Bologna, Cripta di San Zama: A Single Moment – L’Effimero Eterno della fotografia

ANNA CATERINA MASOTTI – AFRO DICEMBRE 2017 MARE

Mostra fotografica di Anna Caterina Masotti
A cura di Alessia Locatelli

In occasione di ARTE FIERA 2024

Opening: 30 Gennaio 2024 ore 18.00

Fino al 4 Febbraio 2024

Cripta di San Zama
Via dell’Abbadia, 3, Bologna

In occasione di ARTE FIERA 2024, Anna Caterina Masotti presenta per la prima volta le sue fotografie nella mostra “A Single Moment”. L’esposizione, a cura di Alessia Locatelli, è allestita presso la Cripta di San Zama nel pieno centro storico di Bologna, dal 30 gennaio al 4 febbraio 2024,in collaborazione con Laura Frasca, Art Manager di Green Whale Space, e l’Associazione Succede Solo a Bologna.

In un percorso installativo, immersivo e multimediale saranno esposte circa trenta fotografie inedite in bianco e nero di differenti formati e dei video dove il tema ricorrente è l’istante, concetto da cui parte l’intera indagine fotografica di Anna Caterina Masotti. La fotografa bolognese immortala il qui e ora nel quotidiano, nei paesaggi naturalistici, negli elementi architettonici. L’ispirazione per questo progetto nasce infatti dalla profonda riflessione sul presente, un momento di pura esistenza. La fotografia diventa lo strumento in grado di catturare l’effimero e renderlo eterno. Anna Caterina Masotti incanta gli spettatori con fotografie che esaltano la natura in tutte le sue forme, con le tecniche della macrofotografia e della Landscape Photography. La luce gioca un ruolo centrale, filtrando negli interni e creando pattern e contrasti, riflettendosi nell’acqua e delineando delicati ornamenti floreali sui muri da lei immortalati. Un percorso sia materico che visivo, dal buio verso la luce.

Come scrive la curatrice Alessia Locatelli: “Alla morte del suo grande amico Robert Mapplethorpe, Nan Golding decide di progettare una delle mostre più interessanti nella storia della fotografia, dedicata al grande fotografo appena scomparso. Questa esposizione prenderà il titolo di “The Perfect Moment: il Momento Perfetto”. L’istante diviene il concetto da cui parte l’indagine fotografica di Anna Caterina Masotti. Le sue fotografie generano una osmosi tra esseri e natura in un dialogo cui il sentimento si riflette nell’ambiente e, viceversa, l’energia del paesaggio pervade tutto lo scatto. Lo stesso connubio tra estetica e poetica delle fotografie si rigenera nell’allestimento che ricrea ambienti intimi, uterini, dentro cui danzano la vita della quotidianità i suoi affetti, i suoi spazi ed i paesaggi a lei cari. Stampe di grande formato si alternano ad altre in dimensione minore, intime nell’approccio visivo oltre che nel soggetto rappresentato”.

ANNA CATERINA MASOTTI – DANZA DEL SOLE 1 OTTOBRE 2023 MARE

Questo legame tra estetica e poetica delle fotografie di Anna Caterina Masotti si ritrova nell’allestimento interno dell’ex monastero, dove infatti il visitatore, percorrendo un corridoio, potrà da subito ammirare alcune fotografie stampate su stoffa chiffon e ricamate a mano, le quali guidano progressivamente verso l’interno della preziosa cripta risalente all’XI secolo. Un monumento di grande rilievo sia dal punto di vista artistico che storico, poiché sorge sui resti di quella che – secondo la tradizione – fu la casa di Vitale e Agricola, i due santi protomartiri di Bologna. Ad arricchire l’allestimento saranno inoltre fotografie stampate su carta naturale con piccoli accenni di ricamo a mano che le rendono pezzi unici. La scelta di presentare le opere con differenti modalità (chiffon, fineart, videomapping) sottolinea la versatilità della visione artistica della fotografa e la sua capacità di dialogare con il contesto circostante in modo dinamico. In questo connubio tra passato e presente, tra tradizione e innovazione, emerge la bellezza intrinseca delle opere di Anna Caterina Masotti, che si integrano con maestria nel contesto suggestivo della Cripta, rendendo l’esperienza della visita un viaggio affascinante, intimo ed emozionale attraverso la poetica della fotografia.

