Aperta a Matera la mostra sul Futurismo in presenza del Ministro Sangiuliano

Inaugurazione del 20 ottobre. Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano taglia il nastro

FUTURISMO ITALIANO.
Il Contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento

Matera, Museo Nazionale di Matera
20 ottobre 2023 – 10 gennaio 2024

Mostra ideata da Annamaria Mauro e Daniele Ferrara e curata da Massimo Duranti, promossa dal Museo nazionale di Matera in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto – Museo nazionale Collezione Salce.

È stata inaugurata, oggi a Matera, al Museo nazionale, alla presenza del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e del Direttore generale Musei, Massimo Osanna, la mostra “Futurismo Italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento”.

“Il Futurismo, movimento che dall’Italia si affermò in tutto il mondo, seppe lasciare tracce a tinte forti anche nel Meridione nel segno di una sfida culturale al rinnovamento e alla creazione di una modernità – ha detto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – Ricostruire i passaggi a Sud di questi visionari delle avanguardie è una delle sfide vinte dagli organizzatori della mostra che hanno centrato innanzitutto l’obiettivo del recupero conoscitivo di questo fenomeno che ha contagiato tutte le discipline artistiche, lasciando un’eredità di pensiero e di creatività ancora attuale”.

Ad essere proposti a Palazzo Lanfranchi sono più di 130 dipinti, sculture, disegni, provenienti da musei pubblici, fondazioni, archivi e collezioni private. Completano il percorso documenti d’archivio editi e inediti provenienti da diverse istituzioni. Dal Museo nazionale Collezione Salce sono giunti alla mostra di Matera ben 25 manifesti futuristi, a conferma della collaborazione tra il Museo nazionale di Matera e la Direzione regionale Musei Veneto intorno al progetto “Futurismi”.

La mostra, ideata da Annamaria Mauro e Daniele Ferrara, curata da Massimo Duranti, è promossa dal Museo nazionale di Matera in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto.

Per il Direttore generale Musei, Massimo Osanna: “La vocazione del Museo nazionale di Matera come centro di ricerca e memoria della tradizione storica e culturale del Meridione trova piena espressione nella mostra dedicata al Futurismo. L’esposizione focalizza l’apporto degli artisti del Mezzogiorno nella nascita e nello sviluppo di questa importante esperienza artistica del secolo scorso. La collaborazione del Museo nazionale di Matera con la Direzione regionale Musei Veneto e la pluralità dei prestatori rappresentano le potenzialità del lavoro corale e dello spirito di cooperazione che anima il Sistema museale nazionale“.

Una rilettura del ruolo avuto dal Mezzogiorno nella diffusione ed elaborazione del Movimento che vuole riprendere il discorso dell’Italia, dalla Campania e dall’Abruzzo in giù e fino alle isole maggiori, come il più grande ‘luogo’ del Futurismo, luogo animato non solo dai futuristi nati e vissuti nel Mezzogiorno, ma anche da tutti i futuristi italiani che negli eventi e manifestazioni svoltesi nel Meridione parteciparono attivamente da protagonisti, comprimari e attori“, evidenzia la direttrice del Museo nazionale di Matera, Annamaria Mauro.

Nel catalogo – sottolinea il curatore Duranti – nell’ambito degli esiti della ‘Ricostruzione futurista dell’Universo’, è richiamato il manifesto del 1915, firmato da Giacomo Balla e Fortunato Depero, che segna la continuità e l’evoluzione della prima stagione ‘eroica’ del Futurismo e che teorizzava l’interesse del movimento per ogni forma di espressività e dunque letteratura, poesia, cinema, teatro, musica, arredo, cucina. Per questo motivo, una sezione della mostra è dedicata alle arti applicate: mobili, arazzi, abiti, maioliche. Importante è la presenza dell”Intonarumori’ di Russolo, nella ricostruzione di Pietro Verardo che ripropone sonoramente l’invenzione del futurista in materia di musica-non musica. Accanto a questo apparato e sempre in materia musicale, vengono esposti gli spartiti, conservati al Conservatorio di musica Lorenzo Perosi di Campobasso, di Nuccio Fiorda.

