Roma, Palazzo Bonaparte: Apre oggi il nuovo VIVI – PIAZZA VENEZIA

VIVI – PIAZZA VENEZIA

Daniela Gazzini e Cristina Cattaneo, fondatrici di ViVi, Lifestyle & Food brand, e Iole Siena, presidente del Gruppo Arthemisia, annunciano
la nuova apertura nel cuore pulsante di Roma.

Apertura al pubblico da giovedì 16 marzo 2023

Palazzo Bonaparte, Roma

ViVi, Lifestyle & Food brand fondato da Daniela Gazzini e Cristina Cattaneo, insieme ad Arthemisia, azienda leader per le grandi mostre d’arte, sono orgogliosi di annunciare l’apertura di ViVi – Piazza Venezia mercoledì 15 marzo 2023.

Il locale è situato nella splendida e storica cornice di Palazzo Bonaparte – dimora della madre dell’Imperatore francese Napoleone Bonaparte che soggiornò lì fino al 1836 – e contesto artistico delle prestigiose mostre prodotte da Arthemisia, azienda leader nella produzione e organizzazione di mostre d’arte a livello internazionale.

Il nuovo ViVi di 200mq, situato nel cuore della Città Eterna e con una vista su Piazza Venezia e l’Altare della Patria, sarà aperto tutti i giorni dalle ore 8.00 del mattino a mezzanotte, per accogliere clienti e visitatori delle mostre e non solo, con uno spirito positivo di “Good mood food”.

La sinergia tra ViVi e Arthemisia vuole rappresentare il meglio dell’Italia racchiuso in un luogo incantevole con una cucina di qualità, un’accoglienza calorosa, arte e bellezza!

Daniela Gazzini e Cristina Cattaneo dichiarano “Arthemisia rappresenta un’eccellenza italiana nella produzione di mostre d’arte ed è per noi un onore avere stretto partnership con Iole Siena, il suo Presidente ed Amministratore, una donna con una visione proiettata al futuro e che condivide con noi gli stessi valori. Il nostro auspicio è che questa collaborazione possa arricchire l’offerta della meravigliosa città che ci ospita!”.

Iole Siena afferma “La magnifica offerta gastronomica ed estetica presentata da ViVi è il giusto completamento di Palazzo Bonaparte, ormai diventato il principale luogo di cultura della Capitale. Per noi di Arthemisia è la prima esperienza legata al food e ho scelto come partner di questa avventura Daniela e Cristina perché, negli anni, si sono distinte a Roma per uno stile inconfondibile, bello, di qualità, accogliente e perfettamente in linea con la mia visione delle mostre.”



Social e Hashtag ufficiale
#ViviPiazzaVenezia
@arthemisiaarte
@mostrepalazzobonaparte

Presentazione della monografia sullo splendido piviale di manifattura inglese “opus anglicanum” conservato al Museo Civico Medievale di Bologna

Piviale con fatti della vita di Cristo e della Vergine
Veduta di allestimento nell’ambito della mostra Opus Anglicanum, Masterpieces of English Medieval Embroidery, V&A South Kensington, 2016-2017

The Bologna Cope: Patronage, Iconography, History, and Conservation

A cura di
Micheal A. Micheal
Brepols, 2022

Presentazione della monografia sullo splendido piviale di manifattura inglese “opus anglicanum” conservato al Museo Civico Medievale di Bologna.

Presentazione del volume
Giovedì 16 marzo 2023 ore 17.00

Museo Civico Medievale | Sala del Lapidario
Ingresso da via di Porta Castello 3, Bologna


www.museibologna.it/arteantica

Tra i tesori d’arte più preziosi che il Museo Civico Medievale di Bologna conserva va annoverato lo splendido piviale di manifattura inglese databile a fine XIII sec. – inizi XIV sec., uno dei capolavori assoluti di quello che viene denominato opus anglicanum, ovvero di una particolare, raffinatissima, tecnica applicata a ricchi e complessi ricami che a partire dal XIII secolo conobbe grande fortuna e dall’Inghilterra si diffuse in tutta Europa.

Spesso tale tecnica, denominata “pittura ad ago”, veniva utilizzata per realizzare prodotti tessili di pregio commissionati come doni di carattere diplomatico o importanti vestimenti sacri destinati ad alti prelati e pontefici, come accadde anche per il prezioso piviale di Bologna, in seta policroma su tela di lino. Si tratta infatti di un’ampia sopravveste liturgica proveniente dalla chiesa di San Domenico a Bologna, che veniva indossata durante le messe pontificali ed altre cerimonie solenni, come attesta la pregiata decorazione eseguita con fili di seta colorata e filo ricoperto di sottile lamine in oro e argento.

