indagare su diversi fenomeni sociali, culturali e sulle nozioni stesse di corpo e identità femminile. Una identità femminile che è in costante marcia e movimento. Da qui il titolo della mostra, “Entelechia”, di derivazione aristotelica, che significa il divenire di tutta l’umanità che poi trova corrispondenza con la propria natura. Le artiste che hanno esposto esprimono in fieri la potenzialità del divenire. Se tra gli obiettivi del Rotary Club di Roma c’è anche quello di contribuire, con spirito di servizio, alla formazione dei cittadini del mondo di domani, attraverso la promozione di una cultura “che avvicini” e della formazione per tutti, – ne è un esempio l’erogazione di borse di studio, con quest’anno 35, agli studenti di una scuola media di un quartiere disagiato a Roma –, con questa esposizione ha inteso valorizzare la straordinaria capacità delle donne dell’arte nel costruire ponti ed abbattere le barriere, soprattutto culturali,  che ancora rappresentano, in alcune aree geografiche, il maggior ostacolo alla parità di genere, mettendo in discussione la libertà stessa delle donne. Lo fanno veicolando messaggi di denuncia, ma anche di tolleranza, fraternità e di pace, come visibile nelle opere esposte. Come proposto da una delle relatrici del convegno, Antonella Pagano, immaginare la costruzione di un codex della Bellezza universale al femminile, da scriversi insieme tutte e tutti, il“Pulchritudinis Codex”, permetterebbe, se è vero che la bellezza salverà il mondo, di indagare quale bellezza. E una risposta possibile potrebbe essere quella di una Bellezza come manifestarsi e attuarsi del Bene.

Le opere, viste da vicino

Due parti compongono l’opera diAnna Addamiano,“La Genesi“ (Tecnica mista, 75X95, 1998-2005): quella inferiore si ispira alla Zattera della Medusa di Théodore Géricault, mentre la parte superiore ospita il manto di Sant’Anna, un’opera attuale in questo momento storico che vede l’imporsi delle criticità dei flussi migratori. Si è detta felice, invece, Simona Capuano, che proprio “Se il Destino” (Spuma su tela, 60X60, 2023) sia stata tra le sue opere quella scelta per l’esposizione, “perché l’acqua dei mari non ha confini e il messaggio d’amore e di speranza – scritto dall’artista, n.d.r. –, contenuto nella bottiglia, è affidato appunto al destino. Non si sa come, quando e chi lo troverà. Ma sarà trovato”.

Nadjia Chekoufi, eclettica visual artist algerina,con “Indigo”,(100X100, 2017), ha lavorato come sempre di istinto e sull’astrazione, esibendo una pittura corposa e materica, con colori molto forti, come in questo caso. Il pigmento steso in modo uniforme sulla superficie elabora i suoi contenuti, con stesure a volte irregolari, ma sempre ben calibrate e bilanciate: ”sento quello che dipingo e dipingo quello che sento, perché ciò che conta di più è la profondità del sentimento, la passione che ho messo in esso, non sono né la novità dei contenuti e nemmeno quella della forma. Non sto cercando di darmi un’immagine, ma è per trovare la mia”. La scelta dell’indaco poi, come pigmento che compone l’opera, è legata al suo uso quotidiano da parte degli Uomini Blu abitanti del Sahara e sta anche a significare l’appartenenza dell’Algeria nella sua integrità al Mar Mediterraneo. Maria Luisa Del Giudice, architetto specialista in restauro, ha una sua storia anche nell’Associazione, prima presidente donna nel 2012-2013 del Rotary Club di Roma, dopo ben ottantotto uomini. Il suo quadro “La donna marocchina” (Colori ad alinina e gesso, 42X65, 1971), è figlio di una passione mai sopita per i viaggi, realizzato molti anni fa, nel 1971, mentre visitava il Marocco e il Sahara spagnolo, quando da ragazza europea allora diciannovenne rimase colpita dall’abbigliamento e dal comportamento imposto alle donne in pubblico.   Infine, nella sua performance video, che l’artista mette in scena anche dal vivo e resa nella mostra da “My feminine image” (Collage carta su cartoncino, 69 x 110 cm, 2021),Marcela Szurkalo, traccia una linea nera e una linea rossa che rappresentano l’uguale e il diverso e raccontano le possibilità di avvicinarci l’un l’altro proprio esprimendo le affinità nel rispetto delle unicità.

