Il Museo MA*GA di Gallarate (VA) accoglie due mostre dedicate ai linguaggi del colore

Irma Blank, Il corpo del silenzio, 1984

GALLARATE (VA) – MUSEO MA*GA

8 OTTOBRE – 4 DICEMBRE 2022

DUE MOSTRE DEDICATE AI LINGUAGGI DEL COLORE:

I COLORI SCAPPANO SEMPRE

UMBERTO CICERI. LA FORMA DEL RITMO

Le rassegne si aprono in occasione della 18^ Giornata del contemporaneo di AMACI, in programma sabato 8 ottobre

ad ingresso gratuito

A cura di Alessandro Castiglioni

Le due rassegne, curate da Alessandro Castiglioni, si aprono in occasione della 18^ Giornata del contemporaneo di AMACI – Associazione Musei Arte Contemporanea Italiani.

“Il rilancio di Duemilalibri – afferma Claudia Mazzetti, assessore alle Attività Formative del Comune di Gallarate – accompagna questo allestimento del Museo che per l’occasione, durante il festival, sarà a ingresso gratuito. Invitiamo così tutti i cittadini a partecipare alle attività culturali della Città in modo libero e gratuito e come occasione di formazione, approfondimento ma anche svago e aggregazione”.

La prima, dal titolo I colori scappano sempre propone il nuovo allestimento della collezione del MA*GA, rimodulato proprio seguendo la linea e il ritmo del colore.

Due specifici approfondimenti si articolano attraverso gli spazi del museo, mettendo in luce alcuni episodi fondamentali della storia dell’arte italiana dal secondo Novecento a oggi.

Il primo è riservato al rapporto tra astrazione geometrica e progettazione, dal Movimento Arte Concreta al design di anni cinquanta e sessanta, con opere di Soldati, Prampolini, Munari e oggetti di design di Campi, Magistretti e Sottsass.

Il secondo si sofferma sulle possibili declinazioni dell’idea di colore come linguaggio, dagli aspetti più segnici a quelli di matrice concettuale caratteristici di movimenti come la Pittura Analitica, fino alle sperimentazioni più contemporanee di autori quali Griffa, Blank, Isgrò e Vitone.

Il titolo dell’esposizione trae ispirazione da una riflessione di Ettore Sottsass che affermava che “i colori scappano sempre da tutte le parti, scappano al rallentatore come le parole, che scappano sempre, come la poesia che non si può mai tenere nelle mani, come i racconti belli, i colori scappano da tutte le parti, non si riescono mai a fermare”.

La seconda è la personale dell’artista e designer Umberto Ciceri (1961), dal titolo La forma del ritmo, al MA*GA e all’aeroporto Internazionale di Malpensa, T1.

Il progetto espositivo si concentra sulla produzione astratto–analitica di Ciceri, che prende le mosse dal Manifesto Realista (1920) di Naum Gabo per approfondire le sperimentazioni cromatiche caratterizzate dall’uso sperimentale di superfici lenticolari.

“I visitatori – afferma Umberto Ciceri – si muoveranno continuamente, produrranno da soli le associazioni necessarie, troveranno il loro ritmo: gli articoli della Dichiarazione dei Diritti Umani che si susseguono, i corpi che si agitano, i canti regolati da codici geometrici, i colori sulla soglia dell’invisibilità, le opere intarsiate composte secondo regole contrappuntistiche, tutto entrerà in risonanza, proponendo un’atmosfera percettiva contemplativa e sospesa”.

La pratica di Umberto Ciceri si concentra su studi di carattere percettivo e cromatico attorno l’ottica, la struttura chimica dei colori e dei processi neurofisiologici di ricezione delle immagini.

Il suo lavoro è stato ospitato da istituzioni come la Kunstverein Friedberg, il Museo Marino Marini, il Museo Nazionale del Bargello, la Reggia di Caserta, l’Istituto Italiano di Cultura di Hong Kong. Come textile designer e stylist ha lavorato con i più importanti brand di moda quali Gucci, Gianfranco Ferré, Moschino,  J.P. Gaultier, Armani.

Il percorso espositivo si completa con la sezione allestita all’interno delle sale Via Milano Lounge all’aeroporto di Milano Malpensa T1.

La mostra è realizzata grazie al supporto di Movie Skin e Liquid art system.

Ricola, per il quinto anno consecutivo, affiancherà come partner istituzionale il museo gallaratese sostenendo la programmazione espositiva e tutte le attività culturali in programma. L’azienda svizzera – produttrice delle benefiche caramelle alle 13 erbe – conferma la grande attenzione che da sempre mostra nei confronti dell’arte e della cultura come strumento di crescita e condivisione.

Anche l’azienda gallaratese Lamberti S.p.A. conferma il suo sostegno al MA*GA, dimostrando il continuo impegno nella valorizzazione culturale del territorio e la vicinanza, ormai consolidata, al Museo della città.


INFO

I COLORI SCAPPANO SEMPRE
UMBERTO CICERI. LA FORMA DEL RITMO
Gallarate (VA), Museo MA*GA (vie E. De Magri 1)
8 ottobre – 4 dicembre 2022

Inaugurazione: sabato 8 ottobre 2022, dalle 18.00 alle 21.00 (ingresso gratuito)

Orari:
martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: ore 10.00 – 18.00
sabato e domenica: 11.00 – 19.00

Ingresso:
Intero: €6,00; ridotto: €4,00

Museo MA*GA
info@museomaga.it
www.museomaga.it

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco | T +39 02 36755700
anna.defrancesco@clp1968.it

Padova: alla libreria La-Feltrinelli presentazione del libro “Il viaggio della Dandola” di Stefano Caroldi

Lunedì 17 ottobre 2022 alle ore 18.00 presso la libreria laFeltrinelli a Padova sarà presentato Il viaggio della Dandola, il nuovo giallo di Stefano Caroldi edito da Pendragon, quarto capitolo della saga dei Davanzo. Dopo il successo de Allo studio del Bo (Pendragon 2014), Il lazzaretto galleggiante (Pendragon 2017) e La barena dei sette morti (Pendragon 2020), Caroldi propone un romanzo frutto di una sintesi tra studio, esperienza personale e invenzione. Durante l’evento, l’autore Stefano Caroldi dialogherà con la giornalista Ines Thomas.

Presentazione del libro

“Il viaggio della Dandola”

di Stefano Caroldi edito da Pendragon

Lunedì 17 ottobre ore 18.00

Presso libreria laFeltrinelli – via S. Francesco 7, Padova

Copertina del romanzo

Il racconto è ambientato nella seconda metà del Cinquecento e si svolge su una grande nave da mercato, la Dandola, che salpa dal Golfo di Venezia diretto verso l’isola di Candia. A bordo dell’imponente imbarcazione, che trasporta un prezioso carico d’armi, è presente una bizzarra selezione di personaggi, in gran parte legati tra loro per ragioni affettive o di interesse. Tra questi, Nicola Davanzo, ricco cittadino veneziano, finanziatore dell’operazione, partito sulle tracce del suo amore perduto, Stilla, scomparsa da anni, di cui ha ricevuto notizie insperate; con lui, lo sfaccendato e intemperante Vettore Malipiero, amico di vecchia data, più prosaicamente dedito alle grazie della conturbante siriana Amina. E poi il nobile Sebastiano Polani, allontanato da Venezia dal fratello senatore per il suo carattere troppo focoso, con la sua concubina Clio, bella cipriota che ha un rapporto ambiguo con Amina; David ben Tubal, influente personaggio al servizio del sultano; Gasparo, diplomatico, spia della Serenissima, che si innamorerà di Fausto, aspirante dragomanno imbarcatosi con la giovane sposa Nina, la quale resterà a sua volta soggiogata dal fascino di Marco, vice del comandante. All’intreccio di tradimenti, tresche e triangoli che da subito caratterizza il viaggio, si aggiungeranno eventi di ben altra portata: sparizioni, avvelenamenti, navi che si smaterializzano per ricomparire dove non potrebbero essere, corsari, collisioni e altri strani incidenti. Eppure, tutto ha una spiegazione: per risolvere il mistero che si infittisce sempre di più, Nicola dovrà passare attraverso “prove” che mai avrebbe immaginato di dover affrontare.

Siamo nella seconda metà del Cinquecento, una decina d’anni dopo la battaglia di Lepanto, in un periodo storico in cui l’egemonia veneziana in quello che da secoli era considerato come il suo Golfo è in declino, conteso tra grandi potenze quali Austria e Turchia e piccole intriganti repubbliche come Ragugia. Le analogie con ciò che sta accadendo oggi intorno a noi nella lotta tra grandi imperi, veri o presunti, e piccoli stati, spesso usati con cinismo per scopi diversi da quelli dichiarati, emergono lungo tutta la storia.