A ricostruire in modo puntuale la biografia e il contesto culturale in cui venne realizzato questo oggetto di straordinario valore è il volume in lingua inglese The Bologna Cope: Patronage, Iconography, History, and Conservation, curato da Michael A. Michael (responsabile del progetto “Opus Anglicanum” dell’Università di Glasgow) e pubblicato nel 2022 dalla casa editrice belga Brepols come secondo titolo della collana “Studies in English Medieval Embroidery”.

Intervento di restauro conservativo eseguito da Manuela Farinelli

La prestigiosa pubblicazione internazionale, nata da lunghe e meticolose ricerche e dal restauro conservativo del manufatto operato in anni recenti, verrà presentata giovedì 16 marzo 2023 alle ore 17.00 nella Sala del Lapidario del Museo Civico Medievale (ingresso da via di Porta Castello 3, Bologna). Oltre al curatore Michael A. Michael, interverranno Massimo Medica (direttore Musei Civici d’Arte Antica | Settore Musei Civici Bologna), Giancarlo Benevolo (storico medievista, Musei Civici d’Arte Antica | Settore Musei Civici Bologna) e Manuela Farinelli (restauratrice).
L’ingresso è libero, fino a esaurimento posti disponibili.

Lo splendido mantello processionale unisce due momenti dell’evoluzione del ricamo che si fondono pienamente ed elegantemente: antiche geometrie per le incorniciature stellari che circoscrivono le teste dei santi e uno stile più maturo nelle architetture. La ricca decorazione raffigura le Storie di Cristo e della Vergine ed è suddivisa su un doppio ordine, intervallato da due strette corone semicircolari che racchiudono teste di santi. La narrazione si sviluppa all’interno di architetture ogivali, che scandiscono la successione degli episodi, tra i quali spicca, a fianco della Crocifissione, la scena della Resurrezione. Per la straordinaria ricchezza inventiva, le scene hanno offerto non pochi spunti compositivi agli artisti bolognesi del Trecento e del primo Quattrocento.

Il volume curato da Michael presenta la prima indagine dettagliata del ciclo iconografico raffigurato e documenta gli esiti delle più recenti ricerche condotte dallo staff dei Musei Civici d’Arte Antica di Bologna e da importanti studiosi nel campo dei tessuti e della produzione di paramenti liturgici medievali. Nuove prove di datazione attestano che il vestimento appartenne al pontefice Benedetto XI, al secolo Nicolò di Bocassio, domenicano eletto dopo la morte di Bonifacio VIII, che lo offrì ai confratelli della chiesa di Bologna durante il suo breve pontificato (1303-1304). Come risulta per altri piviali inglesi, è probabile che anche questo fosse stato donato al papa dal re di Inghilterra Edoardo I, a titolo di ringraziamento per i servigi che aveva svolto quando questi, prima di essere eletto papa, e prima ancora cardinale, era stato coinvolto in qualità di maestro generale dell’ordine per conto di Bonifacio VIII nell’arbitrato che vedeva contrapposto il sovrano inglese al re di Francia Filippo il Bello.

Un’indagine completa dei materiali d’archivio relativi al piviale e alla sua riscoperta nel XIX secolo è accompagnata da una dettagliata storiografia della letteratura e della storia espositiva del manufatto, e da un resoconto delle sfide affrontate durante un recente intervento di restauro conservativo. Il trattamento, eseguito da Manuela Farinelli, è stato realizzato in occasione della mostra Opus Anglicanum: Masterpieces of English Medieval Embroidery presso il V&A South Kensington (1 ottobre 2016 – 5 febbraio 2017) che, accanto alla collezione permanente del museo londinese, la più ampia al mondo di materiali tessili realizzati con questa tecnica, ha eccezionalmente riunito una selezione di oltre 100 capolavori del ricamo medievale inglese provenienti da tutta Europa.


