XIV ed. Festival della Fotografia Etica di Lodi: per scoprire storie e mondi spesso sconosciuti

©Evgeniy Maloletka – The Siege of Mariupol
Un militare ucraino scatta una fotografia di una chiesa danneggiata dopo il bombardamento in un quartiere residenziale a Mariupol, Ucraina, il 10 marzo 2022
A Ukrainian serviceman takes a photograph of a damaged church after shelling in a residential district in Mariupol, Ukraine, March 10, 2022. (AP Photo/Evgeniy Maloletka, File)

FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA ETICA DI LODI 2023

XIV EDIZIONE

Lodi, sedi varie
30 settembre – 29 ottobre 2023

Il Festival della Fotografia Etica è diventato ormai, da fine settembre a fine ottobre di ogni anno, un evento atteso da migliaia di persone – appassionati di fotografia ma non solo – che raggiungono Lodi da tutta Italia per immergersi in un concentrato di storie da tutto il mondo, per riflettere e stupirsi. “Storie uniche, emozionanti ma necessarie”, come dichiara Alberto Prina, Direttore del Festival.

20 mostre, quasi 100 fotografi da 40 paesi diversi e 5 continenti, oltre 700 immagini esposte. Questi i numeri della quattordicesima edizione del Festival dal 30 settembre al 29 ottobre.

Cuore espositivo è sempre il World Report Award – Documenting Humanity. A partire dalla categoria MASTER, vinta da Evgeniy Maloletka con il reportage L’assedio di Mariupol, in cui ha raccontato il drammatico assedio russo alla città ucraina, devastata e con decine di migliaia di civili che hanno perso la vita o costretti alla fuga; la categoria SPOTLIGHT va a Bob Miller per il reportage The Last Generation: Zoey’s Dream, in cui i sogni dell’adolescente Zoey Allen si scontrano con la crisi delle medie aziende agricole americane, in cui anche lei vive; menzione speciale nella sezione Spotlight va a Sarah Pabst e al suo Everyone in Me is a Bird, lavoro intimistico in cui il lutto per la perdita e la gioia per una nuova nascita vanno a plasmare la percezione e l’esperienza della quotidianità; la categoria SHORT STORY è stata  vinta da Alessandro Cinque con il reportage Alpaqueros, che racconta la questione della crisi climatica attraverso la situazione che stanno vivendo gli allevatori di alpaca in Perù; menzione speciale nella sezione Short Story va Luisa Lauxen Dörr e alla sua Imilla, che è il nome di un collettivo di skaters boliviane che indossano abiti tradizionali per combattere contro la discriminazione; la categoria STUDENT, vinta da Gerd Waliszewski con Between the Sirens, proporrà la dura realtà dell’Ucraina invasa dalla guerra, in cui i giovani cercano di vivere la loro vita quotidiana che viene regolarmente interrotta dalle sirene d’allarme e dai missili in arrivo; la sezione SINGLE SHOT è stata infine vinta da Mohammad Rakibul Hasan con l’immagine The Blue Fig, una riflessione sul riscaldamento globale che sembra avere un impatto sproporzionato su alcuni Paesi piuttosto che altri, come ad esempio il Bangladesh. Tutte le mostre saranno visitabili presso Palazzo Barni, tranne il percorso del Single Shot esposto alla Banca Centropadana.

Anche quest’anno Lodi, in collaborazione con Bipielle Arte, accoglierà l’unica tappa lombarda della mostra internazionale itinerante del World Press Photo, il grande concorso internazionale di fotogiornalismo e fotografia documentaria più famoso al mondo che si svolge da oltre 50 anni e indetto dalla World Press Photo Foundation di Amsterdam. Quasi 150 immagini che arrivano dai 5 continenti per raccontare storie incredibili. Si tratta di lavori firmati per le maggiori testate internazionali, come National Geographic, BBC, CNN, The New York Times, Le Monde, El Pais.

Grande attenzione, come sempre, sarà per la sezione Uno Sguardo sul Mondo, visitabile presso il Palazzo della Provincia, che propone un percorso realizzato in collaborazione con Agence France-Press sulla crisi climatica. Siccità, incendi, inondazioni sono sempre più frequenti così come l’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacciai e le ondate di caldo, fenomeni che interessano diverse aree del pianeta. Ogni giorno le notizie raccontano di un disastro naturale che accade da qualche parte e di persone colpite da fenomeni improvvisi, potenti e incontrollabili. Il consenso scientifico sul fatto che il cambiamento climatico sia in atto e che sia causato dall’uomo è forte. In ogni angolo della Terra, i fotografi di AFP hanno documentato gli effetti e le conseguenze che stanno minacciando sia la fauna selvatica che gli esseri umani.

