FOSM – Concerto benefico di Natale a ingresso gratuito per l’Orchestra Sinfonica di Matera

In programma il poema sinfonico corale composto da Mons. Valentí Miserachs: Nadal, El Pessebre Vivent dels Prats de Re. L’ingresso è gratuito, le donazioni raccolte saranno devolute a Aura Blu l’associazione che si dedica alle persone autistiche adulte e alle loro famiglie.

Grande organico composto da 55 strumentisti per l’Orchestra Sinfonica di Matera che, con tre cori: Cantori materaniCoro della Polifonica Materana Pierluigi da Palestrina e il Coro di voci bianche, la voce solista del soprano Enrica Musto, si esibirà sabato 23 dicembre alle 20 nella Parrocchia Sant’Agnese a Matera nel concerto di beneficenza in favore dell’associazione Aura Blu. Il Concerto a scopo benefico, fortemente voluto dalla presidente Gianna Racamato e dal Cda della Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera, vedrà sul podio a dirigere l’Orchestra il direttore artistico della Fosm il Maestro Saverio Vizziello.

In programma una delle più belle partiture dedicate al simbolo per eccellenza del Natale: il presepe. Sarà eseguito il poema sinfonico corale composto da Mons. Valentí Miserachs: Nadal, El Pessebre Vivent dels Prats de Rei per orchestra, cori e soprano solista. Ed è l’autore delle musiche, Mons. Miserachs che, ricordando la grande tradizione dei presepi viventi della Catalogna, racconta la genesi di questo oratorio: “I responsabili del presepio vivente di Pratz de Rei pensarono di dare un particolare rilievo al loro presepio per mezzo della musica, una musica scritta appositamente per loro. Fu così che mi proposero di musicare il loro presepio vivente che da ben oltre 50 anni si svolge nella suggestiva cornice delle vetuste vie e piazze della loro cittadina, impegnando più di un centinaio di attori e, direi, tutta la popolazione”.

Composto tra il 1984 e il 1987, è stato eseguito in prima assoluta a Roma nella Chiesa di Sant’Apollinare. Due brani dell’oratorio, L’Et incarnatus est e il Magnificat sono stati eseguiti nell’Aula Nervi nel 1985 alla presenza di papa Giovanni Paolo II. Nella cittadina di Pratz de Rei è stato realizzato per la prima volta dall’orchestra giovanile Lucana e dai Cantori Materani del dicembre del 1988 durante una tournèe in Catalogna.
“Vogliamo celebrare il Natale affiancando l’associazione Aura Blu – afferma il direttore artistico della FosmSaverio Vizziello – con un concerto a ingresso gratuito. Quanti vi parteciperanno potranno effettuare una donazione che è destinata alla realizzazione di Villa Arcadia, un centro semiresidenziale dedicato alla valorizzazione dell’autonomia e della qualità della vita per adulti con autismo grave. E lo facciamo con il linguaggio che ci è proprio, la musica. La nostra orchestra sarà presente con 55 musicisti, alla soprano Enrica Musto saranno affidate le parti da solista. I Maestri del coro Sandra Barbaro, Antonio Catenazzo e Maria Maddalena Notarstefano dirigeranno i cori Cantori materani, Coro della Polifonica Materana Pierluigi da Palestrina e il Coro di voci bianche per un concerto che restituirà tutta la sacralità e la magia del Natale”.

Per quanti vorranno sostenere, insieme alla Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera (Fosm) l’associazione Aura Blu è possibile effettuare una donazione a favore dell’Associazione Aura Blu inviando un bonifico al seguente IBAN: IT98 S083 3816 1000 1301 3000 970.

La stagione autunnale della Fosm si concluderà con il Concerto di fine anno, in programma ad Altamura il 29 dicembre e a Matera il 30 dicembre, che vedrà l’Orchestra Sinfonica di Matera protagonista dell’esibizione del vincitore del Premio Paganini 2023: il violinista Simon Zhu. Il giovane violinista tedesco, a ottobre, ha vinto la 57°edizione del Premio Paganini, aggiudicandosi anche il Premio Speciale offerto dalla Fondazione “Pallavicino” per la migliore esecuzione del Concerto per violino e orchestra di Niccolò Paganini.

Informazioni sul concerto:
Sabato 23 dicembre ore 20:00 – Parrocchia Sant’Agnese- Matera
NADAL, EL PESSEBRE VIVENT DELS PRATS DE REI
Musiche di Mons. Valentí Miserachs
Enrica Musto – soprano
I cantori materani – M° del coro Sandra Barbaro
Coro della Polifonica Materana Pierluigi da Palestrina – M° del coro Carmine Antonio Catenazzo
Coro di voci bianche – M° del coro Maria Maddalena Notarstefano
ORCHESTRA SINFONICA DI MATERA
Direttore: Saverio Vizziello
 
Prossimi appuntamenti a dicembre:
·      Venerdì 29 dicembre ore 20:30 – Altamura
CONCERTO DI FINE ANNO
Violino Simon Zhu (vincitore Premio Paganini 2023)
Musiche: Niccolò Paganini – Pëtr Il’ič Čajkovskij
Concerto per violino e orchestra in Re Maggiore, op. 35
Suite op.71a dal balletto Lo schiaccianoci
ORCHESTRA SINFONICA DI MATERA
Direttore: Pablo Varela
 
·      Sabato 30 dicembre ore 20:30 – Matera
CONCERTO DI FINE ANNO
Violino Simon Zhu (vincitore Premio Paganini 2023)
Musiche: Musiche: Niccolò Paganini – Pëtr Il’ič Čajkovskij
Concerto per violino e orchestra in Re Maggiore, op. 35
Suite op.71a dal balletto Lo schiaccianoci
ORCHESTRA SINFONICA DI MATERA
Direttore: Pablo Varela
 
Informazioni su biglietti, prevendita e contatti:
Biglietti:
Ingresso singolo 10,00 € (*)
Ingresso singolo ridotto studenti 5,00 € (*)
 
Come acquistare a Matera:
Biglietteria:
·      Cineteatro Comunale Gerardo Guerrieri, in piazza Vittorio Veneto, 23 a Matera. Tutti i giorni dalle 18 alle 21.
·      Cartolibreria Montemurro, in via delle Beccherie, 69 a Matera. Dal lunedì al sabato dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 20:30.
Come acquistare a Altamura:
Biglietteria:
·      Teatro Mercadante, in via dei Mille n.159 a Altamura. Dal martedì al sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. Lunedì chiuso.
·      On line: https://www.vivaticket.com/it/venue/teatro-mercadante/511367061
 
Per informazioni sulla programmazione degli spettacoli: https://orchestrasinfonicamatera.it/
 
E’ possibile contattare l’Orchestra Sinfonica di Matera anche tramite WhatsApp al numero +39 327 485 0461

La Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera è partecipata da Comune di MateraProvincia di Matera e Conservatorio Egidio Romualdo Duni di Matera che ne sostengono le attività.

A queste istituzioni si aggiungono: il Ministero della Cultura che ha ammesso l’Orchestra al percorso per il riconoscimento quale ICO Istituzione Concertistica Orchestrale e la sostiene attraverso il Fondo Unico per lo Spettacolo (Fus), e la Regione Basilicata, che la sostiene con fondi regionali.

La stagione concertistica 2023, con la direzione artistica del Maestro Saverio Vizziello, è realizzata in collaborazione con il Teatro Mercadante di Altamura, il Festival Duni, Soroptimist Club di Matera, il Premio Internazionale Paganini e si svolge con il sostegno dei Comuni di: Accettura, Bernalda, Garaguso, Grassano, Irsina, Miglionico, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Nova Siri Scalo, Pisticci, Policoro, Pomarico, Scanzano Jonico, Stigliano, Tursi e Valsinni, l’Arcidiocesi di Matera – Irsina – Tricarico, il Comitato organizzatore dei festeggiamenti per Maria Santissima della Bruna.


