Roma, Fondazione Carlo Levi: Mostra per le celebrazioni dei 120 anni dalla nascita – “Carlo Levi, la famiglia, gli Anni Venti”

Carlo Levi, la famiglia, gli Anni Venti

Mostra per le celebrazioni dei 120 anni dalla nascita dell’artista

A cura di Claudia Terenzi

Inaugurazione 7 ottobre 2022 ore 18.00

Fondazione Carlo Levi
Via Ancona 21, Roma 

Fino al 7 dicembre 2022

Il giorno 7 ottobre 2022 alle ore 18.00 inaugura, presso la sede della Fondazione Carlo Levi, la mostra Carlo Levi, la famiglia, gli Anni Venti organizzata nell’ambito delle celebrazioni dei 120 anni dalla nascita dell’artista. 

L’esposizione presenta 28 dipinti, la maggior parte inediti o poco conosciuti e si focalizza sugli anni giovanili e l’ambiente familiare in cui si è formato l’artista. Ad arricchire la mostra un nucleo di fotografie inedite, provenienti dal fondo fotografico della Fondazione, in dialogo con le opere pittoriche.   

Scrive Claudia Terenzi, nel catalogo della mostra: “il colore è fondamentale nella pittura di Carlo Levi, dai toni più morbidi a quelli più espressivi, a volte eclatanti. Negli anni Venti si passa dal colorismo più naturalistico dei paesaggi torinesi del ’26 agli effetti tonali delle vedute di Parigi, dal valore costruttivo nelle nature morte e nel ritratto del padre del ’28, fino alle figurazioni quasi immateriali del ’29,’30, evocative, intimistiche, e poi, nei primi anni ’30, la forte caratterizzazione del colore in senso espressionistico, ad esaltare le pennellate ampie, pastose, quasi ‘lavorate con furia’.”

La mostra e il catalogo sono a cura di Claudia Terenzi; i testi di Claudia Terenzi, Andrea Levi e Stefano Levi Della Torre.  


INFO

Carlo Levi, la famiglia, gli Anni Venti
Mostra per le celebrazioni dei 120 anni dalla nascita dell’artista 

A cura di Claudia Terenzi
Testi di Claudia Terenzi, Andrea Levi e Stefano Levi della Torre
Inaugurazione 7 ottobre 2022 ore 18.00
Fondazione Carlo Levi
Via Ancona 21 – Roma
carlolevifondazione@gmail.com
www.carlolevifondazione.it

Fino al 7 dicembre 2022
Orari: mart. – merc.- vener. 10.00 – 13.00; giov. 16.00-19.00

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.com

Milano, Teatro Menotti: Mask – Una performance di Emiliano Pellisari, Bato e Mariana P.

MASK
(Levi Strauss Project)

Una performance di Emiliano Pellisari, Bato e Mariana P.

Venerdì 7 ottobre 2022 alle ore 19:00

Teatro Menotti Filippo Perego

Via Ciro Menotti, 11 – Milano

Dall’incontro delle COREOGRAFIE NOGRAVITY di Emiliano Pellisaricon le SCULTURE-MASCHEREdi Bato e le PHYSICAL SCULPTURES di Mariana/P, nascono le performances dedicate alle VIE DELLE MASCHERE di Levy Strauss.

Per mezzo del ribaltamento della fisica naturale e l’uso di maschere giganti, i tre artisti propongono, in chiave contemporanea, un luogo-altro dove il mondo mitologico descritto da Strauss, declinato dalla danza del corpo, torna a vivere come in un sortilegio.

Il piano narrativo è sostenuto dalla tecnica NoGravity– ideata da Pellisari e creatrice di effetti sorprendenti. Si assiste ad un gioco ottico classico, come l’Anamorfosi: ciò che avviene a terra si comprende solo sulla proiezione verticale. 

L’Incantesimo è realizzato attraverso il corpo posto orizzontalmente che riflesso dallo specchio- ricrea sul piano verticale i movimenti naturali dell’uomo ma in una nuova realtàa gravitàzero. Le potenzialitàdella tecnica sono sorprendenti, tutto è possibile: Mariana/P, da più di dieci anni compagna artistica di Pellisari, ha acquisito ed evoluto la grammatica coreografica Nogravity ed è così capace di volare, giocare nell’aria, ribaltare le regole della fisica offrendo una nuova forma espressiva nel mondo della danza.

Le sculture di Bato sulla scena prendono nuova vita sul corpo dei performers e trasmutano in maschera parlante facendoci tornare a parlare con gli Dei. 


INFO
Ufficio stampa
Alessandra Lenzi
alessandralenzi.press@gmail.com

Roma, Curva Pura: Fino al 9 ottobre “Quel che resta del fuoco” Elena Bellantoni – Arianna De Nicola – Delphine Valli | A cura di Nicoletta Provenzano

IMMAGINI DELL’ALLESTIMENTO
Foto: @Giorgio Benni

Quel che resta del fuoco
Elena Bellantoni – Arianna De Nicola – Delphine Valli

A cura di Nicoletta Provenzano

Fino al 9 ottobre 2022

Curva Pura
Via Giuseppe Acerbi, 1a – Roma

Fino al 9 ottobre 2022, Curva Pura ospita la tripersonale di Elena BellantoniArianna De NicolaDelphine ValliQuel che resta del fuoco, a cura di Nicoletta Provenzano: un dialogo tra ciò che rimane sotteso nell’ardore trattenuto sotto la cenere, ciò che si forgia nel fuoco e serba le tracce della fiamma, ciò che si consuma e si perde nella propria dissoluzione e fine, nella sfumatura e somiglianza con un passato fuggevole che perdura racchiuso in resistenze, ricordi e spoglie incenerite.

