Roma, Chiostro di Sant’Alessio – Istituto Nazionale di Studi Romani: AB INITIO – Dieci anni di arte contemporanea sul Colle Aventino

Mercoledì 7 febbraio 2024
Opening reception, ore 17 / 20

Chiostro di Sant’Alessio, Sede dell’Istituto Nazionale dI Studi Romani
Piazza Cavalieri di Malta 2 – Roma

8 – 9 febbraio, visita mostra ore 11 / 14, ingresso libero

Mercoledì 7 febbraio 2024 alle ore 17, nel chiostro dell’ex convento di Sant’Alessio, sede dell’Istituto Nazionale dI Studi Romani, inaugura il progetto AB INITIO – Dieci anni di arte contemporanea sul colle Aventino, a cura di AdA-Cultura e Francesca Perti, promosso dall’Associazione Amici dell’Aventino, con il Patrocinio del Municipio I Roma Centro e dell’Istituto Nazionale di Studi Romani. 

Infatti saranno esposte le opere di Tommaso Cascella / Giorgio Crisafi / Publia Cruciani / Pablo Figura / Marco Fioramanti / Daniel Galligani / Emilio Leofreddi / Mauro Magni / Giovanna Martinelli / Riccardo Monachesi / Jasmine Pignatelli / Massimo Saverio Ruiu / Ninì Santoro / Sandro Scarmiglia / Lucrezia Testa Iannilli / Alberto Timossi / Mara van Wees, artisti che per dieci anni hanno generosamente contribuito con le loro opere site-specific alla realizzazione di mostre sul colle, indoor e outdoor, promosse dall’associazione Amici dell’Aventino. Completeranno l’esposizione, proiezioni delle foto testimonianza degli eventi passati, pannelli con articoli e testi critici, ed altri materiali informativi con la presentazione di Giulia Silvia Ghia – Assessore alla Cultura Municipio Roma I Centro, Letizia Lanzetta, direttrice dell’Istituto Nazionale di Studi Romani e Alessandro Olivieri – presidente Associazione Amici dell’Aventino.

Questo evento, che coincide anche con il finissage di OPENBOX4, uno dei progetti promossi dall’Associazione ed inaugurato lo scorso 3 dicembre 2023, conclude così un ciclo di dieci anni, perseguendo le finalità statutarie di custodia e valorizzazione dei luoghi dell’Aventino: AdA, fondata nel 1981, promuove tra i residenti del Colle la consapevolezza civica che la responsabilità della qualità dell’ambiente in cui hanno la fortuna di vivere ricade, prima di tutti, su di loro. Il concetto che meglio definisce quest’atteggiamento è quello di custodia: in qualità di abitanti, pro tempore, si ha l’obbligo, civile e morale, di preservarli nel loro valore storico, artistico, culturale e paesaggistico. 

In quest’ottica hanno preso avvio le mostre d’arte, inaugurandole nella sede di AdA, presso la basilica dei Santi Bonifacio e Alessio, con In Crypta’ (dicembre 2013 / gennaio 2014), mostra di scultura ceramica nella cripta medioevale. Qualche anno dopo, nel chiostro dell’ex-convento della basilica, sede dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, è la volta di Claustromania, una mostra volutamente “territoriale”, in quanto organizzata da istituzioni / artisti e curatrice abitanti all’Aventino.  

Nella stessa sede, in concomitanza con la RomeArtWeek (2019), fu presentato OPENBOX, un progetto espositivo incentrato sul dialogo tra l’arte contemporanea e gli spazi verdi sul colle adottati da AdA. 

Un progetto pilota che propone la trasformazione dei giardini dell’Aventino in gallerie darte all’aperto, in “open boxes, spazi virtuali a scatola“, e che vuole dare la possibilità ad artisti di esporre le proprie opere per un periodo limitato in un contesto paesaggistico e storico unico.

Il progetto nasce con il restauro del giardino di piazza Albina, che è stato riportato al suo disegno originale, sotto la sorveglianza attiva di AdA, del Municipio Roma I Centro, e il finanziamento di BNP Paribas Real Estate. Dopo anni di incuria, di insicurezza pubblica e traffici illeciti, il giardino è tornato a svolgere la sua funzione di polmone verde, di area di incontro e svago. 

Il primo OPENBOX è stato realizzato nel dicembre 2020 / febbraio 2021, con la collaborazione del Municipio Roma Centro I, e con opere di ben otto artisti in tre giardini pubblici, ed è stato un successo. Accresciuto forse anche dall’essere nel pieno del periodo delle restrizioni covid, quando passeggiare nei giardini era tra le poche attività outdoor consentite. Segue l’anno dopo OPENBOX2, in memoria di te, un omaggio agli Aventinenses, a chi non c’è più. Nel 2022 / 2023 OPENBOX3, Vitruvio docet, è stato dedicato all’architettura sul colle. OPENBOX4, mito-morfosi, attualmente in corso, si confronta con i miti e la loro presenza nascosta all’Aventino.

OPENBOX è ormai un appuntamento fisso, dove il ruolo degli abitanti attraverso la loro associazione è la forza trainante. Succede anche altrove, ad Amsterdam con ARTZUID, come a Roma con l’ECOMUSEO Casilino: si progetta la rigenerazione del verde urbano attraverso iniziative di arte contemporanea organizzate in loco e affiancate dalle istituzioni. 

Hanno finora collaborato, artisti, curatori, grafici, fotografi (in ordine alfabetico): Aurora Avvantaggiato / Paolo Buggiani / Tommaso Cascella / Mario Cozzi / Giorgio Crisafi / Publia Cruciani / Pablo Figura / Yvonne Ekman / Marco Fioramanti / Evandro Gabrieli / Daniela Gallavotti Cavallero / Daniel Galligani / Antonio Grieco / Emilio Leofreddi / Mauro Magni / Giovanna Martinelli / Roberta Melasecca  / Rita Miranda / Roberto Mirulla /  Riccardo Monachesi / Luigi Narici / Alessandro Olivieri  / Francesca Perti / Jasmine Pignatelli / Giulia Ripandelli / Massimo Saverio Ruiu / Ninì Santoro / Paola Spinelli / Sandro Scarmiglia / Lucrezia Testa Iannilli / Alberto Timossi / Luca Valentino / Raffaele Vitto / Mara van Wees. 


