Restauri fasulli: quei caratteri neri su un gioiello di Gino Coppedè

Quel palazzo – il cosiddetto Palazzo Magaudda di via Castellammare – il grande architetto Gino Coppedè lo progettò e lo costruì fra il 1920 e il 1921. Difficilmente avrebbe potuto scriverci sulla facciata “Mussolini”.
E invece nell’ultimo restauro, completato dagli attuali proprietari del prezioso immobile, quella scritta è comparsa, anzi è pure ripetuta due volte. Su quell’edificio, vera opera d’arte del liberty eclettico messinese nell’interpretazione di Coppedè, quei caratteri in nero sono proprio una “superfetazione tossica”. L’Anpi messinese chiede energicamente dunque a Comune e Soprintendenza – e ai proprietari – il ripristino integrale del 1920-21, quando il fascismo non c’era ancora.

L’Anpi lo chiede anche per evitare che per l’ennesima volta Messina si dimostri una città masochista. Si provi a guardare qualche immagine del 1943… Quelle macerie, quella comunità fantasma, quelle distruzioni, quei morti, furono la conseguenza diretta delle decisioni di Mussolini e del suo regime fascista, di portare la guerra nel cuore di Messina e dell’Italia. Inneggiare al “Duce” è proprio storicamente fuori luogo e infelice.

Sarebbe come far ricomparire i caratteri giganteschi con la scritta “Duce” sul muraglione sotto Cristo Re, ripresi in una foto di ottant’anni fa, con in primo piano i detriti dei bombardamenti e del tragico passaggio bellico nella storia della città. I messinesi cancellarono quella scritta e si diedero alla ricostruzione. Quella resilienza fu riconosciuta dalla Repubblica che conferì a Messina la medaglia d’oro al valor civile.

In nome di quella storia civile e democratica l’Anpi messinese continuerà a vigilare.


Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia
Comitato provincia di Messina
Comunicato stampa 1° settembre 2023

Viterbo, Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz: Finissage Vincenzo Scolamiero “Di terra, acqua e vento”

DIREZIONE REGIONALE MUSEI LAZIO
Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz – piano mezzanino

Piazza della Rocca – Viterbo

Vincenzo Scolamiero
Di terra, acqua e vento

a cura di Francesca Bottari

Presentazione catalogo
e finissage sabato 9 settembre 2023 ore 18.00

Sabato 9 settembre 2023 alle ore 18.00 si svolgeranno la presentazione del catalogo e il finissage della mostra personale di Vincenzo ScolamieroDi terra, acqua e vento, inaugurata il giorno 8 luglio 2023 presso il salone e gli ambienti del mezzanino del Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz di Viterbo. 
Interverranno il Direttore Regionale Musei Lazio, Stefano Petrocchi, la curatrice Francesca Bottari e l’artista, Vincenzo Scolamiero

Il catalogo è edito da Controstampa srl – Acquapendente (VT) e distribuito da Effigi edizioni. 

La mostra si avvale del patrocinio del Comune di Viterbo – Assessorato alla Cultura e all’Educazione ed è realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma, la Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea di Roma e il Museo d’Arte Contemporanea Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona di Rende (CS). 

Sotto i voltoni trecenteschi della Rocca Albornoz le carte e i grandi lavori di Vincenzo Scolamiero – potenti immagini di una natura primigenia – sono accostati a una scelta di reperti etruschi da cui l’artista ha tratto riflessioni e suggestioni. La mostra indaga a ritroso nella vasta produzione di Scolamiero, artista romano di vasta esperienza espositiva italiana e internazionale, nonché docente di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma, e apre nuovi scenari di ricerca, svelando una continuità tematica e tecnica che aggiunge valore a una coerente identità espressiva. 

Due le forze in campo: da un lato il coraggio della direzione museale che apre le porte dell’illustre collezione archeologica a una prima rassegna di arte contemporanea; dall’altro un artista che si è sempre dedicato alla sperimentazione pittorica – per supporti e strumenti figurativi – e che qui si pone al servizio delle tracce materiali e immateriali del mondo antico.  

La mostra non ha un’impronta propriamente antologica, ma si è man mano evoluta come un’indagine interna e retrospettiva del lavoro pluridecennale di Scolamiero: una sorta di viaggio a ritroso, che grazie a questo processo di interazione col luogo ha aperto nuove prospettive figurative, arricchendo il repertorio di forme e spazi inediti.  La selezione di pezzi museali è entrata così a far parte, con tutta la prudente delicatezza che gli accostamenti esigono, dell’idea espositiva.

