Roma: PLATEIA – Design thinking Workshop “Immagina Largo Perestrello”

Alcune immagini del workshop Mapping Perestrello

La Fondazione Bertugno-Moulinier invita ai prossimi workshop di PLATEIA – Comunità per la rigenerazione verde e urbana

Design thinking Workshop “Immagina Largo Perestrello”

SESSIONE #1: Sabato 14 Ottobre 2023 – Dalle 10.00 alle 13.30
SESSIONE #2: Domenica 15 Ottobre 2023 – Dalle 10.00 alle 13.00

Ex casa del custode Scuola Pisacane
Via dell’Acqua Bullicante, 28 – Roma

La Fondazione Bertugno-Moulinier invita tutta la cittadinanza al prossimo Design thinking Workshop “Immagina Largo Perestrello” dedicato al progetto PLATEIA, per la rigenerazione urbana. L’evento offre un’opportunità unica per esplorare idee innovative e soluzioni creative che contribuiranno a definire insieme il futuro di quest’area.  

Infatti, obiettivo di PLATEIA è quello di riunire comunità formali ed informali per rigenerare una piazza, Largo Perestrello, nella periferia di Roma, nel cuore del quartiere Tor Pignattara/Marranella, riconquistando il senso di comunità ed appartenenza e riconnettendosi con la natura. 

PLATEIA – Comunità per la rigenerazione verde e urbana è un progetto promosso dalla Fondazione Bertugno-Moulinier, insieme al Municipio V di Roma, ad Orizzontale, Ecomuseo Casilino e Associazione Pisacane 0-99, vincitore del bando “New European Bauhaus Call for Proposals for Co-Creation of public space through citizen engagement finanziato dall’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT), un organismo dell’Unione Europea.

Il percorso di partecipazione prevede, dunque, l’attivazione di numerosi workshop e laboratori creativi che renderanno Largo Perestrello, per un periodo di 4 mesi, un centro attivo di dialogo e sperimentazione interculturale. 
 

PROGRAMMA

SESSIONE #1
Sabato 14 ottobre 2023 – dalle 10.00 alle 13.30
10.00 – Colazione di benvenuto
10.30 – Come il Design Thinking può aiutarci nella rigenerazione di Largo Perestrello?
11.00 – Cerchiamo ispirazione
11.30 – Coffee break
11.45 – Immaginiamo   
12.45 – Rivediamo la nostra idea con i suggerimenti ricevuti, presentiamola e riflettiamo

SESSIONE #2
Domenica 15 ottobre 2023 – dalle 10.00 alle 13.00
10.00 – Caffè di benvenuto
10.30 – Interviste e validazione idee
12.00 – Rivediamo e aggiustiamo
12.30 – Votazione della proposta
13.00 – Brunch bengalese

Durante il workshop sarà portata avanti una serie di attività interattive mirate a stimolare la creatività e a promuovere la collaborazione. Tenendo sempre presente le persone che utilizzano lo spazio, in questo caso Largo Perestrello, in varie fasi di definizione, ideazione, prototipazione e test, si proverà a tirare fuori delle soluzioni in modo creativo e innovativo, condividendo idee e prospettive diverse. 

È possibile confermare la partecipazione a info@fondazione-bm.org

Il progetto PLATEIA ha avuto il suo momento di apertura il 24 settembre a Largo Perestrello con il workshop Mapping Perestrello: il pubblico ha trovato tavoli di lavoro e dispositivi relazionali tematici, mappe realizzate dall’artista Simone Bertugno assieme ai partner di progetto, il collettivo di architettura Orizzontale ed Ecomuseo Casilino, per iniziare a definire un immaginario comune e condiviso utilizzando gli strumenti del disegno e della produzione di immagini e testi, dove esprimere desideri e iniziare a definire questo luogo selvaggio ed inesplorato, nella convinzione che l’arte, proprio per la sua capacità di comunicazione immediata, rappresenti il medium ideale per stabilire un’interazione partecipata ma anche ludica, multiculturale e transgenerazionale. Durante l’evento inaugurale sono state messe a disposizione una cartolina, due letterbox e delle domande a cui rispondere: “Secondo te cosa manca alla piazza? Come la vorresti? Che ruolo vorresti avere nel futuro per la piazza e la sua gestione?“. Le persone hanno risposto alle domande e lasciato i loro contatti per costruire e definire insieme il progetto futuro di rigenerazione della piazza, del bene comune. Le letterbox veranno aperte in un prossimo incontro per condividere e analizzare i desideri dei cittadini, i quali sono stati invitati successivamente ad implementare l’archivio fotografico a cura di Giancarlo Badaracco sulla memoria dell’area, che ricostruisce la storia attraverso le testimonianze delle persone.


INFO
PLATEIA – Comunità per la rigenerazione verde e urbana
Promosso da
: Fondazione Bertugno – Moulinier
Partner Consorzio: Municipio V di Roma – Municipio V di Roma, Associazione Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros APS, Associazione culturale orizzontale, Associazione Pisacane 0-99
Progetto vincitore del bando New European Bauhaus
Il progetto PLATEIA – Communities for green and Urban regeneration-, è sostenuto dal European Institut of Innovation and Technology (EIT), un organismo dell’Unione Europea.
Progetto finanziato dallIstituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT)
Con il supporto della BCC di Roma
 
Fondazione Bertugno-Moulinier
Via Gabrio Serbelloni 67 – Roma
tel. +39 06 69 34 4828
info@fondazione-bm.org
www.fondazione-bm.org
www.facebook.com/FondazioneBertugnoMoulinier
www.instagram.com/fondazione_bertugnomoulinier
www.linkedin.com/company/fbm-fondazione-bertugno-moulinier/

Municipio V Roma
www.comune.roma.it/web/it/municipio-v.page
 

Messina, Biblioteca Regionale: “La Musica a Messina nei secoli” – Ultimo incontro

La Musica a Messina nei secoli
attraverso i Fondi Musicali della G. Longo e di altre Istituzioni. Manoscritti musicali, Monografie, Spartiti… e altro ancora“.

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, edizione 2023, indette dal M.I.C., con il tema “Patrimonio In Vita”, di concerto con Enti e Associazioni culturali territoriali e avvalendosi dell’apporto di esperti e del ricco posseduto sulla tematica.

La manifestazione culturale “La Musica a Messina nei secoli attraverso i Fondi Musicali della G. Longo e di altre Istituzioni. Manoscritti musicali, Monografie, Spartiti… e altro ancora”, organizzata dalla Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo”, inaugurata il 23 settembre u.s. in occasione delle GEP2023, realizzata di concerto con Enti e Associazioni culturali territoriali e avvalendosi dell’apporto di Esperti e del ricco patrimonio posseduto sulla tematica, arricchita, altresì, dalla  pregevole mostra di Icone Bizantine del Maestro Iconografo Paolo Lanza, “Canti di Gloria”, imperniata sulla figura della Santa dei Musici, Santa Cecilia, e sviluppatasi in momenti di approfondimento nelle successive date del 30 settembre presso la Sala Lettura  della Biblioteca e 7 ottobre presso la Sala Sinopoli dell’Ente Teatro di Messina, volge alla conclusione con l’ultimo l’Incontro che si svolgerà sabato 14 Ottobre p.v., alle ore 18,  ancora una volta nell’elegante location della Sala Sinopoli dell’E.A.R. Ente Teatro, sede pulsante della Musica a Messina.


