UNGARETTI per “GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia, European Capital of Culture”

LE MOSTRE E LO SPETTACOLO TEATRALE

a cura di Marco Goldin

CONFERENZA STAMPA  DI PRESENTAZIONE 

Giovedì 1 febbraio, ore 11.30

GORIZIA, Teatro Comunale Giuseppe Verdi

Ungaretti è il primo testimonial di  “GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia, European Capital of Culture”. 

Un ampio progetto, ideato e curato da Marco Goldin, verrà dedicato al grande poeta e al Carso, dove Ungaretti combatté nel corso della Prima guerra mondiale. Sfocerà nella vasta mostra “Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia”, che si svilupperà, a partire dal 26 ottobre, tra Gorizia (Museo Civico di Santa Chiara) e Monfalcone (Galleria Comunale d’Arte Contemporanea), anticipata da uno spettacolo teatrale che, nel prossimo mese di aprile, si svolgerà in cinque teatri del Friuli Venezia Giulia oltre al Teatro Comunale di Treviso. Il progetto dedicato a Ungaretti è promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dal Comune di Gorizia, dal Comune di Monfalcone, da Promoturismo FVG, sotto l’egida di “GO! 2025”.


Studio ESSECI – T. 049663499
roberta@studioesseci.net

Pisa, Museo della Grafica: Carnevale in musica. Attività per famiglie

In occasione del Carnevale il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi (Comune di Pisa, Università di Pisa) organizza: 

Attività per famiglie

Domenica 4 febbraio 2024, ore 15:30

Età consigliata: 6 – 11 anni

In occasione del Carnevale vi aspettiamo per un divertente pomeriggio tra arte e musica. Dopo aver ascoltato e giocato con le musiche tratte dal 𝐶𝑎𝑟𝑛𝑒𝑣𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝐴𝑛𝑖𝑚𝑎𝑙𝑖 di Camille Saint – Saëns, realizzeremo una coloratissima opera d’arte!

Costo: 6 € – Partecipazione su prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili. 

Prenotazioni all’indirizzo e-mail: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it

Scadenza prenotazioni: venerdì 2 febbraio, ore 13:00 

È richiesta la presenza di un adulto accompagnatore per tutta la durata dell’attività

Per maggiori informazioni Cliccare il logo

Email: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it – Telefono: 050 2216059/070  

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it

Bologna, Palazzo Malvezzi: Emilio Isgrò. Cancellazione dei Codici – Civile e penale

1- Emilio Isgrò, Codice del decoro, 2022, Tecnica mista su tela stampata su libro e legno,
35 x 50,5 x 5 cm – Courtesy Archivio Emilio Isgrò
2- Emilio Isgrò, Codice dell’aria, 2022, Tecnica mista su tela stampata su libro e legno,
35 x 50,5 x 5 cm – Courtesy Archivio Emilio Isgrò
3- Emilio Isgrò, Codice delle osservanze, 2022, Tecnica mista su tela stampata su libro e legno,
35 x 50,5 x 5 cm – Courtesy Archivio Emilio Isgrò

Emilio Isgrò
Cancellazione dei Codici – Civile e penale

A cura di R. Cristina Mazzantini, Lorenzo Balbi, Marco Bazzini

2 – 9 febbraio 2024
Dipartimento di Scienze Giuridiche, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

Palazzo Malvezzi | Via Zamboni 22, Bologna

Mostra promossa da Archivio Emilio Isgrò
In collaborazione con MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna e Giuffrè Francis Lefebvre
Con il patrocinio del Dipartimento di Scienze Giuridiche – Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
Con il sostegno di Galleria Gaburro
Con il contributo di UniCredit


Inaugurazione giovedì 1 febbraio 2024
ore 17.00 Palazzo Magnani – sede UniCredit | Via Zamboni 20, Bologna 
ore 18.15 Palazzo Malvezzi – Sala delle Armi | Via Zamboni 22, Bologna

Il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna è lieto di ospitare dal 2 al 9 febbraio 2024, nella sede di Palazzo Malvezzi, la mostra di Emilio IsgròCancellazione dei Codici – Civile e penale, a cura di R. Cristina Mazzantini (direttrice Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma), Lorenzo Balbi (direttore MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna) e Marco Bazzini (responsabile scientifico Archivio Emilio Isgrò).Il progetto espositivo è promosso da Archivio Emilio Isgrò, in collaborazione con MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna e Giuffrè Francis Lefebvre, con il patrocinio del Dipartimento di Scienze Giuridiche, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, con il sostegno di Galleria Gaburro e il contributo di UniCredit e rientra nella dodicesima edizione di ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.L’inaugurazione si terrà giovedì 1 febbraio 2024 alle ore 17.00 (ingresso libero fino ad esaurimento posti). Dopo un iniziale momento di presentazione nel Salone dei Carracci di Palazzo Magnani, sede di UniCredit, in via Zamboni 20, seguirà, alle ore 18.15, l’opening della mostra nella Sala Armi dell’adiacente Palazzo Malvezzi, in via Zamboni 22.

Intervengono: Marco Bazzini (co-curatore mostra), Andrea Burchi (Regional Manager Centro Nord UniCredit Italy), Michele Caianiello (direttore Dipartimento di Scienze Giuridiche, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna), Antonio Delfino (direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali Giuffrè Francis Lefebvre). Dialogano con il maestro Emilio Isgrò i co-curatori della mostra, Lorenzo Balbi e R. Cristina Mazzantini, oltre agli autori dei saggi in catalogo Luigi BalestraDaria de Pretis Francesco Viganò.