Scolamiero 16

Le 4 sezioni includono una trentina di opere, tra tele e tavole di grandi dimensioni, oltre ad alcune carte e a una scelta di frammenti arborei e lapidei, da sempre suggestioni poetiche per Scolamiero. 

Nei vasti lavori del salone d’ingresso le forme sembrano ingaggiare una lotta con le viscere della terra e di lì riemergere in un processo titanico e struggente. La seconda sala concede tregua agli occhi e all’anima con grandi tele colore del cielo: aperte, ariose e insieme solide. Il terzo nucleo si apre al passaggio del vento, che impetuoso confonde le forme e s’insinua tra le zolle e le pietre, trovando provvisoria tregua sotto le candide velature che Scolamiero da anni dispone sul piano-limite dei suoi dipinti, ricomponendo in un controllo razionale ogni slancio creativo.

Nell’ultima sezione il dialogo col mondo etrusco s’intensifica. Sui grandi formati la terra rilascia le tracce della sua storia nei muschi, nell’umido e nelle acque sulfuree che ne addensano la sostanza geologica. L’argilla antica torna a vivere nell’impasto pittorico, mentre lo scambio tra due culture così remote si rende possibile e spalanca nuove frontiere di esplorazione e confronto. 

Vincenzo Scolamiero

Vincenzo Scolamiero è docente di Pittura presso il Dipartimento di Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti di Roma, città nella quale vive e lavora. Sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private. La sua prima personale si tiene nel 1987 presso la storica galleria Al Ferro di Cavallo di Roma. In seguito ha esposto in rilevanti spazi nazionali e internazionali, tra Roma (oltre a diverse gallerie private, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Palazzo delle Esposizioni, Chiostro del Bramante, Gam, Macro), Milano, Venezia, Bologna, Torino, Rimini, Treviso, New York, Seul, Busan, Pechino, Fenghuang. Partecipa alla Quadriennale di Roma (1996), alla Biennale di Venezia (2011) ed è vincitore della LXV Edizione del Premio Michetti (2014). Nel 2017 collabora con la compositrice Silvia Colasanti ( video-scenografie e immagini per il frontespizio e il booklet del Requiem Stringeranno nei pugni una cometa; 7 libri-opera sul Quartetto d’Archi Ogni cosa ad ogni cosa ha detto addio, Edizioni Eos-Libri d’Artista di Piero Varroni in Roma). Nel 2019 il Museo Carlo Bilotti di Roma ospita una sua personale dal titolo La declinante ombra, a cura di Gabriele Simongini (Catalogo De Luca). Nel 2021/22 la sua mostra Del silenzio e della trasparenza si tiene al Palazzo Pubblico a Siena – sale dei Magazzini del Sale e presso la Fondazione Accademia Musicale Chigiana, a cura del Comune di Siena Assessorato alla Cultura e di inner room Siena (Catalogo De Luca). Nel maggio 2022 è protagonista di uno dei Martedì critici di Alberto Dambruoso. Dal 1996 collabora con la galleria Edieuropa QUI arte contemporanea di Roma.


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FAF 2023 – A Matera: “Orienti Tra Estremo oriente e Mediterraneo”, una nuova collaborazione con l’EU Japan Fest

Orienti Tra Estremo oriente e Mediterraneo

Venerdì 1° settembre il secondo e ultimo concerto a Matera del Fadiesis Accordion Festival 2023

Una produzione originale per l’incontro fra la cultura musicale nipponica e temi, melodie, colori della Basilicata. In programma anche musiche di Piazzolla, per il concerto che si terrà a Palazzo Viceconte con inizio alle ore 20:30.

Un’armonia di temi, melodie, colori della Basilicata e del Giappone sarà protagonista del secondo e ultimo appuntamento dell’edizione 2023 del Fadiesis Accordion Festival (Faf) a Matera.
Venerdì 1 settembre alle ore 20.30 a Palazzo Viceconte, in collaborazione con EU-Japan Fest e Matè-Solisti Lucani, il Faf presenta un nuovo appuntamento della sezione del festival intitolata Orienti – Tra Estremo oriente e Mediterraneo e dedicata all’esplorazione nel mondo “esotico” della fisarmonica giapponese. La dimensione culturale-musicale “lontana” dell’estremo Oriente nipponico si confronterà, infatti, con quella “vicina” del Levante mediterraneo e, in particolare, della Basilicata.