Post dell’iniziativa culturale saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte all’evento in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere ai Relatori durante l’incontro.
Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO:     Ufficio Relazioni con il Pubblico
                       tel.090674564
                       urpbibliome@regione.sicilia.it
                                 (A cura di Ufficio Relazioni con il Pubblico. Maria Rita Morgana)

FOSM – Due concerti, oggi a Matera e domenica ad Altamura con “La viola nel nuovo mondo”

FONDAZIONE ORCHESTRA SINFONICA DI MATERA

LA VIOLA NEL NUOVO MONDO,
IL CONCERTO CON LA SOLISTA ANNA SEROVA

L’Orchestra Sinfonica di Matera con Pietro Mianiti Direttore eseguirà un programma che abbatte le barriere tra generi musicali, da Milhaud, a Weill, a Gulda.

Il concerto, domani 14 ottobre a Matera e domenica 15 ad Altamura, sarà dedicato alla Pace e alla Solidarietà fra i popoli.

Doppio appuntamento, a Matera e Altamura, per un concerto che la Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera (Fosm) e i musicisti dedicano alla Pace e alla solidarietà fra i popoli.
Sabato 14, all’Auditorium Raffaele Gervasio a Matera e con ingresso alle 20:30, e domenica 15 ottobre, al Teatro Mercadante a Altamura con inizio alle 19:30, la viola solista di Anna Serova sarà accompagnata dall’Orchestra Sinfonica di Matera nel concerto La viola nel nuovo mondo. L’Orchestra Sinfonica di Matera e la viola solista, dirette dal Maestro Pietro Mianiti, eseguiranno un programma che abbatte le barriere tra generi musicali. Dai ritmi esotici, alle danze, al Jazz dei sei movimenti de La Création du monde di Milhaud. Una composizione, scritta per il balletto di Cendrars e Börlin e ispirata ai miti africani sull’origine della vita, che racconta il caos, la luce, la comparsa di piante e animali, quindi di uomo e donna e di come dal loro bacio nasca la primavera. Dalla contaminazione con la canzone pop dell’Opera da tre soldi di Kurt Weill, e sono ben cinque le canzoni che verranno eseguite fra le più note e popolari presso il grande pubblico, fino al Concerto per violoncello, fiati e jazz band, qui eseguito nella versione per viola, di Friedrich Gulda: cinque movimenti che esplorano e citano non senza ironia sonorità da big band, brani folclorici, modelli sinfonici, danze, marce.

“Il concerto La viola nel nuovo mondo – afferma il direttore artistico della Fosm, il Maestro Saverio Vizziello – esplora oltre un secolo di stili musicali. Un programma che, oltre a catturare l’attenzione del pubblico, al mostrare il virtuosismo di Anna Serova, violista apprezzata in contesti internazionali e docente al Conservatorio Duni di Matera, vuol sottolineare il linguaggio universale, al di là dei generi, della musica. Come universali sono i valori di Pace e solidarietà fra i popoli. E alla luce dei recenti accadimenti, dalle guerre in Europa e nel Medio Oriente alle migliaia ai terremoti in Afghanistan, abbiamo deciso di dedicare questo concerto alla Pace e alla solidarietà fra i popoli. Come artisti vogliamo, attraverso la musica, rivolgere un pensiero alle tante vittime e persone che si trovano a dover affrontare tragedie di tale portata”.

Il doppio concerto La viola nel nuovo mondo è il terzo appuntamento della stagione autunnale 2023 della Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera.

L’ingresso al concerto, sia a Matera che a Altamura, prevede un biglietto di 10 euro, ridotto studenti euro 5.

Il programma della stagione autunnale della Fosm proseguirà il 5 novembre con lo spettacolo Il Borghese Gentiluomo di Richard Strauss. In coproduzione con il Festival Duni, l’Orchestra Sinfonica di Matera accompagnerà il soprano Nunzia De Falco, il mezzosoprano Gianna Racamato e la voce recitante Flavio Insinna.

·      Informazioni sul concerto di sabato 14 ottobre ore 20:30 Auditorium Raffaele Gervasio – Matera

LA VIOLA NEL NUOVO MONDO
Anna Serova – Viola
Musiche di: Darius Milhaud – La création du monde (La creazione del mondo) op.81
Kurt Weill – Canzoni dall’Opera da tre soldi: Ouverture; Die Moritat von Mackie Messer; Tango ballade; Kannone Song; Dreigroschen finale.
Friedrich Gulda – Concerto per violoncello, fiati e jazz band (versione per viola): Ouverture; Idylle; Cadenza; Menuett; Finale alla marcia.
ORCHESTRA SINFONICA DI MATERA
Direttore: Pietro Mianiti
 
·      Domenica 15 ottobre ore 19:30 Teatro Mercadante – Altamura

LA VIOLA NEL NUOVO MONDO
Anna Serova – Viola
Musiche di: Darius Milhaud – La création du monde (La creazione del mondo) op.81
Kurt Weill – Canzoni dall’Opera da tre soldi: Ouverture; Die Moritat von Mackie Messer; Tango ballade; Kannone Song; Dreigroschen finale.
Friedrich Gulda – Concerto per violoncello, fiati e jazz band (versione per viola): Ouverture; Idylle; Cadenza; Menuett; Finale alla marcia.
ORCHESTRA SINFONICA DI MATERA
Direttore: Pietro Mianiti
 
Prossimi appuntamenti a novembre:

·      domenica 5 novembre ore 20:30 – Auditorium Raffaele Gervasio – Matera
IL BORGHESE GENTILUOMO
In coproduzione con il Festival Duni
Nunzia De Falco – soprano; Gianna Racamato – mezzo soprano; Flavio Insinna – voce recitante
Musica di Richard Strauss, musiche di scena da Il borghese gentiluomo
ORCHESTRA SINFONICA DI MATERA
Direttore: Rino Marrone
 
 
Informazioni su biglietti, prevendita e contatti:
Biglietti:
Ingresso singolo 10,00 € (*)
Ingresso singolo ridotto studenti 5,00 € (*)
 
Come acquistare a Matera:
Biglietteria:
·      Cineteatro Comunale Gerardo Guerrieri, in piazza Vittorio Veneto, 23 a Matera. Tutti i giorni dalle 18 alle 21.
·      Cartolibreria Montemurro, in via delle Beccherie, 69 a Matera. Dal lunedì al sabato dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 20:30.
Come acquistare a Altamura:
Biglietteria:
·      Teatro Mercadante, in via dei Mille n.159 a Altamura. Dal martedì al sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. Lunedì chiuso.
·      On line: https://www.vivaticket.com/it/venue/teatro-mercadante/511367061
 
Per informazioni sulla programmazione degli spettacoli: https://orchestrasinfonicamatera.it/
 
 
Informazioni sulla Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera:
La Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera è partecipata da Comune di MateraProvincia di Matera e Conservatorio Egidio Romualdo Duni di Matera che ne sostengono le attività.
A queste istituzioni si aggiungono: il Ministero della Cultura che ha ammesso l’Orchestra al percorso per il riconoscimento quale ICO Istituzione Concertistica Orchestrale e la sostiene attraverso il Fondo Unico per lo Spettacolo (Fus), e la Regione Basilicata, che la sostiene con fondi regionali.
La stagione concertistica 2023, con la direzione artistica del Maestro Saverio Vizziello, è realizzata in collaborazione con il Teatro Mercadante di Altamura, il Festival Duni, Soroptimist Club di Matera, il Premio Internazionale Paganini e si svolge con il sostegno dei Comuni di: Accettura, Bernalda, Garaguso, Grassano, Irsina, Miglionico, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Nova Siri Scalo, Pisticci, Policoro, Pomarico, Scanzano Jonico, Stigliano, Tursi e Valsinni, l’Arcidiocesi di Matera – Irsina – Tricarico, il Comitato organizzatore dei festeggiamenti per Maria Santissima della Bruna.