AB INITIO
Promosso da: Associazione Amici dell’Aventino
Con il Patrocinio di: Municipio I Roma Centro, Istituto Nazionale di Studi Romani
A cura di: AdA-Cultura e Francesca Perti
Espongono: Cascella / Crisafi / Cruciani / Figura  / Fioramanti / Galligani / Leofreddi / Magni / Martinelli / Monachesi / Pignatelli / Ruiu / Santoro / Scarmiglia / Testa Iannilli / Timossi / van Wees
Opening : mercoledì 7 febbraio, ore 17 – 20 
Dove : Piazza Cavalieri di Malta 2, Roma 
Durata : 8 – 9 febbraio ore 11 – 14 , ingresso libero.
Sponsor. Casale del Giglio
Contatti : info@aventino.org 

Ufficio stampa
Roberta Melasecca
| roberta.melasecca@gmail.com | +39 3494945612

Bologna, MAMbo: Due artiste di epoche diverse affermano la propria individualità creativa

Properzia de’ Rossi, Giuseppe e la moglie di Putifarre, 1525-1526
Marmo, cm 53 x 54 – Bologna, Basilica di San Petronio

A cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Giulia Pezzoli 26 gennaio – 26 maggio 2024
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Project Room

Via Don Minzoni 14, Bologna

www.mambo-bologna.org

Mostra promossa da Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2024 in occasione di Arte FieraInaugurazione
Giovedì 25 gennaio 2024 ore 18.00

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna inaugura la programmazione espositiva della Project Room per l’anno 2024 con la mostra Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno, a cura di Lorenzo Balbi, visibile dal 26 gennaio al 26 maggio 2024.
L’inaugurazione si svolge giovedì 25 gennaio alle h 18.00 nell’ambito di ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali, promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.

L’esposizione propone un dialogo inedito tra Properzia de’ Rossi (Bologna, 1490 circa – 1530), considerata la prima donna scultrice nella storia dell’arte nonché unica donna ad avere una biografia all’interno delle Vite di Giorgio Vasari, e Lynda Benglis (Lake Charles, Louisiana, 1941), considerata una delle più importanti e irriverenti scultrici viventi. Appartenenti a epoche e culture lontane tra loro, le due artiste, entrambe virtuose del medium scultoreo, sono accomunate dall’ambizione di affermare la propria individualità creativa in contesti ostili o difficilmente accessibili alle donne.

Properzia de’ Rossi sfida i limiti dell’epoca in cui vive attraverso la sua stessa presenza di artista in un contesto prettamente maschile, quello del prestigioso cantiere bolognese di San Petronio, in cui lavorano, impegnati nelle sculture in marmo dei portali della facciata, celebri artisti quali Niccolò Tribolo, Alfonso Lombardi, Girolamo da Treviso e Amico Aspertini. Secondo Vasari, de’ Rossi sostiene l’immane sforzo fisico della tecnica scultorea animata dal desiderio di fama e dalla volontà di estirpare all’universo maschile il “vanto della superiorità”, seppur “per mezzo del marito” avrebbe chiesto ai “fabbricieri della basilica” una parte di quel lavoro. Il Vasari, inoltre, sottolinea il manifestarsi dell’indole irriverente della donna nella formella marmorea da lei realizzata, raffigurante l’episodio biblico di Giuseppe e la moglie di Putifarre: l’opera, che racconta un amore adulterino, sarebbe, secondo il critico d’arte, manifesto dell'”ardentissima passione” che la scultrice nutre nei confronti del suo amante e che sfoga nell’arte. Nell’ottica di Vasari, dunque, l’attività artistica di Properzia de’ Rossi è ridimensionata dall’intervento di due uomini: il marito, come intercessore per l’ottenimento del suo lavoro, e l’amante, come fonte d’ispirazione per la sua arte.

Come Properzia de’ Rossi, Lynda Benglis, a cinque secoli di distanza dall’artista bolognese, opera fin dai suoi esordi una rivoluzione sfidando i limiti sociali e, di pari passo, quelli della materia attraverso il suo gesto artistico. Americana di origini greche, Benglis inizia la sua carriera negli anni Sessanta opponendosi con opere estrose e colorate alla geometria e al dogmatismo del movimento artistico del Minimalismo, i cui maggiori suoi rappresentanti, come Donald Judd e Robert Morris, sono di sesso maschile. Dai versamenti di lattice pigmentato, dal quale prendono vita dipinti aderenti al pavimento, ai materiali sperimentali scelti, che mutano la loro natura nel tempo, tutto concorre ad alimentare il gesto con il quale Benglis plasma opere in fieri che sfidano l’immutevolezza e la staticità tipiche dei manufatti artistici scultorei.

Anche nel caso delle opere esposte al MAMbo, le brillanti sfumature cromatiche non seguono la traiettoria canonica dell’utilizzo del marmo bianco nell’arte contemporanea – come, ad esempio, nel caso di Sol LeWitt – ampliando così le possibilità di espressione della tecnica che si traducono in un patrimonio visivo ricco e profondo. La sua sperimentazione con il colore nel contesto della scultura in marmo si sposa alla volontà di preservare elementi storici, basti pensare all’influenza dell’arte greca e del Barocco, con l’obiettivo di scardinare i confini temporali dell’arte. Le opere di Benglis conservano una traccia antropomorfa, catturata attraverso un preciso gesto e momento definito dall’artista “the frozen gesture”, e producono una nuova chiave interpretativa rivoluzionaria dell’arte scultorea mettendo in scena un fitto dialogo tra passato e presente.

Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno presenta dalla produzione artistica dell’artista bolognese lo stemma nobiliare della famiglia Grassi con aquila bicipite, in filigrana d’argento con noccioli di frutta intagliati, proveniente dal Museo Civico Medievale di Bologna e appositamente restaurato per questa occasione espositiva, e una riproduzione in 3D della formella in marmo, prodotta anch’essa per la mostra, rappresentante l’episodio biblico di Giuseppe e la moglie di Putifarre, realizzata per il portale della Basilica di San Petronio e conservata all’interno del suo Museo diocesano. Quest’ultima è un duplicato di fedele accuratezza, estremamente utile in caso di perdita dell’opera originale, che rende fruibile presso il MAMbo una scultura impossibile da spostare dalla sua collocazione originale. La suddetta riproduzione in 3D rappresenta un’azione concreta di valorizzazione del patrimonio culturale affidato alla tecnologia digitale, impiegata perlopiù nella conservazione e nel restauro dei beni artistici. Sia lo stemma nobiliare della famiglia Grassi che la formella in marmo realizzata per la Basilica di San Petronio sono descritte e attribuite da Vasari a Properzia de’ Rossi nelle Vite, primo testo critico di storia dell’arte a sua volta presente in mostra attraverso le due preziose edizioni del 1568 conservate presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna.

Dalla produzione artistica di Lynda Benglis, l’esposizione presenta sette sculture in marmo, realizzate dal 2015 al 2021, provenienti da Thomas Brambilla Gallery di Bergamo e da collezioni private ubicate nell’area metropolitana di Bologna. Queste ultime, oltre a valorizzare il territorio emiliano, rappresentano per il pubblico un’imperdibile occasione di fruizione.

La mostra Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno, nata dalla collaborazione tra Settore Musei Civici Bologna, Settore Biblioteche e Welfare culturale del Comune di Bologna e Arcidiocesi di Bologna, rappresenta un esempio virtuoso di strategia culturale che mira a creare progetti condivisi per creare nuove e affascinanti narrazioni diacroniche sulla storia culturale della città.

L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale in edizione bilingue italiano / inglese, con testi di Lorenzo BalbiVera FortunatiIrene Graziani, David J. Getsy ed Eloisa Morra. In appendice sono inoltre presenti contributi tematici di Elisa Rebellato sull’edizione delle Vite di Vasari in mostra, Matteo Fabbri sulla riproduzione 3D del bassorilievo Giuseppe e la moglie di Putifarre di Properzia de’ Rossi e Simone di Virgilio sul restauro dello stemma gentilizio della famiglia Grassi di Properzia de’ Rossi. Completano il volume le vedute di allestimento della mostra e ulteriori immagini a corredo dei testi.

Si ringraziano per i generosi prestiti la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna, il Museo Civico Medievale di Bologna, Thomas Brambilla Gallery di Bergamo, Collezione SOF:ARTCollezione privata Stefano Angelini, unitamente ai prestatori che hanno preferito rimanere anonimi.

Un particolare ringraziamento al Museo della Basilica di San Petronio di Bologna.


Mostra
Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno

A cura di
Lorenzo Balbi

Promossa da
Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Sede
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Don Minzoni 14 | Bologna

Periodo di apertura
26 gennaio – 26 maggio 2024

Inaugurazione
Giovedì 25 gennaio 2024 h 18.00

Orari di apertura
Martedì e mercoledì h 14.00 -19.00
Giovedì h 14.00 – 20.00
Venerdì, sabato, domenica e festivi h 10.00 – 19.00
Chiuso lunedì non festivi

Orari di apertura straordinari in occasione di ART CITY Bologna 2024
Giovedì 1 febbraio h 10.00 – 20.00
Venerdì 2 febbraio h 10.00 – 20.00
Sabato 3 febbraio h 10.00 – 23.00
Domenica 4 febbraio h 10.00 – 20.00

Ingresso
Intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura e nei giorni di ART CITY Bologna 2024 (1 – 4 febbraio)

Informazioni
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496611
www.mambo-bologna.org
info@mambo-bologna.org
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
X: @MAMboBologna
YouTube: MAMbo channel

Settore Musei Civici Bologna
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Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
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Turismo, Italia presente alla fiera internazionale di Madrid insieme a MITUR, ENIT, regioni e comuni

Dal 24 al 28 Gennaio 2024

Lo stand Italia esporta il Belpaese in Europa in uno dei principali appuntamenti internazionali del settore, Fitur in programma a Madrid dal 24 al 28 gennaio 2024.

Ministero del Turismo, Enit, Regioni e Comuni oltre alla Repubblica di San Marino insieme ai principali stakeholder e protagonisti pubblici e privati del comparto (Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte, Puglia, Veneto e Comune di Napoli, ITA Airways e 22 imprese) si incontrano in un evento che vede la partecipazione dei Reali di Spagna e dell’Ambasciatore d’Italia Giuseppe Buccino Grimaldi.

Il Ministro del Turismo Daniela Santanché, dopo gli incontri istituzionali con i suoi omologhi Zaritsa Dinkova (Bulgaria) e Angie Duarte De Melillo (Paraguay) e il Primo Ministro albanese Edi Rama, taglia il nastro del Padiglione Italia.

In occasione della fiera si realizza anche una simbiosi culturale con l’Arena di Verona per un concerto speciale presso l’Istituto di Cultura della capitale spagnola.

Gli spagnoli mostrano una vera e propria dedizione per la nostra Penisola: non a caso, l’Italia è, per gli spagnoli, la prima Nazione all’estero per vocazione turistica (7,49 su 10) (Ufficio Studi Enit su dati indagine Enit/Euromedia Research). E, nello specifico, il tipo di vacanza preferito è quello culturale: si tratta del 72% degli spagnoli intervistati a metà del 2023 che già sono stati in Italia per turismo e del 67% dei turisti intenzionati a scegliere l’Italia come meta di vacanze future.

Più in generale, nei primi nove mesi del 2023, i viaggiatori spagnoli che visitano l’Italia risultano in aumento del +35,6% rispetto al medesimo periodo del 2019. Il numero dei pernottamenti cresce del +23,7% sull’anno pre-pandemico e la spesa è in aumento del +38,2% sul 2019. (Ufficio Studi Enit su dati Banca d’Italia 2023 provvisori).

Nel 2023, i passeggeri aeroportuali giunti in Italia dalla Spagna sono aumentati del +13,7% rispetto al 2022, con una durata media del soggiorno di 4 notti, mentre, nel 23% dei casi, si rilevano dai 5 ai 7 pernottamenti (Ufficio Studi ENIT su dati The Data Appeal).