Un concerto “firmato” dal Maestro nipponico Ota Keisuke, direttore e violinista, che ha studiato la tradizione musicale materana e l’ha fusa con le musiche tradizionali del Paese del Sol Levante. A eseguire, in prima assoluta, queste composizioni sarà un sestetto, composto da tre fisarmoniche, violino, violoncello e contrabbasso, di musicisti giapponesi e lucani: Ryuya Kinoshita, Mariko Kinoshita, Miko Yoshioka, fisarmonica, Ota Keisuke, violino, Marianna Fezzuoglio, violoncello, e Marcantonio Cornacchia, contrabbasso.

Il programma della serata offrirà al pubblico anche l’ascolto di grandi classici di Astor Piazzolla e di composizioni per fisarmonica.

Orienti – Tra Estremo oriente e Mediterraneo è una produzione originale, Esplorando – come suggerisce il titolo della tredicesima edizione del Fadiesis Accordion Festival – territori geograficamente lontani e che si ricongiungono sul comune linguaggio della musica, è il concerto che offriamo al pubblico lucano a conclusione dell’anteprima del festival internazionale fisarmonicistico 2023 – afferma il Direttore artistico del Fadiesis Accordion Festival Gianni Fassetta – un concerto inserito nella sezione Orienti e realizzato in collaborazione con EU-Japan Fest dell’EU–Japan Fest Japan Committee, l’organizzazione nipponica che dal 1992 lavora per creare tali scambi tra la Capitale Europea della Cultura dell’anno e Giappone. Ancora una volta, il Faf accompagna il pubblico italiano all’esplorazione delle molteplici dimensioni musicali della fisarmonica, unendo culture, creando relazioni fra musicisti, collegando regioni e popoli”.

Il Festival Internazionale fisarmonicistico, promosso dall’Associazione musicale Fadiesis di Pordenone, lega la Basilicata e il Friuli Venezia Giulia nel segno del mantice e all’insegna della ricerca artistica-musicale e del dialogo culturale. Nato nel 2010 a Pordenone , sin dalla seconda edizione nel 2011 il festival si apre fra agosto e l’autunno a Matera per proseguire a Pordenone e in altre località del Friuli Venezia Giulia. Con la proclamazione di Nova Gorica in Slovenia e Gorizia in Italia a Capitale europea della Cultura 2025, il Fadiesis Accordion Festival collabora con European Capital of Culture “GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia”, così come nel 2019 ha collaborato con la Fondazione Matera – Basilicata 2019.

Il Fadiesis Accordion Festival 2023 è realizzato con il patrocinio di: Regione Friuli Venezia Giulia; Regione Basilicata; Fondazione Matera – Basilicata 2019; European Capital of Culture “GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia”, Provincia e Comune di Matera; Comune di Pordenone.

Hanno collaborato all’edizione 2023 del Faf: Conservatorio di Musica “Egidio Romualdo Duni” di Matera; Eu Japan Fest; Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei di Gorizia; Associazione Matè; Onyx Jazz Club; “Il mondo è troppo per me|La storia di Vittorio Camardese”; Palazzo Viceconte; Lucania Musicale; Alma Camere; Raffaele Laterza – Rappresentanze termoidrauliche per Basilicata e Puglia; S.i.t.i. Srl.

Orienti
Tra Estremo oriente e Mediterraneo
Musiche con temi giapponesi e lucani
 
Venerdì 1 settembre, ore 20.30
Palazzo Viceconte |  via S. Potito, 7 – Matera
 
Ryuya Kinoshita, fisarmonica
Mariko Kinoshita, fisarmonica
Miko Yoshioka, fisarmonica
Ota Keisuke, violino
Marianna Fezzuoglio, violoncello
Marcantonio Cornacchia, contrabbasso
 
In collaborazione con EU-Japan Fest e Matè-Solisti Lucani
 
INGRESSO € 5,00
Info e prenotazioni:
+39 329 1552001  |  +39 328 5410166  |  mate.solistilucani@gmail.com
 
Per ulteriori informazioni sul Festival Internazionale Fisarmonicisticohttps://accordionfestival.fadiesis.org/

Sissi Ruggi
Addetto stampa Fadiesis Accordion Festival
Per ulteriori informazioni e per contatti:
ufficiostampa@sissiruggi.com

Il Sistema Sport: governo strategico delle relazioni tra impatto e policy

Sport e Relazioni Pubbliche: “Il Sistema Sport: governo strategico delle relazioni tra impatto e policy”.