Un invito – in sostanza il filo rosso stesso dell’evento del Rotary Club di Roma – ad immaginare una nuova storia, una nuova linea mediterranea allargata, che con diversi alfabeti muove dalla Turchia, si sposta verso la Mesopotamia e poi il Bahrein per andare attraverso il Mediterraneo anche oltre. Una nuova, originale, texture di popoli, uguali e diversi, con nuove parole che danno vita a nuovi pensieri e da lì a nuovi gesti di un futuro da costruire insieme, in un’unica dimensione umana. La più ampia possibile.


Ufficio Stampa “Donne d’Arte dal Mediterraneo al Mediterraneo allargato”
Diana Daneluz
Rotary Club di Roma
e-mail: dianadaneluz410@gmail.com

Roma, Scuderie del Quirinale: Prosegue il successo della mostra “Arte liberata 1937-1947”

Foto di Alberto Novelli

Prosegue con successo, sino al 10 aprile 2023, la grande mostra “ARTE LIBERATA 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra” alle Scuderie del Quirinale di Roma curata da Luigi Gallo e Raffaella Morselli e organizzata dalle stesse Scuderie in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche, l’ICCD – Istituto Centrale per il catalogo e la Documentazione e l’Archivio Luce – Cinecittà.

A curare l’illuminazione delle opere è Francesco Murano, oggi tra i più richiesti progettisti italiani della luce al servizio dell’arte: “Una mostra spettacolare, con oltre cento capolavori da esaltare, presenti  ognuno con uno specifico carattere e in grado di reagire diversamente alla luce – dichiara Francesco Murano -; dipinti ad olio su tavola che si comportano come specchi neri e altri così luminosi come la Madonna di Senigallia da risultare abbaglianti se troppo illuminati; o sculture come il Discobolo che vivono di un’osservazione dinamica per cui la luce che ne investe il movimento deve tener conto del variare anche del punto di vista dell’osservatore. Il risultato è stato un progetto illuminotecnico ricchissimo di luci, ognuna pensata per ciascuna opera, anche se poi l’effetto finale, godibile attraversando le sale, è quello di una illuminazione soffusa, che permette allo spettatore di elaborare la mostra come percorso unitario di lettura storica e artistica”.

Foto di Alberto Novelli

In mostra molte riproduzioni fotografiche ed estratti di filmati d’epoca, posti su un fondo in multistrato di legno di pioppo naturale, che evoca il materiale con il quale erano realizzati gli imballaggi impiegati per il trasporto delle opere durante le razzie. Francesco Murano sottolinea le difficoltà dell’allestimento: “Se da una parte si è immersi tra capolavori assoluti, dall’altra si è circondati dalle foto di personaggi e dalle testimonianze dei loro crimini che non devono scomparire nel buio, anche se lo si vorrebbe. L’allestimento, evocativo della vicenda, grazie a sistemi modulari ispirati ai pallet usati per gli imballaggi delle opere, ha richiesto una precisa scelta: illuminare anche le pannellature con una luce adeguata che esaltasse l’intera sofisticata scenografia e rendesse evidenti i richiami all’epoca voluti dai curatori. La collaborazione con loro e con l’equipe delle Scuderie ha dato vita a un’esposizione che, nel confronto tra la bellezza delle opere, il sacrificio di chi le ha salvate e la protervia di chi si è reso responsabile dei saccheggi e delle distruzioni è di per sé stessa un inno alla pace e all’arte come riscatto dell’umanità”.