Sissi Ruggi
addetto stampa
della Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera – FOSM
tel +39.333.474.2509
e-mail ufficiostampa@orchestrasinfonicamatera.it

Roma, La Mia Libreria: A 100 anni dalla nascita CALVINO DAY

CALVINO DAY
La Mia Libreria

Via Roberto Malatesta 85 – 00176 Roma

Domenica 15 ottobre 2023

Ore 11.00 Staffetta di letture di brani scelti dai lettori

Ore 11.30 La stanza di Italo Calvino e i suoi libri. – Dialogo con Marco Cavietti, funzionario archivista

In occasione dei 100 anni dalla nascita di Italo Calvino (15 ottobre 1923), La Mia Libreria organizzerà “Calvino Day”, un incontro dedicato allo scrittore, ai suoi libri e alle carte d’archivio che raccontano la sua attività e i legami con i maggiori artisti e intellettuali dell’epoca.

-Ore 11.00 Staffetta di letture di brani di Italo Calvino.

I lettori della libreria si alterneranno liberamente al microfono per leggere ad alta voce il loro brano preferito scelto tra gli scritti di Italo Calvino.

-Ore 11. 30 La stanza di Italo Calvino e i suoi libri. – Dialogo con Marco Cavietti, funzionario archivista.

Con Marco Cavietti, racconteremo Italo Calvino autore e lettore, prendendo spunto dall’allestimento della sala dedicatagli nella Biblioteca nazionale centrale di Roma e inaugurata nel 2021, dove è stato ricostruito il salotto della sua abitazione in Campo Marzio che fu anche il suo laboratorio di scrittura. La sala della Biblioteca nazionale centrale, come un tempo la casa di Calvino, ospita la biblioteca e l’archivio dello scrittore nel loro ordinamento originario e con i suoi stessi arredi e strumenti di lavoro: le sue macchine da scrivere, il tavolo del terrazzo seduto al quale Calvino elaborò “Palomar”, quadri e ritratti realizzati da suoi amici artisti come Toti Scialoja e Gianfranco Baruchello. È qui, tra i suoi libri, i suoi documenti e i suoi oggetti, che si ripercorrono la vita, le opere e le relazioni intessute da Calvino con colleghi e amici, ancora oggi fondamentali per accostarsi alla sua scrittura.

Al termine della mattinata festeggeremo insieme con un brindisi.


La Mia Libreria
Via Roberto Malatesta 85 – 00176 Roma
Tel 0621707022 WA 3282577616
info@lamialibreria.com

Genova: Esposizione del Libro d’Ore Durazzo o Offiziolo Durazzo

A GENOVA dal 13 AL 15 OTTOBRE “I ROLLI DAYS D’AUTUNNO SFOGLIANO LA STORIA”

Esposizione straordinaria con visite guidate del manoscritto Offiziolo Durazzo, capolavoro assoluto della miniatura italiana del Rinascimento e una delle opere più importanti conservate nella biblioteca civica. Un’opera eccezionale, raramente esposta al pubblico ( ultima volta negli anni ’60 ) e che si distingue per due peculiari caratteristiche: l’uso della pergamena purpurea e la crisografia, cioè la scrittura a lettere d’oro. Un evento imperdibile con il quale la Berio apre le cebrazioni per il proprio bicentenario nell’anno di Genova Capitale del Libro. In contemporanea (dal 13 ottobre e per tutto il mese) nel tunnel d’ingresso e nello spazio BerioIdea al pianoterra della biblioteca: L’Offiziolo Durazzo: un tesoro svelato (pannelli informativi e proposte di lettura a tema)

Il Libro d’Ore Durazzo, o Offiziolo Durazzo, realizzato quasi certamente a Parma nei primi anni del Cinquecento, è un “libretto da mano” di piccolo formato destinato a un pubblico colto e raffinato. Contiene una raccolta di salmi e preghiere (Uffici) da recitare nelle ore canoniche della giornata (da cui la definizione di Libro d’ore o Offiziolo). Prende nome dal suo ultimo proprietario, Marcello Luigi Durazzo, che lo lasciò alla Biblioteca Berio per testamento nel 1847. La prima intensa suggestione estetica che l’Offiziolo Durazzo suscita è determinata dal colore porpora utilizzato per tingere la pergamena, che richiama alla mente i codici purpurei della tarda antichità, identificandolo subito come un prodotto di lusso unico e irripetibile. Con sei miniature a piena pagina e quindici più piccole, alle quali si aggiungono la serie dei mesi e oltre duecento iniziali figurate, l’Offiziolo Durazzo è la prova più eccelsa del pittore e miniatore parmense Francesco Marmitta, autore di codici prestigiosi e della Pala di San Quintino oggi al Louvre di Parigi. Il testo dell’Offiziolo Durazzo è opera del massimo maestro dell’arte calligrafica del tempo, Pietro Antonio Sallando, originario di Reggio Emilia e docente di grammatica e calligrafia all’Università di Bologna. 

Il lusso che è la cifra dell’Offiziolo Durazzo si manifesta nella legatura in argento cesellato con fermagli ornati di piccoli rubini. Proprio questa inconfondibile legatura consente di riconoscere l’Offiziolo nel libricino esibito da un misterioso personaggio di cui non conosciamo l’identità, che si fa ritrarre circondato da oggetti antichi in un enigmatico dipinto del Parmigianino oggi alla National Gallery di Londra.

E allora chi ha voluto l’Offiziolo Durazzo? Chi ne è stato il committente? Queste domande rimangono ad oggi senza risposta. Di un’opera d’arte che nel Cinquecento era considerata tanto emblematica da diventare parte di un’altra opera, nulla è trapelato per secoli, così che soltanto nel1826 se ne ha per la prima volta notizia. Compare a Genova, nell’inventario dell’eredità  di Antonio Bacigalupo, genovese di madre lusitana, dove è descritto come «ufficio in pergamena pavonazza con tutte le lettere in oro».


Melina Cavallaro
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma, Media Relations per la Città di Genova 
Valerio de Luca –  resp. addetto stampa
Via Piave 74, 00198 Roma

A Genova dal 13 al 15 ottobre 2023 “i Rolli Days d’autunno sfogliano la storia”

A GENOVA dal 13 AL 15 OTTOBRE “I ROLLI DAYS D’AUTUNNO SFOGLIANO LA STORIA”

Libri che raccontano Genova, sottolineandone il ruolo di Superba e indiscussa regina dei mari. Nell’anno in cui la nostra città è Capitale Italiana del Libro, saranno proprio gli antichi e preziosi volumi il filo conduttore della prossima edizione dei Rolli Days, che si svolgerà dal 13 al 15 ottobre.

