Roma, Von Buren Contemporary: The Young Ones

Dall’alto in senso orario:
Daniele Antoniazzi, Passare inosservato, 2023, olio su tela, 130 x 95 cm
Lau_Lana, Peeking, 2024, ricamo su tela, 40 x 45 cm
Andrea Luzi, Rusty cake, 2023, olio, acrilico, colore per tessuto e resina su lino, 70 x 50cm
Mattia Barbalaco, Il supplente, 2023, olio su tela, 80 x 61 cm
Olmo Gasperini, Visitatore notturno, 2023, olio su tela, 81 x 66

Von Buren Contemporary presenta
 
THE YOUNG ONES
 
Con le opere di
Daniele Antoniazzi
Mattia Barbalaco
Olmo Gasperini
Lau_Lana
Andrea Luzi
 
Testo critico: Anna Gasperini
 
Vernissage
sabato 16 e domenica 17 marzo 2024
dalle 17:00 alle 21:00

la mostra resterà aperta fino al 13 aprile 2024
la galleria è aperta ogni giorno, dalle 11:00-13:30 e dalle 15:30-19:30
 
Von Buren Contemporary
Via Giulia 13, 00186 Roma

Von Buren Contemporary è orgogliosa di presentare THE YOUNG ONES, una mostra collettiva incentrata sulla Generazione Z italiana che celebra l’attività lunga e di successo di talent scouting della galleria.
La mostra esamina il lavoro di cinque artisti emergenti di età inferiore a 27 anni: Daniele Antoniazzi, Mattia Barbalaco, Olmo Gasperini, Lau_Lana e Andrea Luzi. Per completare la line-up dei giovani talenti, Von Buren Contemporary, ha scelto inoltre l’aspirante critica d’arte italiana Anna Gasperini per scrivere il testo di presentazione.

Ciascuno degli artisti selezionati cerca di offrire una nuova interpretazione dei mezzi tradizionali o è impegnato a sperimentare materiali non convenzionali. Tutti stanno creando lavori di alta qualità in modo costante, con disciplina e dedizione, sviluppando uno stile riconoscibile nella loro già copiosa produzione: elementi chiave questi che promettono bene per il loro futuro.

THE YOUNG ONES è la manifestazione della ricca e sempre più apprezzata attività di talent scouting di Michele von Büren, gallerista e curatrice della Von Buren Contemporary. Sono tantissimi i suoi artisti che hanno vinto premi e partecipato a eventi internazionali, ottenendo riconoscimenti condivisi dalla critica e dal mercato.

Daniele Antoniazzi, nato a Conegliano nel 1999, attualmente iscritto ad un programma post-laurea di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, crea paesaggi luminosi e vividi, popolati da figure solitarie e animali. Applicando il colore in modo liberamente espressionistico, Antoniazzi conferisce alle sue figure un aspetto arcaico mentre interagiscono con la campagna circostante, ma genera anche una sensazione inquietante mentre lo spettatore si chiede se l’artista stia tornando a un passato idilliaco o prospettando un futuro distopico.

Mattia Barbalaco, nato a Vibo Valentia nel 1999, si è recentemente laureato in Pittura con lode presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Narratore dall’indiscutibile abilità tecnica, Barbalaco immerge lo spettatore in una narrazione in cui molteplici filoni si svolgono misteriosamente, spesso in mezzo a una varietà di oggetti di scena e animali. Non è chiaro cosa stia accadendo esattamente e l’azione può essere sconcertante, ma c’è sempre la sensazione che per quanto l’atmosfera sia inquietante, complessa o sensualmente carica, lo spettatore può comunque riconoscere le emozioni in gioco.

Olmo Gasperini, nato a Roma nel 1997, si è laureato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel 2021 e sta ora completando un programma post-laurea. Gasperini è attualmente concentrato sulla rappresentazione di interni: spazi solitari e notturni, dove finestre che incorniciano cieli stellati rompono l’atmosfera claustrofobica. Il suo ultimo dipinto, incluso in questa mostra, è incentrato su una figura femminile sobria che affronta lo spettatore, attirandolo nel suo spazio riccamente colorato. Il lavoro di Gasperini è già stato esposto da note gallerie a Milano e Bologna.

