Pisa, Museo della Grafica: Evento “Per Bepi. Un saluto a Viviani”

Il Museo della Grafica – Palazzo Lanfranchi (Comune di Pisa, Università di Pisa)
è lieto di invitarvi all’evento

PER BEPI
UN SALUTO A VIVIANI 

Chiacchiere intorno alla mostra I colori dell’anima. Giuseppe Viviani (1898.1965)

Martedì 20 giugno, ore 18:30

Per maggiori informazioni Cliccare il logo

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it

Turismo, l’Italia apre a nuovi visitatori dall’Indonesia. Si va verso un milione di notti

ITALIA AL BBTF DI BALI: LA PENISOLA APRE A NUOVI VISITATORI DALL’INDONESIA

SI PUNTA A SUPERARE UN MILIONE DI NOTTI PER OLTRE 73 MILIONI DI EURO  

Dal 14 al 17 Giugno 2023

L’Italia si fa strada sui mercati del Sud Est Asiatico ed è l’unico Paese europeo Enit a partecipare per la prima volta alla fiera BBTF (Bali & Beyond Travel Fair) a Bali fino al 17 giugno 2023, la principale fiera del turismo in Indonesia, con buyers provenienti principalmente dal Sud Est Asiatico.  La Penisola fa il bis anche aderendo a Iltm Asia Pacific, fiera dedicata al settore del turismo del lusso a Singapore.
 “La Penisola punta a battere le competitor europee anche diversificando e aprendo a nuove frontiere. Uno degli obiettivi dell’Agenzia del turismo italiana è attrarre sempre di più viaggiatori da aree in crescita.  Enit va a stimolare la domanda direttamente nei Paesi di provenienza e orienta l’offerta promuovendo le relazioni tra tour operator di tutto il mondo come acquirenti e collegandoli con i fornitori del turismo come venditori. E’ fondamentale procedere in modo organico e strategico per creare relazioni commerciali basate su reciprocità, ispirazione e sostenibilità. I dati invogliano a valorizzare il made in italy in Paesi che vogliono affacciarsi e scoprire sempre di più l’Italia” commentano la presidente e ceo Enit Ivana Jelinic e la direttrice marketing Enit Maria Elena Rossi.
Un mercato in espansione quello del Sud-Est Asiatico che guarda con affezione e interesse all’Italia se si pensa che nonostante la congiuntura di questi anni si è passati da 577 mila notti e 98 milioni di euro di investimenti a oltre un milione di notti con un lieve depotenziamento della spesa per 73 milioni di euro secondo Ufficio studi Enit su dati Bankitalia.
Enit punta a sviluppare un’offerta turistica attrattiva che va riposizionata sul mercato internazionale per accrescere nuovamente e sempre di più flussi e spesa sui quali ha inciso la pandemia contraendo il mercato.


ENIT – AGENZIA NAZIONALE TURISMO ITALIANO
enit.it

Francesca Cicatelli – resp ufficio stampa Enit –
francesca.cicatelli@enit.it

Direzione Esecutiva
Comunicazione e Ufficio Stampa
VIA MARGHERA 2 – ROMA

Frascati (Roma), Giardino L’Olivella: tredici vite – l’arte contemporanea abita la terra – A cura di Chiara Guidoni

tredici vite
l’arte contemporanea abita la terra

A cura di Chiara Guidoni

Inaugurazione 18 giugno 2023 ore 18.30

Giardino L’Olivella – Azienda Agricola L’Olivella
Via Colle Pisano 5 – Frascati (RM)

Fino al 3 settembre 2023

Domenica 18 giugno 2023 inaugurerà, a partire dalle 18.30, la mostra collettiva tredici vite – l’arte contemporanea abita la terra, presso il Giardino L’Olivella – Azienda Agricola L’Olivella in via Colle Pisano 5 a Frascati.
Il progetto, ideato da Francesco Petrone e curato da Chiara Guidoni, organizzato in collaborazione con Andrea Carfagna, direttore artistico del Giardino L’Olivella, accoglie le opere di Bankeri, Mauro Cuppone, Paolo Garau, Pino Genovese, Roberta Mandoliti, Veronica Montanino, Monica Pennazzi, Francesco Petrone, Maria Pia Picozza, Toni Ripa, Massimo Ruiu, Alberto Timossi e Raffaele Vitto