“La massiccia presenza dell’Italia a una fiera di rilievo globale come questa, tradizionale vetrina anche sui mercati latinoamericani, non è soltanto una importantissima opportunità per offrire uno sguardo ai valori identitari dell’italianità e alle meraviglie dei nostri territori, ma anche un modo per rafforzare ulteriormente il rapporto di amicizia che ci lega storicamente alla Spagna, che si traduce pure in termini di significativi flussi turistici e di investimenti di imprese spagnole in Italia. Italia e Spagna hanno una comune visione sull’importanza di questa industria, che deve ritornare a essere protagonista anche nell’ambito dell’Unione Europea. Lo abbiamo confermato a fine ottobre nel corso della ministeriale turismo di Palma, incentrata sulla sostenibilità sociale del turismo, e riprenderemo la tematica nella prossima ministeriale in Belgio, che fornirà spunti utili anche in vista del primo G7 turismo in Italia” commenta il ministro del Turismo Daniela Santanchè.

“Il turismo spagnolo in Italia crea un forte legame tra le due Nazioni e contribuisce allo sviluppo economico e culturale di entrambe. L’Italia è da sempre una delle mete turistiche preferite dagli spagnoli che durante tutto l’anno viaggiano nel Belpaese apprezzandone le peculiarità. L’Italia si presenta come una destinazione unica e può apprendere dall’incontro con nuove culture che incentivano a declinare il turismo con un’impronta sempre più specifica” dichiara Ivana Jelinic Presidente e Ceo Enit.


ENIT – AGENZIA NAZIONALE TURISMO ITALIANO
enit.it

Francesca Cicatelli – resp ufficio stampa Enit –
francesca.cicatelli@enit.it

Direzione Esecutiva
Comunicazione e Ufficio Stampa
VIA MARGHERA 2 – ROMA

Giudi e Quani, ‘OUT OF MY WAY’ è il nuovo album

È il secondo capitolo discografico per l’apprezzatissimo duo rock, blues, soul con accentuata punk attitude, formato da Giuditta Cestari e Francesco Quanilli, supportato dall’ufficio stampa A-Z Press.

Con Fool Yourself’, singolo con annesso videoclip  che ha preceduto l’uscita dell’album, Giudi e Quani hanno conquistato oltre 300 tra playlist radio, superando i 10.000 streams sulle piattaforme digitali tra Spotify, YouTube e altri stores digitali, in soli quindici giorni.

Il nuovo album ‘Out of My Way’ nasce da un contemporaneo periodo di introspezione e inevitabile trasformazione che un po’ tutti stiamo vivendo o abbiamo vissuto. Rappresenta una chiamata all’azione, dove il riscatto personale e la rinascita stanno alla base del viaggio. 

‘Out of My Way’ scorre veloce, un concept album che conduce attraverso un percorso di accettazione di sé e della realtà intorno. Uno schiaffo di risveglio che farà riemergere l’ascoltatore dall’apnea con una ritrovata energia. 

Giudi e Quani a proposito del nuovo album dichiarano: «Keeping alive, facing times. Save your mind! (Mantenendoci vivi, affrontando i tempi. Salva la tua mente!) è il nostro mantra. 

‘Out Of My Way’ è un album che invita a guardare in faccia la realtà, ad accoglierla pur con tutte le sue contraddizioni, sconfitte comprese. 

Ma è con la nostra indole punk che con questo nuovo disco esortiamo chi ci ascolta a trovare il proprio modo di agire e reagire, a ritrovare il proprio valore.».

«C’è qualcosa che ti travolge ma accarezzandoti, senza farti male mai. Conierei la definizione di “disco-flirt” perché questa musica è esattamente quello che fa con chi la

E ‘Out Of My Way’ lo fa, a tratti in modo anche sensuale dichiara la testata Rock Nation che ha ascoltato l’album in anteprima «Rock, Garage, Punk, Soul, Blues sparsi qui li trovate tutti. 

Cercateli come un ragazzino cerca il suo gusto di gelato preferito per poi dire che semplicemente …gli piace il gelato, senza che sia importante se sia di pistacchio o di amarena. Giudi e Quani sono pronti per il salto. Non c’è dubbio.»

Il primo ufficiale release party si terrà venerdì 19 gennaio alle ore 20:45 presso gli studi di ADMR Rock Web Radio di Chiari (BS) in via Monteverdi, 14, organizzato dall’associazione ADMR Chiari e A-Z Press

L’accesso sarà riservato, previa prenotazione, ad un ristretto numero di fortunati fans che avranno modo di seguire il live-show, che per l’occasione sarà trasmesso in diretta anche sui canali digitali della radio.

Facebook: www.facebook.com/giudiequani
Instagram: www.instagram.com/giudi_e_quani
YouTube: www.youtube.com/giudiequani
Spotify: https://sptfy.com/PnnO
Web: www.giudiquani.wixsite.com/giudiequani


Ufficio Stampa A-Z Press
info@a-zpress.com

FERPI | “InspiringPR Award” e Premio studio “È il digitale, bellezza!”

Vincitore Premio InspiringPR Award edizione 2023 – BAT Italia

Al via le candidature per i premi per la migliore campagna di relazioni pubbliche e per la tesi di laurea più innovativa nel settore della comunicazione digitale.

Compie 10 anni InspiringPR, il Festival delle Relazioni Pubbliche promosso da FERPI – Federazione Relazioni Pubbliche Italiana e dalla Delegazione Ferpi del Triveneto in collaborazione con Uniferpi Padova e Uniferpi Gorizia, e anche per questa edizione apre alle candidature, entro il prossimo 10 aprile, per i suoi due Premi: la VII edizione dell’InspiringPR Award e la IV edizione del Premio “È il digitale, bellezza!”. Le premiazioni durante il Festival, sabato 18 maggio 2024, a Venezia, presso la Scuola Grande San Giovanni Evangelista.

Con il primo riconoscimento, l’InspiringPR Award, InspiringPR premierà la campagna/azione di relazioni pubbliche realizzata tra il 1° maggio 2023 e il 1° aprile 2024 che si è distinta per la sua particolare capacità di “ispirazione”. 