Considerato tra gli innovatori del linguaggio artistico del secondo dopoguerra, Emilio Isgrò è il padre indiscusso della cancellatura, un atto che cominciò a sperimentare nei primi anni Sessanta e che ancora oggi mantiene la stessa vivacità e audacia creativa. Questa originale ricerca sul linguaggio lo ha reso una figura pressoché unica nel panorama dell’arte contemporanea internazionale, facendone uno dei suoi indiscussi protagonisti. È, infatti, il 1964 quando l’autore inizia a realizzare le prime opere intervenendo su testi, in particolare le pagine dei libri, coprendone manualmente una grande parte sotto rigorose griglie pittoriche. Le parole e le immagini sono cancellate singolarmente con un segno denso e dello scritto restano leggibili soltanto piccoli frammenti di frasi o un solo vocabolo.

Nel tempo questo gesto si applica alle carte geografiche, ai telex, al cinema, agli spartiti musicali, anticipa le espressioni più tipiche dell’arte concettuale, si declina in installazioni e, con il passaggio dal nero al bianco negli anni Ottanta, arriva a risultati pittorici che si sono rinnovati in questi ultimi anni quando con la cancellatura ha costruito immagini quasi fossero pittogrammi. Il cancellare è un gesto contraddittorio tra distruzione e ricostruzione.

Le parole, e successivamente le immagini, non sono oltraggiate dalla cancellatura ma attraverso questa restituiscono nuova linfa a un significante portatore di più significati: l’essenza primaria di ogni opera d’arte. La cancellatura è la lingua inconfondibile della ricerca artistica di Emilio Isgrò che oggi appare come una filosofia alternativa alla visione del mondo contemporaneo: spiega più cose di quanto non dica.

L’esposizione organizzata a Palazzo Malvezzi, sede del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna, la più antica facoltà di Giurisprudenza al mondo, presenta 29 testi giuridici, in particolare il Codice civile e il Codice penale, sui quali Isgrò è intervenuto con la sua cifra espressiva, ovvero cancellando parti del testo, col fine di proporre una diversa riflessione sul significato di convivenza comune. Superando con l’atto della cancellatura le caratteristiche della lingua asciutta e fortemente antipoetica propria delle raccolte di norme giuridiche, l’artista ha dato origine a lavori dal forte impatto formale, talvolta tendenti all’ironia, che graffiano per la loro incontestabile verità. Su un testo cancellato in nero e bianco, attraversato anche da qualche formica – altro topos di Isgrò subentrato in questi ultimi anni – le parole superstiti danno voce a nuove interpretazioni del testo come, per limitarsi ad alcuni esempi: “I condomini sono l’autorità giudiziaria” o “La falsa dichiarazione sulla propria identità, dichiara o attesta altre qualità”.
I Codici sui quali Isgrò è intervenuto appartengono alla serie di volumi realizzata appositamente da Giuffrè Francis Lefebvre, i cui redattori, esperti di Diritto, hanno collaborato con l’artista prima del suo intervento.

Ad arricchire il percorso espositivo si affianca la cancellatura de Il discorso di Pericle agli ateniesi riportato nel libro II dell’opera di Tucidide La Guerra del Peloponneso. Tre sono i volumi in cui l’artista è intervenuto sul discorso del politico, oratore e militare greco che guidò Atene in uno dei suoi periodi di massimo splendore e ancora esercita il proprio fascino sulla cultura umanistica occidentale. Ciò che Pericle scrive sul senso della democrazia, sui valori umani e sul rispetto delle leggi, ha fatto di Atene un mito che mantiene le sue radici nella società di oggi.

Ho cancellato il Codice civile e il Codice penale perché senza parola non c’è diritto – spiega Emilio Isgrò -, e senza diritto non c’è democrazia. Il primo impegno dell’arte è quello di discutere in un mondo che urla“.

La cancellazione dei Codici – osserva R. Cristina Mazzantini – conferma l’intensa relazione tra la ricerca artistica di Isgrò e la sua militanza sociale. Avvertendo una crisi planetaria, Isgrò usa l’arte, responsabile nei confronti della storia, per difendere la democrazia. A partire dalle origini ateniesi, cancella la letteratura giuridica più attuale, mettendo in luce quelle parole che meglio garantiscono la libertà e l’emancipazione”.

Molto spesso, anche in tempi recenti – sottolinea Lorenzo Balbi – si è parlato di cancellature e rimozioni a Bologna e in questo specifico contesto e tempo la mostra di Emilio Isgrò assume un significato ancora più radicale. La cancellatura è un atto distruttivo e allo stesso tempo costruttivo: distruttivo dell’opera, allo stesso modo in cui è la sua rimozione, ma al contempo generatore di dibattito e di significato. Come dichiara lo stesso Emilio Isgrò: «Si cancella per svelare, non per distruggere»“.

“Tra i diversi fili rossi che attraversano l’intero corpus cancellatorio di Isgrò – aggiunge Marco Bazzini – è possibile recuperarne uno che ha guardato con particolare attenzione alla letteratura giuridica. Le prime cancellature su questo argomento, infatti, sono datate alla fine degli anni Sessanta e nel tempo, a scansione temporale irregolare, si ripropongono fino ad arrivare a questi ultimi Codici che ne rappresentano, restando in tema, l’ultimo grado di giudizio“.

La più antica Facoltà giuridica del mondo incontra Emilio Isgrò, pittore, poeta, giornalista, scrittore, regista e… giurista. Questo il possibile titolo di un evento straordinario – afferma Luigi Balestra, professore ordinario di Diritto civile nel Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna – che celebra un incontro tra i luoghi in cui ha iniziato a germogliare il diritto in epoca moderna e un artista fattosi giurista attraverso la consapevolezza, derivante dallo studio cólto e raffinato dei testi giuridici, di una precipua esigenza: cogliere la vera essenza dei testi, espungendone tutti quei contenuti inidonei ad esprimerla ovvero dissentendo dai medesimi ogniqualvolta essi si pongano in conflitto con i valori fondamentali su cui si fonda la pacifica convivenza civile e le libertà democratiche“.