I preziosi momenti che la vita ci regala sono fissati dal gesto dello scatto fotografico affinché non svaniscano nella nebbia dei ricordi. Il ‘momento’ è perciò la forma spazio-temporale della poesia che si sottrae alla prosa del divenire. Comunica energia positiva, viva, autentica. È una forma spazio- temporale sospesa e concentrata, una realtà da sentire, una forma di guarigione sensazionale, anche se fondata su piccole cose.  Allo stesso modo, è un monito, una protezione rispetto al mondo frenetico e iperconnesso dove si corre per raggiungere obiettivi non obiettivi, là dove invece l’obiettivo fotografico è un focus sulle emozioni essenziali, quelle che contano.  Così, il singolo momento diventa universale” così scrive l’artista Anna Caterina Masotti.

Questa mostra offre un’opportunità unica di prendersi il proprio tempo e di contemplare la bellezza dell’istante, catturato per l’eternità attraverso l’obiettivo fotografico. “A Single Moment” di Anna Caterina Masotti è un invito a vivere con consapevolezza, a trovare la bellezza nell’attimo presente e a celebrare la magia dell’esistere. Non si tratta di perfezione, ma di autenticità e di genuinità. La luce che emana dalle opere dell’artista non abbaglia, ma illumina e crea metafore, regalando al visitatore un’esperienza intima ed emozionale.

ANNA CATERINA MASOTTI

Anna Caterina Masotti nasce negli anni ‘70 a Bologna, dove attualmente vive. Dall’età di 10 anni inizia ad appassionarsi di fotografia: passione trasmessa dalla madre Olga, stilista innovativa che amava fotografare, nel tempo libero, fiori e paesaggi. Nel 2004 ritira assieme al padre Alberto il premio La Kore, Oscar della Moda. Nel 2010, le viene diagnosticato un problema agli occhi per il quale ha dovuto subire diversi interventi chirurgici. Da quel giorno i suoi sensi si modificano e la sua vita ha un inaspettato cambio di percorso. È da questo momento che fotografare diventa una priorità, attraverso una nuova visione che la porta ad esplorare modalità alternative di percezione della luce.


INFORMAZIONI UTILI
 
TITOLO: A Single Moment
DI: Anna Caterina Masotti
A CURA DI: Alessia Locatelli
DOVE: Cripta di San Zama, Via dell’Abbadia 3, Bologna
PREVIEW PER LA STAMPA: 30 gennaio 2024 ore 17.00
OPENING: 30 gennaio 2024 ore 18.00
DATE: Dal 31 gennaio al 4 febbraio 2024
ORARIO CRIPTA: Da mercoledì 31 gennaio a domenica 4 febbraio dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Sabato 3 febbraio dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 22.30
In occasione di ARTE FIERA 2024
IN COLLABORAZIONE CON: Laura Frasca Art Manager di Green Whale Space e l’Associazione Succede Solo a Bologna

INGRESSO GRATUITO

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SITO: www.annacaterinamasotti.com
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Bologna: Maison laviniaturra presenta la mostra “Secret Garden” di Alessandra Calò

In occasione di ARTEFIERA 2024 Maison laviniaturra presenta la mostra di Alessandra Calò

a cura di Serena Ribaudo

Opening sabato 27 gennaio 2024 ore 17:30

Dal 27 gennaio al 22 febbraio 2024

Da martedì al sabato su appuntamento

Maison laviniaturra
Via dei Sabbioni 9, Bologna

In occasione di ARTEFIERA 2024Maison laviniaturra presenta la mostra “Secret Garden” di Alessandra Calò, con la curatela di Serena Ribaudo. Questo evento segna un ulteriore capitolo nella stagione espositiva della Maison laviniaturra, celebre atelier-salotto di moda fondato dalla talentuosa fashion designer Lavinia Turra. La Maison prosegue così la mission di promuovere le artiste donne attraverso una serie di mostre che fondono abilmente l’arte visiva e l’alta moda.

