Milano, M77 Gallery: EMILIO ISGRÒ. ULYSSES – Installazione dedicata all’eroe omerico

EMILIO ISGRÒ. Ulysses Milano, M77 Gallery, photo Lorenzo Palmieri

MILANO
M77 GALLERY

18 NOVEMBRE 2023 – 16 MARZO 2024

La mostra presenta una nuova e inedita installazione dell’artista siciliano dedicata all’eroe omerico e alle interpretazioni che nei secoli ne hanno dato Dante Alighieri, James Joyce e Herman Melville.

A cura di Claire Gilman

Chief Curator, Drawing Center di New York

Dal 18 novembre 2023 al 16 marzo 2024, M77 Gallery di Milano ospita una nuova e inedita installazione di Emilio Isgrò, appositamente progettata per gli ambienti dello spazio espositivo milanese.

Il lavoro dell’artista, che si sviluppa sui due piani dell’edificio di via Mecenate 77, ruota attorno alla figura di Ulisse.
Non è la prima volta che Emilio Isgrò si rapporta con gli eroi, le leggende e i miti dell’antichità. Nato nella Magna Grecia siciliana, Isgrò si è infatti spesso confrontato con quanto prodotto a livello artistico e culturale nell’area greco-romana per realizzare opere d’arte contemporanea capaci d’interpretare il presente, guardando al passato.

Ne è un esempio l’iniziativa recentemente tenuta a Brescia dove ha lavorato ispirandosi alla Vittoria Alata, una delle più importanti sculture di epoca classica, simbolo della città, quale preludio per la grande mostra tenuta nei luoghi che ricordano le origini romane di Brescia, dal Parco archeologico al Museo di Santa Giulia, dal Capitolium al Teatro Romano.

Anche la sua produzione letteraria non è rimasta scevra dalle suggestioni della classicità, raggiungendo uno dei suoi vertici con L’Orestea di Gibellina, rappresentata tra il 1983 e il 1985 sulle rovine del paese terremotato.

Per questo nuovo e atteso appuntamento, Emilio Isgrò insegue il mito di Ulisse partendo dalla tradizione omerica, per poi passare alla rappresentazione dell’eroe simbolo dell’umana sete di sapere e della instancabile volontà che Dante fece nella Divina Commedia, quindi a quella novecentesca di stampo psicanalitico di James Joyce, fino a giungere al capitano Achab, visto come un epigono dell’Ulisse omerico, protagonista di Moby Dick di Herman Melville.

La mostra Ulysses, curata da Claire Gilman, Chief Curator del Drawing Center di New York, in collaborazione con l’Archivio Emilio Isgrò, prende il via dal piano terra della galleria dove in un ambiente totalmente bianco sono raccolte alcune opere storiche come, ad esempio, Dichiaro di non essere Emilio Isgrò (1971), un autoritratto concettuale in sette elementi, composto da altrettanti fogli di carta nei quali l’artista e i componenti della sua famiglia negano ripetutamente la sua identità che, oltre a rappresentare la scintilla della rassegna, rivela un legame diretto con l’eroe di Omero. “Mi sono ispirato a Ulisse – conferma lo stesso Isgrò -, all’astuzia con cui inganna Polifemo. ‘Qual è il tuo nome?’. ‘Nessuno!’”.

EMILIO ISGRÒ. Ulysses Milano, M77 Gallery, photo Lorenzo Palmieri

Il percorso prosegue con le carte geografiche cancellate del Mare Egeo, del mare di Lipari e del bacino del Mediterraneo, chiaro rimando al tema del viaggio, con un planetario appeso al soffitto con otto mappamondi cancellati e, per la prima volta, con gli otto volumi dell’Odissea cancellata (1968).

EMILIO ISGRÒ. Ulysses Milano, M77 Gallery, photo Lorenzo Palmieri

Salendo al primo piano, l’installazione trova il suo apice con le cancellature dipinte in negativo (grigie su fondo nero) direttamente sulle quattro pareti, dedicate al capolavoro di Herman Melville.

Le frasi tratte da Moby Dick dialogano con tre piedistalli posti al centro della stanza che sorreggono il Canto XXVI dell’Inferno di Dante, l’Ulisse di James Joyce e il libro dello scrittore americano.

L’esposizione si conclude con il pittogramma della coda della balena di Moby Dick, scelta come immagine guida dell’iniziativa.

“Spirito autenticamente poliedrico, Emilio Isgrò ha creato da solo un nuovo genere d’arte, unendo nei primi anni Sessanta linguaggio verbale e forma visiva nelle sue opere cancellate, chiamate appunto “cancellature” – dichiara la curatrice Claire Gilman Ulysses rappresenta il culmine dell’impegno di lunga data di Isgrò per il recupero del valore della parola in una cultura satura di immagini; mentre la sua ben riconoscibile tecnica viene applicata alla storia dell’antico Odisseo, epica narrazione della resilienza umana e della inestinguibile sete di conoscenza.”


