Orvieto, Biblioteca Comunale “Luigi Fumi”: La violenza non è amore di Anna Izzo

Installazione

L’installazione “La violenza non è amore”

di Anna Izzo ad Orvieto

naugurazione e conferenza di presentazione
25 novembre 2023 ore 11.30

Biblioteca Comunale “Luigi Fumi” 
Piazza Febei | Orvieto (TR)

Fino al 3 marzo 2024

Il giorno 25 novembre 2023 alle ore 11.30, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, verrà presentata, presso la Biblioteca Comunale “Luigi Fumi”, Piazza Febei – Orvieto, l’installazione La violenza non è amore di Anna Izzo, a cura di Roberta Melasecca e con il patrocinio del Comune di Orvieto. 

Interverranno il Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, e l’Assessore alle Pari Opportunità, Alda Coppola: oltre alla presentazione dell’opera, insieme all’artista e alla curatrice, si farà il punto sui progetti e sulle iniziative dell’amministrazione comunale per la prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne; al termine si inaugurerà la scultura, posta nella stessa Piazza Febei fino al 3 marzo 2024. 

La scultura monumentale arriva, dunque, nella città umbra, dopo un lungo viaggio iniziato nel 2021 e dopo aver toccato Città della Pieve, Fiumicino, Arezzo e San Quirico D’Orcia, sempre all’interno di giornate e ricorrenze quali il 25 novembre oppure l’8 marzo, al fine di diffondere il più possibile un preciso messaggio di denuncia, di consapevolezza ma anche di coraggio, fortezza e speranza. 

Come scrive la curatrice, Roberta Melasecca, nel testo critico, <<la scultura di Anna Izzo è un grido scomodo e stridente che si ode anche nel silenzio più assordante e da cui non è possibile distogliere lo sguardo>>. Infatti l’opera si presenta come un cuore d’acciaio, rosso, simbolo di amore e vita, rinchiuso all’interno di una gabbia, primitivo strumento di tortura e morte, tra sbarre coperte di ruggine, trafitto e appeso ad un gancio. 

Con tale rappresentazione <<l’artista imprime segni dolorosi alla materia, la plasma conservandone la durezza e la resistenza, ne calibra le forme ampliandole a dimensioni innaturali, costringe alla rimozione di uno stereotipato processo di narrazione basato sull’inerzia, sull’indifferenza e su strategie di occultamento e minimizzazione della violenza. Genera, in tal modo, un inusuale luogo di riflessione sui meccanismi di scomposizione e ricostruzione delle identità, sempre in progressivo divenire e in continuo confronto/scontro nei ruoli e negli ambiti sociali ed economici. La violenza non è amore afferma e suggella, con la sua evidente e inevitabile presenza, non più lo spazio di un istante nel quale riconsiderare le proprie relazioni ma una rivoluzione di pensieri ed azioni, una chiave di accesso a delle diverse politiche attive sul territorio che esulano da rappresentazioni radicate nelle convenzioni socio-culturali di un passato conosciuto e di un presente in via di definizione. Le gigantesche gabbie di Anna Izzo, alte quattro metri, a partire dalla scultura La violenza è una gabbia presentata a Capri nel 2020, sono gabbie emozionali, comportamentali e relazionali che riflettono un ordine normativo che chiude e rinchiude corpi e menti: l’artista compie, dunque, un passo verso una de-costruzione e de-consacrazione di un sistema non solo più individuale e personale ma comunitario e collettivo nel quale nuovi saranno i linguaggi, gli immaginari, le raffigurazioni, le conoscenze di una restaurata cittadinanza>>.