Accanto ai nomi dei protagonisti Boccioni, nativo della Calabria, Balla, Severini, Carrà, Depero, Prampolini, Dottori, Benedetta ci sono anche quelli di personaggi meno noti, ma non meno significativi come Roherssen, Bologna e Castellana.

Per quanto riguarda gli aeropittori, saranno presenti opere di numerosi futuristi le cui peculiarità furono declinate da Marinetti stesso nel 1939: Prampolini e Crali inseriti nella “Aeropittura stratosferica cosmica biochimica”; Fillia e Diulgheroff nell’ “Aeropittura essenziale, mistica ascensionale simbolica”; Dottori, Benedetta, Bruschetti, Peruzzi, Tano e Angelucci in quella trasfiguratrice lirica spaziale; Tato nella “sintetica e documentaria”. Opere di Dottori, Fillia e Bruschetti rappresentano l’Arte Sacra Futurista, codificata dal manifesto del 1931.

Oltre all’Aeropittura, negli sviluppi futuristi si manifesta la tendenza meccanicistica che viene rappresentata da opere di Depero, Pannaggi e Prampolini che manifesterà poi l’idealismo cosmico, presupposto dell’astrattismo. Particolare attenzione è riservata in mostra, guardando specificatamente al Meridione, ai “Circumvisionisti”, il gruppo dei futuristi campani attivi già dal 1914: pittori, poeti paroliberi, scrittori e intellettuali che animarono la presenza futurista a Capri e Napoli. Vengono così presentate opere dei fratelli Francesco e Pasqualino CangiulloBuccafusca, Cocchia, Peirce, LeporeMaino protagonisti di un percorso culturale che dal Futurismo giunge al teatro napoletano di Antonio De Curtis.

Un focus è riservato al contributo al Futurismo della Lucania: ad essere esposte sono due rarissime opere di Joseph Stella, nativo di Muro Lucano, ma trasferitosi a 19 anni negli Stati Uniti, definito “il primo futurista d’America”.

La mostra rimarrà aperta fino al 10 gennaio 2024.

Per orari di apertura e tutte le info: https://www.museonazionaledimatera.it/


In collaborazione con
Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499; www.studioesseci.netsimone@studioesseci.net,
referente Simone Raddi

Biella, Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero: “BANKSY, JAGO, TVBOY e altre storie controcorrente”

“BANKSY, JAGO, TVBOY
e altre storie controcorrente”


Biella, Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero
Dal 21 ottobre 2023 al 1° aprile 2024


Biella diventa un nuovo punto di riferimento per le grandi mostre d’arte.
Dal 21 ottobre 2023 Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero ospiteranno una mostra straordinaria dedicata ai più influenti artisti contemporanei, capaci di raccontare la contemporaneità con un linguaggio che arriva dritto al cuore di tutti.

Banksy, Jago e TvBoy, artisti celebri e celebrati in tutto il mondo, saranno solo alcuni dei protagonisti della mostra biellese, che vedrà per la prima volta riunite insieme anche celebrità internazionali quali Takashi Murakami e Liu Bolin.

Realizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in collaborazione con il Comune di Biella e Arthemisia e con main sponsor Biver Banca – Gruppo Banca di Asti, sarà l’occasione per far conoscere al grande pubblico una città ricca di bellezza e proposte culturali.

Dal 21 ottobre 2023 la città di Biella diventerà un nuovo punto di riferimento per le grandi mostre d’arte in Italia.

La prima mostra che inaugura il nuovo corso – realizzata grazie alla collaborazione tra Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, la sua società strumentale Palazzo Gromo Losa s.r.l. in collaborazione con il Comune di Biella e Arthemisia, con main sponsor Biver Banca – Gruppo Banca di Asti e sponsor tecnicoWide Group – sarà “Banksy, Jago, TvBoy e altre storie controcorrente” che racconta la contemporaneità attraverso gli occhi di alcuni tra i più influenti artisti viventi.