Lo Spazio Approfondimento quest’anno proporrà due nuovi progetti dell’organizzazione no-profit Vital Impacts alla cui guida vede Ami Vitale, nota fotografa del National Geographic. La mostra si presenta in una duplice versione, outdoor indoor. La prima sarà allestita presso i giardini pubblici della città e vedrà esposte una cinquantina di immagini di giovani fotografi provenienti da tutto il mondo che hanno partecipato al Vital Impact Grant, premio nato per supportare coloro che si impegnano nell’ambito della fotografia naturalistica e dell’attivismo a favore del Pianeta. La versione indoor, invece, vedrà protagonisti molti maestri della fotografia naturalistica i cui lavori saranno esposti nell’ex-chiesa dell’Angelo. Queste immagini fanno parte della collezione invernale di scatti che i loro autori hanno concesso per una raccolta fondi, che ha l’obiettivo di sostenere il Reteti Elephant Sanctuary in Kenya, luogo per cui Ami Vitale, fondatrice di Vital Impact, si spende da molto tempo.

© Filippo Venturi per PSCORE

Lo Spazio No Profit nel chiostro del ex-ospedale Gorini quest’anno sarà ricco di ben 4 progetti: il fotografo Filippo Venturi per l’organizzazione PSCORE con Awakenings, progetto che racconta come ogni anno molti nordcoreani, in prevalenza donne, tentano di scappare in cerca di una vita migliore per loro e per le proprie famiglie; la spagnola Maria Clauss per l’ONG Medicos del Mundo con Donde no habite el olvido, sulle vittime delle rappresaglie della guerra civile spagnola;  Davide Torbidi per la Camera del Lavoro Lodi con il progetto Ho visto e non ho più dimenticato, sulla scottante tematica degli elevati numeri di infortuni e morti sul lavoro in Italia; infine il progetto Vivere la bellezza della Società Cooperativa Sociale ONLUS Nuova Assistenza, che ha trasformato alcune opere d’arte fra le più note al mondo in fotografie grazie agli operatori-fotografi ed ai pazienti che si sono prestati a questa collaborazione.

Tocca poi a Le vite degli altri, spazio tematico di Palazzo Modignani che conterrà quattro bellissimi focus fotografici che vogliono indagare la stretta relazione che si crea tra le persone e il luogo in cui vivono, le tradizioni che vengono portate avanti ma anche i cambiamenti che influenzano le società.

Laura Morton ci accompagna in un viaggio per la Silicon Valley dove è la tecnologia a farla da padrone con le sue start-up e il wi-fi veloce: la nuova frontiera del sogno americano; Paul Ratje racconta le province  del Sichuan e del Qinghai, al confine tra Cina e Tibet, e le nuove generazioni non più legate solo ai costumi del passato ma alla ricerca di nuove professioni e un moderno stile di vita; Toby Binber ha trascorso moltissimi anni tra le strade di Belfast insieme ai ragazzi che ora sono diventati quasi adulti in una città che non è cambiata; infine Lukas Kreibig, che racconta il cambiamento climatico in Groenlandia e come questo stia andando ad impattare sulla vita delle comunità Inuit.