Anna Izzo, pittrice e scultrice, nasce a Taranto ma già adolescente si trasferisce a Sorrento dove il padre gallerista la introduce nel mondo dell’arte con una importante frequentazione di artisti della scuola napoletana. Le sue opere attraversano vari materiali, ferro, bronzo, resina, in una continua ricerca estetica innovativa. I suoi lavori hanno ricevuto consensi di importanti artisti: Arman, Daniel Spoerri, Mimmo Rotella, ecc. ed di illustri critici d’arte quali Costanzo Costantini, Vito Apuleio, Milena Milani, Linda De Sanctis, Ludovico Pratesi, Vittorio Sgarbi, Paolo Levi che hanno scritto e parlato di lei e dei suoi lavori con significativi apprezzamenti. Vive e lavora tra Roma e Siena ed espone in Italia e all’estero. Tra le ultime mostre: luglio 2016 Conference Center Hollywood USA; ottobre 2016 Jolly Madison New York; novembre 2016 Sofitel Conference Washington DC; dicembre 2016 Palazzo Francavilla Palermo ritiro premio Gran Maestro; gennaio 2017 Galleria La Vaccarella Roma; gennaio 2017 Palazzo Barion Taranto ritiro premio Taras per l’arte; febbraio 2017 Galleria San Vidal Venezia; luglio 2017 Teatro dal Verme Milano; ottobre 2017 Biennale Milano International Art Meeting; ottobre 2017 Biennale Venezia Spoleto Pavillon; novembre 2017 Biennale Mantova; dicembre 2017 Miami Meet Milano USA; gennaio 2018 Palazzo Ximenes Firenze; marzo 2018 Biennale delle Nazioni Venezia; giugno 2018 Auditorium Dell’acquario Genova ritiro premio Cristoforo Colombo; ottobre 2018 Roma Galleria Triphè La Seduzione; giugno 2019 Trofeo Maestri D’Italia ArtExpò Biennale internazionale Arte contemporanea Mantova; luglio 2019 premio Internazionale Michelangelo Firenze; settembre 2019 mostra Biancoscuro Art Contest Montecarlo; novembre 2019 personale di scultura La gabbia Museo d’Arte Sacra Castelmuzio; novembre 2019 Budapest ArtExpò Biennale D’Arte Italiana; marzo 2020 Capri Scultura monumentale dal titolo La Violenza è una Gabbia; febbraio 2021 esposizione sculture al Premio Vittorio Sgarbi a Ferrara; novembre 2021 Città della Pieve scultura monumentale dal titolo La violenza non è amore; maggio 2022 Fiumicino scultura monumentale dal titolo La violenza non è amore; novembre 2022-marzo 2023 Arezzo scultura monumentale dal titolo La violenza non è amore; marzo 2023 San Quirico D’Orcia scultura monumentale dal titolo La violenza non è amore.


INFO
 
La violenza non è amore
Installazione di Anna Izzo
Con il patrocinio del Comune di Orvieto
 
Inaugurazione 25 novembre 2023 ore 11.30
Biblioteca Comunale “Luigi Fumi” 
Piazza Febei | Orvieto (TR)
Fino al 3 marzo 2024
 
Anna Izzo
annaizzoart@gmail.com
www.annaizzoartdesign.com
 
Comunicazione
Roberta Melasecca_Interno 14 next/Melasecca PressOffice – blowart
roberta.melasecca@gmail.com
tel. 3494945612
cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Asti: da oggi la “Canestra” di Caravaggio, prima Natura Morta della storia dell’arte

Allestimento

Un prestito eccezionale: la celebre “Canestra di frutta” di Caravaggio arriva ad Asti.

La Canestra di Caravaggio è considerata la prima Natura Morta della storia dell’arte.
Una mostra straordinaria che ci racconta i segreti e gli enigmi della Natura Morta, partendo dall’analisi del capolavoro del Merisi, custodito da oltre quattrocento anni nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano.

Dal 25 novembre, Palazzo Mazzetti si arricchisce di opere cariche di simbologie, significati e indizi, specchio di costumi, necessità, fantasie e ossessioni delle società tra Cinquecento e Settecento.

La Canestra di Caravaggio. Segreti ed enigmi della Natura Morta è la straordinaria mostrache, a partire dal 25 novembre 2023 fino al 7 aprile 2024, a Palazzo Mazzetti di Asti vedrà protagonista indiscusso il celebre capolavoro del Merisi eccezionalmente prestato dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
Una mostra unica nel suo genere che – a cura dello storico dell’arte Costantino D’Orazio – racconta la nascita e l’evoluzione nel tempo della Natura Morta, genere pittorico che, nell’intera Storia dell’Arte italiana, viene inaugurato da Caravaggio proprio con la sua celebre Canestra di frutta (1597-1600).
A un Caravaggio appena ventitreenne l’opera viene commissionata dal Cardinale Federico Borromeo alla fine del Cinquecento e poi donata dallo stesso prelato milanese alla Biblioteca Ambrosiana nel 1607.

