Ochirbold Ayurzana presenterà la Mongolia alla 60a Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia

Ochirbold Ayurzana
foto di Jörg Wohlfromm ©/cortesia di www.nordart.de
Background: Degree, 2017-2019 Installazione di sculture, filo di ferro
320 x 2100 x 1700 cm (Premio NordArt 2019)

Nomin Chinbat, Commissario e Ministro della Cultura, Governo della Mongolia
©/cortesia di Ministero della Cultura della Mongolia.

Team Curatoriale
(a sinistra) Oyuntuya Oyunjargal, Curatrice e Inviata Culturale della Mongolia
(a destra) Dr. Gregor Jansen, Co-curatore e Direttore della Kunsthalle Düsseldorf
foto di AMPMC & Katja Illner ©/cortesia di AMPMC NGO & Kunsthalle Düsseldorf

Ad esporre per il Padiglione della Mongolia durante la 60ª Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia 2024 – sarà l’artista OCHIRBOLD Ayurzana.

I ruoli di curatore e co-curatore sono coperti da OYUNTUYA Oyunjargal, ambasciatore culturale della Mongolia in Germania, e da Dr. Gregor JANSEN, direttore della Kunsthalle Düsseldorf in Germania.

L’opera è stata commissionata dalla Ministra della cultura della Mongolia NOMIN Chinbat, a testimonianza del valore che lo Stato attribuisce alla collaborazione interculturale e alla condivisione e apprezzamento dell’arte in tutte le sue forme.

OCHIRBOLD Ayurzana, le cui opere nel corso degli anni si sono distinte per l’indagine della dimensione spirituale, presenta durante la mostra “Scoprire il Presente dal Futuro”, esposizioni scultoree interattive che riecheggiano un viaggio nelle profondità della coscienza.
Il tema della coscienza e della connessione dell’anima con il subconscio umano è chiaramente espresso attraverso le installazioni, con il teschio a tre occhi che richiama l’idea del viaggio verso l’Illuminazione; centro e ispirazione della mostra è anche la figura della divinità buddista Citipati, raffigurata spesso come due scheletri danzanti avvolti da fiamme, che OCHIRBOLD riporta grazie alla scultura del teschio con tre occhi e che a sua volta rimanda a l’impermanenza della vita, alla ricerca di una verità oltre la conoscenza e alla pura trasformazione e sviluppo della coscienza umana. Poiché protettrice e simbolo di cambiamento Citipati funge anche da guardia dell’innovazione tecnologica e digitale, una caratteristica della società odierna in continua espansione. Talvolta vista anche come divinità guardiana dell’ambiente, è possibile interpretare Citipati come protettore contro il funesto cambiamento climatico, rendendolo non solo spirito astratto e memoria culturale, ma anima che vive e si realizza anche nei problemi contemporanei.

Ochirbold Ayurzana
Scoprendo il presente dal futuro, 2024
Installazione di una coppia di sculture, alluminio e filo di ferro Ciascuna di dimensioni 260-350 x 800 x 300 cm
foto di Sukhzorig Bayansan
©/cortesia di 2024mongolian-pavilion.org

I movimenti delle installazioni riflettono la volontà di cooperazione e incontro globale, la interconnessione tra vari punti nel Nord e Sud del mondo che, a loro volta, ricordano le danze di Citipati e la rendono finalmente anche guida moderna di incontro e trasformazione culturale.

L’intento di OCHIRBOLD Ayurzana quindi è un esame della coscienza umana attraverso i livelli sociali e gli atteggiamenti umani in un contesto globale connesso e ricco di espressione artistica. “Scoprire il Presente dal Futuro” è la manifestazione di questo obiettivo, attraverso le installazioni scultoree intitolate “Scoprire la coscienza” e la rappresentazione storica di Citipati che caratterizza la mostra.

La mostra è collocata presso Arsenale Castello 2127A, di fronte all’ingresso della sede dell’Arsenale della Biennale Arte 2024. “Straniero dentro di me” si presenta come uno spazio dalle intriganti installazioni interattive, dove lo spettatore è trasportato in un viaggio sui diversi livelli di una coscienza superiore di sé e del suo contesto, libero e curioso nella sua meditazione.