Ospitata nelle due sedi di Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero – oltre aBanksy, Jago e TvBoy da cui prende il titolo – l’esposizione presenta anche altri artisti celebri e conosciuti a livello internazionale: da Liu BolinDavid LaChapelle, Takashi MurakamiMr BrainwashObey fino ai noti italiani Angelo AccardiLAIKA, Marco LodolaMaPoLaurina PaperinaPAU, Andrea Ravo MattoniRizek e Giuseppe Veneziano.
Tutti protagonisti di un’arte pubblica e sociale che è diventata ormai un linguaggio accessibile, diretto e di denuncia, in cui lo spettatore può immedesimarsi, perché parlano di una realtà contemporanea che ci appartiene.
Curata da Piernicola Maria Di Iorio e con 90 opere, la mostra racconta storie “controcorrente”, ci parla di vita, di morte, di ingiustizia sociale, di guerre, narrate ora con spirito canzonatorio, ora con maestria lirica o anche con un deciso tono di attacco. Quello che è sicuro è che il messaggio non è mai banale né scontato, scuote le coscienze, indigna, commuove. Hanno creato una rottura con i riferimenti classici del mondo dell’arte e della sua fruizione, rifiutando di entrare a far parte di un sistema chiuso ed escludente. Ironia della sorte, questi artisti ribelli con le loro opere e la narrazione che li identifica, sono diventati molto ricercati e attualmente sempre più centrali nell’interesse del pubblico e dei musei e centri d’arte contemporanea.

La mostra rappresenta anche un’imperdibile occasione, per tanti visitatori, di conoscere meglio Biella, il suo verdeggiante territorio e la sua proposta gastronomica di eccellenza.
Tra le realtà culturali di maggiore interesse vi sono il Ricetto di Candelo, il Santuario di Oropa e l’Oasi Zegna, meta ideale per poter trovare grandi spazi, attività e laboratori innovativi, e anche la celebre Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e l’imponente patrimonio di archeologia industriale.

Il catalogo della mostra è edito da Skira.


LA CITTÀ DI BIELLA

Biella è oggi una città in grande fermento, alla ricerca di una nuova identità tra vocazione turistica, residenzialità ed enogastronomia d’eccellenza, a metà strada tra Torino e Milano, primeggia nel territorio piemontese, oltre che per la produzione di tessuti di alta gamma, come il cachemire, per i suoi spazi verdi e per la sua proposta di servizi innovativi, in particolare per quanto riguarda l’istruzione universitaria e la formazione inclusiva.
Fondata sulla cultura tessile, la ricchezza di questo territorio straordinario è oggetto di un nuovo Rinascimento, che si fonda sulla riprogettazione della relazione tra il patrimonio culturale e il tessuto socio-economico del territorio, a partire dalla valorizzazione dei numerosi archivi d’impresa fino alla nuova Laurea specialistica in inglese attivata presso Città Studi e dedicata alla valorizzazione della “cultural heritage”. Grazie a queste iniziative, Biella nel 2025 aprirà un innovativo “Museo” del tessile.

Biella e il Biellese, con numerosi siti di interesse concentrati nell’arco di pochi chilometri come il Ricetto di Candelo, il Santuario di Oropa, l’Oasi Zegna e la Riserva naturale Parco Burcina “Felice Piacenza”, sono una meta ideale dove poter trovare grandi spazi, attività e laboratori innovativi.

Il cuore pulsante della città alta, centro nevralgico della vita culturale biellese, è rappresentato dal Polo culturale di Biella Piazzo, costituito dai palazzi Gromo LosaFerrero e La Marmora, sede di importanti mostre, festival ed eventi, raggiungibile gratuitamente attraverso una storica funicolare.
ll borgo medievale del Piazzo fu fondato nel 1160 dal vescovo di Vercelli Uguccione, con l’intento di edificare una residenza sicura per riparare da Vercelli quando le forze ghibelline la rendevano poco tranquilla. A seguito delle concessioni di privilegi, il Piazzo si popolò rapidamente, diventando il centro dei commerci e dell’evoluzione culturale e amministrativa della città.