Ma cosa rappresentano un frutto, un fiore, un animale o un vaso da soli o all’interno di una composizione?
Come interpretare una gerbera gialla in primo piano o una composizione di limoni e cipolle?
Si tratta soltanto di prove di abilità dei pittori, di immagini puramente decorative, oppure possiamo leggervi enigmi da sciogliere?
La mostra astigiana offre al pubblico un vero e proprio vocabolario in cui ogni frutto, vegetale, oggetto o animale rivela il proprio segreto.
Prima che Caravaggio creasse la sua Canestra, qualsiasi elemento decorativo compariva soprattutto a corredo di una o più figure umane, in posa o alle prese con un’attività legata alla cucina, al mercato o all’agricoltura.

Caravaggio è il primo a cancellare la presenza umana, riservando alla sola frutta raccolta in un canestro il compito di comunicare il messaggio devozionale che la tradizione attribuisce ai prodotti della terra. In un’epoca fortemente condizionata dalla visione del mondo elaborata dal Concilio di Trento, anche la Canestra si inserisce negli strumenti di conversione elaborati dagli artisti per la Chiesa Cattolica.
Potrebbe infatti risultare assai strano che un Cardinale così colto e raffinato come il Borromeo abbia voluto arricchire la sua collezione con una semplice raccolta di frutti, alcuni anche bacati, distraendo per un attimo le sue attenzioni dalle scene sacre. Ma, in realtà, sono innumerevoli i significati che la Chiesa attribuisce a ciascun frutto presente nella tela caravaggesca: il limone è simbolo di purezza per l’acidità del suo succo; la pesca, composta da polpa, nocciolo e seme è simbolo della Trinità e la forma della sua foglia richiama quella della lingua, invito a pronunciare la verità.

Allestimento

Ma i frutti più pregnanti in questa composizione – tra le immagini più note anche perché ha campeggiato sulla banconota da centomila lire tra il 1994 e il 1998 – sono la mela e l’uva. In primo piano, è visibile sulla mela il foro prodotto da un verme, che destina il frutto alla sua fine precoce, mentre le foglie dell’uva compaiono fresche sulla sinistra e secche a destra. Si tratta di evidenti Memento mori, che Caravaggio esalta con un sapiente uso della luce e della superficie pittorica (le foglie sulla sinistra sono fresche e costellate di rugiada, quelle a destra sono ormai secche, fino a diventare soltanto ombre).
Il successo di questo quadro è talmente immediato da produrre la nascita di un genere, che nella mostra verrà indagato attraverso oltre venti preziose tele prestate da prestigiose collezioni private – come la collezione Pallavicini e la collezione Cremonini – e da vari e importanti musei (dalla Galleria Borghese alla Venaria Reale), esempi significativi appartenenti sia all’iconografia precedente alla Canestra sia dipinti dopo l’apparizione della “fiscella” di Caravaggio.

Come dimostra il Ragazzo con vassoio di susine di Nicolas Régnier, artista che a Roma subisce l’influenza di Caravaggio, all’inizio del Seicento molti artisti si muovono ancora nel solco della tradizione manierista, rielaborando soggetti caravaggeschi come il Ragazzo con canestra di frutta della Galleria Borghese. In questo ambito si colloca anche la Coppia di popolani con natura morta, che proviene dalla scena lombarda, nella quale Caravaggio si forma. Ne è una prova l’opera del pittore bergamasco Bartolomeo Bettera, nei cui dipinti compaiono strumenti musicali impolverati sotto tende sollevate alla maniera di un sipario: un’iconografia che riscuote un particolare successo nel Seicento, come dimostra la Composizione con cesta di frutta e specchio, avvolta da un tappeto, di Francesco Noletti, detto il Maltese.
Sarà però il genio di Caravaggio a irradiare una rivoluzione nelle generazioni successive, tra le quali alcuni artisti diventano veri e propri specialisti del genere, estremamente ricercati dai collezionisti più attenti.
Jan Brueghel Il GiovaneOrsolaMaddalena CacciaOctavianus Monfort sono solo alcuni dei nomi dei pittori che conducono una ricerca quasi esclusivamente dedicata alla Natura Morta, investigando i cambiamenti cromatici e luministici su elementi naturali privi di movimento. C’è sempre un’atmosfera di attesa in queste opere, dove la natura morta in realtà costituisce la soglia tra due momenti in cui la presenza dell’uomo è temporaneamente esclusa.

