Marsiglia, Istituto Italiano di Cultura: Marco Angelini – RHIZOMES – A cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci

RHIZOMES
Mostra personale di
Marco Angelini

a cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci

16 marzo – 3 maggio 2023

Vernissage: Giovedì 16 Marzo 2023 ore 18:00

S’inaugura giovedì 16 marzo 2023 l’esposizione personale dell’artista romano Marco Angelini, a cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci.
Il sodalizio artistico tra Angelini e Nidiaci prosegue in quanto l’artista e la curatrice vantano all’attivo diverse collaborazioni, in particolare le mostre personali dell’artista nel 2019 in collaborazione, rispettivamente, con l’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia e con l’Istituto Italiano di Cultura di Algeri.

In questa occasione, la collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Marsiglia si traduce nell’ospitare direttamente presso le sale espositive dell’Istituto le opere di Angelini, fungendo da habitat ideale delle stesse.

Il corpus di opere, composto per esattezza da 30 lavori ad acrilico su tela (che vedono, misto al colore, l’impiego ora di elementi seriali, ora della foglia oro) e 6 sculture a dimensione naturale, racconta le emozioni dell’artista sotto forma di ricordi che si intrecciano con quelle della storia e cultura marsigliese, intercettando idealmente delle trame emozionali come vere e proprie radici, diramazioni.

Così la curatrice della mostra Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci scrive nel testo critico del catalogo posto a corredo dell’esposizione:

“Marsiglia possiede un centro storico rimasto lo scrigno di una certa anima popolare, crogiolo di culture. Tale capillarità è minuziosamente ma non didascalicamente descritta dalle tele toccate dal colore acrilico di Marco Angelini, artista sociologo di formazione, che, completamente scevre da forzature e obblighi interpretativi e adempiendo perfettamente alla logica astrattista, raccontano una commistione visiva e ideologica al contempo, la coesistenza e la coesione di culture e sottoculture differenti. La capillarità è, per scientifica definizione, l’insieme di fenomeni dovuti alle interazioni fra le molecole di un liquido e un solido sulla loro superficie di separazione. Le forze in gioco che si manifestano in tale fenomeno sono la coesione, l’adesione e la tensione superficiale. Le campiture piatte di Angelini accolgono, divenendo habitat colorati, macchie che tendono alla circolarità benché informi, fluide, in un continuo divenire; questi elementi coabitano con elementi più netti, forme più precise, che rimandano ad un infinitesimo rapporto spazio-temporale tra macro e micro, tra la collettività e l’individuo, tra le collettività stesse e vicendevoli”.

L’esposizione sarà visitabile sino al 3 maggio 2023.

BIOGRAFIA

Marco Angelini è nato a Roma nel 1971, vive e lavora tra Roma e Varsavia. Ha realizzato, dal 2006 ad oggi, varie mostre personali a Roma, Milano, Varsavia, Cracovia, Londra, Bratislava, Algeri, Santiago del Cile, Bologna e partecipato a collettive, presso spazi pubblici e gallerie private, a New York, Washington DC, Tel Aviv, Abu Dhabi, Varsavia, Zamość, Stettino, Monaco di Baviera, Essen, Londra, Bruxelles, Roma, Lucca. Le opere di Marco Angelini fanno parte di diverse collezioni private, tra cui quella della Fondazione Roma. Laureato in Sociologia studia il fenomeno urbano ed è interessato alle culture e subculture che si creano nelle metropoli del mondo. Le città sono lo scenario in cui le pulsioni inconsce sopravvivono interagendo con le nuove possibilità offerte dalla tecnologia, per questo esse diventano il nucleo e l’habitat ideale di tutti i paradossi e le contraddizioni umane. La sua ricerca espressiva è dominata dalla materia. A volte i materiali diventano la superficie pittorica al posto della tela, altre volte diversi oggetti, spesso di riciclo, entrano a far parte dell’opera. La forma astratta interpreta perfettamente la sua poetica fluida e mutevole che suggerisce l’esistenza di molteplici realtà. Affronta diverse tematiche di ricerca: natura e tecnologia, tempo e memoria, dialogo interreligioso e dimensione del “sacro”, arte e scienza, energia e sostenibilità.