L’incontro il 1° settembre all’interno della sessione estiva del

Calciomercato International Transfer Market patrocinato da FERPI

La Federazione Relazioni Pubbliche Italiana (Ferpi) ha accordato il proprio Patrocinio  alla sessione estiva del Calciomercato International Transfer Market organizzato da Adicosp, Associazione Italiana Direttori e Collaboratori Sportivi, in considerazione delle tematiche di sostenibilità, impatto sociale, empowerment femminile, lotta contro il bullismo e il disagio sociale, inclusione e riforma dello sport, che saranno affrontate durante l’evento. In particolare, nel corso dell’incontro del 1° settembre alle ore 11,30 “Il Sistema Sport: governo strategico delle relazioni tra impatto e policy” – primo passaggio della Commissione Sport istituita da Ferpi e coordinata dal socio professionista Andrea Cicini –, proprio per l’importanza riconosciuta all’asset Sport nel generare valore per lo sviluppo economico e sociale, si parlerà dello Sport come ecosistema di valori e della necessità di policy integrate in grado di generare impatto.

Giovedì 31 agosto e venerdì 1° settembre 2023 a Roma le due giornate dell’evento presso l’Hilton Rome Eur La Lama in Viale Europa 287.

Con una visione dello Sport come potente strumento di valori, disciplina e insegnamento, anche secondo le nuove linee indicate dalle Nazioni Unite, l’iniziativa, dedicata nello specifico alle trattative di calciomercato, sarà infatti anche occasione per affermarsi come sede di dibattito con le Istituzioni sportive e pubbliche, le imprese, le associazioni di manager, tecnici e professionisti, ed esponenti del mondo del calcio e dello sport su temi rilevanti per l’agenda pubblica.

La complessità dell’ecosistema sportivo, cresciuta nel tempo in parallelo con la sua riconosciuta importanza anche a livello sociale, prevede il confronto tra un insieme articolato di soggetti, dalle Istituzioni alle associazioni e organizzazioni di riferimento, fino alle piccole e medie imprese, e ha evidenziato la necessità di un approccio manageriale. “È quello che emerge da un interessante studio di Banca Ifis nell’ambito dell’Osservatorio Sport System, in linea con altri osservatori sul settore come quello attivato da The European House Ambrosetti,” – dichiara Daniela Bianchi – “e posizionare Ferpi nell’ambito di questa discussione va nella direzione del nuovo corso voluto dal Presidente della Federazione,Filippo Nani, per un’associazione sempre più di rappresentanza negli asset strategici per lo sviluppo del Paese“.

La discussione all’interno dell’incontro Ferpi “Il Sistema Sport: governo strategico delle relazioni tra impatto e policy” del 1° settembre, moderata da Vincenzo Manfredi, Coordinatore FERPILab, sarà animata da Giuseppe De Lucia, Consigliere Nazionale Ferpi con delega al Lobbying, Francesca Buttara, Pubblic Affairs Manager Lega Basket Serie A e William Di Marco, Direttore Generale Awe Sport Italia. I saluti iniziali saranno affidati ad Andrea Cicini e a Daniela Bianchi, Segretaria Generale Ferpi, che modererà anche l’incontro di apertura del Calciomercato International Transfer Market del 31 agosto dedicato alla sostenibilità nel calcio.

In considerazione dell’importanza dell’iniziativa Ferpi, che preannuncia una stagione nuova di maggiore consapevolezza e proattività nella interazione tra le diverse componenti del mondo sportivo, calcistico e non solo, anche sfruttando l’innegabile impatto in particolare del giuoco del calcio e di quanto vi ruota attorno, l’invito è a partecipare all’incontro, il 1° settembre alle 11.30 presso la Sala Executive Lounge dell’Hotel Hilton Rome Eur La Lama.


Media relations FERPI
e-mail: mediarelationferpi@gmail.com
Web: www.ferpi.it

9- Edmondo De Amicis, Costantinopoli: La vita a Costantinopoli – Costantinopoli

9- La vita a Costantinopoli – Costantinopoli

INDICE

L ’arrivo
Cinque ore dopo
Il ponte
Stambul
All’albergo
Costantinopoli
Galata
Il Gran Bazar
La vita a Costantinopoli
Santa Sofia
Dolma Bagcè
Le Turche
Ianghen Var
Le mura
L’antico Serraglio
Gli ultimi giorni
I Turchi
Il Bosforo