Sissi Ruggi
addetto stampa
della Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera – FOSM
tel +39.333.474.2509
e-mail ufficiostampa@orchestrasinfonicamatera.it

Bologna, Cripta di San Zama: A Single Moment – L’Effimero Eterno della fotografia

ANNA CATERINA MASOTTI – AFRO DICEMBRE 2017 MARE

Mostra fotografica di Anna Caterina Masotti
A cura di Alessia Locatelli

In occasione di ARTE FIERA 2024

Opening: 30 Gennaio 2024 ore 18.00

Fino al 4 Febbraio 2024

Cripta di San Zama
Via dell’Abbadia, 3, Bologna

In occasione di ARTE FIERA 2024, Anna Caterina Masotti presenta per la prima volta le sue fotografie nella mostra “A Single Moment”. L’esposizione, a cura di Alessia Locatelli, è allestita presso la Cripta di San Zama nel pieno centro storico di Bologna, dal 30 gennaio al 4 febbraio 2024,in collaborazione con Laura Frasca, Art Manager di Green Whale Space, e l’Associazione Succede Solo a Bologna.

In un percorso installativo, immersivo e multimediale saranno esposte circa trenta fotografie inedite in bianco e nero di differenti formati e dei video dove il tema ricorrente è l’istante, concetto da cui parte l’intera indagine fotografica di Anna Caterina Masotti. La fotografa bolognese immortala il qui e ora nel quotidiano, nei paesaggi naturalistici, negli elementi architettonici. L’ispirazione per questo progetto nasce infatti dalla profonda riflessione sul presente, un momento di pura esistenza. La fotografia diventa lo strumento in grado di catturare l’effimero e renderlo eterno. Anna Caterina Masotti incanta gli spettatori con fotografie che esaltano la natura in tutte le sue forme, con le tecniche della macrofotografia e della Landscape Photography. La luce gioca un ruolo centrale, filtrando negli interni e creando pattern e contrasti, riflettendosi nell’acqua e delineando delicati ornamenti floreali sui muri da lei immortalati. Un percorso sia materico che visivo, dal buio verso la luce.

Come scrive la curatrice Alessia Locatelli: “Alla morte del suo grande amico Robert Mapplethorpe, Nan Golding decide di progettare una delle mostre più interessanti nella storia della fotografia, dedicata al grande fotografo appena scomparso. Questa esposizione prenderà il titolo di “The Perfect Moment: il Momento Perfetto”. L’istante diviene il concetto da cui parte l’indagine fotografica di Anna Caterina Masotti. Le sue fotografie generano una osmosi tra esseri e natura in un dialogo cui il sentimento si riflette nell’ambiente e, viceversa, l’energia del paesaggio pervade tutto lo scatto. Lo stesso connubio tra estetica e poetica delle fotografie si rigenera nell’allestimento che ricrea ambienti intimi, uterini, dentro cui danzano la vita della quotidianità i suoi affetti, i suoi spazi ed i paesaggi a lei cari. Stampe di grande formato si alternano ad altre in dimensione minore, intime nell’approccio visivo oltre che nel soggetto rappresentato”.

ANNA CATERINA MASOTTI – DANZA DEL SOLE 1 OTTOBRE 2023 MARE

Questo legame tra estetica e poetica delle fotografie di Anna Caterina Masotti si ritrova nell’allestimento interno dell’ex monastero, dove infatti il visitatore, percorrendo un corridoio, potrà da subito ammirare alcune fotografie stampate su stoffa chiffon e ricamate a mano, le quali guidano progressivamente verso l’interno della preziosa cripta risalente all’XI secolo. Un monumento di grande rilievo sia dal punto di vista artistico che storico, poiché sorge sui resti di quella che – secondo la tradizione – fu la casa di Vitale e Agricola, i due santi protomartiri di Bologna. Ad arricchire l’allestimento saranno inoltre fotografie stampate su carta naturale con piccoli accenni di ricamo a mano che le rendono pezzi unici. La scelta di presentare le opere con differenti modalità (chiffon, fineart, videomapping) sottolinea la versatilità della visione artistica della fotografa e la sua capacità di dialogare con il contesto circostante in modo dinamico. In questo connubio tra passato e presente, tra tradizione e innovazione, emerge la bellezza intrinseca delle opere di Anna Caterina Masotti, che si integrano con maestria nel contesto suggestivo della Cripta, rendendo l’esperienza della visita un viaggio affascinante, intimo ed emozionale attraverso la poetica della fotografia.

I preziosi momenti che la vita ci regala sono fissati dal gesto dello scatto fotografico affinché non svaniscano nella nebbia dei ricordi. Il ‘momento’ è perciò la forma spazio-temporale della poesia che si sottrae alla prosa del divenire. Comunica energia positiva, viva, autentica. È una forma spazio- temporale sospesa e concentrata, una realtà da sentire, una forma di guarigione sensazionale, anche se fondata su piccole cose.  Allo stesso modo, è un monito, una protezione rispetto al mondo frenetico e iperconnesso dove si corre per raggiungere obiettivi non obiettivi, là dove invece l’obiettivo fotografico è un focus sulle emozioni essenziali, quelle che contano.  Così, il singolo momento diventa universale” così scrive l’artista Anna Caterina Masotti.

Questa mostra offre un’opportunità unica di prendersi il proprio tempo e di contemplare la bellezza dell’istante, catturato per l’eternità attraverso l’obiettivo fotografico. “A Single Moment” di Anna Caterina Masotti è un invito a vivere con consapevolezza, a trovare la bellezza nell’attimo presente e a celebrare la magia dell’esistere. Non si tratta di perfezione, ma di autenticità e di genuinità. La luce che emana dalle opere dell’artista non abbaglia, ma illumina e crea metafore, regalando al visitatore un’esperienza intima ed emozionale.

ANNA CATERINA MASOTTI

Anna Caterina Masotti nasce negli anni ‘70 a Bologna, dove attualmente vive. Dall’età di 10 anni inizia ad appassionarsi di fotografia: passione trasmessa dalla madre Olga, stilista innovativa che amava fotografare, nel tempo libero, fiori e paesaggi. Nel 2004 ritira assieme al padre Alberto il premio La Kore, Oscar della Moda. Nel 2010, le viene diagnosticato un problema agli occhi per il quale ha dovuto subire diversi interventi chirurgici. Da quel giorno i suoi sensi si modificano e la sua vita ha un inaspettato cambio di percorso. È da questo momento che fotografare diventa una priorità, attraverso una nuova visione che la porta ad esplorare modalità alternative di percezione della luce.


INFORMAZIONI UTILI
 
TITOLO: A Single Moment
DI: Anna Caterina Masotti
A CURA DI: Alessia Locatelli
DOVE: Cripta di San Zama, Via dell’Abbadia 3, Bologna
PREVIEW PER LA STAMPA: 30 gennaio 2024 ore 17.00
OPENING: 30 gennaio 2024 ore 18.00
DATE: Dal 31 gennaio al 4 febbraio 2024
ORARIO CRIPTA: Da mercoledì 31 gennaio a domenica 4 febbraio dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Sabato 3 febbraio dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 22.30
In occasione di ARTE FIERA 2024
IN COLLABORAZIONE CON: Laura Frasca Art Manager di Green Whale Space e l’Associazione Succede Solo a Bologna

INGRESSO GRATUITO

CONTATTI
SITO: www.annacaterinamasotti.com
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FACEBOOK: Anna Caterina Masotti Photographer

UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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Bologna: Maison laviniaturra presenta la mostra “Secret Garden” di Alessandra Calò

In occasione di ARTEFIERA 2024 Maison laviniaturra presenta la mostra di Alessandra Calò

a cura di Serena Ribaudo

Opening sabato 27 gennaio 2024 ore 17:30

Dal 27 gennaio al 22 febbraio 2024

Da martedì al sabato su appuntamento

Maison laviniaturra
Via dei Sabbioni 9, Bologna

In occasione di ARTEFIERA 2024Maison laviniaturra presenta la mostra “Secret Garden” di Alessandra Calò, con la curatela di Serena Ribaudo. Questo evento segna un ulteriore capitolo nella stagione espositiva della Maison laviniaturra, celebre atelier-salotto di moda fondato dalla talentuosa fashion designer Lavinia Turra. La Maison prosegue così la mission di promuovere le artiste donne attraverso una serie di mostre che fondono abilmente l’arte visiva e l’alta moda.

A partire dal 27 gennaio 2024, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi in un universo unico, dove le creazioni sartoriali di Lavinia Turra si fondono armoniosamente con le opere suggestive di Alessandra Calò. La mostra rappresenta un’esperienza sinestetica, un connubio di mondi apparentemente distanti, ma capaci di dialogare in un ambiente che celebra la creatività in tutte le sue sfaccettature.