A partire dal 27 gennaio 2024, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi in un universo unico, dove le creazioni sartoriali di Lavinia Turra si fondono armoniosamente con le opere suggestive di Alessandra Calò. La mostra rappresenta un’esperienza sinestetica, un connubio di mondi apparentemente distanti, ma capaci di dialogare in un ambiente che celebra la creatività in tutte le sue sfaccettature.

Secret Garden” di Alessandra Calò si presenta come una “grande opera d’arte” che va oltre i confini temporali e culturali, trasformando il concetto di identità in un messaggio universale. È un invito a esplorare, a guardare oltre le apparenze, a immergersi nel giardino segreto della mente umana e a connettersi con la memoria collettiva che ci unisce tutti, indipendentemente dalle diversità individuali. Alessandra Calò affronta così il concetto di identità e la preziosa connessione con la memoria collettiva.

Come scrive la curatrice Serena Ribaudo: “The Secret Garden, il fascinoso progetto di Alessandra Calò, mi ha riportato alla mente in maniera fulminante alcuni dei versi più celebri del grande pittore e poeta Dante Gabriel Rossetti tratti dal componimento Sudden light: ‘I have been here before, but when or how I cannot tell’. D’altra parte, con Dante Gabriel Rossetti, la Calò condivide molto da vicino lo sguardo di dolcezza, l’incanto, lo spettacolo del femminile. In Secret Garden vediamo sfilare dinanzi ai nostri occhi un firmamento di donne, stelle fuggevoli nell’ evanescenza, nell’incertezza dei loro tratti fisiognomici, del loro vissuto, della loro identità. Altrimenti dimenticate e abbandonate all’ abisso di un greve oblio, vengono invece ri-novellate, ri-magnetizzate; mirabilmente vengono loro donate una nuova fiamma, una nuova storia, un nuovo cuore segreto. All’interno del loro “diorama” in cui la Calò evoca, grazie all’uso sapiente di elementi di natura, un giardino segreto, queste figure femminili sono trasformate in una sorta di nuovo misterioso Mito nel cui palpito, nei cui misteriosi moti, tutte {e perché no? tutti} ci riconosciamo e ci immergiamo sognanti: ‘I have been here before, but when or how I cannot tell’“.

La mostra vuol essere un viaggio nell’interno della mente umana, un giardino segreto che si svela a coloro che sono capaci di andare oltre l’apparenza. Il cuore del progetto è costituito da una raccolta di antiche lastre negative, raffiguranti ritratti femminili, abbinate a piccoli giardini collocati all’interno di un dispositivo. Ma questo è solo l’inizio: ogni donna ritratta nel progetto viene dotata di un nome e di una storia, un’avventura ispirata liberamente ai racconti di grandi scrittrici contemporanee coinvolte nel processo creativo dell’artista. Ciò che emerge è un intreccio unico di storie e identità, una variegata raccolta di donne provenienti da diverse sfere della vita, dalla letteratura alla musica, dalla poesia all’impegno politico e sociale. Queste donne, con background eterogenei e forme d’espressione artistiche differenti, diventano le protagoniste di racconti che si sviluppano come diari personali, rendendo ogni storia straordinariamente attuale e significativa.

ritratti delle donne, raffigurati sulle antiche lastre negative, giungono a noi senza ulteriori dettagli biografici e ci immergono in un viaggio che attraversa due binari paralleli: il tempo reale e l’immaginazione. Questo doppio binario permette al pubblico di sperimentare una nuova modalità di lettura delle opere, lontana dalla necessità di una chiara e fedele interpretazione ancorata all’immagine. La magia sta nell’ascoltare le voci di queste donne, nascoste dietro i ritratti statici, e nell’esplorare l’intimità delle loro esistenze attraverso frammenti di storie che si intrecciano in un percorso collettivo.

Con questa mostra, Alessandra Calò crea un ponte tra passato e presente, tra realtà e immaginazione, offrendo al pubblico l’opportunità di intraprendere un viaggio unico attraverso le storie intime di donne che, seppur appartenenti a un’epoca passata, parlano ancora con forza e attualità.