La mostra, attraverso le opere di tredici artisti, propone un’indagine sul tema della traccia, dell’orma che detiene il principio di passaggio e di circolarità, delle trasformazioni del tempo e della vita stessa. Nell’analisi della traccia l’uomo si pone al centro, in particolare nel suo rapporto con la natura e con la vita: la traccia che l’uomo lascia sul mondo e le tracce che il mondo lascia sull’uomo rappresentano il terreno di indagine per questo percorso che si vuole focalizzare più che sull’essere, sulle relazioni dell’essere, sui rapporti e sulle forze che regolano i movimenti del cosmo.

Nelle opere presentate in mostra, la storia della natura e la storia dell’uomo si intrecciano, si scambiano e si riflettono: i comportamenti e le caratteristiche della storia personale si sovrappongono alla storia del creato, della natura, di cui l’essere umano sembra essere parte, ma che spesso osserva come qualcosa di altro. La traccia assume così aspetti differenti: diventa ricordo, diventa identità, diventa tradizione, diventa territorio, diventa ferita, diventa appropriazione, diventa malattia e cura. Il rapporto con la natura e con l’ “aperto”, in ogni sua forma tangibile e intangibile,  diventa un cardine di una narrazione che spazierà da opere ambientali e inserite nel contesto del giardino, della terrazza panoramica e dell’uliveto e, quindi, in stretto contatto con la natura e con il paesaggio circostante, a opere inserite negli spazi della grotta, un percorso sotterraneo che attraversa la tenuta, e racconta la storia del luogo e delle sue pratiche.

L’obiettivo è quindi quello di tessere relazioni fra uomo e natura, di lasciare che l’uno permei l’altra e viceversa, in uno scambio vicendevole nel segno dell’apertura e del dialogo. In un contesto che ha fatto del rapporto virtuoso con la natura la sua forma di vita e sostentamento, il percorso si configura come una naturale conseguenza di un racconto che prende le mosse dalle buone pratiche legate all’agricoltura e si intreccia con le buone pratiche legate all’arte.

Nella giornata del 18 giugno, all’inaugurazione e alla presentazione della mostra da parte della curatrice, seguirà una cena con gli artisti tra i filari della vigna.

BIOGRAFIE DEGLI ARTISTI

Bankeri

Diplomato in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma e attivo sulla scena artistica italiana da più di quindici anni, Bankeri (Roma, 1978) ha partecipato a diverse mostre – collettive e personali – in gallerie e musei, residenze d’artista e progetti multidisciplinari. Nel corso degli anni, il suo lavoro ha attraversato tecniche e supporti differenti senza soluzione di continuità: muri, tele, stampe fotografiche o installazioni, partendo sempre dal disegno – e dal segno – Bankeri scompone, ricompone e “collega” reperti della quotidianità (giornali, riviste o cartelloni pubblicitari) a frammenti di un immaginario collettivo primordiale (la scultura classica e l’anatomia animale) che generano mondi onirici paralleli e condivisi: un’archeologia pop in cui l’attualità diventa classica e il presente si sposta sul parallelo di un mondo senza tempo in cui bestie, mongolfiere e volte celesti si alternano a un’interpretazione personale eppure in costante evoluzione della ritrattistica più intima. Ne scaturisce una galleria di opere in cui la serialità fa da piccolo contrappunto a opere uniche che forzano i limiti dello spazio e della tecnica in un equilibrio perfetto di addizione per sottrazione.

Mauro Cuppone

L’arte di Mauro Cuppone è un melting pot di linguaggi (pubblicità, design, fotografia digitale, ecc.) incentrato sul valore estetico e concettuale della contraddizione: cortocircuiti visivi in cui parole e immagini hanno la consistenza degli oggetti. Artista irriverente e divertente, malgré lui, riesce a strappare un sorriso perfino alla morte che spesso richiama nei suoi lavori, come metafora di una contemporaneità senza tempo (“essere” insieme a “non essere”). Molti suoi lavori sembrano pronti per la grande distribuzione, agendo una provocazione talmente assurda da sembrare plausibile. Il senso delle opere di Cuppone non è mai dato; lo statement ironico che le contraddistingue cambia il significato dei suoi lavori rendendoli sempre “mimetici”. Nato a Mantova (1960). Combinando oltre vent’anni di esperienze creative trasversali tra Arte, Musica, Design, Cinema e Advertising, dal 2008 si dedica completamente all’Arte. @jack_maurocuppone

