Torna a Fano, dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, la Pala di Perugino

Pala di Perugino durante il restauro

Fano: dal 7 dicembre la Pala di Perugino torna con una mostra

Fano, Palazzo Malatestiano, sala Morganti

7 dicembre 2023 – 7 aprile 2024

a cura di Anna Maria Ambrosini Massari

con Emanuela Daffra

INAUGURAZIONE: giovedì 7 dicembre 2023, ore 10

Torna in città, dopo un grande lavoro di restauro, la Pala di Durante, opera identitaria per Fano, conosciuta anche come Pala di Fano, dipinta da Pietro Perugino, il più grande maestro del suo tempo.

Il Palazzo Malatestiano di Fano ospiterà la mostra-dossier fino al 7 aprile 2024.

Sarà un ritorno molto importante e atteso, degna conclusione delle celebrazioni dei cinque secoli dalla morte di Pietro Vannucci, universalmente noto come Pietro Perugino. La Pala di Durante rientra alla sua sede, infatti, dopo un mirabile restauro condotto da un laboratorio di eccellenza, quale è l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che attirerà l’attenzione internazionale su uno dei capolavori del maestro umbro, al suo tempo considerato ‘il primo pittore al mondo’, come lo descrive anche il contratto redatto a Fano.

Un’opera identitaria per la città, detta infatti anche Pala di Fano, che sarà presentata al pubblico dal 7 dicembre 2023 al 7 aprile 2024 presso la sala Morganti del Palazzo Malatestiano, nella mostra-dossier Pietro Perugino a Fano. ‘Primus pictor in orbe’.

La conferenza inaugurale si terrà giovedì 7 dicembre, alle ore 10. La mostra sarà aperta al pubblico dal pomeriggio.

La mostra, curata da Anna Maria Ambrosini Massari con Emanuela Daffra, è realizzata dal Comune di Fano, in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure e con il contributo della Regione Marche.

Pala di Perugino durante il restauro

Primus pictor in orbe‘: ‘primo pittore al mondo’, così viene descritto Perugino nel contratto del 1488 che lo portava a lavorare a Fano dove avrebbe realizzato due opere eminenti: la Madonna con il bambino in trono e i santi Giovanni Battista, Ludovico di Tolosa, Francesco, Pietro, Paolo e la Maddalena, detta Pala di Durante, e l’Annunciazione.

La Pala di Durante, dipinta a olio su tavola, fu eseguita per l’altare maggiore della chiesa di Santa Maria Nuova di San Lazzaro e fu realizzata a più riprese, tra il 1488 e il 1497. È così definita dal nome che compare nell’iscrizione sul piedistallo ai piedi della Vergine: Durante di Giovanni Vianuti, che nel 1485 fece un lascito ai frati Minori Osservanti, il cui convento venne più tardi trasferito nell’attuale sede della chiesa di Santa Maria Nuova.

Il pannello principale raffigura la Madonna con il Bambino seduta su un alto trono con ai lati i santi. Il gruppo è disposto all’ombra di un chiostro rinascimentale, aperto sullo sfondo verso un luminoso paesaggio collinare. A completamento della pala, una lunetta con Cristo in Pietà tra i dolenti e santi Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea e una predella con cinque Storie della vita della Vergine, alla cui realizzazione o perlomeno progettazione grafica, alcuni storici dell’arte ritengono che abbia collaborato il più geniale allievo di Perugino e futuro protagonista della scena artistica, Raffaello Sanzio, allora appena quattordicenne.

La Pala di Durante, restituita allo splendore perduto, sarà testimone di un evento senza precedenti che evidenzia la forza di un caso emblematico.

La mostra-dossier consentirà di vedere come mai prima la Pala e ogni sua sezione, attorno a cui saranno disposti resoconti dell’eccezionale restauro e confronti fondamentali, grazie a riproduzioni digitali. In particolare, quello con la cosiddetta ‘pala gemella’, realizzata per l’altare maggiore della chiesa degli osservanti di Senigallia. Un confronto accattivante, con elementi didattici e scientifici di straordinaria importanza, che ci portano dentro le grandi botteghe artistiche del tempo.