Tutti i palazzi del Polo sono dotati di sale espositive, ambienti storici e splendidi giardini come quello di Palazzo Gromo Losa, un giardino all’italiana di particolare pregio di circa un ettaro realizzato dal mecenate biellese Emanuele Rosa, che ha creato angoli suggestivi con rose e diverse specie botaniche.
Elegante dimora signorile trecentesca, Palazzo Gromo Losa nei secoli è stato ampliato fino alle dimensioni attuali. Alla fine dell’Ottocento il palazzo fu acquistato dalle Suore Rosminiane, che vi fondarono l’Istituto “Beata Vergine d’Oropa” (BVO), divenuto punto di riferimento per il sistema scolastico biellese. Nel 2004 il complesso è stato acquisito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella che ne ha promosso il completo restauro, destinandolo ad attività culturali e sociali. Nel 2016 la Fondazione ha infine conferito in gestione la proprietà alla sua società strumentale Palazzo Gromo Losa Srl.
Il Palazzo ospita l’Accademia Perosi, una delle più prestigiose realtà musicali italiane e dal 2015 ospita mostre tra cui “Selvatica. Arte e natura in Festival”, un appuntamento biennale con le principali forme d’arte dedicate alla natura.

Palazzo Ferrero è stato, come l’adiacente Palazzo La Marmora, fin dalle origini di proprietà della famiglia Ferrero, uno dei più importanti casati nobiliari del territorio. Tra il Cinquecento e il Settecento il palazzo assunse la forma di dimora signorile di rappresentanza, con cortile interno porticato su due lati, e fu abbellito con affreschi dei quali restano molte testimonianze.
L’edificio attuale è frutto dei rimaneggiamenti otto-novecenteschi; l’edificio divenne per un certo periodo anche uno stabilimento idroterapico e ospitò alloggi militari. Dopo un primo parziale intervento, avvenuto negli anni ’70 del Novecento, nel 2011il Comune di Biella ha avviato un recupero integrale del palazzo riconvertendone la funzione a culturale e centro congressi per le attività giovanili. Dal 2023 la gestione è affidata all’associazione Stilelibero.

Scendendo a Biella Piano, lungo le sponde del torrente Cervo, è possibile ammirare i resti della vecchia città (oggi in gran parte rifunzionalizzati e occupati da realtà artistiche come Cittadellarte- Fondazione Pistoletto) e dell’imponente archeologia industriale, motore dello sviluppo del territorio anche grazie alla presenza di acqua dalle straordinarie proprietà chimico-fisiche e organolettiche, un tempo forza motrice dell’industria tessile e oggi base preziosa per la nuova cultura dello “star bene” e per molte produzioni enogastronomiche di nicchia.


Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Portopiccolo: Le opere in pietra carsica dei giovani scultori in residenza e apertura della mostra

REPORTAGE – ph Massimo Goina

IL FAVOLOSO VIAGGIO NELLA PIETRA D’AURISINA
Inaugurazione delle opere realizzate dai giovani scultori in residenza e apertura della mostra documentativa.
Il programma degli eventi di sabato 21 ottobre a Portopiccolo (Duino Aurisina-Ts)

Nell’ambito della rassegna “L’Energia dei Luoghi – Festival del vento e della pietra“, 
sabato 21 ottobre, alla Portopiccolo Art Gallery a Sistiana (Duino Aurisina – Ts) sono in programma una serie di eventi su “Il favoloso viaggio nella pietra d’Aurisina. Verso Kamen”, dedicato alle Residenze e laboratori di scultura contemporanea ad Aurisina e al progetto KAMEN – Museo Diffuso delle Cave e della Pietra di Aurisina / Muzej Nabrežinskega Kamna in Kamnolomov.