Secret Garden” di Alessandra Calò si presenta come una “grande opera d’arte” che va oltre i confini temporali e culturali, trasformando il concetto di identità in un messaggio universale. È un invito a esplorare, a guardare oltre le apparenze, a immergersi nel giardino segreto della mente umana e a connettersi con la memoria collettiva che ci unisce tutti, indipendentemente dalle diversità individuali. Alessandra Calò affronta così il concetto di identità e la preziosa connessione con la memoria collettiva.

Come scrive la curatrice Serena Ribaudo: “The Secret Garden, il fascinoso progetto di Alessandra Calò, mi ha riportato alla mente in maniera fulminante alcuni dei versi più celebri del grande pittore e poeta Dante Gabriel Rossetti tratti dal componimento Sudden light: ‘I have been here before, but when or how I cannot tell’. D’altra parte, con Dante Gabriel Rossetti, la Calò condivide molto da vicino lo sguardo di dolcezza, l’incanto, lo spettacolo del femminile. In Secret Garden vediamo sfilare dinanzi ai nostri occhi un firmamento di donne, stelle fuggevoli nell’ evanescenza, nell’incertezza dei loro tratti fisiognomici, del loro vissuto, della loro identità. Altrimenti dimenticate e abbandonate all’ abisso di un greve oblio, vengono invece ri-novellate, ri-magnetizzate; mirabilmente vengono loro donate una nuova fiamma, una nuova storia, un nuovo cuore segreto. All’interno del loro “diorama” in cui la Calò evoca, grazie all’uso sapiente di elementi di natura, un giardino segreto, queste figure femminili sono trasformate in una sorta di nuovo misterioso Mito nel cui palpito, nei cui misteriosi moti, tutte {e perché no? tutti} ci riconosciamo e ci immergiamo sognanti: ‘I have been here before, but when or how I cannot tell’“.

La mostra vuol essere un viaggio nell’interno della mente umana, un giardino segreto che si svela a coloro che sono capaci di andare oltre l’apparenza. Il cuore del progetto è costituito da una raccolta di antiche lastre negative, raffiguranti ritratti femminili, abbinate a piccoli giardini collocati all’interno di un dispositivo. Ma questo è solo l’inizio: ogni donna ritratta nel progetto viene dotata di un nome e di una storia, un’avventura ispirata liberamente ai racconti di grandi scrittrici contemporanee coinvolte nel processo creativo dell’artista. Ciò che emerge è un intreccio unico di storie e identità, una variegata raccolta di donne provenienti da diverse sfere della vita, dalla letteratura alla musica, dalla poesia all’impegno politico e sociale. Queste donne, con background eterogenei e forme d’espressione artistiche differenti, diventano le protagoniste di racconti che si sviluppano come diari personali, rendendo ogni storia straordinariamente attuale e significativa.

ritratti delle donne, raffigurati sulle antiche lastre negative, giungono a noi senza ulteriori dettagli biografici e ci immergono in un viaggio che attraversa due binari paralleli: il tempo reale e l’immaginazione. Questo doppio binario permette al pubblico di sperimentare una nuova modalità di lettura delle opere, lontana dalla necessità di una chiara e fedele interpretazione ancorata all’immagine. La magia sta nell’ascoltare le voci di queste donne, nascoste dietro i ritratti statici, e nell’esplorare l’intimità delle loro esistenze attraverso frammenti di storie che si intrecciano in un percorso collettivo.

Con questa mostra, Alessandra Calò crea un ponte tra passato e presente, tra realtà e immaginazione, offrendo al pubblico l’opportunità di intraprendere un viaggio unico attraverso le storie intime di donne che, seppur appartenenti a un’epoca passata, parlano ancora con forza e attualità.

Lavinia Turra

Nata a Bologna, cresciuta fra donne che tagliavano e cucivano, ha frequentato da bambina antiche sartorie e imparato l’amore per questo lavoro. Il suo mestiere nasce e cresce con l’uso delle mani, che conoscono e usano non solo i colori e le matite, ma soprattutto le stoffe e i tessuti, adoperando forbici, ago e filo. Arriva a questo lavoro attraverso un’attrazione e una lunga strada di “connivenze” e “complicità” legate all’arte, alla pittura, al teatro.

Curiosa per natura, la relazione personale e l’ascolto sono alla base del suo modo di “vestire” perché l’abito, “deve rappresentare la donna e non travestirla”. Nel 2017 fonda Maison laviniaturra, sentendo la necessità di uno spazio che non solo offra ma accolga, come solo una “casa” sa fare. L’apertura della Maison coincide anche con l’inizio della collaborazione creativa con la figlia Cecilia Torsello, rinnovamento e fresca energia del brand.

n prodotto 100% Made in Italy, tessuti di ricerca, forme timeless e dettagli all’avanguardia: Maison laviniaturra propone una propria idea di lusso, legato all’etica di produzione, all’individualità e ispirata alla cultura del bello.

Alessandra Calò

Alessandra Calòartista e fotografa, sperimenta fin dall’inizio della sua carriera l’uso di nuovi linguaggi che le permettono di approfondire tematiche legate alla memoria, all’identità e al linguaggio stesso della fotografia. Pratica dominante nel suo lavoro è il recupero e la reinterpretazione di materiali d’archivio, con i quali non intende attuare una nostalgica evocazione del passato ma proporre una nuova visione della realtà. Pubblicazioni e libri d’artista ricoprono un ruolo fondante nella sua pratica artistica: Secret Garden (Danilo Montanari Editore) ha vinto la menzione al Premio Bastianelli come miglior libro italiano pubblicato nel 2018.

Le sue opere e libri d’artista fanno parte di importanti collezioni (Museo della Tonnara di Favignana, Musei Civici Reggio Emilia, Collezione Maramotti, Donata Pizzi, Artphilein Foundation, MoMA, Met Museum) e sono stati esposti in prestigiose mostre e festival internazionali, tra cui: Fotografia Europea; Circulation(s) Festival de la jeune photographie européenne (Francia); Les Rencontres de la photographie en Gaspésie (Canada); Ras Al Khaimah Fine Art Festival (Emirati Arabi). Vive e lavora a Reggio Emilia.



INFORMAZIONI UTILI
 
TITOLO: Secret Garden
DI: Alessandra Calò
A CURA DI: Serena Ribaudo
DOVE: Maison laviniaturra, via dei Sabbioni 9, Bologna
OPENING: Sabato 27 gennaio 2024 ore 17.30
QUANDO:Dal 27 gennaio al 22 febbraio 2024
ORARI: Dal martedì al sabato, dalle ore 17:00 alle ore 19:00
Su appuntamento. Per visitare la mostra è necessario telefonare al 320 9188304
 
APERTURA SPECIALE IN OCCASIONE DI ART CITY WHITE NIGHT: Sabato 3 febbraio 2024 dalle ore 20.00 alle ore 24.00
 
CONTATTI MAISON LAVINIATURRA
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SITO: maison laviniaturra
 
CONTATTI ALESSANDRA CALÒ
SITO: https://alessandracalo.it/
 
UFFICIO STAMPA: CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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Bologna: In occasione di Artefiera, DO UT DO presenta il tema dell’VIII edizione: la Coscienza

Risacca 900 LD

In occasione di Artefiera 2024, do ut do presenterà in anteprima al pubblico il tema centrale dell’VIII edizione: la Coscienza. Attraverso il potente linguaggio dell’arte, quest’anno do ut do esplorerà la tematica della Coscienza coinvolgendo 13 artisti che metteranno in mostra 24 delle loro opere suddivise in 3 sedi espositive, quali Artefiera, con uno stand curato dall’architetto Mario Cucinella, la Fondazione Cirulli e la Galleria Stefano Forni.

Do ut do, nasce a Bologna nel 2011 nel contesto delle attività di raccolta fondi dell’Associazione Amici della Fondazione Hòspice Seràgnoli, organizzazione non-profit che opera nel campo dell’assistenza, formazione, ricerca e divulgazione della cultura delle cure palliative. Do ut do è un progetto charity di grande rilevanza culturale che unisce arte ed etica proponendo mostre ed eventi dedicati all’arte, architettura, design coinvolgendo artisti di fama internazionale, istituzioni, gallerie, imprese e collezionisti per riflettere su diversi temi legati alla contemporaneità. Oltre a esplorare le ultime tendenze artistiche, do ut do promuove valori etici e sociali, evidenziando come l’arte possa essere uno strumento potente per affrontare questioni cruciali della nostra società. L’intero progetto si basa sul “dare per dare” che si oppone, o quanto meno si discosta da un utilitaristico o egoistico “dare per ricevere”. Nel corso degli anni, do ut do è infatti diventato un catalizzatore di creatività e impegno, connettendo responsabilità e sensibilità, etica ed estetica, dimensione sociale e individuale.