Il percorso espositivo, e le sue ricostruzioni virtuali e riproduzioni, racconteranno i momenti che comprendono l’attività fanese, dallo scorcio degli anni Ottanta per arrivare alla conclusione della Pala di Durante nel 1497, quando Perugino era all’apice della carriera e, dopo il successo della direzione del cantiere sistino in Vaticano, lavorava a un ritmo vorticoso che imponeva il riutilizzo di invenzioni fortunate, con variazioni più e meno significative e con l’aiuto di collaboratori.

L’epocale restauro, curato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, ha riportato la Pala al suo splendore ed ha permesso di approfondire lo studio dell’opera del Perugino, attraverso un’estesa campagna di indagini diagnostiche, radiografiche, fotografiche e multispettrali e dell’esame dei manufatti al verso, ad opera di un gruppo di lavoro multidisciplinare di restauratori specializzati, storici dell’arte, esperti scientifici e fotografi. Sezione di centrale importanza, che accompagnerà il percorso della mostra, sarà quindi quella relativa alla documentazione del restauro, fonte indubbiamente di molte nuove e ulteriori acquisizioni e precisazioni.

La mostra “Pietro Perugino a Fano” pone la città di Fano al centro di una fase cruciale per la storia dell’arte, a partire dalla disamina delle ‘pale gemelle’ e più in generale dell’attività di Perugino per i committenti fanesi e del loro ruolo centrale ed emblematico.


Per informazioni:
Museo Archeologico e Pinacoteca del Palazzo Malatestiano
Tel. 0721 887845-847 – museocivico@comune.fano.pu.it
 
Ufficio Stampa Opificio delle Pietre Dure:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
tel. +39. 049.663499
simone@studioesseci.net (rif. Simone Raddi)

Bologna: Concluso il progetto sul patrimonio digitale di musei e biblioteche del Comune

Conferenza stampa “Restart La cultura a Bologna è digitale” svoltasi nella Sala stampa “Luca Savonuzzi” di Palazzo d’Accursio, a Bologna.
Da sinistra: Antonella Mampieri (Referente Archivio fotografico e Catalogo Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica), Eva Degl’Innocenti (direttrice Settore Musei Civici Bologna), Elena Di Gioia (delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana), Veronica Ceruti (direttrice Settore Biblioteche e Welfare culturale Comune di Bologna), Elisa Rebellato (Responsabile Biblioteche di ricerca e conservazione – Settore Biblioteche e Welfare culturale Comune di Bologna).

Si conclude il progetto biennale portato avanti dal Settore Biblioteche e Welfare culturale e dal Settore Musei Civici Bologna, sostenuto dal Ministero della Cultura nell’ambito del Fondo Cultura 2021, finalizzato al potenziamento delle tecnologie in ambito culturale e all’ampliamento del patrimonio digitale di musei e biblioteche.
I risultati saranno presentati alla città mercoledì 6 dicembre in Archiginnasio.

Potenziare l’uso delle tecnologie in ambito culturale e ampliare il patrimonio digitale di musei e biblioteche sono gli obiettivi portati avanti negli ultimi due anni grazie a Restart. La cultura a Bologna è digitale, progetto a cura del Settore Biblioteche e Welfare culturale e del Settore Musei Civici del Comune di Bologna, sostenuto dal Ministero della Cultura nell’ambito del Fondo Cultura 2021.