Paolo Garau

Paolo Garau nasce nel 1975 a Roma dove vive e lavora. Nel 1998 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma sezione scultura e nel 1999 frequenta il Corso TAM di scultura del metallo a Pietrarubbia (PU), presieduto da Arnaldo Pomodoro. Si dedica principalmente alla scultura ed al disegno e la sua ricerca artistica è incentrata sulla figura umana che utilizza per la realizzazione di nuove composizioni formali incentrate sull’aspetto spirituale e meditativo dell’umano.  Dal 2003 è docente di scultura nelle scuole superiori; l’insegnamento è per lui fonte di stimolo creativo e ulteriore sperimentazione.

Espone con frequenza in mostre collettive, due diverse opere sono in esposizione permanente nei parchi di “Sculture in Campo” in Bassano in Teverina e “Terra Arte a Blera”. Nel 2022 espone nel palazzo della FAO a Roma per il World Food Forum.

Pino Genovese

Figlio d’arte: suo padre, lo scultore Rocco Genovese, lo segue nei primi insegnamenti del disegno. Lo coinvolge anche nelle fotografie di alcune sue opere. Amante del fumetto, realizza illustrazioni surreali e disegni che lo ispireranno poi nella composizione delle sue sculture. Si diploma come designer all’ISIA di Roma, nel primo corso, diretto dallo scultore Aldo Calò. Inizia a lavorare nello studio di graphic design di Alfredo De Santis. Lavora anche in uno studio per audiovisivi. Entra nella compagnia teatrale “La Zattera di Babele” di Carlo Quartucci e Carla Tatò, lavorando per cataloghi, allestimenti e scenografie. Comincia a lavorare più approfonditamente per se stesso nello studio di Lavinio, sua nuova casa, e la natura e il mare sono le sue accompagnatrici di ispirazione. Dopo un periodo dedicato alla  scultura, senza mai tralasciare il disegno suo accompagnatore di sempre, comincia a lavorare nel campo delle installazioni, fotografando tutti i suoi lavori con una  rolleycord 6 x 6, eredità paterna. Il suo attaccamento alla natura lo porta a  scrivere, disegnare e realizzare opere con materiale trovato in spiaggia, levigato, e nel sottobosco delle pinete. Grazie ai viaggi in Africa, (Mauritania, Mali, Niger, Marocco, Tunisia), si rafforza l’interesse per la natura arcaica e antropologica. 

Roberta Mandoliti

(Cosenza, 1985) Vive e lavora a Roma. La sua ricerca artistica si nutre dell’impermanente per rivolgersi all’in-visibile dell’immagine, alla cosa enigmatica in sé che ce la dis-vela incessantemente. Il suo recente lavoro: “In-stabile;  Memorie inverse; La forma del ciel’ho”, è questo declinarsi in possibilità dis-visive. Nel 2014 brevetta le Essenze culturali ottenute per distillazione dei libri stampati, e nel cui merito si ricorda la pubblicazione “Com’è buono l’odore di Borges al mattino. Gli ebook vinceranno? Risposta d’artista: distillare il profumo dei libri e farne essenze culturali”. Nel 2015 vince la residenza d’artista XXVIII Premio Pandosia, “Niente nasce dal nulla, tutto nasce dalla terra, con l’installazione ambientale Attraverso la Porta”, Marano Principato (CS). Nel 2016 è finalista all’ XI Premio Arte Laguna, Venezia. Nel 2020 guida un esperimento di video-performance con la collaborazione di un gruppo studenti-attori-protagonisti del Liceo Artistico G. C. Argan “Da cosa nasce cosa”, con selezione speciale al concorso ILLUSTRATI, Roma.