Il fil rouge della nuova edizione, scelto dalla fondatrice e Presidente di do ut do Alessandra D’Innocenzo, ha una natura complessa che sfida ancora la comprensione completa. La Coscienza è infatti un soggetto astratto, la sua natura profonda è ignota e in quanto tale appare misteriosa agli occhi dell’essere umano. Essa è l’origine dell’intenzionalità, della creatività, della libertà e rende possibile trascendere i condizionamenti materiali, elaborare idee astratte, fare scelte deliberate. A tal proposito, Alessandra D’Innocenzo afferma: “La Coscienza? Ognuno deve rispondere per sé, è una questione personale, mutevole e contemporanea a sé stessi. L’Arte ne è testimone”.

ONTANI LUIGI

Tuttavia, è anche una tematica attuale e riconducibile alla concretezza della vita quotidiana. L’Ambasciatrice di questa edizione di do ut do, Karole Vail, direttrice della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e della Fondazione Solomon R. Guggenheim per l’Italia, si è ampiamente espressa e ha dichiarato: Il mondo di oggi è più turbolento che mai, il che rende urgente interrogarsi sul significato di una coscienza morale ed etica, su ciò che crediamo sia giusto e su ciò che si decide sia giusto. Per citare e parafrasare un collega del museo, stiamo attraversando un momento di grandi passioni e di molte urgenze e turbolenze politiche e sociali. In momenti come questi dobbiamo rimanere vigili e sostenere le proteste e le interazioni pacifiche con la garanzia di evitare ogni tipo di violenza, mantenendo il rispetto e una sana dose di empatia per i diversi modi di vivere, le fedi e i codici.”

In merito agli obiettivi della biennale si è espresso il docente e filosofo Sebastiano Maffettone, che ha affermatoL’idea geniale della Presidente di do ut do Alessandra D’Innocenzo è quella di unire nella stessa serie di eventi dedicati all’arte i valori estetici  che, come è naturale, sono alla base della scelta delle opere d’arte e degli eventi sottoposti all’attenzione generale di biennio in biennio  il concetto di dono, l’impegno filantropico e soprattutto, a parer mio, la capacità di farci riflettere su temi fondazionali del nostro tempo. Maffettone ha poi indagato sul tema della coscienza ponendo l’attenzione sull’attualità e sul fenomeno della trasformazione digitaleViviamo infatti una condizione digitale, e non ne conosciamo fino in fondo le conseguenze per la vita, individuale e sociale, di tutti noi. Siamo però convinti che tali conseguenze debbano essere sostenibili dal punto di vista etico, sociale e politico. La coscienza è il punto di controllo di una possibilità del genere.”

Anche il professore Pierpaolo Forte ha analizzato il leit motiv dell’VIII edizione, sviluppando osservazioni filosofiche sul passato fino ad arrivare al presente con il concetto di “coscienza artificiale” e sostenendo che: “La questione della “coscienza artificiale”, l’ipotesi che anche le macchine possano essere, se non proprio consce di sé, “slightly conscious”, “un po’ coscienti” (lo vaticina uno dei creatori di ChatGPT), giacché non è impossibile che vengano dotate di una simil-coscienza, una replica algoritmica, certo, di quella umana, e dunque poco precipua e anche un po’ inquietante; e tuttavia, così come tra gli umani la condizione cosciente è il presupposto per la punibilità, e la consapevolezza e l’accettazione del rischio sono elementi decisivi per distinguere il comportamento colposo da quello doloso, si discute della responsabilità autonoma degli agenti robotici e dell’intelligenza artificiale, un’ipotesi presa molto sul serio dalla Commissione Europea, al lavoro sulla disciplina legale delle attività automatiche e delle loro conseguenze.”

Vera Zamagni, docente di Storia economica all’Università di Bologna, ha condiviso la sua opinione sul tema e dichiara: “Oggi si discute se l’Intelligenza Artificiale mai arriverà alla Coscienza Artificiale. Non credo che ciò possa avvenire, ma se ci si arrivasse, allora l’umanità sarebbe finita. Infatti, si possono sostituire le abilità manuali della persona e persino quelle intellettuali, senza sostituire l’uomo. Ma se si arrivasse a sostituire la coscienza, allora davvero l’uomo diventerà antiquato, come già Günter Anders aveva preconizzato anni addietro. La tecnica avrà vinto e si sarà distrutta l’umanità, senza nemmeno ricorre alla bomba atomica.”

La Coscienza ci confronta con i limiti delle nostre capacità descrittive e ci ricorda che la comprensione definitiva della realtà trascende la portata della scienza.

I 13 artisti che esporranno le loro opere saranno: Luigi OntaniFabrizio CotogniniDanijel ZezeljMaurizio FinottoNino Migliori, Terry PecoraAndrew Holmes Huston, Oliver D’Auria, Rae Martini, Simone PellegriniLuca Maria Castelli e il duo Ornaghi e Prestinari.

Inoltre, quest’anno per la prima volta do ut do darà spazio agli artisti emergenti. Per l’VIII edizione la scelta è ricaduta su Luca Blumer che esporrà la sua opera “Numero di prova 1”, Trittico del quotidiano “Il manifesto” della fine degli anni ’70 su cui sono applicati tessuti di cotone. L’opera si chiama “Numero di prova”, una dicitura che l’editore usava per identificare alcuni numeri del giornale.

Le opere, dopo Artefiera, entreranno ufficialmente nella grande collezione do ut do, per poi essere assegnate a collezionisti o musei a fronte di un contributo di sostegno all’Associazione Amici della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli. L’intero ricavato verrà devoluto alla Fondazione Hospice. Come nelle passate edizioni, infatti, anche per il 2024 do ut do riunirà i generosi contributi di artisti, gallerie e collezionisti per sostenere concretamente la missione della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli dedita all’assistenza e cura di pazienti affetti da malattie inguaribili e delle loro famiglie e alle attività di formazione e ricerca in medicina palliativa all’interno del Campus Bentivoglio.

Anche quest’anno è prevista una pubblicazione dedicata al tema dell’edizione in corso. Il volume dal titolo “Un fatto di coscienza”, oltre alle 24 opere, raccoglierà più di 100 contributi di personaggi della contemporaneità che si distinguono nell’ambiente lavorativo e sociale in cui vivono. Artisti, curatori, collezionisti, critici d’arte, direttori museali, professori universitari, attori, scrittori e autorità con dettagli, approfondimenti e spunti di riflessione sul tema della coscienza.

Do ut do 2024 è stato realizzato anche grazie al sostegno di Banca di Bologna, Mario Cucinella Architects, Art Defender, Labanti e Nanni, Legatoria Carfi, Casa Editrice Persiani, Radio Sata, Galleria Continua. Si ringrazia: Arte Fiera, Fondazione Cirulli e Galleria Stefano Forni.


INFORMAZIONI UTILI
 
DOVE:
Artefiera – Padiglioni 26, stand B102, dal 1 al 4 febbraio 2024
Galleria Stefano Forni – Piazza Cavour, 2 (BO), dall’1 al 4 febbraio
Fondazione Cirulli – Via Emilia, 275, San Lazzaro di Savena (BO), dall’1 al 4 febbraio
 
Per informazioni su orari e biglietti di ingresso alla fiera si rimanda al sito www.artefiera.it/
 
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Bologna, CHEAP: con RECLAIM POETRY la poesia riecheggia sui poster in giro per la città

Il diritto alla poesia come esperienza quotidiana.

Una nuova campagna su strada a Bologna, realizzata con Patto per la Lettura: le parole di oltre 30 poetə riecheggiano sui poster in giro per la città, un invito a frequentare la poesia e la sua funzione sociale, attingendo al grande patrimonio delle biblioteche pubbliche.