L’ambientazione storica è basata su una approfondita ricerca bibliografica sia per ciò che riguarda la parte marina, navi e navigazione, che quella di terra, luoghi e città; gli episodi casuali che movimentano la trama del romanzo, invece, sono tratti dalla personale esperienza dell’autore nel corso degli anni passati navigando intorno al mondo in barca a vela. Non mancano i riferimenti a veleni e alla pratica medica del tempo, trattata in maniera più specifica nei precedenti romanzi. Gli studi all’università di Padova, dove ha lavorato anche come ricercatore nel campo della neurotossicologia, sono stati per il Caroldi fonte di ispirazione e scrigno di preziose conoscenze scientifiche.

La mia passione per la storia è stata fondamentale per la ricostruzione della città – afferma l’autore – così come la mia formazione medica. Certo ho attinto molto anche dall’immaginazione cercando di ricreare le atmosfere del tempo. Accanto ai tanti riferimenti reali non manca qualche licenza di fantasia“.

Il linguaggio aulico e ricercato, sia nelle descrizioni che nell’eloquio forbito dei personaggi, rende totale l’immersione nell’epoca. Tutto ciò che accade, anche se non necessariamente vero, è assolutamente verosimile muovendosi in quella realtà che trova la sua dimensione nella magia del possibile.

NOTA BIOGRAFICA SULL’AUTORE

Stefano Caroldi

Stefano Caroldi, nato a Venezia nel 1951, è laureato in Medicina e chirurgia. Ha lavorato come ricercatore presso l’Università degli Studi di Padova prevalentemente nel campo della neurotossicologia. A 45 anni ha abbandonato la sua occupazione principale per seguire un sogno e navigare intorno al mondo, cosa che ha fatto ininterrottamente per dieci anni sulla sua barca a vela, insieme alla moglie e ad amici. Attualmente divide il suo tempo tra terra e mare. Nel 2014 ha pubblicato il suo primo romanzo, Allo studio del Bo, cui hanno fatto seguito Il lazzaretto galleggiante (2017) e La barena dei sette morti (2020), tutti usciti per Pendragon.


INFO UTILI

Prossima uscita del quarto episodio della saga dei Davanzo
Il viaggio della Dandola
AUTORE: Stefano Caroldi
EDITORE: Pendragon
QUANDO: venerdì 8 luglio 2022
PREZZO: € 18,00
ISBN: 9788833644332
Nelle migliori librerie e store online

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Roma: le sale di Palazzo Cipolla ospitano la prima grande esposizione mai realizzata in Italia e dedicata a “RAOUL DUFY. Il pittore della gioia”

Dufy Raoul Paysage de Sicile, Taormine, 1923, Huile sur toile 46×55 cm
MAM Paris
Paris Musées / Musée d’Art Moderne
Droits d’auteur © ADAGP
© Raoul Dufy by SIAE 2022

RAOUL DUFY
Il pittore della gioia

Roma, Palazzo Cipolla
14 ottobre 2022 – 26 febbraio 2023

La pittura, i soggetti e i colori sgargianti saranno i protagonisti della prima grande esposizione in Italia dedicata al grande artista Raoul Dufy, ospitata a Palazzo Cipolla di Roma dal 14 ottobre.

Dufy, il pittore della gioia, della luce e del colore contribuì a cambiare il gusto del pubblico della prima metà del ‘900 adattando le sue innovazioni e la sua vivacità a tutte le arti decorative.

Con 160 opere provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche e private francesi, la mostra percorre l’intera parabola artistica di uno dei più grandi interpreti della storia dell’arte, a cavallo tra impressionismo e fauvismo.

Dal 14 ottobre 2022, le sale di Palazzo Cipolla ospitano la prima grande esposizione mai realizzata in Italia e dedicata a uno dei maestri dell’arte moderna: RAOUL DUFY (Le Havre, 3 giugno 1877 – Forcalquier, 23 marzo 1953).

Autore di opere monumentali come La Fée Electricité (1937 – 1938) – uno dei dipinti più grandi al mondo, di una lunghezza complessiva di 6 metri, composto da 250 pannelli e commissionatogli dalla “Compagnie parisienne de distribution d’électricité” per essere esposto nel Padiglione dell’elettricità al World’s World del 1937 -, Dufy fu un grande pittore, scenografo e disegnatore francese di inizio ‘900 che, per la sua capacità di catturare le atmosfere, i colori e l’intensità della luce e a trasferirli sulle sue tele, divenne – per antonomasia – il pittore della gioia e della luce.

Nacque da una famiglia di modeste condizioni economiche ed ebbe un padre attivo come organista che trasferì in particolare a Raoul la sua stessa passione per la musica, che lui coltivò per tutto il resto della vita trasponendola anche nelle sue opere.
In seguito a una crisi finanziaria della famiglia, nel 1891 il giovane Raoul fu costretto a cercare lavoro a Le Havre.

Nell’ambiente artistico straordinariamente stimolante di Parigi si avvicinò a due maestri dell’impressionismo come Monet e Pissarro ma, nel 1905, lo scandalo dei Fauves gli rivelò una pittura moderna e “di tendenza” che lo portò ad avvicinarsi a Matisse.
Il 1903 fu l’anno della sua prima volta al Salon des Indépendants, nel quale espose fino al 1936 e poi fu accettato nel 1906 al Salon d’Automne (fino al 1943).

La sua attività artistica non conobbe interruzioni e, dal 1910, ampliò la sua attività nel campo delle arti decorative affermandosi con successo in una produzione assai vasta, dalla xilografia alla pittura e alla grafica, dalle ceramiche ai tessuti, dalle illustrazioni alle scenografie. Con un’attività artistica che non conobbe interruzioni fino alla sua morte, tutto ciò gli consentì di recuperare la sua tavolozza squillante, cui sovrappose un tocco grafico vibrante e allusivo.La mostra Raoul Dufy. Il pittore della gioia, con oltre 160 opere tra dipinti, disegni, ceramiche e tessuti provenienti da rinomate collezioni pubbliche e private francesi – come il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris che conserva di Dufy una delle più ricche collezioni, dal Centre PompidouPalais Galliera, la Bibliothèque Forney e la Bibliothèque littéraire Jacques Doucet tutte di Parigi insieme al Musée de la LoireMusée des Tissus et des Arts Décoratifs di Lione, il Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza e al Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles – racconta la vita e l’opera di un artista con lo sguardo sempre rivolto alla modernità, pervaso da una vivacità che ha saputo adattare a tutte le arti decorative, contribuendo a cambiare il gusto del pubblico.Curata da Sophie Krebs, conservatrice generale del patrimonio del museo parigino, la mostra è un viaggio emozionale attraverso i temi prediletti dall’artista, dove le sensazioni visive ridotte all’essenza della realtà, l’utilizzo della composizione, della luce e del colore sono gli elementi emblematici che caratterizzano le sue opere.Suddivisa in 14 sezioni tematiche, la mostra racconta l’intero percorso artistico del pittore francese, attraverso molteplici opere che abbracciano varie tecniche nei diversi decenni del Novecento, dagli inizi fino agli anni Cinquanta, quando Dufy cercò nuovi temi a causa della guerra e della malattia che lo costrinse a rimanere nel suo studio nel sud della Francia.

Un excursus che trova il suo leitmotiv nella violenza cromatica, nella magia di quel colore che diventa elemento indispensabile per la comunicazione di emozioni e stati d’animo.
Un’evoluzione che vede Dufy inizialmente prosecutore di quella tradizione impressionista germogliata con Monet proprio nella sua città natale di Le Havre e poi insieme ai Fauve che, radunati attorno alla figura di Matisse, reagiranno presto alla pittura d’atmosfera e a quel dipingere dominato dalle sensazioni visive, per poi approdare infine ad abbracciare l’austerità cezanniana con la quale le forme, le zone piatte di colori accesi o addirittura violenti sono indipendenti dalla linea che accenna appena a circoscriverle.Onde a V rovesciata, nuvole e un mondo di forme: bagnanti, uccelli, cavalli, paesaggi ispirati sia dalla modernità che dal classicismo.
Sensibile all’aria del proprio tempo, si interessa alla società dell’intrattenimento con le sue corse, le regate, gli spettacoli elitari e popolari al contempo che Dufy riproduce con brio e vivacità.
Un artista alla perenne ricerca di stimoli e sperimentazione, in grado di rendere l’arte impegnata ma allo stesso tempo apparentemente “leggera”, il cui scopo dichiarato era, come scrive la scrittrice americana Gertrude Stein, di arrecare piacere.La mostra, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale per volontà del suo Presidente Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, ideata dal Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Paris Musées e curata da Sophie Krebs, conservatrice generale dello stesso museo parigino.