“[…] In un de-terminare trasceso oltre la metafisica del linguaggio, nella decostruzione ed articolazione semantica plurima di Derrida, la mostra, che prende titolo dall’omonimo polylogue del filosofo, indaga ciò che resta irriducibile, che vive sotto la polvere, che rimane indicibile, inafferrabile e disperso, mentre trattiene la verità di un’essenza trasformata nella distanza di una liminalità fisica e temporale. La cenere appare come deposito o dimora di un fondo veridico, luogo e identità, sopravvivenza e cancellazione, materialità che espone e manifesta tautologicamente se stessa, assenza nella stessa condizione di presenzialità, tanto instabile quanto inestinguibile, offrendosi come voto conclusivo, serbando e ricoprendo, in uno svanire quasi riconoscente alla luce oscura del nulla, il passato che appartenne all’essere, ora inintelligibile, intoccabile e immemoriale. Le differenti poetiche delle artiste Elena Bellantoni, Arianna De Nicola e Delphine Valli attraversano questo fuoco linguistico in un transito materico, concettuale e spaziale, lasciandone discernere la non univocità, sussumendo e sublimando i suoi termini opposti, la verità del suo irreversibile mutamento, il suo valore mediativo. […] 

Elena Bellantoni nell’opera fotografica Le Ceneri di Gramsci e Pasolini mette in atto una operazione concettuale e sentimentale site specific, incorporando il corpo vivo e vissuto della storia in un dialogo muto, risonante di echi nella libertà di una dimora sepolcrale, il Cimitero Acattolico, oltre il suolo consacrato dalla Roma pontificia. Sulle spoglie di Gramsci, nell’inquietudine e nel dramma irrisolto di Pier Paolo Pasolini, Elena Bellantoni interroga e riscrive l’intimità malinconica dell’assenza e le ceneri incendiate da un fulgore intellettuale, attuando una conversazione visiva tripartita, affidata allo sguardo dell’osservatore come quarto interrogatore della storia, in un volgersi insieme e un ritrovarsi verso la sofferta e fervida realtà italiana in lotta tra speranze e sfiducia, resistenze e contrasti, rigori e cedimenti. […] 

Nell’opera installativa La cura di Arianna De Nicola una riconciliazione con la distruzione e sparizione della materia diviene fenomenologia poetica della disgregazione, sentimento suturale e catabasi in una interiorità lirica struggente che trova lenimento e purificazione nella contemplazione di un corpo che non è più, ma resiste ancora nel nero di una epidermide lignea arsa e ritualmente cinta, compresa e racchiusa da un conforto di stoffe. La Cura, dal latino arcaico coiracoera  che la tradizione medievista faceva derivare da Quia cor urat: perché scalda il cuore e lo consuma – si fa premurosa dedizione per un’essenza ormai perduta, unendosi ad un vulnerabile perpetuamento affettivo, ad una perseverante gestualità simbolica. Quasi in un’ignizione metaforica, il dolore si assimila e si oltrepassa come compimento ineluttabile e flusso vitale necessario, intimamente congiunto ad una corporeità sottile e fatale, eterica e ancestrale, cerimoniale e sacrificale, inclusa in una trama radicalmente viscerale, sostanzialmente esoterica e trascendente. […] 

Lavorando la fiamma nella furia della fucina, Mechanical Absence (Una mattina ho acceso la radio e ho sentito una voce dire che il mistico non è colui che ha delle visioni ma colui che ha una visione) di Delphine Valli è un’elevazione spaziale che si forgia nella verticalità del fuoco, racchiudendo le ceneri dei giorni consumati nell’attesa, nella sospensione intellettiva e spirituale di un luogo confinario tra incidenza e separazione. Un’alchimia metafisica vibra nelle sfumature cromatiche, nelle bruniture propagate lungo il metallo lucente e irradiante che comprende e rilascia una sintesi assiomatica tra potenze lineari, condensazioni magmatiche e galvanoplastiche. Sinfonie fisiche si innalzano nella contrapposizione dei pieni e dei vuoti, disegnando tracce dimensionali aperte alla chiarezza tagliente dell’enigma, alla geometria audace e tensiva, pura e proiettiva, rivelandosi nitore icastico e materia viva dell’esperienza, trasformata in coscienza di una relatività tra spazio e tempo. […]”

Dal testo critico di Nicoletta Provenzano


INFO

Quel che resta del fuoco
Elena Bellantoni – Arianna De Nicola – Delphine Valli

a cura di Nicoletta Provenzano

Inaugurazione 9 settembre 2022 ore 18.30-21.30

Fino al 9 ottobre 2022
Orari
: su appuntamento – prenotare via mail curvapura@gmail.com o whatsapp 3314243004

Curva Pura 
Via Giuseppe Acerbi, 1a – Roma
curvapura@gmail.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next

roberta.melasecca@gmail.com  
www.melaseccapressoffice.it