Venezia: SIMPOSIO internazionale VIVACI TRASPARENZE Ceramiche di Yaozhou – La manifattura, gli usi e il collezionismo delle ceramiche Song

SYMPOSIUM:

VIVID TRANSPARENCIES

Ceramiche di Yaozhou dalla collezione Shang Shan Tang: la manifattura, gli usi e il collezionismo delle ceramiche Song

25 Ottobre 2022, ore 15.30

Auditorium Santa Margherita, Dorsoduro 3689 – Venezia

No. 23a 
Scodella con motivo di peonie 
Grès con invetriatura verde-azzurra
Fornaci di Yaozhou
Dinastia Song Settentrionale (960-1127)
D. 22.3 cm
Collezione Shang Shan Tang

Il Simposio nasce sulla scia della mostra Vivid Transparencies. Ceramiche di Yaozhou dalla Collezione Shang Shan Tang, visitabile fino al 25 Ottobre, presso il Museo d’Arte Orientale di Venezia.
Quattro i relatori esperti che discuteranno in modo informale sugli aspetti della ceramica cinese prodotta tra il X e il XIII secolo. In particolare, Sabrina Rastelli metterà in luce il ruolo fondamentale delle fornaci di Yaozhou nell’orientare il gusto estetico; Nigel Wood spiegherà come si otteneva il colore dell’invetriatura delle ceramiche di Yaozhou all’inizio del X secolo. Marco Ceresa si concentrerà sulla cultura del tè dell’epoca, mentre Wang Tao esplorerà la funzione delle molteplici forme ceramiche utilizzate sulla tavola, nello studio del letterato o nel tempio.

Il simposio si svolgerà in modalità duale: in presenza a Venezia presso l’Auditorium Santa Margherita e online tramite Zoom.

Per partecipare, per favore cliccare questo link

Per partecipare via ZOOM cliccare questo link a partire dalle 15.00 

Il convegno si svolgerà in lingua inglese
Per ulteriori info:
Sabrina Rastelli: rastelli@unive.it.

INFORMAZIONI SULLA MOSTRA

La mostra Vivaci Trasparenze: ceramiche di Yaozhou dalla collezione Shang Shan Tang è  interamente dedicata alle manifatture delle antiche fornaci di Yaozhou, situate nella Cina settentrionale ed è visitabile fino al 25 Ottobre presso il Museo di Arte Orientale di Venezia – Ca’ Pesaro – Venezia 

Attive dall’VIII al XIII secolo, queste fornaci sono celebri soprattutto per la loro produzione dei secoli XI e XII, caratterizzata dalla presenza di vivaci motivi decorativi intagliati o impressi sotto un’invetriatura trasparente di colore verde oliva che va sotto il nome generico di celadon in Occidente e di ceramica verde-azzurra qingci in cinese (gres con invetriatura verde-azzurra) che ricorda la giada, materiale simbolo della Cina.  La parabola storica delle manifatture di Yaozhou, è sorprendente da qualunque prospettiva la si osservi: tecnologica, archeologica e testuale,  da opificio periferico con una produzione modesta nella fase iniziale fino a divenire nell’ XI secolo il centro più influente dell’impero per i qingci , che nel 1084 gli valsero addirittura il permesso del governo di erigere la prima stele dedicata alla divinità della ceramica.

Le 96 opere in esposizione provengono tutte da una collezione privata straniera, la上善堂 Shang Shan Tang, che include una delle raccolte di ceramiche di Yaozhou più complete al mondo. 

Questo progetto rinnova la collaborazione tra l’Università Ca’ Foscari Venezia, con il suo Dipartimento di Studi sull’Asia e Africa Mediterranea, e Museo d’Arte Orientale della Direzione regionale Musei Veneto. 


INFO

Per ulteriori info:
Sabrina Rastelli: rastelli@unive.it.