Veronica Montanino

È artista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha partecipato alla 54° Biennale di Venezia e realizzato numerosi interventi ambientali animati da un profondo dialogo con l’architettura e lo spazio pubblico. Tra le installazioni site-specific, quella nello storico Palazzo dei Capitani ad Ascoli Piceno (2006), e a Palazzo Collicola di Spoleto, dove interviene su mobili, soffitto e pareti perimetrali, creando una stanza che entra a far parte della collezione permanente del Museo Carandente (2010). Altri interventi permanenti sono realizzati dall’artista per la Casa dell’Architettura di Roma, ex Acquario Romano (2013) e per il MARCA Museo delle arti di Catanzaro (2018). Dal 2016 conduce, con la storica dell’arte Anna Maria Panzera, il progetto “Per una ricerca sulla specificità dell’arte [eventualmente] femminile”. Nel 2020-21 il Casino Nobile dei Musei di Villa Torlonia ospita la sua personale “Rami”, con una forte interazione tra antico e contemporaneo. Al suo lavoro sono state dedicate diverse pubblicazioni e video (Rai Arte Cultura, 2015).

Monica Pennazzi

Monica Pennazzi nasce ad Ancona nel 1972. Dopo la formazione in Progettismo di moda presso l’Università di Urbino, inizia a lavorare per diverse aziende affermate di moda come Tombolini e Fornarina. Nel 2002 decide di dedicarsi a tempo pieno alla sua vera vocazione: l’arte plastica. La sua ricerca si esprime attraverso opere a carattere scultoreo e installativo che privilegiano l’utilizzo di fibre sintetiche come poliuretano e silicone fino ad arrivare nei lavori attuali alle corde musicali. Partecipa a numerose esposizioni collettive e Biennali di scultura in Italia e all’estero. @monica_pennazzi

Francesco Petrone

Francesco Petrone (Foggia, 1978) vive e lavora a Roma. Si laurea con lode presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, per anni lavora come scenografo per il teatro e il cinema e è docente di presso il Liceo Artistico Argan di Roma. La sua pratica scultorea, fortemente legata al simbolo e alle sue declinazioni, spazia fra diversi materiali, essi stessi significanti nella sua poetica. A partire dal cemento armato, che nasconde la sua armatura all’interno di una roccia che diventa polvere e torna roccia, passando legno, materiale vivo, fino agli elementi di vita quotidiana, quali pane e peperoncino, racconta un processo temporale e umano di cambiamento e deterioramento, tuttavia in maniera delicata e immediata. La sua poetica si muove costantemente in un regime di reciprocità fra opposti e il confine fra di essi, indagando nello spazio dell’ossimoro una necessità insita nel funzionamento esperienziale di ciascun essere.

Maria Pia Picozza

Servendosi di molteplici media come disegno, scultura, pittura, fotografia, tessitura, audio, video, animazione, da corpo a grandi installazioni scultoree, racconti- istantanee che non di rado evocano e ritornano allo schizzo originario tradotto nelle tre dimensioni e amplificato di nuovi elementi percettivi. Motivo ricorrente dell’indagine è la memoria, sedimentata, cristallizzata che, attraverso questi racconti tridimensionali, appunti aerei, viene rievocata e tessuta all’interno di tracce, mappe e coordinate reali e immaginarie in cui spazio e tempo si sovrappongono in un unico inscindibile livello.

Toni Ripa

La sua indagine muove dall’idea di realtà che insegue attraverso la scultura e il disegno, una realtà oscillante, che da oggetto di profonda indagine entra a partecipare al processo creativo, plasmando, corrompendo la materia stessa dell’opera, diventandone al tempo stesso musa e strumento. Nell’ambito della scultura predilige materiali plasmabili e la lavorazione dei metalli. Predilezione che riverbera nel disegno, nel segno deciso e ruvido, senza mediazioni narrative, nella capacità di scalpellare dettagli minuti, sorprendentemente precisi che restituisce al caso lasciando che fogli si impregnino della contingenza presente, restando sui pavimenti e sui tavoli o sui muri dove sono stati realizzati. Prima docente di scultura, Anatomia presso l’Accademia di Belle Arti di Viterbo, attualmente docente di Storia dell’Arte, si è occupata di restauro e di formazione cinematografica e ha partecipato a varie mostre personali e collettive in musei e gallerie. (Anna Perrotta)

Massimo Saverio Ruiu

Massimo Ruiu nasce a San Severo (FG) nel 196; si laurea in Lettere presso la cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università di Roma “La Sapienza”. Vive e lavora a Roma. La ricerca artistica ha come costante una tensione poetica che guarda nell’uomo, a volte con ironia, per colmare l’abisso che c’è in lui. Massimo Ruiu rivolge la sua innata vena poetica alla definizione esatta di icone del non-essere. Nell’era dell’iper-immagine Ruiu inventa l’anti-immagine delle “Ombre assolute”, nella stagione del “troppo” medita sul “meno”, sui lati in ombra, invisibili solo ai ciechi.