Catalogo edito da Skira.


INFO
Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Colorno, Parma: Al via nel weekend il ColornoPhotoLife 2022. “Acqua, fonte di vita”

Al via questo fine settimana il ColornoPhotoLife

“Acqua, fonte di vita” è il tema della 13° edizione del festival fotografico parmense che si svolgerà dal 14 al 16 ottobre a Colorno. Nutrito il programma con 20 mostre negli spazi ufficiali e altre 16 in diversi luoghi della cittadina, oltre a incontri, workshop, letture portfolio e fanzine

Prenderà il via venerdì 14 e si concluderà domenica 16 ottobre la 13a edizione del ColornoPhotoLife. Un festival tematico che dalla sua nascita cerca di proporre “radici e nuove frontiere della fotografia”. E che anno dopo anno è sempre più un punto di riferimento per il panorama fotografico nazionale. Il tema di quest’anno è “Acqua, fonte di vita” e come di consueto sarà  l’occasione per gli appassionati di ogni livello di esporre le proprie opere accanto a quelle di maestri che hanno fatto la storia della fotografia e di vedere le tendenze in atto nell’ambito della fotografia nazionale.

Le mostre sono allestite all’interno degli spazi museali dell’Aranciaia, del MUPAC e della Reggia, ma anche in spazi commerciali della cittadina parmense, dove saranno esposti numerosi lavori a portfolio. Il festival, organizzato dal Gruppo Fotografico Color’s Light in collaborazione con Antea Progetti, è patrocinato dal Comune di Colorno, dalla Provincia di Parma, dalla Regione Emilia Romagna, da FIAF (Federazione italiana associazioni fotografiche) ed è sostenuto da Regione Emilia Romagna e Fondazione Cariparma.

Durante le tre giornate clou (e fino al 19 novembre) si alterneranno momenti espositivi di fotografia, proiezione di audiovisivi, presentazioni editoriali, tavoli di letture del proprio portfolio, workshop, concerti musicali e da quest’anno il festival si arricchisce del premio di lettura fanzine Read-Zine, novità assoluta per i festival fotografici italiani.

Il programma del festival è curato da un comitato scientifico di professionisti ed esperti in ambito fotografico: Gigi Montali (Presidente Gruppo Fotografico Color’s Light Colorno), Silvano Bicocchi (Direttore dip. Cultura FIAF), Loredana De Pace (giornalista e curatrice) e Antonella Balestrazzi (Presidente Antea Progetti).

Anche in questa edizione, prestigiose le collaborazioni: Archivio Fondazione 3M, CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione), la rivista Il Fotografo, MUSA fotografia e TTA (Travel Tales Award).

Venerdì 14 alle 21 inaugurazione del festival con presentazione delle mostre fotografiche negli spazi dell’Aranciaia (Piazzale Vittorio Veneto, 12), che rimarranno aperte fino al 13 novembre. Al MUPAC (primo piano Aranciaia) “Piena di grazia” di Ilaria Sagaria, “Love givers” di Simone Cerio, “Cosmi” di Alessandro Gattuso, “Alberto Sordi – L’umanità fragile” e “Il Mississippi di William Ferris”. In Aranciaia (piano terra) la collettiva “Worl Water Day Photo Contest”, “Leaves” di Stefano Sabene e le collettive a tema “L’acqua fonte di vita”.

Sabato 15 alle 11:30 alla Reggia di Colorno verrà presentata e aperta al pubblico la mostra di e con Marco Gualazzini “La crisi del lago Ciad”. Alle 15:30, al Piano Nobile, inaugurazione della mostra “L’Arte di ritrarre gli artisti” di e con Nino Migliori a cura di Sandro Parmiggiani.

Sempre sabato (10 – 12:30, 15 – 18) e domenica 16 (dalle 9:30 alle 12:30) al MUPAC (Aranciaia) 12o premio portfolio “Maria Luigia”: 11a tappa del Portfolio Italia 2022. Ai tavoli di lettura si alterneranno critici fotografici, photoeditor e fotografi rappresentanti del panorama fotografico italiano: Orietta Bay, Federica Berzioli, Silvano Bicocchi, Maria Teresa Cerretelli, Alessandro Gandolfi, Claudia Ioan, Stefania Lasagni, Laura Manione, Massimo Mazzoli, Fulvio Merlak, Antonella Monzoni, Paola Riccardi e Silvia Tampucci.

Ancora sabato al MUPAC (dalle 10:40 alle 12:40 e 14:30 alle 17:30) AV-LAb a cura del DIAF con Laura Mosso, Roberto Puato e Gianni Rossi. Sarà l’occasione sia per sottoporre i propri lavori ai docenti FIAF sia per avere uno scambio con esperti di settore. Visita guidata alle mostre alle 11 con Loredana De Pace e alle 15:30 con Silvano Bicocchi.

Alle 18:30 incontro con il fotografo e critico musicale Guido Harari che presenterà il suo ultimo libro: “Remain in light. 50 anni di fotografie e incontri”. Protagonisti i big della musica ma non solo.

Domenica 16 ottobre alle 10:45 alla Reggia di Colorno presentazione del libro “Drop in – Cadere dentro” di Serafino Fasulo che dialogherà con Antonella Monzoni ed Eleonora Carlesi. A seguire (11:45) presentazione del libro “Concordia” di Alessandro Gandolfi. Dialogherà con il fotografo l’editore di Seipersei, Stefano Vigni.

Sempre domenica al MUPAC (9:30 12:30) premio di lettura fanzine Read-Zine, un tavolo di lettura fanzine composto da Loredana De Pace, Valeria Foschetti e Lorenzo Caleca. Dalle 15 presentazione dei seguenti libri fotografici: “Love Givers” di Simone Cerio, vincitore del premio fotografico “Umane Tracce”, a cura e con Paola Riccardi; alle 15:30 “L’uomo Fotografico” di Fabiola di Maggio, a cura di Silvano Bicocchi; alle 16:15 “I sentimenti dell’acqua”,talk con la visual artist milanese elsa lamartina, a cura di Loredana De Pace; alle 17 “Sangue Muto” di Anna Campanini, dove interverranno Paolo Barbaro e Laura Manione.Infine alle 18  Premio Read-Zine e Premio Portfolio Italia / Maria Luigia.

Nei giorni del festival sarà attivo il Bookshop a cura di “SQUARE Books” con libri e fanzine fotografiche.Per il programma completo del ColornoPhotoLife 2022 si consiglia di visitare il sito del festival www.colornophotolife.it costantemente aggiornato.

PROGRAMMA


INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:

Sito web: www.colornophotolife.it

E-mail: info@colornophotolife.it
prenotazioni@colornophotolife.it

Ufficio Stampa ColornoPhotoLife:
Barbara Valla  barbara@artistisenzanome.it

Barbara Valla – Uffici Stampa e comunicazione
Milano – Parma
E-mail: barbara@artistisenzanome.it
Fb: Barbara Valla
LinkedIn: Barbara Valla
Instagram: bcomstudio
Skype: barbara_7840

A Milano in mostra il meglio dell’Antiquariato: AMART, “Torniamo all’antico e sarà un progresso”

INVITO PRESS PREVIEW

19 Ottobre 2022 – 23 Ottobre 2022

Milano, Museo della Permanente

AMART. Torniamo all’antico e sarà un progresso

Quarta edizione per AMART, l’unica mostra dedicata all’Antiquariato nella Milano capitale del design, è organizzata dall’Associazione Antiquari Milanesi in collaborazione con Promo.Ter Unione.
Dal 19 al 23 ottobre, presso il Museo della Permanente, gioiello neoclassico nel cuore di Milano, saranno accolte 67 gallerie provenienti da tutta Italia, selezionate per l’elevata proposta che comprende dipinti, disegni, sculture, mobili, preziosi, argenti, tappeti e molto altro.

“Torniamo all’antico e sarà un progresso ” la celebre frase di Giuseppe Verdi è il motto che anima la quarta edizione di AMART. La mostra si riallaccia infatti alla grande tradizione dell’antiquariato e del collezionismo milanese ma guarda anche al contemporaneo, in particolare all’architettura e al design come fonte di ispirazione e destinatari della propria proposta artistica.
AMART ha infatti affidato il nuovo allestimento dell’edizione 2022 all’architetto Michele Piva, al quale si sono rivolti molti musei per il proprio restyling – fra i quali il museo Diocesano a Milano e l’Ala Ponzone di Cremona. Specializzato in museografia e formatosi nello studio Albini-Helg-Piva, è considerato uno tra i massimi esperti del settore.
Mentre Presidente della giuria del premio “miglior allestimento stand” sarà Clara Bona, giornalista, architetto e interior design affermata a livello internazionale che da tempo esporta il gusto milanese, curato e moderno, in giro per il mondo. Coadiuvata dalla nota giornalista di settore Laura Ragazzola, a sua volta architetto, incoraggeranno ulteriormente gli antiquari a valorizzare gli spazi espositivi.