Vademecum:
Titolo: RHIZOMES mostra personale di Marco Angelini
Curatore: Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci
Sede: Istituto Italiano di Cultura di Marsiglia – 6, rue Fernand Pauriol, Marsiglia
Durata mostra: dal 16 marzo al 3 maggio 2023
Vernissage: giovedì 16 marzo 2023 ore 18:00
Orari: dal lunedi al giovedi 9:30>12:30 – 14:00>17:00, venerdì 9:30>12:30

COMUNICAZIONE
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next

roberta.melasecca@gmail.com  
349.4945612  www.melaseccapressoffice.it

MAMbo, Bologna: Presentazione donazione video “Non sei più tu, azione 02” di Giovanna Ricotta

Giovanna Ricotta, Non sei più tu, 2015

Presentazione donazione del video della performance 
Non sei più tu, azione 02 
di Giovanna Ricotta

MAMbo, sala conferenze (via Don Minzoni, 14)
giovedì 16 marzo 2023 h 18.00

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna è lieto di annunciare la donazione da parte di Giovanna Ricotta (Loano, Savona, 1970) – artista tra le voci più autorevoli in Italia ad avvalersi del medium performativo – del video di Non sei più tu, azione 02,che entra così a far parte del patrimonio dell’Area Arte Moderna e Contemporanea del Settore Musei Civici Bologna.

La donazione viene presentata a Bologna, nella sala conferenze del museo, giovedì 16 marzo 2023 alle h 18.00.
Insieme a Giovanna Ricotta interverranno, confrontandosi sul suo lavoro: Lorenzo Balbi, direttore MAMbo; Silvia Grandi, critica d’arte e docente, Università di Bologna; Fabiola Naldi, critica d’arte e docente, Accademia di Belle Arti di Bologna; Giorgio Chinea Canale, gallerista. Si ringrazia Tiziano Prà Levis.
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

La performance documentata nel video, a cura di Silvia Grandi e Fabiola Naldi, si è svolta nella sala delle Ciminiere del MAMbo il 12 maggio del 2016: un lungo tappeto di carta di cotone si dipanava nell’ampio spazio espositivo del museo. Qui, il corpo dell’artista procedeva più volte in avanti e indietro, tracciando e imprimendo con la sua gestualità e attraverso la polvere di grafite segni astratti che connettevano idealmente presente e passato. All’estremità finale di questo percorso, a rappresentare la performance che si stabilizzava in un corpo scultura, si trovava l’opera Non sei più tu (2015): un’urna nera, dalle forme morbide, realizzata tramite tecniche di stampa 3D. L’enigmatica struttura monocroma occultava volutamente al pubblico il suo contenuto: il “corpo assente”. Il nucleo interiore dell’artista, composto di polvere di grafite era racchiuso al suo interno. A chiudere l’urna, una calotta che, se sollevata, svelava il segno grafico GR inciso in oro.

Mentre a Bologna viene acquisito il video di Non sei più tu, azione 02,a Padova ne vengono invece celebrati i reperti, l’archeologia performativa, con l’esposizione degli oggetti a testimonianza dell’azione svoltasi nel 2016. Tre fotografie monumentali, che documentano la performance, saranno in mostra a cura di Giorgio Chinea Canale, nella sua Art Cabinet in Galleria Cappellato Pedrocchi, a partire dal 16 marzo 2023. A completare l’esposizione anche l’urna Non sei più tu, il luogo sintattico testimonianza morfologica dell’azione performativa di Ricotta. Il corpo scultura dell’artista.

Le due operazioni in sedi diverse attivano un cortocircuito a sua volta performativo: il corpo di Giovanna Ricotta che diventa opera d’arte traslato nella dimensione visiva e reificato in nome di un’assenza, presenza ubiqua.


Informazioni generali

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Tel. +39 051 6496611
www.mambo-bologna.org
info@mambo-bologna.org
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
Twitter: @MAMboBologna
YouTube: MAMbo channel

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
Instagram: bolognamusei

Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna
e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it
Elisa Maria Cerra – Tel. +39 051 6496653 e-mail elisamaria.cerra@comune.bologna.it
Silvia Tonelli – Tel. +39 051 6496620 e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it
Con la collaborazione di Ornella De Carlo

Sito web artista
www.giovannaricotta.it

Roma, Wunderkammern: URBAN ROOTS • Le Radici dell’Arte Urbana

Blek le Rat, Rat on paper (2020), Credits Wunderkammern Gallery 

Urban Roots

Blek Le RatD*FaceJonOne, Shepard Fairey, 2501, Sten Lex, Tellas

Press Preview 16 marzo dalle ore 17.30 alle ore 18.30

Opening 16 marzo a partire dalle ore 18.30

Wunderkammern Via Giulia 180, Roma 

Wunderkammern, nella sede romana in Via Giulia, presenta la mostra dal titolo Urban Roots che vedrà protagonisti alcuni degli artisti che hanno contribuito alla realizzazione delle opere d’arte urbana più significative degli ultimi anni.