Lavinia Turra

Nata a Bologna, cresciuta fra donne che tagliavano e cucivano, ha frequentato da bambina antiche sartorie e imparato l’amore per questo lavoro. Il suo mestiere nasce e cresce con l’uso delle mani, che conoscono e usano non solo i colori e le matite, ma soprattutto le stoffe e i tessuti, adoperando forbici, ago e filo. Arriva a questo lavoro attraverso un’attrazione e una lunga strada di “connivenze” e “complicità” legate all’arte, alla pittura, al teatro.

Curiosa per natura, la relazione personale e l’ascolto sono alla base del suo modo di “vestire” perché l’abito, “deve rappresentare la donna e non travestirla”. Nel 2017 fonda Maison laviniaturra, sentendo la necessità di uno spazio che non solo offra ma accolga, come solo una “casa” sa fare. L’apertura della Maison coincide anche con l’inizio della collaborazione creativa con la figlia Cecilia Torsello, rinnovamento e fresca energia del brand.

n prodotto 100% Made in Italy, tessuti di ricerca, forme timeless e dettagli all’avanguardia: Maison laviniaturra propone una propria idea di lusso, legato all’etica di produzione, all’individualità e ispirata alla cultura del bello.

Alessandra Calò

Alessandra Calòartista e fotografa, sperimenta fin dall’inizio della sua carriera l’uso di nuovi linguaggi che le permettono di approfondire tematiche legate alla memoria, all’identità e al linguaggio stesso della fotografia. Pratica dominante nel suo lavoro è il recupero e la reinterpretazione di materiali d’archivio, con i quali non intende attuare una nostalgica evocazione del passato ma proporre una nuova visione della realtà. Pubblicazioni e libri d’artista ricoprono un ruolo fondante nella sua pratica artistica: Secret Garden (Danilo Montanari Editore) ha vinto la menzione al Premio Bastianelli come miglior libro italiano pubblicato nel 2018.

Le sue opere e libri d’artista fanno parte di importanti collezioni (Museo della Tonnara di Favignana, Musei Civici Reggio Emilia, Collezione Maramotti, Donata Pizzi, Artphilein Foundation, MoMA, Met Museum) e sono stati esposti in prestigiose mostre e festival internazionali, tra cui: Fotografia Europea; Circulation(s) Festival de la jeune photographie européenne (Francia); Les Rencontres de la photographie en Gaspésie (Canada); Ras Al Khaimah Fine Art Festival (Emirati Arabi). Vive e lavora a Reggio Emilia.



INFORMAZIONI UTILI
 
TITOLO: Secret Garden
DI: Alessandra Calò
A CURA DI: Serena Ribaudo
DOVE: Maison laviniaturra, via dei Sabbioni 9, Bologna
OPENING: Sabato 27 gennaio 2024 ore 17.30
QUANDO:Dal 27 gennaio al 22 febbraio 2024
ORARI: Dal martedì al sabato, dalle ore 17:00 alle ore 19:00
Su appuntamento. Per visitare la mostra è necessario telefonare al 320 9188304
 
APERTURA SPECIALE IN OCCASIONE DI ART CITY WHITE NIGHT: Sabato 3 febbraio 2024 dalle ore 20.00 alle ore 24.00
 
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SITO: maison laviniaturra
 
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Bologna: In occasione di Artefiera, DO UT DO presenta il tema dell’VIII edizione: la Coscienza

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In occasione di Artefiera 2024, do ut do presenterà in anteprima al pubblico il tema centrale dell’VIII edizione: la Coscienza. Attraverso il potente linguaggio dell’arte, quest’anno do ut do esplorerà la tematica della Coscienza coinvolgendo 13 artisti che metteranno in mostra 24 delle loro opere suddivise in 3 sedi espositive, quali Artefiera, con uno stand curato dall’architetto Mario Cucinella, la Fondazione Cirulli e la Galleria Stefano Forni.