Il Dipartimento Cultura Sport e Promozione della città – cui afferiscono i due Settori – ha da tempo avviato progetti e interventi di adeguamento strutturale e implementazione delle tecnologie digitali per continuare a rispondere a quella che fino a qualche anno fa veniva definita la “sfida del digitale”, ma che oggi è un orizzonte di lavoro irrinunciabile.
Un elemento acceleratore di tali processi è stata senz’altro la pandemia da Covid-19, durante la quale le azioni in campo digitale hanno assunto un carattere di vera e propria urgenza, poiché solo grazie a questi strumenti è stato possibile, nei mesi di forzata chiusura al pubblico in presenza, garantire il proseguimento di alcuni servizi fondamentali delle Biblioteche e dei Musei. Per consentire modalità di fruizione del patrimonio bibliotecario e museale sono state infatti ideate e potenziate molteplici iniziative: prestito digitale, fornitura di riproduzioni, Document Delivery, palinsesti seriali sui social media, dirette streaming, sviluppo di app, video e virtual tour solo per citare le attività principali.

Restart. La cultura a Bologna è digitale è stato realizzato, anche a partire da tali istanze, grazie al cofinanziamento previsto dal bando del Ministero della Cultura del 20/5/2021, vinto dal Comune di Bologna per l’Area Nord-Est.
L’importo totale del progetto ammonta a € 392.000, di cui 235.200 finanziati dal MiC.

È la figura nodale di Pelagio Palagi (Bologna, 1775 – Torino, 1860) – artista, architetto ed eclettico collezionista di antichità, incisioni e disegni, destinati per suo lascito testamentario al Comune di Bologna dai quali trae origine l’attuale rete culturale cittadina – a fare da filo conduttore tra i soggetti coinvolti e le azioni realizzate: la Biblioteca dell’Archiginnasio, con la messa on line della nuova biblioteca digitale ARBOR e con il restauro di 157 disegni realizzati dallo stesso Palagi; il Museo Civico Archeologico, il Museo Civico Medievale, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, il Museo civico del Risorgimento, il Museo del Patrimonio Industriale e il Museo internazionale e biblioteca della musica con inventariazione, catalogazione, digitalizzazione e ricostruzione tridimensionale del patrimonio.

Disegno restaurato
con progetto Restart. La cultura a Bologna è digitale (2996)
Bologna, Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio

Il progetto e i risultati conseguiti saranno presentati in un evento aperto al pubblico mercoledì 6 dicembre 2023 alle ore 17.30 nella Sala dello Stabat Mater in Archiginnasio.

Interverranno: Elena Di Gioia, delegata alla cultura di Bologna e Città metropolitana; Osvaldo Panaro, direttore Dipartimento Cultura Sport e Promozione della città; Veronica Ceruti, direttrice Settore Biblioteche e Welfare culturale; Eva Degl’Innocenti, direttrice Settore Musei Civici Bologna.
I referenti e le referenti di Biblioteche e Musei che hanno preso parte alle fasi operative, tra il 2021 e il 2023, racconteranno gli interventi realizzati.
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

Gli obiettivi principali portati avanti grazie a Restart sono stati:
1. incrementare il patrimonio digitale dei musei e delle biblioteche;
2. adottare soluzioni per la conservazione a medio e lungo termine e per l’interoperabilità e la condivisione dei dati del patrimonio digitalizzato.

I criteri che hanno portato alla scelta dei materiali da digitalizzare sono stati condivisi tra i diversi musei e biblioteche partecipanti e hanno incluso: la rilevanza del documento o degli oggetti nel suo insieme, il valore dell’opera come documento dei tempi, la connessione o legame significativo e diretto con la realtà e la cultura locale, l’appartenenza del documento e dell’oggetto a fondi significativi della biblioteca o del museo in questione.