Non è un caso che l’idea di una mostra dell’antiquariato a Milano, pensata per un pubblico più giovane e internazionale, in dialogo con la nuova metropoli europea, sia venuta nel 2018 a un grande dell’antiquariato italiano: Domenico Piva, allora presidente dell’associazione antiquari milanesi. Piva che ben conosceva il Genius loci della città, sapeva perfettamente che a Milano antiquariato e modernità, ossia la tradizione artistica, la cultura del saper fare, la visione della modernità degli architetti del dopoguerra e la cultura industriale, dopo essersi scambiati conoscenze lungo tutto il Novecento, avrebbero continuato questo dialogo. Questa stessa convinzione guida anche il nuovo comitato direttivo dell’associazione antiquari milanesi ora al lavoro nell’organizzare la nuova edizione di AMART.
Tra le novità messe in campo dal nuovo comitato direttivo anche il rafforzamento della commissione di vetting di cui viene appunto aumentato il numero di esperti con l’integrazione di storici e restauratori di valore e accreditati a livello nazionale che vaglieranno tutte gli oggetti proposti in vendita dalle gallerie, una sicurezza in più per il collezionista in aggiunta all’expertise del singolo antiquario.

Francesco Battaglioli: Capriccio architettonico, olio su tela, cm 82 x 158.
Attilio Cecchetto Antiquario

Una mostra però non solo milanese, perché vi prendono parte antiquari di tutta Italia.
Questi i nomi della prossima edizione:

ANTICHITA’ ALL’ORATORIO
AJASSA
ALLEMANDI FINE ART
ALTOMANI & SONS
ARCUTI FINE ART
ARS ANTIQUA
GIOVANNI ASIOLI MARTINI ANTIQUARIATO
GALLERIA DANIELA BALZARETTI
BOTTEGANTICA
BRUN FINE ART
CALLEA ANTICHITA’
GALLERIA CANESSO
FRANCESCO CANNUCCIARI
GALLERIA MIRCO CATTAI
ATTILIO CECCHETTO ANTIQUARIO
GALLERIA D’ARTE CESARO
ALESSANDRO CESATI
GALLERIA D’ORLANE
DALTON SOMARE’
DAME E CAVALIERI
DENISE E BEPPE BERNA
DI MANO IN MANO FINE ARTS
LES GALERIES DU LUXEMBOURG
E.L.A. ANTICHITA’
ENRICO GALLERIE D’ARTE
ETHNOARTE
G.N. ANTICHITA’
GHILLI ANTICHITA’
GALLERIA GIAMBLANCO
ANTICHITA’ GIGLIO
INOPERA ITALIAN ARTS
KARMA PEARLS
LA PENDULERIE
ANTICHITA’ LA PIEVE
LONGARI arte MILANO
LUCAS MILANO
GALLERIA D’ARTE MAINETTI
GALLERIE MASPES
MASTROMAURO ARTE GIAPPONESE
MATTA ANTICHITA’
MEARINI FINE ART
MAURIZIO NOBILE FINE ART
ANTICHITA’ DI ALESSIO NOBILI
NUOVA ARCADIA
ORO INCENSO E MIRRA
ORSINI ARTE E LIBRI
ART STUDIO PEDRAZZINI
RAFFAELLO PERNICI – BEST CERAMICS
PHIDIAS ANTIQUES
GIOIELLERIA PICCOLO
PIVA & C.
R.V. ART GALLERY STUDIO
ROMIGIOLI ANTICHITA’
SALAMON
SALAMON FINE ART
GALLERIA D’ARTE SAN BARNABA
ANTICHITA’ SANTA GIULIA
GALLERIA SILVA
SOCIETA’ DI BELLE ARTI
GIAN ENZO SPERONE
STUDIOLO FINE ART
SUBERT
TOMMASO TOMASI “LE DUE TORRI”
TOP TIME MUSA
TORNABUONI ARTE
UMBRIA ARTIS
VERDINI ANTIQUES

Per questa quarta edizione di AMART, l’Associazione Antiquari Milanesi rafforza la collaborazione con il Museo Bagatti Valsecchi, la casa museo milanese situata nel cuore del quadrilatero della moda, lanciando l’iniziativa “togli un cerotto” (dove il cerotto è la carta giapponese usata durante le operazioni di restauro per evitare perdite della superficie pittorica del dipinto). Una delle opere conservate nel museo, il significativo polittico di Giovanni Pietro Brentani, Madonna con il Bambino tra i santi Bernardino, Pietro martire, Pietro Apostolo, Giovanni Battista, della seconda metà del XV secolo, che necessita di un accurato restauro, sarà destinatario di una donazione da parte degli espositori di AMART cui si aggiungerà quella del gruppo giovani dell’associazione attraverso un crowdfunding su GoFundMe.

Un’altra casa museo è accanto ad AMART, dalla sua prima edizione, nella curatela di progetti espositivi collaterali alla fiera: il Museo Poldi Pezzoli, tra i più famosi e raffinati esempi di collezionismo del XIX secolo. Dal palazzo delle meraviglie di via Manzoni arriveranno alla Permanente straordinarie opere islamiche di metallo del XVI secolo delle quali AMART ha scelto si sostenere il restauro in occasione dei 200 anni della nascita del fondatore Gian Giacomo Poldi Pezzoli.


INFO

La settimana di AMART sarà arricchita da una serie d’iniziative il cui programma sarà pubblicato al sito www.amart-milano.com.

Partner istituzionali il Fondo Ambiente Italiani, -FAI-; il museo Poldi Pezzoli e il museo Bagatti Valsecchi.

Sponsor tecnici: Ciaccio Assicurazioni, Ingegnoli, Allemandi editore, T’a.

DOVE
Museo della Permanente
via Filippo Turati 34, Milano
amart-milano.com

QUANDO
19-23 ottobre 2022

DATE E ORARI
martedì 18 ottobre,
inaugurazione su invito dalle h. 17.00 alle h. 22.00
da mercoledì 19 a sabato 23 ottobre
dalle h. 11.00 alle h. 20.30
domenica 23 ottobre dalle 11.00 alle 19.30

COME ARRIVARE CON I MEZZI PUBBLICI
– METROPOLITANA M3 GIALLA,
fermate Turati e Repubblica
– TRAM n. 1, n. 9 e n. 33;
– AUTOBUS n. 43, n. 61 e n. 94

PER INFORMAZIONI
Email: antiquari@unione.milano.it
Telefono: 02.7750447

BIGLIETTI
Intero: 10 euro
Ridotto: 5 euro euro under 26 anni e over 70
gratuito Amici del Poldi Pezzoli, Museo Bagatti Valsecchi, FAI e tesserati FIMA
Biglietti disponibili online sì

Ufficio stampa
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Ref. Roberta Barbaro, roberta@studioesseci.net
Tel. 049 663499, www.studioesseci.net

Reggio Emilia, Palazzo da Mosto: ITALIA IN-ATTESA 12 racconti fotografici

Olivo Barbieri: Camera Picta#1, Mantova 2020

15 Ottobre 2022 – 08 Gennaio 2023

Reggio Emilia, Palazzo da Mosto

ITALIA IN-ATTESA. 12 racconti fotografici

A cura di Margherita Guccione e Carlo Birrozzi

Tra cronaca di un recente passato e attualità, “Italia in-attesa. 12 racconti fotografici”, dal 15 ottobre all’8 gennaio a Palazzo da Mosto a Reggio Emilia, narra di un’Italia sospesa, interdetta, trasformata da un’occasione eccezionale e – auspicabilmente – irripetibile, il primo lockdown causato dal Covid: un tempo diverso dove anche lo spazio, l’architettura e l’ambiente diventano “altro” quando l’uomo non li abita. Un racconto che si sviluppa attraverso le visioni e la sensibilità di altrettanti grandi fotografi: Olivo Barbieri, Antonio Biasiucci, Silvia Camporesi, Mario Cresci, Paola De Pietri, Ilaria Ferretti, Guido Guidi, Andrea Jemolo, Francesco Jodice, Allegra Martin, Walter Niedermayr e George Tatge.

La mostra, a cura di Margherita Guccione e Carlo Birrozzi, è promossa da Ministero della Cultura, Direzione Generale Creatività Contemporanea, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e Fondazione Palazzo Magnani, in collaborazione con Fondazione Maxxi.

