Roma, Rosso20sette arte contemporanea: ROund trip in tiME: Laika/Shepard Fairey/Keith Haring

ROund trip in tiME
Laika / Shepard Fairey / Keith Haring

Testo di Edoardo Marcenaro

Opening sabato 9 marzo ore 18.00
 
Rosso20sette arte contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma
 
Fino al 13 aprile 2024

Sabato 9 marzo 2024 alle ore 18.00, Rosso20sette arte contemporanea presenta la mostra ROund trip in tiME: Laika / Shepard Fairey / Keith Haring, accompagnata da un testo di Edoardo Marcenaro.

ROund trip in tiME è un viaggio nella street art che inizia negli Stati Uniti nel 2023 e, andando indietro nel tempo, termina nel 1984 a Roma: un vero e proprio voyage à rebours.


Prima tappa – Laika
“STATES OF INJUSTICE” è il nuovo progetto della street artist Laika che torna a colpire con i suoi blitz, stavolta oltreoceano. Attraverso una serie di poster e installazioni, l’artista getta luce sulle forme di ingiustizia presenti negli Stati Uniti, svelando i molteplici aspetti oscuri, sia passati che presenti, di una nazione che si vanta del titolo di principale democrazia al mondo. Laika realizza una serie di interventi tra la fine di ottobre e la prima metà di novembre 2023, dal Texas alla California fino a raggiungere il confine messicano, per poi varcarlo e realizzare a Tijuana l’opera conclusiva. Le ingiustizie negli USA si presentano sotto varie forme, vari “stati”. Tra questi, quelli che catturano l’attenzione dell’artista sono il razzismo, la povertà, la violenza e la diffusione delle armi, la pena di morte, lo stato d’emergenza nazionale per la comunità LGBT+ americana, le leggi anti-aborto, il sistema sanitario privato e la questione migranti. Laika presenta, in mostra da Rosso20Sette Arte Contemporanea, alcune delle sue opere di “STATES OF INJUSTICE”, partendo da una sua certa ansia nell’andare in giro per luoghi pieni di gente armata, considerando la facilità con cui possono essere comprati fucili JR – 15 a soli $419. […] Altro tema affrontato da Laika durante il suo viaggio americano riguarda la legge dello Stato del Texas che vieta l’aborto, rappresentato nel suo lavoro “Bump Check”, in cui un poliziotto alla frontiera effettua un vero e proprio “controllo di gravidanza” con la domanda “Leaving Texas?” sullo schermo dell’ecografia. […]


Seconda tappa – Shepard Fairey aka Obey
Altro artivista è Shepard Fairey, meglio conosciuto come Obey, in mostra da Rosso20Sette Arte Contemporanea con tre delle sue opere più importanti. […] Nel 2008 Obey partecipa alla campagna elettorale di Barack Obama, trasformando il volto di uno sconosciuto senatore dell’Illinois in icona dell’arte contemporanea: 300.000 poster per invitare a votare Obama con la scritta HOPE che contribuiscono alla sua vittoria e nomina a Presidente degli Stati Uniti. [..] Otto anni dopo Hope, Obey torna a prendere parte alla campagna elettorale statunitense che porterà alle elezioni di Donal Trump, sostenendo il candidato avversario Bernie Sanders, ma questa volta interviene il giorno dopo le elezioni e la faccia del presidente americano proprio non compare! Per il progetto “We the People” lanciato dalla organizzazione non – profit Amplifier Foundation, Shepard Fairey realizza tre ritratti che verranno pubblicati a pagina intera sul Washington Post il 20 gennaio 2017 (giorno dell’inaugurazione), con pagine da staccare dal giornale per essere usate come cartelli oppure attaccate in giro per Washington D.C. Ogni ritratto è accompagnato da un messaggio forte e chiaro: “difendere la dignità” – “più grande della paura” – “proteggersi l’un l’altro”. […]


Terza tappa – Keith Haring 
Nel 1984 Keith Haring partecipa alla mostra “Arte di Frontiera – New York Graffiti”, nata dagli studi di Francesca Alinovi, curatrice, storica e critica di arte militante negli Anni Settanta e Ottanta, vittima del “delitto della musa del DAMS” di Bologna nel giugno 1983. Francesca nei primi Anni 80 incontra i giovani artisti che lavorano per le strade di New York, li porta in Italia. Tra loro c’è Keith Haring, che a Roma realizza un grande murales sulla facciata laterale del Palazzo delle Esposizioni e alcuni graffiti sulle pareti di vetro della linea metropolitana nella tratta tra Lepanto e Flaminio. Due bozzetti, uno su carta di block notes, l’altro su un foglio di giornale, sono in mostra da Rosso20Sette e ricordano la semplicità e la grandezza dell’opera di Keith Haring, di cui purtroppo non rimane alcuna traccia a Roma essendo i suoi lavori stati cancellati nel 1992 in occasione della visita del Presidente Gorbaciov.