Archiviata l’esperienza di grande successo dell’infestazione temporanea avvenuta nelle sale del MAMbo, “SABOTATE con grazia”, CHEAP presenta un nuovo intervento inedito, realizzato per Patto per la Lettura di Bologna, la rete coordinata dal Comune di Bologna / Settore Biblioteche e Welfare Culturale che promuove libri, attività, servizi, voci, progetti, luoghi, occasioni, incontri intorno alla lettura nel territorio.

Quest’anno i manifesti di CHEAP,  il progetto di arte pubblica su poster, portano nello spazio pubblico “RECLAIM POETRY – il diritto alla poesia come esperienza quotidiana”. Con questa campagna, CHEAP e Patto per la lettura intendono esplicitare la funzione sociale della poesia, connotare la lettura come esperienza collettiva, decostruire lo stereotipo della lettura come fatto individuale, invitare a riscoprire la poesia attingendo gratuitamente al patrimonio depositato nelle Biblioteche di Bologna, dichiarare la poesia come diritto nell’esperienza quotidiana di tutt*.

Nelle biblioteche è conservato un patrimonio simbolico anche sotto forma di poesia: il progetto di CHEAP per il Patto per la Lettura di Bologna invita a riscoprire un genere a volte poco frequentato, sottolineandone il carattere contemporaneo, le inclinazioni politiche, la natura sociale, la semantica transfemminista. RECLAIM POETRY è, in questo senso, la rivendicazione di una parola poetica radicale.

“Le biblioteche che immaginiamo sono spazi pubblici a cui accedere per diritto, in controtendenza alle dinamiche di privilegio ed esclusione che permeano ogni aspetto della nostra vita sociale. Luoghi in cui sono a portata di mano i saperi, cioè quegli strumenti indispensabili per produrci nell’atto di ragione del prendere una posizioneGate tra il passato e il futuro, sono archivi che dovremmo attraversare per riformulare nuovi immaginari” – commenta CHEAP – “Da questa visione parte il nostro invito a riscoprire le biblioteche, a frequentare la poesia e leggerla come parola contemporanea, capace di raccontare il nostro tempo in maniera radicale”.

Le parole di RECLAIM POETRY sono quelle di: Antonella Anedda – Margaret Atwood – Silvia Bre – Chandra Livia Candiani – Upile Chisala – Cristina Torres Càceres – Diletta D’Angelo – Parwana Fayyaz – Mariangela Gualtieri – Wissal Houbabi – Mohja Kahf – Viola Lo Moro – Meena Kandasamy – Jamila Woods – Maram al-Masri – Simone Marcelli Pitzalis – Roberta Marrero – Klaus Miser – Nikki Giovanni – Stella Nyanzi – Ama Asantewa Diaka – Karen Press – Laura Pugno – June Scialpi – Arundhathi Subramaniam – Kae Tempest – Ida Vitale – Warsan Shire.

I luoghi di RECLAIM POETRY, 55 bacheche, tra centro città, prime periferie e colli: Corte Galluzzi – Via Cà Selvatica – Via del Pratello – Via Irnerio – Via Laura Bassi – Via Sant’Isaia – Via Ugo Bassi – Via Zamboni – Via di Casaglia – Via Mascarella – Via Marchesana – Via San Felice.


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Rovigo: Celebrazioni per il centenario della morte di GIACOMO MATTEOTTI

Il 10 giugno 1924, Giacomo Matteotti, giovane deputato socialista rodigino, veniva brutalmente assassinato da 5 squadristi fascisti.  Ad essere colpito a morte fu il più coraggioso oppositore del regime fascista, l’uomo che aveva avuto il coraggio e la dirittura morale di condannare i brogli elettorali messi in atto dalla dittatura e la corruzione presente nel Governo presieduto da Benito Mussolini.

Nel Centenario di quell’omicidio politico, atto che rimane tra quelli che hanno fatto la Storia italiana del Novecento, il Polesine, terra natale di Matteotti, ne ricorda la figura, ne rinnova l’insegnamento morale e rievoca la sua vicenda umana e politica riconducendola a “memo” ed esempio per l’oggi.

A Rovigo, per coordinare le Celebrazioni si è costituito un Comitato Provinciale, presieduto dal Sindaco di Fratta Polesine, comune natale di Matteotti, che riunisce più di 40 istituzioni, realtà associative e culturali.

Al Comitato si sono attivamente affiancate la Regione del Veneto e la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Quest’ultima si è assunta l’onere del completo restyling della Casa Museo di Matteotti a Fratta Polesine e del finanziamento di una mostra commemorativa programmata in Palazzo Roncale, a Rovigo.

In previsione del Centenario, l’attività del Comitato Provinciale   ha preso il via già da due anni, con un ricco  programma di incontri, iniziative rivolte all’intera popolazione, altre alle fasce giovanili, altre a pubblici specializzati, condotte in modo capillare in tutto il territorio polesano ma non solo. In questi anni il Comitato si è fatto promotore di una intensa attività scientifica con convegni e ricerche condotte con le Università di Ferrara e Padova.

L’angolo tra il Lungotevere e via Scialoia dove l’auto dei sicari attendeva il passaggio di Matteotti.

Vivace e molto importante il lavoro avviato, e che continua, con le scuole intorno a “Pensiero che non muore”. Con il Ministero della Pubblica Istruzione si è consolidato il Concorso Nazionale Matteotti per le scuole. Attività che fanno riferimento alla Casa Museo di Fratta.

Il Centenario è occasione anche per la creazione di una banca dati delle fonti amministrative polesane presenti all’Archivio di Stato di Rovigo: una documentazione ancora inedita che permetterà di approfondire la visione matteottiana sull’ente locale come primo spazio di partecipazione democratica.  Questo progetto è realizzato con la collaborazione della   Fondazione Anna A. Kuliscioff di Milano, Fondazione con cui sarà realizzato anche un fumetto sul giovane Matteotti e un board game (realizzato dall’Archivio di Stato di Rovigo) per i ragazzi, entrambi strumenti distribuiti alle scuole dell’intero territorio nazionale. Il fittissimo programma del Comitato continua con spettacoli, lezioni multimediali, cicli di poesia e musica… Ma altre iniziative sono in cantiere e saranno attivate non appena perverranno i finanziamenti previsti dalla “Legge Segre” per il Centenario già approvata dal Parlamento.

Nel Centenario, a Rovigo la figura di Matteotti verrà ricordata da una originale mostra curata dal professor Stefano Caretti, tra i massimi studiosi di Matteotti e di storia del socialismo, docente di Storia contemporanea all’Università di Siena.  La mostra sarà in Palazzo Roncale, a Rovigo, dal 6 aprile al 7 luglio 2024. A promuoverla sono il Comitato Provinciale per il Centenario di Matteotti, la Regione del Veneto, con il sostegno di Fondazione Cariparo, la collaborazione della Direzione Musei regionali Veneto del Ministero della Cultura e il  patrocinio del  Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della morte di Giacomo Matteotti, della  Fondazione di studi storici “Filippo Turati” di Firenze e della Fondazione Giacomo Matteotti  di Roma. Attraverso un percorso di immagini e documenti la mostra su Matteotti intende offrire al contempo informazione e formazione al pubblico più vasto e soprattutto ai giovani. Può raccontare di Giacomo Matteotti, con l’immediato ed efficace linguaggio delle immagini, la famiglia, il profilo umano, gli studi, la militanza politica, la guerra e il difficile dopoguerra, le battaglie parlamentari, lo scontro frontale con il fascismo condotto sino all’estremo sacrificio.  Può restituirci a un secolo di distanza, senza retorica e senza ideologismi, la storia di un uomo libero, che del suo amore per la libertà ha reso testimonianza estrema.

Il completo restyling della Casa Museo Matteotti a Fratta Polesine è promosso e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in accordo con il Comune di Fratta Polesine e l’Accademia dei Concordi di Rovigo, oggi proprietaria dello storico edificio, riconosciuto come Monumento Nazionale.

La Lancia Kappa targata Roma 55-12169 usata da Dumini, Volpi, Viola, Malacria e Poveromo per il sequestro di Giacomo Matteotti

La progettazione del nuovo volto della Casa Museo è stata affidata allo studio di architettura 120grammi, mentre il ripensamento e aggiornamento del percorso narrativo a Luca Molinari Studio, team curatoriale guidato dal professor Luca Molinari, ordinario di Teoria e Progettazione dell’Architettura presso la Seconda Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, con la supervisione storica del professor Giampaolo Romanato, presidente del Comitato Scientifico della Casa Museo.