In uno scenario unico, silenzioso, quasi irreale, i racconti fotografici narrano storie di un mondo stra-ordinario, sono sequenze di visioni inattese e innaturali che mescolano luoghi del patrimonio culturale italiano e dello spazio intimo e mentale delle autrici e degli autori: paesaggi e piazze, orizzonti e spazi pubblici, opere d’arte e oggetti quotidiani. Lontane dagli stereotipi del Belpaese, queste immagini parlano di paesaggi spaesati che sposano la bellezza sublime con la percezione di una crisi profonda, dove alla natura rigogliosa che riempie progressivamente gli spazi urbani corrisponde il vuoto e l’assenza di vita umana. Sono racconti parziali, soggettivi, che ci introducono a nuovi punti di vista, modificando le consuete poetiche di narrazione dello spazio fisico.

Le artiste e gli artisti coinvolti sono riconosciuti interpreti della fotografia, di generazioni e attitudini diverse, che hanno sviluppato con la loro ricerca una vocazione all’ascolto dei luoghi e del patrimonio collettivo. Per questo motivo il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, tramite la Direzione generale Creatività Contemporanea, ha pensato di chiamarli a riflettere con un progetto incentrato sull’eccezionale condizione dell’Italia nei mesi di marzo-maggio 2020, allo scopo di realizzare, spaziando tra differenti linguaggi e modalità di espressione, un racconto corale e polifonico.

Olivo Barbieri, per questa sua indagine-racconto, sceglie la Camera degli Sposi, macchina visiva d’eccellenza per la sperimentazione innovativa della prospettiva, per condurre la sua riflessione sui meccanismi della percezione e sul sistema della rappresentazione. Guido Guidi, al contrario, si rivolge al paesaggio minimo della quotidianità: conferendo pari valore al monumentale e all‘ordinario, Guidi restituisce al nostro sguardo particolari trascurabili della realtà caricandoli di rinnovato senso e levità.
Una medesima attenzione al paesaggio d’affezione è testimoniata dalle fotografie di Silvia Camporesi, che sceglie di ritrarre i luoghi della sua infanzia: liberati dallo scorrere della vita quotidiana, questi sembrano svelare ora la propria essenza. In un’atmosfera metafisica e straniante sono immersi anche i centri storici umbri ritratti da George Tatge, in cui il silenzio e il senso di vuoto sembrano riflettere lo stato d’animo dell’autore. Sul tema dell’assenza si concentra anche il lavoro di Allegra Martin: luoghi emblematici della cultura milanese, privati improvvisamente dell’azione e dello sguardo del pubblico che abitualmente conferisce loro vita, diventano metafora di una sospensione non solo temporale, ma anche di senso.

A questi progetti fanno da contraltare lavori che non guardano allo spazio esterno, ma a quello interno, spostando la riflessione su un piano astratto e concettuale.
È il caso di Francesco Jodice, che trasferisce il viaggio fisico su un discorso mentale e virtuale, compiendo un reportage attraverso quattro architetture simbolo della cultura italiana storica e contemporanea mediante immagini satellitari, e di Mario Cresci, che rivolge lo sguardo ora al micro-mondo costituito dalla sua casa di Bergamo, ora a quello esterno, rappresentato da una città deserta: il tempo del lockdown forzato offre spazio per giochi della mente, alla ricerca di nuove analogie tra gli oggetti e inconsuete esplorazioni. Le immagini visionarie di Antonio Biasiucci, poi, trasferiscono la riflessione su un piano totalmente simbolico: i ceppi di alberi, ripresi in modo da richiamare forme antropomorfe, sono soggetti archetipici che rimandano alla circolarità del tempo.
La condizione astratta del paesaggio è al centro anche del lavoro di Paola De Pietri: i paesaggi onirici di Rimini e Venezia si echeggiano da due differenti latitudini dell’Adriatico. Le immagini surreali dei paesaggi montani tanto cari a Walter Niedermayr, solitamente popolati e logorati dal turismo di massa, appaiono qui quasi spettrali nell’assenza di presenza umana.

I siti simbolo della città eterna insolitamente deserti, ripresi da Andrea Jemolo, si confrontano con alcuni centri storici danneggiati dal terremoto che ha colpito il Centro Italia del 2016, ritratti da Ilaria Ferretti: luoghi in cui le tracce della vita e del tempo sono ormai affidate solo al movimento delle ombre e alla rassicurante persistenza della natura.

La mostra costituisce così, grazie alla varietà delle interpretazioni, un’analisi visiva dell’impatto antropico sul paesaggio, sulle relazioni tra cultura e natura, architettura e ambiente in alcuni luoghi (sia iconici che non) italiani. L’area del Colosseo rimane la stessa con o senza persone che la vivono? Città turistiche come Rimini e Venezia, che sensazioni restituiscono quando sono completamente deserte? A quasi due anni di distanza, come possiamo “rileggere” quelle immagini? Dovevamo, si diceva, utilizzare quell’esperienza straordinaria e terribile per imparare qualcosa: è stato così?
Queste domande saranno al centro di dialoghi tra fotografi, architetti, urbanisti e paesaggisti lungo un calendario di incontri aperti al pubblico durante il periodo espositivo.


INFO

Ufficio stampa: Studio ESSECI di Sergio Campagnolo s.a.s.
Simone Raddi, simone@studioesseci.net

Ufficio stampa Fondazione Palazzo Magnani
Stefania Palazzo, s.palazzo@palazzomagnani.it
Elvira Ponzo, e.ponzo@palazzomagnani.it

Prix Viviane Esders Laureate 2022: il premio per la carriera di un fotografo è stato assegnato all’italiano Mario Carnicelli

Série C’era Togliatti, 1964 © Mario Carnicelli

Viviane Esders ha annunciato il vincitore della prima edizione del Premio Viviane Esders per i fotografi over 60. Mario Carnicelli, nato ad Atri in Italia nel 1937, riceverà una dotazione di 60.000 euro, di cui 10.000 dedicati alla pubblicazione di un libro.

“Con Mario Carnicelli, la parola documentario assume un’altra dimensione, mentre si cimenta in una vera analisi sociale, sia in bianco e nero che a colori, nella sua natia Italia o negli Stati Uniti. Cerca di rivelare l’essenza dell’uomo piuttosto che fatti o gesti » .

CONVERSAZIONE CON MARIO CARNICELLI

Cosa hai scelto di presentare per il Prix Viviane Esders?
Ho scelto tre corpi di lavoro che meglio rappresentano il mio approccio dalla metà degli anni ’60 ad oggi: “C’era Togliatti”, “America” ​​e “Atri”, tutti legati da un filo conduttore, il mio interesse per l’umano e la psicologia delle masse. 

Cosa intendi fare con questa dotazione di 60.000 euro?
Sono incredibilmente grato di essere il primo destinatario di questo premio. Pubblicherò un libro con diverse serie sulla mia carriera, collegandole e creando un dialogo aperto. Continueremo anche a digitalizzare l’archivio e il mio più grande desiderio è tornare negli Stati Uniti con la sfida di girare di nuovo il Paese.

Come vorresti presentare il tuo background?
Sono nato ad Atri, in Abruzzo, e come mio padre era un fotografo. Sono stato attratto dalla camera oscura fin dall’infanzia. Successivamente, quando ci siamo trasferiti in Toscana, ho iniziato a lavorare e mentre mio padre e mio fratello erano impegnati in studio, uscivo sempre per documentare eventi esterni. Ho poi collaborato come freelance per riviste, per sindacati e per la città di Pistoia. Nella mia ricerca personale, mi sono concentrato su manifestazioni, incontri politici e lavoratori. A metà degli anni ’60 vinsi una borsa di viaggio negli Stati Uniti con un’immagine del Primo Maggio a Pistoia. Il mio lavoro sugli Stati Uniti, è stato poi esposto alla Torre Pirelli di Milano. Negli anni ’70 ho deciso di concentrarmi sulla mia attività commerciale in Piazza del Duomo a Firenze, dove gestivo un negozio di macchine fotografiche, con attrezzature fotografiche e un servizio di sviluppo e stampa. Ho finito per concentrarmi su un progetto a lungo termine ad Atri,

E il Premio Viviane Esders?
Ammiro Viviane Esders per la sua generosità e il coraggio di investire in un premio per una generazione più anziana, spesso dimenticata, di fotografi meno conosciuti che hanno la possibilità di farsi vedere e sviluppare il proprio lavoro. Questo la rende una mecenate delle arti e mi sento così fortunata e onorata di essere stata scelta, di ottenere finalmente un riconoscimento per il mio lavoro, all’età di 85 anni, e attraverso di lei la possibilità di un futuro. 

“With Mario Carnicelli, the word documentary takes on another dimension, as he engages in a true societal analysis, whether in black and white or in colour, in his native Italy or the United States. He seeks to reveal the essence of man rather than facts or gestures.