Nelle scorse edizioni il premio è stato conferito a Bat Italia, Conai, Lavazza, Parole O_Stili, Osservatorio Malattie Rare e al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.  Per partecipare alla nuova edizione di InspiringPR Award, le iscrizioni dovranno pervenire entro il 10 aprile 2023, inviando le candidature via e-mail a: award@inspiringpr.itPossono essere candidate le campagne/azioni di relazioni pubbliche realizzate in Italia e all’estero da aziende, enti pubblici, organizzazioni profit e non profit, agenzie di comunicazione e liberi professionisti. La selezione delle iniziative che concorrono al Premio avviene a cura del Direttivo Ferpi Triveneto. Il regolamento completo è su inspiringpr.it/award.

Con il rinnovato supporto della famiglia Ripandelli e di Mindshare Italia, InspiringPR conferma anche il Premio studio È il digitale, bellezza!”, in memoria di Adriana Ripandelli, una delle prime persone in Italia ad aver profondamente creduto nella rivoluzione digitale, investendo forza e professionalità in progetti innovativi che hanno illuminato d’ispirazione i propri settori. Il premio è rivolto agli studenti delle Università italiane (corsi di laurea triennale o magistrale nei settori Comunicazione, Relazioni Pubbliche, Marketing, Digital Media ed Economia Aziendale) autori di un’innovativa tesi di laurea con focus specifico sulla comunicazione digitale, discussa dal 1° maggio 2023 al 1° aprile 2024.  

Il vincitore si aggiudicherà un premio di 2.000 euroe uno stage post-laurea nella sede di Milano di Mindshare Italia della durata di sei mesi, con rimborso spese e ticket, da iniziare entro sei mesi dall’aggiudicazione del premio.  Nel 2023 il Premio è stato assegnato a Federica Fasano, che ha conseguito la Laurea Triennale in Lingue e Comunicazione per l’Impresa e il Turismo presso l’Università della Valle d’Aosta con l’elaborato “L’influenza dei social networks sulle varie fasi del processo d’acquisto dei consumatori appartenenti alla Generazione Z”.

Per partecipare è necessario inviare il materiale (1 copia digitale della tesi in pdf, un breve abstract di massimo 1 cartella di testo, voto conseguito e riferimenti completi di contatto), entro e non oltre il 10 aprile 2024, all’indirizzo e-mail: premiostudio@inspiringpr.it. Per maggiori informazioni sul premio è possibile consultare inspiringpr.it/premio-studio-adriana-ripandelli.

Tutte le informazioni sulla decima  edizione del Festival sul sito web http://www.inspiringpr.it e sui canali ufficiali dell’evento in FacebookLinkedInInstagramTwitter e YouTube.


FERPI – Federazione Relazioni Pubbliche Italiana – rappresenta da oltre 50 anni in Italia i professionisti della Comunicazione e delle Relazioni Pubbliche, persone che ogni giorno ne fanno un mestiere e un tema di ricerca, studio e insegnamento. FERPI è impegnata per valorizzare la professione dei comunicatori presso i pubblici di riferimento, supportare la crescita professionale dei soci e non solo con qualificati percorsi di formazione, offrire un aggiornamento costante sulle mutazioni in atto grazie anche al confronto internazionale, promuovere la cultura della sostenibilità, partecipare attivamente al dibattito pubblico intorno alle policy del lavoro, della società civile, della democrazia.


Contatti stampa:
Federica Lago                                                                                                                              
Mail: press@inspiringpr.it
Diana Daneluz
Mail: dianadaneluz410@gmail.com

Bologna, Museo Davia Bargellini: Pegah Pasyar. Mnemosine ad ART CITY Bologna 2024 

Pegah Pasyar, Mnemosine, 2023 – Tecnica mista, cm 43 x 40 x h 36-90
Foto © Marco Baldassari – Courtesy l’artista

A cura di Marco Baldassari

25 gennaio – 11 febbraio 2024
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44, Bologna

Mostra promossa da Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica
Nell’ambito di ART CITY Bologna 2024 in in occasione di Arte Fiera

Inaugurazione mercoledì 24 gennaio 2024 ore 17.30

Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna sono lieti di presentare, nella sede del Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, la mostra personale di Pegah Pasyar dal titolo Mnemosine, a cura di Marco Baldassari.
Visibile dal 25 gennaio all’11 febbraio 2024, il progetto espositivo si inaugura mercoledì 24 gennaio alle ore 17.30 nell’ambito della dodicesima edizione di ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.

Le nove sculture inedite che l’artista iraniana presenta in questa occasione – di cui sei in terracotta e tecnica mista e tre in metallo, tutte accomunate dallo stesso titolo Mnemosine – riportano lo sguardo interiore alla Memoria e al Ricordo, ad un momento dove tormento e felicità convivono.
Il lavoro di Pegah Pasyar parte dalla tradizione creativa che guarda alle antiche tecniche, come quello della miniatura persiana da lei praticata per oltre 10 anni in Iran, e alla creazione di gioielli, con una manualità che trova ispirazione nei piccoli formati. Nella cultura occidentale, la memoria torna ai piccoli giocattoli dell’infanzia che l’artista fonde nelle forme geometriche come una sintesi del mondo adulto, mentre il ferro consumato, arrugginito è l’esperienza che modifica col tempo le forme. La diversità delle forme e dei colori delle opere indica una diversità di esperienze, ciascuna con una propria vita, anche se alla base i giocattoli sono un messaggio universale di unità dei bambini di tutti i continenti. All’inizio delle vite delle persone, nell’infanzia non c’è differenza di religioni, razze, o nazioni. La forma complessiva delle sculture fluttua tra la forma geometrica regolare e l’infinito mondo infantile.

Pegah Pasyar, Mnemosine, 2023 – Tecnica mista, cm 36 x 32 x h 93
Foto © Marco Baldassari – Courtesy l’artista

Spiega il curatore Marco Baldassari: “Già come il poeta Rilke indicava, il gioco introduce una ambiguità spazio-temporale non ordinaria. Il gioco ha in sé stesso il suo fine, come l’arte. “O ore dell’infanzia, quando /dietro alle figure c’era più del semplice / passato, e a noi dinanzi non il futuro. /…Eppure nel nostro solitario andare / quel che dura ci recava diletto e stavamo tra giocattolo e mondo, nello spazio intermedio che dal principio fondato fu per un evento puro”. Tempo senza temporalità. Per questo processo si avvale del tema del riciclo e del recupero. In Pegah è sia nella tecnica con cui modella le sue forme, sia negli oggetti inseriti Già nella passata edizione di ART CITY Bologna l’artista con le opere “Voci dall’Abisso” creava il suo rapporto con la Memoria, una costanza che qui si esprime in forme geometriche che rappresentano l’età adulta che racchiude pensieri dell’infanzia. “L’Atlante Mnemosyne” di Aby Warburg, conteneva disegni, contemporanei. Uno storico dell’arte che nutriva la memoria con immagini”.