Alberto Timossi

Alberto Timossi (Napoli 1965, vive e lavora a Roma) pensa la scultura come riflessione sui fenomeni del cambiamento. La sua ricerca recente indaga la possibilità di incontro fra materiali e forme di origine diversa, con sviluppi sia nelle installazioni urbane sia nel campo dell’arte ambientale. Partecipa a numerose mostre personali e collettive, in Italia e all’estero. @albertotimossi

Raffaele Vitto

Raffaele Vitto nato a Canosa di Puglia nel 1993, vive e lavora a Ferrara. Si è diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Cerignola nel 2013. Ha conseguito il Diploma Accademico di Secondo Livello in Scultura nel 2020 presso l’Accademia di Belle Arti di Bari. Il suo lavoro è caratterizzato dal recupero di elementi agresti, appartenenti al proprio vissuto, in particolare la terra, la stessa che coltiva sin da piccolo con la sua famiglia. Questo gli permette di rendere tangibili le sue riflessioni, rivolte in primo luogo al bisogno di ritrovare quell’armonia perduta con l’elemento naturale, sondandole dinamiche che governano il rapporto uomo-natura/contadino-terra. @raffaele.vitto


INFO

tredici vite
l’arte contemporanea abita la terra

A cura di Chiara Guidoni
Ideazione di Francesco Petrone
In collaborazione con Andrea Carfagna, direttore artistico Giardino L’Olivella
Artisti: Bankeri, Mauro Cuppone, Paolo Garau, Pino Genovese, Roberta Mandoliti, Veronica Montanino, Monica Pennazzi, Francesco Petrone, Maria Pia Picozza, Toni Ripa, Massimo Ruiu, Alberto Timossi , Raffaele Vitto

Inaugurazione 18 giugno 2023 ore 18.30

Fino al 3 settembre 2023
Orari: dal martedì alla domenica dalle 18:30 alle 22:00

Giardino L’Olivella
Via Colle Pisano 5 – Frascati (RM)
@giardino_lolivella
@aziendaagricolaolivella

Progetti Inutili
progettinutili@gmail.com
@progettinutili

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
tel 349 494 5612 – roberta.melasecca@gmail.com
www.melaseccapressoffice.it

Matera, Fondazione Sassi: Paolo Borrometi presenta il suo nuovo libro Traditori

La Fondazione Sassi e l’Associazione Giovane Europa presentano i

Paolo BorrometiTraditori, come fango e depistaggio hanno segnato la storia italiana


Sabato 17 giugno 2023
ore 11

Sala degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile
piazza Duomo a Matera

All’incontro sarà presente l’autore Dialogheranno con Paolo Borrometi : la presidente della Fondazione Sassi Maria Giovanna Salerno, Monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo, Filippo Bubbico, Angelo Chiorazzo, presidente dell’Associazione Giovane Europa, Don Marcello Cozzi e Vittorio di Trapani.

Con il suo nuovo libro Paolo Borrometi, giornalista da anni sotto scorta e condirettore di Agi, rivolge a tutti noi una domanda verità e giustizia e ci chiede « perché tante stragi e delitti in Italia rimangano impuniti, perché la ricerca della verità sia sempre così difficile e, soprattutto, perché come disse Giovanni Falcone “in questo paese per essere credibili bisogna essere ammazzati … » .

Traditori, come fango e depistaggio hanno segnato la storia italiana, edito da Solferino libri, sarà presentato domani 17 giugno alle ore 11 a Matera, nella Sala degli Stemmi del Palazzo Archivescovile in piazza Duomo.