Ochirbold Ayurzana
foto di Sukhzorig Bayansan
©/cortesia di 2024mongolian-pavilion.org

L’artista mongolo, nato nel 1976, ha definito il suo percorso artistico dall’analisi dell’idea di “coscienza”, che porta avanti dal 2014 attraverso una originale e unica esplorazione dei cambiamenti sociali verso un contesto di globalizzazione. La sua ricerca si concentra sull’evoluzione di questa “coscienza” in un contemporaneo scenario sovraccarico di flussi di informazioni e dinamismo. L’opera di OCHIRBOLD si caratterizza inoltre per la profonda riflessione sociale e per la critica che egli trasmette nelle sue installazioni scultoree esposte a livello internazionale. Esso consente all’osservatore una libera e personale interpretazione dell’opera e un’attiva riflessione che rende il suo operato unico nel suo genere. Le sue sculture, in particolare, consentono un’esperienza interattiva che invita a esplorare la bellezza interiore, anche all’interno delle idee critiche che rappresentano. Le sculture umane giganti e senza genere trasmettono l’idea di “coscienza”, assumendo una posa meditativa di fronte un centro a spirale che incarna il regno mentale e il mondo intermedio. Esse sono state create grazie all’uso di una fine maglia metallica ossidata che grazie alla sua natura permeabile comunica agli spettatori un senso di trascendenza. OCHIRBOLD rappresenta la sua ricerca sulla “coscienza” e manifesta nei suoi lavori la volontà di connettersi a uno spazio spirituale grazie a una superiore visione del mondo e dell’uomo che invita lo spettatore a meditare sulla propria vita interiore e sulla sua relazione con quello che lo circonda.

Le opere di OCHIRBOLD sono state accolte con entusiasmo in numerose mostre in tutto il mondo, tra cui Germania, Corea, Cina, Russia, Stati Uniti e naturalmente la Mongolia. Inoltre, le sue sculture di grandi dimensioni sono state collocate in spazi pubblici di rilievo, come il parco delle sculture presso la sede delle Nazioni Unite a New York.


Sito: http://www.2024mongolian-pavilion.org/
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Indirizzo: Padiglione della Mongolia 2024, Arsenale Castello Campo della Tana 2127A, Venezia
Ingresso gratuito

Periodo: dal 20 Aprile al 24 Novembre 2024
Orari d’apertura: dalle 10 alle 19


CONTATTO STAMPA:
Padiglione della Mongolia 2024

Zultsetseg Oyunjargal (Ufficio Comunicazione/PR Mongolia)
Cellulare: +976 99169084 (whatsApp, viber) | E-Mail: pr@2024mongolian-pavilion.org

Kathrin Luz (Ufficio Comunicazione/PR internazionale)
Cellulare: +49 (0) 171 3102472 | E-Mail: kl@luz-communication.de

Lisa Balasso, Design33 (Ufficio Stampa per la stampa italiana) Cellulare: +39 3484545145 | E-Mail: lisa@design33.it

Castello di Rivoli: Paolo Pellion di Persano – La semplice storia di un fotografo

1973 Marisa Merz
Paolo Pellion di Persano, Marisa Merz, 1973
Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli
Donazione eredi Paolo Pellion

Paolo Pellion di Persano
La semplice storia di un fotografo

A cura di Marcella Beccaria e Andrea Viliani

21 aprile – 8 settembre 2024
Secondo piano, Sala 18
Inaugurazione: sabato 20 aprile 2024, ore 18.30

La mostra Paolo Pellion di Persano. La semplice storia di un fotografo, a cura di Marcella Beccaria e Andrea Viliani, valorizza la generosa e articolata donazione avvenuta nel 2023 da parte degli eredi dell’Archivio del fotografo, inclusivo di oltre 44.000 negativi, al CRRI – Centro di Ricerca del Castello di Rivoli. Per la prima volta, la mostra presenta un gruppo significativo di fotografie dell’autore, comprendente molti inediti, e restituisce uno straordinario racconto nel quale l’energia artistica e intellettuale di Torino e del suo territorio è protagonista, insieme alla storia stessa del Museo. La mostra avviene in collaborazione con il nuovo Festival della fotografia EXPOSED, di cui è parte della programmazione ufficiale. Paolo Pellion di Persano. La semplice storia di un fotografo è sostenuta da Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
 
Allestita nella Sala 18 del Castello di Rivoli, la mostra prende in esame l’attività di Paolo Pellion di Persano (Castagneto Po, Torino, 1947-2017) a partire dagli esordi negli anni settanta, individuando nuclei tematici che scandiscono il suo operato: i viaggi, i fermenti sociali del periodo, gli sviluppi dell’Arte povera, il lavoro per altri settori creativi e l’interesse nei confronti del teatro. Indagine sulla precisione dello sguardo e sul ruolo della produzione dell’immagine fotografica nel processo artistico, la mostra si propone come un’occasione unica per ridefinire il ruolo della fotografia nell’evoluzione artistica nel contesto della vita culturale torinese.
 