Il dialogo con il Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini è costruito sia all’interno del percorso creativo personale di Pasyar che attraverso il confronto con le opere conservate nelle collezioni permanenti, tra splendide marionette, ceramiche, pitture e sculture e opere realizzate da artiste donne del passato, come i dipinti di Lavinia Fontana Ginevra Cantofoli, il ventaglio di Marta Palomba, le sculture di Clarice Vasini e i paramenti barocchi delle Putte del Baraccano.

Collocate a varie altezze su basi di tufo etrusco, le sculture di Pasyar attraversano tre sale del percorso di visita: la Sala 2, con la galleria dei dipinti, uno dei rari esempi ancora integri di collezionismo storico cittadino, che comprende opere della grande stagione tardogotica del Trecento bolognese; la Sala 6, dove si può ammirare un’elegante berlina da gara da gala da quattro posti tardo settecentesca, straordinariamente dipinta e dorata, e infine la Sala 7, con lo scenografico teatrino per marionette di ambito veneziano, in legno intagliato e dipinto, costituito da boccascena, palcoscenico, due coppie di quinte in tela e cartone dipinti a tempera, e il fondale con 74 figure maschili e femminili, 9 cavalli e 1 scimmia, in parte conservate in deposito e in parte esposte all’interno del teatrino.

Come in una wunderkammerla contemporaneità si specchia nella storia e nei materiali che lo compongono. Nel mondo di Pegah Pasyar la meraviglia del mondo di queste sculture è la trasposizione delle infinite possibilità della mente dei bambini, dove un piccolo maiale può guidare un elicottero. Mondi fantastici di malinconica apparizione.

L’esposizione è accompagnata da una omonima pubblicazione bilingue (italiano/inglese) edita da Agenzia NFC, contenente le riproduzioni delle opere esposte introdotte da testi di Marco Baldassari e Mark Gregory D’Apuzzo.

Pegah Pasyar è nata ad Esfahan, in Iran.
Si è laureata presso l’Università di Arte e Architettura di Kashan nel corso di laurea in Artigianato. Per circa dieci anni si è formata nel disegno di Miniature e Disegno di figura, con un famoso maestro iraniano. Ha insegnato successivamente a sua volta Miniatura. Si è laureata presso la Young Jewelry Designers Association of Iran presso Teheran. Ha creato e disegnato gioielli per un suo brand. Si è laureata nel 2020 in Pittura (Arti Visive), presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Partecipazione a mostre, pubblicazioni, eventi: Bench Rest Art, a cura di Tobia Donà, Fiera di Forlì (2016); performance Human Mask, a cura di Barbara Ceciliato rassegna Cineteca di Bologna, Piazza Maggiore, Bologna, (2017); Nulla è come sembra, a cura di Claudio Rosi, Istituto Storico Parri – Museo della Resistenza, Bologna (2017); Su misura, a cura di Casagallery Itinerante, Salone del Podestà di Palazzo Re Enzo, Bologna (2018); Criminis Imago, a cura di Giuseppe Amato e Marco Baldassari, Oratorio di Santa Maria della Vita, Bologna (2020); Russi: Cantiche. Dante e la fotografia, a cura di Beatrice Buscaroli e Bruno Bandini, Russi, centro storico (2021); Catalizzatore, Spazio NFC, Rimini (2021); Tran(S)missions, a cura di Università Roma Tre, Palazzo Taverna, Roma (2021); Skying Routing, BNP, Bologna (2022); Voci dall’Abisso. Quattro artiste iraniane a Bologna, Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni, Bologna (2023); Women for Freedom, a cura di Claudia Conte, B&C Tax e B&C Legal, Milano (2023); performance Respiro Sottoterra. L’Iran dis-velato di Pegah Pasyar, Lapidario del Museo della Città, Rimini (2023).
Ha inoltre curato l’allestimento delle mostre La diversità dello sguardo. Villa Litta vista da Brera a cura di Marco Baldassari e Rosanna Ruscio, presso Villa Litta Borromeo, Lainate (2023) e Eclipsis al Teatro Arena del Sole, Bologna (2023-2024).


Titolo mostra
Pegah Pasyar. 
Mnemosine

A cura di
Marco Baldassari

Promossa da
Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica

Sede
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44, Bologna

Periodo di apertura
26 gennaio – 11 febbraio 2024

Inaugurazione
Mercoledì 24 gennaio 2024 ore 17.30

Orario di apertura
Martedì, mercoledì, giovedì 10.00 – 15.00
Venerdì 14.00 – 18.00
Sabato, domenica, festivi 10.00 – 18.30
Chiuso lunedì non festivi

Orario di apertura durante ART CITY Bologna (1 – 4 febbraio 2024)
Giovedì 1 febbraio ore 10.00 – 15.00
Venerdì 2 febbraio ore 14.00 – 20.00
Sabato 3 febbraio ore 10.00 – 22.00
Domenica 4 febbraio ore 10.00 – 18.30

Ingresso
Gratuito

Informazioni
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 236708
museiarteantica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/arteantica
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Settore Musei Civici Bologna
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Scuderie Aldobrandini Frascati: STEFANO PIALI – “L’umano oltre la storia”

Stefano Piali, Omaggio al Sommo Poeta – Foto di Loredana Gelli

a cura di Ida Mitrano

Scuderie Aldobrandini, Frascati (Roma)
Inaugurazione sabato 3 febbraio 2024 ore 17:00

Il suggestivo spazio espositivo delle Scuderie Aldobrandini di Frascati (Piazza Guglielmo Marconi 6) ospita, da sabato 3 a domenica 25 febbraio, “L’umano oltre la storia” di Stefano Piali un artista che, da oltre quarant’anni con il suo personale segno pittorico e scultoreo, si misura in una produzione che lascia ogni volta stupiti, così come ben descritto nel testo critico di Ida Mitrano che apre lo splendido catalogo della mostra.

