RAW23 | Simbolismi della Visione a cura di Massimo Scaringella, Roberta Melasecca, Fabio Milani 

Simbolismi della Visione
Mostra rappresentativa delledizione 2023 di Rome Art Week
A cura di Massimo Scaringella, Roberta Melasecca, Fabio Milani

Beyond the clouds
A cura di Ghislain Robert Mayaud e Art Shares

Inaugurazione 23 ottobre 2023 ore 17.0023-27 ottobre 2023

Villa Altieri
Viale Manzoni 47 – Roma

In una delle più prestigiose dimore storiche seicentesche di Roma, Villa Altieri, Rome Art Week propone, per la sua ottava edizione, il progetto Simbolismi della Visione, a cura di Massimo Scaringella, Roberta Melasecca e Fabio Milani: una mostra rappresentativa che mette in dialogo arte e architettura, in un perfetto connubio tra visioni contemporanee provenienti da diversi ambiti e la storia e la memoria della Città Eterna. 

Simbolismi della visione si incentra su di un duplice confronto: verranno presentate ricerche di una pluralità di artisti provenienti da culture e mondi differenti – che proporranno simbologie e paesaggi a volte similari, a volte opposti – le quali necessariamente dovranno porsi in relazione con un luogo che conserva le impronte di un passato non troppo lontano e che evoca visioni ed immagini di una Roma trasformata dalle continue stratificazioni ed interventi urbanistici, architettonici ed artistici. 

Villa Altieri, infatti, costruita intorno al 1660 come casa di villeggiatura per il Cardinale Paluzzo Albertoni Altieri da Giovanni Antonio De Rossi e restaurata nel 2010, ospita attualmente la Biblioteca Istituzionale e l’Archivio Storico della Città metropolitana di Roma Capitale, l’Area Museale e la Collezione Archeologica Altieri, il Centro di studi per la ricerca letteraria, linguistica e filologica Pio Rajna, con la Biblioteca Dantesca, oltre che spazi espositivi di grande pregio. 

Manifestando una comune linea di espressione creativa e concettuale e di dialogo con lo spazio architettonico, artisti stranieri che operano in abito internazionale, e giunti a Roma grazie anche alla collaborazione con varie istituzioni straniere, e molti tra gli artisti più interessanti e attivi della scena romana animeranno i saloni appositamente dedicati alle esposizioni temporanee, arricchiti dalla compresenza della prestigiosa collezione di frammenti, busti e statue, nonché i luoghi di transizione e le altre sale del palazzo. 

All’interno della mostra anche il progetto Beyond the clouds, curato da Ghislain Robert Mayaud e Art Shares: l’artista ucraino Aljoscha e l’artista russo Ilya Fedotov-Fedorov si incontreranno a Roma, all’interno di Villa Altieri, per disegnare, realizzare e rendere fruibile al pubblico un’installazione frutto di una collaborazione carica di significati, forza espressiva, valore comunicativo. 

All’inaugurazione saranno presenti: Alessandro Onorato – Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, lo staff di Rome Art Week, i curatori e molti tra gli artisti in mostra. 

Artisti Simbolismi della Visione:
Bruno Aller, Aurelio Bulzatti, Ennio Calabria Tommaso Cascella, Carlo Cecchi, Sergio Ceccotti, Ezio Cicciarella, Baldo Diodato, Alessandra Di Francesco, Andrea Fontanari, Tancredi Fornasetti, Paolo Giorgi, Mirko Leuzzi, Massimo Livadiotti, Franco Losvizzero, Angelo Marinelli, Laura Mega, Fulvio Merolli, Giuseppe Modica, Daniela Monaci, Veronica Montanino, Rosa Mundi, Gianfranco Notargiacomo, Giacinto Occhionero, Monica Pennazzi, Daniela Perego, Salvatore Pulvirenti, Fiorella Rizzo, Sandro Sanna, Silvia Scaringella, Eliseo Sonnino, Lamberto Teotino, Alberto Timossi, Francesca Tulli, Franco Troiani, Fiorenzo Zaffina. 

Michel Oz (Argentina), Branco (Brasile), German Tagle (Cile), Lilyana Karadjova (Bulgaria), Maren Marie Mathiesen (Danimarca), Laetitia Ky (Costa d’Avorio), Hanno Palosuo (Finlandia), Uemon Ikeda (Giappone), Hadel Azeez (Iraq), Corine Gholam Fawaz (Libano), Kenneth Blom (Norvegia), Gregory De La Haba (USA), Walter Erra Hubert  (USA), Vassilis Vassiliades (Cipro). 

