Picasso – Quanti aneddoti curiosi sono rimasti nell’immaginario

Fotografia ritratto di Pablo Picasso, 1908

Molti sono gli aneddoti curiosi che delineano il carattere di personaggi famosi. Su Picasso se ne raccontano una miriade. Nel corso della sua vasta carriera, durata oltre ottant’anni, ha esplorato infatti vari stili artistici – tra cui cubismo, surrealismo ed espressionismo – lasciando un segno indelebile nella storia dell’arte moderna, ma anche nell’immaginario. Non è dunque della sua arte che scriveremo in questa pagina, quanto della sua umanità ricca di risvolti sorprendenti.

Un giorno, Picasso stava passeggiando per le strade di Parigi quando vide un uomo che vendeva dei quadri. Erano di scarsa qualità, ma Picasso, da uomo generoso, decise di comprarne uno. Molto felice di vendere il quadro al famoso artista il commerciante gli disse: “Grazie, signor Picasso. Questo quadro è un’opera d’arte autentica, mi creda. È stato dipinto da un mio amico che è un artista di grande talento.”

Picasso sorrise e rispose: “Certo, ne sono consapevole. Sono io l’artista.”
L’uomo rimase stupito e chiese: “Ma come è possibile? In verità l’ho dipinto io stesso.”
Picasso rispose: “Sì, questo lo so. Ma sono stato io l’ho creato.”
L’uomo non capì a cosa l’artista si stesse riferendo, ma non osò contraddirlo. Si limitò soltanto a sorridere e a ringraziarlo ancora una volta per aver comprato il suo quadro.
Dopotutto, Picasso era sempre pronto a riconoscere le capacità degli altri, anche quelli meno talentuosi di lui.

Un altro aneddoto? Eccolo: Picasso era un uomo molto esigente. Un giorno, stava lavorando a un nuovo dipinto quando un amico venne a trovarlo nel suo studio. L’amico guardò il quadro e disse: “Mi piace molto: è davvero molto bello!”
Picasso, però, poco soddisfatto, rispose: “Non è ancora pronto. Ci sono ancora troppi dettagli da sistemare.”
L’amico rimase sorpreso e insistette: “Ma è già perfetto!”
“Perfetto? No, non è ancora perfetto. Non sarà perfetto finché non sarà esattamente come lo vedo nella mia mente.”

È chiaro che Picasso, nel suo lavoro, non si accontentava mai e che cercava sempre qualcosa di più. Come quando, conversando con un gruppo di amici, uno di loro gli domandò quanto tempo ci mettesse a dipingere un’opera. Picasso rispose: “Dipende. Se lo faccio per me, ci metto un’ora. Se lo faccio per un ricco collezionista, ci metto una settimana. E se lo faccio per un museo, ci metto un anno.”

L’ironia e il disincanto nei confronti del mondo dell’arte non gli mancavano di certo. Era, infatti, cosciente che il suo valore era determinato dal mercato, e che le sue opere valevano di più se erano destinate a collezionisti facoltosi o a musei.

Un ultimo aneddoto curioso su Picasso riguarda la sua passione non solo per la pittura ma anche per il gioco d’azzardo. Era un giocatore incallito, e spesso perdeva grandi somme di denaro al tavolo verde. Una volta, si dice che perse una partita di poker con un ricco industriale americano. L’industriale, saputo che il giocatore battuto era il famoso Picasso, gli chiese in cambio un suo lavoro. Picasso accettò, e schizzò un’opera in pochi minuti. Lo intitolò “La Femme au chien”, e da questo disegno trasse uno dei suoi più celebri dipinti, nel quale ha ritratto la seconda moglie, Jacqueline Roque, e il loro cane Kaboul, un levriero afgano.

Pablo Picasso, Femme au Chien (Donna con cane) olio su tela, 1962

Questi non sono che pochi esempi dei tanti aneddoti curiosi che si raccontano su Picasso. L’artista spagnolo era un uomo complesso e affascinante, e le sue storie sono sempre divertenti e istruttive.


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