UFFICIO STAMPA e P.R.
Cristina Gatti 
FG COMUNICAZIONE- Venezia
cristina.gatti@fg-comunicazione.it

Venezia, Museo Fortuny: Gli atelier di Mariano Fortuny – Apertura al pubblico del secondo piano del Museo

Venezia, Museo Mariano Fortuny y Madrazo @ Massimo Listri

Dal 25 ottobre 2022
Venezia, Museo Fortuny

GLI ATELIER DI MARIANO FORTUNY.

Apertura al pubblico del secondo piano del Museo Mariano Fortuny y Madrazo

Il Museo Fortuny apre il secondo piano dove viene raccontata la creatività di Mariano Fortuny. Un’opportunità unica in quanto per la prima volta nella storia la Fondazione Musei Civici ha deciso di presentare al pubblico internazionale oggetti che fino a questo momento erano conservati nei depositi.

Per volontà del Comune di Venezia e della Fondazione Civici Musei Veneziani, presieduta da Mariacristina Gribaudi, questi ampi ambienti hanno ora assunto una funzione e un allestimento museali, accogliendo in modo accurato e scenografico una serie di fondamentali focus su Mariano Fortuny y Madrazo e le sue differenziate attività.

Questi spazi di approfondimento – anticipa la Responsabile del Museo e Dirigente MUVE Chiara Squarcina – risultano fondamentali per conoscere realmente, e sotto diversi profili, la straordinaria personalità e vicenda di Fortuny. Artista e, insieme, attento e originale imprenditore, che sa portare il suo marchio, e quello di Venezia, nel gran mondo dell’epoca.

I riflettori vengono innanzitutto puntati sui Fortuny (padre e figlio), e l’arte dell’incisione. Arte da entrambi collezionata e soprattutto praticata in modo originale, tanto da influenzare la grafica del tempo per stili, temi e procedimenti.

Da un lato il padre, ancora legato alla tradizione goyesca, dall’altro il figlio, che sviluppa una tecnica personale nell’acquaforte e nell’acquatinta, utilizzando anche un trapano elettrico a uso odontoiatrico per realizzare gli originali effetti ottici che si ammirano sulle sue stampe.

Insieme alle incisioni, si possono osservare anche gli strumenti, tra i quali due torchi di diversa fattura ed epoca, utilizzati per la loro realizzazione.

Un secondo focus, non meno affascinante, va ad approfondire ciò che Mariano Fortuny, affiancato dalla moglie Henriette, produce nel campo dell’arte del tessuto, trasformando il piccolo laboratorio creato nel sottotetto di Palazzo Pesaro degli Orfei in una delle più prestigiose industrie tessili del primo Novecento in Europa.

Fu peculiarità del marchio Fortuny il ricreare l’illusione degli antichi tessuti operati ricorrendo alla sola tecnica della stampa, riuscendo così a proporre rielaborazioni raffinate di repertori iconografici tratti dalla collezione storica di famiglia e da culture di diversi Paesi. In un primo momento si ricorse a matrici di legno, per passare poi a un processo di tipo fotoserigrafico, con impressione meccanica a rotativa su teli anche di grandi dimensioni.

Nel suo curioso eclettismo Fortuny si cimentò anche nella fotografia, sperimentando le più diverse tecniche e apparecchiature sino a brevettare, nel 1933, una sua speciale “Carta Fortuny”, in grado di garantire all’immagine un aspetto materico e, insieme, la perfetta inalterabilità alla luce. Nelle nuove sale si possono ammirare immagini realizzate dai coniugi Fortuny e tratte dal loro vastissimo archivio personale, un corpus che spazia dalla fotografia tecnica – come strumento funzionale alle creazioni dell’artista in pittura, teatro e stampa su tessuto – alla semplice registrazione del quotidiano, fatta di autoritratti, ritratti di amici e famigliari, interni di case, vedute di città e paesaggi: uno spaccato in presa diretta del beau monde dell’epoca.