The Bologna Cope: Patronage, Iconography, History, and Conservation
A cura di: Michael A. Michael
Editore: Brepols
Pagine: 228

Illustrazioni: 160 col.
Dimensioni: 225 x 300 mm
Lingua: inglese
Anno di pubblicazione: 2022
Prezzo: 125 euro
ISBN: 978-1-912554-87-4

Indice:
Massimo Medica – A King’s Gift to a Pope: Benedict XI and the Bologna Cope
Micheal A. Michael – The Cultural Context of the Bologna Cope: The Design and Production of Opus Anglicanum Liturgical Vestments in England
Franco Faranda and Michael A. Michael – The Iconography of the Cope of San Domenico in Bologna
Giancarlo Benevolo – The San Domenico Cope in the Inventories of the Sacristy and Convent of the Friars Preachers, Bologna: 14th–19th centuries
Silvia Battistini – An Historiography of the Bologna Cope
Marta Cuoghi Costantini – Textiles and Embroidery in Italy between 1200 and 1300
Manuela Farinelli – The Conservation of the Bologna Cope
Silvia Battistini – The Bologna Cope (Catalogue description)

Il volume è disponibile per l’acquisto nel bookshop del Museo Civico Medievale di Bologna.

Informazioni:
Museo Civico Medievale
Via Manzoni 4 | 40121 Bologna
Tel. 051 2193916 – 2193930

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FERPI – Federazione Relazioni Pubbliche Italiana – Due i premi nell’edizione 20’23 di InspiringPR 

FERPI: InspiringPR 2023

“InspiringPR Award” e premio studio “È il digitale, bellezza!”. Attese le candidature entro il 10 aprile

Saranno premiate le migliori campagne di relazioni pubbliche e le tesi di laurea più innovative nel settore della comunicazione digitale.

InspiringPR, il Festival delle Relazioni Pubbliche promosso da FERPI – Federazione Relazioni Pubbliche Italiana e organizzato dalla delegazione del Triveneto in collaborazione conUniferpi Padova e Uniferpi Gorizia, si avvia verso la nona edizione e attende le candidature, entro il prossimo 10 aprile, per i suoi due premi: la VI edizione dell’InspiringPR Award e la III edizione del Premio “E’ il digitale, bellezza!”

InspiringPR premierà pertanto come da tradizione la campagna/azione di relazioni pubbliche che si sia distinta nel periodo tra il 1° maggio 2022 e il 1° aprile 2023 per la sua particolare capacità di “ispirazione”. Nelle scorse edizioni il premio è stato conferito a Conai, Lavazza, Parole O_Stili, Osservatorio Malattie Rare e al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. 

Per partecipare alla nuova edizione di InspiringPR Award, la cui premiazione avrà luogo a Venezia, sabato 6 maggio, nell’ambito di InspiringPR 2023, le iscrizioni dovranno pervenire entro il 10 aprile 2023, inviando le candidature via mail a award@inspiringpr.it. Possono aderire le campagne/azioni di relazioni pubbliche realizzate in Italia e all’estero da aziende, enti pubblici, organizzazioni profit e non profit, agenzie di comunicazione e liberi professionisti. La selezione delle iniziative che concorrono al Premio avviene a cura del Direttivo Ferpi Triveneto. Il regolamento completo è su inspiringpr.it/award.

Con il rinnovato supporto della famiglia di Adriana Ripandelli e di Mindshare Italia, InspiringPR conferma anche il premio studio “E’ il digitale, bellezza!”, in memoria di Adriana Ripandelli, una delle prime persone in Italia ad aver profondamente creduto nella rivoluzione digitale, investendo forza e professionalità in progetti innovativi che hanno illuminato d’ispirazione i propri settori. Il premio è rivolto agli studenti delle Università italiane (corsi di laurea triennale o magistrale nei settoriComunicazione, Relazioni Pubbliche, Marketing, Digital Media ed Economia Aziendale) ed è dedicato a un’innovativa tesi di laurea con focus specifico sulla comunicazione digitale, discussa dal 1° maggio 2022 al 1° aprile 2023.

Il vincitore, che sarà premiato durante InspiringPR, si aggiudicherà un premio di 2.000 euro e uno stage post-laurea in Mindshare Italia della durata di sei mesi, con rimborso spese e ticket, da iniziare entro sei mesi dall’aggiudicazione del premio nella sede di Milano.

Nel 2022 il Premio è stato assegnato a Federica Nicolamarino, che ha conseguito la Laurea Magistrale in Economia e Management Internazionale all’UNIT di Roma, con la votazione di 110 e lode, con la tesi in Digital Marketing, “La loyalty nel digitale, strategie ed aspetti che contribuiscono a determinarla: il caso Amazon e il servizio Prime“.