«Nell’anno in cui Genova è capitale italiana del libro ci è sembrato naturale legare l’apertura dei Rolli ai libri che raccontano la meravigliosa città lligure e la sua storia così affascinante e travolgente – spiega il sindaco Marco Bucci – I Rolli days sono un appuntamento collaudato che richiamano, ad ogni edizione, decine e decine di migliaia tra genovesi e turisti. Il fascino misto tra bellezza e storia del nostro patrimonio riesce ad affascinare persone dagli interessi più disparati. Una vera risorsa che la storia ci ha lasciato e che valorizzeremo sempre di più nel futuro».

Attività legate alla lettura, a partire da Palazzi di Genova di Pieter Paul Rubens, accompagneranno i genovesi e i visitatori attraverso le antiche magioni cinquecentesche, dove saranno esposti numerosi volumi che raccontano la storia dei Palazzi genovesi, poi denominati Palazzi dei Rolli da Ennio Poleggi, che nel corso dei secoli hanno contribuito al riconoscimento di un patrimonio artistico e culturale di inestimabile valore. Nei saloni dei Palazzi nobiliari, riccamente decorati da alcuni tra i principali artisti del Cinquecento e del Seicento, verranno esposte le due edizioni del già citato volume rubensiano, con le tavole che permettono di ricostruire davanti agli occhi del visitatore facciate e ambienti ormai mutati nel tempo, oltre ai più moderni volumi sette-ottocenteschi che descrivono con dovizia di particolari gli imponenti edifici della città. 

Tra tutti, il volume di Martin Pierre Gauthier intitolato I più begli edifici della città di Genova e dei suoi dintorni, anch’esso con un interessante apparato grafico. Per quanto riguarda i palazzi di villa, in quei quartieri che, durante El Siglo de los Genoveses, ospitavano gli sfarzi della villeggiatura per le più importanti famiglie della città, sarà possibile ammirare interessanti testimonianze grafiche, come il volume del 1886 del tedesco Robert Reinhardt, che testimonia anche graficamente la straordinaria eccezionalità delle grotte dei giardini genovesi.

I Palazzi genovesi, nati per rappresentare il prestigio e la forza di una nuova classe sociale e che assolvevano la funzione di hospitaggio delle principali cariche politiche provenienti in visita di Stato a Genova da tutta Europa, erano spesso anche contenitori di grandiose biblioteche e raccolte di volumi classici e contemporanei, che gli illustri proprietari conoscevano a menadito, e che spesso costituivano le principali fonti letterarie per i complessi apparati iconografici che ancora oggi rappresentano le preziose decorazioni ad affresco di logge e saloni.

Ecco i Palazzi visitabili:
Palazzo Antonio Doria Spinola (Prefettura)
ven h 15/19, sab e dom h 10/19
Palazzo Giacomo Spinola dei Marmi
sab h 10/19
Palazzo Agostino Pallavicino
ven h 16.40/19 – sab e dom h 10/19
Palazzo Pantaleo Spinola (Gambaro)
sab e dom h 10/19
Palazzo Franco Lercari (Parodi)
ven h 17/19, sab e dom h 10/19
Palazzo Tobia Pallavicino (Camera di Commercio)
ven h 15/19, sab e dom h 10/19
Palazzo Angelo Giovanni Spinola
sab h 14/19, dom h 10/19
Palazzo Gio Battista Spinola (Doria – Circolo Tunnel)
dom h 10/19
Palazzo Baldassarre Lomellini (Garibaldi 12)
ven h 14/15.30, sab h 9/10.30 e 13.30/15.30
Palazzo Nicolosio Lomellino
ven h 15/19, sab e dom h 10/19. Ingresso ridotto € 8, studenti e insegnanti € 6
Palazzo Gio Francesco e Ridolfo Brignole Sale (Palazzo Rosso)
ven h 15/18, sab e dom h 10/18
Palazzo Luca Grimaldi (Palazzo Bianco)
ven h 15/18, sab e dom h 10/18
Palazzo Gerolamo Grimaldi (della Meridiana)
ven h 15/19, sab e dom h 10/19.  Ingresso a pagamento solo domenica 15 ottobre al prezzo di € 3, con accesso al Salone di Cambiaso
Palazzo Lomellini Patrone (Comando Militare)
ven h 15/18, sab e dom h 10/12 e 14/18
Palazzo Lauro
ven h 15/19, sab e dom h 10/18
Palazzo Giacomo e Pantaleo Balbi (Senarega)
sab e dom h 10/19. Consigliato da Radio Monte Carlo
Palazzo dell’Università
sab e dom h 10/19
Palazzo Stefano Balbi (Museo di Palazzo Reale)
ven h 9/19, sab h 9/23, dom h 9.30/19. Ingresso a pagamento € 2
Palazzo Gio Battista Centurione Pitto
sab e dom h 10/19. Consigliato da Radio Monte Carlo
Palazzo Francesco Grimaldi (Galleria Nazionale di Palazzo Spinola)
ven h 9/23, sab h 9/23, dom h 9.30/19. Ingresso a pagamento € 2
Palazzo Ambrogio di Negro
ven h 15/19, sab e dom h 10/19.  Consigliato da Radio Monte Carlo
Palazzo Lercari Spinola
ven h 15/19, sab e dom h 10/19
Palazzo Gio Vincenzo Imperiale
ven h 15/19, sab e dom h 10/19. Ingresso a pagamento € 8
Palazzo Cattaneo Della Volta
ven h 15/19, sab e dom h 10/19
Palazzo Sinibaldo Fieschi
sab e dom h 10/19
Palazzo Franzone Spinola
ven h 15/19, sab e dom h 10/19.  Consigliato da Radio Monte Carlo
Palazzo Doria Carcassi (Fondazione Carige – Sede del Premio Paganini)
sab e dom h 10/19
Palazzo BPER
sab e dom h 10/19
Palazzo Arcivescovile
ven h 15/19, sab e dom h 10/19

Anche la prossima edizione dei Rolli Days, evento di punta della cultura genovese, non solo aprirà i portoni di molte antiche dimore nobiliari del centro storico, dal 2006 Patrimonio Unesco, ma anche quelli di numerose ville suburbane del Ponente che ancora oggi, con le loro strutture inconfondibili, caratterizzano i quartieri di Sampierdarena, Cornigliano e Voltri.

Novità dell’edizione dell’autunno 2023, sarà infatti la riapertura della splendida e appena restaurata Villa Centurione del Monastero, con gli affreschi tardo cinquecenteschi di Bernardo Castello.

Ville e altri siti:
 
Villa Spinola di San Pietro
sab e dom h 10/19
Villa Centurione del Monastero
sab e dom h 10/19
Villa Pallavicino delle Peschiere
sab e dom h 10/19
Villa del Principe
ven h 15/19, sab h 10/16, dom h 10/19. Ingresso a pagamento € 6
Villa Imperiale Scassi
sab e dom h 10/19
Albergo dei Poveri
sab e dom h 10/19. Ingresso a pagamento € 4
Biblioteca Berio
ven h 15/19, sab e dom h 10/19. Ultima entrata h 18
Archivio Magistrato di Misericordia
ven, sab, dom h 14/17
Archivio di Stato
ven h 18/22, sab e dom h 10/18
Teatro Carlo Felice
ven e sab h 15/18, dom h 12/14

Protagonisti delle giornate dei Rolli saranno come sempre i divulgatori scientifici, giovani professionisti specializzati nel racconto consapevole di uno dei patrimoni di maggior rilievo storico e culturale italiano, i quali contribuiranno a popolare per un intero week end sia i Palazzi nel cuore della città, sia gli edifici in aree meno interessate dagli eventi culturali, ma che meritano di essere riscoperti per svelare ai visitatori i tesori artistici che si nascondono al loro interno.  Per le visite è necessaria la prenotazione. 