Il teatro, in particolare, fu una delle passioni principali di Fortuny, come racconta una delle nuove sezioni della sua Casa-Museo. Già nel sottotetto di Palazzo Pesaro degli Orfei Mariano aveva cominciato a effettuare sperimentazioni in ambito scenotecnico. A sortirne fu il “Sistema Fortuny”, un complesso apparato illuminotecnico controllabile a distanza e con flussi luminosi di intensità variabile. In mostra anche il modello del teatro di Bayreuth, esemplificazione della riforma teatrale fortunyana al tempo applicata nei maggiori teatri d’Europa Da questi studi nacquero i “Diffusori Fortuny”, lampade a luce indiretta commercializzati dalla Leonardo da Vinci di Milano, negli anni Venti.

Epicentro della effervescente creatività di Casa Fortuny, è la Biblioteca Privata di Mariano, il suo “pensatoio”, il luogo magico dove l’idea trovava spunto, prendeva forma e diventava prototipo. Quello che qui, per la prima volta, viene svelato al pubblico è uno straordinario cabinet d’amateur, una wunderkammer straripante di cose preziose, oggetti d’uso, curiosità, strumenti, documenti, volumi… Tutte cose rare, particolari, uniche.

Contenuto e contenitore sono creazioni Fortuny. A illuminare la scena è la luce naturale che entra dalle grandi finestre gotiche. È qui che Mariano conservava i suoi tesori di bibliofilo: trattati illustrati di ogni epoca, l’intera “Ecyclopedie”, raccolte di incisioni, riviste, volumi d’arte e scienze. Gli armadi accolgono più di 150 album rivestiti con tessuti Fortuny e contenenti documentazione iconografica, la più diversa, schizzi, foto, appunti, ritagli e soprattutto immagini, infinite, ordinatissime, foto di dipinti, architetture, decori e fregi, ceramiche, armi: potenziali fonti di ispirazione per i motivi decorativi dei leggendari tessuti Fortuny.

“Oggi Venezia, afferma il Sindaco Luigi Brugnaro, onora l’impegno che si è assunta nell’accettare, nel 1956 (7 anni dopo la morte di Mariano e il giorno dell’ 85° anniversario della sua nascita) , il lascito di Mariano e Henriette Fortuny. Questo scrigno di creatività artistica e tecnica, viene oggi offerto, nel migliore dei modi, a tutti i visitatori. L’apertura delle sale del secondo piano della dimora, che segue il restauro e il riallestimento dei restanti ambienti, consente di ammirare non solo i tesori di arte e arti applicate tramandateci dai Fortuny ma di approfondire i loro interessi culturali, le fonti, le ricerche che qui sono state condotte e che, in non pochi casi, sono state la base per l’avvio di attività imprenditoriali che hanno portato il binomio Fortuny-Venezia nel mondo. Venezia onora così un grande artista e dimostra anche in questa occasione quanto questa Amministrazione comunale, in piena sinergia con Muve, abbia a cuore la valorizzazione del proprio patrimonio artistico e culturale”.

Da parte sua, la Presidente della Fondazione Venezia Musei, Mariacristina Gribaudi, annota: “Mariano Fortuny y Madrazo è nato e cresciuto immerso nel genio e nella bellezza, che ha poi restituito al mondo, con la sua musa e compagna, nella avventurosa vita che li ha infine portati in questo meraviglioso palazzo. Qui Mariano e Henriette hanno sperimentato e fabbricato le loro produzioni, qui ci sono le memorie loro e delle personalità più importanti del secolo che viaggiavano nella cosmopolita Venezia, loro ospiti. Qui è oggi finalmente possibile scoprire o ritrovare un pezzo di storia di Venezia forse meno famosa di altre, ma certo non meno importante, una storia industriosa e culturale, che continua a stupire per creatività e visione”.

