L’Avanguardia nel deserto: una storia mai raccontata

Tatevosyan O.K.: La tenda della frutta. 1928, Olio su tela 67 x 85 cm
UZBEKISTAN: l’Avanguardia nel deserto. la Forma e il Simbolo
Venezia, Ca’ Foscari Esposizioni
17 aprile – 29 settembre 2024

La mostra “Uzbekistan. L’Avanguardia nel deserto” presenta per la prima volta al pubblico italiano e del mondo occidentale una pagina straordinaria e ancora poco nota dell’arte della prima metà del XX sec. Il progetto espositivo, che si dispone nella sede prestigiosa di Ca’ Foscari Esposizioni a Venezia, è promosso e sostenuto dalla Fondazione Uzbekistan Cultura ed è curato da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, direttori del Centro Studi sull’Arte Russa dell’Università Ca’ Foscari Venezia, coadiuvati da un prestigioso comitato scientifico internazionale; mette insieme, in un arco cronologico dalla fine dell’Ottocento al 1945, circa 100 opere (soprattutto dipinti su tela e su carta, cui si aggiungono emblematici reperti della tradizione tessile uzbeka) provenienti dal Museo Nazionale di Tashkent e dal Museo Savitsky di Nukus, quello che la stampa internazionale indica da qualche anno, non impropriamente, come “il Louvre del deserto”.

È la prima esposizione nella storia a stabilire delle precise relazioni tra le due più importanti raccolte d’arte del Novecento presenti in Uzbekistan: si tratta di un elemento fondamentale per comprendere la profondità di una vicenda artistica come questa, ma non è l’unica novità della mostra. Finora si era pensato infatti alle opere e agli artisti anche più innovativi che lavorano in Centro Asia nel terzo e quarto decennio del Novecento come a una declinazione periferica e marginale della grande svolta operata nelle capitali russe dal 1898 al 1922 da una straordinaria generazione di artisti (Fal’k, Kandinskij, Ekster, Lentulov, Rodčenko ecc.). Ciò che invece si potrà osservare è la genesi e il successivo sviluppo di una autentica scuola nazionale, di una “Avanguardia Orientalis” affascinante e unica. Un risultato straordinario, che è stato possibile ottenere solo affiancando la raccolta del Museo Nazionale di Tashkent (dove già all’inizio degli anni ’20 erano presenti importanti capolavori dell’Avanguardia russa, tra cui 4 opere di Kandinskij) con quella di Nukus: da una parte l’anticipata ricezione di una matrice di grande modernità, che riprende e diffonde anche tutte le esperienze dell’Europa occidentale, dall’altra la sua trasformazione in un linguaggio totalmente originale, multietnico e interdisciplinare.

La mostra presenta come sottotitolo “La forma e il simbolo”. Il primo termine rinvia all’influenza esercitata sulla pittura del Centro Asia dall’Avanguardia storica russa mediante le opere in parte inviate a Tashkent, in altra parte raccolte da Savickij a Nukus: una selezione di segni di straordinaria qualità, mai in precedenza inviati fuori dei confini dell’Uzbekistan, tra cui 4 opere di Kandinskij (due olii e due disegni su carta): Lentulov, Maškov, Popova, Rodčenko, Rozanova sono solo alcuni dei protagonisti di uno scenario, quello della nascita dell’astrattismo, da tempo riconosciuto come uno dei fondamenti dell’arte mondiale del Novecento.

A queste si aggiunge un’ampia selezione di opere dell’Avanguardia Orientalis. Sono l’esito di un dialogo culturale e artistico profondissimo: da una parte le secolari tradizioni delle sete sfavillanti e la raffinata palette delle decorazioni architettoniche che riprendono i colori del cielo e degli scenari naturali, l’incedere degli animali e i suoni di una lunga vicenda musicale; dall’altra l’esigenza non più rinviabile di un codice pittorico nuovo, mai in precedenza sperimentato nell’Oriente islamico. È proprio questo rapporto a conferire uno spessore simbolico alle opere su tela e su carta che sono esposte.

Ekster A.A.: natura morta, Tela, carta, tecnica mista,
collage 66 х 61 cm

Si tratta inoltre di un dialogo interculturale, che mette insieme artisti uzbeki, kazaki, armeni, russi d’Oriente, siberiani, quasi tutti formatisi a Mosca e a Pietrogrado, ma tutti radicati in una terra che scoprono e in cui scelgono di vivere e lavorare. L’Avanguardia Orientalis è pertanto un’Avanguardia inclusiva, di confronto e collaborazioni, di incontri e di comuni ascendenze.