Per rivivere l’atmosfera di permeazione letteraria e culturale che si respirava tra Cinquecento e Seicento nelle vie delle dimore nobiliari, uno degli eventi collaterali previsti durante la settimana precedente ai Rolli Days vede gli atri e i vani scala di alcuni palazzi del centro storico come palcoscenici privilegiati, dove i visitatori potranno assistere a performance teatrali, concerti e letture, nel quadro del progetto “Androni” finanziato dal Ministero delle Attività culturali nel 2022, promosso dal Comune di Genova e curato da Itinerari Paralleli.

Pensato con un processo di progettazione partecipata di design thinking per promuovere una fruizione innovativa degli spazi, “Androni” accenderà la luce su Palazzo Antonio Doria, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, Palazzo Tobia Pallavicino, Palazzo Marcantonio Sauli e Palazzo Grillo Cattaneo, che ospiteranno performance artistiche, laboratori, dj set, letture, in collegamento a Genova Capitale Italiana del Libro.

Questa edizione dei Rolli Days è cofinanziata dal progetto DOGE – Dimore dell’Ospitalità Genovese Europea, finanziato dal Ministero del Turismo nell’ambito del bando Valorizzazione dei comuni a vocazione turistico-culturale con siti UNESCO e città creative UNESCO.


Melina Cavallaro
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma, Media Relations per la Città di Genova 
Valerio de Luca –  resp. addetto stampa
Via Piave 74, 00198 Roma

A proposito della Cassa di Risparmio di Basile quale sede distaccata del Palazzo di Giustizia

La Chiesa di Santa Maria degli Alemanni e il Palazzo della Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele opera di Ernesto Basile. Fonte: Mappe di Apple.

L’ECO DEL SUD: L’ex Cassa di risparmio incompatibile con uffici giudiziari,
petizione di associazioni
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Un discorso che mi serve per pensare

di Sergio Bertolami

Signifer, statue signum, hic manebimus optime (Vessillifero, pianta l’insegna, qui staremo benissimo).
Tito Livio

In esito alle riflessioni del giornalista Mario Primo Cavaleri (articolo su L’Eco del Sud del 2 ottobre) relative alla destinazione d’uso del Palazzo ex Cassa di risparmio V. E. a tribunale civile, e ritenendo che sia da rimeditare tale finalità dell’unico edificio storico, opera dell’arch. Basile nel cuore della città, peraltro contiguo alla chiesa di Santa Maria Alemanna, preziosa testimonianza di arte medievale sopravvissuta al terremoto, le Associazioni Europa-Mediterraneo, Amici del Museo-Franz Riccobono, Antonello da Messina, Fondazione Antonello da Messina, Archeoclub Area integrata dello Stretto ed Experiences hanno promosso una

Conferenza pubblica
martedì 10 ottobre – ore 17
Chiesa di Santa Maria Alemanna

al fine di sollecitare l’Amministrazione comunale a rivalutare tale programma; suggerire una diversa e più consona utilizzazione del Palazzo liberty per arricchire l’immagine della Città; proporre iniziative di valorizzazione del patrimonio storico-monumentale esistente.

Dire che Messina è un museo a cielo aperto, non è enfatico, ma reale. In questo museo a cielo aperto possiamo annoverare reperti e manufatti sopravvissuti al sisma del 1908, come la chiesa di Santa Maria degli Alemanni in cui ci troviamo stasera, e l’intera città riedificata dopo il 1911 col piano regolatore di Luigi Borzì.

Pochi mettono in relazione il fatto che una delle prime opere in calcestruzzo armato in Italia è il ponte Risorgimento a Roma proprio del 1911. A Messina a differenza di Roma non si è, dunque, trattato di un singolo manufatto, ma di un’intera città che ha permesso all’ingegneria italiana di sperimentare un innovativo e rivoluzionario sistema di costruzione.

La nuova maglia lineare del centro ricostruito è stata inoltre arricchita da quinte architettoniche di grande interesse artistico. Il primo capitolo sulla rinascita di Messina è stato, infatti, scritto con il linguaggio del manierismo eclettico, che si scontrerà presto, nel secondo capitolo, con l’imporsi dell’Art nouveau e dell’Art déco, per poi lasciare spazio al movimento moderno.

Nei primi anni del Novecento a Messina si è formata, e confrontata, tutta la nuova generazione di progettisti, ma anche dei loro maestri.

Un confronto serrato: sull’arte del costruire e del ricostruire; sul carattere universale o locale dell’architettura. Sono, infatti, gli anni dell’affermazione delle competenze professionali divise fra Accademie e Politecnici. Gli anni in cui nascevano le facoltà di architettura e di ingegneria. Sono gli anni dell’affermazione dei materiali moderni e delle innovative tecnologie. Tutto ciò sottoposto alle più aggiornate normative, per risolvere il gravoso problema sismico.

Fra i grandi maestri dell’architettura, stasera citerei soltanto Raimondo D’Aronco (Gemona del Friuli 1857 – 1932) ed Ernesto Basile (Palermo 1857 – 1932). Ambedue sono considerati fra i massimi architetti italiani, esponenti del Liberty la corrente che in Italia si riferisce all’Art nouveau, che alcuni hanno definito anche lo style sans style per la sua grande libertà espressiva.

Qui da noi, il nome di Raimondo D’Aronco è legato proprio a questa chiesa di Santa Maria degli Alemanni. La chiesa è frutto di una ricostruzione basata sui rilievi effettuati dai suoi allievi universitari. Svolse, infatti, attività di docenza nel corso di disegno e rilievo architettonico dell’Università di Messina.

Aveva già insegnato, prima all’Accademia di Carrara, e in seguito a Cuneo e a Palermo. L’attività professionale come architetto impegnò D’Aronco in Italia ed anche in Turchia. In seguito al terremoto del 1894, infatti, divenne architetto-capo, incaricato della ricostruzione di Istanbul (Costantinopoli). Il suo Liberty fu esaltato a livello europeo con i padiglioni per l’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino (1902), che contribuì alla diffusione dello stile in Italia presentando la produzione nazionale ed europea.

Messina, Chiesa di Santa Maria degli Alemanni – Rilievi di Raimondo D’Aronco. Dal saggio di Adriana Arena, Chiesa di Santa Maria Alemanna a Messina: i rilievi di Raimondo D’Aronco. In: Agustín-Hernández, L., Vallespín Muniesa, A., Fernández-Morales, A. (a cura di) Graphical Heritage. EGA 2020.

Leggere che «la chiesa di Santa Maria Alemanna rappresenta la più alta espressione dell’arte gotica nell’area del Mediterraneo» (Wikipedia) oppure che ha conservato intatta la struttura architettonica, questo sì è enfatico e non è neppure esatto.

I rilievi di Raimondo D’Aronco consentono di affermare che, in realtà, l’edificio è romanico. Hanno permesso alla Soprintendenza di Messina l’anastilosi delle strutture architettoniche in rovina. Ciò significa che l’edificio non era “intatto”, ma in gran parte ridotto in ruderi e frammenti, essendo stato più volte nel tempo colpito da fulmini e terremoti.

