Bologna: Sentirearte presenta la mostra fotografica “NUOVO CINEMA ADRIATICO”

a cura di Sentirearte contemporary Art ed Erica Fuschini

OPENING 1 Dicembre ore 19.00

dal 1 Dicembre 2023 al 24 Febbraio

Entrata libera
Aperto tutti i giorni 15.30-22.30

Odeon Gallery
via mascarella, 3 Bologna
info tel. 051227916

La mostra fotografica a due temi sarà presentata nel centro storico di Bologna presso la Gallery dell’Odeon, cinema storico di Bologna. Saranno esposti 20 lavori fotografici dei Paritani, fotografi contemporanei acclamati nel panorama nazionale, avendo esposto in cineteche, teatro e museo.

Roberto Pari e Sergio Tani sono nati e vivono a Rimini. 
Hanno riposto la laurea in un cassetto per occuparsi di fotografia commerciale e creativa. Hanno sperimentato, per passione e per lavoro, diverse tecniche fotografiche, dallo still life creativo al bianco e nero, realizzato personalmente dallo scatto alla stampa. Da diversi anni si dedicano al ritratto in studio e ambientato, con il medio formato e il banco ottico hanno realizzato campagne pubblicitarie, riproduzioni di opere d’arte, fotografie di architettura.

Ciò che colpisce principalmente delle fotografie di “Nuovo Cinema Adriatico” è il contrasto tra elementi distanti e solitamente inaccostabili che provoca nello spettatore un profondo senso di ludico disorientamento. Abbiamo, infatti, in scena comuni pesci e crostacei tipici del nostro mare esposti in copertina sul set di alcuni tra più noti e iconici film internazionali. Di primo acchito si potrebbe pensare ad un fotomontaggio, ma come si può evincere dai set esposti in miniatura, si tratta di vere e proprie installazioni realizzate con scenografie (i set architettonici ricostruiti) e attori (i pesci “poveri” dell’Adriatico reperiti direttamente al banco della pescheria).

“Rapsodia in Blu” consiste in una seconda tipologia di lavori fotografici esposti all’interno della mostra “Nuovo Cinema Adriatico”, in questo filone i lavori riportano ad una ipotetica Rimini sommersa dal mare dove prende vita un mondo nuovo in cui pesci, coralli si fondono a paesaggi urbani come grattacieli, archi e ponti romani, macchine e tutto ciò che è contemporaneo ai nostri occhi.

Ciò che ne nasce è un luogo dove l’ironia dei Paritani apre a mondi onirici.


Da Sentirearte SentireArte@outlook.it 

Roma, HyunnArt Studio: Maurizio Pierfranceschi. Opere su carta

Piera e Artemio

a cura di Francesca Bottari

HyunnArt Studio
inaugurazione: sabato 25 novembre 2023
dalle ore 12.00 alle 20.00

durata mostra 25/11/2023 – 19/01/2024

Le opere su carta di Maurizio Pierfranceschi sono dodici figure in carta rigenerata, alcune sostenute da particolati supporti inclusi nella forma, su cui la pittura è intervenuta in piena autonomia. Un piccolo pantheon di sagome e composizioni sulle quali la lunga esperienza di pittore e scultore ha trovato una sua sintesi cristallina.

Le opere su carta di Maurizio Pierfranceschi sono dodici figure in carta rigenerata, alcune sostenute da particolati supporti inclusi nella forma, su cui la pittura è intervenuta in piena autonomia. Un piccolo pantheon di sagome e composizioni sulle quali la lunga esperienza di pittore e scultore ha trovato una sua sintesi cristallina.
Il bosco affollato e fatato in cui Pierfranceschi ci accoglie nella mostra romana è un distillato dell’essenza autentica del suo lavoro più che trentennale, ma anche di ciò che lui stesso è, persona e artista. Nelle dodici forme di carta rigenerata e dipinta – figure silenti e composte, ma vibranti di vita – ha lasciato confluire il suo mondo personale e figurativo, mosso da un’ispirazione che forse ha sorpreso anche lui, per urgenza e creatività felice: la sua vasta esperienza di artista versatile, tra pittura e scultura, le sue origini famigliari legate alla terra e alla natura, la cultura iconografica accumulata in anni di studio e contemplazione, ma anche la memoria personale e l’amicizia, valori fondanti che innervano la sua psiche e la sua mano.

Giuseppe

Solo a prima vista leggibili come opere di carta dipinta, i vari “Giorgio, Elisa, Giuseppe, Clivio, Piera, Loreto, Artemio, Medea” e gli altri, sono materialmente frutto di un processo di riciclaggio che discende dallo stesso lavoro di Pierfranceschi. E sono altresì il risultato di un cammino ideativo in cui l’artista ha attinto sia nella sua abbondante cultura figurativa sia in competenze nobilmente artigianali più innate che indotte, apprese in forma inconscia dalla schiera dei suoi affetti più cari, fin dall’infanzia.

