Lecco, Palazzo delle Paure: FUTURISTI. Una generazione all’avanguardia

Alessandro Bruschetti, Luci e aerei sul lago, 1936, olio su tela, collezione privata courtesy Leo galleries, Monza

LECCO
A PALAZZO DELLE PAURE

DAL 18 MARZO AL 18 GIUGNO 2023

FUTURISTI

Una generazione all’avanguardia

La mostra indaga la presenza di linguaggi d’avanguardia nell’Italia dei primi decenni del Novecento e si concentra sull’esperienza futurista, nelle sue molteplici espressioni, attraverso le opere dei suoi più celebri rappresentanti, da Giacomo Balla a Luigi Russolo, da Gino Severini a Enrico Prampolini, da Filippo Tommaso Marinetti ad Antonio Sant’Elia, da Fortunato Depero a Tullio Crali, a molti altri ancora.

A cura di Simona Bartolena

A Lecco, dal 18 marzo al 18 giugno 2023, il Palazzo delle Paure ospita la mostra FUTURISTI. Una generazione all’avanguardia che indaga la presenza di linguaggi d’avanguardia nell’Italia dei primi decenni del Novecento.

L’iniziativa è il secondo dei cinque appuntamenti di Percorsi nel Novecento, programma ideato dalla Direzione del Sistema Museale Urbano Lecchese e affidato per la sua progettazione e realizzazione a ViDi Cultural che, fino a novembre 2024, analizzeranno la scena culturale italiana nelle prime sei decadi del XX secolo.

L’esposizione, curata da Simona Bartolena, prodotta e realizzata da ViDi cultural, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Sistema Museale Urbano Lecchese, travel partner Trenord, si concentra sull’esperienza futurista, nelle sue molteplici espressioni, attraverso le opere dei suoi più celebri rappresentanti, da Giacomo Balla a Luigi Russolo, da Gino Severini a Enrico Prampolini, da Filippo Tommaso Marinetti ad Antonio Sant’Elia, da Fortunato Depero a Tullio Crali, a molti altri ancora.

Tulio Crali, Passione tra le nuvole, olio su tela, collezione privata

Il Futurismo ha saputo portare la sua ventata di novità e rivoluzione nelle arti visive, nella letteratura, nella musica ma anche nel vivere quotidiano.

La rassegna racconta, nelle sue diverse declinazioni, uno dei movimenti d’avanguardia più importanti d’Europa, nato e sviluppatosi in Italia, e i suoi rapporti con la scena europea e con la società italiana del tempo.

“Negli ultimi anni – ricorda Simona Bartolena – il ruolo di primo piano nel contesto europeo di questa Avanguardia nata in Italia è stato ampiamente riconosciuto anche a livello internazionale, con importanti studi e grandi mostre nei principali musei del mondo, eppure ancora oggi la conoscenza che di esso ha il grande pubblico non è completa e approfondita. La maggior parte dei testi dedicati al Futurismo sono, infatti, focalizzati sui primi anni del movimento. Ma al primo periodo che si conclude, di fatto, con la morte precoce di Boccioni, avvenuta nel 1916, seguono altri anni ricchi di spunti di riflessione, interessantissimi quanto a novità di linguaggio e originalità di ricerca. Pur senza negare l’importanza dei primi dieci anni di gestazione, in una corretta lettura del Futurismo non si può prescindere dall’analisi anche dei due decenni seguenti. È, anzi, proprio in queste successive generazioni che il Futurismo trova la propria unicità; rispetto alle altre avanguardie europee”.

“Questa dirompete e prolungata vitalità – prosegue Simona Bartolena – permette al Futurismo di propagarsi in tutta la penisola e superare di gran lunga i confini in cui di consueto si muovono i linguaggi delle avanguardie storiche, necessariamente elitari. Pur non aderendo al sistema dell’arte ufficiale (dal quale si tenne orgogliosamente distante), il Futurismo ha saputo, soprattutto negli anni trenta, costruire a propria volta una complessa rete culturale, come alternativa straordinaria e unica nel panorama europeo alle tendenze più in voga. La mostra vuole esplorare anche questi aspetti, oltre che raccontare, più in generale, il movimento di Marinetti”.