L’esposizione sarà un percorso emotivo che introduce il visitatore ad alcuni dei nomi più importanti del panorama nazionale ed internazionale di questo movimento: Blek Le RatD*FaceJonOneShepard Fairey2501Sten Lex Tellas
Dalle opere esposte emergeranno i diversi linguaggi artistici e le sperimentazioni stilistiche personali e innovative dei singoli artisti, che troveranno il loro punto di incontro in un unico contesto – quello urbano – e nella comune esigenza di innovare. Ed è proprio in questa esigenza di relazionarsi, ciascuno a suo modo, con lo spazio urbano che gli Street Artists hanno piantato le loro radici, già germogliate o che germoglieranno: Urban Roots partirà da queste radici e costruirà per il visitatore un cammino esplorativo del tutto originale. 

La mostra raccoglierà opere inedite al pubblico romano, alcune delle quali realizzate appositamente per l’evento. 

In allestimento ci saranno: i celebri topi di Blek Le Rat, da cui l’artista prende il nome “rat” che è anche anagramma di “art”; le rappresentazioni della società odierna in chiave provocatoria e super pop di D*Face; le esplosioni cromatiche di JonOne in grado di far vibrare di emozione gli spettatori; le inconfondibili opere di Shepard Fairey anche in formato orizzontale, nelle quali è sempre presente un forte messaggio politico. E ancora opere di 2501 appartenenti al progetto “Animated Landscape” che unisce Land Art, documentazione filmica e interazione con il tessuto urbano; le opere “colorate” di Sten Lex, una rarità nella produzione del noto duo italiano, caratterizzato dallo “stencil poster”, tecnica incisoria contemporanea di loro invenzione; ed infine la visione personale e intima degli elementi del paesaggio naturale elaborata da Tellas.

GLI ARTISTI

Blek le Rat (Xavier Prou, Parigi, 1951) è uno dei pionieri della Street Art internazionale ed è considerato il padre della Stencil Art e punto di riferimento per tutti gli street artists successivi, Banksy compreso. Blek Le Rat rivoluziona la tecnica dello stencil ideando l’iconica rappresentazione del ratto. Ratto come la parola “Rat” contenuta nel suo pseudonimo: secondo l’artista questo è l’unico animale capace di sopravvivere all’apocalisse, un simbolo di libertà. 

D*Face (Dean Stockton, Londra, 1978) è uno dei più prolifici e popolari street artists contemporanei. È cresciuto nella capitale britannica, ma gli Stati Uniti, il sogno americano, lo skateboard, l’hip hop, il punk e la musica rock sono sempre stati presenti nel suo pensiero. Il suo stile distintivo è riconoscibile grazie all’uso di immagini pop influenzate dal lavoro di Andy Warhol, Roy Lichtenstein, dalla campagna “André the Giant has a Posse” disegnata da Shepard Fairey nel 1989, dal linguaggio della pubblicità e dall’universo dei fumetti e dei cartoni animati. Da qui prendono vita i suoi personaggi disfunzionali, accompagnati da un pensiero o da un’affermazione che mette in discussione la nostra società sempre alla ricerca della fama e dell’eccessivo materialismo. Attraverso la sua critica del consumismo, invita il pubblico a riflettere su quello che i media ci costringono a vedere. 

JonOne (John Andrew Perello, New York, USA, 1963) è uno degli artisti contemporanei più riconosciuti oggi in Francia e una figura chiave nel mondo dei graffiti. Comincia a taggare sui muri di Harlem negli anni ’80, per poi trasferirsi a Parigi, dove porta il suo linguaggio nelle strade della capitale francese. Lo stile unico che definisce il lavoro di JonOne, tra i Graffiti e l’Espressionismo Astratto, deriva dalla combinazione di tre elementi fondamentali: la calligrafia, il colore e la materia pittorica, che insieme inondano di energia l’intera superficie dell’opera, grazie all’intersecazione continua delle linee e all’estrema brillantezza dei colori impiegati. 