Francesco Murano, RITRATTO – Foto di Danilo Alessandro

La mostra, voluta da Mario De Simoni, Presidente e Ad di Ales – Scuderie del Quirinale e Matteo Lafranconi, Direttore Scuderie del Quirinale, e progettata dagli architetti delle Scuderie del Quirinale, Francesca Ercole, Responsabile, Gianluca Bilotta e Alessia Provinciali, offre una selezione di oltre cento capolavori salvati durante la Seconda Guerra Mondiale e un ampio panorama documentario dell’epoca.

Le opere sono riunite grazie alla collaborazione di quaranta Musei e Istituti e sviluppano un racconto avvincente ed emozionante di un momento storico drammatico per l’Italia e allo stesso tempo formativo di una nuova coscienza civile e morale fondamentale per il nostro Paese.

Un’occasione unica per ammirare, per la prima volta riunite nello stesso luogo, opere di altissimo valore artistico fortunatamente sopravvissute: dal Discobolo Lancellotti alla Danae di Tiziano Vecellio a Santa Palazia di Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino, dai celebri ritratti di Alessandro Manzoni di Francesco Hayez e di Enrico VIII di Hans Holbein il Giovane fino a numerosi capolavori custoditi nella Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, quali Crocefissione di Luca Signorelli, l’Immacolata Concezione di Federico Barocci e la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca.


Ufficio Stampa per Francesco Murano – Adele Della Sala
ads@ufficiostampa-arte.it

Inaugura a Pordenone il nuovo museo internazionale dedicato alla nona arte

Foto @ginonardo

PAFF! INTERNATIONAL MUSEUM OF COMIC ART Inaugura a Pordenone il nuovo museo internazionale dedicato alla nona arte

Il PAFF! diventa International Museum of Comic Art: il 10 marzo 2023, con il patrocinio del Ministero della Cultura e la media partnership di Rai FVG, è in programma il taglio del nastro, un’anteprima su invito per scoprire l’esposizione permanente ospitata nell’innovativo contenitore culturale che ha sede a Pordenone. Sabato 11 e domenica 12 marzo l’apertura al pubblico (su prenotazione) è gratuita.Sostenuto da Regione Friuli Venezia Giulia e da Comune di Pordenone, il PAFF! organizza, promuove e ospita inoltre mostre temporanee di importanza nazionale e internazionale dei grandi maestri del fumetto mondiale. La struttura sarà arricchita da una bibliomediateca ed entro la fine dell’anno di un archivio con deposito climatizzato. Il Centro va così a completare la sua già corposa offerta che dal 2018 coniuga cultura, formazione, educazione, didattica, ricerca e intrattenimento attraverso lo strumento divulgativo del fumetto.Sotto la direzione artistica del suo fondatore, Giulio De Vita, il PAFF! International Museum of Comic Art è una realtà unica in Italia che trova analogie, per concept e dimensioni, solo nelle capitali europee (Parigi, Bruxelles).

Foto @ginonardo

L’esposizione permanente, la cui curatela è stata affidata a Luca Raffaelli (esperto e storico del fumetto), offre attraverso un allestimento multimediale e interattivo l’opportunità di ammirare circa 200 tavole originali dei più famosi fumettisti di tutti i tempi e oltre 500 fra schizzi, fogli di sceneggiatura, pubblicazioni storiche e rare, costumi di scena utilizzati in film tratti da fumetti, scenografie e filmati provenienti da tutto il mondo tramite acquisti, prestiti e donazioni.
All’interno dei 2.200 metri quadrati di spazi espositivi del PAFF!, la collezione permanente si estende su uno dei piani del museo, è suddivisa in 9 differenti sezioni e comprende tavole originali di numerosissimi maestri e disegnatori straordinari come Andrea Pazienza, Art Spiegelman, Benito Jacovitti, Carl Barks, Charles M. Schulz, Chester Gould, Floyd Gottfredson, George McManus, Giorgio Cavazzano, Hugo Pratt, Magnus, Milo Manara, Milton Caniff, Alex Raymond, Will Eisner.