Così l’assessore alla Cultura del Comune di Lecco Simona Piazza: “Continua il percorso promosso da ViDi cultural, in collaborazione con l’amministrazione comunale per l’esposizione delle grandi mostre di Palazzo Paure, nel viaggio che ci accompagna tra ‘800 e ‘900 che giunge così ai primi anni del 900 con i linguaggi d’avanguardia, ovvero del futurismo. Una mostra importante che raccoglie opere significative anche sul panorama nazionale e internazionale, con la possibilità di essere un evento attrattivo non solo per i cittadini e le scuole che vi faranno visita, ma anche per un pubblico che arriverà a Lecco interessato a frequentare e visitare la nostra città in termini di partecipazione e turismo culturale”.

Il percorso espositivo, suddiviso in sette capitoli, propone una panoramica coinvolgente sugli esiti noti e meno noti del movimento e si apre con la sezione che ripercorre le origini del movimento, a partire dal 20 febbraio 1909 in cui sulle pagine del quotidiano francese Le Figaro, Filippo Tommaso Marinetti pubblicò un articolo intitolato Le Futurisme nel quale contoni accesi e provocatori, caratteristici della sua prosa, propugnava la necessità di una rivoluzione, per distruggere ogni “passatismo” e per lasciare finalmente spazio al “nuovo”.

Il racconto prosegue indagando la relazione tra il Futurismo e il primo conflitto bellico mondiale quando i futuristi sostenevano il credo interventista, sperando in un sensibile miglioramento delle condizioni della Nazione grazie alla politica imperialistica. Una splendida tela dedicata a Francesco Baracca di Plinio Nomellini offre anche occasione per riflettere sul rapporto dell’avanguardia futurista con il Divisionismo.

Un focus è dedicato anche al ruolo che il Futurismo ha avuto nella nascita dei nuovi linguaggi sperimentali di inizio secolo scorso, in particolare con il Cubismo, anche attraverso la figura di Gino Severini, vero e proprio trait d’union tra i due mondi.

Un interessante approfondimento, finora poco indagato, è riservato anche alla presenza di ipotesi astrattiste nella produzione italiana, con opere di autori quali Giacomo Balla e con una parentesi dedicata agli astrattisti comaschi quali Manlio Rho, Mario Radice e Carla Badiali e al loro rapporto con Marinetti. 

La rassegna lecchese passa quindi adanalizzare una delle istanze più innovative del linguaggio futurista in pittura, ovvero quella di riprodurre un oggetto in movimento, collocando lo spettatore di fronte a una composizione in divenire, sollecitandone sensazioni dinamiche, attraverso una serie di lavori di Luigi Russolo, Roberto Iras Baldessari, Giulio D’Anna e altri, nei quali i concetti di dinamismo, simultaneità e compenetrazione dei piani visivi sono particolarmente evidenti.

Lungi dall’essere considerato solo un movimento artistico, il Futurismo si apriva a un dialogo con le altre forme espressive, dal cinema alla letteratura, dalla musica al teatro, dalla cucina alla moda, pubblicando tra il 1909, data della fondazione del gruppo, e il 1916, oltre cinquanta manifesti che si occupano dei più diversi linguaggi. La sezione Un universo futurista, nucleo portante dell’esposizione, presenta importanti testimonianze dell’interazione con le arti applicate, la comunicazione pubblicitaria, il design, il teatro, la danza, la musica. Particolare attenzione sarà dedicata alla ricerca di Fortunato Depero e al suo rapporto con Campari e di Luigi Russolo del quale saranno esposti gli Intonarumori di Luigi Russolo.

La rassegna si chiude esaminando l’evoluzione dell’Avanguardia futurista, così come si è sviluppata negli anni trenta del Novecento dove le nuove generazioni si adeguano al nuovo clima sociale e politico, trasformando il futurismo storico in un movimento meno coerente e certamente meno utopistico e rivoluzionario, ma ancora capace di rappresentare l’attualità.