Lau_Lana, nata a Jesolo, in provincia di Venezia, nel 1998, ha studiato moda. Avendo imparato a ricamare da bambina, Lau_Lana si rende presto conto che questo antico mestiere è la sua vera passione. Prendendo ispirazione dalla famosa località di mare in cui è cresciuta, ha iniziato a ‘dipingere’ con un filo di lana sulla tela, ricreando scene di spiaggia dove i colori, i motivi e la complessità dei costumi da bagno, delle sedie a sdraio e degli asciugamani dominano il quadro. Il forte legame con il territorio e la particolare attenzione alle donne forniscono a Lau_Lana materiale ricco per trasformare l’artigianato in arte.

Andrea Luzi, nato ad Ancona nel 1997, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nonostante la giovane età, la ricerca di Luzi lo ha già portato all’attenzione di varie gallerie e critici d’arte italiani. Le sue ultime opere monocromatiche sono intrise dell’influenza della Street Art, del simbolismo e del futurismo ispirato alla fantascienza. Un mix ipnotico di forme antropomorfe e organiche interagisce con elementi industriali e cibernetici per creare una dimensione vertiginosa. Questa mostra include anche dei monotipi di Luzi, presentati al pubblico per la prima volta.

Anna Gasperini, nata a Roma nel 2000, si è appena laureata in Storia dell’Arte all’Università La Sapienza di Roma.


Ufficio stampa
Alessandra Lenzi
+39 320.5621416
alessandralenzi.press@gmail.com

BRUM – “Il professor Pascoli a Messina, l’Iter Siculum e l’alunno sacerdote”

Si terrà sabato 9 marzo, alle ore 17, presso la Sala Lettura della Biblioteca Regionale Universitaria “G. Longo” di Messina, la presentazione del testo “Il professor Pascoli a Messina, l’Iter Siculum e l’alunno sacerdote”, scritto a sei mani da Sergio Di Giacomo, Giuseppe Salvatore Minutoli e Giuseppe Ramires (Città del Sole Edizioni, 2023).

L’iniziativa culturale si aprirà con i Saluti Istituzionali e l’Introduzione della Direttrice, Avv. Tommasa Siragusa; seguiranno, quindi, i contributi di valore della Prof.ssa Paola Radici Colace, già Ordinario di Filologia Classica presso l’Università degli Studi di Messina e del Prof. Fabio Stok, già Ordinario di Letteratura Latina presso l’Università di Roma Tor Vergata. Coordinerà l’evento il Dott. Nuccio Anselmo, Vice Capocronista della Gazzetta del Sud. Saranno presenti gli Autori. Al termine sarà lasciato ampio spazio al dibattito.

Sulla scorta di una precedente pubblicazione, impreziosita da un manoscritto inedito del Poeta, il testo, suddiviso in quattro parti, sarà di valido ausilio per conoscere e/o approfondire gli anni messinesi dell’insigne esponente del decadentismo italiano, Giovanni Pascoli (San Mauro Pascoli (FC)1855 – Bologna 1912)-sempre comunque in costante tensione fra la tradizione classicista carducciana e le nuove tematiche- Prosatore e fervido Critico letterario, in uno all’indagine sulla Sua spiritualità.



Post dell’iniziativa culturale saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte all’iniziativa in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere all’Autrice.
Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO: Ufficio Relazioni con il Pubblico
                  tel.090674564
urpbibliome@regione.sicilia.it

Trieste: Oltre 10mila persone hanno già visitato il museo e la mostra “HISTRI IN ISTRIA”

Oltre 10mila persone hanno già visitato la mostra “Histri in Istria”
“HISTRI IN ISTRIA”
oltre 10mila persone hanno già visitato il museo e la mostra
Per conoscere il popolo degli istri attraverso oltre 200 reperti archeologici

Oltre 10mila persone hanno visitato, da metà dicembre a inizio marzo, il museo e la mostra “Histri in Istria”, realizzata dalla Comunità Croata di Trieste/Hrvatska Zajednica u Trstu insieme al Museo Archeologico dell’Istria/Arheološki Muzej Istre u Puli, in coorganizzazione con il Comune di Trieste. Un piccolo gioiello composto da oltre 200 reperti archeologici ben esposti nell’ambito del prestigioso Museo di Antichità “J.J. Winckelmann” di Trieste (piazza della Cattedrale 1) che fanno scoprire il popolo che ha dato il nome alla penisola istriana e che ne ha abitato le terre fino alla caduta del centro fortificato di Nesazio nel 177 a.C.

Curata da Martina Blečić Kavur, Univerza na Primorskem/Università del Litorale Koper/Capodistria, la mostra è infatti volta a diffondere la conoscenza dell’antico popolo di origini indoeuropee che ha abitato la penisola istriana durante l’età del bronzo.