Questa mostra rappresenta per noi un traguardo molto importante – evidenzia Giorgio Gaburro, founder di Galleria Gaburro – perché è il risultato di un dialogo nato tre anni fa con Emilio Isgrò, il cui lavoro è rappresentato dalla Galleria. Ogni nostro progetto nasce infatti dall’interscambio con gli artisti ed è concepito ad hoc per gli spazi espositivi a cui si rivolge per veicolare un messaggio coerente tra arte e ambiente“.

Daria de Pretis Francesco Viganò, giuristi e giudici della Corte costituzionale, hanno interpretato i Codici di Isgrò in due lunghi, approfonditi e originali saggi pubblicati sul catalogo che accompagna l’esposizione edito da Allemandi Editore.
Il volume comprende inoltre la riproduzione delle opere esposte a Bologna, le vedute di allestimento della mostra Cancellazione dei Codici inaugurata nel maggio 2023 presso Castel Capuano, sede della Scuola Superiore della Magistratura, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e un saggio di Luigi Balestra.

Ritratto Emilio Isgrò – Foto di Luisa Porta, 2019

Emilio Isgrò nasce nel 1937 a Barcellona Pozzo di Gotto, vive e lavora a Milano.
Dopo l’esordio letterario con la raccolta di versi Fiere del Sud (Schwarz, 1956), si dedica alla poesia visiva, nel doppio ruolo di teorizzatore e artista. Nel 1966 si tiene la sua prima personale presso la Galleria 1 + 1 di Padova, a cui seguono numerose mostre presso la Galleria Apollinaire, la Galleria Schwarz e la Galleria Blu a Milano, La Bertesca a Genova, la Galleria Lia Rumma a Napoli. Nel 1977 vince il primo premio alla Biennale di San Paolo. Nel 1985 realizza a Milano l’installazione multimediale La veglia di Bach, commissionata dal Teatro alla Scala per l’Anno Europeo della Musica, mentre nel 2010 con la mostra Var Ve Yok è presente alla Taksim Sanat Galerisi in occasione di Istanbul Capitale Europea della Cultura. Partecipa alle edizioni dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia del 1972, 1978, 1986 e del 1993, quest’ultima con una sala personale.
Di inconfondibile rilievo è anche la sua attività di scrittore e uomo di teatro, consolidatasi con L’Orestea di Gibellina (1983/84/85) e con alcuni romanzi e libri di poesia, tra cui L’avventurosa vita di Emilio Isgrò (Il Formichiere, 1975), Marta de Rogatiis Johnson (Feltrinelli, 1977), Polifemo (Mondadori, 1989), L’asta delle ceneri (Camunia,1994), Oratorio dei ladri (Mondadori, 1996) e, infine, Brindisi all’amico infame (Aragno, 2003).
In questi ultimi anni sue mostre personali sono state presentate al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato (2008), alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (2013) e, nel 2016, una grande antologica a cura di Marco Bazzini ha coinvolto Palazzo Reale, Gallerie d’Italia e Casa del Manzoni a Milano. Nel 2019 un’imponente mostra antologica a cura di Germano Celant è stata presentata alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Dal 2020 al 2023 Isgrò è stato protagonista a Brescia di un importante progetto promosso da Fondazione Brescia Musei, che ha visto la realizzazione delle opere Incancellabile Vittoria, installata nella fermata “Stazione FS” della metropolitana, l’esposizione Isgrò cancella Brixia, al Museo di Santa Giulia e a Brixia. Parco archeologico di Brescia romana, lo
spettacolo teatrale Didone Adonais Domine nel teatro romano e infine, il più grande mappamondo del Maestro, Mondo d’acciaio installato nel Parco delle Sculture del Viridarium di Santa Giulia nel dicembre 2023.
Tra i progetti pubblici più recenti si ricordano l’installazione monumentale La Farfalla dei Malavoglia, inaugurata nell’estate del 2022 a Taormina e acquisita dalla Fondazione Sicilia di Palermo, L’abiura di Galileo (2023) realizzata per la celebrazione degli ottocento anni
dell’Università di Padova e Non uccidere (2023), installazione monumentale commissionata dal MAXXI di Roma e realizzata con l’architetto Mario Botta per i 75 anni della Costituzione italiana.
Numerose opere sono presenti in rinomate istituzioni nazionali, tra cui Galleria degli Uffizi, Collezioni d’arte del Quirinale, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Università Bocconi, Museo del Novecento di Milano, Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, nonché collezioni internazionali quali Centre George Pompidou di Parigi, il Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles, Israel Museum di Gerusalemme e Tel Aviv Museum of Art.


Titolo mostra
Emilio Isgrò
Cancellazione dei Codici – Civile e penale

A cura di
R. Cristina Mazzantini, Lorenzo Balbi, Marco Bazzini

Sede
Dipartimento di Scienze Giuridiche – Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Palazzo Malvezzi | Via Zamboni 22, Bologna

Periodo di apertura
2 – 9 febbraio 2024

Inaugurazione

Giovedì 1 febbraio 2024
ore 17.00 Palazzo Magnani – sede UniCredit | Via Zamboni 20, Bologna 
ore 18.15 Palazzo Malvezzi – Sala delle Armi | Via Zamboni 22, Bologna

Orario di apertura
Giovedì 1 febbraio (opening): ore 18.15 – 20.00
Da venerdì 2 a venerdì 9 febbraio ore 10.00 – 19.30

Ingresso
Gratuito

Promossa da
Archivio Emilio Isgrò

In collaborazione con
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna
Giuffrè Francis Lefebvre

Con il patrocinio di
Dipartimento di Scienze Giuridiche, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

Con il sostegno di
Galleria Gaburro

Con il contributo di
UniCredit

Catalogo
Allemandi Editore

Informazioni
www.emilioisgro.info
www.mambo-bologna.org
dsg.unibo.it
www.giuffrefrancislefebvre.it

Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna
e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it
Elisabetta Severino – Tel. +39 051 6496658 e-mail elisabetta.severino@comune.bologna.it
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3469 e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it

Ufficio stampa Giuffrè Francis Lefebvre
ddl studio
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Ufficio stampa Galleria Gaburro
AFF Comunicazione
Tel +39 02 36631254
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Sara Bosco – Tel. +39 340 8630118 e-mail press@affcomunicazione.it 
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Ufficio Stampa / Press Office ART CITY Bologna
Elisabetta Severino – Silvia Tonelli
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Roma, Studio Quipu: OLTRE L’OCEANO. Ho visto il mare, per lasciarsi andare

Brenda Rey Sanchez “Vittoria”, Roma, 2023
OLTRE L’OCEANO
Ho visto il mare,
per lasciarsi andare

a cura di Emanuela Robustelli

Dal 2 al 18 febbraio 2024
Opening 2 febbraio ore 18.30
Studio Quipu

Opere di
Alberto Demarini
Jimmy Garnique Sanchez
César Pozo
Brenda Rey Sanchez
William Santamaria
Diego Vega

Lo Studio Quipu presenta la collettiva di fotografia di giovani fotografi peruviani residenti a Roma _Oltre l’Oceano. Ho visto il mare, per lasciarsi andare, come progetto di divulgazione, sperimentazione e ricerca sull’arte contemporanea latinoamericana all’interno del programma di mostre, concerti e performance previste per quest’anno.

La mostra racchiude una raccolta di scatti che narrano la propria storia di contaminazione artistica e culturale, con le proprie differenze stilistiche e con la poesia di ciascun sguardo che si posa sulle strade che si incontrano durante un viaggio.

Diego Vega “Equilibrio”, Vichayito, Perú 2023

In una città che non ha tempo, l’artista narra e allo stesso tempo reinterpreta le proprie radici, arricchite da nuovi stimoli culturali.  Questa è la più grande ricchezza delle fotografie di viaggio: la fotografia di strada permette infatti di abbattere confini spazio temporali e di immergersi nell’immaginario collettivo di realtà lontane per poi metterle a confronto con il proprio essere, curiosi di scoprire ciò che appare come nuovo e diverso, aprire gli occhi con le infinite mutevolezze delle sue maree.

Alberto Demarini “Gran señor de las nubes” Madrid, 2023

È da questa constatazione che nasce la mostra _Oltre l’Oceano. Ho visto il mare, per lasciarsi andare, che si propone di far conoscere la cultura peruviana attraverso la lente fotografica di quelli artisti che hanno deciso di documentare un tempo vissuto fuori dal proprio paese di origine.

Una serie di scatti dove ogni fotografo con la propria lettura, approfondimento, riflessione, propone uno scambio culturale e una testimonianza di integrazione.

Nel giorno dell’inaugurazione è previsto l’incontro con gli artisti e una lettura di frasi in lingua quechua.


Informazioni
Dal 2 al 18 febbraio 2024
Vernissage venerdì 2 febbraio, ore 18.30

Orario
dal martedì al sabato, ore 11.30/14 e 16/20
Via Romanello da Forlì, 24a
Contatti studioquipu@gmail.com 

Da Simona Pandolfi pandolfisimona.sp@gmail.com

A Monfalcone grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale insieme al Consigliere regionale Antonio Calligaris e del sostegno della Regione Friuli-Venezia Giulia

Calligaris, Cisint e Fasan in occasione dell’inaugurazione del Museo medievale di Monfalcone (ph. F. Ruzzier)

Una mostra dai caratteri dell’eccezionalità a cura di Marco Goldin



A Monfalcone in autunno grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale insieme al Consigliere regionale Antonio Calligaris
e del sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia

“La mostra Da Boccioni a Casorati. Arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti, a cura di Marco Goldin, si inserisce nel percorso di valorizzazione culturale in vista dell’importante appuntamento di GO!2025” – spiega il Consigliere regionale Antonio Calligaris, che sottolinea come “grazie all’opera di tutta l’amministrazione Comunale e dell’Assessore alla cultura di Monfalcone Luca Fasan possiamo perseguire l’obiettivo di rendere Monfalcone la ‘Illegio’ dell’Arte Moderna e Contemporanea, una realtà riconosciuta a livello regionale e nazionale capace di attrarre turisti per le sue esposizioni di arte”.
La mostra rientra nella programmazione di grande livello della Galleria, avviata con le esposizioni dedicate a Tullio Crali, Zoran Music, Vito Timmel, Vittorio Bolaffio e da ultimo la tanto apprezzata mostra su Dino, Mirko e Afro Basaldella. “Eventi di grande valore, realizzati grazie alle relazioni virtuose in essere fra il Comune di Monfalcone e alcune prestigiose Istituzioni culturali, come la Fondazione Musei Civici di Venezia, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma” – afferma Luca Fasan, che ha voluto ringraziare il consigliere Regionale per aver contribuito al finanziamento dell’esposizione.

“Grazie a due miei emendamenti alla Legge su Gorizia 2025 e al lavoro svolto con l’Assessorato regionale” – spiega Calligaris – “portiamo 400 mila euro a Monfalcone per realizzare questa importante mostra che sarà un fiore all’occhiello del territorio in occasione della Capitale Europea della Cultura”.