Dopo una passeggiata creativa “Per l’antica cava” di Portopiccolo, con partenza alle ore 10.00 dalla Art Gallery per visitare e conoscere la storia della suggestiva location (prenotazione obbligatoria: info@estplore.it | tel. 3407934805), alle 11.00 è prevista l’inaugurazione delle opere realizzate in pietra carsica dai giovani scultori in residenza Tjaša Cigoj (Srečko Kosovel Sežana), Christoph Conrad e Anna Theresa Pöll (Akademie der bildenden Künste Wien), Celeste Magnolini (Accademia Belle Arti Venezia), Greta Fila (Accademia Belle Arti Carrara). Alla presenza del Sindaco di Duino Aurisina Igor Gabrovec e della Presidente del Circolo Culturale Sloveno SKD Igo Gruden Jasna Simoneta, la curatrice Eva Comuzzi – con i maestri scultori Edi Carrer e Alberto Fiorin – illustrerà le opere ispirate dalla poesia I cavatori di Aurisina di Igo Gruden. Seguirà alle 11.30 l’apertura della mostra documentativa delle Residenze e laboratori di scultura “Viaggio nel favoloso”, con le fotografie di Massimo Goina.

“Al termine della poesia sui cavatori di Aurisina – anticipa Eva Comuzzi – “Ivo Gruden parla dell’impronta sull’ardito progresso della storia. L’impronta. Che cosa rimane? Che cosa rimarrà di tutto ciò?” – si chiede la curatrice intendendo del progresso. “Dall’altro lato, L’Ardore di Roberto Calasso, a cui la parola ardito mi ha richiamata” – aggiunge Eva Comuzzi – “racconta dei popoli antichi del Nord del subcontinente indiano che non lasciarono né oggetti, né immagini ma soltanto parole. Parole che tramandano, che raccontano come lo fa la poesia, che svanisce con il suono, ma prende poi forma nella pietra. Sfogliando il libro, ritrovo una scultura di donna acefala. È seduta sulle gambe incrociate e tiene le mani unite a coppa proprio sul ventre. Impronte e ancora mani. Le mani degli operai nelle miniere e quelle degli scultori che cercano di lasciare tracce e dare luce a ciò che luce non ha ancora”.

“I giovani scultori hanno saputo tradurre egregiamente sulla pietra i versi del Poeta di Aurisina” – sottolinea Fabiola Faidiga, presidente dell’Associazione Casa C.A.V.E. Contemporary Art Visoglianovižovlje Europe – per ricordarci il duro lavoro dei cavatori, uomini semplici, che hanno contribuito a rendere famosa la bella pietra di Aurisina in tutto

il mondo. In questi anni, insieme a Maddalena Giuffrida, responsabile delle Residenze  – “abbiamo imparato molto da questa pietra, vero simbolo del nostro Carso che ha sempre più bisogno di opportunità artistiche che la colleghino verso collaborazioni esterne. E con questo sguardo proiettato verso il mondo, proprio come la nostra pietra ci ha insegnato, abbiamo ospitato artisti provenienti non solo dall’Italia, ma anche dalle vicine Slovenia e Austria, facendo un piccolo passo verso quella conoscenza reciproca, che è il fondamento di ogni comunità”.

REPORTAGE – ph Massimo Goina

Le opere realizzate in questa edizione – grazie alle aziende marmifere Gramar e Caharija, che con generosità hanno aperto le porte dei loro laboratori, e all’azienda Zenith C, che anche in questa occasione ha donato i blocchi di pietra di scarto, che hanno preso nuova vita sotto le mani dei giovani artisti – andranno ulteriormente ad arricchire il Parco Sculture di Portopiccolo, dove i versi di Igo Gruden risuoneranno assieme a quelli di Dante e Pasolini, motivi ispiratori delle passate edizioni delle Residenze.

Le Residenze rappresentano un altro tassello nell’ambito del Geoparco del Carso, verso il progetto KAMEN – Museo diffuso delle Cave e della Pietra di Aurisina / Muzej nabrežinskega kamna in kamnolomov, e si realizzano grazie alla Fondazione Pietro Pittini Fondazione Kathleen Foreman Casali. Il progetto vanta inoltre l’importante contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e del Comune di Duino Aurisina-Devin Nabrezina e la fondamentale collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, dell’Istituto tecnico professionale di Sesana Srečko Kosovel sezione disegno in pietra / Šolski Center Srečka Kosovela – Sežana (Slovenia), dello Studio Carrer di Pietrasanta, del Circolo culturale sloveno SKD Igo Gruden di Aurisina e dell’Agriturismo Juna.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