All’incontro, organizzato e promosso dalla Fondazione Sassi e dall’Associazione Giovane Europa, sarà presente l’autore. Dopo l’introduzione della presidente della Fondazione Sassi Maria Giovanna Salerno, dialogheranno con l’autore: Monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Matera-Irsina, Filippo Bubbico, ex presidente della Regione Basilicata, Angelo Chiorazzo, presidente dell’Associazione Giovane Europa, Don Marcello Cozzi, Associazione Libera, Vittorio di Trapani presidente della Federazione Nazionale della Stampa italiana. Modera il giornalista Vito Salinaro.

Un reportage giornalistico tra anomalie, depistaggi e buchi neri che parte dallo sbarco degli americani in Sicilia nel 1943 per arrivare ai giorni nostri, passando per le bombe degli anni Settanta e la strategia della tensione: da Portella della Ginestra a via Fani, dall’Italicus al Rapido 904, da Bologna a Capaci e Via d’Amelio, fino all’arresto del latitante Matteo Messina Denaro. Una storia, alternativa e potente, del lato oscuro del Paese.
Traditori
 non è solo un libro che aiuta la memoria, ma anche un testo che ci aiuta a comprendere, a riconnettere i fili, a trovare risposte alla difficile stagione che stiamo vivendo. Nel libro Borrometi ripercorre i troppi omissis e i tanti buchi neri della nostra storia. L’autore ricorda cronisti, sacerdoti, magistrati, semplici cittadini, uccisi e poi diffamati. “Per me non erano eroi, ma persone per bene”, spiega Paolo Borrometi. E aggiunge: “Ho scritto il libro ‘Traditori’ perché questo Paese lascia sole le vittime delle mafie, delle stragi, del terrorismo. Perché la nostra disattenzione non solo lascia i familiari delle vittime soli nella ricerca di brandelli di verità, ma fa anche il gioco di chi, per il potere confonde, inquina, depista”.

PAOLO BORROMETI

Nato a Ragusa nel 1983, Paolo Borrometi, laureato in Giurisprudenza, ha iniziato a lavorare al «Giornale di Sicilia» e ha poi fondato il sito di informazione e inchiesta «La Spia». Oggi è condirettore dell’agenzia di stampaAGI e collabora con diverse testate giornalistiche. Per il suo impegno di denuncia, ha ricevuto l’onorificenza Motu proprio dal presidente della Repubblica. È presidente di «Articolo 21», collabora con Libera, con la Fondazione Caponnetto e con la Cgil. Per Solferino ha pubblicato Un morto ogni tanto (2018) e Il sogno di Antonio (2019).

Il libro di Borrometi sarà presentato anche a Latronico, domenica 18 giugno alle ore 18 al Museo MULA+. La presentazione del libro è promossa dal Comune di Latronico, in collaborazione con l’Associazione Giovane Europa. Dopo l’introduzione del sindaco Fausto De Maria, interverranno con l’autore: monsignor Vincenzo Orofino, Vescovo di Tursi- Lagonegro, Angelo Chiorazzo, presidente dell’Associazione Giovane Europa, Angelo Oliveto, presidente dell’Associazione della Stampa di Basilicata, Giovanni Rivelli, giornalista del TGR Basilicata. Modera Giulia Egidia Bianco, consigliera comunale.


Sissi Ruggi
addetto stampa
per la Fondazione Sassi
 
Per contatti e ulteriori informazioni
ufficiostampa@sissiruggi.com

Agricoltura, Sicilia: come impatta il cambiamento climatico in vigna? – L’analisi di Luca Mercalli per Colomba Bianca

Germogliamento dei vigneti

SICILIA, LO SCENARIO TRACCIATO DA MERCALLI.
«ENTRO IL 2100 AUMENTO TEMPERATURA DA 2 A 5 °C: CALENDARIO FENOLOGICO ANTICIPATO, QUOTE ELEVATE PER LA PRODUZIONE E PIÙ VARIETÀ DEI RACCOLTI» 

Agricoltura, Sicilia:
come impatta il cambiamento climatico in vigna?
Entro il 2100 aumento di temperatura da 2 a 5 °C.
L’analisi di Luca Mercalli per Colomba Bianca.