CONVERSATION WITH MARIO CARNICELLI

What have you chosen to present for the Prix Viviane Esders?
I have chosen three bodies of work that best represent my approach from the mid-1960s to today: “C’era Togliatti”, “America” and “Atri”, all linked by a common thread, my interest in the human and the psychology of the masses. 

What do you intend to do with this € 60,000 endowment?
I am incredibly grateful to be the first recipient of this award. I will publish a book with several series about my career, connecting them and creating an open dialogue. We will also continue to digitize the archive and my greatest wish is to return to the United States with the challenge of shooting the country again.

How would you like to present your background?
I was born in Atri, Abruzzo, and as my father was a photographer. I was attracted to the darkroom from childhood. Later, when we moved to Tuscany, I started working and while my father and brother were busy in the studio, I was always going out to document outside events. I then freelanced for magazines, for unions and for the city of Pistoia. In my personal research, I focused on demonstrations, political meetings and workers. In the mid-1960s, I won a travel grant to the United States with an image of May Day in Pistoia. My work on the United States, was then exhibited at the Torre Pirelli in Milan. In the 70’s I decided to concentrate on my business activity in Piazza del Duomo in Florence, where I ran a camera store, with photographic equipment and a developing and printing service. I ended up focusing on a long-term project in Atri, my home town.

What about the Viviane Esders Award?
I admire Viviane Esders for her generosity and courage to invest in a prize for an older, often forgotten generation of lesser-known photographers who have the chance to be seen and develop their work. This makes her a patron of the arts and I feel so lucky and honored to have been chosen, to finally get recognition for my work, at the age of 85, and through her the possibility of a future. 


INFO
Press contact: Nathalie Dran 
nathalie.dran@wanadoo.fr

Roma: in Campidoglio presentata la settima edizione di Rome Art Week – I primi highlights della settimana dell’arte contemporanea capitolina

Conferenza stampa RAW 2022
Maya Vetri, Alessandro Onorato, Massimiliano Padovan Di Benedetto, Pamela Fiacconi, Massimo Scaringella

ROME ART WEEK 2022 

La settimana dell’arte contemporanea
 

I PRIMI HIGHLIGHTS DELLA SETTIMA EDIZIONE

Presentata in Campidoglio la settima edizione di Rome Art Week
Dal 24 al 29 ottobre 2022
Roma

Presentata nella Sala della Protomoteca del Campidoglio la settima edizione di Rome Art Week: dal 24 al 29 ottobre 2022 la Capitale si tinge nuovamente di viola mostrandosi al pubblico con un ricco calendario di mostre, open studio, performance, talk, eventi e visite guidate. 

La manifestazione, promossa e organizzata da KOU – Associazione culturale per la promozione delle arti visive, si pone come un sofisticato network che ha l’obiettivo di costruire una rete tra tutti gli operatori del settore e il pubblico. Protagonisti musei, gallerie, spazi espositivi, curatori, artisti, collettivi, associazioni, fondazioni e operatori culturali, uniti in un evento diffuso e “orizzontale” che da sette edizioni sviluppa e sostiene la conoscenza e la diffusione dell’arte a più livelli, sperimentando di anno in anno nuove modalità di fruizione e promozione della cultura contemporanea.

LE PRIME ANTICIPAZIONI DELLA SETTIMA EDIZIONE DI ROME ART WEEK

Rome Art Week 2022 non solo conferma il successo delle passate edizioni ma entra nel panorama culturale capitolino con le sue 730 partecipazioni tra gallerie e spazi istituzionali, artisti e curatori e con gli oltre 360 eventi diffusi in tutta l’area metropolitana (e i numeri sono in costante e continuo aggiornamento). 

E dopo sette anni di presenza costante nel mondo culturale romano, il 2022 vede come principale novità la partnership con l’Assessorato alla Cultura e l’Assessorato ai Grandi Eventi di Roma Capitale e la collaborazione con numerosi Municipi di Roma Capitale, che confermano quanto ormai tale iniziativa sia radicata nel cuore della città e in tutti gli operatori che vi lavorano e promuovono il contemporaneo in tutte le sue declinazioni. Anche la partnership con l’Assessorato al Turismo di Roma Capitale e le rappresentanze degli operatori del settore e strutture alberghiere ha lo scopo di stimolare l’arrivo di turisti nella capitale in occasione della settimana dell’arte contemporanea. 

“L’intera città, dal centro alla periferia, sarà animata da quasi 400 appuntamenti e oltre 700 tra artisti, curatori, operatori culturali, critici, galleristi. Grazie a RAW, Roma sarà per una settimana la capitale dell’arte contemporanea. Con migliaia di appassionati turisti, italiani e stranieri, che avranno un’occasione in più per visitarla. Quest’anno, per la prima volta, con gli organizzatori abbiamo scelto di promuovere l’appuntamento nelle strutture alberghiere e di coinvolgere le attività commerciali per ospitare eventi e presentazioni. Un nuovo modello di comunicazione per diffondere il calendario delle iniziative, alle quali il pubblico potrà partecipare in forma totalmente gratuita e scegliendo tra mostre, conferenze, percorsi e visite guidate tra gallerie e atelier degli artisti. Un’occasione per ‘contaminare’ davvero la città con la bellezza dell’arte contemporanea e per diffonderne la conoscenza e la diffusione più livelli, sperimentando nuove modalità di fruizione”. Lo ha detto l’assessore capitolino al Turismo, Grandi Eventi, Moda e Sport, Alessandro Onorato, intervenuto alla conferenza stampa insieme a Maya Vetri, assessora Politiche Culturali, Politiche dell’Intercultura, Politiche di Genere, Partecipazione, Beni Comuni, Memoria del Municipio VIII – Roma Capitale. 

Ogni rione ed ogni quartiere della Città eterna sarà, dunque, animato da una molteplicità di iniziative alle quali il pubblico potrà partecipare in forma totalmente gratuita e scegliendo tra eventi, mostre e appuntamenti, percorsi e visite guidate anche attraverso la piattaforma www.romeartweek.com, un vero e proprio portale attivo tutto l’anno che giorno per giorno segnalerà le inaugurazioni, gli eventi menzionati dai “punti di vista” -curatori e critici che evidenzieranno le eccellenze della manifestazione-, nonché gli open studio che daranno la possibilità di “toccare con mano” il lavoro degli artisti, visitando gli studi dove l’arte si crea e si genera, o entrare nell’articolata esperienza dei collettivi di artisti, ben 7 quest’anno, che sperimentano un modo collaborativo di presentare le proprie ricerche. 

La settima edizione di RAW continua ed amplifica il percorso iniziato lo scorso anno con le più importanti realtà internazionali che hanno scelto la cornice di Rome Art Week per presentare al pubblico le loro attività: tra queste l’Accademia di Ungheria, la Casa Argentina, il Forum Austriaco di Cultura, l’Istituto Bulgaro, l’Institut Français, il Goethe Institut, l’American Academy in Rome, la Temple University. 

Anche quest’anno si riconferma la collaborazione tra Rome Art Week e il Miami New Media Festival, giunto alla sua 17ª edizione, con la partecipazione speciale del Centro di Studi Americani: infatti, i video selezionati sul tema “Civility vs Violence: Education, Art and Community as a Way to Embrace Nonviolence” saranno mostrati in occasione dell’evento del Miami New Media Festival che si terrà presso il Centro di Studi Americani il 25 ottobre 2022, dalle 15:00 alle 17:00. Le opere verranno poi presentate a Miami e nelle altre tappe mondiali del festival, oltre alla presenza virtuale su YouTube, Facebook, Twitter e Instagram.

Rome Art Week si avvale del patrocinio di: Regione Lazio, Roma Capitale Assessorato alla Cultura, Sapienza Università di Roma, Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia Storia e Storia dell’arte in Roma, CIU Confederazione Italiana Unione delle professioni Intellettuali; del sostegno di: Roma Capitale Assessorato ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda. Partner: Menexa, Miami New Media Festival. Media partner: Ezine, Dimensione Suono Soft. 