Luca Raffaelli ha dato una chiave di lettura originale alla narrazione del percorso espositivo: quella dei diversi formati con cui il fumetto – nei suoi oltre cento anni di vita – è stato letto, conosciuto e amato in ogni angolo del pianeta, a seconda delle culture, delle condizioni economiche e delle abitudini sociali dei lettori. È così che in America sono nate prima le tavole domenicali nei supplementi a colori dei quotidiani statunitensi, poi le strisce e i comic book. In Italia troviamo invece il formato giornale (quello del primo “Corriere dei Piccoli”) e le strisce di “Tex”, poi portate al successo dal formato che porta il suo nome; in Francia i volumi chiamati “albùm” in Giappone i tankobon, libretti dove vengono pubblicati i manga di successo. Il PAFF! si connota dunque come l’unico Museo al mondo dedicato al fumetto che ponga al centro dell’attenzione il raffronto tra le tavole originali e le riproduzioni, i giornali, gli albi, i libri su cui i fumetti vivono.

Numerose e davvero uniche le opere presenti, di cui si segnalano una tavola originale di Vittorio Giardino (una rarità poterla ammirare in una mostra) e un’opera di Maus (il premiatissimo fumetto di Art Spiegelman) che poi non è stata inserita nella pubblicazione finale, nonchè tavole e strisce storiche e preziosissime: per la prima volta tutti questi originali vengono accompagnati nell’esposizione e “scoperti” dal visitatore nelle varie riproduzioni proposte nel corso del tempo. Alcuni esempi: di una tavola di Felix the Cat di Otto Messmer (datata 1933) è presente la pagina del quotidiano statunitense a colori e la pagina che nel 1937 ha riproposto il Corriere dei Piccoli (emendata dai balloon, come si faceva un tempo), dell’Eternauta (il fumetto di fantascienza del desaparecido argentino Hèctor G. Oesterheld degli anni Cinquanta) è presente il formato orizzontale, anticipato dall’adattamento che ne ha fatto in verticale Ruggero Giovannini per Lanciostory negli anni Settanta, una tavola di Carl Barksl’inventore di Zio Paperone è pubblicata in formati diversi a seconda delle necessità.

Il PAFF! International Museum of Comic Art espone in tre teche principali le opere realizzate da altrettanti grandi artiste: una tavola molto intensa da “La gabbia“, prestata da Silvia Ziche, un originale dell’artista underground Bambi Kramer e un’opera originale di Persepolis, celeberrimo romanzo a fumetti di Marjane Satrapi.

Foto @ginonardo

Sul piano della tutela e delle particolarità dell’allestimento, il museo rappresenta una novità assoluta nel mondo del fumetto: le tavole sono custodite in mobili che preservano i materiali proteggendoli dai danni della luce. L’effetto è quello di una wunderkammer (stanza delle meraviglie, scrigno degli oggetti preziosi, raccolta di curiosità), ma anche di un archivio accessibile al pubblico, che invita all’interazione e alla scoperta.

Per quanto riguarda la parte multimediale, in stretta connessione con le opere presenti nel percorso museale, è interessante sottolineare la presenza di contributi “storici” provenienti dalla Cineteca di Bologna, dall’Istituto Luce, dalle Teche Rai, dalla RSI (Radio Televisione Svizzera Italiana) e dalla RTS (Radio Televisione Svizzera), materiali d’archivio e frammenti filmici di ultima uscita come quello tratto da “Hugo in Argentina” del regista Stefano Knuchel (presentato al Festival di Locarno nel 2022), opere underground come “Tuono” di Dario Marani (un ritratto divertente e sincero del fumettista Andrea Paggiaro in arte Tuono Pettinato, scomparso prematuramente nel 2021), le “pillole di approfondimento” sulle diverse sezioni presentate dal curatore della mostra permanente Luca Raffaelli, le interviste sul “Futuro del fumetto” (60 secondi per riflettere sulle sorti della nona arte) con gli interventi di Alberto AbruzzeseLicia TroisiAndrea BernardelliAlprazAndrea FontanaDavide Di GiorgioFabiano Ambu e Vorticerosa/Rosa Puglisi e quelli della “Filiera del fumetto” che raccontano le fasi della sua realizzazione (sono intervenuti Giovanni Barbieri, Vittorio Giardino, Laura Scarpa, Francesco Artibani, Valerio. Bindi, Maurizio Clausi, Enrico Pierpaoli e Giuseppe Palumbo).