OSSERVATORIO SULL’UVA, tecniche agronomiche e “Climate change”: il percorso di studio di Colomba Bianca per affrontare nuove criticità e condividere know-how

Il Presidente della Società Meteorologica Italiana: «Modelli vitivinicoli classici subiranno forti stress: selezione genetica cruciale per recuperare resilienza con cultivar più resistenti alla siccità. Servono infrastrutture irrigue ad elevata efficienza. E poi, flessibilità e lungimiranza».
La geografia delle produzioni vitivinicole si modifica al passo del “Climate change“, che si ripercuote, soprattutto in Sicilia, sulle tecniche agronomiche. Con l’obiettivo di preservare la stabilità produttiva della filiera, Colomba Bianca – tra i più grandi produttori di vini biologici in Europa, con 6.200 ettari di vigneti – ha messo a punto dall’anno scorso un Osservatorio sull’uva, aperto a istituzioni e cantine dell’Isola, per monitorare i trend climatici e condividere know-how, coinvolgendo professionisti sul tema a livello nazionale. 

Luca Mercalli,
presidente Società Meteorologica Italiana

VITECOLOGIA, NUOVI MODELLI IN VIGNA

«Stiamo cercando di andare verso un modello di agricoltura sostenibile – commenta Mattia Filippi di Uvasapiens, consulente enologo di Colomba Bianca – attraverso l’aumento della biodiversità e di sostanze organiche dei suoli: modelli agricoli complessi che prevedono coltivazione di boschi e di contesti ecologici più ampi. L’ho battezzata “Vitecologia” ed è l’unione tra gli orizzonti della nuova viticoltura e l’andamento ecologico, per contrastare fenomeni derivanti dai disallineamenti climatici: desertificazione, siccità, instabilità chimica e fisica del suolo». A fare un’analisi approfondita sull’impatto climatico in vigna è Luca Mercalli – presidente Società Meteorologica Italiana e giornalista scientifico – interpellato proprio da Colomba Bianca, l’esperto spiega: «Il clima mediterraneo della Sicilia genera condizioni favorevoli alla viticoltura, che tuttavia negli ultimi decenni stanno cambiando sotto la pressione del riscaldamento globale. La lunga serie storica dell’Osservatorio Vaiana di Palermo mostra nel periodo 1974-2022 un aumento della temperatura media di 2.5 °C. Inoltre, la vicinanza della Sicilia alla costa settentrionale africana rende più frequenti le incursioni del rovente anticiclone sahariano che l’11 agosto 2021 ha fatto registrare nella stazione del SIAS di Floridia (Siracusa), 48,8 °C: valore record di caldo per l’Italia e l’Europa». 

RESILIENZA CLIMATICA E STRESS DA SICCITÀ

Cosa vuol dire questo per le nostre colture? «La vite ha una buona resilienza climatica – continua Mercalli – e si adatta a un intervallo ampio di condizioni termopluviometriche, ma va comunque in stress se le temperature crescono oltremodo e se mancano precipitazioni per periodi prolungati. Oltre i 35 °C l’attività vegetativa è compromessa e in casi estremi la pianta può subire danni permanenti, con bruciature sui grappoli e sull’apparato fogliare e conseguente aumento di attacchi fungini. I tratti principali della crisi climatica in atto sono riassunti nel Sesto rapporto di sintesi dell’IPCC (marzo 2023): il Mediterraneo è definito “hotspot” climatico, un’area del pianeta che subisce un aumento delle temperature più rapido rispetto alla media globale. In linea generale, la temperatura media annua sulla regione mediterranea è destinata ad aumentare (da 2 a 5 °C entro il 2100, a seconda delle opzioni di decarbonizzazione) e con essa ondate di calore, siccità, incendi forestali, alluvioni, nonché innalzamento del livello del mare (da 40 cm a 1 m a fine secolo), con danni alle infrastrutture costiere. Gli inverni diventeranno più miti, con una riduzione nella frequenza delle ondate di freddo, mentre le estati diventeranno sempre più lunghe e calde, con valori estremi inediti. Il riscaldamento globale potrebbe dunque portare la Sicilia nei prossimi decenni a condizioni via via più simili ai paesi nord africani, dove la viticoltura, pur esistendo (in Marocco, Algeria, Tunisia), presenta produzioni medie nazionali che sono circa l’1% di quella italiana, a riprova dell’allontanamento di quei climi dalla fascia vocata del Mediterraneo centro-settentrionale. 