Lo spazio della Casa Museo sarà un luogo di riflessione sulle immagini di un Paese in uno dei momenti più critici della sua storia e per la lettura critica e potente della figura centrale di Giacomo Matteotti per la storia italiana contemporanea.

Un’attenzione particolare sarà riservata anche al grande giardino di Casa Matteotti, proposto come luogo di introduzione al percorso museale, ma anche di riflessione e approfondimento, grazie alla possibilità offerta al visitatore di soffermarsi tra gli alberi a leggere libri e testi reperibili all’interno della casa.


Ufficio Stampa: Studio ESSECI
Sergio Campagnolo +39 049 663499
Ref. Simone Raddi simone@studioesseci.net

Editoria: “Una morte perbene”, romanzo giallo di Simonetta Ronco

Simonetta Ronco ha tessuto una trama di mistero e suspense nella sua opera “Una Morte per Bene”, portando i lettori in un affascinante viaggio nella Liguria degli anni ’70.
Con un’opera ben scritta e una raffinata capacità di descrivere ambienti e personaggi, l’autrice crea un’atmosfera avvolgente che cattura immediatamente l’attenzione.

Imperia, 1971. Attilio Cernuschi, proprietario del quotidiano locale, viene trovato morto in un bosco.
Delle indagini è incaricato il commissario Luca Traverso, trasferito da poco nella cittadina ligure dopo un procedimento disciplinare.
Traverso affronta l’inchiesta con il preciso scopo di chiarire tutti gli aspetti oscuri di una vicenda che, con il passare dei giorni, diventa sempre più intricata.
La personalità della vittima appare infatti al centro di un sistema di collusioni, favori, complicità fra tutti o quasi i componenti della buona società locale.
Un sistema che ha le sue radici in due omicidi rimasti impuniti, omicidi che Traverso risolverà a poco a poco, con l’aiuto di alcuni dei protagonisti della storia, chiamati a riscattarsi dopo la bufera che si è abbattuta sulle vite di tutti.

“Mi ascolti Anna, il commissario Traverso si sta impegnando molto per scoprire la verità sulla morte di suo padre e io voglio aiutarlo. Le prometto che farò quanto mi è possibile per capire cosa c’è dietro a questa storia e per rispondere alle sue domande. Lei è una brava ragazza, e merita serenità e sicurezza.”

Simonetta Ronco, genovese, è docente universitaria, giornalista e scrittrice.
Appassionata di crimini e misteri ha creato due personaggi di successo: il pianista investigatore Audemars Février, e il commissario veggente Dario Barresi.
“Una morte perbene” è la prima indagine di Luca Traverso, poliziotto anni Settanta, che riporta alla mente le atmosfere di provincia in cui si muovevano attori culto come Lino Ventura e Ugo Tognazzi.

Il romanzo Una morte perbene, dell’autrice Simonetta Ronco è pubblicato dalla casa editrice Edizioni Leucotea.

Disponibile nelle migliori librerie e negli store online. Link acquisto Amazon:


Sara Bontempi
Redattrice editoriale 

Travel Blogger: https://www.iriseperiplotravel.com
Staff Radio Nord Borealis: https://www.radionordborealis.it/ 

Brescia, Museo Diocesano: Adoremus! I capolavori di Natale 2023

Alessandro Bonvicino detto il Moretto, Madonna con il Bambino e un angelo, 1540-1550,
Collezione Museo Diocesano Brescia

MUSEO DIOCESANO DI BRESCIA
DAL 15 DICEMBRE 2023 AL 14 GENNAIO 2024

IN COLLABORAZIONE CON LA QUADRERIA BPER

L’esposizione, che ruota attorno al tema della contemplazione, presenta quattro opere: una icona ortodossa del XIX secolo, l’Adorazione dei pastori di Bernardo Licinio, Madonna col Bambino del Moretto e Madonna con Bambino, San Giorgio e San Nicola da Tolentino di Alessandro Tiarini.

Dal 15 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024, al Museo Diocesano di Brescia torna Adoremus!, la mostra appositamente pensata per il periodo natalizio e realizzata in collaborazione con la quadreria BPER.
Per la sua seconda edizione, Adoremus! ruota attorno al tema della contemplazione e presenta quattro capolavori, due di proprietà del Museo Diocesano di Brescia, uno in deposito alla Fondazione Brescia Musei e uno proveniente dalla quadreria BPER.

Il percorso espositivo si apre con una preziosa icona ortodossa del XIX secolo raffigurante la Natività di Cristo di proprietà delMuseo Diocesano di Brescia. La tavola pone in luce l’unicità della iconografia, ambientando le diverse scene all’interno di tre cavità della stessa montagna. Nella parte centrale la Madre è sdraiata su un letto rosso a fagiolo con accanto il Bambino avvolto in fasce a prefigurazione della morte. Accanto a loro i tre magi, che rappresentano le tre età principali dell’uomo, recano doni. Vediamo poi san Giuseppe seduto con la mano sinistra alla guancia che indica il riflettere sull’eccezionalità del mistero che ha assistito, di fronte a lui il demonio nelle vesti di un pastore che alimenta i suoi pensieri agitati. Nella terza grotta c’è l’episodio del primo bagno di Cristo, con la levatrice che prepara l’acqua e il Bambino nudo, in una scena estremamente umana.

Alessandro Tiarini, Madonna col Bambino, San Giorgio e Nicola da Tolentino (o Sant’Antonio da Padova), 1620 ca.
Collezione BPER Banca, Modena

Adoremus! propone quindi l’Adorazione dei pastori di Bernardino Licinio del 1530 circa, in deposito alla Fondazione Brescia Musei. Un’architettura diroccata fa da quinta all’avvenimento miracoloso, due pastori, mediati da Giuseppe, rendono omaggio alla Madre e al Figlio. La critica sostiene che dietro ai volti dei due uomini si celino dei ritratti, la figura in primo piano, introdotta dal morbido gesto di Giuseppe, potrebbe essere il committente Alessandro Averoldi. La scena è arricchita dalla potenza dell’ambientazione: Licinio ci presenta una natura fiorita, ricca di verdi pascoli. Oltre alla scena in primo piano sullo sfondo si apre l’episodio dell’Annuncio ai pastori, che con il gregge popolano il paesaggio collinare.

La terza opera è Madonna con il Bambino e un angelo di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, dipinto tra il 1540 e il 1550, sempre della collezione del Museo Diocesano di Brescia. La sacra conversazione mette in scena l’angelo che offre una ghirlanda di fiori al Bambino: il dipinto appartiene al filone di opere devozionali di Moretto destinato ad avere una notevole fortuna. Lo schema di derivazione veneziana è perfezionato dal raffinato colorismo, fatto di tinte delicate che accrescono il tono intimo, pacato e l’umana quotidianità della scena.

Completa la rassegna la Madonna con Bambino, San Giorgio e San Nicola da Tolentino di Alessandro Tiarini, 1628 circa, in prestito dalla Quadreria BPER di Modena. L’autore, formatosi alla bottega di Bartolomeo Cesi, è in grado di rendere, attraverso un’esposizione chiara e dettagliata, il significato letterario del testo sacro e di ottenere il coinvolgimento del fedele. Le quattro figure emergono infatti da una profonda penombra e investite dalla luce provenite da sinistra rivolgono sguardi d’adorazione al Bambino benedicente. Il dialogo muto viene amplificato dalla gestualità delicata, ma sapientemente orchestrata, delle figure.