24


E sulla torre del Seraschiere, come su quella di Galata, come sul vecchio ponte, come a Scutari, io mi domandai cento volte: – Ma in che maniera hai potuto innamorarti dell’Olanda? – E non solo quel paese, ma Parigi, ma Madrid, ma Siviglia, mi parevano città oscure e malinconiche, in cui non avrei più potuto vivere un mese. Poi ripensavo alle mie povere descrizioni e mi dicevo con rammarico: – Ah! disgraziato! Quante volte hai sciupato le parole bello, splendido, immenso! Ed ora che cosa dirai di questo spettacolo? – Ma già mi pareva che da Costantinopoli non avrei cavato una pagina. E il mio amico Rossasco mi diceva: – Ma perché non ti ci provi? – Ed io gli rispondevo: – Ma se non ho nulla da dire! – E alle volte, chi lo crederebbe? quello spettacolo, per qualche minuto secondo, a certe ore, a una certa luce, mi pareva meschino, ed esclamavo quasi con sgomento: – O dov’è la mia Costantinopoli? – Altre volte mi pigliava un sentimento di tristezza pensando che mentre io ero là dinanzi a quella immensità e a quella bellezza, mia madre era in una piccola stanza, da cui non si vedeva che un cortile uggioso e una piccola striscia di cielo; e mi pareva una colpa mia, e avrei dato un occhio per aver la mia buona vecchia a braccetto e condurla a Santa Sofia. La giornata però correva quasi sempre allegra e leggera come un’ora d’ebbrezza. E le rare volte che faceva capolino l’umor nero, il mio amico ed io avevamo un mezzo sicuro di liberarcene. Scendevamo a Galata in due caicchi a due remi, i più variopinti e i più dorati dello scalo, e gridavamo: – Eyub! – ed eravamo già in mezzo al Corno d’oro. I nostri rematori si chiamavano Mahmut, Baiazet, Ibraim, Murat, avevano vent’anni per uno e due braccia di ferro, e vogavano a gara incitandosi con grida e ridendo come bambini; il cielo era sereno e il mare trasparente; noi rovesciavamo il capo indietro per bere a sorsate più lunghe l’aria piena di profumi, e lasciavamo spenzolare una mano nell’acqua; i due caicchi volavano, di qua e di là ci fuggivano allo sguardo i chioschi, i palazzi, i giardini, le moschee; ci pareva d’esser portati dal vento a traverso un mondo fatato, sentivamo un piacere inesprimibile d’esser giovani e d’essere a Stambul, Yunk cantava, io recitavo delle ballate orientali di Vittor Hugo, e vedevo ora a destra, ora a sinistra, ora vicino, ora lontano, balenare per aria un viso amoroso, coronato di capelli bianchi e illuminato da un sorriso dolcissimo, che diceva: – Sii felice, figliuolo! Io ti benedico e ti seguo.

Il capitolo è composto da 24 ritratti della città


Edmondo De Amicis
Leggi su Wikipedia

Edizione elettronica tratta da Liber Liber

Opera di riferimento: “Costantinopoli” di Edmondo De Amicis, Fratelli Treves editori, Milano 1877

Alla edizione elettronica ha contribuito Vittorio Volpi, volpi@galactica.it

Revisione: Catia Righi, catia_righi@tin.it

Pubblicato su Liber Liber da Marco Calvo, al quale vanno i nostri ringraziamenti.

Costantinopoli è un libro di ricordi scritto da Edmondo De Amicis e pubblicato nel 1877. Il soggetto dell’opera è il viaggio di più giorni fatto nel 1874, in compagnia dell’amico pittore Enrico Junck, a Istanbul, capitale dell’Impero Ottomano, quale corrispondente per conto della rivista Illustrazione Italiana.

De Amicis ha elaborato l’opera raccogliendo tre anni dopo la visita le impressioni in un libro, parte dagli appunti presi durante il viaggio e parte da memorie personali.  Ne emergono molte informazioni sulla Istanbul del secolo XIX e sulla storia ottomana. L’opera originale comprendeva anche 45 incisioni di Enrico Junck. La prima edizione fu pubblicata nel 1877 in due volumi. Cesare Biseo ne illustrò un’edizione del 1882, a causa della prematura scomparsa di Junck.

Il Grande Bazar d’Istanbul in un disegno di Cesare Biseo tratto dall’edizione del 1882

L’opera riscosse un successo immediato e fu tradotta in molte lingue, oltre naturalmente al turco, ma ricevette anche critiche severe, come quella di Remigio Zena nel suo diario di bordo In Yacht da Genova a Costantinopoli (1887). Nel suo libro Istanbul – Memory of a City, lo scrittore turco Orhan Pamuk (premio Nobel per la letteratura 2006) ha definito Costantinopoli di Edmondo de Amicis il miglior libro scritto su Istanbul nell’Ottocento, seguito da Costantinopoli di Théophile Gautier (1852). Umberto Eco, nell’introduzione ad una nuova ristampa del 2005, ha affermato che la descrizione della città fatta da De Amicis appare come la più cinematografica.