Roma, Von Buren Contemporary: CROSSOVER. Mostra personale di Fantini

VBC Fantini, Cuccioli (dittico), 2022, Tecnica mista su tela 100×200 cm

Von Buren Contemporary presenta

CROSSOVER

mostra personale di FANTINI

Vernissage
Sabato 25 e domenica 26 marzo 2023 dalle 17:00 alle 21:00

Testo critico: Marta Spanò

Curatrice e organizzazione: Michele von Büren

La mostra resterà aperta fino all’11 aprile 2023

Von Buren Contemporary
Via Giulia 13, 00186 Roma

Von Buren Contemporary è felice di presentare CROSSOVER, la mostra personale dell’artista romano Fantini.

Dalle tele nuove di Fantini emerge uno spiccato interesse per il tema dell’ibridazione, che tocca gli aspetti più diversi dell’opera, a partire dalla scelta dei soggetti: bambine e adolescenti dal viso vuoto e misterioso. Queste figure sembrano fondere in sè le diverse età della prima giovinezza e allo stesso tempo un’ambiguità̀ di genere, in bilico tra tendenze diverse, da cui emerge un’implicita fluidità.

VBC Fantini, Solo un soffio, 2021, Tecnica mista su tela 30×40 cm

La centralità del rosso dei capelli sembra porsi in continuità con l’elemento del fluido, essendo questo un colore che può passare dall’essere freddo all’essere caldo, mutando anche il proprio effetto sullo sguardo e sulla mente dell’osservatore. Altri soggetti centrali sono gli animali, figure dall’accento simbolico, che affiancano le ragazze senza volto. È inoltre presente un interesse per la moda e i dettagli decorativi, che si evince dalla stilizzazione delle figure e degli abiti. L’artista usa tecniche e materiali diversi, metodo che ricorda le contaminazioni tipiche delle secessioni e del simbolismo e rappresenta un’altra forma di crossover.

Nato a Roma nel 1960, Fantini ha avuto una lunga e svariata carriera nelle arti, lavorando come ballerino professionista, attore, fotografo nonché pittore e scultore. Ha passato 14 anni in viaggio e ha vissuto fuori dall’Italia per diversi periodi, con lunghi soggiorni in Asia e in particolare in Tibet, per poi tornare a Roma nel 2000.

VBC Fantini, The Hare, 2020, Tecnica mista su tela 100×120 cm

Con le sue ultime opere Fantini torna ai suoi archetipi: adolescenti senza volto con chiome rosse e soggetti tratti dalla natura – animali, alberi, piante. In queste figure stilizzate, l’assenza dei tratti fisionomici descrive una condizione interiore piuttosto che un dato biografico. Le ragazze trasmettono un senso di leggerezza e allegria, anche dove convivono con elementi velatamente perturbanti. Le opere di Fantini, attraverso un’elaborata tecnica a strati, composta di tessuti e pittura, accostano con originalità gioco decorativo e gusto minimalista. La sua attenzione per il colore e per le interazioni umane crea un’autenticità che parla direttamente allo spettatore e che gli ha fatto guadagnare un largo seguito in Italia e all’estero.


Ufficio stampa

Alessandra Lenzi
alessandralenzi.press@gmail.com

Alla mostra su Milani al Roncale ci sarà anche Chendi, l’enfant prodige della pittura polesana

Edoardo Chendi: Ritratto di Vittorio Milan, 1946

VIRGILIO MILANI
e l’Arte del ‘900 in Polesine

Rovigo, Palazzo Roncale

25 marzo – 25 giugno 2023

Mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, da un’idea di Sergio Campagnolo. A cura di Alessia Vedova.

Vernice per la Stampa: venerdì 24 marzo, ore 11

Alessia Vedova, curatrice della attesa mostra “Virgilio Milani e l’Arte del ‘900 in Polesine”, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, annuncia che nel percorso espositivo sarà presente anche un’opera di Edoardo Chendi (1906 – 1993), l’artista che esattamente cent’anni fa debuttò  alla collettiva d’arte organizzata dall”Accademia dei  Concordi. Aveva solo 14 anni!

Il dipinto di Chendi scelto dalla curatrice per essere esposto nella mostra al Roncale è Il “Ritratto di Vittorio Milan“, opera del 1946. Il ritratto, uno dei tre esistenti eseguiti da Chendi dopo il 1945,   ritrae   il pittore Vittorio Milan alla età di 26 anni.  L’opera è già stata ammirata   nel 1997 nell’antologica del pittore rodigino allestita all’ex Pescheria a Rovigo. “In essa – afferma Alessia Vedova –s piccano le doti di esecuzione rapida e fluida del medium pittorico con toni chiaroscurali caldi assimilabili al colore sangue di bue. Le qualità di ritrattista dell’artista era notevole essendo uno dei più meritevoli allievi di Giorgio Morandi a Bologna”. 

In catalogo a ripercorrere la vicenda di Chendi è Lucio Scardino, autore di un saggio sulla Pittura Polesana dal 1915 al 1945 che sarà nel catalogo della mostra.  

“Chendi, vero e proprio enfant prodige, dopo il folgorante esordio alla mostra, “prese a frequentare l’Accademia di Belle Arti a Bologna, dove fu allievo di Majani e di Morandi, il cui influsso trapela in alcuni paesaggi polesani o emiliani, dall’atmosfericità costruita sapientemente con il  tonalismo e nella resa, quasi impercettibile, della luce e del colore. Altri maestri bolognesi lo influenzarono: dal Romagnoli, in alcuni nudi matericamente sfatti a Drei, per talune sculture.

Sono però i ritratti d’anteguerra a costituire forse le sue opere più significative, specie quelli degli amici artisti: Virgilio Milani, Vittorio Milan, il romagnolo Enzo Morell (frescante nel Cimitero dei Sabbioni), Estevan Fioravanti, giovane fratello di Ervardo  e il senile Pinelli con la sciarpa rossa, compongono una intensa galleria  dove i gesti semplici, i  sentimenti espressi dallo sguardo, gli abiti,  gli oggetti assurgono a una sorta di “metafisica del quotidiano”,  poeticamente trasfigurata.

Oltre all’amore per  pittura, Chendi rivelò sin da giovane un forte impegno politico, che lo portò ad un deciso antifascismo,  tanto che venne condannato all’esilio in Lucania, a Pisticci, dove restò tra il 1937 al 1941, continuando a dipingere con qualità costante  ma – logicamente – non potendo più esporre. Un  significativo epigono locale  di Carlo Levi, insomma…”.


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