Una sezione della mostra è dedicata alla lunga relazione tra Pellion e il Castello di Rivoli, istituzione di cui documenta l’inaugurazione nel 1984 e che segue con continuità fino al 2012 e oltre, arrivando a produrre una narrazione lucida ed emotivamente coinvolgente che restituisce la ricca stratigrafia storica, collezionistica ed espositiva presente in ogni sala del Museo. Oltre alle stampe originali, prodotte dall’autore, la mostra comprende infine anche materiale documentario, tra cui oggetti personali e strumenti di lavoro conservati nel suo laboratorio a Castagneto Po.

1974 Referendum divorzio
Paolo Pellion di Persano, Manifestazione per il referendum abrogativo sul divorzio, Perugia, 1974
Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea,
Rivoli-Torino
CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli
Donazione eredi Paolo Pellion

In occasione della mostra, il Castello di Rivoli pubblica inoltre un libro bilingue (italiano/inglese), a cura di Raffaella Perna, dedicato al lavoro di Pellion.
 
“Attraverso le sue fotografie, si può affermare che Paolo Pellion sia stato il primo biografo della storia del Museo d’Arte Contemporanea al Castello di Rivoli. La mostra riconosce quindi a Pellion tale ruolo, e accade proprio nel 2024, anno nel quale si celebra il quarantesimo anniversario del Museo”, affermano i curatori della mostra Marcella Beccaria, Vice Direttore del Castello di Rivoli e Responsabile del CRRI, e Andrea Viliani, Direttore del Museo delle Civiltà di Roma e già Responsabile del CRRI nel biennio 2020-2022.

Paolo Pellion di Persano – Biografia

Paolo Pellion di Persano (Castagneto Po, Torino, 11 febbraio 1947 – 16 ottobre 2017) studia Scienze Politiche a Torino e scatta le sue prime fotografie negli anni ’70 ritraendo luoghi e persone nei suoi lunghi viaggi in oriente e documentando i fermenti sociali in Italia. Nello stesso periodo inizia a collaborare con più artisti dell’Arte povera: li ritrae, ne documenta le opere, contribuisce alla realizzazione delle loro opere. Dal 1975 al 1986 per il regista Carlo Quartucci fotografa scenografie create da artisti quali Paolini, Kounellis, Weiner, Kirkeby, Buren, Merz, Fabro, Nitsch. Nel 1984-85 fotografa Ouverture, prima mostra del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, del quale documenterà da allora l’attività fino al 2012 e oltre. Parallelamente all’arte, dai primi anni ’80 e per i successivi trent’anni, realizza in Italia e all’estero centinaia di campagne pubblicitarie per noti marchi di abbigliamento. Persona curiosa e inventiva, ha intrapreso svariate attività, legate non solo alla fotografia, e ha brevettato sedie, culle, lettini e sdraio prodotti e venduti nel mondo e una camera oscura portatile contenuta in una valigia. Molto legato alla sua casa di famiglia nella campagna piemontese a Castagneto Po, ha prodotto miele, coltivato lavanda e piante micorrizate per la produzione di tartufi. Negli ultimi anni di vita si è dedicato al riordino del suo archivio e alla produzione di alcune stampe fotografiche tratte dai suoi scatti più significativi legati all’arte.

Il progetto è sostenuto da Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura

Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
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Ufficio Stampa Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Manuela Vasco | press@castellodirivoli.org | tel. 011.9565209
 
Consulenza Stampa
Stilema | anna.gilardi@stilema-to.it | tel. 011.530066

Castello di Rivoli: Titolo Primo, Ho sognato, Clara e altre storie – Rossella Biscotti

ROSSELLA BISCOTTI
Princess of Kasiruta (Principessa di Kasiruta), 2019
due fogli di gomma naturale/two natural rubber sheets, 230 x 105, 210 x 100 cm
Annalies, 2019
due fogli di gomma naturale/two natural rubber sheets, 200 x 100 cm ciascuno/each
Surati, 2019
due fogli di gomma naturale/two natural rubber sheets, 240 x 105, 210 x 100 cm
Sanikem—Nyai Ontosoroh—Madame Le Boucq, 2019
fogli di gomma naturale, colorante alimentare/natural rubber sheets, food coloring, 350 x 108 cm, 210 x 100 cm
Mei, 2019
due fogli di gomma naturale, colorante alimentare/two natural rubber sheets, food coloring, 240 x 60 cm ciascuno/each
Veduta dell’installazione /Installation view Gropius Bau, Berlino/Berlin, 2023
Courtesy l’artista/the artist