Tra i maggiori prestatori, si segnala Giancarlo Soldi (regista e sceneggiatore) che ha messo a disposizione una selezione dei suoi documentari dedicati al mondo del fumetto (Nuvole parlanti, Graphic Reporter, Letteratura disegnata, Come Tex Nessuno mai, Nessuno Siamo Perfetti) e le irresistibili pillole di “Little Nemo, realizzato per la rivista Fumettologica.

Presenti 3 Exhibit, finestre interdisciplinari realizzate in collaborazione con Michela Zalunardo, che approfondiscono, presentando in maniera originale, il rapporto con le altre arti.

Non solo fumetti: la mostra permanente espone una statua di Joker di Adrian Tranquilli, alcuni oggetti che testimoniano il successo del fumetto e dei suoi personaggi, un Diabolik rimontato perché il piccolo albo potesse diventare una grande strenna natalizia, una rappresentazione del protofumetto realizzata da Davide Toffolo (storie illustrate, che ornano la Colonna Traiana o che erano pubblicate a disegni sui periodici dell’Ottocento, e che anticipano la nascita dell’industria e del successo del fumetto).

Per agevolare e accompagnare il visitatore verso una migliore fruizione dell’innovativo museo, il PAFF! ha introdotto nel proprio staff la figura del mediatore museale: una decina di operatori affiancano il pubblico per assistere e suggerire il miglior modo per assaporare ogni aspetto del sorprendente allestimento.

Entro la fine del 2023, l’International Museum of Comic Art si arricchirà anche di un archivio con deposito climatizzato per la conservazione delle tavole, dei disegni e delle pubblicazioni facenti parte della collezione del Museo. Il deposito sarà caratterizzato da un impianto di precisione ad alta efficienza energetica per mantenere gli ambienti a una temperatura costante di 18 gradi e a un’umidità relativa non superiore al 45 per cento.

Giulio De Vita, Presidente e Direttore Artistico
PAFF! International Museum of Comic Art
Dichiarazioni
«L’apertura del museo rappresenta un altro petalo nella rosa di attività espositive didattiche e di formazione proposte dal PAFF! che si conferma a soli quattro anni dalla sua nascita, realtà di spicco in Europa in ambito culturale e interlocutore internazionale nel panorama museale
Giulio De Vita, Presidente e Direttore Artistico PAFF! International Museum of Comic Art

«L’idea di mostra e di museo sposata da Giulio De Vita e dal Paff! è unica e innovativa e permetterà di vivere il fumetto come un mezzo di comunicazione completo e allo stesso tempo capace di interagire con le altre arti. Gli originali ci saranno e, come si vede dalla prestigiosa lista degli autori, sono di altissimo livello. Ma i visitatori li potranno ammirare solo dopo aver osservato le loro riproduzioni.»
Luca Raffaelli, curatore esposizione permanente PAFF! International Museum of Comic Art

«Da pordenonese non posso che definire il PAFF! un orgoglio per la nostra città e la nostra Regione. In soli cinque anni dalla sua nascita il PAFF! si è affermato come realtà nazionale ed internazionale, facendosi conoscere nel mondo tra gli amanti del fumetto, e non solo, e portando sul nostro territorio turismo e lavoro. Ora il PAFF! grazie all’impegno e all’ambizione cresce e diventa l’International Museum of Comic Art di Pordenone. Quindi ribadisco, non possiamo che essere orgogliosi di poter dire che è nostra, è friulana, è pordenonese, una delle realtà più vitali e affermate nell’arte del fumetto
Luca Ciriani, Ministro per i rapporti con il Parlamento

Il PAFF!