Shepard Fairey (Obey) (Shepard Fairey, Charleston, Nord Carolina, 1970) si fa conoscere nella scena artistica all’inizio degli anni Novanta con il nome OBEY GIANT. Nel 1989 idea la campagna di sticker “André the Giant has a posse” con cui tappezza le strade di Providence di adesivi che ritraggono il volto del wrestler francese André the Giant. Da qui prende avvio il suo percorso artistico, che resterà sempre legato alla cultura hip hop e punk rock. Elaborando il design di adesivi, poster e matrici, Shepard sceglie di utilizzare una palette di colori minimalista, immediata ed efficace; con il suo linguaggio artistico vuole creare delle immagini comprensibili a tutti. Obey ha fatto della sua arte un vero manifesto politico e sociale. 

2501 (Jacopo Ceccarelli, Milano, 1981) inizia a taggare i treni all’età di 14 anni con il nome di “Never”. Si trasferisce a San Paolo, in Brasile, dove matura il suo stile artistico e sviluppa la sua tecnica; decide quindi di cambiare il suo nome in 2501, la sua data di nascita, per ricordare a se stesso questa rinascita artistica. La sua produzione, tra astratto e figurativo, si ispira alla natura e passa ora dai video ai dipinti, dagli elementi organici alle sculture. Ciò che conta per l’artista è il concetto e per esprimerlo si concentra sulla cosiddetta “gestualità”, il movimento della sua mano sulla superficie. 

Sten Lex, Sten (Roma, 1982) e Lex (Taranto, 1982) sono un duo di urban artists italiani che hanno reso celebre e inconfondibile la loro arte con la tecnica da loro stessi ideata: lo Stencil Poster. Nel loro processo artistico applicano gli stencil e strisce di carta sulla superficie dell’edificio, che poi rimuovono sia manualmente che attraverso gli agenti atmosferici, lasciando così emergere l’immagine e allo stesso tempo esponendo alcune parti dell’edificio. Nelle loro opere portano in scena sia immagini astratte, che si inseriscono armonicamente nel territorio, sia volti di persone, anonime e casuali, che diventano protagoniste della strada. Utilizzando principalmente scale di grigi e bianco e nero, i loro interventi sono influenzati da Op Art e fotografia. 

Tellas (Fabio Schirru, Cagliari, Italia, 1985) nella sua arte trasforma le città in giardini urbani, creando dei modelli organici e vegetali, ispirati ai paesaggi aspri della Sardegna. L’artista riflette sia sui cambiamenti climatici che sulla cementificazione massiccia che ha portato le città a divorare sempre di più il paesaggio circostante. Le sue opere, invece, si inseriscono in modo armonico nello spazio cittadino creando un’estetica non-urbana ed astratta.

Wunderkammern vi invita a prenotare la visita


INFO MOSTRA 
Artisti: Blek Le Rat, Shepard Fairey, D*Face, JonOne, 2501, Tellas, Sten Lex 
Titolo: Urban Roots 
A cura di: Giuseppe Pizzuto 
Testo critico di: Giuseppe Pizzuto 
Date: 16 marzo – 15 aprile 2023 
Orari di apertura della galleria: mar – sab, 10-14 e 15-19 
WUNDERKAMMERN 
Via Giulia 180, Roma 
www.wunderkammern.net 
wunderkammern@wunderkammern.net 
Tel. +39 06 70475247 
UFFICIO STAMPA 
Studio Martinotti 
martinotti@lagenziarisorse.it 
Tel. +39 348 7460312

Roma, Spazio EXP/Caffè delle Esposizioni: ECO – Collettiva di Scultura, Installazioni e VideoArt

ECO

Collettiva di Scultura, Installazioni e VideoArt

A cura di Fiamma Fiermonte e Pietro Tornesello  
In collaborazione con Takeawaygallery

Inaugurazione 16 marzo 2023 ore 19:00 – 2:00

Spazio EXP / Caffè delle Esposizioni 

Via Nazionale 194a – Roma

Fino al 18 marzo 2023

Dopo il successo riscosso da Iperione, progetto di sculture, installazioni  e performance musicali svoltosi nello Spazio EXP/Caffè delle Esposizioni nel febbraio del 2022, il duo curatoriale Pietro Tornesello e Fiamma Fiermonte in collaborazione con Takeawaygallery, propongono a un nuovo evento “ECO”, che ha come obiettivo quello di creare uno spazio nel quale più artisti di età e linguaggi diversi, potessero esprimersi liberamente con arte, musica e performance. Questa base di partenza ha avuto modo di concretizzarsi grazie all’opportunità che i curatori hanno avuto con gli artisti di allestire un’esposizione nella medesima location che ha permesso di sviluppare un progetto site-specific, dimostrando con la loro manualità e fantasia, come ogni singolo artista produca risultati diversamente spettacolari.