Tra le diverse correnti nate in questo periodo si distingue quella dell’Aerofuturismo, nata dalla passione per il volo aereo, e quella della visione “cosmica”, caratteristica della ricerca più tarda, aperta a suggestioni spirituali ed esoteriche, con opere di autori quali Tullio Crali, Gerardo Dottori, Giulio D’Anna, Fillìa, Thayaht, Alessandro Bruschetti, Barbara e altri.

Catalogo Silvana Editoriale.

Metallico, cristallino, geometrico, dinamico, luminoso, rumorista. Breve viaggio nell’universo futurista. 

* Estratto dal testo in catalogo Silvana Editoriale

di SIMONA BARTOLENA Curatrice della mostra

Rumoroso, dinamico, visionario, originale nelle sue molteplici espressioni, il Futurismo segna un momento di rottura e rinnovamento nella scena culturale italiana, in un indispensabile passaggio alla contemporaneità. La sua lezione offre importanti motivi di riflessione anche alle generazioni successive, costituendo un modello ora da emulare, ora da superare, ora da contrastare e contraddire, ma sempre e comunque da tenere in considerazione. Per vari aspetti, anzi, il Futurismo ha ancora molto da dire anche ai nostri giorni.

Negli ultimi anni il ruolo di primo piano nel contesto europeo di questa avanguardia nata in Italia è stato ampiamente riconosciuto anche a livello internazionale, con importanti studi e grandi mostre nei principali musei del mondo, dal Centre Georges Pompidou di Parigi al Guggenheim di New York, eppure ancora oggi la conoscenza che di esso ha il grande pubblico non è completa e approfondita.

La maggior parte degli studi e dei testi divulgativi dedicati al Futurismo sono, infatti, focalizzati sui primi anni del movimento. Ma al primo periodo che si conclude, di fatto, con la morte precoce di Boccioni, avvenuta nel 1916, seguono altri anni ricchi di spunti di riflessione, interessantissimi quanto a novità di linguaggio e originalità di ricerca. Pur senza negare l’importanza dei primi dieci anni di gestazione, in una corretta lettura del Futurismo non si può prescindere dall’analisi anche dei due decenni seguenti.

È, anzi, proprio in queste successive generazioni che il Futurismo trova la propria unicità; rispetto alle altre avanguardie europee, ad esempio, esso dimostra una straordinaria longevità e una notevole capacità di aggiornamento sul cambio dei tempi. In questa seconda fase, inoltre, si evince con maggior chiarezza l’originalità del movimento rispetto al clima del Ritorno all’ordine, che dal primo dopoguerra aveva pervaso l’Europa, interessando anche la ricerca di alcuni dei grandi protagonisti della stagione delle avanguardie. Questa dirompente e prolungata vitalità permette al Futurismo di propagarsi in tutta la penisola e superare di gran lunga i confini in cui di consueto si muovono i linguaggi delle Avanguardie storiche, necessariamente elitari. Pur non aderendo al sistema dell’arte ufficiale (dal quale si è tenuto sempre orgogliosamente distante), il Futurismo ha saputo, soprattutto negli anni Trenta, costruire a propria volta una complessa rete culturale, organizzando serate, concerti, spettacoli teatrali, eventi, mostre, coordinando centri culturali, pubblicando manifesti, riviste e saggi: un’alternativa straordinaria e unica nel panorama europeo alle tendenze più in voga e un fenomeno che è riuscito a diffondersi capillarmente, anche nei piccoli centri e nelle periferie.

Sorprende, dunque, la sostanziale emarginazione dalla “grande storia dell’arte” cui la critica ha condannato questa seconda fase del movimento. A tale esclusione ha certo contribuito anche il complesso legame con il regime fascista, un rapporto troppo spesso semplificato e frainteso.