ADOREMUS!
Brescia, Museo Diocesano (via Gasparo da Salò, 13)
15 dicembre 2023 – 14 gennaio 2024
Inaugurazione: venerdì 15 dicembre ore 11.30
 
Orari:
tutti i giorni, 10.00-12.00; 15.00-18.00 | Chiuso il mercoledì
 
Aperture natalizie: chiusi il 25 dicembre, il 1° gennaio 2024, e il pomeriggio del 31 dicembre
 
Ingresso alle collezioni del Museo e alle mostre:
Intero: €8,00; ridotto: €4,00
 
Informazioni: tel. 030.40233; museo@diocesi.brescia.it; www.museodiocesano.brescia.it
 
Museo Diocesano di Brescia
@museodiocesanobrescia |
@MuseoDioc_BS MuseoDiocesanoBsOfficial
#museodiocesanobrescia
 
Museo Diocesano
Eliana Valenti | comunicazione.museo@diocesi.brescia.it
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia | clara.cervia@clp1968.it | Marta Pedroli | marta.pedroli@clp1968.it
T. 02.36755700 | www.clp1968.it

Venezia: Un dipinto riscoperto al Museo Correr – L'”impronta” di Andrea Mantegna

Un dipinto riscoperto del Museo Correr di Venezia

Museo Correr, Venezia
martedì 19 dicembre 2023

UN’IMPORTANTE SCOPERTA NEI DEPOSITI DEL MUSEO CORRER: COMUNE DI VENEZIA, FONDAZIONE MUSEI CIVICI DI VENEZIA E FONDAZIONE G.E. GHIRARDI ONLUS RIPORTANO ALLA LUCE UN DIPINTO CHE RECA LA CHIARA “IMPRONTA” DI ANDREA MANTEGNA

Il dipinto raffigura la Madonna col Bambino, San Giovannino e sei sante; gravemente alterato nel tempo, dopo un lungo e complesso restauro in corso di ultimazione, sarà presto offerto all’analisi e al giudizio degli studiosi che, soprattutto, valuteranno la misura dell’“impronta” lasciata da Mantegna: l’ideazione di composizione e disegno – come ormai evidente – o anche l’esecuzione pittorica “di sua mano”?

Le risposte, si conta, giungeranno dalla collaborazione delle due fondazioni, col concorso della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti per il Comune di Venezia e Laguna; infatti, durante il 2024 il dipinto sarà iconico oggetto di iniziative espositive, di ricerca e di confronto, programmate tra la Villa Contarini a Piazzola sul Brenta – la città natale del grande pittore – e il Museo Correr di Venezia, la sua futura sede espositiva, oggetto di ampliamento e restyling degli spazi al secondo piano.

Fondazione Musei Civici di Venezia ha tra i compiti principali, affidatele nel 2008 dal Comune di Venezia, conservare e valorizzare l’immenso patrimonio storico-artistico pertinente agli 11 musei civici; ben compresa la parte delle collezioni che, per varie ragioni non esposta, è pure attentamente custodita nei depositi. È qui che il continuo lavoro di studio e restauro condotto da responsabili e conservatori della Fondazione ha spesso fruttato vere eccezionali scoperte. Come i casi recenti di ben tre dipinti, presenti nei depositi del Museo Correr e mai considerati per alterate condizioni o errati giudizi del passato, oggi finalmente riconosciuti come autentici capolavori di Vittore Carpaccio.

Potrebbe essere la stessa felice sorte di un’altra opera dei depositi del Correr: un piccolo dipinto su tavola, Madonna col Bambino Gesù, San Giovanni Battista fanciullo e sei sante, già appartenuto alla favolosa collezione nel 1830 lasciata alla Città da Teodoro Correr; gesto all’origine degli stessi odierni Musei Civici.

Il piccolo dipinto su tavola necessitava di un puntuale e importante restauro, dato che il tempo e le successive ridipinture ne impedivano infatti la piena leggibilità e valutazione. Questo finché l’attuale conservatore del Museo non è riuscito a cogliere chiari segni di qualità pittoriche e compositive straordinariamente alte. Così, ne è iniziato lo studio, anche con sofisticate tecnologie, e il restauro. Grazie al prezioso sostegno della Fondazione G. E. Ghirardi, che ha “scommesso” sull’opera finanziando il restauro, sta oggi emergendo quello che potrebbe essere un vero tesoro nascosto. Il dato subito emerso è che l‘opera, di raffinatissima qualità esecutiva – con i finissimi chiaroscuri accentati con oro zecchino, come nelle più preziose miniature – mostra forte e chiara l’impronta stilistica di uno dei massimi pittori italiani del Rinascimento: Andrea Mantegna. Soprattutto, la stessa singolare scena sacra tutta “al femminile” è pressoché identica a quella di un dipinto oggi conservato nell‘Isabella Stewart Gardner Museum di Boston (USA), attribuito al grande pittore e già nelle celebri collezioni mantovane dei Gonzaga, eseguito su loro prestigiosa committenza negli anni finali del Quattrocento.

I conservatori veneziani hanno già avanzato le prime ipotesi sulla base delle indagini radiografiche e riflettografiche: il disegno rilevabile sotto al colore delinea un tracciato coincidente con il dipinto di Boston, specie in alcuni precisissimi punti. Entrambi i dipinti sembrano dunque essere stati realizzati a partire dallo stesso cartone, forato per trasferire a spolvero i punti guida del disegno sulle due tavole. È conseguente ritenere che le due opere siano state realizzate dal medesimo atelier, a breve distanza di tempo se non in contemporanea; l’artista avrebbe dunque creato due dipinti quasi del tutto identici, solo con qualche piccola ma significativa variante di dettaglio e colore.

Altro dato essenziale emerso da analisi e restauro – ad aumentare ulteriormente mistero e fascino del dipinto riscoperto – è che si tratta di un’opera incompiuta; ossia, dopo un accuratissimo processo creativo, certo lungo e faticoso, per una incognita ragione il pittore ha abbandonato l’opera ad un passo dal termine.

Ma i misteri non finiscono qui: le domande aperte sono chi ne fu il committente o, più verosimilmente, “la” committente (forse una illustre dama Gonzaga), per quale contingente motivo avrebbe richiesto due dipinti uguali e per quali destinatari. E ancora: quale viaggio ha fatto giungere in laguna il dipinto ora ritrovato, quali e quanti passaggi per finire nelle mani dell’insaziabile collezionista Teodoro Correr tra Sette e Ottocento.

Oggi l’opera, quasi integralmente recuperata dal restauro, è presentata in anteprima. Nei prossimi mesi, nel corso del 2024, sarà al centro di varie iniziative espositive, di studio e di approfondimento, programmate in sinergia da Fondazione Musei Civici e Fondazione Ghirardi, tra Piazzola sul Brenta, la città natale di Mantegna, e il Museo Correr di Venezia.

Offerto nuovamente il piccolo dipinto all’ammirazione del pubblico e all’attenzione degli studiosi, questi ultimi potranno tentare di scalfirne gli affascinanti “segreti” sopra accennati, nonché indagare la reale natura e misura della forte, personalissima “impronta” che in esso ha lasciato il grande Mantegna. Dunque, stabilire “come” e “quanto” esso sia opera sua: l’ideazione e il disegno, o addirittura anche l’esecuzione “di sua mano”?

È una grande notizia per Venezia e per la storia dell’arte italiana. Voglio ringraziare tutto il personale della Fondazione che si è impegnato per questo incredibile ritrovamento, di cui attendiamo con fiducia la conferma. Voglio sottolineare quanto sia prezioso, instancabile e unico il lavoro dei Conservatori di Fondazione Musei Civici che, ogni giorno, si prendono cura dell’immenso patrimonio del Comune di Venezia. Come Amministrazione, abbiamo l’onore di aver ricevuto, e continuiamo a ricevere, da persone generose che amano la nostra Città e animate da straordinaria passione civica e civile, opere che il Comune continua a far conoscere, valorizzare e arricchire. Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia

Questa storia incredibile inizia quando un nostro conservatore del museo nel prevedere un intervento di restauro ha colto dalla poco leggibile superficie della tavola dipinta alcuni indizi che potevano celare un’opera dal grande valore artistico. Una storia il cui lieto fine potrebbe restituire alla città un prezioso dipinto. Sono emozionata e orgogliosa di questa scoperta. Ringrazio la Fondazione Ghirardi che con noi ha accettato la scommessa di restaurare l’opera riportando alla luce uno dei tanti tesori nascosti nei nostri depositiMariacristina Gribaudi, Presidente Fondazione Musei Civici di Venezia

La Fondazione Ghirardi – Villa Contarini di Piazzola sul Brenta è ben lieta di essere stata coinvolta in questa iniziativa, che vede il recupero di un’opera di probabile attribuzione ad Andrea Mantegna, illustre cittadino di Piazzola. Nell’ambito delle attività di promozione culturale, nei vari campi del sapere in particolare dell’arte, della musica e delle scienze mediche, la Fondazione si distingue per l’attenzione che ha sempre dato alla valorizzazione del proprio territorio.