Artemio

L’artista stesso ha dato alla mostra un titolo semplice e icastico. Perché la carta è dipinta, certo, ma la corrispondenza tra pigmento e supporto non è funzionale e costruttiva, né asseconda le norme della scultura cromatica, ma interviene sul corpo plastico generando una formidabile duplicazione espressiva. Questi due flussi oggi convergono nelle 12 figure edificate, giacché Pierfranceschi, qui artista e artefice, ne ha costruito scheletro e basi con ferri, legni e scatole, lasciando che la polpa di carta vi si adattasse docilmente; plasmate, poiché ottenute manipolando l’impasto umido, frutto di un laborioso processo; dipinte, laddove il pigmento, giunto dalla sua stessa produzione più recente (con cui la connessione iconografica e stilistica è lampante), si è disteso sulle superfici scabrose come un’arte impetuosa ma sorella. L’artista ha così testato, in questa nuovissima fase, la forza di un percorso esecutivo rigoroso e controllato che vede in ogni passaggio il risultato nella sua pienezza.Pierfranceschi ha sempre aspirato a ‘costruire’ la sua pittura, cercando sicura gestualità, spazialità misurata e controllo della materia in uso. In questa piccola folla di sagome la sua vocazione edificatrice ha trovato una felice formulazione: egli ha inventato un linguaggio e un processo, e finalmente costruito le sue opere su carta, dense di vita e di esperienza. Un piccolo pantheon di presenze animate dalla leggerezza della fiaba e dalla forza morale del mito.

www.mauriziopierfranceschi.it


HyunnArt Studio: viale Manzoni 85/87 00185 Roma
orario settimanale: dal martedì al venerdì 16.00/18.30
per appuntamento 3355477120 pdicapua57@gmail.com

Da Simona Pandolfi pandolfisimona.sp@gmail.com

Inaugurato il museo medievale di Monfalcone (Gorizia)

Inaugurazione, al centro Sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint – Foto di Fabrizio Ruzzier

INAUGURATO IL MUSEO MEDIEVALE DI MONFALCONE
Al via le visite anche alle altre risorse storiche e culturali della città

La spada “a una mano e mezza” rinvenuta nell’area adibita a bottega del fabbro durante il restauro dell’edificio che ospita il Comune di Monfalcone è uno tra i reperti più importanti esposti al Museo Medievale, inaugurato dal Sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, e dall’Assessore alla cultura, Luca Fasan, insieme alla Regione, con il video-saluto del Presidente, Massimiliano Fedriga, alla presenza di altre autorità e della Soprintendenza.

“Oggi raccontiamo il recupero delle nostre radici, che per noi rappresentano un grande valore, e lo facciamo restituendo alla città un pezzo importante della sua storia, che è la storia di tutti i suoi cittadini” – ha rilevato il sindaco Cisint.

“Il Museo Medievale non era previsto nel progetto di restauro del Municipio ma noi, nel 2018, abbiamo fortemente creduto in questa opportunità e abbiamo presentato in Regione un progetto di fattibilità tecnica economica per realizzarlo. Un progetto che è stato apprezzato e finanziato con 600.000 euro – ai quali sono stati aggiunti ulteriori 35.000 euro di fondi comunali – per creare un luogo che racchiudesse al suo interno cultura, storia e i simboli della nostra città. 

Un viaggio nel tempo che spiega chi siamo stati, e che noi, con schiena dritta e spina dorsale, abbiamo voluto valorizzare perché sono le nostre radici che ci consentono di guardare al futuro. Monfalcone è città della cultura e per noi questa è una giornata importante, che abbiamo voluto ulteriormente esaltare offrendo la possibilità, attraverso un open day, di scoprire e riscoprire le tante risorse storiche e culturali che Monfalcone ci regala”.

Un’arma dalla lunga lama, atta a essere brandeggiata con una mano a cavallo o con due mani a terra, in uso da parte della cavalleria pesante tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo e permetteva ampi e variegati attacchi di scherma.


Gli scavi dell’area archeologica – direzione scientifica Luigi Fozzati e Marta Novello – scavi Archeotest) per il restauro dell’edificio che ospita il Comune (RUP Enrico Englaro con la collaborazione di Fulvio Salvagno) hanno portato alla luce un vero tesoro della storia cittadina, rimasto per secoli sepolto sotto il pavimento dell’edificio. Sono emersi tratti delle fondazioni delle mura di cinta della città medievale e significativi resti dell’abitato del XIII-XVI secolo, con reperti archeologici in materiale ceramico e vitreo, metallo e osso, che ne documentano la vita quotidiana (strumenti di lavoro e di uso comune tra cui zappe, chiodi, monete, ceramiche di varia tipologia e foggia).

Grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e con la direzione scientifica della Soprintendenza Friuli Venezia Giulia (Simonetta Bonomi, Andrea Pessina, Antonella Crisma, Giorgia Musina, Marta Novello, Daniele Pasini, Micol Siboni e Paola Ventura), l’area archeologica racconta, attraverso un efficace allestimento museografico (a cura di GTRF Tortelli Frassoni Architetti Associati), una pagina importante della storia di Monfalcone.

Innalzata dai Patriarchi di Aquileia nel Medioevo sulle rovine di strutture tardo-antiche e in parte distrutta dalla Grande guerra, la Rocca di Monfalcone venne restaurata per cura della Soprintendenza tra il 1950 ed il 1955. Dal 30 marzo 1970 è sede del Museo Speleo-Paleontologico e dall’alto del suo possente torrione la vista si estende sulla città, il mare e la pianura, mentre di lato lo sguardo è protetto dai rilievi carsici, confermandone il ruolo di fortezza.



Città murata fin dal 1838, Monfalcone oggi conserva resti delle mura innalzate dai Patriarchi di Aquileia, che risalgono al 1526, anno in cui era podestà Giovanni Diedo. La città murata comprendeva un’esigua parte del territorio e la popolazione di Monfalcone abitava per lo più i borghi. Era attraversata completamente da una via, l’attuale via S. Ambrogio. Le chiavi delle porte si conservano nel palazzo Municipale.

Nel corso dell’Open day,  al MuCa-Museo della Cantieristica di Monfalcone è stata inaugurata la mostra Peripheral Memories, il progetto dell’Associazione IoDeposito che reinterpreta la storia industriale del territorio attraverso le inedite prospettive di dieci artisti contemporanei internazionali con visita guidata speciale per le scuole e per le autorità e la cerimonia di donazione delle opere di Neja Tomšič e Andreja Kargačin alla città e alle aziende che le hanno ospitate in residenza.

MuCA – Foto di Fabrizio Ruzzier

Il MuCa – unico museo italiano dedicato alla cantieristica – inaugurato nel 2017, con sede nell’ex Albergo Operai, illustra oltre un secolo di storia: è un museo diffuso, che coinvolge il territorio in maniera diretta, non soltanto con il percorso interno allo spazio espositivo, ma anche con una serie di percorsi esterni nel villaggio di Panzano e di visite guidate all’interno dello stabilimento Fincantieri, dove si possono ammirare alcune tra le più grandi navi da crociera in costruzione. Unico esempio di grande cantiere navale nel nord est d’Italia, ha notevole importanza anche sotto il profilo storico-testimoniale per il quartiere operaio cresciuto attorno alla fabbrica, significativo esempio di quartiere pianificato nell’epoca della seconda industrializzazione.

La Galleria Comunale d’Arte Contemporanea ha ospitato una conferenza del curatore della mostra “Dino, Mirko e Afro Basaldella. Destini paralleli e intrecciati“, prof. Davide Colombo, con la presentazione del catalogo dell’importante esposizione.

La mostra, il cui progetto è nato dall’amore per il territorio e per le eccellenze che lo hanno caratterizzato, è stato voluta e promossa dal Comune di Monfalcone in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia, il Consorzio Culturale del Monfalconese/Ecomuseo Territori e realizzata con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e con il supporto di diverse importanti realtà del territorio.

Mostra “Dino, Mirko e Afro Basaldella. Destini paralleli e intrecciati”
– Foto di Fabrizio Ruzzier

I tre fratelli Basaldella – Dino (1909-1977), Mirko (1910-1969) e Afro (1912-1976) – esordiscono insieme alla prima mostra della Scuola friulana d’avanguardia tenutasi a Udine nel 1928: una “generazione in rivolta” in nome del superamento delle istanze tradizionali. Da questo momento inizia una vicenda artistica che attraversa buona parte del Novecento, nutrita dalla dialettica tra un’origine culturale e artistica condivisa, e le scelte individuali legate a una propria specificità.
Attraverso quattro sezioni e una parte documentaria, la mostra affronta alcuni nodi delle ricerche dei tre fratelli Basaldella grazie a un confronto serrato tra opere scultoree e pittoriche in cui emergono parallelismi e divergenze presenti nelle loro scelte poetiche e linguistiche.

Il Museo Medievale di Monfalcone sarà aperto al pubblico dal lunedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 13.00 e lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica anche dalle ore 15.00 alle ore 18.00. 

Per info e prenotazioni telefonare al numero 334 6000121 o scrivere una mail all’indirizzo: booking@comune.monfalcone.go.it


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di Aldo Poduie e Federica Zar
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