Proprio nell’ottica di una sua rivalutazione e di una maggior chiarezza di analisi, dunque, la mostra intende raccontare soprattutto la seconda fase dell’Avanguardia futurista, meno nota al grande pubblico, riscoprendone, oltre ai grandi protagonisti, anche alcuni esponenti meno celebri, sorprendenti quanto a personalità e originalità di linguaggio.


FUTURISTI. Una generazione all’avanguardia
Lecco, Palazzo delle Paure (piazza XX Settembre)
18 marzo – 18 giugno 2023
 
Orari:
martedì 10-14
da mercoledì a domenica 10-18
lunedì chiuso
Apertura straordinaria: lunedì dell’Angelo
chiuso Pasqua e 1 Maggio
 
Biglietti:
Intero: €10,00; Ridotto: €7,00 (ragazzi dai 13 ai 18 anni, over 65 anni, studenti universitari muniti di tessera, gruppi precostituiti da almeno 8 persone e fino ad un massimo di 20, soci FAI e TCI con tessere in corso di validità); Ridotto speciale Trenord (weekend e festivi): €7,00; Ridotto speciale Trenord (feriali): €6,00
Scuole e bambini (dai 6 ai 12 anni): € 4,00;
Gratuito: disabile e un accompagnatore, giornalisti con tessera in corso di validità, guide turistiche abilitate, bambini fino ai 5 anni, soci ICOM muniti di tessera in corso di validità, soci Abbonamento Musei Lombardia muniti di tessera in corso di validità, un accompagnatore di gruppi ogni 15 persone, docenti delle scuole di Lecco di ogni ordine e grado.
 
Informazioni
Tel. 0341 286729
palazzopaure@comune.lecco.it | www.museilecco.org | www.vidicultural.com
 
Prenotazioni visite guidate con la curatrice, gruppi, scuole:
prenotazionimostrevidi@gmail.com
 
Ufficio stampa Comune di Lecco
Tel. 0341.481262 | ufficio.stampa@comune.lecco.it
 
Ufficio stampa ViDi
CLP Relazioni Pubbliche, T. +39 02 36755700
Marta Pedroli |M. +39 347 4155017 | marta.pedroli@clp1968.it | www.clp1968.it

Milano, Teatro Franco Parenti Café Rouge: Presentazione del volume UGO NESPOLO VIZI D’ARTE, edito da Skira

presentazione del volume

VIZI D’ARTE
di Ugo Nespolo

SKIRA editore

Martedì 28 marzo alle ore 18.30 presso il Café Rouge del Teatro Franco Parenti, Via Pier Lombardo 14 Milano

Con l’artista intervengono

Flaminio Gualdoni

Andrea Kerbaker

Claudio Parmiggiani

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI DISPONIBILI

Vizi d’arte è una raccolta di scritti frutto dell’appassionata ricerca critica portata al torbido cuore dell’Artworld. Studio che nasce in Ugo Nespolo come abbraccio affettuoso ma cosciente della vana ambizione che prova a mimare il personaggio di Thomas Carlyle, nel suo On Heroes, quando lo racconta come artista impavido, solitario e disilluso, sorta di aristocratico dell’intelletto intento a condurci verso autonomi ideali di cultura. 

Sogno fragile, donchisciottismo ingenuo, illusione che in un attimo ci proietta in quella confusa wasteland popolata di figuranti interessati, artefatti senza teoria, assordanti silenzi d’artista, asfissia mercantile.

Scritti malinconici, allora, lampi tenui tra cultura e arte, quella che – a sentire Jean Baudrillard – con successo “tenta di abolire se stessa man mano che si esercita”. 

Ugo Nespolo, artista versatile, opera in un ampio campo di discipline, dalla pittura al cinema e alla scultura.