Una selezione di quadri provenienti da musei pubblici e da prestigiose collezioni private illustrano l’evoluzione del genere, ma soprattutto permettono al pubblico di scoprire tutti i significati nascosti negli elementi dipinti.

La mostra, con il contributo concesso dalla Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura, è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, in collaborazione con Arthemisia, con il patrocinio della Provincia di Asti e vede come sponsor il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti.
Catalogo edito da Skira.



SEDE
Palazzo Mazzetti
Corso Vittorio Alfieri, 357
14100 Asti

INFORMAZIONI
FONDAZIONE ASTI MUSEI
www.museidiasti.com
prenotazioni@fondazioneastimusei.it
info@fondazioneastimusei.it
T. +39 0141 530403

ORARI
Lunedì – domenica 10.00 – 19.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Hashtag ufficiale
CaravaggioAsti
@museidiasti
@arthemisiaarte

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T +39 06 69380306

Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it

Messina, BRUM: “Racconti vicino al vulcano” -silloge narrativa di Giorgio Infantino

Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo”
Presentazione della silloge narrativa

25 novembre 2023 ore 16:30
Sala Lettura

via I Settembre,117-Palazzo Arcivescovile

Si terrà sabato 25 novembre, alle ore 16:30, presso la Sala Lettura della Biblioteca Regionale Universitaria “G. Longo” di Messina, la presentazione della silloge narrativa “Racconti vicino al vulcano” dello scrittore messinese Giorgio Infantino (Edizioni creativa, 2023).
L’evento, si aprirà con i Saluti Istituzionali e l’Introduzione della Direttrice della Biblioteca, Avv. Tommasa Siragusa, che fungerà poi da Coordinatrice. Seguirà, quindi, il contributo di valore della Prof.ssa Paola Radici Colace, già Ordinario di Filologia Classica Unime. Sarà presente l’Autore.

Con l’occasione della presentazione del volume, che raccoglie tre racconti (Il rappresentante, Oltre, Il compleanno) ed è tributo all’Universo femminile, in cui la donna traspare fra le righe del narratore che pur parla attraverso i suoi protagonisti maschili, si celebrerà anche la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Scrittore prolifico, Giorgio Infantino, in questa raccolta intende omaggiare la donna, che è costante pungolo per innescare nell’uomo cambiamenti auspicabili, percorsi di arricchimento esistenziale e, dunque, sovente è guida autorevole e sprigiona energia assimilabile a quella vulcanica dell’intitolazione.

Pur nella poliedricità delle tematiche trattate… tutte con grande verosimiglianza, è innegabile l’introspezione dei personaggi, quale elemento di aggregazione delle storie, e anche dalla scelta delle citazioni che aprono ogni racconto si può evincere la natura di fondo dell’Autore, ribelle e poco incline al conformismo e alle regole imposte dall’alto, se non è in condizioni di introiettarle… è palmare l’inclinazione verso una esistenza autentica.

Giorgio Infantino, laureato in Scienze Politiche alla Luiss di Roma, perfezionatosi alla Bocconi di Milano col titolo di COGER (Consulente e Gestore di Risparmio privato), è libero professionista nel settore finanziario e assicurativo. Già autore di tre romanzi gialli (Under Performance, La gabbia del gatto, Farmaci scaduti) e di una raccolta di novelle (Aquile e gabbiani), è stato selezionato al Salone del Libro di Torino tra 150 autori in self publishing per il giallo-noir “La gabbia del gatto”. Una raccolta di storie brevi, inoltre, è fruibile gratuitamente sul sito ilmiolibro.it

(a cura di Maria Rita Morgana)


Post dell’iniziativa culturale saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte all’evento in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere ai Relatori durante l’incontro.
Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO:     Ufficio Relazioni con il Pubblico
                       tel.090674564
                       urpbibliome@regione.sicilia.it
                              

Roma: Programma Polo Museale Sapienza -“MUSEI IN MUSICA” 


UFFICIO STAMPA CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

Tel: 051 6569105               
info@culturaliart.com  www.culturaliart.com
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Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann
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Venezia, Ca’ Pesaro, Sale Dom Pérignon: MAURIZIO PELLEGRIN. Me stesso e io

Maurizio Pellegrin, The Gentleman, 2014, olio su tela del XIX secolo, filo, tessuto,104×64 cm – 19th Century oil on canvas, Thread, Fabric, 104×64 cm.