Il fattore comune delle opere di Laika, Obey e Haring, e di tutti gli street artist che realizzano lavori per la strada in giro per il mondo, è l’effetto sorpresa di una nuova opera nel momento in cui compare sul muro sotto casa, sensazione che ho avuto recentemente la fortuna di vivere con l’opera di Laika “Le lacrime di Kabul” in prossimità di una sede di Emergency a Roma.”

(dal testo di Edoardo Marcenaro)

Durante il vernissage verrà presentato anche il dvd del film di cui Laika è stata protagonista “Life Is (Not) A Game“, diretto da Antonio Valerio Spera e prodotto da Morel Film Salon Indien Films, edito da VIGGO.

Per info sulle opere scrivere a info@rosso27.com.

ROund trip in tiME
Laika / Shepard Fairey / Keith Haring
Testo di Edoardo Marcenaro


Opening sabato 9 marzo ore 18.00
 
Fino al 13 aprile 2024
Orari: dal martedì al sabato 11-19.00
Rosso20sette arte contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma
info@rosso27.com
tel.06 64761113
www.rosso27.com
 
Ufficio stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
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tel. 349.4945612
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Venezia, Biennale Arte 2024: Robert Indiana “The Sweet Mystery” alle Procuratie Vecchie

Robert Indiana: Exploding Numbers, 1964–66, Oil on canvas. Four panels: 1: 12 × 12 in. (30.5 × 30.5 cm) 2: 24 × 24 in. (61 × 61 cm) 3: 36 × 36 in. (91.4 × 91.4 cm) 4: 48 × 48 in. (121.9 × 121.9 cm) Photo: Courtesy of Tom Powel Imaging, New York; Artwork© 2024 Morgan Art Foundation Ltd./ Artists Rights Society (ARS), NY
Courtesy The Robert Indiana Legacy Initiative
ROBERT INDIANA: THE SWEET MYSTERY
Evento collaterale della 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia
 
Venezia, Procuratie Vecchie in Piazza San Marco
17 aprile – 24 novembre 2024

Una nuova prospettiva su uno degli artisti più iconici al mondo

La mostra è visitabile dal 17 aprile al 24 novembre presso le Procuratie Vecchie in Piazza San Marco.
Presentata da Yorkshire Sculpture Park e curata da Matthew Lyons

Yorkshire Sculpture Park presenta Robert Indiana: The Sweet Mystery, evento collaterale ufficiale della 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, allestito presso lo storico complesso delle Procuratie Vecchie, recentemente restaurato dall’architetto David Chipperfield, vincitore del premio Pritzker. La mostra, sviluppata con The Robert Indiana Legacy Initiative, offre una prospettiva rivelatrice sull’opera di Indiana, incentrata sui temi fondamentali della spiritualità, dell’identità e della condizione umana, essenziali per comprendere l’evoluzione creativa dell’artista. Le opere in mostra ripercorrono sei decenni della carriera di Indiana e comprendono opere giovanili significative, alcune delle quali raramente esposte.

Simon Salama-Caro, fondatore e direttore di The Robert Indiana Legacy Initiative, ha dichiarato: “Con il passare degli anni è sempre più evidente come Bob Indiana sia stato uno dei più grandi artisti della nostra epoca. Aveva la straordinaria capacità di immergersi profondamente nello spirito del suo tempo, realizzando opere complesse, innovative, stratificate e di grande intensità emotiva. È meraviglioso constatare come l’eredità artistica di Bob sia ora riconosciuta alla Biennale di Venezia, dove le sue opere possono essere apprezzate sotto una nuova prospettiva accademica”.

Figura preminente dell’arte americana, Robert Indiana (1928-2018) è celebre per la serie iconica LOVE. Leader influente del Pop, si è distinto per aver affrontato rilevanti questioni sociali e politiche, inserendo nelle sue opere profondi riferimenti storici, letterari e biografici. Il titolo della mostra, The Sweet Mystery, è tratto da uno dei primi dipinti in cui Indiana ha inserito le parole, una pratica che caratterizzerà la sua carriera.