Per partecipare è necessario inviare il materiale (1 copia digitale in pdf, un breve abstract di massimo 1 cartella di testo, voto conseguito e riferimenti completi di contatto), entro e non oltre il 10 aprile 2023, all’indirizzo e-mail: premiostudio@inspiringpr.it.

Per maggiori informazioni sul premio è possibile consultareinspiringpr.it/premio-studio-adriana-ripandelli. Per informazioni sulla nona edizione del Festival è possibile consultare il sito web www.inspiringpr.it e i canali ufficiali dell’evento su Facebook, Twitter, Instagram, YoutubeTelegram, LinkedIn.


Informazioni per la stampa:
Federica Lago                                                                                                                                       
Mail: press@inspiringpr.it
Diana Daneluz
Mail: mediarelationferpi@gmail.com

FERPI – Federazione Relazioni Pubbliche Italiana – rappresenta da oltre 50 anni in Italia i professionisti della Comunicazione e delle Relazioni Pubbliche, persone che ogni giorno ne fanno un mestiere e un tema di ricerca, studio e insegnamento. FERPI è impegnata per valorizzare la professione dei comunicatori presso i pubblici di riferimento, supportare la crescita professionale dei soci e non solo con qualificati percorsi di formazione, offrire un aggiornamento costante sulle mutazioni in atto grazie anche al confronto internazionale, promuovere la cultura della sostenibilità, partecipare attivamente al dibattito pubblico intorno alle policy del lavoro, della società civile, della democrazia.

Fondazione Magnani-Rocca, Mamiano di Traversetolo (Parma): FELLINI. Cinema è sogno

Federico Fellini, La strada, 1954. Locandina del film

FELLINI
Cinema è sogno

Fondazione Magnani-Rocca, Mamiano di Traversetolo – Parma

18 marzo – 2 luglio 2023

Mostra Focus nel trentesimo anniversario della morte del regista.

Nel trentennale della morte di Federico Fellini (avvenuta il 31 ottobre 1993 a Roma a settantatré anni), la mostra focus allestita dalla Fondazione Magnani-Rocca nella sontuosa Villa di Mamiano di Traversetolo (Parma) dal 18 marzo al 2 luglio 2023, intende omaggiare il celeberrimo regista nella dimora che ebbe come ospite Nino Rota, autore delle più celebri colonne sonore dei suoi film, quali quelle per Giulietta degli spiritiSatyriconRoma, Amarcord, Il Casanova

L’esposizione – a cura di Mauro Carrera e Stefano Roffi – dal titolo Fellini. Cinema è sogno, ripercorre la carriera di uno dei più grandi registi della storia del cinema, ideatore di film di fama internazionale, narratore originalissimo dell’Italia del suo tempo. Scritto in collaborazione con Ennio Flaiano, lo Sceicco bianco inaugurò lo stile unico e personale di Fellini – una sorta di fantarealismo – che raccontava sogni e conquiste dell’Italia passando per film come I vitelloni, pellicola dedicata all’Italia dell’industria, che consacra il regista italiano nell’olimpo del cinema mondiale, confermato poi con La strada, del 1954, lucido ritratto dell’Italia postbellica, e con Le notti di Cabiria del 1957; dal Paese sognante de La Dolce Vita (1960) all’Italia moderna, trionfante e vivace di 8 ½ (1963), da quella lisergica e sperimentale di Giulietta degli spiriti (1965) fino a quella decadente, violenta e fragile di Amarcord (1973) forse l’apogeo dell’autobiografismo felliniano, della sua memoria favolosa e rivelatrice. Con le opere successive (Il Casanova di Federico Fellini, 1976, Prova d’orchestra, 1979, La città delle donne, 1980, E la nave va, 1983, Ginger e Fred, 1986, Intervista, 1987) le allegorie del presente si fanno più angosciate e, in qualche modo, manierate, per poi chiudersi con La voce della Luna (1990), in cui Paolo Villaggio e Roberto Benigni si fanno portavoce di un messaggio di silenzio necessario per fronteggiare una contemporaneità sempre più arrogante, prologo della morte di Fellini.