È una storia spesso avventurosa, che la mostra di Venezia ha scelto di declinare ponendo su un piano di pari dignità i segni pittorici e grafici e quelli delle arti applicate, con una selezione di manufatti tessili che da una parte rivelano insospettabili consonanze con le moderne frontiere dell’arte, e insieme trasmettono, dall’altra, un patrimonio culturale profondamente simbolico, legato ad antichi culti e a pratiche millenarie.

Mashkov I.I.: Natura morta, Olio su tela 51,5 х 62 cm

La rassegna di Ca’ Foscari è anche l’occasione per richiamare l’attenzione internazionale sulla figura e l’opera di Igor Savickij.

La leggendaria figura di Savickij è la base del percorso, che ha tra i suoi obiettivi anche quello di far conoscere a un pubblico di non solo addetti ai lavori una personalità essenziale per preservare e tramandare molti aspetti, non solo dell’arte del XX sec., ma del complessivo Cultural Heritage dell’Uzbekistan. A lui si deve, nel bel mezzo del deserto nel Karakalpakstan, nella parte nord-occidentale dell’Uzbekistan, la costituzione di una delle più grandi collezioni di arte d’Avanguardia russa nel mondo, seconda in termini di quantità solo a quella del Museo Russo di San Pietroburgo, e pressoché unica testimonianza di uno dei più importanti movimenti artistici della storia russa del XX sec.

Archeologo di formazione, pittore per diletto e talento, collezionista per felice ossessione, dalla fine degli anni ’50 e fino agli anni ’70 del ‘900 Savickij ha raccolto a Nukus migliaia di reperti archeologici e manufatti di artigianato e arte popolare della regione, affiancandoli col tempo ad altre molte migliaia di dipinti e di fogli di grafica provenienti dall’Uzbekistan e dall’Unione Sovietica, in una concezione attualissima di “museo sintetico”, che la mostra riprende e ragiona nell’ampio catalogo Electa, come pure nella disposizione delle opere e nell’originale allestimento multimediale veneziano.

Savickij ha viaggiato senza sosta per raccogliere migliaia di opere d’arte che nel frattempo erano ormai scomparse anche dall’orizzonte e dalla memoria degli studi: le ha rintracciate negli atelier degli artisti o le ha acquistate da vedove ed eredi, nei “deserti” del rifiuto staliniano e post staliniano per la modernità dell’Avanguardia di inizio Novecento. Ha mantenuto al centro dei suoi interessi le opere degli artisti che avevano vissuto a lavorato nel Turkestan, dove lui stesso era stato evacuato negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Ha fatto rivivere nel deserto di Nukus le radici dell’arte moderna in Uzbekistan.

A  Savickij  si deve anche la comprensione e la raccolta di un importante, e pressoché inedito, gruppo di opere, pittoriche e grafiche, del Gruppo Amaravella (il termine, sanscrito, di etimologia incerta, probabilmente relativo a “spazio in espansione”), impegnato, in un breve volgere di anni, tra 1923 e 1928, a tradurre visivamente, nel solco della lezione di Nikolaj Roerich, i nodi cruciali delle teorie cosmiste all’epoca diffuse nel mondo russo. Il Museo di Nukus è il principale contenitore (e tra i pochissimi al mondo) di opere del Gruppo, che saranno esposte per la prima volta a Ca’ Foscari.


ORARI E APERTURE STRAORDINARIE
Martedì-Domenica: 10.00 -18.00
Lunedì chiuso
Ingresso libero
Apertura straordinaria serale sabato 22 giugno in occasione di Art Night

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La città di Alessandria si tinge di blues

Il 5 e 6 aprile i musicisti che saranno i protagonisti dell’ALE SOUND FESTIVAL adAlessandria avranno un prestigioso denominatore comune: il Blues. Questo genere musicale sarà la declinazione principale della manifestazione che si terrà presso il Teatro Ambra di Alessandria (D.L.F. Alessandria) con la direzione artistica di Gabriel Delta, famoso musicista sedotto in gioventù dal blues di B.B. King a Buenos Aires, trasferitosi in Italia e attivo nella scena nazionale ed internazionale ormai da diversi anni.  