I punti cardini del suo lavoro risiedono nell’apparente dicotomia tra storia e tradizione, modernità e passato, movimento, metamorfosi e stasi che diventano nell’artista nuovi scenari per il suo estro contemporaneo.

In particolare, questa esposizione nel centro più vitale dei Castelli Romani, lo vede impegnato in una nuova sfida, quella con l’essenza stessa dell’uomo e del significato dell’arte. In Piali, infatti, l’arte non solo trasforma e plasma la materia alla ricerca di bellezza, ma dialoga costantemente “oltre l’umano”, distante solo apparentemente dalla società attuale, percepita invece visceralmente e della quale denuncia la condizione inedita, la perdita, appunto, di umanità.

Stefano Piali, Lassù un suono, una luce – Foto di Maurizio Ludovisi

Nella sua pittura e scultura le figure prendono forma, i volumi si riempiono, si incidono, si graffiano, gli spazi bianchi delle tele prendono vita. Niente a che vedere con gli anonimi stupori tecnologici a cui oggi sembriamo abituarci. L’arte di Piali nasce dalla esitazione, dalla imprevedibilità, dalla inconsapevolezza.

Qualcosa di estremamente umano, legato alla tradizione dei grandi Maestri del passato, da Michelangelo a Tiepolo e Caravaggio che l’artista riempie di quel “quid” che lo contraddistingue e che diventa la sua ossessione: mettere a fuoco l’uomo e la sua trasformazione nell’incontro simbiotico tra pittura e scultura perché, come lui stesso afferma: ”Quando scolpisco ho nostalgia della pittura, quando dipingo ho nostalgia della scultura”.

Stefano Piali, Re e Regina – Foto di Maurizio Ludovisi

Ecco che la potenza plastica della forma, i panneggi che avvolgono e stringono i corpi, la tensione del movimento che si arresta improvviso in certe parti della tela, del marmo  e del bronzo fanno fluire la sua forte ossessione di rappresentare non la storia ma l’uomo nella storia, oltre la storia.

Lo si percepisce in opere come Energia in movimento, un trittico di grandi dimensioni dove i protagonisti sono l’uno incurante dell’altro e dove ognuno vive il proprio accedere nella storia; o nel potente fermo immagine di Eteriche evoluzioniL’Angelo della speranzaStravolgimenti essenziali o, ancora, ne Il folle volo, tutti dipinti che nella loro instabilità della scena sembrano trovarsi, invece, proprio là dove devono stare per essere, per esistere.

Stefano Piali, Regina – Foto di Maurizio Ludovisi

La mostra offre l’opportunità straordinaria di esplorare il suo Dentro e fuori l’opera  o la Fuga dalla storia, per richiamare ancora solo alcune delle opere con cui l’artista si interroga e pone interrogativi sull’uomo. Uno sguardo oltre l’umano, dunque, che diventa condizione di resilienza e speranza per affermare quella umanità che oggi è negata, quella fragilità messa a nudo a cui Piali restituisce il potente seme della vita attraverso l’unicità del suo processo creativo.

Stefano Piali, Grande Re – Foto di Maurizio Ludovisi

 “È con grande entusiasmo e onore che accolgo la straordinaria mostra dell’artista Stefano Piali  presso la nostra struttura museale di Frascati” ha dichiarato la Sindaca Francesca Sbardella che ha sottolineato inoltre: ” L’arte di Piali, come magistralmente delineato nel testo critico di Ida Mitrano, si distingue per la sua complessità e profondità con la capacità di coniugare le tecniche tradizionali, come la pittura e la scultura, con la contemporaneità delle sue visioni. Attraverso la sua opera ci invita a riflettere sulle sfide della nostra epoca, incanalando le ansie e le speranze dell’umano contemporaneo. La mostra, che offre uno sguardo approfondito sulla ricerca di Piali attraverso gli anni, si presenta come un’occasione unica per il pubblico di immergersi nella profondità della condizione umana, oltre la Storia convenzionale.  Stefano Piali non solo si confronta con la tradizione e i maestri del passato ma li abbraccia e li trasforma in un linguaggio personale e contemporaneo. Incoraggio tutti i cittadini di Frascati e i visitatori a esplorare questa straordinaria mostra, a lasciarsi trasportare dalla bellezza delle opere di Piali. Che questa esposizione sia un catalizzatore per riflessioni profonde e significative sulla condizione umana e sul ruolo dell’arte nel plasmare il nostro futuro”.

La mostra resterà aperta al pubblico fino a domenica 25 febbraio 2024.


Pittore e scultore, Stefano Piali nasce a Roma il 28 gennaio 1956.
Sin dall’adolescenza manifesta l’esigenza di esprimersi attraverso il disegno e la pittura.
Frequenta dapprima il Liceo Artistico di via Ripetta e, nel 1978, si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove approfondisce le tecniche della scultura sotto la guida del maestro Pericle Fazzini.
Sceglie di vivere a Marino, dove ha insegnato per molti anni nella sezione di discipline plastiche presso l’Istituto d’Arte, oggi liceo artistico “Paolo Mercuri”.
Ispirandosi da sempre ai grandi maestri del passato: Michelangelo, Caravaggio, Tiepolo e Dalì, esprime una spiccata personalità artistica e una propria identità espressiva.
L’artista, infatti, dialoga con le diverse materie spaziando dal marmo, al bronzo, all’argilla, alle resine, per passare alle tecniche pittoriche con altrettanta naturalezza.
Dai primi lavori emergono subito le tematiche su cui si concentra l’interesse e la riflessione dell’artista.  La metamorfosi, il movimento e il volo, gli eroi, i centauri e i cavalieri, sono i protagonisti di un viaggio nell’inconscio, di un cammino verso l’infinito alla ricerca di nuove dimensioni.