Federico Fellini, La Dolce Vita, 1960. Locandina del film

L’esposizione presenta sontuosi costumi, appartenenti allo CSAC di Parma, realizzati per i film e indossati da celebri attori come Marcello Mastroianni e Donald Sutherland, le locandine dei film stessi, vere pietre miliari della storia del cinema e della grafica, oltre a sorprendenti disegni del regista e a rare fotografie d’epoca.

Fellini ha attraversato la storia del cinema con tratti di magistrale leggerezza; grandissimo orchestratore di immagini, di visioni e di ritmi narrativi, si è rivelato maestro nel dare corpo alla passione di sogno che invade lo schermo cinematografico, dove i confini dell’immaginazione vanno a coincidere con quelli della realtà senza tuttavia essere condizionati da questa. Venne premiato con cinque premi Oscar: nel 1957 per La strada, nel 1958 per Le notti di Cabiria, nel 1964 per 8 1/2, nel 1976 per Amarcord e nel 1993 con un Oscar alla carriera dalle mani di Sophia Loren.

Parlare di Fellini ci restituisce la memoria di un’Italia piena di ambizioni e aspirazioni che oggi sembra essersi persa. Ma è anche parlare di un certo senso della vita, un senso che questo grande artista aveva intuito, convincendosi che l’unico vero realista è il visionario.

C’è una scena del film Il tassinaro, di un grande amico di Fellini, Alberto Sordi, in cui il protagonista, colto dall’euforia di ospitare sul suo ‘Zara 87’ il celebre regista, spiega bene la visione popolare di chi ha amato le pellicole del genio riminese: ” Er vecchio che se perde nella nebbia. Che poi sarebbero tutti i suoi sogni…”

Il catalogo – Edito da Dario Cimorelli Editore, presenta saggi di Gianfranco Angelucci (sceneggiatore del film Intervista), Mauro Carrera, Eugenia Paulicelli, Stefano Roffi, oltre alla riproduzione a colori delle opere esposte.



Fellini. Cinema è sogno
Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Dal 18 marzo al 2 luglio 2023. Aperto anche tutti i festivi. Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperto anche lunedì di Pasqua, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno. Lunedì chiuso (aperto Lunedì di Pasqua, lunedì 24 aprile in quanto ponte e lunedì 1° maggio in quanto festivo).
Ingresso: € 14 valido anche per le raccolte permanenti, il Parco romantico e la grande mostra dedicata a Felice Casorati – € 12 per gruppi di almeno quindici persone – € 5 per le scuole.
Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148  info@magnanirocca.it  www.magnanirocca.it    
Il sabato ore 16.30 e la domenica e festivi ore 11.30, 16, 17, visita alla mostra Casorati e alla mostra focus dedicata a Federico Fellini con guida specializzata; è possibile prenotare via mail a segreteria@magnanirocca.it , oppure presentarsi all’ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo € 19 (ingresso e guida).       
 
Ufficio Stampa: Studio ESSECI  Sergio Campagnolo
Rif. Simone Raddi  simone@studioesseci.net  tel. 049 663499.
Cartella stampa e immagini: www.studioesseci.net
 
La mostra è realizzata grazie al contributo di:
FONDAZIONE CARIPARMA, CRÉDIT AGRICOLE ITALIA
Media partner: Gazzetta di Parma. 
Con la collaborazione di: Angeli Cornici, Bstrò, Cavazzoni Associati, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico.

Da oggi al Palazzo Ducale di Venezia la grande mostra “VITTORE CARPACCIO. Dipinti e disegni”

Vittore Carpaccio: Nascita della Vergine, ca. 1502/1503, olio su tela, 128,5 × 127,5 cm. Bergamo, Accademia Carrara

VITTORE CARPACCIO
Dipinti e disegni

Venezia, Palazzo Ducale, Appartamento del Doge

18 marzo – 18 giugno 2023

Mostra promossa dalla Fondazione Musei Civici Veneziani

In collaborazione con la National Gallery di Washington

A cura di Peter Humfrey, con Andrea Bellieni e Gretchen Hirschauer

Il Sindaco Luigi Brugnaro e Mariacristina Gribaudi, Presidente della Fondazione Musei Civici Veneziani, annunciano quello che si prefigura come il più atteso evento espositivo veneziano della stagione primaverile: la grande mostra ” Vittore Carpaccio. Dipinti e disegni” che, dal 18 marzo al 18 giugno, si potrà ammirare nell’Appartamento del Doge in Palazzo Ducale.