Il PAFF! è un innovativo contenitore culturale nato nel 2018 che usa lo strumento divulgativo del fumetto per coniugare cultura, formazione, educazione, didattica, ricerca e intrattenimento. Con sede a Pordenone nella storica Villa Galvani, è gestito da Associazione Vastagamma APS presieduta da Giulio De Vita, noto fumettista internazionale che ne è anche ideatore, fondatore e direttore artistico. Il PAFF! è sostenuto da Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e da Comune di Pordenone.

Particolarmente ricco e qualificato l’elenco degli artisti del fumetto che il PAFF! ha accolto nel corso della sua attività: Manara, Moebius, Marvel e DC Comics, Milton Caniff, Cavazzano, Guarnido, Tony Wolf, Will Eisner sono tra le star internazionali nelle grandi mostre finora proposte.

All’attività espositiva si affiancano corsi, conferenze, festival, eventi, progetti sociali per le imprese del territorio e per il turismo: attività integrate che il PAFF! propone 315 giorni l’anno, 6 giorni su 7, dalle ore 10 alle 20 con orario continuato.

A marzo 2023 il PAFF! diventa International Museum of Comic Art completando e arricchendo la già corposa offerta del contenitore culturale con l’esposizione permanente, l’archivio, il deposito climatizzato per la conservazione delle opere e la bibliomediateca consultabile nei propri spazi.

Il PAFF! si avvale di un team qualificato composto da quasi 40 collaboratori per conservare, gestire e valorizzare la collezione e le attività correlate.

La sede

Il PAFF! ha sede a Pordenone all’interno di Parco Galvani, in Viale Dante 33, a pochi minuti a piedi dalla stazione passando per il centro città. È facilmente raggiungibile in auto dalle principali arterie stradali e autostradali. La sede, di alto prestigio, è dotata di grandi spazi di forte impatto: una villa storica, una sontuosa galleria d’arte moderna, auditorium, sala didattica, ampia terrazza, bookshop, guardaroba, uffici, caveau e coffee point.

La villa, in stile veneto e risalente al 1850, era un tempo residenza della famiglia di imprenditori della ceramica Galvani. Con un radicale intervento di ristrutturazione portato a termine negli anni ’90 dopo decenni di abbandono, l’edificio è stato trasformato in spazio espositivo. Nel 2010 la struttura viene ulteriormente ampliata a circa 2000 metri quadrati, con un auditorium da 90 posti.

Il Parco Galvani in cui il PAFF! è immerso rappresenta un enorme valore aggiunto alla naturale espansione del percorso museale verso gli spazi esterni e rientra nel processo di riqualificazione dell’area, donando nuovamente unità allo spazio verde e a quello architettonico.


Per maggiori informazioni:
 
ITALIENS PR
Cecilia Sandroni
sandroni@italienspr.com

PAFF!
Palazzo Arti Fumetti Friuli
V.le Dante, 33
33170 Pordenone
www.paff.it

Dall’otto al quindici marzo la mostra Santafrika di Sant’Era e Sabrina Poli approda in Kenya nella suggestiva isola di Manda

La mostra Santafrika
di Sant’Era e Sabrina Poli approda in Kenya

Dall’8 al 15 marzo 2023 KENYA – Isola di Manda – BLUE Empire

In mostra numerosi scatti iconici con protagoniste giovani donne keniane vestite con abiti couture originali provenienti dalle note collezioni di Maison Martin Margiela – Artisanal e Comme de Garçons.

Dopo il grande successo dell’anteprima nel 2022 a Roma, la mostra SANTAFRIKA ideatada Sant’Era con gli scatti della visual designer Sabrina Poli approda in Kenya nella suggestiva Isola di Manda all’interno del Cottage Blue Empire dall’8 al 15 marzo 2023. In esposizione una selezione di circa venti fotografie, stampate su alluminio, con protagoniste giovani donne keniane vestite con abiti couture originali provenienti dalle note collezioni di Maison Martin Margiela – Artisanal e Comme de Garçons.