Clare Lilley, direttrice dello Yorkshire Sculpture Park e curatrice di Robert Indiana: Sculpture 1958-2018 (YSP 2022-23), ha dichiarato: “La reazione del pubblico all’opera di Robert Indiana testimonia la continua importanza di questo straordinario artista per nuove generazioni di persone diverse. Indiana ha risposto al mondo materiale reinventando e assemblando oggetti e immagini in un linguaggio nuovo, che amplifica le preoccupazioni politiche e sociali e promuove l’unità, l’accettazione e l’amore. La genialità di Indiana risiede nell’abilità di plasmare una poesia raffinata e decisa in forme materiali meticolosamente realizzate. È entusiasmante osservare come la sua opera interagirà con l’architettura delle Procuratie Vecchie e con un pubblico nuovo”.

Robert Indiana: The Sweet Mystery, curata da Matthew Lyons, rappresenta la più significativa esposizione dell’opera dell’artista in Italia. La mostra presenta oltre 40 opere, tra dipinti e sculture, che esplorano la condizione umana e la fede in tempi tumultuosi. Tra le opere principali esposte figurano The Sweet MysteryEAT/DIELove is God e The Melville Triptych.

Matthew Lyons ha commentato: “Questa mostra esplora con meticolosa maestria l’uso che Indiana fa dell’autoreferenzialità per indagare profonde questioni metafisiche sulla natura della vita. Integrando nelle sue opere dettagli biografici intricati, Indiana crea non solo una narrazione personale ma sottolinea anche i legami duraturi con i movimenti artistici radicali del passato in America. Attraverso una selezione tematica di opere, la mostra funge da portale che introduce una nuova generazione di spettatori alla prospettiva Pop peculiare e trascendentale di Indiana, mentre affrontano i loro pressanti dilemmi esistenziali in questo secolo”.

La mostra è ospitata al secondo piano delle Procuratie Vecchie, mentre il terzo piano è stato dedicato da Generali alla Home of The Human Safety Net e alla mostra interattiva “A World of Potential”, un hub aperto alla comunità internazionale che tratta i temi dell’inclusione sociale, dell’innovazione e della sostenibilità.

Il catalogo della mostra sarà completamente illustrato e includerà nuovi studi sull’opera dell’artista, con contributi di Clare Lilley, Allan Schwartzman e Matthew Lyons.  

Robert Indiana: The Sweet Mystery, 1960-62, Oil on canvas, 72 x 60 inches (182.9 x 152.4 cm) Photo: Courtesy of Tom Powel Imaging, New York; Artwork: © 2024 Morgan Art Foundation Ltd./ Artists Rights Society (ARS), NY
Courtesy The Robert Indiana Legacy Initiative

Dopo un’infanzia itinerante nel Midwest americano e una formazione artistica a Chicago e in Europa, Robert Indiana giunge a New York nel 1954 utilizzando ancora il suo nome di battesimo, Robert Clark. Due anni dopo, un incontro fortuito con Ellsworth Kelly modifica il corso personale e professionale della sua giovane esistenza.  

Si ritrova ben presto a vivere in un loft a Coenties Slip, un’area decadente di Lower Manhattan, dove i resti di un vivace passato marittimo si confondono con il fiorente settore finanziario. Avendo scarsi mezzi per il materiale artistico, Indiana crea assemblaggi usando i residui dell’attività portuale circostante, sviluppando parallelamente un linguaggio pittorico bidimensionale, in dialogo con l’affiatata comunità di vicini, tra cui artisti d’avanguardia come Kelly, Agnes Martin, James Rosenquist, Cy Twombly e Jack Youngerman. Durante questo periodo di fervore, in un atto di reinvenzione e rinascita si ribattezza con il nome del suo stato natale, l’Indiana. All’inizio degli anni Sessanta, realizza tele audaci, caratterizzate da geometrie pure, testi e numeri in toni non modulati, in risposta alla cultura visiva di un consumismo sempre più pervasivo. Le sue opere, ricche di reminiscenze personali e dettagli biografici, esplorano interrogativi universali sulla condizione umana e sulla fede in epoche turbolente, affrontando contemporaneamente temi legati all’identità queer e al sé. La sua peculiare forma di Pop art rappresenta un’estensione del radicalismo americano, attingendo alle radici dei trascendentalisti del XIX secolo e alla sperimentazione formale dei primi modernisti. Attraverso una selezione mirata che abbraccia oltre cinquant’anni di produzione artistica, comprese molte opere giovanili raramente esposte, Robert Indiana: The Sweet Mystery presenta Indiana a un nuovo pubblico, invitandolo a riflettere su questioni metafisiche di fronte alle sfide del XXI secolo.