Artisti Beyond the clouds:
Aljoscha (Ucraina), Ilya Fedotov-Fedorov (Russia). 

Si ringrazia la Fondazione Omiccioli per la collaborazione. 


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Bassano del Grappa (Vi), Museo Civico: L’altra America di Dorothea Lange

Dorothea Lange: Migrant Mother (Destitute pea pickers in California. Mother of seven children. Age thirty-two), Nipomo, California, 1936, Farm Security Administration, Office of War Information Photograph Collection, Library of Congress Prints and Photographs Division Washington, D.C., USA

DOROTHEA LANGE. 
L’ALTRA AMERICA

Bassano del Grappa (Vi), Museo Civico

27 ottobre 2023 – 4 febbraio 2024

A cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi

Mostra organizzata e promossa da CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino con i Musei Civici di Bassano del Grappa.

Vernice per la Stampa: giovedì 26 ottobre, ore 12

Dal 27 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024 i Musei Civici di Bassano del Grappa, in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, presentano al pubblico l’opera di Dorothea Lange (1895 –1965), celeberrima fotografa statunitense, co-fondatrice nel 1952 di Aperture, la più autorevole rivista fotografica al mondo e prima donna fotografa cui il MoMa dedicò una retrospettiva nel 1965, proprio pochi mesi prima della sua scomparsa.

Photographer of the people, la fotografa della gente. Così Dorothea Lange si presentava nel suo biglietto da visita. Perché lei, borghese del New Jersey, aveva scelto di non fotografare i divi o i grandi protagonisti del suo tempo, per concentrarsi invece sugli “ultimi” di un’America che stava affondando nella Grande Depressione. Lo sguardo con cui Lange coglie questa umanità dimenticata non è pietistico bensì profondamente “inclusivo”. Le sue immagini dimostrano infatti comprensione, sensibilità, partecipazione e immensa umanità, unite ad una capacità di lettura del contesto sociale rafforzata dal rapporto sentimentale e professionale con il marito, l’economista Paul Taylor. Nativa del New Jersey da una famiglia borghese di origini tedesche, a nove anni viene colpita dalla poliomielite che la rende claudicante; poi il dissidio con il padre, che abbandona la famiglia e che lei coraggiosamente ripudia assumendo il cognome materno.

Gli esordi la vedono a New York con Clarence White e Arnold Genthe. Nel 1918 parte per una spedizione fotografica in giro per il mondo, viaggio che si conclude prematuramente per mancanza di denaro a San Francisco, dove apre un proprio studio. Dopo avere operato per una decina di anni nel campo della ritrattistica professionale, abbracciando uno stile pittorialista, aderisce nei primi anni Trenta all’estetica della straight photography (fotografia diretta) per farsi madrina di una poetica della realtà e testimone della condizione dei più deboli ed emarginati: dai disoccupati e i senzatetto della California fino ai braccianti costretti a migrare di paese in paese alla ricerca di campi ancora coltivabili.

I drammatici accadimenti che segnano gli anni della Grande Depressione la portano a contatto con il grande progetto sociale e fotografico della “Farm Security Administration”, di cui diviene la rappresentante di punta. Nella seconda metà degli anni Trenta fotografa dunque la tragedia dell’America rurale colpita da una durissima siccità, realizzando alcune delle sue immagini insieme più drammatiche e più celebri: in questo contesto nasce infatti Migrant Mother, un’icona con cui Lange scrive una pagina indelebile della storia della fotografia imponendosi quale pioniera della documentazione sociale americana. Tuttavia, soffermandosi su quelle immagini potentemente evocative ci si accorge che vi è qualcosa di più. È lo sguardo di un’artista colta e raffinata che riesce a narrare temi e soggetti di grande drammaticità quali la crisi climatica, le migrazioni, le discriminazioni con una forza, un’incisività e una modernità sorprendenti. Nonostante ci separino diversi decenni da queste immagini, i temi trattati da Lange sono di assoluta attualità e forniscono spunti di riflessione e occasioni di dibattito sul nostro presente.

Fulcro – e novità – della mostra curata da Walter Guadagnini e Monica Poggi e che presenterà quasi duecento scatti, sarà uno speciale affondo sulla nascita di questo capolavoro, secondo un percorso espositivo di grande fascino ma anche di forte valenza divulgativa e didattica: la presentazione degli scatti eseguiti da Lange per trovare la foto perfetta, permetterà al pubblico di comprendere il procedimento attraverso il quale nasce un’icona.