Grande soddisfazione per aver ottenuto un così importante risultato viene espressa anche dal Sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint. “Grazie al tanto e ottimo lavoro fatto in questi anni dalla nostra Amministrazione” – sottolinea – e con il supporto costante del consigliere Calligaris e della Regione Friuli Venezia Giulia”.
L’esposizione che sarà allestita a Monfalcone avrà i caratteri dell’eccezionalità per gli autori che vi saranno inseriti, partendo dalle figure straordinarie di Umberto Boccioni, nel ricordo di una mostra del 1910 a Ca’ Pesaro dove fu presente con 42 opere, e di Felice Casorati, in mostra Ca’ Pesaro nel 1913 con 41 opere. A seguire, un panorama fitto di altri importanti artisti.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

New York, Bruno Walter Auditorium – NYPL for the Performing Arts: CORRADO CAGLI’S TRIUMPH OF BACCHUS AND ARIADNE

Bacco (Nicholas Magallanes) e Arianna (Tanaquil Le Clercq), 1948

30 gennaio 2024
New York, Bruno Walter Auditorium – NYPL for the Performing Arts

Lincoln Center, 111 Amsterdam Avenue

Il Center for Italian Modern Art (CIMA) proporrà, in occasione della mostra Transatlantic Bridges: Corrado Cagli, 1938-1948 e della Giornata Internazionale della Memoria, il concerto The Triumph of Bacchus and Ariadne.

La partitura de The Triumph of Bacchus and Ariadne sarà presentata nella sua interezza per la prima volta dalla prima rappresentazione della Ballet Society (l’attuale New York City Ballet) nel 1948.
Il coro Cantori New York, diretto da Mark Shapiro, eseguirà la musica di Vittorio Rieti per il balletto-cantata The Triumph of Bacchus and Ariadne, basato sul poema rinascimentale di Lorenzo de’ Medici il cui ritornello “del doman non v’è certezza” certamente risuonava con l’esperienza di sfollamento nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale.

Ideato dal pittore, scenografo e organizzatore culturale Corrado Cagli, anche in The Triumph of Bacchus and Ariadne riecheggiano la sua resa dei conti con la vita nell’Italia fascista, la catastrofe della guerra e lo sterminio di massa degli ebrei.

Corrado Cagli, Vittorio Rieti, Tanaquil Le Clercq e George Balanchine – Ballet Society, New York 1948 by Irving Penn
The Triumph of Bacchus and Ariadne
Concerto per piano e coro

dal poema Del doman non v’è certezza
di Lorenzo Il Magnifico (1449-1492)

Musica di Vittorio Rieti (1898-1994)
Progetto e design di Corrado Cagli (1910-1976)
Produzione della Ballet Society (1948)

con Cantori New York:
Mark Shapiro, Direttore Artistico
Shelén Hughes, soprano
Matthew Anchel, basso
Baron Fenwick, piano

Seguirà una presentazione di Raffaele Bedarida,
autore del volume Corrado Cagli: Transatlantic Bridges 1938-1948, CPL Editions 2023 e curatore di Transatlantic Bridges: Corrado Cagli, 1938-1948, l’esposizione aperta al CIMA fino al 27 gennaio 2024

Totale durata: 80 min.

Questo evento fa parte di una serie di programmi organizzati in occasione della Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto.

Fondato nel 2013 dalla storica dell’arte Laura Mattioli, il Center for Italian Modern Art (CIMA) è una fondazione pubblica no profit dedita a promuovere l’arte italiana moderna e contemporanea presso un pubblico internazionale. Attraverso mostre apprezzate dalla critica, una ricca programmazione di eventi pubblici ed un prestigioso programma di borse di studio internazionale, CIMA colloca l’arte moderna italiana in nuovi e più ampi contesti storici e culturali, evidenziandone il fondamentale contributo allo sviluppo della cultura artistica internazionale. Situato in un luminoso loft nello storico quartiere di SoHo a New York City, CIMA offre un ambiente intimo che permette di apprezzare al meglio le opere d’arte. Le visite guidate della mostra, condotte dai borsisti ricercatori che CIMA invita a New York come parte della propria missione educativa, iniziano con la degustazione di un caffè espresso e sono seguite da un percorso della mostra concepito in modo da favorire un dialogo tra borsisti e visitatori. I programmi pubblici del CIMA offrono numerose opportunità per approfondire i temi della mostra e la conoscenza dell’arte italiana; e costituiscono una piattaforma volta a promuovere il dialogo tra artisti, ricercatori, scrittori e altre figure di spicco del mondo dell’arte e della cultura.


NOTIZIE UTILI

Orari
martedì 30 novembre ore 19.30

Biglietto d’ingresso
Gratuito e fino ad esaurimento posti

Info
tel. +1 646 3703596 – italianmodernart.org

Ufficio stampa ITALIA
StudioBegnini – info@studiobegnini.it Roberto Begnini

Museo Civico Medievale, Bologna | ART CITY Bologna 2024: Giovanna Caimmi / Giulia Dall’Olio. Contatti indicibili

Contatti indicibili – Giulia Dall’Olio

A cura di Maria Chiara Wang

27 gennaio – 3 marzo 2024
Museo Civico Medievale
Via Manzoni 4, Bologna
www.museibologna.it/arteantica

Mostra promossa da Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica
Nell’ambito di ART CITY Bologna 2024 in in occasione di Arte Fiera

Inaugurazione
Venerdì 26 gennaio 2024 ore 17.30

Live drawings sabato 3 febbraio 2024 ore 20.00 – 23.00 in occasione di ART CITY White Night

Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna sono lieti di presentare Contatti indicibili, mostra bipersonale di Giovanna Caimmi e Giulia Dall’Olio a cura di Maria Chiara Wang, organizzata nell’ambito della dodicesima edizione di ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.