Negli anni sessanta lavora con la Galleria Schwarz e la sua prima mostra milanese, presentata da Pierre Restany, in un certo senso precorre il clima e le innovazioni del gruppo che Germano Celant chiamerà Arte Povera. Nel 1967 è pioniere del Cinema Sperimentale Italiano, sulla scia del New American Cinema. A Parigi Man Ray gli dona un testo per un film che Nespolo realizzerà con il titolo Revolving Doors. I suoi film sono proiettati e discussi in importanti musei e istituzioni tra cui il Centre Pompidou a Parigi, la Tate Modern a Londra, la Biennale di Venezia. Nei tardi anni sessanta, con Ben Vautier, dà vita a una serie di eventi Fluxus e in seguito fonda con Enrico Baj l’Istituto Patafisico Ticinese. Sicuro che la figura dell’artista non possa non essere quella di un intellettuale, studia e scrive con assiduità sugli sviluppi dell’estetica e del sistema dell’arte. Ha esposto con grande intensità in gallerie e musei in Italia e nel mondo.




STUDIO LUCIA CRESPI
Ufficio Stampa SKIRA
Via Francesco Brioschi, 21 – 20136 Milano
T   02 89401645 
Chiara Cereda
chiara@luciacrespi.it

Bologna, Salaborsa: Inaugurazione della Mostra Unicef “SEGNI DI PACE”

SEGNI DI PACE: lunedì 27 marzo ore 17 in Salaborsa si inaugura la mostra UNICEF

Il Comitato Provinciale UNICEF Bologna presenta la mostra con i disegni di ragazzi e ragazze di origini ucraine e italiane per dire si alla pace, no alla guerra

In un momento così delicato per la vicina guerra anche la città di Bologna lancia il suo messaggio di pace e speranza attraverso i disegni dei bambini. Lunedì 27 marzo alle ore 17.00 si inaugura la mostra “Segni di Pace” nella Sala Conferenza di Salaborsa (Piazza del Nettuno 3, Bologna).
L’esposizione, che proseguirà fino al 17 aprile, è organizzata dal Comitato Provinciale UNICEF Bologna e mette in primo piano i lavori realizzati da ragazzi e ragazze di origini ucraine e italiane in tempo di guerra. Voci e pensieri di bambini che spiegano ai “grandi” l’orrore della guerra e il bisogno della pace attraverso disegni, frasi e poesie.

La mostra è organizzata in collaborazione con l’Associazione Italia-Ucraina (Bologna), FANEP ODV, Granello di Senape, l’Associazione “Casa dell’Amicizia” Italia Ucraina e vede il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna, del Comune di Bologna e di Biblioteca Salaborsa.

All’inaugurazione interverranno il Colonnello Rodolfo Santovito Comandante Provinciale dei Carabinieri, il Presidente dell’Associazione Italia-Ucraina (Bologna) Lyuby Sandulovych, l’Assessore alla Scuola e Delega all’Agricoltura e Acqua del Comune di Bologna Daniele Araavv. Irma Vernillo resp. Rapporti istituzionali dell’Associazione “Casa dell’Amicizia” Italia-Ucraina e la prof.ssa Gaetana De Angelis in rappresentanza dell’Ufficio Scolastico Regionale. A concludere gli interventi sarà il Presidente del Comitato Provinciale UNICEF Bologna Raffaele Pignone. Modera l’evento la giornalista Deborah Annolino. A seguire tutti i partecipanti saranno invitati a visitare la mostra.


Ufficio stampa AD Communications
Deborah Annolino press@adcommunications.it
www.adcommunications.it

Bassano del Grappa 2023–2024: grandi mostre e non solo nel programma dei Musei Civici 

Jacopo Bassano, Ritratto di uomo in armi, 1560 ca. Collezione privata

MUSEI CIVICI
BASSANO DEL GRAPPA
PROGRAMMAZIONE 2023–2024

Archiviata con successo la grande mostra Io, Canova. Genio europeo, i Musei Civici di Bassano del Grappa rilanciano il proprio ruolo di eccellenza per il territorio con una ricca e attenta programmazione per il biennio 2023–2024. Dalle iconiche foto di Dorothea Lange ai tesori dell’incisione rinascimentale veneta, dal nuovo allestimento del Museo Civico all’acquisizione del Ritratto di uomo in armi di Jacopo Dal Ponte.