Non si deve dimenticare che Piazzola sul Brenta e Villa Contarini sono centri importanti della vita culturale della Repubblica di Venezia, fin da quando la Villa venne valorizzata dal Doge Contarini ed utilizzata, non solo per la promozione di iniziative musicali, ma anche quale centro importante di incontri a livello diplomatico internazionale. La partecipazione all’iniziativa promossa dai Musei Civici Veneziani è, pertanto, pienamente nella linea della sua tradizione che ci auguriamo possa a lungo proseguire anche per la valorizzazione del suo territorio in sintonia con le Istituzioni veneziane. Giorgio Orsoni, Presidente Fondazione G.E. Ghirardi Onlus

Courtesy Fondazione Musei Civici Venezia. Photo Elisa Chesini

Andrea Mantegna (Isola di Carturo – oggi Isola Mantegna 1431 – Mantova, 13 settembre 1506); nativo di un piccolo villaggio dell’alto Padovano, sulla riva occidentale del Brenta, è stato pittore, incisore e miniaturista. Formatosi a Padova, sposò Nicolosia, sorella di Giovanni Bellini. Stabilitosi nel 1460 a Mantova, fu il grande artista di corte dei Gonzaga. Primo “classicista” della pittura, per tutta la seconda metà del Quattrocento fu l’indiscusso capo-scuola dell’arte rinascimentale nel nord Italia.


Dipinto a tempera, olio e oro su tavola (cm 38×44,5); 1490 – 1495 ca.

Il dipinto rappresenta il tema della Sacra Conversazione: la Madonna e il bambino Gesù in muto dialogo spirituale con San Giovanni Battista fanciullo e sei sante. Dal punto di vista strettamente iconografico, il soggetto sembra legarsi al tema figurativo fiammingo della Virgo inter virgines, vivo soprattutto nelle corti di Francia e Borgogna del secolo XV. Le figure – tutte e solo donne, ad eccezione dei due fanciulli – sono disposte a semicerchio, alcune sedute, altre inginocchiate su di un chiaro terreno, al limitare di un retrostante prato e con un profondo paesaggio aperto alle loro spalle. Una scoscesa quinta rocciosa bruno-scura è sulla sinistra, mentre al centro e verso destra serpeggia un largo fiume, oltre al quale più lontane e chiare quinte montuose fiancheggiano un dosso collinare punteggiato di piccoli alberi frondosi, sopra al quale si apre l’unico limitato spazio di cielo. Minuscole figure popolano il paesaggio: sulla cima del rilievo roccioso a sinistra si scorge San Girolamo eremita penitente con il leone; il fiume è guadato da San Cristoforo col piccolo Gesù sulle spalle; sulla opposta riva del fiume San Giorgio a cavallo combatte il drago; non lontane, pure sulla riva, vi sono minuscole figurine di uomini.

Delle sei sante, formanti l’insolito sacro gineceo, sono identificabili solo Elisabetta, anziana e ammantata e Maria Maddalena, coi lunghi capelli biondi, le prime a sinistra della Madonna. Esse, come la ignota santa a destra della Vergine, portano i panni all’antica della secolare tradizione figurativa cristiana. Invece, le altre tre ignote figure, una all’estrema destra, altre due verso il margine sinistro, vestono in ricchi ed elaborati abiti contemporanei e sfoggiano ricercate acconciature, secondo la moda delle corti italiane databile precisamente intorno al 1490. Possono esse alludere a “ritratti” di gentildonne realmente esistite, poste a impersonare sante o beate col loro stesso nome? Potrebbe tra esse celarsi la celebre Isabella d’Este, giunta a Mantova giovane sposa del marchese Francesco Gonzaga proprio nel 1490? Domande affascinanti, per il momento senza risposta certa.


Contatti per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
In collaborazione con 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
roberta@studioesseci.net
simone@studioesseci.net

Bolzano, Rebirth-day 2023 | Wishbox – Piani di ascolto a cura di Spazio5 Openspace

A cura di Spazio5 Openspace

21 dicembre 2023 ore 11.00
Liceo Pascoli – Bolzano

22 dicembre 2023 ore 11.00
Piazzetta Anne Frank – Bolzano

WISHBOX è un’azione culturale che nasce nell’ambito del progetto CUBE, ambiente di riflessione e benessere impostato per intercettare risonanze emotive degli spettatori e offrire spunti di meditazione su determinati stati emotivi. Il box, immaginato come uno spazio di protezione, diffonde suoni, silenzio, voce e proiezioni multimediali; un luogo di raccoglimento e un tempo per vivere un’esperienza sensoriale. 

Attivato nel 2022 in sinergia con l’azione di sviluppo culturale di comunità PIANI D’ASCOLTO, il progetto ha coinvolto gli studenti del Liceo Artistico Pascoli di Bolzano e gli abitanti del quartiere Oltrisarco-Aslago. Proseguito con una presentazione a Spazio Macello attraverso la realizzazione di un ambiente sonoro di testi poetici dell’autore e regista Manuel Canelles con la voce dell’attrice Alessandra Limetti, il progetto si evolve ora nell’azione culturale WISHBOX, una scatola di desideri, appunto, una sperimentazione di distribuzione poetica attraverso un contenitore di sogni, poesie e pensieri positivi. In un’epoca segnata da conflitti su larga scala e capillari tensioni quotidiane o apprensioni legate a una perdurante condizione di precarietà, WISHBOX offre a ciascuno la possibilità di essere raggiunto da (e al contempo stesso di donare) parole di conforto, cura, gentilezza, attenzione. 

Per l’occasione è stato invitato Nazario Zambaldi – artista e insegnante del liceo Pascoli – che ha immaginato un “cubo infinito”, una versione particolare del cubo di Rubik, in cui i colori dei nove quadrati che compongono le facce del cubo sono anch’essi nove anziché sei, aprendo all’infinito il tentativo di creare facce di uno stesso colore.

Il 21 dicembre 2023 alle ore 11.00 nel piazzale d’ingresso della scuola, in occasione del RebirthDay del Terzo Paradiso, i partecipanti (studenti del liceo e abitanti del quartiere) saranno accompagnati dall’attrice Alessandra Limetti e dal docente Andrea Oradini bendati all’interno della struttura per ascoltare le tracce audio diffuse attraverso cuffie audio appositamente predisposte. Al contempo stesso potranno registrare confidenze e desideri che saranno inserite in tempo (quasi) reale nella pagina web dedicata, considerata un’ulteriore faccia del cubo. A completamento dell’installazione relazionale, saranno inoltre distribuite delle cartoline / stickers di nove colori con relativi QrCode che rimandano all’ascolto dei testi sonori.

Il 22 dicembre il cubo sarà trasportato in un corteo di studenti lungo la passeggiata ciclabile che dalla scuola, attraverso il parco Europa, giunge al quartiere Casanova, dove alle ore 11.00 in collaborazione con le Officine Vispa sarà ripetuta l’esperienza con abitanti del quartiere nella piazzetta Anne Frank, sia con l’ascolto delle poesie all’interno del cubo che con la registrazione delle voci che esprimono i desideri del quartiere.

Wishbox è un progetto ideato da Manuel Canelles, in collaborazione con il Liceo Pascoli, la webradio del liceo RadiopascoliWeb, Cineclub Bolzano, Officine Vispa, Teatro Pratiko, Lucia Andergassen, Alessandra Limetti, Cristina Nicchiotti, Andrea Oradini, Nazario Zambaldi.


INFO

Rebirth-day 2023

Wishbox
Wishbox – Piani di ascolto
A cura di Spazio5 Openspace
Da un’idea di Manuel Canelles
Con Alessandra Limetti e Nazario Zambaldi
In collaborazione con: Liceo Pascoli, webradio del liceo RadiopascoliWeb, Cineclub Bolzano, Officine Vispa, Teatro Pratiko, Lucia Andergassen, Cristina Nicchiotti, Andrea Oradini

21 dicembre 2023 ore 11.00
Liceo Pascoli – Bolzano


22 dicembre 2023 ore 11.00
Piazzetta Anne Frank – Bolzano


Contatti e info
Cube | spazio5 
www.spazio5.net/cube

Teatro PraTIko
info@teatropratico.it
tel. 3296768999

Comunicazione
Roberta Melasecca
Ambasciatrice Rebirth Terzo Paradiso

tel. 3494945612
roberta.melasecca@gmail.com