Il progetto espositivo nasce come manifesto per un ritorno alla percezione, alla riscoperta di quell’insieme di sensorialitàsensibilità e istintività quali elementi fondamentali per instaurare un dialogo con l’opera. In tale scambio non servono le parole per spiegare il contenuto, occorre altresì una giusta predisposizione d’animo. La dialettica diventa, in tal modo, il sistema entro il quale i dati sensoriali acquisiscono significato riuscendo a concepire ciò che non si lascia dire. L’atto conoscitivo che ne risulta è dinamico e aperto anche alle contraddizioni, all’inaspettato, al dissonante a ciò che si emancipa da schemi e categorie. “L’arte con la sua fisionomia plurale”, secondo la definizione di Franco Cambi in Riflessioni sull'”indicibile”, diventa il linguaggio che ci apre all’indicibile traducendo il pensiero in emozione.
E il contatto? È l’immediatezza, ovvero l’assenza di media tra soggetto e oggetto artistico, è l’esperienza che si ha degli altri corpi e di noi stessi nel medesimo momento, ma è anche la compressione dello spazio e del tempo come nel caso di Contatti indicibili ove l’arte contemporanea viene affiancata a manufatti medievali secondo un accostamento apparentemente inconciliabile, articolato e complesso reso però possibile dal tessuto delle relazioni sottese.

Le opere di Giovanna Caimmi dialogano con quelle di Giulia Dall’Olio e con l’ambiente circostante attraverso il racconto di una natura incontaminata, lussureggiante, a tratti romantica, una natura che nei secoli è stata spesso custode di quei reperti di epoche passate riemersi nel tempo e custoditi nelle sale del museo.

Contatti indicibili Giovanna Caimmi

In particolare, Giovanna Caimmi affianca alla qualità pittorica dei disegni il lavoro di ricerca e di archivio; è così che in mostra accosta ai “grovigli naturali” modellati con matita e carboncino su carte veline sovrapposte, Tiber: un’installazione che racchiude e condensa in sé l’indagine storico-artistica che ha condotto su un triplice fronte: quello dei Deutsch-Römer, artisti tedeschi venuti in Italia affascinati dal mito di Roma e della nostra Penisola, quello relativo alle vicende del giovane Carl Philipp Fohr annegato nel Tevere nel 1818 e quello autobiografico. Nelle parole della curatrice Maria Chiara Wang: “L’elemento che accomuna la produzione dell’artista, sia in seno alle singole opere che trasversalmente all’intero corpus dei suoi lavori, è l’affastellamento, la ridondanza di linguaggi, media e segni; ciò determina un surplus rumoroso che unitamente al peso e alla consistenza delle carte e degli elementi contenuti nell’installazione conferisce una qualità sinestetica ad ogni sua creazione”.

Giulia Dall’Olio espone, invece, oltre ai suoi caratteristici lavori in bianco e nero, una nuova serie di opere nelle quali entra significativamente in scena il Blu come tributo a un’epoca, quella medievale, che, a partire dal XII secolo, impiega tale colore in maniera iconografica e simbolica assegnandogli, data la sua rarità, un valore spirituale e divino. Inoltre, come scrive Michel Pastoureau in Blu. Storia di un colore, il blu è “luce sui cui s’iscrive tutto ciò che è creato”: quale sfondo allora risulta più adatto per mettere in risalto una natura selvaggia e rigogliosa ritratta con un segno che si fa via via più libero e istintivo?Nei disegni di Dall’Olio – osserva ancora Wang – il colore diviene la scenografia dove prende corpo la drammaturgia del gesto, la materia dalla quale l’artista, come uno scultore, fa emergere la vegetazione attraverso l’uso di cancellature con tecnica a levare”.

La mostra Contatti indicibili si apre al pubblico venerdì 26 gennaio 2024 alle ore 17.30.

In occasione di ART CITY White Night, sabato 3 febbraio 2024dalle ore 18.00 alle 22.00 Giovanna Caimmi e Giulia Dall’Olio daranno vita a un live drawings, evento durante il quale il pubblico potrà assistere dal vivo al processo di creazione dell’opera. Le artiste realizzeranno, ciascuna, un nuovo disegno che andrà a completare l’allestimento della mostra inaugurata il 26 gennaio. Ingresso gratuito dalle ore 18.00

Durante il periodo di apertura dell’esposizione, mercoledì 21 febbraio alle ore 17.00 si svolgerà la presentazione del 30° volume di Edizioni My Monkey dal titolo Vi è un piacere nei boschi inesplorati, nel quale le opere di Giulia Dall’Olio dialogano con i versi di Lord Byron, e – a seguire – il progetto Tiber di Giovanna Caimmi.

Giovanna Caimmi è un’artista indipendente diplomata con lode all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Dal 2020 al 2022 è stata Coordinatrice di Pittura del Dipartimento di Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna dove tuttora insegna nel Dipartimento di Arti Visive (Disegno per la Pittura).
Dal 2013 al 2016 è stata membro interno del CDA della Fondazione Zucchelli, iniziando un’attività di curatela di mostre di giovani artisti.
Attualmente conduce una ricerca come Ph.D Student presso PXL/ MAD University College of Hasselt, Belgium all’interno del Frame Research Group, gruppo di ricerca internazionale.
Come artista indipendente ha esposto in numerose mostre personali e collettive in gallerie e Musei, in Italia e all’estero.
www.giovannacaimmi.it

Giulia Dall’Olio (Bologna, 1983) si diploma all’Accademia di Belle Arti della sua città.
Ha esposto in Italia, Germania e Stati Uniti. Vincitrice di diversi premi tra i quali si ricordano: l’esposizione nella collezione permanente della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma in occasione della 16° edizione del Premio Level0 ArtVerona, in collaborazione con Galleria Studio G7 e Traffic Gallery (2021), e l’esposizione a Palazzo Reale a Milano come finalista della XX° edizione del PREMIO CAIRO (2019).
Tra le mostre principali: Imbalance, Kunsthalle Mannheim, a cura di Mathias Listl e in collaborazione con Galerie Isabelle Lesmeister (2022); INEFFABLE WORLDS, Tang Contemporary Art, Hong Kong, a cura di Michela Sena e Giuliana Benassi (2021); CIAK COLLECTING, Palazzo Orti Manara, Verona, a cura di Irene Sofia Comi (2021); SELVA, Galerie Isabelle Lesmeister, Regensburg (2020); Per ogni estatico istante, Giulia Dall’Olio – Paola De Pietri, Galleria Studio G7, Bologna, a cura di Irene Sofia Comi (2020); Suspension, Massey Klein Gallery, New York, (2018); Il terzo paesaggio, Museo Palazzo Poggi, Bologna, a cura di Leonardo Regano (2016).
Attualmente è rappresentata dalla galleria Isabelle Lesmeister di Ratisbona e da Galleria Studio G7 di Bologna.
www.giuliadallolio.it