Do ut do, nasce a Bologna nel 2011 nel contesto delle attività di raccolta fondi dell’Associazione Amici della Fondazione Hòspice Seràgnoli, organizzazione non-profit che opera nel campo dell’assistenza, formazione, ricerca e divulgazione della cultura delle cure palliative. Do ut do è un progetto charity di grande rilevanza culturale che unisce arte ed etica proponendo mostre ed eventi dedicati all’arte, architettura, design coinvolgendo artisti di fama internazionale, istituzioni, gallerie, imprese e collezionisti per riflettere su diversi temi legati alla contemporaneità. Oltre a esplorare le ultime tendenze artistiche, do ut do promuove valori etici e sociali, evidenziando come l’arte possa essere uno strumento potente per affrontare questioni cruciali della nostra società. L’intero progetto si basa sul “dare per dare” che si oppone, o quanto meno si discosta da un utilitaristico o egoistico “dare per ricevere”. Nel corso degli anni, do ut do è infatti diventato un catalizzatore di creatività e impegno, connettendo responsabilità e sensibilità, etica ed estetica, dimensione sociale e individuale.

Il fil rouge della nuova edizione, scelto dalla fondatrice e Presidente di do ut do Alessandra D’Innocenzo, ha una natura complessa che sfida ancora la comprensione completa. La Coscienza è infatti un soggetto astratto, la sua natura profonda è ignota e in quanto tale appare misteriosa agli occhi dell’essere umano. Essa è l’origine dell’intenzionalità, della creatività, della libertà e rende possibile trascendere i condizionamenti materiali, elaborare idee astratte, fare scelte deliberate. A tal proposito, Alessandra D’Innocenzo afferma: “La Coscienza? Ognuno deve rispondere per sé, è una questione personale, mutevole e contemporanea a sé stessi. L’Arte ne è testimone”.

ONTANI LUIGI

Tuttavia, è anche una tematica attuale e riconducibile alla concretezza della vita quotidiana. L’Ambasciatrice di questa edizione di do ut do, Karole Vail, direttrice della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e della Fondazione Solomon R. Guggenheim per l’Italia, si è ampiamente espressa e ha dichiarato: Il mondo di oggi è più turbolento che mai, il che rende urgente interrogarsi sul significato di una coscienza morale ed etica, su ciò che crediamo sia giusto e su ciò che si decide sia giusto. Per citare e parafrasare un collega del museo, stiamo attraversando un momento di grandi passioni e di molte urgenze e turbolenze politiche e sociali. In momenti come questi dobbiamo rimanere vigili e sostenere le proteste e le interazioni pacifiche con la garanzia di evitare ogni tipo di violenza, mantenendo il rispetto e una sana dose di empatia per i diversi modi di vivere, le fedi e i codici.”

In merito agli obiettivi della biennale si è espresso il docente e filosofo Sebastiano Maffettone, che ha affermatoL’idea geniale della Presidente di do ut do Alessandra D’Innocenzo è quella di unire nella stessa serie di eventi dedicati all’arte i valori estetici  che, come è naturale, sono alla base della scelta delle opere d’arte e degli eventi sottoposti all’attenzione generale di biennio in biennio  il concetto di dono, l’impegno filantropico e soprattutto, a parer mio, la capacità di farci riflettere su temi fondazionali del nostro tempo. Maffettone ha poi indagato sul tema della coscienza ponendo l’attenzione sull’attualità e sul fenomeno della trasformazione digitaleViviamo infatti una condizione digitale, e non ne conosciamo fino in fondo le conseguenze per la vita, individuale e sociale, di tutti noi. Siamo però convinti che tali conseguenze debbano essere sostenibili dal punto di vista etico, sociale e politico. La coscienza è il punto di controllo di una possibilità del genere.”

Anche il professore Pierpaolo Forte ha analizzato il leit motiv dell’VIII edizione, sviluppando osservazioni filosofiche sul passato fino ad arrivare al presente con il concetto di “coscienza artificiale” e sostenendo che: “La questione della “coscienza artificiale”, l’ipotesi che anche le macchine possano essere, se non proprio consce di sé, “slightly conscious”, “un po’ coscienti” (lo vaticina uno dei creatori di ChatGPT), giacché non è impossibile che vengano dotate di una simil-coscienza, una replica algoritmica, certo, di quella umana, e dunque poco precipua e anche un po’ inquietante; e tuttavia, così come tra gli umani la condizione cosciente è il presupposto per la punibilità, e la consapevolezza e l’accettazione del rischio sono elementi decisivi per distinguere il comportamento colposo da quello doloso, si discute della responsabilità autonoma degli agenti robotici e dell’intelligenza artificiale, un’ipotesi presa molto sul serio dalla Commissione Europea, al lavoro sulla disciplina legale delle attività automatiche e delle loro conseguenze.”