La grande retrospettiva si è potuta concretizzare grazie alla collaborazione tra i Musei Civici Veneziani e la National Gallery di Washington. La curatela del progetto è stata affidata Peter Humfrey, riconosciuto specialista del pittore e del suo contesto, con Andrea Bellieni, curatore dei Musei Civici di Venezia, e Gretchen Hirschauer, curatrice della pittura italiana e spagnola alla National Gallery of Art di Washington.

“La pittura di Vittore Carpaccio (1460/66 c. – 1525/26 c.) celebra – sottolinea la Presidente Gribaudi – la grandezza e lo splendore di Venezia al volgere del XV secolo, quando la città lagunare dominava un vasto impero marittimo e fioriva come centro di commerci internazionali e di cultura. I dipinti narrativi dell’artista – specie i famosi cicli realizzati per varie confraternite religiose – trasportano le storie sacre nella vita vera, collocandole in scenari fantastici, benché arricchiti con infiniti dettagli e riferimenti contemporanei. Ispirato dall’ambiente e dalla società della sua straordinaria città, Carpaccio unisce l’attenta osservazione della scena urbana con il suo particolare trasporto per il poetico e il fantastico”.

“Le sue opere, forse più di quelle di altri artisti veneziani del Rinascimento, rappresentano l’essenza della “venezianità”, ossia lo spettacolo sfarzoso e la mitologia della Repubblica Serenissima, in quel momento all’apogeo economico e culturale. Venezia , anche con questa mostra, celebra la sua storia, la sua tradizione, e un suoi illustre pittore che, con la sua arte, ha raccontato la Città, la sua bellezza riuscendo a tramandare fino a noi immagini di vita quotidiana di un passato che torna, così, a vivere” commenta il Sindaco Luigi Brugnaro.

Prestiti concessi generosamente da musei, chiese, istituti e collezioni private, d’Europa e degli Stati Uniti, consentono di riportare a Venezia opere da secoli lontane dalla laguna; talune inviate dallo stesso artista negli antichi territori un tempo legati alla Serenissima come l’Istria e la Dalmazia e mai finora tornate. Esse sono essenziali per poter ora proporre nelle sale dell’Appartamento Ducale un itinerario che documenta nella maniera più oggettiva e completa l’evoluzione dell’arte di Carpaccio. 45 dipinti di tema religioso, profano o di genere – tra essi alcuni di grandi dimensioni – evidenziano le grandi doti immaginative, narrative, descrittive, oltre alla sapiente tecnica pittorica dell’artista. Unitamente, un folto nucleo di disegni dimostra la sua speciale capacità di ‘studiare’ in maniera minuziosa e dettagliata la realtà, rivelando i suoi peculiari interessi per la natura, per la prospettiva, per i costumi del suo tempo, per gli effetti della luce.

Da notare che la precedente monografica dedicata al maestro veneziano risale al lontano 1963. “Con questa magnifica mostra, che giunge a conclusione di scoperte e nuove attribuzioni, nonché di restauri straordinariamente rivelatori, si è oggi in grado di proporre al pubblico e agli studiosi un’aggiornata rilettura storico-critica della pittura di Carpaccio e della sua evoluzione, dagli inizi e fino alle opere tarde, solitamente sminuite dalla critica”, afferma Andrea Bellieni, Responsabile del Museo Correr.

“Con tali essenziali obiettivi, dalla collaudata collaborazione di Fondazione Musei Civici di Venezia e National Gallery di Washington, con la cura scientifica di Peter Humfrey è nato il progetto della mostra nelle due sedi di Washington e Venezia, fondata su una selezione mirata delle più rappresentative opere dell’artista. L’intento è tracciare, in termini sia tematici che cronologici, il rigoroso sviluppo della pittura carpaccesca da una prospettiva aggiornata. In questo la mostra si avvantaggia anche di un consistente nucleo di disegni autografi del pittore, autore del più ampio corpus sopravvissuto di disegni “di studio” del primo Rinascimento” aggiunge Chiara Squarcina, Dirigente delle attività museali.