Con oltre 81 mila visitatori, elogi da parte della critica, risalto nazionale e internazionale e un riconoscimento dal Ministero del Turismo quale evento di alto profilo per il grande richiamo di pubblico, la grande mostra dedicata ad Antonio Canova ha posto la città di Bassano del Grappa e i suoi Musei Civici quali protagonisti nella ricca programmazione di celebrazioni per il bicentenario della morte dell’artista.

Da dicembre 2022 gli spazi della Galleria Civica ospitano inoltre I Bassano. Storia di una famiglia di pittori, un’inedita mostra-racconto che, con le parole del Premio Strega Melania Mazzucco, ripercorre le vicende della famiglia di artisti che più di ogni altra ha reso celebre il nome della città di Bassano nel mondo: quella dei Dal Ponte. L’allestimento, insieme alle soluzioni adottate in occasione della mostra Io, Canova. Genio europeo, fa da apripista al progetto di restyling dell’intero Museo Civico, già annunciato dalla Direttrice Barbara Guidi. Un progetto ambizioso, che restituirà al pubblico, a settembre, un nuovo museo, rinnovato nel percorso, negli apparati didattici e nella segnaletica. I lavori di riallestimento del museo si accompagnano a un sogno nel cassetto, anzi, un obiettivo: quello di arricchire la collezione di dipinti di un nuovo capolavoro. Si tratta del Ritratto di uomo in armi di Jacopo Dal Ponte, opera oggi temporaneamente esposta all’interno della mostra I Bassano. Storia di una famiglia di pittori.

«Portare, o meglio riportare, a Bassano, a quasi cinquecento anni dalla sua realizzazione, questo straordinario dipinto – afferma Elena Pavan, Sindaco di Bassano del Grappa – è obiettivo di questa Amministrazione. Un significativo arricchimento del nostro patrimonio e, al contempo, il dovuto omaggio a colui che, più di ogni altro, incarna il genius loci della nostra città e del nostro territorio».

Autore anonimo: Dorothea Lange, Resettlement Administration photographer, in California 1936 Farm Security Administration, Office of War Information Photograph Collection, Library of Congress Prints and Photographs Division Washington, D.C., USA

L’inaugurazione del nuovo museo sarà inoltre accompagnata da due importanti mostre. La prima, nata dalla collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino e prevista per il 21 ottobre 2023, sarà dedicata a una delle più grandi fotografe di tutti i tempi, Dorothea Lange, nel solco della fortunata rassegna bassanese su Ruth Orkin. Conosciuta soprattutto per l’iconica Migrant Mother, una delle immagini più celebri di tutto il Novecento, Lange è stata una figura straordinaria della fotografia sociale nella prima metà del secolo per la sua capacità di raccontare, tramite i suoi reportage, le difficoltà di un Paese che si apprestava a diventare una delle più grandi potenze mondiali.

La seconda mostra, prevista per la primavera del 2024, valorizzerà invece l’immenso patrimonio remondiniano delle collezioni civiche bassanesi e avrà come protagonisti i capolavori dell’incisione veneta del Rinascimento.

Curata dai massimi studiosi dell’ambito della stampa cinquecentesca, Giovanni Maria Fara e David Landau, la mostra Rinascimento in bianco e nero. L’arte della stampa a Venezia (1494–1615) sarà allestita nella Galleria Civica del museo dal 24 febbraio al 2 giugno 2024. L’esposizione attingerà, oltre che alla ricca collezione bassanese, a importanti prestiti di prestigiose raccolte pubbliche e private, e potrà contare sull’importante finanziamento di Save Venice per il restauro dell’intero corpus incisorio.


Uffici stampa
 
Comune di Bassano del Grappa Chiara Padovan ufficiostampa@comune.bassano.vi.it

Studio ESSECI – Sergio Campagnolo Roberta Barbaro roberta@studioesseci.net

Villaggio Globale International Antonella Lacchin lacchin@villaggio-globale.it