Chiasso (Svizzera), m.a.x. museo: FORTUNATO DEPERO e GILBERT CLAVEL. Futurismo = Sperimentazione. Artopoli

m.a.x. museo

FORTUNATO DEPERO e GILBERT CLAVEL
Futurismo = Sperimentazione
Artopoli

mostra a cura di Luigi Sansone Nicoletta Ossanna Cavadini

23.10.2023 – 07.04.2024

Inaugurazione domenica 22 ottobre 2023, ore 18.00

il m.a.x. museo sarà eccezionalmente aperto lunedì 23 ottobre 2023, primo giorno di mostra

La mostra si inserisce nel filone dei maestri del XX secolo proponendo un affondo sulla collaborazione creativa fra lo studioso svizzero Gilbert Clavel e il futurista roveretano Fortunato Depero: in particolare viene esaminato il loro apporto nel contesto della colonia artistica formatasi  a Capri e Anacapri a partire dagli anni ’15 del Novecento denominata “Artopoli”, frequentata attivamente  da Filippo Tommaso Marinetti, Benedetta Cappa, Enrico Prampolini, Francesco Cangiullo, Julius Evola e per un breve  periodo anche da Pablo Picasso e Jean Cocteau, senza dimenticare Michele Semenov, Sergej Djaghilev  e il ballerino Léonide  Massine. L’esposizione si concentra sulla ricerca pittorica e intellettuale di Depero, a partire dalle illustrazioni realizzate per Clavel per poi approdare all’apice della sperimentazione teatrale che sfocia nei Balli Plastici.

Fortunato Depero (Fondo, 30 marzo 1892 – Rovereto, 29 novembre 1960) è uno dei grandi protagonisti del Futurismo. Pittore, illustratore, scenografo e costumista, si adopera per dare vita a un linguaggio di sperimentazione, poetico e astratto. Nel 1917 incontra a Roma lo studioso Gilbert Clavel (Kleinhüningen, 29 maggio 1883 – Basilea, 6 settembre 1927), con il quale stringe – prima ad Anacapri e poi a Positano – un’amicizia fraterna testimoniata da numerose lettere, documenti e ritratti, e che sfocia nella creazione di progetti innovativi. Centrale risulta il rapporto di Depero con la Torre Fornillo, suggestivo edificio di proprietà di Clavel, luogo di arte, poesia e sperimentazione.

Dagli studi per costumi e scenografie realizzati per Le chant du rossignol con musiche di Igor Stravinskij e commissionati da Sergej Djaghilev, le vite di Fortunato Depero e Gilbert Clavel si intrecciano ulteriormente: l’eclettico studioso svizzero incarica infatti l’artista di realizzare le illustrazioni per la novella Un istituto per suicidi. Nel 1917, dalla loro collaborazione nascono i Balli Plastici, che vedono la partecipazione artistica di alcuni noti musicisti dell’epoca, come Alfredo Casella, Gerald Tyrwhitt, Francesco Malipiero e Bela Bartòk (che firmò con lo pseudonimo di Chemenov).

Nelle sale del m.a.x. museo saranno esposte oltre novanta opere tra bozzetti, studi, schizzi, dipinti e marionette di legno, arazzi, una maquette, fotografie vintage e lettere (alcune delle quali inedite) che mettono in rilievo l’intensa relazione fra la concezione estetica di Clavel e l’apporto artistico dell’opera di Depero.

L’esposizione si svolge in collaborazione con il Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e vanta la sinergia con istituzioni prestatrici di grande prestigio, fra cui si annoverano l’Archivio di Stato di Basilea, la Fondazione Clavel di Basilea e la Collezione Hercolani di Roma; essenziali sono anche i prestiti di preziose collezioni private.

Il catalogo edizioni d’arte Skira Milano-Ginevra, in italiano e inglese, presenta un ricco apparato iconografico e di saggi specifici redatti da Luigi Sansone, Gabriella Belli, Francesco Casetti, Federico

Zanoner, Ruedi Ankli e Nicoletta Ossanna Cavadini.

A corollario della mostra si terranno momenti di approfondimento quali conferenze, spettacoli, visite guidate, laboratori didattici per bambini e gite sui luoghi di Depero e Clavel.