Per il Settore Biblioteche e Welfare culturale gli obiettivi previsti da Restart si sono realizzati grazie ad attività che hanno interessato la Biblioteca dell’Archiginnasio.
Nell’obiettivo 1 – incremento del patrimonio digitale – sono rientrati interventi di restauro, condizionamento e digitalizzazione di una consistente sezione dei disegni di Pelagio Palagi. La collezione palagiana custodita presso il Gabinetto dei disegni e delle stampe della Biblioteca comprende nel suo complesso circa 4.000 disegni autografi e di artisti a lui coevi, confluiti nelle raccolte Disegni Palagi e Disegni di autori vari. Entrambi i fondi nel corso degli ultimi anni sono stati oggetto di un approfondito studio e di un accurato lavoro di catalogazione secondo lo standard ICCD.
All’interno del considerevole nucleo di disegni sono stati selezionati 157 elaborati, per la maggior parte di grandi dimensioni, che versavano in condizioni critiche e che, per motivi conservativi, erano esclusi dalla consultazione. L’intervento di restauro di tali disegni, affidato al laboratorio specializzato Formula Servizi,  si è concluso nei tempi previsti, rendendo nuovamente consultabili i 157 disegni restaurati e condizionati e mettendo a
disposizione le relative immagini digitali ad alta definizione. A completamento del progetto sono stati riprodotti ad alta definizione anche 853 disegni di grande formato, selezionati tra le raccolte del Gabinetto disegni e stampe, al fine di offrire una modalità di consultazione potenziata degli originali, preservandone lo stato di conservazione.
Ha invece risposto alle richieste dell’obiettivo 2 – adottare soluzioni per la conservazione a medio e lungo termine e per l’interoperabilità e la condivisione dei dati del patrimonio digitalizzato – la realizzazione diuna nuova piattaforma digitale per l’Archiginnasio.
Negli ultimi vent’anni l’Archiginnasio ha implementato con propri documenti la Biblioteca digitale Archiweb presente sul proprio sito, all’interno della quale sono stati pubblicati nuclei di documenti riguardanti la storia di Bologna, i fondi della Biblioteca, gli strumenti di ricerca più richiesti e utilizzati, una selezione di documenti unici e maggiormente consultati.

Complessivamente Archiweb raccoglie nei propri server circa 1 milione e mezzo di file e l’utilizzo e la consultazione da parte degli utenti è costantemente in crescita: negli ultimi 10 anni la media è stata di 800.000 pagine consultate e 80.000 visitatori all’anno. Tali numeri hanno imposto il superamento dell’obsolescenza del software e l’aggiornamento dei server di pubblicazione suggerendo l’adozione di un sistema capace di offrire maggiore interoperabilità e nuovi servizi all’utenza.

Grazie a Restart è stata così ideata e realizzata la nuova piattaforma ARBOR ARchiginnasio Bologna Online Resources, basata sulle più aggiornate soluzioni tecnologiche, in particolare sul protocollo IIIF (International Image Interoperability Framework), per l’accesso tramite un’interfaccia unica, con funzioni di ricerca avanzate, alle raccolte digitali delle Biblioteche di conservazione e specializzate del Comune di Bologna, che consentirà l’utilizzo di funzionalità innovative di fruizione per diversi pubblici. Il protocollo IIIF metterà in dialogo la nuova Biblioteca digitale con le più importanti biblioteche digitali, che già si sono allineate a questo standard (Gallica, DigiVatLib, The British Library, ma anche, per restare in ambito emiliano, Estense Digital Library). Le banche dati che componevano Archiweb sono confluite in ARBOR (https://arbor.medialibrary.it/home/index), ospitata su server MLOL, con un’unica interfaccia e funzioni di ricerca multipla, e saranno a disposizione del pubblico a partire dal 6 dicembre.

Per il Settore Musei Civici Bologna gli obiettivi del progetto – e in particolare l’obiettivo 1 – sono stati realizzati grazie ad una serie di attività che hanno coinvolto sei sedi.

Il Museo Civico Archeologico ha proposto due progetti: la produzione di modelli tridimensionali di cinque sarcofagi egizi e la ricostruzione tridimensionale del  monumento sepolcrale a cuspide da Maccaretolo, a partire dall’acquisizione digitale dei tre elementi architettonici superstiti conservati in museo.
Il rilievo fotogrammetrico e laser scanning di cinque sarcofagi antropoidi di XXIV-XXVI dinastia, uno dei nuclei di eccellenza della Collezione Egizia del museo, ha permesso la produzione dei relativi modelli tridimensionali, che possono avere una serie di applicazioni sia nel campo della ricerca che in quello della divulgazione.