EMILIO ISGRÒ. Ulysses
Milano, M77 Gallery (via Mecenate 77)
18 novembre 2023 – 16 marzo 2024
 
Orari di apertura:
dal martedì al sabato, dalle 11.00 alle 19.00
 
Ingresso libero
 
Informazioni:
T. +39 02 84571243
E. info@m77gallery.com
 
Sito internet:
M77gallery.com
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia | T. 02.36755700 | E. clara.cervia@clp1968.it | www.clp1968.it

Torino, Musei Reali | Galleria Sabauda: Antonio Campi a Torre Pallavicina

Dal 7 dicembre 2023 al 10 marzo 2024 Musei Reali di Torino – Galleria Sabauda

Nella sala del Tardo Manierismo internazionale della Galleria Sabauda (primo piano, sala 13), dal 7 dicembre 2023 al 10 marzo 2024, i Musei Reali di Torino ospitano l’esposizione Antonio Campi a Torre Pallavicina, che riunisce le tavole superstiti di un ampio ciclo dipinto dal grande manierista cremonese negli anni Settanta del Cinquecento.

Seconda tappa della mostra dossier, aperta dal 19 settembre al 3 dicembre 2023 al Museo Diocesano di Cremona, quest’importante iniziativa mette in luce l’attività del pittore per l’Oratorio di Santa Lucia a Torre Pallavicina, comune nella diocesi di Cremona, oggi in provincia di Bergamo, e presenta quello che rimane di una grande ancona a tema cristologico della quale facevano parte i due pannelli con l’Andata al Calvario e la Resurrezione, appartenenti alle collezioni della Galleria Sabauda,  e le due tavole con l’Orazione nell’orto e Cristo davanti a Caifa della Galleria Canesso, che ne ha gentilmente concesso il prestito.

L’Orazione nell’orto, caratterizzata da un intenso patetismo, e Cristo davanti a Caifa, di rara suggestione realistica, si distinguono per l’utilizzo di una tavolozza ricca e raffinata con rimarcati accordi cromatici tra le tonalità dei rosa, dei gialli e dei verdi, in contrasto con gli sfondi notturni. La prima scena mostra un magnifico paesaggio lunare, mentre la seconda si staglia su un nero intenso e impenetrabile; entrambe sono prova di quello sperimentalismo luministico che caratterizza la maturità del pittore.

Le due tavole sono state esposte al pubblico per la prima volta nella sede milanese della Galleria Canesso nel 2021, dopo essere state pubblicate nel 1974 dalla storica dell’arte Maria Luisa Ferrari e poi a lungo disperse. Il loro recente ritrovamento ha portato nuovamente la questione di Torre Pallavicina all’attenzione degli studiosi e, grazie ad approfondite ricerche d’archivio, si è potuto stabilire con certezza che i due dipinti appartengono allo stesso ciclo pittorico delle due tavole torinesi.

L’Andata al Calvario e la Resurrezione, acquisite dallo Stato nel 1957 per le collezioni della Galleria Sabauda con un’attribuzione a “pittore fiammingo intorno alla metà del Cinquecento”, sono state riconosciute da Marco Tanzi come significative testimonianze della pittura preziosa, elegante e splendente di Antonio Campi, del quale sono ben visibili i debiti verso la maniera del Nord e le invenzioni düreriane.

Immagini allestimento ANTONIO CAMPI A TORRE PALLAVICINA Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda 7 dicembre 2023 – 10 marzo 2024; crediti Daniela Speranza per i Musei Reali

Oggi sappiamo dunque che la cappella privata voluta da Adalberto Pallavicino era arricchita da almeno quindici pannelli con episodi della Passione di Cristo, un caso privo di paragoni nella Lombardia dell’epoca. Le tavole torinesi, con colori smaglianti e affollate di personaggi, ci mostrano la vena manierista del pittore cremonese, mentre le due opere Canesso sono alti esemplari di quello sperimentalismo luministico che portò Antonio Campi a dipingere alcuni dei più emozionanti notturni della Lombardia prima di Caravaggio.

Della sorte delle altre tavole del ciclo di Torre Pallavicina, alcune certamente danneggiate e forse distrutte, ancora non sappiamo nulla.

Le novità documentarie e le recenti scoperte, corredate da nuove campagne fotografiche, sono pubblicate nel catalogo della mostra a cura di Eleonora Scianna edito da Persico Dosimo nel 2023.

La mostra dossier Antonio Campi a Torre Pallavicina sarà ospitata nella sala del Tardo Manierismo internazionale della Galleria Sabauda, all’interno del percorso espositivo dei Musei Reali di Torino, visitabile dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19 (orario biglietteria 9 -18).