Vera Zamagni, docente di Storia economica all’Università di Bologna, ha condiviso la sua opinione sul tema e dichiara: “Oggi si discute se l’Intelligenza Artificiale mai arriverà alla Coscienza Artificiale. Non credo che ciò possa avvenire, ma se ci si arrivasse, allora l’umanità sarebbe finita. Infatti, si possono sostituire le abilità manuali della persona e persino quelle intellettuali, senza sostituire l’uomo. Ma se si arrivasse a sostituire la coscienza, allora davvero l’uomo diventerà antiquato, come già Günter Anders aveva preconizzato anni addietro. La tecnica avrà vinto e si sarà distrutta l’umanità, senza nemmeno ricorre alla bomba atomica.”

La Coscienza ci confronta con i limiti delle nostre capacità descrittive e ci ricorda che la comprensione definitiva della realtà trascende la portata della scienza.

I 13 artisti che esporranno le loro opere saranno: Luigi OntaniFabrizio CotogniniDanijel ZezeljMaurizio FinottoNino Migliori, Terry PecoraAndrew Holmes Huston, Oliver D’Auria, Rae Martini, Simone PellegriniLuca Maria Castelli e il duo Ornaghi e Prestinari.

Inoltre, quest’anno per la prima volta do ut do darà spazio agli artisti emergenti. Per l’VIII edizione la scelta è ricaduta su Luca Blumer che esporrà la sua opera “Numero di prova 1”, Trittico del quotidiano “Il manifesto” della fine degli anni ’70 su cui sono applicati tessuti di cotone. L’opera si chiama “Numero di prova”, una dicitura che l’editore usava per identificare alcuni numeri del giornale.

Le opere, dopo Artefiera, entreranno ufficialmente nella grande collezione do ut do, per poi essere assegnate a collezionisti o musei a fronte di un contributo di sostegno all’Associazione Amici della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli. L’intero ricavato verrà devoluto alla Fondazione Hospice. Come nelle passate edizioni, infatti, anche per il 2024 do ut do riunirà i generosi contributi di artisti, gallerie e collezionisti per sostenere concretamente la missione della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli dedita all’assistenza e cura di pazienti affetti da malattie inguaribili e delle loro famiglie e alle attività di formazione e ricerca in medicina palliativa all’interno del Campus Bentivoglio.

Anche quest’anno è prevista una pubblicazione dedicata al tema dell’edizione in corso. Il volume dal titolo “Un fatto di coscienza”, oltre alle 24 opere, raccoglierà più di 100 contributi di personaggi della contemporaneità che si distinguono nell’ambiente lavorativo e sociale in cui vivono. Artisti, curatori, collezionisti, critici d’arte, direttori museali, professori universitari, attori, scrittori e autorità con dettagli, approfondimenti e spunti di riflessione sul tema della coscienza.

Do ut do 2024 è stato realizzato anche grazie al sostegno di Banca di Bologna, Mario Cucinella Architects, Art Defender, Labanti e Nanni, Legatoria Carfi, Casa Editrice Persiani, Radio Sata, Galleria Continua. Si ringrazia: Arte Fiera, Fondazione Cirulli e Galleria Stefano Forni.


INFORMAZIONI UTILI
 
DOVE:
Artefiera – Padiglioni 26, stand B102, dal 1 al 4 febbraio 2024
Galleria Stefano Forni – Piazza Cavour, 2 (BO), dall’1 al 4 febbraio
Fondazione Cirulli – Via Emilia, 275, San Lazzaro di Savena (BO), dall’1 al 4 febbraio
 
Per informazioni su orari e biglietti di ingresso alla fiera si rimanda al sito www.artefiera.it/
 
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