“Histri in Istria” resterà aperta al pubblico fino al 1° aprile 2024, da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 17.00.  In programma anche visite guidate con la Conservatrice del Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann Marzia Vidulli Torlo per evidenziare le corrispondenze con i materiali sempre presenti al Museo.

La mostra sugli Istri, realizzata in collaborazione con il Museo Archeologico dell’Istria di Pola/Arheološki Muzej Istre u Puli e in coorganizzazione con il Comune di Trieste, è al suo primo allestimento in Italia. È incentrata su storia, usi e costumi degli Istri, il popolo che ha dominato la vicina penisola istriana dal XII secolo a.C. fino alla definitiva conquista romana avvenuta nel 177 a.C. Attraverso un percorso visuale ed espositivo, allestito nelle sale al secondo piano del Museo di Antichità “J.J. Winckelmann” di Trieste, i visitatori possono ammirare oltre 200 reperti, tra i più significativi del patrimonio artistico e culturale istriano, che sono stati oggetto di allestimento nel 2013 nello spazio espositivo “Sacri Cuori” a Pola.

I reperti presentati sono il risultato di lunghe attività di ricerca e di attenti scavi archeologici nelle ricche necropoli e tombe degli Istri: provengono da tutta l’Istria, ma soprattutto dalla capitale del regno degli Istri, Nesazio, e poi da Pizzughi e dal Castelliere di Leme. Sono oggetti che ci parlano degli usi e costumi di questo popolo e della sua cultura dell’aldilà. Fulcro della mostra è la tomba esplorata nelle fondamenta del tempio romano B, nel 1981 a Nesazio, ricca di materiale archeologico. Tra i reperti certamente oggetto di interesse per i visitatori si segnalano le situle e un esemplare di imbarcazione che si fa risalire al 1200 a.C.

L’arte della situla: le situle sono vasi di bronzo con decorazioni floreali o raffiguranti momenti di vita quotidiana, come la caccia o le battaglie navali. Un’arte di cui si trovano testimonianze non solo in Istria ma anche in Slovenia e nel nord Italia, tra i Veneti e le popolazioni alpine, e in Europa centrale.

La nave degli Istri: rinvenuta 10 anni fa a due metri di profondità nel mare di Zambrattia, un villaggio del comune di Umago nell’Istria del nord, rappresenta uno dei più antichi esemplari di imbarcazione del Mediterraneo. Lunga circa 10 metri, è fatta risalire al 1200 a.C., è uno dei pochi esempi rappresentativi di una tecnica di costruzione utilizzata in un’epoca così antica: l’imbarcazione è costruita senza chiodi e le sue tavole di legno sono assemblate soltanto con cordame.


Le prime ricerche e i primi scavi in Istria sono stati condotti dai curatori e direttori dei musei triestini; così nel 1904 in località Pizzughi/Picugi, Carlo Marchesetti indagò le necropoli di tre castellieri posti in vista del mare presso Parenzo/Poreč e questi reperti sono esposti permanentemente in una sala del primo piano.

Sono stati poi Alberto Puschi e Piero Sticotti, ambedue direttori del Museo d’Antichità di Trieste, a compiere nei primi decenni del Novecento le prime indagini archeologiche nel sito di Visazze/Vizače, ritrovando la prova che lì era lo storico oppido di Nesazio, quello ricordato da Tito Livio quando narrava la seconda Guerra Istrica, che portò alla conquista romana di tutta l’Istria (testimoniato dal ritrovamento dell’iscrizione dedicata a Gordiano III da parte della Res Publica Nesactiensium). Una selezione dei materiali allora ritrovati e che subito tratti dallo scavo costituirono il nascente museo di Pola, accanto ad altri di scavi più recenti, compongono le sezioni della mostra ospitate al secondo piano.

I materiali della mostra trovano inoltre ancora un’altra corrispondenza con quelli esposti dal museo e nello specifico con la sezione dei vasi Magnogreci: questi ultimi provengono dal collezionismo triestino ottocentesco, in un naturale rapporto di contatti marittimi mercantili. La mostra degli Istri documenta come la relazione tra la Puglia e l’alto Adriatico trovi eco però già nel primo millennio avanti Cristo testimoniata dai vasi di produzione apula rinvenuti in tombe di Nesazio del V-IV secolo a.C., ma già anche nei quattro secoli precedenti.


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