Mostra
Giovanna Caimmi / Giulia Dall’Olio. 
Contatti indicibili

A cura di
Maria Chiara Wang

Promossa da
Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica

Sede
Museo Civico Medievale
Via Manzoni 4, Bologna

Periodo di apertura
27 gennaio – 3 marzo 2024

Inaugurazione
Venerdì 26 gennaio 2024 ore 17.30

Orario di apertura
Martedì, giovedì 10.00 – 14.00
Mercoledì, venerdì 14.00 – 19.00
Sabato, domenica, festivi 10.00 – 19.00
Chiuso lunedì non festivi

Orario di apertura durante ART CITY Bologna (1 – 4 febbraio 2024)
Giovedì 1 febbraio ore 10.00 – 14.00
Venerdì 2 febbraio ore 14.00 – 19.00
Sabato 3 febbraio ore 10.00 – 22.00
Domenica 4 febbraio ore 10.00 – 19.00

Ingresso
Intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale giovani tra 19 e 25 anni € 2 | gratuito possessori Card Cultura

Ingresso durante ART CITY Bologna (1 – 4 febbraio 2024)
Gratuito possessori biglietto Arte Fiera
Sabato 3 febbraio dalle ore 18.00 gratuito per tutti

Informazioni
Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica
Via Manzoni 4 | 40121 Bologna
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Trieste: GLI HISTRI E I LORO CONTEMPORANEI con la curatrice della mostra, Martina Blečić Kavur

Allestimento della mostra

GLI HISTRI E I LORO CONTEMPORANEI con la curatrice della mostra, Martina Blečić Kavur,
martedì 30 gennaio alla Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich

“Gli Histri e i loro contemporanei” è il titolo del secondo evento collaterale della mostra Histri in Istria – Histri u Istri allestita al Museo d’antichità “J. J. Winckelmann” a Trieste, realizzata dalla Comunità Croata di Trieste/Hrvatska Zajednica u Trstu insieme al Museo Archeologico dell’Istria/Arheološki Muzej Istre u Puli, in coorganizzazione con il Comune di Trieste (aperta al pubblico fino al 1 aprile 2024, da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 17.00).

In programma martedì 30 gennaioalle ore 17.30, alla Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich (con traduzione simultanea in italiano) avrà come protagonista la curatrice della mostra, Martina Blečić Kavur, professoressa di storia presso l’Università del Litorale di Capodistria, che nel suo intervento presenterà gli Istri nel contesto regionale delle culture dell’Adriatico settentrionale, in particolare della zona del Quarnero e il suo retroterra, e la loro inclusione nelle differenti reti di comunicazione e interazioni strutturate, soprattutto con le civiltà italiche e mediterranee, come contributo alla connessione universale delle società del periodo. 

“La mostra Histri in Istria – Histri u Istri– afferma Martina Blečić Kavur – “presenta soltanto una piccola parte del lontano, ma importante patrimonio archeologico dell’Istria come segno, tra l’altro, dell’identità dell’area. Infatti, durante l’Età del Ferro, l’Istria era prevalentemente abitata dagli Istri, della cui cultura apprendiamo soprattutto attraverso i loro riti, costumi funebri e gli oggetti della loro ricca cultura materiale. Questi frammenti permettono di seguire lo sviluppo del gruppo etnico degli Istri durante l’intero I millenio a. C., in base ai comuni modelli sociali, culturali e ideologici. Manifestandosi in particolari sistemi di segni e di simboli, religioni e riti, il patrimonio dell’Età del Ferro degli Istri si distingue dal resto della costa orientale adriatica sotto vari aspetti. È particolarmente significativa la scultura monumentale in pietra (come riflessione immortalata del concetto ideologico e della portata artistica). Sono altrettanto importanti gli elementi minori, specialmente costumi e gioielli, armi e vasellame, in quanto testimoni dello status e del prestigio dell’aristocrazia istriana. Considerati nel loro insieme, questi reperti ci presentano lo scenario di una comunità gerarchica che accettava apertamente le nuove tendenze e i modi di rappresentazione. Gli oggetti conservati testimoniano inoltre” – sottolinea la curatrice – “che gli Istri non erano isolati, e che la formazione della loro identità era allo stesso tempo influenzata dalle circostanze locali e dai contatti globali con le numerose comunità contemporanee vicine e distanti, con e senza nome”.

Allestimento della mostra

Martina Blečić Kavur si è laureata in Archeologia e Storia alla Facoltà di Lettere e Filosofia/Filozofski fakultet dell’Università di Zagabria, dove ha conseguito anche la laurea magistrale in Archeologia preistorica. Ha discusso la tesi di dottorato alla Facoltà di Filosofia/Filozofski fakultet dell’Università di Lubiana. Insegna Archeologia delle Età del Bronzo e del Ferro, Arte preistorica e Teoria delle arti visive alla Facoltà di Studi Umanistici/Fakultet za humanističke studije e alla Facoltà di Studi Educativi/Pedagoški fakultet dell’Università del Litorale/Sveučilište Primorska. Ha ottenuto borse di ricerca all’estero, soggiornando come borsista – ricercatrice alla “Freie Universität” di Berlino nel 2003/2004 e 2005, all’Università di Belgrado nel 2017 e all’Università “Ss. Cirillo e Metodio” di Skopje nel 2023.
Ha tenuto relazioni in numerose Università, in Slovenia e all’estero, realizzando mostre internazionali in 7 Paesi. Ha partecipato a conferenze e convegni in molti Paesi, dove ha presentato e pubblicato i risultati delle sue ricerche. Nell’ambito delle sue attività di ricerca, ha finora pubblicato oltre 250 articoli e ha partecipato attivamente a diversi progetti di ricerca nazionali e internazionali. Ha condotto 6 progetti nazionali e bilaterali, e attualmente conduce il progetto internazionale Osor beyond the myth e il progetto nazionale sloveno ERC KS From Sea to Sea: Continuity and Changes between the Bronze and Iron Age on the territory between the Adriatic and the Pannonian plain. Dall’Università del Litorale ha ricevuto il premio per l’eccellenza scientifica.