Musei Reali
Piazzetta Reale, 1
10122 Torino
Dal martedì alla domenica
dalle 9 alle 19

Galleria Canesso Milano
Via Borgonuovo 24
20121, Milano
dal lunedì al venerdì
dalle 14 alle 18
o su appuntamento

Per ulteriori informazioni o materiali:
info@galleriacanesso.art
anna.defrancesco@clp1968.it

A Milano la ricca tradizione dei presepi di carta, a partire dalla figura di Francesco Londonio

Francesco Londonio, Presepe del Gernetto, Milano Museo Diocesano Carlo Maria Martini

MILANO | MUSEO DIOCESANO CARLO MARIA MARTINI

DAL 1° DICEMBRE 2023 AL 28 GENNAIO 2024

La mostra ripercorre la storia di questa particolare forma d’arte, attraverso grafiche e dipinti dell’autore milanese, oltre al suo capolavoro, il Presepe del Gernetto, esposto per la prima volta dopo il suo restauro.

La rassegna celebra la nascita del Presepe, avvenuta per opera di San Francesco d’Assisi nel 1223 e quella di Francesco Londonio (1723-1783).

A cura di Alessia Alberti e Alessia Devitini

Dal 1° dicembre 2023 al 28 gennaio 2024, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano ospita una mostra che ricostruisce la ricca tradizione dei presepi di carta, a partire dalla figura di Francesco Londonio (1723-1783), pittore e incisore milanese quasi esclusivamente legato a temi bucolici e pastorali e autore del Presepe del Gernetto, uno dei capolavori di quella particolare tipologia, conservato proprio al Museo Diocesano di Milano.

La rassegna, che comprende circa quaranta opere oltre al presepe della collezione del Museo Diocesano, curata da Alessia Alberti, conservatrice del Gabinetto dei Disegni e Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli” del Castello Sforzesco di Milano e Alessia Devitini, conservatrice del Museo Diocesano di Milano, organizzata in collaborazione con le Raccolte Grafiche e le Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco di Milano, col patrocinio di Regione Lombardia, sponsor Comieco, Ispe, Associazione Consiglieri Lombardia, celebra un doppio anniversario, ovvero l’ottavo centenario della prima rappresentazione del Presepe, avvenuta a opera di San Francesco a Greccio nel 1223 e il terzo centenario dalla nascita di Londonio.

Il percorso espositivo prende avvio con un nucleo di opere di Francesco Londonio, esempio della sua attività pittorica e grafica interamente dedicata al mondo pastorale: sono stati selezionati dipinti, studi e disegni, provenienti dalla Pinacoteca e dal Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco, che illustrano temi e motivi di quella “formula” che riflette la visione del mondo tipica dell’artista, sospesa fra Arcadia e Illuminismo; da qui scaturisce ‘naturalmente’ la sua produzione di presepi di carta. Il confronto fra questo nucleo e il Presepe del Gernetto del Museo Diocesano permette di comprendere come la sua attività legata ai presepi non sia un semplice passatempo ma venga da lui considerata al pari della sua produzione più impegnata.

Francesco Londonio (Milano 1723 – 1783), Pastore che beve, pastora con cesto di uova, asino, pecore e capre, seconda metà del XVIII secolo (entro il 1762), olio su tela , 46 × 63,5 cm, Milano, Castello Sforzesco, Pinacoteca

Sono esposte in questa sezione anche una serie di acqueforti tutte incentrate sul mondo agreste e destinate al Conte Giacomo Mellerio, committente del Presepe del Gernetto.

Proprio a partire dai primi esempi realizzati da Francesco Londonio, i presepi di carta si diffondono in Lombardia e dai suoi modelli prende avvio una tradizione di presepi da ritagliare, documentata dalle opere della Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, che ne confermano il perdurare della fortuna, dal Settecento fino all’inizio del XX secolo. Gli esemplari più antichi, incisi all’acquaforte e colorati a mano, risalgono al tempo di Londonio e sono legati alla produzione degli editori Remondini. In mostra anche una serie di cartoline di auguri e di biglietti pop-up di varie epoche, nella quale i presepi e la carta restano i protagonisti.

L’iniziativa si completa con la grande teca che ospita il Presepe del Gernetto, per la prima volta esposto interamente restaurato.

L’opera, che deve il nome alla villa Gernetto a Lesmo, in Brianza, per la quale fu realizzata, probabilmente su commissione del conte Giacomo Mellerio intorno agli anni sessanta-settanta del Settecento, si compone di circa 60 figure – tra le quali la Sacra Famiglia con i re Magi, pastori, paggi, fanciulli, contadini e animali – dipinte a tempera su carta e cartoncino sagomati. 

Catalogo Dario Cimorelli Editore.


FRANCESCO LONDONIO E LA TRADIZIONE DEI PRESEPI DI CARTA
Milano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini(p.zza Sant’Eustorgio, 3)
1° dicembre 2023 – 28 gennaio 2024
 
Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00
La biglietteria chiude alle ore 17.30
 
Informazioni: T. +39 02 89420019; www.chiostrisanteustorgio.it
 
Catalogo: Dario Cimorelli Editore
 
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