L’attività di digitalizzazione, condotta dal Politecnico di Milano, ha visto l’impiego di due differenti tecniche per l’acquisizione del dato rispondenti ad esigenze diverse. Nello specifico sono state adottate tecniche laser scanner a luce strutturata e tecniche fotogrammetriche.
L’attività di digitalizzazione ha interessato i cinque diversi sarcofagi, ciascuno di essi composto da due parti: coperchio e alveo.
I modelli tridimensionali dei sarcofagi così ottenuti sono già disponibili alla comunità scientifica per lo studio del layout pittorico e testuale, in attesa di renderli disponibili anche al pubblico del museo. Questi forniscono inoltre importanti informazioni per eventuali interventi conservativi e studi interdisciplinari.
Il monumento sepolcrale a cuspide da Maccaretoloappartiene ad un tipo architettonico i origine ellenistica, molto diffuso in Emilia-Romagna e Veneto durante la prima età imperiale romana, dove caratterizzava le sepolture di personaggi appartenenti ai ceti più elevati della società. Il monumento era costituito da un podio quadrangolare, sormontato da un corpo a forma di cella templare con finta porta e coronato da una cuspide piramidale, che terminava in alto con un capitello corinzio. Proviene dal territorio a nord est di Bologna, nei pressi di San Pietro in Casale, in località Maccaretolo e fu scoperto nei primi decenni dell’Ottocento; dell’imponente struttura rimangono solo una statua maschile, il capitello che coronava la guglia (esposti nell’atrio del museo) e una voluta angolare.
L’acquisizione digitale dei tre elementi conservati in museo, unitamente ai dati di tipo archeologico e bibliografico relativi a questa classe di monumenti sepolcrali, ha permesso di realizzare un’accurata ricostruzione tridimensionale della tomba nella sua integrità, con il posizionamento dei frammenti rilevati nella giusta collocazione originaria. In questo modo è stata favorita e valorizzata la fruizione dei frammenti superstiti, aumentandone la comprensione e la corretta contestualizzazione.

Scansione 3D della statua di togato
parte del monumento sepolcrale a cuspide di Maccaretolo
Bologna, Museo Civico Archeologico


Le scansioni 3D dei tre elementi e la ricostruzione del monumento sono visibili ai seguenti link:
Statua Maccaretolo
Capitello Corinzio Maccaretolo
Monumento sepolcrale a cuspide da Maccaretolo
Voluta Maccaretolo

Il progetto del Museo Civico Medievale ha interessato la collezione dei materiali extraeuropei presentinella collezione di Pelagio Palagi.
L’attività ha previsto la verifica dei materiali conservati al museo, premessa fondamentale alla successiva attività di catalogazione e digitalizzazione. Tale verifica ha permesso di effettuare delle lievi integrazioni all’elenco dei materiali conosciuti e la contestuale
eliminazione di alcune opere non pertinenti perché di produzione europea. Il numero totale degli oggetti catalogati e digitalizzati è così risultato essere di 135.
Contestualmente si è svolta, sia presso la sede del museo che presso le Collezioni Comunali d’Arte, la campagna fotografica per un totale di 300 immagini acquisite.
Gli oggetti digitalizzati sono consultabili su PatER, il Catalogo del Patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna, al seguente link: https://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=48976.

Per il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna l’attività ha riguardato la Collezione Grafica.
Il patrimonio in carico al museo comprende una cospicua collezione di opere grafiche inventariate e in parte già catalogate. Si segnalano, tra le altre, opere di Davide Benati, Giuseppe Chiari, Pirro Cuniberti, Piero Manai, Plinio Mesciulam, Luciano Ori, Tullio Pericoli, Lamberto Pignotti, Sepo (Severo Pozzati), Adriano Spatola, Giuseppe Uncini, Claudio Verna, Grazia Varisco, Nanda Vigo e Jacques Villeglé. Il progetto è stato finalizzato a garantire la documentazione fotografica in digitale di 1.050 opere delle quali esisteva solo una datata riproduzione in bianco e nero. La campagna fotografica ha consentito di verificare dati e condizioni conservative di questo particolare nucleo, di aggiornare tutte le relative schede cartacee e di creare nuove schede catalografiche con il software Artview, anche ai fini di una prossima pubblicazione sul sito del museo. La consultazione è già possibile, su richiesta, per tutta l’utenza.