Situato sulla fantastica Manda Beach, a pochi metri dal mare e circondato da una lussureggiante vegetazione tropicale, il Blue Empire gode di una vista spettacolare sull’Oceano Indiano, sull’isola di Lamu e sul villaggio di Shela. Il cottage, costruitocon pregiati legni africani e progettato in un raffinato stile esotico, è caratterizzato da tradizionali tetti Makuti e ampie verande ai piedi del mare, dove si possono godere di splendidi tramonti. È proprio in questa location da sogno che la mostra Santafrika trova il suo spazio ideale. Toni charcoal, bianchi, sabbia e rosso vermiglio, caratterizzano le fotografie di Santafrika dove le modelle keniane sono ritratte nell’anima pura e naturale delle bianche spiagge di Watamu. Scatti grafici e netti come se soggetto e ambiente diventassero una superficie all’unisono. Accostamenti inattesi tra abiti sartoriali europei e nipponici, la raffinata eleganza delle modelle e la natura così potente, luminosa, abbagliante. Le acconciature armonizzano e contrastano al tempo stesso con l’ambiente circostante e le modelle interpretano una moda “fuori dal tempo” tra Occidente e Africa.

Il progetto Santafrika, realizzato in Kenya nel 2019, pone al centro dell’attenzione il dialogo tra il nord e il sud del pianeta e l’interconnessione delle due culture espresso tramite l’unione di moda, arte e natura. L’idea di Sant’Era è quella di unire gli opposti di due sue grandi passioni ovvero il rigore concettuale di stilisti nordici di fine secolo come Martin Margiela e l’amore per l’anima autentica del Kenya, luogo in cui Sant’Era ha vissuto.

L’essenza del progetto è il connubio tra due culture opposte che sono in grado di generare una bellezza senza compromessi, attraverso accostamenti contradditori, abiti di alta moda, trecce africane, glitter dorati che rifrangono la luce del sole sul corpo delle modelle. In queste fotografie si può ammirare tutta la naturale bellezza delle donne locali che trasmettono a pieno l’anima della loro terra africana.

Abbiamo fatto un casting con queste bellissime ragazze africane. – dichiara l’ideatrice del progetto Sant’EraSono ragazze comuni che abbiamo fermato per strada, ragazze povere, che difficilmente si vestono con abiti eleganti. Al di là delle bellissime foto scattate, la cosa più emozionante è stata vedere le ragazze così fiere di essere vestite e truccate. Le giovani ragazze si sono sentite protagoniste, fiere di indossare abiti eleganti e di avere un truccatore e un acconciatore tutti per loro. Questa trasformazione, abbinata al loro magnifico portamento naturale, il risultato ha superato ogni aspettativa. “.

SANT’ERA

Sant’era muove i primi passi nel mondo della moda e del beauty negli anni Ottanta, collaborando con aziende leader nel settore cosmetico per capelli. Si trasferisce a Roma, dove lavora con grandi maestri tra cui John Santilli art director di Vidal Sasson: esperienza fondamentale per apprendere le basi e le geometrie del taglio, l’anatomia, il trucco, lo styling.

È punto di riferimento per il mondo cinematografico e quello dello spettacolo. Negli anni Novanta apre il suo primo spazio nasce così Sant’era, a Cesenatico: un ambiente pieno di energia che ospita mostre d’arte, presentazioni di prodotti, eventi per clienti, ospita inoltre amici e chiunque voglia avvicinarsi al suo mondo.

SABRINA POLI

Sabrina Poli, art director e visual designer, lavora nella comunicazione crossmediale. Formatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna e l’Università del Progetto a Reggio Emilia, si dedica da sempre all’arte, design e alla fotografia.

Durante la formazione, master UDP, sviluppa progetti fotografici col maestro Luigi Ghirri, il progetto “Poesie Terapeutiche” con lo scrittore Ermanno Cavazzoni. In seguito collabora a progetti di design con lo studio di architettura Stefano Giovannoni a Milano. Progetta per diversi brand di moda, design e cosmetica tra cui Diego dalla Palma, Fendi Casa e Accademia Bizantina Orchestra.


INFO UTILI
Mostra Santafrika di Sant’era e Sabrina Poli
Dall’8 al 15 2023 – Cottage Blue Empire, Isola di Manda / Kenya

UFFICIO STAMPA CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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