Su commissione del governo americano, Lange si occupò successivamente anche della controversa vicenda dei campi di prigionia per cittadini giapponesi presenti sul territorio americano dopo l’attacco di Pearl Harbor, serie che per il suo atteggiamento critico nei confronti della politica governativa verrà sostanzialmente censurata e riportata solo molti anni più tardi. Queste fotografie – ulteriori testimonianze della profondità e della lucidità dello sguardo fotografico di Dorothea Lange – saranno esposte per la prima volta in Italia in modo così esaustivo proprio in occasione della rassegna; un evento nell’evento, in quanto la mostra si accompagna alla riapertura del Museo Civico di Bassano del Grappa che, dopo sei mesi di lavori di ammodernamento e riqualificazione, riconsegna al pubblico le proprie importanti collezioni permanenti in spazi completamente rinnovati e con un allestimento affascinante, aggiornato e ricco di opere inedite.

Attraverso un’ampia selezione di opere – alcune delle quali non esposte nella tappa torinese della mostra – provenienti da diversi nuclei collezionistici che conservano l’opera di Dorothea Lange (tra cui in particolare la Library of Congress di Washington, i National Archives statunitensi), la mostra si incentrerà principalmente sul periodo d’oro della carriera della fotografa, dagli anni Trenta alla Seconda Guerra Mondiale, presentando anche scatti precedenti e successivi per dare conto della varietà e della profondità della sua ricerca, sempre tesa a restituire un sincero e partecipato ritratto di ciò che la circondava. Come affermò lei stessa, “la macchina fotografica è uno strumento che insegna alla gente come vedere il mondo senza di essa”.

La mostra è patrocinata dalla Regione Veneto. Official sponsor: pba S.p.A.


Per informazioni
Musei Civici Bassano del Grappa
+39 0424 519901/904 | info@museibassano.it | www.museibassano.it
 
Ufficio Comunicazione Musei Civici
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Ufficio Stampa Comune Bassano del Grappa
Chiara Padovan | T. 0424 519373 | ufficiostampa@comune.bassano.vi.it
 
In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. +39 049.663499
simone@studioesseci.net (rif. Simone Raddi)

Editoria: “Come il volo di una cicogna”, l’ultimo romanzo di Alessandra Angelo-Comneno

La narrazione semplice ma coinvolgente di “Come il volo di una cicogna” tocca corde profonde e ci spinge a riflettere su argomenti come la speranza, la perdita e la forza interiore.

Con questo suo lavoro, la scrittrice Alessandra Angelo-Comneno dimostra ancora una volta la sua straordinaria capacità di esplorare la profondità dell’animo umano.

Ci guida lungo un percorso emotivo, che va dalle profondità del dolore e della sofferenza, ad un bagliore di fiducia e di riscatto.

Sinossi

Ciò che è doloroso può spingere negli abissi e far affondare, ma anche portare a galla, verso la luce, può condurre alla ricerca di qualcosa che rende la vita speciale, può spingere persino a compiere un viaggio fisico e interiore.
Ed è quello che fa Emily dopo aver perso il marito, dopo aver vissuto nel buio per tre anni.
Inizia il suo percorso a ostacoli, affrontando la depressione, una sofferenza insopportabile che soffoca e i fantasmi del suo passato… qualcosa che è accaduto in un altro Paese.
Questo è un romanzo di grande impatto e Alessandra Angelo-Comneno con la sua storia racconta che non basta sopravvivere, bisogna tornare vivere.
Bisogna sperare, affrontare ciò che spesso si nasconde persino a sé stessi, credere nella propria forza e rinascere dalle macerie.
Attraverso la memoria, le sensazioni narrate e i momenti vissuti, la scrittrice è in grado di creare uno scambio simbiotico tra sé e il lettore, ed è capace di coinvolgere emotivamente, fino in fondo.

Biografia Alessandra Angelo-Comneno

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Alessandra Angelo-Comneno nasce a Roma.
La sua passione per le arti figurative la spinge a intraprendere, dopo il primo biennio di liceo classico, gli studi presso il liceo artistico.
Ha lavorato per anni in un grande istituto bancario.
L’indissolubile legame con la sua famiglia e la morte di sua sorella Stefania, la spingono a scrivere il suo primo romanzo: “Sorelle, amiche per sempre”.
Seguiranno poi i romanzi “Il coraggio di una vita” e “Nel buio del passato”.

Il romanzo Come il volo di una cicogna dell’autrice Alessandra Angelo-Comneno è pubblicato dalla Casa Editrice Kimerik per la collana Percorsi.
Disponibile nelle migliori librerie e store online.


Sara Bontempi
Redattrice editoriale 

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