Per il Museo civico del Risorgimento il progetto ha interessato una parte della collezione di manifesti e bandi bolognesi, e in particolare i bandi emessi sotto l’Ancien Régime e quelli del periodo 1798-1828.
L’intera raccolta, finora non inventariata e solo parzialmente digitalizzata, comprende oltre 7.000 pezzi. Il progetto, suddiviso in due tranche, ha previsto di completare la digitalizzazione e soprattutto di realizzare l’inventario dei documenti della raccolta, e la loro pubblicazione- in corso di completamento – sul portale Storia e Memoria di Bologna.
La raccolta pubblicata documenta così la vita di Bologna sotto i diversi governi e nelle diverse fasi che si sono succedute, fino all’Unificazione: il dominio pontificio, il periodo rivoluzionario, l’epoca napoleonica, e la Restaurazione.
La raccolta è consultabile al seguente link: Manifesti, bandi e fogli volanti bolognesi 

Per il Museo del Patrimonio Industriale il progetto ha interessato l’Archivio Storico Aldini-Valeriani e il Fondo Calzoni.
Il museo che conserva l’eredità storica (oggetti, modelli, strumentazione scientifica, documentazione libraria e archivistica) della prima scuola tecnica bolognese, l’Aldini Valeriani, è la sede in cui i materiali dell’Istituto vengono non solo conservati, ma ancora interrogati e fatti oggetto di studi per restituire alla città una parte significativa della sua storia. In questi ultimi anni sono partite diverse campagne di ricerca e valorizzazione che stanno coinvolgendo le collezioni più antiche, ma anche la biblioteca storica, che è stata riordinata, ripulita e riposta in nuove scaffalature, e l’archivio, che è stato oggetto di due importanti tranche di intervento nell’ambito del progetto Restart.
La prima tranche ha indagato la stretta relazione tra i processi formativi di aggiornamento della cultura tecnica promossi dall’Aldini Valeriani e l’aggiornamento della struttura produttiva di Bologna, concretizzatasi nella seconda metà dell’Ottocento in una vera e propria alleanza formativa tra aziende del territorio e scuola. Sono stati di conseguenza inventariati 9 faldoni per un totale di circa 9.000 pagine. Grazie ad un’ulteriore attività di verifica presso altri istituti cittadini (Archivio storico del Comune di Bologna e Biblioteca dell’Archiginnasio), la ricognizione si è allargata da 9 faldoni iniziali a 24.
Si è quindi proceduto con la digitalizzazione dei materiali appartenenti all’Archivio Storico Aldini Valeriani e al Fondo Calzoni del museo e dei materiali aggiuntivi rintracciati nei due istituti cittadini. Il totale delle scansioni e delle digitalizzazioni fotografiche effettuate è stato di 2.166.
La seconda tranche del progetto ha consentito la digitalizzazione, il riordino e la catalogazione dell’Archivio del Gabinetto Aldini, permettendo una dettagliata revisione dell’inventario redatto all’inizio degli anni ottanta del Novecento. Tali materiali saranno presto disponibili sulla piattaforma xDams, il portale digitale degli archivi della Regione Emilia-Romagna.
Dei circa 50.000 documenti di cui si stima sia composto l’intero Archivio, è stato riordinato e inventariato per la piattaforma xDams l’intero fondo e sono state descritte nel dettaglio le prime due serie archivistiche (Ex Gabinetto Aldini e Carte e corrispondenze d’ufficio) per un totale di 327 unità archivistiche; sono stati infine digitalizzati circa 2.000 documenti, andando così ad incrementare ulteriormente i materiali digitali già acquisiti nella prima fase del progetto.