La mostra offre anche l’occasione, davvero unica, per ammirare finalmente riunite, le due parti di una scena già compiuta ed unitaria, separate in circostanze sconosciute verso la fine del Settecento: le “Due dame” del Museo Correr, possedute a Venezia da Teodoro Correr, si ricongiungono con la “Caccia in laguna”, già presente a Roma nella collezione dello zio cardinale di Napoleone e oggi nel Getty Museum di Los Angeles; si riforma così la conturbante scena con le due elegantissime nobildonne veneziane in annoiata attesa del ritorno dei mariti dalla caccia in laguna con archi e ‘ballotte’; una ‘storia’ psicologica raccontata da Carpaccio con sottile sensibilità e sublime fascino immaginativo (il grande storico inglese John Ruskin alla fine del secolo XIX ne fu letteralmente soggiogato), dipinta su quella che, in origine, quasi certamente era un’anta di porta a soffietto posta tra due ambienti di un raffinato, privatissimo interno veneziano.

Infine, per il visitatore appassionato la mostra non potrà che proseguire fuori Palazzo Ducale, in un itinerario cittadino che, sulle orme dei grandi viaggiatori, scrittori ed esteti di fine Ottocento – coloro che letteralmente riscoprirono grandezza e fascino di Carpaccio – raggiunge soprattutto i due capolavori del pittore, completi e intatti nello sedi d’origine o di elezione: il ciclo di sant’Orsola presso le Gallerie dell’Accademia e il ciclo di San Giorgio degli Schiavoni nella omonima Scuola.


Nota biografica

VITTORE CARPACCIO (1465 ca. / 1525 o 1526)

“Carpaccio” è una forma italianizzata derivata da “Scarpaza”, nome della famiglia di mercanti veneziani da cui nacque intorno al 1465 l’artista; dopo aver firmato un’opera giovanile “Vetor Scarpazo”, ha utilizzato varianti del latino “Carpatio” o “Carpathius” per il resto della sua carriera.

Nulla di sicuro si sa sulla formazione e sugli inizi della carriera di Carpaccio; è probabile che sia stato apprendista nella bottega dei Bellini, lavorando sia con Gentile che con Giovanni Bellini. Successivamente potrebbe aver viaggiato nel territorio italiano. La sua prima opera datata è l’Arrivo di Sant’Orsola a Colonia (1490), telero del vasto ciclo raffigurante la storia leggendaria della popolare santa, originariamente realizzato per la Scuola di Sant’Orsola (ora a Venezia, Gallerie dell’Accademia). In quegli anni, sebbene molto giovane e assai pochi dipinti sicuramente anteriori ci siano pervenuti, Carpaccio doveva già essersi affermato come pittore indipendente, tanto da ricevere una commissione di tale rilievo e importanza. Carpaccio è oggi conosciuto soprattutto per i cicli narrativi per le ‘scuole’ (confraternite laiche veneziane): oltre a quello di Sant’Orsola, eseguito nel corso degli anni Novanta del Quattrocento, ne realizzò per la Scuola di San Giorgio degli Schiavoni (unico ancora nella sede originaria) e per la Scuola degli Albanesi (oggi diviso in musei diversi a Venezia, Milano e Bergamo), entrambi databili al primo decennio del Cinquecento; infine, nel decennio successivo, il ciclo per la Scuola di Santo Stefano (anch’esso diviso in vari musei italiani e internazionali).

Nel 1494 Carpaccio contribuì con un proprio dipinto all’ampio ciclo ‘a più mani’ raffigurante i Miracoli del Reliquiario della Vera Croce della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista (ora a Venezia, Gallerie dell’Accademia). I teleri di Carpaccio realizzati per le Scuole contengono alcune delle immagini più memorabili della pittura rinascimentale veneziana: la vivace veduta urbana del Ponte di Rialto dal Miracolo della Vera Croce; San’Orsola dormiente nella sua camera da letto; San Giorgio che uccide il drago; Sant’Agostino nel suo studio con accanto il suo cagnolino.

Con la loro immediatezza narrativa, chiarezza spaziale, varietà di figure e appariscenza decorativa, le ‘storie’ di Carpaccio si collocano nella tradizione della pittura narrativa veneziana, sul solco e in parallelo di simili teleri di Gentile Bellini. Eppure, dalle sue opere spicca una personalità sorprendentemente originale, per vivacità aneddotica, spontanea umanità, nonchè per fantastiche ambientazioni architettoniche e paesaggistiche.

Non meno ‘iconiche’ sono altre sue immagini, come le due raffinatissime Due dame veneziane. Sorprendente è il suo speciale interesse per le specie botaniche e per il mondo degli animali, descritti analiticamente con intento indagatore assolutamente moderno e originale.