INFORMAZIONI UTILI
MOSTRA: L’umano oltre la storiaARTISTA: Stefano PialiSITO WEB  www.stefanopiali.com
DOVE: Scuderie Aldobrandini, Piazza Guglielmo Marconi,6  00040 Frascati/ (RM)
A CURA DI: Ida Mitrano
INGRESSO GRATUITO

INAUGURAZIONE: sabato 03.02.2024 ore 17:00
PERIODO ESPOSIZIONE: dal 03 al 25.02.2024
ORARIO INGRESSO: dal martedì al giovedì 15:00-18:00; venerdì, sabato, domenica 10:00-19:00
GIORNO DI CHIUSURA: lunedì
PRESS OFFICE: Loredana Gelli gelliloredana@gmail.com

Eva Maria, la ragazza che portò un violino ad Auschwitz

Per la Giornata della Memoria, l’Anpi di Messina ha organizzato l’incontro “Il violino di Auschwitz”. L’appuntamento è presso la Feltrinelli Point, sabato 27 gennaio 2024 alle ore 18. Al violino si esibirà Sofia Muffoletto, mentre le letture saranno affidate a Elena Scrima. L’evento vuole ricordare Eva Maria Levy, uccisa ad Auschwitz nel 1944.

Eva Maria Levy detta Cicci ha tutto ciò che una ragazza possa desiderare: una vita bella e agiata, una famiglia che le vuole bene, tanti amici e una grande passione per la musica. Ma è ebrea e durante la guerra tutto cambia con le infami leggi razziali fasciste. Le rimarrà solo il suo violino, da cui non si separerà a nessun costo. Sarà proprio lui a raccontare, dopo un lungo silenzio, la lenta discesa di Cicci verso l’inferno del campo di concentramento di Auschwitz, dove dovrà suonare per le SS. Scoprirà però che la musica rende liberi. Eva Maria morirà ad Auschwitz nel 1944.

Nel viaggio interminabile sul treno verso Auschwitz Eva Maria porta con sé il violino. La ragazza deportata nel 1943 con la madre Egle e il fratello Enzo viene dirottata ad Auschwitz Birkenau, dove viene inserita in un’orchestra per dilettare gli aguzzini. Il fratello finisce a Monowitz. Quando riescono a mettersi in contatto, Enzo le fa arrivare su un pezzo di carta il disegno di un rigo musicale con una breve melodia e una scritta “Der Musik macht frei”, la musica rende liberi. Ma un giorno il violino si rompe ed Eva Maria viene rimandata con le detenute comuni. Senza più musica, si lascia morire e, il 6 giugno 1944, il suo cadavere viene bruciato nei forni. Il fratello invece si salva e recupera il violino.

Dall’oblio lo recupera nel 2014 un collezionista di strumenti musicali, l’ingegnere Carlo Alberto Carutti. Lo acquista a Torino, nel negozio di un antiquario, e lo fa restaurare a Cremona da Carlson, il suo liutaio di fiducia. Il suono di questo Collin-Mézin con la stella di Davide, oggi custodito al Museo Civico di Cremona e appartenuto a Eva Maria Levy, è reso più intenso e struggente dalla sua storia. Con quel biglietto ancora nella cassa armonica, quel pentagramma, quella frase musicale a canone inverso e quel numero di matricola, 168007, che Enzo Levy portava sul braccio, il numero infame della prigionia, del progetto di sterminio. Però, come insegnano questa storia e la Storia tutta dell’umanità, gli amori più forti, le grandi passioni, quella per la musica ad esempio, quella per la vita, sopravvivono alle tragedie e all’orrore. Offrono futuro e orizzonte. Basta non dimenticare. Per questo si scrivono libri come “Il violino di Auschwitz”.

Alessandra Sonia Romano, violinista, da dicembre 2016, è stata scelta come violinista del “violino della Shoah”, strumento dall’importanza storica straordinaria. Con questo violino, gentilmente concesso dall’Ing. Carlo Alberto Carutti, sta facendo moltissimi concerti solistici in Italia e all’estero. Le musiche della Shoah a Messina saranno interpretate dalla violinista Sofia Muffoletto.


Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia
Comitato provincia di Messina
Comunicato stampa 23 gennaio 2024

Messina, FORO G gallery: VESTO DI MEMORIA PREVIEW di Roberta Guarnera

weTALK… si torna a parlare, soprattutto ad osservare una piccola anteprima del progetto “Vesto di memoria” di Roberta Guarnera.
Un dialogo, in una tavola rotonda, sulla nascita di questo progetto iniziato nel 2022, della realizzazione del primo dummy e concludendosi con un piccolo workshop.
Vi aspettiamo giorno 28 Gennaio dalle 16.30 presso la FORO G gallery.
In conversazione anche con Mariateresa Zagone curatrice del progetto.


FORO G gallery
foroggallery.com
Via Lago Grande 43B 98165 Ganzirri (ME)

Instagram: @forog.gallery

Da FORO G gallery forog.gallery@gmail.com

Roma, LA__LINEA arte Contemporanea presenta la mostra “Fin dove si estende la vista”

Inaugurazione mercoledì 31 gennaio 2024, ore 17.30

Dal 31 gennaio al 5 febbraio

Orario: 16.30-19.30

LA__LINEA arte Contemporanea inaugura, mercoledì 31 gennaio alle ore 17.30, una mostra personale di opere su carta dell’artista Marilena La Mantia che espone una scelta di acquerelli su carta dalle varie sfumature di colore che richiamano orizzonti e paesaggi e incisioni prodotte di recente nel laboratorio della linea: una piccola serie di incisioni a puntasecca, rotella e ceramolle, frutto del nuovo approccio alle arti incisorie che l’artista ha voluto sperimentare negli ultimi due anni. Marilena La Mantia apre l’anno espositivo 2024 de La linea con la prima mostra che l’associazione dedica agli artisti che frequentano e sostengono l’associazione con energia e passione, attraverso la rassegna de Il Quadrato della Linea che darà vita ad una serie di piccole mostre personali che si svolgeranno entro l’estate. La mostra dal titolo “Fin dove si estende la vista”, invita ad entrare nelle velature e nei movimenti dei vari spettri del colore e nel segno inciso in bianco e nero. Protagonisti assoluti sono il colore negli acquerelli che richiamano astratti paesaggi e il bianco e nero nelle piccole opere grafiche, dove la forma vegetale si fa più evidente.   


Da Simona Pandolfi pandolfisimona.sp@gmail.com