Fondato nel 1977, YSP è un centro internazionale unico di scultura moderna e contemporanea. È un ente benevolo e un museo, situato nella tenuta di Bretton Hall, una proprietà del XVIII secolo che si estende su oltre 200 ettari nel West e South Yorkshire. Con un programma culturale straordinario, mostre itineranti e sculture permanenti e temporanee integrate nel paesaggio, nel corso della sua storia YSP ha collaborato con più di 1.000 artisti provenienti da oltre 40 Paesi. Tra questi Ai Weiwei, Fiona Banner, Tony Cragg, Leonardo Drew, Barbara Hepworth, Damien Hirst, Robert Indiana, KAWS, Lindsey Mendick, Henry Moore, Annie Morris, David Nash, Sean Scully, Chiharu Shiota, Yinka Shonibare CBE, David Smith, James Turrell, Joana Vasconcelos, Bill Viola ed Erwin Wurm.

Fondata nel 2022, The Robert Indiana Legacy Initiative  si impegna a diffondere la conoscenza e l’apprezzamento per la vastità e la profondità dell’opera di Robert Indiana. Rivolta a curatori, studiosi, collezionisti, professionisti del mercato dell’arte e al grande pubblico, The Robert Indiana Legacy Initiative gestisce una collezione e un archivio delle opere dell’artista, promuove e sostiene mostre e installazioni pubbliche, assiste e promuove la ricerca accademica su Indiana e la sua carriera artistica; gestisce il sito web ww.robertindiana.com e pubblica una newsletter.

Le Procuratie Vecchie sono state aperte al pubblico per la prima volta in 500 anni di storia nel 2022, dopo un’importante opera di restauro a cura di David Chipperfield, commissionata da Generali e diretta da Generali Real Estate. Il terzo piano ospita la sede di The Human Safety Net, fondazione attiva in 26 Paesi per liberare il potenziale di chi vive in condizioni di vulnerabilità. La mostra permanente “A World of Potential” e l’Art Studio sono concepiti come un’esperienza che guida i visitatori alla scoperta della combinazione unica dei punti di forza caratteriali individuali, consentendo loro di riconoscere le migliori qualità nelle persone che li circondano.  


Visita della mostra
La mostra è allestita al secondo piano delle Procuratie Vecchie, in Piazza San Marco n.105.

Uffici Stampa:
Polskin Arts
Megan V. Sprenger
megan.sprenger@finnpartners.com
 
Stampa Italiana
Studio ESSECI
Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net

Pasquale Aprile: ‘ORDINARY DAY’, il primo singolo che anticipa il nuovo album

PASQUALE APRILE:
‘ORDINARY DAY’,
IL PRIMO SINGOLO CHE ANTICIPA IL NUOVO ALBUM

Da venerdì 1 marzo è disponibile in rotazione radiofonica e in tutti i digital stores ‘Ordinary Day’, il nuovo singolo del musicista partenopeo Pasquale Aprile, il primo di una serie di singoli che anticipa l’uscita del nuovo album di inediti, previsto per il 2025. 
L’annuncio arriva a distanza di sei anni dal precedente album, con nuova musica che riflette la maturità artistica acquisita nel corso di questi anni di distacco dall’esordio discografico, forte di esperienze maturate nei concerti tra Italia, Francia e Germania, fino agli Usa.

‘Ordinary Day’ descrive le dinamiche di una giornata qualunque con le contraddizioni e gli ostacoli che Pasquale Aprile incontra nella sua quotidianità e che non riguardano solo lui, ma ognuno di noi. 

Tutti impegnati nell’assumere l’aspetto che gli altri si aspettano, il rischio di appiattimento è alto. In un’epoca dove la mistificazione sembra divenuta la regola, l’assenza di attenzione e curiosità rende i pensieri più cupi e porta con sé la rabbia. Per questo ‘Ordinary Day’ narra del tentativo di vivere ogni giorno in maniera ‘non’ ordinaria.

Pasquale Aprile a proposito del nuovo singolo dichiara: «Considero ‘Ordinary Day’ il manifesto della mia vita in questo momento: io sono qui, io sono questo. La musica mi aiuta a trasformare la rabbia in qualcosa di buono, di cui vado fiero, e mi auguro che il messaggio arrivi forte a chi come me non vuole vivere la propria vita in maniera banale e sommessa.».

Pasquale Aprile

Pasquale Aprile è un sassofonista e cantautore partenopeo dal talento eclettico e da un’innata indole blues, rock e funk. Sound energico ed appassionato ma anche romantico e sensuale è il suo tratto distintivo. 

La sua scrittura si è evoluta di pari passo con la sua costante esperienza dal vivo che lo ha portato anche fuori dall’Italia, tra Parigi e Berlino, fino a Memphis. 

Nel 2018 ha pubblicato ‘Crossing My Mind‘ il suo primo album solista, seguito da un nuovo capitolo discografico con uscita prevista nel 2025, anticipato da una serie di singoli.

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