Infine, Elegia Lodigiana di Gabriele Cecconi che sarà allestita nella sede della CavallerizzaRaccontare il territorio in cui si vive e si è immersi ogni giorno non è impresa semplice. Essere obbiettivi e sapersi guardare dentro, partendo dalle proprie radici per arrivare al presente fatto di luci e ombre, è una sfida emozionante. Per questo si ha bisogno dello sguardo esterno, meglio se diverso e lontano, che sappia vedere il quotidiano, invisibile a chi lo guarda con gli stessi occhi, e che sappia svelare con la bellezza di uno scatto l’identità di un territorio, con la leggerezza della fotografia quello che non conosci o non vuoi conoscere. Da queste esigenze necessarie e importanti nasce questo progetto finanziato dal bando Strategia Fotografia 2022 promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, in collaborazione con la Provincia di Lodi. Sin dai primi mesi di quest’anno il fotografo Gabriele Cecconi, reportagista di fama internazionale con esperienza su tematiche ambientali, è arrivato nel lodigiano per posare il suo sguardo su questo territorio. La scelta di proporre un’indagine fotografica è significativa, oltre che per le caratteristiche antropologiche di quest’area, anche per la crisi idrica che nel 2022 ha investito il nord-Italia, con conseguenze drammatiche sul tessuto economico-sociale dell’area. Generazione dopo generazione, l’acqua ha rappresentato una risorsa che ha consentito il sostentamento e lo sviluppo di un’area economica tra le più produttive e fertili d’Europa. Tutto questo ora è in pericolo e il rischio più grande è la perdita della civiltà contadina. Si ringrazia la Provincia di Lodi, il Consorzio Muzza, SAL azienda idrica lodigiana, FUJIFILM Italia e Concessionarie BMW-MINI del gruppo Carteni per il supporto al progetto.

Contemporaneamente al Festival si svolgerà FFE – OFF, un circuito di mostre fotografiche, esposte in negozi, bar, ristoranti, gallerie, circoli culturali e aree pubbliche della città. Lo scopo di FFE – OFF è quello di valorizzare e diffondere le opere di chiunque voglia proporre le proprie realizzazioni. Per questo motivo non ci sono vincoli tematici o di genere, in quanto FFE – OFF non è un’estensione del programma principale del Festival della Fotografia Etica.

Il team educational del Festival proporrà le consuete visite guidate per le scolaresche su prenotazione dal lunedì al venerdì per studenti delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, accademie e scuole di fotografia. Nelle domeniche di ottobre il team educational offrirà inoltre la possibilità di frequentare i Kids Labs, laboratori fotografici per bambini e ragazzi dai 5 agli 11 anni per avvicinarsi alla fotografia e scoprire il mondo attraverso le immagini.

Un’edizione caratterizzata oltre che per la qualità delle mostre anche per il livello degli incontri, le visite guidate con i fotografi, le letture portfolio, le presentazioni di libri e per le attività educational, che verranno organizzate come di consueto in presenza, ma anche online per le scolaresche che a causa della distanza non potranno recarsi a Lodi.

Questa edizione è resa possibile grazie al supporto del Comune di Lodi e tanti altri sponsor, che a diverso titolo hanno contribuito con il loro supporto.

Epson, Imaging partner del Festival, supporta la stampa delle mostre e continua ad essere al nostro fianco nella sfida tecnologica di portare le immagini all’aperto attraverso la realizzazione di mostre outdoor per una nuova fruizione dell’Immagine fotografica. In una delle sedi espositive l’azienda sostiene inoltre il Festival attraverso la proiezione di immagini in grandi dimensioni.

FUJIFILM Italia, sarà presente al Festival in qualità di Award Sponsor del WRA e a sostegno dello spazio Corporate in quanto partner del progetto Elegia Lodigiana di Gabriele Cecconi attraverso la fornitura di apparecchiature fotografiche, sistema Large Format GFX, utilizzate per la realizzazioneCon il suo supporto, avvalora e incoraggia il grande impegno che il Festival mette ogni anno in campo per celebrare la fotografia. FUJIFILM Italia è da sempre in prima linea per rimarcare il valore della fotografia, per la sua capacità di raccontare la collettività e la realtà che ci circonda.

L’Erbolario, azienda cosmetica lodigiana, al nostro fianco sin dalla prima edizione e molto vicina ai temi legati alla salvaguardia del nostro Pianeta e al rispetto delle risorse, sostiene uno spazio espositivo che racconta la bellezza della nostra Madre Terra e al contempo la sua fragilità: immagini che sono un monito per tutti noi e che devono spronarci ad adottare soluzioni rispettose dell’ambiente.

Concessionarie BMW-MINI del gruppo Carteni impegnate per costruire un nuovo equilibrio, grazie all’impiego di nuove tecnologie per la mobilità e attraverso scelte individuali e imprenditoriali più consapevoli, sostengono uno spazio espositivo che racconta il lodigiano e come il cambiamento climatico abbia un impatto sul territorio.

Tutte le mostre, compresa quella al World Press Photo, saranno accessibili solo se si è in possesso di biglietto giornaliero o abbonamento acquistabili online e  in loco. La mostra ai giardini pubblici della città è invece a libero accesso.