Chiara Squarcina, Responsabile del Museo e Dirigente Area Attività Museali MUVE, sottolinea: “L’apertura del secondo piano del Museo Fortuny rispecchia la volontà di approfondire e comunicare consapevolmente la figura di Mariano Fortuny, artista geniale che ha sempre guardato oltre l’orizzonte. Ritengo che per la Fondazione Musei Civici questa apertura sia importante per una condivisione con tutta la città e tutto il mondo del saper fare imprenditoriale – che oggi, più di ieri, è un impulso per i giovani che si affacciano a una creatività operativa che deve considerare la valenza di una ricaduta economica. Non si deve altresì dimenticare che questa apertura dà seguito al lascito testamentario di Henriette Nigrin, una donna eccezionale che affiancò sempre Mariano Fortuny in tutta la sua poliedrica attività e con il quale condivise progetti di vita e di arte. L’aspetto determinante è che noi oggi, con l’apertura del secondo piano, offriamo una visione a 360 gradi dell’eclettica personalità di Fortuny e la possibilità di esplorare il background artistico e culturale di quest’uomo, spagnolo di nascita ma veneziano d’adozione, che scelse Venezia quale palcoscenico delle proprie aspirazioni intellettuali ed estetiche”.


FONDAZIONE MUSEI CIVICI
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa

In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
roberta@studioesseci.net
simone@studioesseci.net

Museo Fortuny
San Marco 3958
30124 Venezia
Tel. +39 041 5200995
fortuny.visitmuve.it

Roma presso Studio Milani: Apre la mostra collettiva “Opere in rosso” a cura di Fabio Milani

Presentazione della mostra collettiva

“OPERE IN ROSSO”

A cura di Fabio Milani

con un testo critico di Francesca Perti

Dal 24 ottobre al 15 novembre

Roma – Studio Fabio Milani / Terrazza Milani

Via Uffici del Vicario 33 int. 7

Apre lunedì 24 ottobre alle ore 17.30, presso lo Studio Milani in Via Uffici del Vicario 33, la mostra collettiva “OPERE IN ROSSO” a cura di Fabio Milani e con il testo critico di Francesca Perti.

L’esposizione è una riflessione sui tempi che stiamo vivendo; la pandemia, le guerre, l’insicurezza economica, hanno causato dolore e un continuo senso di minaccia e precarietà. Nello stesso tempo però vuole anche essere una apertura sul futuro e sulle molteplici possibilità nella ricerca dell’unità e della pace.

Kandinsky definisce il rosso “il colore senza limiti, perchè da sempre incarna diversi significati, il fuoco, la guerra, il sangue, il potere ma anche la passione, l’amore, la gioia e nelle opere dei ventuno artisti invitati ritroviamo i diversi significati metaforici. Il rosso attraverso ogni opera ci brucia dentro, non si nasconde, non ha paura degli altri colori, delle ombre, della folla o della solitudine perchè il rosso conosce la risposta e ci invita a compiere tutte le azioni necessarie.

In mostra ci saranno 21 opere pittoriche di numerosi artisti quali: Bruno Aller, Marco Angelini, Paolo Angelosante, Baldo Diodato, Gabriel Angelo Cacace, Tommaso Cascella, Caterina Ciuffetelli, Franco Ciuti, Alessandro Costa, Marisa Facchinetti, Leonardo Fiore, Tancredi Fornasetti, Marco Galletti, Paolo Garau, Emanuela Lena, Fabio Milani, Mattia Morelli, Hannu Palosuo, Flavio Tiberio Petricca, Vincenzo Scolamiero, Leonardo Spina.


INFO

TITOLO: “OPERE IN ROSSO
A CURA DI: Fabio Milani
TESTO CRITICO: Francesca Perti
INAUGURAZIONE: Lunedì 24 ottobre dalle ore 17.30 alle ore 20.30
APERTURA MOSTRA: Dal 24 ottobre al 15 novembre 2022
ORARI: Dalle ore 18.30 alle ore 20.00
INGRESSO GRATUITO
CONTATTI: 391 1032603
FACEBOOK: Bat-Gallery/Studio Milani
La mostra aderisce alla settima edizione di Rome Art Week

CULTURALIA DI NORMA WALTMANN
Agenzia di comunicazione e ufficio stampa

Culturalia

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