Titolo Primo, Ho sognato, Clara e altre storie
Rossella Biscotti

A cura di Marianna Vecellio

21 aprile – 25 novembre 2024
Castello, Terzo piano
Inaugurazione: sabato 20 aprile 2024, ore 18.30

Il Castello di Rivoli è lieto di annunciare Titolo Primo, Ho sognato, Clara e altre storie, la prima mostra antologica istituzionale di Rossella Biscotti (Molfetta, 1978), artista italiana di base in Olanda e Belgio. Esponente di punta di una generazione di artisti italiani che si è dedicata alla storia del nostro paese portandone alla luce nodi stratificati ed irrisolti, Biscotti ha fatto della ricerca e dell’analisi finalizzate a porre domande di interesse collettivo il centro del suo lavoro. Se all’inizio della sua carriera Biscotti si è concentrata sull’amnesia strutturale che segna la storia recente, i suoi ultimi lavori guardano alle risorse, al processo e alla circolazione delle materie prime e a come la politica della natura, l’economia e il genere si intersecano in narrazioni complesse. Biscotti combina la ricerca con la potente azione delle forme scultoree e della materia vibrante per creare opere dal potere suggestivo e dalla precisione forense.
 
Le opere di Biscotti sono spesso frutto di collaborazioni con altre discipline tra cui l’archeologia, l’antropologia, la geopolitica e le scienze ambientali. Utilizzando una vasta gamma di linguaggi tra cui l’installazione, la scultura, la performance, il suono e il film, esse si fondano sul rapporto con la storia intesa come ecosistema di relazioni attive. Le sue opere sono oggetto di lunghi periodi di indagine e studio volti a svelare le complesse strutture di potere che condizionano le dimensioni irrisolte del nostro presente.
 
Nelle sale al terzo piano della Residenza sabauda è allestito un gruppo di opere che illustrano i processi di ricerca condotti dall’artista nella sua carriera ventennale attorno a tematiche e soggetti quali gli sconfinamenti tra le dimensioni privata e pubblica; il rapporto tra il passato e il presente, tra il monumento e il documento. Le opere esposte mostrano come, sin dagli esordi, Biscotti abbia impostato la sua pratica sulla forza del gesto e della parola, sul processo di svelamento e scavo, attraverso un linguaggio multivocale in cui è preponderante l’uso del suono. L’allestimento della mostra delinea una narrazione polifonica composta da storie minori e indagini su tematiche ecologiche, politiche e di genere, mettendo in luce le analogie e le motivazioni che animano usi diversi delle tecniche speculari di estrazione e archiviazione.

ROSSELLA BISCOTTI
Princess of Kasiruta (Principessa di Kasiruta), 2019
due fogli di gomma naturale/two natural rubber sheets, 230 x 105, 210 x 100 cm Veduta dell’installazione/Installation view Gropius Bau, Berlino/Berlin, 2023 Courtesy l’artista/the artist


La mostra presenta alcuni dei primi lavori realizzati dall’artista negli anni duemila che esplorano il rapporto tra storia e memorie individuali per arrivare a indagini recenti sulla nozione di energia intesa come strumento di lettura della contemporaneità. Il percorso espositivo include opere chiave come The Trial (Il processo), 2010-2016, un’installazione sul famigerato processo in cui alcuni militanti e intellettuali, già membri di Potere Operaio e Autonomia Operaia, furono processati in tutta Italia con l’accusa di terrorismo. L’installazione multimediale di Biscotti si riferisce ai procedimenti che si svolsero tra il 1982 e il 1984 nell’aula bunker del Foro Italico, di epoca fascista, e comprende calchi di dettagli architettonici dell’aula, suoni e serigrafie che portano alla luce questa storia stratificata.
 
Inoltre, attraverso l’indagine del corpo femminile e la sua oggettificazione, ulteriori opere esplorano le differenti forme di sfruttamento, reclusione e confino. Nel percorso è presente Trees on land (Alberi sulla terra), 2021, dalla collezione del Castello di Rivoli. L’opera traccia l’impatto del batterio xylella fastidiosa che ha recentemente devastato intere piantagioni di ulivi in Puglia, portando gli agricoltori alla combustione di migliaia di alberi per contenerne la diffusione. Biscotti ha mescolato le ceneri rimaste con argilla per creare vasi simbolicamente vuoti, sculture che mappano e visualizzano questa tragedia ecologica ed economica.
 