Per tutte le informazioni e dettagli visitate il sito del Festival www.festivaldellafotografiaetica.it
Info: www.festivaldellafotografiaetica.it
 
Ufficio Stampa                                   
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel 049.663499
rif. Simone Raddi  simone@studioesseci.net

Mestre, Centro Culturale Candiani: CHAGALL. Il colore dei sogni

CHAGALL. Il colore dei sogni

Mestre (Ve), Centro Culturale Candiani
30 settembre 2023 – 13 febbraio 2024

Cresce il fermento intorno alla mostra su Chagall che aprirà i battenti il 30 settembre al Candiani di Mestre. Dopo la precedente esposizione intorno al nome di Kandinsky, proposta lo scorso autunno, è la conferma di come il Centro Candiani stia gradualmente trovando una nuova fisionomia come sede espositiva di livello nazionale, riconoscendo così l’efficacia del modello creato da Fondazione MUVE: mostre di qualità, occasioni di approfondimento critico, pensate e gestite attingendo in modo ampio dalle straordinarie collezioni dei Musei Civici Veneziani, che solo in parte sono esposte al pubblico. Così è stato per Kandinsky, così è per Chagall. Il fatto che due esposizioni di questo livello abbiano potuto essere realizzate con opere che appartengono ai Musei Civici conferma la ricchezza delle collezioni d’arte di Ca’ Pesaro.
“La mostra intorno a Chagall – evidenzia la Presidente della Fondazione MUVE, Mariacristina Gribaudi – è costruita con le raccolte della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro cui si aggiungono alcuni puntuali prestiti di opere concesse da importanti musei internazionali. Desidero ringraziare i direttori e lo staff dell’Albertina di Vienna, dell’Israel Museum of Art di Gerusalemme, dello Szépművészeti Múzeum-Museum of Fine Arts di Budapest, del Musée National Chagall di Nizza e del Musée d’art moderne di Céret per aver messo a disposizione le proprie opere contribuendo così alla riuscita del progetto espositivo”.
“Ci auguriamo” – prosegue Gribaudi – che queste iniziative possano continuare a crescere in modo da poter, al contempo, valorizzare il patrimonio della città e far riscoprire i grandi Maestri del ‘900 sotto una luce sempre nuova”.

Il Sindaco Luigi Brugnaro sottolinea come “il successo dell’iniziativa, cominciata con Klimt e poi evoluta con i Maestri del ‘900 fino a Kandinsky e le avanguardie abbia dato nuovo impulso alla volontà dell’Amministrazione e di Fondazione di presentare a Mestre proposte sempre significative, concepite per un pubblico ampio, a partire dalle collezioni civiche di arte moderna e contemporanea. Nel corso del 2023 si proseguirà con questa fase del progetto che mira a renderlo “la casa della contemporaneità” nella doppia forma architettonica e museografica. Alla base di queste considerazioni vi è la volontà di ricostruire un’identità visiva del nostro territorio, a partire dalle esperienze della storia dell’arte del Novecento e dalle significative ricerche originali che nella città si sono sviluppate, soprattutto nella seconda metà del secolo scorso”.

Ancora una volta è un maestro russo a caratterizzare il nuovo “viaggio” attraverso il ‘900: Marc Chagall. Dallo straordinario Rabbino n. 2 o Rabbino di Vitebsk, acquistato nel 1928 dal Comune di Venezia per Ca’ Pesaro, l’esposizione intende indagare il portato rivoluzionario dell’arte di Chagall come pittura del sogno e come trionfo della fantasia creatrice.
“Nelle parole di Lionello Venturi che introducono la rassegna monografica dedicata alla Biennale del 1948, la prima edizione dopo la Seconda guerra mondiale, emerge – evidenzia la curatrice Elisabetta Barisoni – quanto Chagall sia stato centrale per tutta l’arte del secolo scorso, fin dalle Avanguardie: «[…] la sua naturale propensione è per la bontà, il piacere, la gioia, la fiducia, la felicità, l’amore per ciò che esiste in terra o nel cielo, e soprattutto gli animali e i fiori. […] La fatalità del ragazzo di Vitebsk fu di ricordare ai pittori di Parigi- tra il 1910 e il 1914, in un momento critico del gusto- che l’umiltà e la familiarità, l’amore e l’odio, la pietà e la paura, e tutta la vita del sentimento facevano tuttavia parte della pittura. Con un tratto di genio egli mostrò come la poesia, e non solo la matematica, fosse una guida della pittura».


Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani, 7
30174 Venezia Mestre
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Treviso, Museo Luigi Bailo: Ultimi giorni per Martini. In arrivo Ravenna e Selvatico

Arturo Martini: Ofelia

ARTURO MARTINI. I capolavori

Treviso, Museo Luigi Bailo
1 aprile – 24 settembre 2023

Verso una chiusura di successo per Arturo Martini

Prossimi appuntamenti con
Iuti Ravenna e Lino Selvatico

Treviso. Al Bailo già ci si appresta a brindare al successo della grande mostra su Arturo Martini che chiuderà i battenti il 24 settembre.
In questi ultimi giorni di apertura sono attesi i molti ritardatari che, nell’estate, hanno procrastinato la visita. Adesso o mai più.
Certo sarà difficile raggiungere, o meglio ancora superare, il record di visitatori detenuto dal colossale omaggio ad Antonio Canova, mostra che aveva calamitato al Bailo più di 50 mila persone. La notorietà del possagnese è certamente più universale di quella di Arturo Martini e in quel caso, ad alimentare l’interesse furono anche le Celebrazioni che in Italia e nel mondo venivano promosse per il Centenario della morte dello scultore.

Ma in questo confronto tra giganti, va riconosciuto che Martini se l’è cavata alla grande: se non toccherà quota 50 mila certo si avvicinerà molto a quel record, a conferma di quanto il Nuovo Bailo si stia accreditando a livello nazionale come sede di proposte espositive di altissimo livello. “Un risultato raggiunto   non dal solo Museo ma dall’intera Città, che ha creduto in questa formula e da chi, come Generali Valore Cultura, Camera di Commercio e il Consorzio di tutela del Prosecco doc, hanno scelto di darci una concreta mano nell’impresa”, afferma il sindaco Mario Conte.   

 “Il bilancio della mostra di Martini, oltre al successo di pubblico e a quello, molto convinto, della critica nazionale, è arricchito dal dono al museo trevigiano di un’opera fondamentale dell’artista: il grande gesso de “La sposa felice”, che i suoi fortunati donatori – la famiglia veneziana Gallo Fantoni – hanno voluto riservare al nostro Museo. L’opera andrà così ad arricchire ulteriormente la nostra collezione martiniana, già oggi, e di gran lunga, la più rilevante in Italia” chiosa il direttore Fabrizio Malachin.

Mentre si stanno godendo gli ultimi bagliori di questa bellissima esperienza, il Sindaco Mario Conte e il direttore di Civici Musei Fabrizio Malachin stanno già pianificando le inaugurazioni di due prossimi appuntamenti d’arte al Bailo. Il 12 ottobre inaugurerà la retrospettiva dedicata a “Iuti Ravenna (1897 – 1972). Da Annone a Venezia a Treviso” e il mese successivo quella riservata a “Lino Selvato (1872 – 1924). Il pittore delle Gran Dame”.

Entrambe le esposizioni fanno parte del ciclo voluto dai Civici Musei per approfondire la conoscenza degli artisti trevigiani del Novecento attraverso le loro opere conservate, ma solo in parte esposte, nelle raccolte del Bailo.

La retrospettiva del Bailo dedicata a Iuti Ravenna (13 ottobre 2023 – 4 febbraio 2024) viene promossa nel cinquantenario dalla sua scomparsa. Sottolineerà la sua attività di artista eccellente ma anche di attento critico d’arte. La sua pittura viene avvicinata al cosiddetto post impressionismo veneto che accumunò una generazione di giovani artisti desiderosi di uscire dagli schemi dell’accademismo imperante per avvicinarsi al nuovo. I suoi paesaggi raccontano i luoghi, le luci, le atmosfere attingendo sapientemente al registro poetico.

Lino Selvatico (1872 – 1924), veneziano di origine e trevigiano di adozione, è stato definito l’Annigoni del primo Novecento. Specializzato nel ritratto, come Annigoni venne invitato a ritrarre teste coronate, elaborando in modo originale riferimenti come quelli a Boldini, Sargent, Gainsborough, Reynolds, Rommey. 70 dipinti e 200 disegni sono stati donati dalla famiglia al Bailo, che propone questa retrospettiva nel centenario della scomparsa dell’artista.


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