Infine, per il Museo internazionale e biblioteca della musica il progetto ha previsto la valorizzazione dei manoscritti di musica di Gioachino Rossini, di musicisti del periodo napoleonico (Tommaso Marchesi, Giuseppe Pilotti, Francesco Sampieri, Ottavio Bossi) e di una parte della sezione Alunni, a partire dall’istituzione del Liceo Musicale fino all’ultimo anno di frequenza di Gioachino Rossini (1804-1810), tutti posseduti dal museo.
In totale sono stati catalogati e digitalizzati 121 manoscritti, per un totale di circa 7.000 scatti realizzati.
La catalogazione ha interessato il manoscritto nella sua interezza, nei casi in cui sia stata eseguita la digitalizzazione della sola partitura. Le notizie bibliografiche, in corso di completamento, sono state realizzate secondo i più recenti standard catalografici e sono confluite nel catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN). Il punto di accesso al catalogo (Opac) è consultabile alla pagina: OPAC SBN

Ogni scheda catalografica contiene il link alla digitalizzazione.
Le immagini digitali sono state inserite all’interno del database interno alla biblioteca denominato Gaspari On Line, ed integrate nella scheda descrittiva del singolo documento, già presente a catalogo. Il file PDF con l’elenco dettagliato dei manoscritti riprodotti sarà inserito, sotto apposita voce, nella pagina del catalogo Gaspari dedicata ai progetti di digitalizzazione, al link: Biblioteca online

All’interno del catalogo Gaspari la ricerca del singolo manoscritto digitalizzato è possibile attraverso il catalogo dei libri, mediante chiavi di ricerca come titolo, autore o collocazione; la maschera di ricerca è raggiungibile all’indirizzo della biblioteca di musica.



Informazioni
Settore Biblioteche e Welfare Culturale
www.bibliotechebologna.it
 
Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it

Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Tel. +39 051 6496658 / 051 2193469
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Bologna, Palazzo Albergati: “ANIMALI FANTASTICI. Il Giardino delle Meraviglie”. Più di una mostra

Mario Ricci, Per le corna, 2012, Olio su tela e legno laccato, 228×178 cm
Mario Consiglio, Osservatorio ideale (mucca), 2013 Resina, neon, cartone, muschio e acrilico, 136x208x62 cm Photo: Andrea Adriani
Sandro Gorra, Ballerina, 2023, Bronzo patinato, 100x180x100 cm

Il nuovo progetto presentato in anteprima mondiale da Arthemisia a Palazzo Albergati di Bologna “Animali Fantastici” è molto più di una mostra.
Rappresenta una nuova frontiera dell’intrattenimento, in cui si fondono animali, arte, magia, divertimento e sogno.
Il museo si trasforma in un immenso spazio aperto, in cui gli animali trovano il loro habitat ideale, accogliendo tutti, grandi e piccoli, esperti d’arte e curiosi.

Saranno oltre 90 gli animali che varcheranno la soglia magica di Palazzo Albergati, realizzati da 23 grandi artisti contemporanei.

È il primo zoo d’artista realizzato al mondo, privo di gabbie, senza distanze e animato da pitture, sculture e installazioni di animali di ogni specie; un superzoo che vedrà le sale nobili del Palazzo trasformarsi in un nuovo habitat museale, un safari pedonale dove le opere accompagnano il visitatore in una passeggiata dentro una favola, dove gli animali convivono nel più rispettoso degli ecosistemi artistici.

La mostra ANIMALI FANTASTICI. Il Giardino delle Meraviglie, ideata e curata da Gianluca Marziani e Stefano Antonelli, è prodotta ed organizzata da Arthemisia.

La mostra vede come media partner Radio Birikina e mobility partner Cotabo. Il catalogo è edito da Skira.


Hashtag e tag ufficiali
AnimaliFantasticiBologna
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Sito
www.palazzoalbergati.com
www.arthemisia.it

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306

Relazioni esterne Arthemisia
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