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Bologna e Grizzana Morandi (BO): La dodicesima edizione di ART CITY Bologna omaggia Giorgio Morandi per i 60 anni dalla morte

ART CITY Bologna
1 – 4 febbraio 2024
Varie sedi, Bologna e Grizzana Morandi (BO)
artcity.bologna.it

La dodicesima edizione di ART CITY Bologna, promossa da Comune di Bologna e BolognaFiere in accompagnamento ai 50 anni di Arte Fiera, rende omaggio a Giorgio Morandi in occasione del sessantesimo anniversario della morte.
Cinque special projects esploreranno e reinterpreteranno il lavoro del maestro attraverso differenti linguaggi del contemporaneo: Mary Ellen Bartley e Joel Meyerowitz per la fotografia, Tacita Dean per il video, Virgilio Sieni per la performance e Mark Vernon per il suono. 

Come di consueto nei giorni di ART CITY Bologna, sarà l’intera città a farsi palcoscenico per la cultura contemporanea grazie alla partecipazione di numerose realtà istituzionali pubbliche e private, gallerie d’arte e spazi indipendenti che animeranno una programmazione diffusa e variegata in grado di coinvolgere pubblici eterogenei.

Proiettandosi oltre i confini urbani, in una sfera territoriale policentrica che interessa l’intera area metropolitana di Bologna, il programma sarà animato complessivamente da oltre 200 eventi, da Budrio a San Lazzaro di Savena, da Pieve di Cento a Imola, da Sasso Marconi a Valsamoggia, da Rastignano a Calderara di Reno, a San Giovanni in Persiceto.



ART CITY Bologna 2024 è promossa da
Comune di Bologna e BolognaFiere in occasione di Arte Fiera

Direzione artistica
Lorenzo Balbi

Con il coordinamento di
Settore Musei Civici Bologna | Area Arte Moderna e Contemporanea

Periodo
1 – 4 febbraio 2024

Sito web
artcity.bologna.it

Social media
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Instagram @artcitybologna
#artcitybologna

Ufficio stampa
Settore Musei Civici Bologna
Elisabetta Severino – Silvia Tonelli
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Rovigo: al Roverella Tina Modotti – Ultime ore per ammirare una delle mostre italiane più apprezzate

Tina Modotti, Campesinos che leggono “El Machete”, Messico 1929

Rovigo, Palazzo Roverella

Mostra a cura di Riccardo Costantini

Tina Modotti. Ultime ore per ammirare una delle mostre italiane più apprezzate dalla critica e dal pubblico.

I numeri indicano un finale in potente crescendo negli ultimissimi giorni, anzi ultimissime ore, di apertura della mostra sull’opera di Tina Modotti al Roverella di Rovigo. Chi ancora non ha trovato il tempo per ammirare una delle meglio recensite e più apprezzate mostre italiane dell’anno ha la possibilità di farlo sino alle ore 20 di questa domenica 28 gennaio.  Poi, calato il sipario sulla Modotti, si inizierà l’allestimento del nuovo attesissimo appuntamento rodigino: quello con la sontuosa monografica su Henry de Toulouse-Lautrec (dal 23 febbraio al 30 giugno). 

Una mostra sulla Modotti non è certo una novità in Italia, ma questa rodigina è stata valutata come imperdibile anche da chi ha già altrove ammirato le immagini dell’artista friulana – messicana – cosmopolita. Perché al Roverella ad essere documentata con immagini originali è tutta la produzione di questa fotografa, occasione quindi unica per poter organicamente comprendere la genialità di questa leggenda della fotografia mondiale

“Tina Modotti. L’opera”, a cura di Riccardo Costantini, è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, e con il sostegno di Intesa Sanpaolo. L’esposizione ripercorre l’intera esperienza dell’artista con la fotografia. Al Roverella, oltre 300 scatti, molti mai visti in Italia; dalle immagini che raccontano la società e il lavoro nel Messico degli anni Venti, alla ricostruzione dell’unica mostra del 1929 a lei dedicata e da lei organizzata, fino alle rare immagini che raccontano il suo errare in molti Paesi.

Tina Modotti, Donna con bandiera, Messico, 1928 ca.

La straordinaria qualità di questa mostra ha calamitato a Rovigo 22.000 visitatori, con un netto crescendo nel tempo. Nel solo ultimo fine settimana i visitatori sono stati circa 2.000.

E i dati di questi giorni confermano l’arrivo di tante persone che per i più diversi motivi non sono riuscite a giungere a Rovigo nei mesi scorsi ma che non vogliono perdersi una opportunità realmente unica: ammirare, tutte insieme più di 300 immagini di un mito della fotografia di ogni tempo.


Info:
 
Palazzo Roverella www.palazzoroverella.com
 
Fondazione Cariparo www.fondazionecariparo.it/eventi-culturali
Relazioni con i media:
dott.ssa Alessandra Veronese
Ufficio Comunicazione:
dott. Roberto Fioretto
comunicazione@fondazionecariparo.it
 
Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499; www.studioesseci.net;
referente Simone Raddi simone@studioesseci.net