Le news e gli elenchi dei partecipanti sono in costante aggiornamento e disponibili su www.romeartweek.com 


INFO

#romeartweek 24-29 ottobre 2022
[w] romeartweek.com
[e] info@romeartweek.com
[fb]: www.facebook.com/romeartweek
[in]: www.instagram.com/romeartweek
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Sede organizzativa
[a] Via della Barchetta, 13 – 00186 Roma 
[t] +39 06 21128870

Assistenza Iscrizioni
[e] segreteria@romeartweek.com

Ideazione e organizzazione
Kou Associazione no-profit per la promozione della arti visive
[a] Via della Barchetta, 13 – 00186 Roma
[w] www.kou.net
[cf] 97815340589

Ufficio Stampa

Roberta Melasecca
[e] roberta.melasecca@gmail.com
[e] press@romeartweek.com

Sabrina Consolini 
[e] consolini.eventi@gmail.com

Roma, Open Studio Patrizia Genovesi: Mostra Video Fotografica TENSIONE | Direzione artistica Patrizia Genovesi

Mostra Video Fotografica

TENSIONE
Vivi per l’arte 2022
Direzione artistica Patrizia Genovesi 

Opere di Manuele Artibani, Marika Grossi, Giuseppe Palmeri, 
Federica Sarto, Margherita Segatta, Valerio Tamburrino, Fabio Vasco

Inaugurazione domenica 23 ottobre 2022 ore 17.00

Open Studio Patrizia Genovesi

Via di Villa Belardi 18 – Roma

Domenica 23 ottobre 2022 alle ore 17.00, per Rome Art Week la settimana dell’arte contemporanea, inaugura, negli spazi di Open Studio Patrizia Genovesi, il progetto video fotografico Tensione, con la direzione artistica di Patrizia Genovesi e le opere di Manuele Artibani, Marika Grossi, Giuseppe Palmeri, Federica Sarto, Margherita Segatta, Valerio Tamburrino, Fabio Vasco

Tensione è un progetto collettivo che nasce da un’esperienza, da un desiderio, da un’idea comune che vede ogni fotografo e ogni video artist impegnato intorno ad un tema. Un progetto collettivo richiede un processo: si oppone all’idea che la fotografia o il video siano semplicemente “uno scatto e via”, che si diffonde con l’uso pervasivo di internet e di strumenti che sembrano semplificare la produzione di immagini significative. È in antitesi rispetto alla bulimia imperante nella visione delle immagini, che si riflette nel gergo comune degli “operatori” della comunicazione dove non si parla più di guardare o osservare le fotografie e i video ma di “consumare un contenuto”, come fosse qualcosa che si ingurgita e si digerisce rapidamente. Decidere di scattare intorno ad un tema, ma anche di esporre con altri richiede innanzitutto la comprensione e l’accettazione del tema e in seguito la decisione di dedicare tempo ed energie alla pianificazione dello scatto e della ripresa ed alla selezione delle immagini significative. L’artista deve mobilitare le sue abilità nel processo di stampa e di editing, pianificazione visiva della mostra, scrittura dei testi, comunicazione, follow up, preparazione dei materiali a supporto per la diffusione e così via. L’esposizione al pubblico è esposizione al giudizio altrui, al confronto con l’esperienza e il gusto di un osservatore esterno. Partecipare ad un’esposizione collettiva implica che opere siano esposte a fianco di altre, definisce uno spazio, chiede sforzo di sintesi e confronto con la visione degli altri; smorza l’egocentrismo e apre al confronto.

La tensione genera movimento, ma talvolta porta alla paralisi. Può attivare le nostre energie e farci sentire motivati, capaci, in connessione con il mondo, oppure diminuire la nostra capacità di reazione, renderci rigidi, fragili, immobili. Il termine tensione definisce due stati opposti: andare verso qualcosa con entusiasmo curiosità e passione o al contrario temere qualcosa della quale non abbiamo controllo o i cui confini ci sfuggono.”

Gli artisti hanno indagato nella loro esperienza questi due stati rappresentandoli in modo personale per raccontare storie ed emozioni che stanno loro profondamente a cuore.

I temi della mostra e i volti della Tensione sono: paura, luce, movimento. 

Paura. La paura genera tensione. A volte è paura di qualcosa della quale abbiamo esperienza, a volte è paura della paura stessa, oppure dell’ignoto. Capita anche che la nostra mente crei situazioni immaginarie che, proprio perché non sono tangibili, assumono forme inaspettate e minacciose che non ci danno modo di combatterle con armi concrete. Dare una forma a questi timori, in un certo senso “oggettivarli”, può aiutarci a contrastarli. Nel progetto si indaga il concetto di paura, di fobia e di mostro, termini spesso generici nei quali ciascuno ha la possibilità di trovare riferimenti concreti alla propria esperienza.

Luce. La passione per la luce è alla base dell’interesse di molti fotografi per le immagini. La luce modifica radicalmente la sensazione che abbiamo della realtà visibile. La luce è colore, tridimensionalità, costituisce un’attrazione per l’occhio e per la mente. Molti artisti vivono per la luce, studiano la luce, fanno della luce il centro dei loro scatti e il motivo delle loro composizioni. Questo tipo di tensione motiva l’artista, lo incuriosisce, diventa materia per la sua sperimentazione. 

Lo sguardo del fotografo che ama la luce restituisce un’immagine non ordinaria della natura.

Movimento. Movimento e dinamismo sono due termini fortemente legati alla parola tensione. Nella danza il corpo modifica il suo stato interagendo con lo spazio, scandisce il ritmo, attiva la mente, finalizza i gesti. Il rapporto tra la mente e il corpo configura il nostro essere nel mondo.

Racconto. Alla regia si arriva attraverso tante strade, alla base c’è una spinta, una “tensione” il desiderio di portare una vicenda alla luce, sottrarla al tempo o a volte all’oscurità della dimenticanza, oppure inventarla totalmente, ma regalare sempre e comunque ad un pubblico un’emozione. Non si nasce registi, lo si diventa obbedendo all’urgenza di raccontare. Il racconto nasce ancora prima della scrittura, dà un’identità ai popoli, lega il passato al presente e al futuro.

Per partecipare all’opening accreditarsi a stampa.controcanto@gmail.com. I testi in catalogo sono di Patrizia Genovesi; il catalogo online sarà disponibile dopo la chiusura di Rome Art Week e comprenderà anche i testi degli artisti che saranno visibili durante la mostra.


INFO

Rome Art Week
24-27 ottobre 2022
Mostra Video Fotografica
TENSIONE
Vivi per l’arte 2022
Direzione artistica Patrizia Genovesi 
Opere di Manuele Artibani, Marika Grossi, Giuseppe Palmeri, Federica Sarto, Margherita Segatta, Valerio Tamburrino, Fabio Vasco.
Testi in catalogo di Patrizia Genovesi
Il catalogo online sarà disponibile dopo la chiusura di Rome Art Week e comprenderà anche i testi degli artisti che saranno visibili durante la mostra.

Inaugurazione domenica 23 ottobre 2022 ore 17.00
Accrediti a stampa.controcanto@gmail.com
Previsto rinfresco

Open Studio Patrizia Genovesi
Via di Villa Belardi 18 – Roma

Orari di apertura fino al 27 ottobre: lunedì ore 13-21, martedì ore 10-17, mercoledì ore 13-21 giovedì ore 13-21. Mattina solo su prenotazione

Ufficio Stampa Roberta Melasecca Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.cominfo@melaseccapressoffice.it
tel. 3494945612 – www.melaseccapressoffice.it

Mestre, Centro Culturale Candiani: Presentazione del 18° Rapporto Annuale Federculture 2022

IMPRESA CULTURA
lavoro e innovazione: le strategie per crescere
Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani, 7 – Venezia Mestre
venerdì 14 ottobre ore 15.00

Il 18° Rapporto Annuale Federculture 2022 “Impresa Cultura. Lavoro e innovazione le strategie per crescere” sarà presentato venerdì 14 ottobre alle ore 15 al Centro Culturale Candiani di Mestre.

L’incontro sarà introdotto da Mattia AGNETTI, Segretario Organizzativo Fondazione Musei Civici di Venezia, membro della Giunta Esecutiva di Federculture e dopo la presentazione del Rapporto Annuale Federculture 2022 da parte di Umberto CROPPI, Direttore Federculture, ne discuteranno in una tavola rotonda coordinata dal direttore del Gazzettino, Roberto PAPETTI, Andrea CANCELLATO, Presidente Federculture; Maria Cristina GRIBAUDI, Presidente Fondazione Musei Civici di Venezia e Membro Gruppo Tecnico Cultura di Confindustria; Riccardo DONADON, Presidente e Amministratore Delegato H-FARM, Antonio TAORMINA, Componente Consiglio Superiore dello Spettacolo del Ministero della Cultura.

Le conclusioni saranno affidate al Sindaco di Venezia Luigi BRUGNARO

Il tema principale del Rapporto 2022 è quello del “Lavoro Culturale”, emerso prepotentemente negli anni del Covid e che pone, oggi, al centro del dibattito la questione della riconoscibilità del lavoro nel settore della cultura.

Il Rapporto, oltre a numerosi saggi e autorevoli contributi sulla riflessione al centro del dibattito, presenta un quadro aggiornato dei principali indicatori del settore culturale: consumi, finanziamenti, partecipazione. Dati, tutti, nel periodo 2019-2021 esaminato dal Rapporto, pesantemente influenzati dallo sconquasso portato dagli anni del Covid.