Venezia, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna Sale Dom Pérignon

24 novembre 2023 – 1 aprile 2024 

a cura di Elisabetta Barisoni 
in collaborazione con Marignana Arte e Galleria Michela Rizzo
con il sostegno di Banca Prealpi

Un artista che attraverso ensemble di oggetti dismessi porta in scena “ciò che è stato”; un passato non inteso come un reliquiario ma memoria carica di nuova energia, ritratti legati alla ricerca e alla costruzione dell’identità individuale a partire da una collettività generatrice.  
È questo Maurizio Pellegrin, artista veneziano residente a New York, che con la personale MAURIZIO PELLEGRIN. Me stesso e io nella sale Dom Pérignon di Ca’ Pesaro propone un dialogo ideale con la grande mostra Il ritratto veneziano dell’Ottocento, adiacente al secondo piano del museo; il ritratto contemporaneo si confronta così con il ritratto classico, ottocentesco, partendo dalla prima sala con una serie di autoritratti dell’artista alternati a rappresentazioni della città d’origine, memorie di disegni e appunti del passato, 104 Eyes and 1 Block Dot, 2011 e Drawings 1984 – 2002, proseguendo nella seconda sala con due opere monumentali: The Others, ritratti del Settecento e Ottocento, progetto site-specific realizzato appositamente per interpretare la mostra inaugurata a Ca’ Pesaro lo scorso 21 ottobre; e Memories (The Corsets), reperti di umanità in cui il ritratto emerge come assenza e la biancheria intima appesa di donne del passato è messa a confronto con i preziosi indumenti raffigurati nella mostra dell’Ottocento. 

Pellegrin si pone come connettore tra una visione contemporanea del ritratto, dunque documentazione di un hic et nunc realmente accaduto, legato alla realtà, e un’interpretazione ottocentesca per la quale, il ritratto, è da intendersi come celebrazione e consacrazione all’eternità; il processo che conduce alla costruzione della propria identità non raccoglie dunque volti dei suoi contemporanei ma individui appartenenti al XVIII e XIX secolo. 

Venezia fa da cornice e lega ancora una volta le due mostre, città di partenza di Maurizio Pellegrin e destinazione di Nino Barbantini, primo direttore di Ca’ Pesaro e curatore dell’esposizione storica di riferimento per Il ritratto veneziano dell’Ottocento del 1923, che arrivato da Ferrara, scelse la città lagunare come sua dimora. 


Contatti per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
In collaborazione con 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Ref. Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net

Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Santa Croce 2076
30135 Venezia
Tel. +39 041 721127
capesaro.visitmuve.it

Contigliano (Rieti): Conclusa la VII ed. della Residenza Internazionale del Cinema

Castello Errante 2023 – Credits Jordan Gimenez

Si è conclusa la VII edizione di Castello ErranteResidenza Internazionale del Cinema, esperienza formativa innovativa che supporta il settore dell’audiovisivo. Giovani professionisti under-35, provenienti dall’Italia e dai paesi dell’America Latina, hanno lavorato quest’anno all’interno del borgo di Contigliano, in provincia di Rieti, con l’obiettivo di mostrare che realizzare cinema e produzioni audiovisive a basso impatto ambientale nei luoghi della provincia italiana, coniugando formazione e ricerca, è oggi possibile.

“È stata una edizione incredibile, che ha dato prova di una costante crescita dell’iniziativa” – dichiara Adele Dell’Erario, direttrice e ideatrice del progetto Castello Errante. “Abbiamo girato il cortometraggio nel suggestivo santuario di Poggio Bustone, coinvolgendo un team professionale in una location straordinaria con attori molto giovani. È stata una grande sfida che sembrerebbe vinta. Le riprese si sono estese a vari luoghi della Valle Santa e delle zone limitrofe, inclusa la Chiesa di Pieve San Lorenzo dove alcuni studenti hanno studiato e reinterpretato in chiave contemporanea la natività, una tematica particolarmente sentita in queste zone, famose per i loro presepi. I risultati dei lavori sembrano estremamente entusiasmanti”.