La mostra include una nuova produzione appositamente concepita dall’artista per il Museo. La nuova opera è una riflessione sulle relazioni, storiche e attuali, tra estrazione, paesaggio e sottosuolo tramite la metafora della circolazione di materie prime ed energia. Protagonisti dell’installazione sono tubi in acciaio disposti come un oleodotto in scala reale che invade lo spazio espositivo in forme diffuse e tentacolari. La nuova produzione affronta il tema del sottosuolo che da bacino estrattivo è riletto dall’artista come spazio creativo e di rigenerazione. Come una creatura viva e in divenire, l’opera prenderà vita cambiando forma nel corso della mostra.
 
Il progetto è accompagnato da un catalogo bilingue, in italiano e inglese. La pubblicazione è la prima monografia esaustiva sull’artista italiana residente in Olanda e offre una estesa analisi della sua pratica espressiva ventennale includendo saggi della curatrice, di Carolyn Christov-Bakargiev e dell’antropologo australiano Michael Taussig.
 
Francesco Manacorda, Direttore del Castello di Rivoli, dichiara “Rossella Biscotti è un’esponente chiave della generazione di artiste e artisti italiani emersa negli ultimi 10-15 anni che pone le vicende italiane sulla scena internazionale e viceversa. Il suo lavoro tocca aspetti irrisolti della recente storia del nostro paese, così come urgenze globali quali il cambiamento climatico, i flussi migratori e le questioni di genere. L’attenzione e la cura che dedica alla trasformazione di narrazioni e materiali storici in interrogativi sociali, culturali e poetici, continua una specificità della produzione artistica italiana inaugurata dall’Arte povera e che gioca un ruolo fondamentale nella generazione di artisti attiva oggi in Italia”.
 
“Rossella Biscotti è tra le voci più interessanti della scena contemporanea. La mostra al Castello di Rivoli”, afferma Marianna Vecellio, curatore dell’esposizione, “si sofferma sulle potenzialità politiche, ecologiche e speculative della circolazione dell’energia intesa, nelle sue varie forme, come strumento di interpretazione e lettura della contemporaneità. Le pratiche di immersione ed “estrazione”, di sprofondamento e dissotterramento, di immaterialità e solidificazione presenti nel lavoro dell’artista diventano strategie di resistenza e liberazione. Dalla prospettiva del sottosuolo, tra archeologia, industria e fantascienza, l’artista dà voce e corpo a ciò che non è visibile, generando nuovi e possibili linguaggi di interpretazione del presente e mostrando il potenziale di resistenza attiva degli esseri umani nel mondo di oggi”.

Rossella Biscotti – Biografia

Rossella Biscotti – Foto Martijn van Nieuwenhuyzen

Rossella Biscotti (Molfetta, 1978) vive e lavora a RotterdameBruxelles. Artista multimediale, impiega lascultura, il video e la performance per indagare, attraverso le sue opere, strati di significato e networkrelazionali, e narrare la costituzione di soggettività e immaginari collettivi spesso in contrasto con struttureeconomiche, storiche e politiche. Nota a livello internazionale, ha esposto il suo lavoro in tutto il mondo,partecipando a importanti rassegne comelaDiriyah Contemporary Art Biennale nel 2024,il Dhaka ArtSummit nel 2020, la Biennale di Venezia e quelladi Istanbul nel 2013, dOCUMENTA (13) a Kassel nel 2012 eManifesta 9,aGenkin Belgio, nello stesso anno. Le sue mostre personali più recenti si sono tenute pressoFabra i Coats, Barcellona,2023;Stadtgalerie Zwergelgartenpavillon a Salisburgonel 2021; ilKunstintituutMellydi Rotterdam nel 2019; la Kunsthaus Baselland di Muttenz in Svizzera nel 2018 e la V-A-C Foundationa Mosca nel 2016. Biscotti ha ricevuto diversi premi, tra cui il Premio ACACIA per l’arte contemporanea,loStipendium Mies van derRohee il Premio MAXXI.Sue opere pubbliche permanenti sono presenti pressol’Artline Parco d’arte contemporanea, Milano, 2023 el’InnovOcean Campus aOstenda, 2022.


Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
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Ufficio Stampa Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Manuela Vasco | press@castellodirivoli.org | tel. 011.9565209
 
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