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BRUM Messina – “Miti e leggende di Sicilia”. Dipinti di Antonino Siragusa – Vernissage

Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina

MITI E LEGGEDE DI SICILIA
Esposizione di Dipinti dell’Artista Antonino Siragusa

Vernissage Sabato 21 ottobre 2023, ore17 Salone Eventi

(Via Primo Settembre 117-Palazzo Arcivescovile)

Sabato 21 Ottobre 2023, alle ore 17, presso il Salone Eventi della Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” si terrà il vernissage dell’Esposizione “Miti e leggende di Sicilia”, una mostra di dipinti dell’Artista a tutto tondo Antonino Siragusa, quale tributo alla Trinacria, per rivivere attraverso il Suo sentire l’Amore profondo per la Sicilia. L’esposizione pittorica sarà corredata da una decina di poesie composte dallo stesso Maestro Siragusa, quasi a costituire un pamphlet di immagini e versi.

L’inaugurazione si aprirà con i Saluti Istituzionali e l’Introduzione della Direttrice della Biblioteca Regionale Dott.ssa Tommasa Siragusa, alla quale seguiranno, per meglio comprendere la mostra, le riflessioni dell’Art Curator Katia Trapani, Docente di ruolo con esperienza ventennale e supporto nell’organizzazione e valorizzazione del percorso artistico del Maestro. Sarà presente l’Artista.

Messinese, classe anni ’80, dopo la brillante laurea in Filosofia, sceglie di vivere e lavorare nella Sua città. Il poliedrico Antonino Siragusa ama sperimentare sempre nuovi percorsi artistici. Primo fra questi la musica che saggia in qualità di polistrumentista, interprete, raffinato compositore e curatore dell’arrangiamento dei brani più importanti della cultura italiana in stile jazz, genere musicale studiato nella prestigiosa Siena Jazz Academy e che si rivela a Lui particolarmente congeniale anche nell’esecuzione vocale.

Fotografo, videomaker, vanta altresì produzioni discografiche ben recensite dalle principali riviste specializzate (Blow-up, Rocksound) e apparizioni radiofoniche sul circuito italiano, tra cui Radio Rai.

Per meriti musicali e artistici, ha ricevuto numerosi premi. Solo a titolo esemplificativo, “Messina città d’arte”.

Il Suo approccio alle Arti figurative avviene del tutto da autodidatta. Frutto di attenta ricerca stilistica, la pittura di Antonino Siragusa si delinea in chiave moderna. E’ lasciandosi penetrare dal pathos per il soggetto, lo trae dall’animo alla tela, donando poi all’osservatore l’ultima chance di interpretazione. I Suoi dipinti sono stati esposti nelle più prestigiose gallerie e alla ‘Lux Contemporary’ di Manhattan, a fianco di artisti del calibro di Banksy, Keith Haring, Damien Hirst, Takashi Murakami e Mr. Brainwash e sono entrati a far parte delle collezioni private di estimatori in tutto il mondo. Le sue opere sono state inserite in una collezione dei curatori d’arte di Saatchi Art, la più importante galleria d’arte online al mondo con sede a Los Angeles.

In “Miti e leggende di Sicilia”, l’Artista intende dare al visitatore una chiara lettura di quelli che sono i simboli della Sicilia: il paesaggio, gli usi e i costumi del folclore, gli emblemi che la rappresentano e la rendono perenne Musa dal fascino magnetico, concreta e astratta al contempo.

Dopo la giornata inaugurale, l’esposizione resterà fruibile dal 23 ottobre fino al 2 novembre: dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13, e mercoledì, anche di pomeriggio, dalle 15 alle 17:30.
**Visite per gruppi o scolaresche esclusivamente su prenotazione anche in giorni e orari differenti.

(a cura di Maria Rita Morgana)


Post dell’iniziativa culturale saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte all’evento in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere ai Relatori durante l’incontro.
Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO:     Ufficio Relazioni con il Pubblico
                       tel.090674564

urpbibliome@regione.sicilia.it

Ufficio Relazioni con il Pubblico
La Referente URP Funz. Dir.
Maria Rita Morgana