Due giornate straordinarie, con artisti di livello internazionale, che porteranno sul palco un piccolo gioiello per gli amanti della musica, quella tradizione afroamericana che dal gospel e dagli spiritual è arrivata fino ad oggi, influenzando idoli rock come i Maneskin, Bruce Springsteen o Lady Gaga.

MAX PRANDI  
Da anni Max Prandi porta in giro per il mondo la musica che ama, il blues e i suoi
derivati, riproponendo in chiave minimalista i classici del genere e omaggiando i grandi maestri da John Lee Hooker a Otis Redding da Muddy Waters a Johnny Cash.

DARIO LOMBARDO & ANDREA SCAGLIARINI  
Dal 1978  hanno  approfondito ed affinato la conoscenza dei linguaggi del Blues attraverso le rispettive collaborazioni con molti musicisti statunitensi, primo fra tutti Phil Guy.
Nel loro spettacolo potremo ascoltare sia i ruvidi classici del Delta e del Piedmont Blues che  le più sofisticate atmosfere Folk Blues e Ragtime affiancate alla rilettura acustica di classici del Blues contemporaneo, della Soul Music e di alcuni dei brani originali.

PAOLO ERCOLI TRIO
Una formazione molto duttile che vede Paolo Ercoli destreggiarsi al Dobro, chitarra e mandolino, Rino Garzia al basso e Gino Carravieri alla batteria, proponendo uno spettacolo originale e atipico, quantomeno con queste sonorità strumentali che vanno dal Funky-Jazz-Blues al Country.

ATTILIO MALAMBRI
Attilio Malambri, in arte Little Til, cantante e pianista milanese, classe 2001, propone all’ascoltatore un vero e proprio tuffo nel passato  che parte dagli albori del jazz tradizionale di New Orleans e passa per il blues di Chicago, il country languido e malinconico alla Jimmie Rodgers o qualche storia strappalacrime alla Hank Williams.

MARCO PANDOLFI  
Pur essendo uno degli armonicisti blues italiani più richiesti, da diversi anni si esibisce soprattutto suonando chitarra e armonica insieme. È stato invitato a suonare in importanti festival in Europa e negli Stati Uniti, dove ha anche avuto l’occasione di registrare in Pennsylvania, Mississippi, Texas, California e Arizona. Ha collaborato con alcuni dei più grandi musicisti blues a livello mondiale: Paul Oscher, Richard Ray Farrell, Bob Margolin, Willie King, Bob Corritore, David Lee Durham, Greg Izor, Harvey Brooks, Preston Hubbard, Tom Walbank.

GNOLA BLUES BAND  
Maurizio “Gnola” Glielmo, artista dai lunghi e prestigiosi trascorsi nella scena del blues italiano. Per anni a fianco del leggendario Fabio Treves calca i palchi dei più importanti festival italiani e internazionali.
Maurizio Glielmo da così vita alla sua Gnola Blues Band che nasce ufficialmente nel 1989 con l’obbiettivo iniziale di percorrere inizialmente gli itinerari più classici del blues sino a fondere gli elementi della tradizione in interessanti composizioni originali.

L’Ale Sound Festival sarà presentato da Massimo Ferro 
Inizio concerti ore 21 
Teatro Ambra c/o DLF Viale Brigata Ravenna8 15121 Alessandria
La stagione 2023-24 del Teatro Ambra, Ambrabramadimusicaeteatro, nasce dalla sinergia tra il D.L.F. Alessandria-Asti e l’Associazione Commedia Community/Teatro della Juta, con il prezioso sostegno della Regione Piemonte e la collaborazione del Comune di Alessandria. 
BIGLIETTERIA ALE SOUND FESTIVAL Biglietto intero €15
Biglietto ridotto €13 (Soci DLF, Soci Unitre Alessandria, Over 65, Under 12) 
FESTIVAL PASS PER ENTRAMBE LE SERATE € 25 
BIGLIETTI ON LINE su Dyticket.it al link: 
https://www.diyticket.it/festivals/555/ale-sound-festival
Info, prenotazioni e biglietteria Teatro Ambra, Tel. 0131 252079 
Segreteria Da lunedì a Venerdì, 9:00 – 12:30 16:00 – 18:00 segreteria@dlfal.itwww.dlfal.it


Ufficio Stampa A-Z Press
Antonio Boschi
info@a-zpress.com

Mike Sponza, da oggi disponibile l’intera serie video delle Gold Mountain Sessions

YOUTUBE PLAYLIST VIDEO

MIKE SPONZA,
DA OGGI 
DISPONIBILE L’INTERA 
SERIE  VIDEO DELLE
GOLD MOUNTAIN SESSIONS

Da oggi venerdì 15 marzo Mike Sponza – musicista triestino alla continua ricerca di una evoluzione sonora – pubblica l’intera playlist dei video delle Gold Mountain Sessions, una serie di riprese e audio di altissima qualità che lo vedono all’opera con la sua formazione al completo, una vera e proprio assaggio di quello che con la sua band propone nelle esibizioni live!