Il Priorato di Santa Maria Alemanna fu concesso verso l’anno 1195 dall’Imperatore Enrico VI di Svevia all’ordine dei Cavalieri Teutonici. Nel 1220 venne realizzato un ospedale contiguo per accogliere i reduci dalla Terra Santa e prestare loro delle cure.

Le prime riparazioni risalgono al 1485. La Pia Casa di S. Angelo de’ Rossi ne assunse l’amministrazione dal 1605 con obbligo di culto. Ma nel 1808 la chiesa era già inagibile e “sconquassata”. Sconsacrata, divenne deposito di legname, e poi fucina di un fabbro che ci teneva pure una capra.

Scriveva Giuseppe Martinez: «Dell’antica chiesa, che esisteva nel cortile di S. Angelo dei Rossi, non rimangono che pochi avanzi, i quali hanno il solo pregio di una remota antichità». Giuseppe Coglitore riferisce dei resti dell’Ospedale «con molti archi alla gotica».

I più pensano che la presenza dell’arco ogivale caratterizzi soltanto il gotico, dimenticando il romanico.

Nell’architettura gotica gli archi a sesto acuto (o ogivali), le volte a crociera, i costoloni, gli archi rampanti, i contrafforti, rispondevano a ragioni strutturali, al fine di distribuire i carichi della copertura, secondo un sistema molto articolato e complesso. Tutto ciò ha permesso alle strutture gotiche di elevarsi molto in alto.

L’altezza della nostra chiesa è viceversa modesta, come sovente era quella delle chiese romaniche. Inoltre, i rilievi di D’Aronco dimostrano la mancanza del cleristorio, che consentiva l’illuminazione naturale dell’interno attraverso una serie di finestre vetrate e religiosamente istoriate.

Questa fascia di finestre non esiste neppure nella riedificazione attuale. Pertanto, possiamo tranquillamente concludere che siamo all’interno di un edificio romanico. Ciò, naturalmente, non toglie nulla al valore artistico e documentario della chiesa.

Messina, Chiesa di Santa Maria degli Alemanni – Rilievi di Raimondo D’Aronco. Dal saggio di Adriana Arena, Chiesa di Santa Maria Alemanna a Messina: i rilievi di Raimondo D’Aronco. In: Agustín-Hernández, L., Vallespín Muniesa, A., Fernández-Morales, A. (a cura di) Graphical Heritage. EGA 2020.

I testi storici riportano che i restauri della chiesa sono stati sempre di una lentezza esasperante, tanto da risultare inconcludenti. La riprova è che, quando Ernesto Basile nel 1925 progetta l’impianto del nuovo edificio della Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele II, occupa parte dell’area dell’antica chiesa, senza tenere conto della conservazione delle memorie storiche.

La ricostruzione della chiesa è così impedita nello sviluppo della navata principale, che non a caso è oggi conclusa da una vetrata. Inoltre, si trova soffocata dagli edifici circostanti (si veda la mappa di Apple) e affossata rispetto al piano stradale, come a Messina è avvenuto in varie circostanze.

Basile ne ha colpa? Direi proprio di no. L’architetto ha agito sul lotto che gli è stato assegnato per realizzare il suo nuovo edificio.

Il precedente istituto di credito risaliva a prima del terremoto. La Cassa Centrale di Risparmio Vittorio Emanuele per le province siciliane fu, infatti, istituita a Palermo il 21 ottobre 1861 e intestata al Re dell’Italia unitaria.

La sede messinese era ubicata in via della Rovere, una strada tra il Corso Cavour e la via Argentieri. Tale sede «andò interamente distrutta e solo i locali del tesoro resistettero all’urto».

La nota è dell’Ufficio Studi della Cassa di Risparmio, nella quale è riferito che per la nuova sede messinese era già stata fissata la data di inaugurazione, ma il sopraggiunto terremoto rese inutile ogni attività in proposito.

Questo primo progetto sembra avere anticipato nella sua elaborazione persino quello per la sede della Cassa palermitana di cui Basile era stato incaricato nel 1907, ovvero l’anno prima di quella messinese.


Ernesto Basile, schizzo planimetrico e schizzo prospettico per il palazzo della Cassa di Risparmio di Messina (Palermo, Archivio privato della famiglia Basile).
Dal saggio di Nunzia Donato, I progetti di Ernesto Basile per le sedi della Cassa di Risparmio di Palermo e Messina: una svolta ideologica.

Soltanto due disegni, conservati nell’archivio privato della famiglia Basile, documentano questo primo elaborato progettuale per Messina. La data del 1908 è riportata in un elenco di opere progettate, registrato in successione cronologica dallo stesso Basile.

I disegni sono precisamente uno schizzo planimetrico a matita, e uno schizzo prospettico a china. Nel primo sono annotate le dimensioni e la geometria del lotto, lo sviluppo dell’edificio su tre elevazioni e la destinazione d’uso degli ambienti.

L’area di progetto era irregolare, con uno sviluppo longitudinale esteso 77 metri, molto superiore alla profondità. Lo schizzo prospettico a china coglie una visuale d’angolo, che mette in evidenza la soluzione progettuale prescelta.

Basile spezza geometricamente la lunga facciata principale con due corpi laterali emergenti rispetto al filo del prospetto. Tuttavia, questa simmetria troppo classicista è negata con l’inserimento, su uno dei fianchi, di un corpo poligonale più basso di un piano, così da sfruttarne la copertura a terrazza.   

La planimetria dell’edificio è scomposta in due unità geometriche elementari (un quadrato e un trapezio), per facilitare la ripartizione degli spazi interni, soltanto schematizzati nello schizzo.

Se questo progetto si fosse realizzato, Messina avrebbe potuto vantare il punto di arrivo di una ricerca progettuale condotta da Basile in quegli anni.

Il 1891, segna la morte di suo padre (l’architetto Giovan Battista Filippo Basile) e l’Esposizione Nazionale di Palermo, di cui realizza i padiglioni ispirandosi allo stile arabo-normanno.

Da questo momento in poi Ernesto Basile inizia un progressivo superamento dello storicismo, verso un modernismo della “razionalità mediterranea”. In altre parole, era suo desiderio elaborare una interpretazione italiana della modernità da imporre in Europa.

Siamo ai livelli di architetti come il francese Hector Guimard, i belgi Victor Horta e Henry van de Velde, dell’austriaco Josef Hoffmann, il catalano Antoni Gaudí, lo scozzese Charles Rennie Mackintosh.

Ma il terremoto pose fine al progetto Liberty della Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele a Messina. Dopo il terremoto seguirono i primi anni della città in baracca. Il centro di Messina era ingombro di macerie e impegnato, come del resto le ampie aree periferiche, da costruzioni in legno, ritenute provvisorie, ma che ancora, mentre in alcune zone si procedeva allo sgombero, si continuavano a costruire e ad assegnare.

Lo scoppio del primo conflitto mondiale dal 1915 al 1918 immobilizza o quasi ogni iniziativa di ricostruzione. Solo nel 1923 (con il Regio decreto-legge del 27 settembre 1923 n. 2309) il governo stanzia 500 milioni di lire da suddividersi fra i danneggiati dai terremoti di Sicilia e Calabria per le spese di ricostruzione.

L’opportunità del provvedimento è colta dai privati cittadini per riedificare o riparare la propria abitazione, ma anche da molti gruppi imprenditoriali, che prima della guerra non avevano trovato la convenienza economica ad intraprendere operazioni immobiliari.