Subito all’entrata nel giardino, si presenta Homo di Massimo Rizzuto, una grande nuvola/universo installata al centro dello spazio esterno, realizzata con una rete metallica popolata di una umanità in miniatura. Gli omini in  miniatura sono tutti bianchi con la testa di colore diverso, dove, una o più luci ruotano intorno come dei soli, dando vita ad uno spazio vorticoso di ombre, di diverse dimensioni che vanno in contrapposte direzioni e la diversità degli uomini rappresentata  dalle teste colorate viene azzerata dalle danza delle ombre in una visione dell’umanità  senza alcuna differenza, creando un vortice che  si incrocia e si unisce a quelle dei visitatori che diventano parte integrante dell’opera installata; sempre nel giardino Bad Flowers di Alessandro Antonucci, un’installazione di materiali vegetali, cemento bianco e pittura, composta da diversi elementi, frutto di un lavoro su piante come le spighe di typha, le more di rovo, le canne palustri. Questi elementi fuoriescono dal suolo come se fossero fiori delle piante presenti sul posto, a creare una sorta di altra natura nella natura, un gioco, appunto, sui termini.

L’ultima opera a incorniciare l’area esterna è Simulacro D’infanzia di Giorgia Grassi, un aquilone sorretto da catene verrà posizionato all’esterno tra l’albero e la parete. L’aquilone è la rappresentazione della spensieratezza e leggiadria che caratterizza l’infanzia, le catene sono invece la pesantezza della vita adulta. Attraverso una luce posizionata al di sotto di questo aquilone vedremo dunque riflettersi sul muro dei colori che prendono piede a dimostrare come, nonostante la vita adulta, si può ancora vedere il mondo con occhi da bambino.

Continua poi nello spazio interno Cecilia Dieci, nel suo più recente esperimento, che è un  assemblaggio di ready-made dal titolo Cut Room, la scelta di porsi in campo in prima persona non denuncia una compulsione autoreferenziale, ma punta al concepimento e alla trasmissione di un concetto universale e condivisibile. (aiutata nella realizzazione e nella descrizione dell’opera dal gallerista Carlo Gallerati). 

A seguire Francesco Misiti con Tentativo n1, saranno Il tubo, la vasca, l’elica, lo specchio e la lente, i 5 elementi della macchina per la visione e lo spiegarsi di un paradosso. ” Dov’è Quand’è e Cos’è adesso”, una riflessione sul tempo presente, che infinitamente si esaurisce davanti agli occhi dello spettatore.

E muovendosi nello spazio interno reciterà un monologo Emma Piccirilli mentre Sebastiano Rolfi si esibirà cantando; si continua poi con i progetti di Giovanni Lo Castro: il primo Visual Pain 002, è il secondo capitolo della serie Hyper Visual, nasce a partire dall’archivio di Hyper Quotidiano, dove si aggiungono mappature spaziali e virtuali di spazi quotidiani e pubblici ripresi con l’utilizzo della fotogrammetria. Il secondo, in blacklight fabric, Simulacro, è una stampa realizzata su un particolare tessuto chiamato backlight, lo stesso utilizzato per stampare le pubblicità dei banner retroilluminati, l’effetto della retroilluminazione simula l’estetica e la vivacità cromatica di uno schermo. 

Dulcis in fundo Memorie dal futuro di Patrick Paulin, artista italo-svedese, nato a Roma, compositore, autore, cantante e pianista. Art videoclip, o videoclip d’arte, è un’opera in cui due o più lavori artistici, di cui uno musicale, si fondono nella forma del videoclip, dando vita ad un’opera a sé stante. La sinergia creatasi moltiplica in modo esponenziale emozioni e messaggi propri delle singole opere, nella ricerca estetica di un armonioso equilibrio tra di esse. “Memorie dal futuro – Art videoclip” è la prima sperimentazione artistica di Patrick Paulin, in collaborazione con il fotografo romano Stefano Carsetti Esposito. L’opera fotografica del 2001 “stationtostation” si fonde alla perfezione con la composizione musicale dell’artista italo-svedese.

Artisti: Alessandro Antonucci, Cecilia Dieci, Giorgia Grassi, Giovanni Lo Castro, Francesco Misiti, Patrick Paulin, Emma Piccirilli, Massimo Rizzuto e Sebastiano Rolfi.


Contatti:

fiermontefiamma@gmail.com
pietrotornesello@gmail.com
takeawaygallery@gmail.com 

Comunicazione
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next

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