Il 2020 è stato un anno di sconvolgimenti per le abitudini di consumo dei cittadini italiani e l’ambito della cultura non ha fatto eccezione. Chiusure e limitazioni hanno drasticamente diminuito la fruizione di spettacoli e attività culturali, così come la spesa in cultura e ricreazione degli italiani.

I dati del 2021, mostrano assestamenti e novità interessanti. Per quanto riguarda la spesa delle famiglie italiane nel 2021 si registra una crescita complessiva: la spesa media mensile per consumi delle famiglie residenti è stimata a 2.437 euro in valori correnti, con un incremento del +4,7% rispetto al 2020, ma con un saldo ancora negativo rispetto al 2019.

Guardando la macro-voce spesa delle famiglie italiane in ricreazione, spettacoli e cultura si osserva che nel 2021 il valore medio mensile familiare cresce a 99 euro (erano 93,4 nel 2020) con un incremento del 6%, tra gli incrementi più bassi dei vari capitoli di spesa non alimentare. La spesa in cultura e ricreazione è quella che si mantiene più lontana dai livelli del 2019 (-22% nel biennio 2021-2019).

Analizzando ulteriormente la macro-voce di spesa, si rileva che proprio la componente riferita ai servizi ricreativi e culturali (all’interno della quale si trovano le spese per cinema, teatri, musei, parchi) è in contro-tendenza nel 2021 in cui diminuisce del 4,5%, mentre nel biennio 2019/2021 la variazione negativa è del 40%.

Il Veneto nel 2021 registra una spesa media familiare in “ricreazione, spettacoli e cultura” di 111,39, in crescita sul 2020 del 12,5% e leggermente al di sotto di quella media della macro-area Nord-Est pari a euro 119,60. Nel biennio 2021-2019 anche nel territorio veneto si segnala una considerevole contrazione della spesa culturale che diminuisce del 24%, all’incirca in linea con il dato nazionale del 22%.

Osservando oltre i dati economici anche quelli relativi alla partecipazione (residenti che nell’arco dei 12 mesi hanno fruito di intrattenimenti culturali) si rileva ancora un forte impatto delle limitazioni alla socialità e alle attività fuori casa nel tempo libero, conseguenti la pandemia.

Nel 2021 infatti si registra un vero crollo nella fruizione delle attività culturali svolte fuori casa. Le flessioni più marcate rispetto al 2020, riguardano soprattutto il cinema (9,1% la percentuale di italiani che dichiara di esserci stato rispetto al 45,3% del 2020), le visite a musei e mostre (8,9% rispetto al 27,3%) e quelle a siti archeologici e monumenti (10,3% rispetto al 25,3%).

Ancora più marcate le variazioni negative se si considera il biennio 2019/2021. Nei due anni di pandemia, con un’accentuazione nel 2021, gli italiani hanno abbandonato la fruizione di cultura fuori casa: per teatro e cinema oltre l’80% in meno; -72% per i fruitori di musei e mostre; -62% quelli di siti archeologici e monumenti; tra -70 e -80% coloro che hanno assistito a concerti classici o di altro genere.

In tutte le regioni i valori di fruizione della attività culturali (percentuale di residenti che nell’arco dei 12 mesi hanno fruito di intrattenimenti culturali) sono molto bassi.  Come nel resto del Paese anche in Veneto la fruizione di attività e intrattenimenti culturali fuori casa nel 2021 vede una fortissima contrazione: ad esempio i residenti veneti che frequentano il cinema sono passati dal 46,4% del 2019 all’8,2% del 2021; la fruizione teatrale scende dal 18,2% al 2,5% quella museale ha una variazione dal 37,4% (2019) all’11,2% (2021).

Nel 2021, è rimasta invece sostanzialmente stabile la quota di lettori di libri, pari a livello nazionale al 40,8% della popolazione di 6 anni e più (era il 41,4% nel 2020 e il 40% nel 2019).

Tra questi, il 44% legge fino a 3 libri l’anno, mentre i “lettori forti” (12 o più libri letti in un anno) sono il 15,3% (+0,7%). La lettura di libri è soprattutto prerogativa dei giovani, nella fascia d’età 11-24 anni, e delle donne.

Nel Veneto la situazione per quanto riguarda la lettura è analoga a quella nazionale: nel 2021 i veneti che hanno letto almeno un libro l’anno sono stati il 45,2% della popolazione maggiore dei 6 anni (dato al di sopra della media nazionale del 40,8%), erano il 48,8% nel 2019.

Diversa invece la situazione riguardo i musei. I dati disponibili, relativi ai musei statali e al 2021, vedono un netto ritorno dei visitatori dei musei in tutte le regioni, con poche eccezioni. A livello nazionale l’incremento sul 2020 è del 27% per quanto riguarda i visitatori e del 68% relativamente agli introiti.

Il Veneto in questo contesto si distingue per essere la regione nella quale i flussi di visitatori sono maggiormente aumentati: +70% sul 2020.

Seppure ancora lontana dalle performance del 2019 (sia a livello nazionale che regionale la variazione 2021-2019 dei visitatori è nettamente negativa: -69% Italia, -57% Veneto) la situazione appare in decisa ripresa, probabilmente grazie alla ricomparsa dei flussi turistici.

Nell’ambito del turismo globale, sebbene nel 2021 si sia osservato un lieve incremento rispetto al 2020, il numero di arrivi internazionali è ancora ben lontano dai dati del 2019. Gli arrivi a livello mondo, infatti, sono stati circa 415 milioni, con una crescita del 3,8% rispetto al 2020, ma in calo del 71,6% rispetto al 2019 quando avevano raggiunto la cifra record di 1.464 milioni.

Anche nel nostro Paese il turismo ha risentito fortemente della crisi internazionale conseguente la pandemia, seppure nel corso del 2021 i flussi turistici siano gradualmente ripresi, sia per quanto riguarda i viaggiatori internazionali, sia relativamente ai flussi interni.

Arrivi e presenze di turisti internazionali in Italia nel 2021 sono infatti cresciuti di oltre il 50% (rispettivamente +52,5% e +56,8%), ma rappresentano ancora meno della metà dei movimenti turistici pre-Covid. Il calo nel biennio 2019-2021 è, infatti, per quanto riguarda gli arrivi del 61,4% e del 53,2% per le presenze.

Analogamente anche gli italiani sono tornati a viaggiare nel paese con 48 milioni di arrivi e 177 milioni di presenze in crescita sul 2020 del 31,8% e del 28,5%. I viaggiatori residenti hanno comunque parzialmente compensato l’assenza degli stranieri, la diminuzione dei turisti italiani nel biennio è difatti meno accentuata: -26,4% per gli arrivi e -18% per le presenze.

Secondo i dati della bilancia dei pagamenti dell’Italia, nel 2021 le entrate e le uscite per viaggi internazionali sono cresciute, rispettivamente, del 23 e del 32 %, ma i valori sono ancora meno della metà di quelli precedenti la pandemia. Il surplus della bilancia turistica è salito a 8,6 miliardi (da 7,8 nel 2020); la sua incidenza sul PIL è rimasta pressoché invariata, allo 0,5 % (era 1,0 nel 2019, il valore più alto dal 2001).

La spesa dei viaggiatori stranieri in Italia nel 2021 è stata pari a 21,3 miliardi di euro, in ripresa del 23% dopo la contrazione del 61% nel 2020.

L’incontro sarà l’occasione per aggiornare, alla luce dell’andamento della stagione estiva, le riflessioni emerse nella prima presentazione del Rapporto avvenuta lo scorso 14 luglio al Ministero della Cultura. Stagione estiva che ha sicuramente il segno positivo.

Nel primo semestre del 2022 continua e accelera il progressivo recupero del turismo. Gli incrementi sono praticamente tutti a tre cifre sia per quanto riguarda la spesa (+308%), sia gli arrivi in particolare relativamente ai viaggiatori stranieri (+220%) che sono tornati numerosi nel nostro Paese.

Nel Veneto, nel primo semestre 2022 sono arrivati 4,3 milioni di turisti stranieri, erano stati 1 milione nello stesso periodo del 2021 con un incremento del 329%. Analogamente nella regione la spesa turistica è passata da 500 milioni di euro a 2,2 miliardi crescendo del 342%. La presentazione al Centro Culturale Candiani è l’occasione per discutere della ripartenza del settore culturale nel nostro paese e del rilevante contributo che il Veneto e la città Metropolitana di Venezia in particolare possono dare. A riguardo, la scelta del Centro Culturale Candiani per ospitare la presentazione non è casuale: dal 29 settembre è aperta una interessantissima mostra su “Kandinsky e le Avanguardie. Punto, linea e superficie”.


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In collaborazione con
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