Dopo il clima d’incertezza e i ritardi della guerra, i lavori della ricostruzione accelerano il proprio ritmo. A Messina Ernesto Basile interviene prima nella sistemazione di Piazza Garibaldi (1921-1923), che oggi conosciamo come Piazza Castronovo, nodo terminale del centralissimo asse di via Garibaldi. Poi la stupenda scenografia urbana di Piazza del Popolo (1922).

Dobbiamo attendere il 1925 perché il progetto della Cassa di Risparmio possa vedere un nuovo sviluppo, che questa volta porterà alla sua realizzazione.

Oggi è l’unica opera architettonica di Ernesto Basile a Messina. Chi vorrebbe associarvi altre costruzioni private lo fa senza una documentazione. Per esempio, il cosiddetto Villino Basile, il cui nome si riferisce al proprietario e non al progettista, che non è l’architetto palermitano.

La Cassa di Risparmio occupa il comparto VII dell’isolato 297 del Piano Regolatore di Messina redatto da Luigi Borzì. Dovrebbe essere un ulteriore comparto destinato a residenze, ma una deroga al PRG lo destina a servizi. Nello specifico, istituti bancari. Il Banco di Roma occuperà, infatti, i comparti I e II dello stesso isolato 297, realizzato nel 1922 su progetto dell’architetto Gino Peressutti.

È questa un’area urbana dove sono sorte a poca distanza l’una dall’altra anche la Banca Commerciale, il Banco di Sicilia e la monumentale Banca d’Italia. A dimostrazione dei forti investimenti finanziari su di una città tutta da riedificare.

Nel 1925, il contesto fisico, ma anche politico e culturale, è dunque del tutto cambiato. Il sessantottenne architetto siciliano si trova così a dover ripensare interamente il suo primo progetto, sostenuto all’epoca dalla spinta innovatrice del suo Stile Floreale, che oramai ha fatto il suo tempo.

L’Art nouveau è stata soppiantata dell’Art déco, che prende proprio il nome di Stile 1925. Soprattutto si è imposta la nuova ideologia monumentalistica del Novecentismo di regime che caratterizzerà il ventennio fascista. Lo stile Novecento è quello che ritroviamo nel Palazzo di Giustizia, approvato nel corso della guerra, che a partire dal 1923 Marcello Piacentini può finalmente completare.

A Ernesto Basile non rimane che ripiegare sul suo background storicista. Non è un fatto isolato. Lo stesso Victor Horta che ha rivoluzionato i canoni dell’architettura moderna, riprogettando gli spazi interni ed esterni, gli arredi, la decorazione, è dovuto tornare sui suoi passi, orientandosi verso una concezione più convenzionale (palais des Beaux-Arts, Bruxelles, 1922-28).

La Cassa di Risparmio di Messina foto d’epoca, tratta dal profilo fb dell’arch. Nino Principato. Fonte: Carmelo Celona, Palazzo della Cassa Nazionale di Risparmio, storia di un compromesso stilistico tra due architetti antitetici. Link

Anche Ernesto Basile torna, dunque, al monumentalismo rinascimentale contrassegnato dall’uso del bugnato e dei conci murari, dalle lesene a tutta altezza che spezzano la campitura lineare del prospetto, dal fastigio dentellato di coronamento. Tutti elementi recuperati dal proprio vocabolario storicista, esaltato dal monumentale ingresso evidenziato da un alto portale cinto da colonne rastremate e sormontato dal classico balcone, mentre la parte sommitale si conclude con un attico modulato recante la scritta Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele.

Dove Basile riconquista un guizzo della sua modernità – soffocata dai tempi correnti che la modernità la trovano nel gusto neoclassico e neobarocco – è negli interni dell’edificio bancario. Qui il protagonista del Liberty siciliano recupera la memoria floreale nelle vetrate e negli stucchi. Soprattutto nel mobilio che rinverdisce la collaborazione con Vittorio Golia Ducrot, già sperimentata ripetutamente.

Gli interni- Cassa di Risparmio di Messina foto d’epoca, tratta dal profilo fb dell’arch. Nino Principato. Fonte: Carmelo Celona, Palazzo della Cassa Nazionale di Risparmio, storia di un compromesso stilistico tra due architetti antitetici. Link

Mi avvio a trarre le conclusioni. Quando si parla di Messina il discorso cade quasi sempre sul terremoto. Ma quella di cui stiamo parlando stasera non è la città rasa a terra dalle scosse sismiche, e neppure quella ricostruita con grande volontà a partire dal 1911 dopo l’approvazione del Piano Borzì, oppure quella recuperata dopo i bombardamenti del secondo conflitto.

È quella Messina ignorata che oggi risulta dalla demolizione dei suoi manufatti preziosi, per fare posto ad una ordinaria edilizia di sostituzione. Oppure risulta dall’inerte abbandono, che, come soluzione, si orienta alla negazione delle destinazioni d’uso che un tempo sottintendevano il senso della sua vitalità. Senza ripensare ad appropriate destinazioni d’uso alternative.  

La città è qua, sotto i nostri occhi, ma è come se non la vedessimo.

A Messina si ama troppo la città preterremoto, da dimenticare quella del presente. Per questo molte volte si fanno scelte sconsiderate. E poi ci si chiede perché i giovani se ne vadano da una città in decadenza. La risposta si può riassumere in poche parole. O cambi città, o cambi la città. Noi siamo pronti al dibattito e se ci intestassimo di cambiarla veramente questa città, con amore e non per opportunità politica o funzionale, potremmo finalmente dire: «Hic manebimus optime, Qui staremo benissimo».


Messina. Tribunale in via Garibaldi? Sindaco, con il palazzo dia anche la chiesa gotica… per le “udienze”
di MARIO PRIMO CAVALERI

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Pisa, Museo della Grafica: la deliziosa suite Sport & Divertissements al Teatro Verdi

Il Museo della Grafica (Comune di Pisa, Università di Pisa) in collaborazione con il Teatro Verdi di Pisa è lieto di invitarvi alla presentazione di:

𝑺𝒑𝒐𝒓𝒕 & 𝑫𝒊𝒗𝒆𝒓𝒕𝒊𝒔𝒔𝒆𝒎𝒆𝒏𝒕𝒔

𝐌𝐚𝐫𝐭𝐞𝐝ı̀ 𝟏𝟎 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟑, 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟖:𝟑𝟎 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐢𝐥 𝐓𝐞𝐚𝐭𝐫𝐨 𝐕𝐞𝐫𝐝𝐢 𝐝𝐢 𝐏𝐢𝐬𝐚 – 𝐬𝐚𝐥𝐚 𝐓𝐢𝐭𝐭𝐚 𝐑𝐮𝐟𝐟𝐨

A cento anni dalla sua pubblicazione, attraverso musica, immagini e parole, Cristian Carrara, Giovanni Federico Gronchi e Alessandro Tosi faranno riscoprire al pubblico la deliziosa suite Sport & Divertissements pubblicata nel 1923 da Lucien Vogel a Parigi, con le brevi composizioni per pianoforte di Erik Satie accompagnate dai raffinati disegni di Charles Martin.

I brani saranno eseguiti al pianoforte da Giovanni Federico Gronchi.