Nel 1507 ebbe definitivo riconoscimento col prestigioso incarico, pare raccomandato dal celebre Giovanni Bellini, per eseguire alcuni grandi dipinti storici destinati alla Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale (distrutti nell’incendio del 1577).

Il Carpaccio eseguì anche vari polittici e pale d’altare per chiese di Venezia e dello Stato veneto, dalla Lombardia alla Dalmazia; tuttavia, nell’ambito della pittura sacra, più efficaci solitamente appaiono le opere devozionali private di minori dimensioni, alcune delle quali dipinte con gli stessi inventiva e fascino dei gradi cicli.

Di Carpaccio possediamo, suddiviso in tante collezioni internazionali, il più ampio nucleo di disegni – studi compositivi d’insieme, o di dettaglio – pervenutoci da un pittore del rinascimento. L’analisi di tale importante corpus grafico ci mostra in concreto la ricetta delle sue sapienza compositivo-spaziale e grande padronanza di luce e colore, sperimentate col disegno su carta e poi riversate poi nei dipinti con tecnica fluida e sensibilissima.

La carriera di Carpaccio giunge al culmine, anche con il più generale riconoscimento del pubblico, tra il primo e il secondo decennio del nuovo secolo. Ma quello è anche il momento dell’irrompere a Venezia delle novità portate dai giovani pittori innovatori, in primis Giorgione, con la nuova poetica sentimentale servita dalla innovativa tecnica pittorica ‘tonale’. Carpaccio non fu insensibile a tali novità, ma sembra prenderne atto superficialmente, ossia per isolate felici suggestioni, rimanendo invece sempre fedele alla sua pittura analitica, minuziosa e prospettica. Così facendo Carpaccio progressivamente sembra distaccarsi dalla scena artistica veneziana assetata di novità; quindi lavora principalmente per lo ‘Stato da terra’, mandando opere soprattutto in Istria e Dalmazia, oltre che che verso i territori Treviso, Bergamo ecc. Parallelamente anche la sua ispirazione pare diminuire, ricorrendo frequentemente al riuso di modelli figurativi precedenti, nonché ricorrendo sempre più largamente all’aiuto di allievi e collaboratori (in primis il figlio Benedetto), per esecuzioni pittoriche certamente ancora d’effetto, ma non più minuziosamente accurate come nelle opere giovanili e della prima maturità totalmente autografe. Morì nel 1525 o 1526, lasciando a Venezia, ma non solo, una duratura fama di eccellenza pittorica. Sarà la storiografia della fine dell’Ottocento a recuperarne la figura, definitivamente consacrata nel Novecento quale il maggiore e più evocativo interprete, soprattutto con la forza immaginifica delle sue scenografiche visioni, architettoniche e naturalistiche, di quello che fu l’apogeo della civiltà rinascimentale a Venezia.


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In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
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30124 Venezia
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La Biblioteca Regionale di Messina presenta l’evento “Verso_Altrove. Appunti di un Viaggio”

In collaborazione con i Club per l’Unesco di Messina e di Udine, e il Museo del Novecento, la Biblioteca Regionale di Messina organizza un evento articolato su due giornate in due diverse location, titolato “Verso_Altrove. Appunti di un Viaggio”.

Il primo appuntamento è programmato per sabato 18 marzo 2023, alle ore 17, presso la Sala Lettura della Biblioteca con un incontro-conferenza sul tema del viaggio contemplato nell’accezione di paradigma della vita e percorso esistenziale e identitario.

In esposizione un campionario esemplare delle  Opere scultoree dell’Artista Michela Sbuelz che sarà presente. Altresì, saranno messi a disposizione dei fruitori un cospicuo numero di testi in argomento, corredati dalle Bibliografie tematiche d’Istituto, che resteranno visitabili fino al 28 aprile c.a. (lunedì-venerdì, ore 9-13; mercoledì anche di pomeriggio 15-17:30).

Il secondo appuntamento avrà luogo Domenica 19,  alle ore 10:30presso il Museo del Novecento, con l’inaugurazione della  mostra di opere scultoree di Michela Sbuelz, da fruire fino alla fine di aprile (mattina, h 10-13: martedì, giovedì e sabato; pomeriggio, h 16-19: lunedì, mercoledì e venerdì).


Ufficio Relazioni con il Pubblico
 La Referente URP Funz. Dir.
 Maria Rita Morgana

urpbibliome@regione.sicilia.it
tel.090674564