Questo progetto, al quale Mike crede e lavora da tempo, rappresenta la vera essenza di una lunga ed importante carriera musicale che lo ha visto protagonista sui principali palchi di tutta Europa, e che porterà sui palchi dei festival dell’estate 2024 .

10 video, 10 istantanee per fissare l’energia di un concerto in un’ambientazione da studio televisivo.

Mike Sponza si esibisce con il suo ottetto, al completo, formazione perfetta per rendere al meglio le sue composizioni.

Una produzione audio-video hi-tech di altissimo livello con soluzioni tecniche state-of-the-art, seguita in ogni passo dall’etichetta svizzera Epops Music insieme agli allestimenti Mister X, azienda già collaboratrice di Elton John, Peter Gabriel e Aerosmith e da Davide Linzi, sound engineer italiano già al fianco di Negrita, Blanco e Alcatraz.

Tutto questo e molto altro ancora sono le Gold Mountain Sessions.

Ad accompagnare il band-leader in questo sontuoso progetto troviamo le vocalist Alexia Pillepich e Nicole Pellicani, la storica sezione ritmica che comprende il basso di Roby Maffioli e la batteria di Moreno ButtinarMichele Bonivento al pianoforte e organo Hammond, Giorgio Ruzzier alla tromba assieme ad Angelo Chiocca al sax tenore colorano ulteriormente il sound della Mike Sponza Band.

Chitarrista, cantante, compositore, bandleader, Mike Sponza vanta una carriera pluridecennale e collaborazioni internazionali. Ma soprattutto con i suoi progetti ‘Continental Shuffle’ e ‘Kakanic Blues’, è diventato uno degli esponenti di punta di quello che potremmo definire blues europeo. I suoi ultimi due album ‘Ergo Sum‘ e ‘Made In The Sixties’, prodotti agli Abbey Road Studios di Londra lo confermano prolifico autore e raffinato artista del contemporary blues. Grande appassionato di auto storiche e di arte, Sponza da anni cura la propria immagine ed il proprio sound in modo molto personale, regalando al suo pubblico un blues anticonvenzionale, con spettacoli di sempre altissimo valore ed intensità. 

Web: www.mikesponza.it
Facebook: www.facebook.com/mikesponzaofficial 
Instagram: https://www.instagram.com/mikesponza69/
YouTube: www.youtube.com/@mikesponza8769 
Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/artist/5FY9a7qpmUzFzlhkMmo9KI


Ufficio Stampa A-Z Press
info@a-zpress.com

Pisa, Museo della grafica: “L’arte incontra la botanica, acquerelli di Elena Zito”

Il Museo della Grafica (Comune di Pisa, Università di Pisa)  è lieto di invitarvi all’inaugurazione della mostra:

acquerelli di Elena Zito

Mercoledì 20 marzo, ore 17:00

Per maggiori informazioni Cliccare il logo

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060 (62-66-67)
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it

Pisa, Museo della grafica: “Alla ricerca dell’uovo d’oro”

In occasioni delle festività pasquali il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi (Comune di Pisa, Università di Pisa) organizza: 

Caccia al tesoro nelle sale del Museo!

Attività per famiglie

Domenica 24 marzo 2024, ore 15:30

Età consigliata: 6 – 11 anni

Dove sarà nascosto l’uovo d’oro? Scopriamolo insieme attraverso una divertente caccia al tesoro nelle sale del museo. In seguito realizzeremo una coloratissima opera d’arte a tema pasquale.

Costo: 6 € – Partecipazione su prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili. 

Prenotazioni all’indirizzo e-mail:  educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it

Scadenza prenotazioni: venerdì 22 marzo, ore 13:00 

È richiesta la presenza di un adulto accompagnatore per tutta la durata dell’attività

Per maggiori informazioni Cliccare il logo

Email: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it – Telefono: 050 2216059/070  

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it