Per maggiori informazioni Cliccare il logo

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060 (62-67-59-70)
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it

FERPI: Milano Digital Week – L’IA al servizio delle Relazioni Pubbliche

L’IA al servizio delle Relazioni Pubbliche

Il 9 ottobre a Milano il primo evento sull’Intelligenza Artificiale per le comunità professionali e i servizi al cittadino

I risultati della ricerca Ipsos-Ferpi

Lunedì 9 ottobre, 
Ferpi (Federazione italiana relazioni pubbliche) presenterà a Milano, nell’ambito della Milano Digital Week, il sondaggio Ipsos su Intelligenza artificiale e Relazioni pubbliche, le analisi sull’IA di Ernst&Young e del Centro studi Ferpi FERPILab e le esperienze di impiego dell’intelligenza artificiale nei servizi ai cittadini del Comune di Milano e di Gruppo Cap, la società del servizio idrico milanese.

Si svolgerà a Milano l’evento “L’Intelligenza artificiale al servizio delle Relazioni pubbliche” – lunedì 9 ottobre 2023 dalle h 17.00 alle h.19.00, all’Auditorium CAP, via Rimini 38 –, il primo dedicato all’impatto dell’intelligenza artificiale sulle comunità professionali, con i risultati della ricerca Ipsos-Ferpi sui professionisti delle relazioni pubbliche e le esperienze di impiego dell’intelligenza artificiale nei servizi ai cittadini del Comune di Milano e di Gruppo Cap, la società del servizio idrico milanese. 

L’evento, gratuito, è aperto al pubblico.

«L’idea del convegno è nata all’interno del gruppo di lavoro Ferpi sull’intelligenza artificiale», spiega Filippo Nani, presidente della Federazione. «Non possiamo sottrarci alla sfida dei chatbot generativi, ma non vogliamo nemmeno partecipare alla gara a disegnare scenari più o meno fantasiosi su una tecnologia che ha appena iniziato a mostrare le proprie potenzialità. Per questo abbiamo scelto di misurarci su una prima serie di elementi concreti, che racconteremo in un confronto pubblico nella cornice della Milano Digital Week».  «La ricerca realizzata da Ferpi e Ipsos è molto interessante, perché è la prima volta che affrontiamo questo tema con le comunità professionali, che sono probabilmente tra le realtà più esposte alla rivoluzione dell’IA nel mondo del lavoro e dei servizi», dice Silvia Andreani, Client officer Ipsos e Responsabile dell’Osservatorio Metaverso, che ha curato la ricerca. 

Durante l’evento, introdotto da Yuri Santagostino, Presidente di Gruppo CAP, Alessandro Vanoni, Director of Brand and Communications EY Italy e Delegato di Ferpi Lombardia, offrirà una panoramica degli studi realizzati da Ernst&Young sull’evoluzione dei sistemi di intelligenza artificiale, mentre Biagio Oppi, External Communications Director in Pfizer Italia e Delegato internazionale Ferpi, presenterà il primo paper prodotto dal Centro studi Ferpi – FERPILab – sull’impatto dell’intelligenza artificiale sulle relazioni pubbliche, la comunicazione e l’informazione. Infine, saranno presentati due percorsi applicativi. Layla Pavone, che coordina il Board innovazione tecnologica e trasformazione digitale del Comune di Milano, racconterà il progetto di integrazione dell’IA nella gestione dei servizi ai cittadini. Mentre Michele Tessera, Direttore Digital Hub Gruppo CAP, parlerà di come viene utilizzata l’IA nella gestione della customer experience degli utenti del servizio idrico metropolitano di Milano.

Qui la pagina dedicata all’evento nel calendario della Milano Digital Week.


Media Relations FERPI
e-mail: mediarelation@ferpi.it

Lodi: Festival della Fotografia Etica – Il programma del secondo weekend 

Vivere la bellezza- Banksy

Al via la XIV edizione della rassegna fotografica di Lodi

Ecco il programma del secondo weekend

FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA ETICA DI LODI 2023

XIV EDIZIONE

Lodi, sedi varie
30 settembre – 29 ottobre 2023

Il secondo weekend del festival tra incontri e visite guidate

Un clima estivo ha salutato il primo weekend del festival a Lodi, e altrettanto si appresta a fare per il secondo in arrivo che sarà piuttosto intenso e frizzante nel programma.

Innanzi tutto, l’appuntamento con la Fotografia Minutera per tutto il weekend del 7 ed 8 ottobre. La fotografia minutera è il termine di tradizione popolare ispanica che definisce il mestiere del fotografo itinerante che opera con il processo fotografico negativo/positivo su carta. Il Festival di Lodi crede che la fotografia sia sempre un contatto diretto con la realtà, con il mondo che ci circonda, così gli operatori di fotografia ambulante saranno in azione in piazza e presso alcune delle sedi espositive del Festival. Chi lo desidera potrà così farsi ritrarre con un processo argentico nato oltre un secolo fa.

Sabato 7 ottobrealle ore 12.00 inizierà la visita guidata alla mostra del Single Shot del World Report Award  con il Direttore del Festival Alberto Prina, presso la sede della Banca Centropadana. Visita che si ripeterà alle ore 16.30.

Alle 17.30 prenderà avvio la visita guidata alla mostra del World Press Photo, il prestigiosissimo concorso internazionale, a cura dei coordinatori e curatrice del Festival presso la Sala Espositiva Bipielle Arte, Via Polenghi Lombardo.

Il programma di domenica 8 ottobre prevede invece, dalle 10.00 – 12.30 e dalle 14.30 – 17.00, letture portfolio aperte a fotografi professionisti e non e rappresentano un’occasione di formazione e di arricchimento per gli autori. Ogni lettore è disponibile per visualizzare i lavori proposti e fornire un feedback sul progetto fotografico, dare consigli e suggerimenti alla professione di fotografo.

Gli esperti disponibili alle letture sono Paola Romano (Vice presidente del Grin), Mariateresa Cerretelli (Giornalista e Photo Editor), Raffaele Vertaldi (Photo Editor e docente), Giovanni Pelloso (Editor e docente), Federica Berzioli (Coordinamento editoriale de IL FOTOGRAFO).

Alle 10.30 prenderà avvio la visita guidata alla mostra del World Press Photo, il prestigiosissimo concorso internazionale, a cura dei coordinatori e curatrice del Festival presso la Sala Espositiva Bipielle Arte, Via Polenghi Lombardo.

Alle 12.00 inizierà invece la visita guidata alla mostra Vivere la bellezza con Annalisa Bianchetto di Nuova assistenza, presso il Chiostro ex-Ospedale Vecchio

Alle 16.30, ci sarà la presentazione di Acquaintance di Max Cavallari, edito SeixSei, che racconta i 40 giorni di Search and Rescue della nave Humanity 1 nel mar Mediterraneo. Modera Alessandra De Poli, giornalista di AsiaNews e Mondo e Missione.

Chiude il weekend, alle ore 18.00, la presentazione del Premio Ponchielli. Il GRIN (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale) presenta Il PREMIO PONCHIELLI , 20 anni di reportage per raccontare il mondo. Presentano Mariateresa Cerretelli e Raffaele Vertaldi.

Vi aspettiamo tutti a Lodi!


Per tutte le informazioni e dettagli visitate il sito del Festival www.festivaldellafotografiaetica.it
Info: www.festivaldellafotografiaetica.it
 
Ufficio Stampa                                   
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel 049.663499
rif. Simone Raddi  simone@studioesseci.net