Aggiunge Dell’Erario: “Per quanto riguarda la formazione, le attività si sono integrate in modo ancor più armonioso nell’intero programma. La classe di Philipp Ros si è rivelata propedeutica per il cortometraggio di finzione, con particolare attenzione al dettaglio. Allo stesso modo, la masterclass notturna di Jorge Igual, tenutasi in una delle suggestive location del documentario, ha arricchito ulteriormente l’esperienza formativa e dato spunti di lavoro al laboratorio dedicato al documentario. Una menzione speciale va al lavoro di Katrin Richtofer, che ha condotto la sua masterclass presso la Scuola Gianmaria Volontè di Roma, incentrata sulle pratiche della sostenibilità ambientale nella produzione audiovisiva e nel cinema contemporaneo”.

Castello Errante si distingue proprio per l’impronta sostenibile che caratterizza la sua intera filiera produttiva. Il progetto si impegna attivamente nella riduzione dell’impatto ambientale delle produzioni audiovisive, promuovendo pratiche responsabili e sostenibili. Attraverso l’implementazione di strategie eco-friendly durante le riprese, come l’uso di energia rinnovabile, la gestione consapevole dei rifiuti e l’attenzione alla biodiversità delle location, Castello Errante dimostra un impegno tangibile verso la sostenibilità ambientale, contribuendo anche a sensibilizzare i partecipanti sull’importanza di un approccio ecologico nella produzione cinematografica, ispirando nuove generazioni di cineasti a perseguire queste pratiche nel loro lavoro.

Castello Errante 2023 – Credits Jordan Gimenez

Castello Errante ha intessuto un profondo dialogo con il suggestivo territorio di Contigliano, ricco di bellezze naturali e storiche. La troupe del progetto ha immerso le proprie radici in questa terra, lavorando alla realizzazione di cortometraggio ispirato alla sceneggiatura dal titolo provvisorio “Andiamo Guerriero”, vincitrice delle selezioni di quest’anno e scritta da Vivian Barbullushi e Laura Raccanelli, coadiuvati dal prezioso supporto di Valia Santella, regista e sceneggiatrice già al lavoro con importanti nomi del cinema italiano. Il paesaggio unico della Sabina ha fornito uno sfondo autentico e coinvolgente per la narrazione della storia.

Il lavoro della troupe non si è limitato al cortometraggio, ma ha abbracciato anche la creazione di un documentario. Il team di produzione era composta da talentuosi professionisti provenienti da diverse parti del mondo: Regista – Antonio Donato (Italia), Assistente alla regia – Santino Taratuto (Argentina), Direttore della fotografia – Ankalli Flores Maldonado (Ecuador), 1° assistente camera – Claudia de la Caridad Hernández Cepero (Cuba), 2° assistente camera – Sebastian Cristobal Bahamondes Gonzalez (Cile), Fonico – Edwin Ricardo Hidalgo Bastidas (Ecuador), Scenografa – Luz Quevedo Duarte (Argentina), Assistente scenografa – Camila Prieto Sibaja (Costa Rica), Costumista – Ana Maria Vásquez Rodríguez (Colombia), Regista del documentario – Jordan Gimenez (Paraguay), Montatrice – Javiera Gutiérrez Oleíza (Cile).

Castello Errante è organizzato dalla Occhi di Giove srl con il sostegno di: Ministero della Cultura, Programma Ibermedia, Regione Lazio; con il patrocinio di: IILA – Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana, Roma Lazio Film Commission, Comune di Contigliano; in collaborazione con: le Ambasciate di Argentina, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Guatemala, Haiti, Honduras, Messico, Nicaragua, Repubblica Domenicana, Uruguay e Venezuela, Doc/it – Associazione Documentaristi Italiani, AANT Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie, Rassegna NON È  VERO (Fermo), Icaro International Film Festival (Guatemala); deleFOCO e Shnit Fest (Costa Rica); Amazonia del Plata (Argentina); The Short Film Lab (Argentina), Festival Imago (Cuba), Ficma (Messico), Fenacir (Messico), Libélula Dorada International Short film Festival (Repubblica Domenicana) e Proceso de Error – Festival Internacional de Video Experimental  (Cile).


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