Vigne

SICILIA, SCENARIO 2031-2060

«Nel lavoro di Konstantinos Varotsos (Istituto di ricerche ambientali di Atene) e collaboratori (2020) – continua Mercalli – sono presentati scenari climatici 2031-2060 in Sicilia, Creta e Cipro: emergono netti aumenti di temperatura ma modesti segnali sulle precipitazioni, senza variazioni apprezzabili delle quantità totali, ma con possibile incremento dei fenomeni estremi. Nell’ipotesi peggiore, con l’assenza di controllo delle emissioni in Sicilia, si avrebbero +2.1 °C in estate e +1.6/1.7 °C nelle altre stagioni. Ciò equivarrebbe a trasformare la temperatura media estiva di Catania, attualmente di 24,5 °C come quella rispettiva di Tunisi (26,5 °C). Il fatto che le precipitazioni medie annue non sembrino subire variazioni significative, fermo restando che già oggi in Sicilia si hanno (alle quote medio-basse) dai quattro agli otto mesi di aridità dei suoli, non significa che lo stress idrico non aumenti: infatti le temperature più elevate provocherebbero un incremento dell’evapotraspirazione, che nel lavoro “Future trends of reference evapotranspiration in Sicily based on CORDEX data and Machine Learning algorithms” (F. Di Nunno e F. Granata, Università di Cassino, 2023) vengono quantificati verso la fine del secolo attorno a +15-17%. All’aumento medio della temperatura farà seguito anche un incremento delle temperature estreme, che potrebbero oltrepassare frequentemente i 45 °C con picchi attorno a 50 °C, decisamente sfavorevoli alla vite. Cambieranno anche le somme termiche e le escursioni giorno-notte, con influenza sulla formazione di aromi e pigmenti e sul tasso zuccherino e di acidità degli acini. Con questi scenari è chiaro che gli areali vocati della vite potrebbero cambiare: da versanti molto esposti al soleggiamento si passerebbe a versanti più ombrosi e a quote più elevate, onde compensare l’aumento termico e sfruttare maggiormente l’umidità dei suoli. Secondo un recente studio dell’Università agricola di Atene – continua Mercalli – gli impatti del cambiamento climatico sulla viticoltura causeranno anticipi del calendario fenologico della vite, alterazioni della composizione chimica dell’uva e del vino, maggior variabilità dei raccolti, espansione colturale in areali geografici prima inadatti e significativi spostamenti degli areali tradizionali. Lo studio conclude che “con gli scenari più pessimistici, le regioni del Nord Europa potranno diventare adatte alla coltivazione della vite”, a discapito delle regioni meridionali europee, troppo calde per la produzione di uva». 

CONTROMISURE DA ADOTTARE IN OTTICA PREVENTIVA

«Sul breve periodo – continua Mercalli – soprattutto su suoli che non dispongono di sufficiente riserva idrica delle precipitazioni invernali è opportuno pianificare infrastrutture irrigue ad elevata efficienza (invasi, impianti a goccia, monitoraggio locale e satellitare delle esigenze idriche), affrontando anche il tema di un’evoluzione dei disciplinari di produzione laddove l’irrigazione non sia oggi consentita. L’approccio della selezione genetica è cruciale per recuperare resilienza, con la ricerca di cultivar più resistenti alla siccità e ai calori estivi, tenendo conto che ciò richiederà cambiamenti nelle denominazioni tradizionali dei vini. Nelle zone montuose e collinari la scelta di altitudini maggiori ed esposizioni meno assolate può consentire di mantenere le prerogative delle aree tradizionalmente associate al vigneto. La rapidità dei cambiamenti in atto tenderà a mettere sotto pressione i territori con le loro filiere agrotecnologiche e richiederà flessibilità e lungimiranza nell’affrontare nuove condizioni. La viticoltura, basata su impianti di durata pluridecennale, non potrà reagire con tempestività come il settore delle colture erbacee annuali e necessita quindi di un maggiore sforzo di pianificazione associato anche a un maggiore rischio. Prepararsi per tempo e seguire l’evoluzione molto dinamica del clima è dunque fondamentale per non essere colti di sorpresa». 

INFRASTRUTTURE PIÙ EFFICIENTI PER L’IRRIGAZIONE

Uno scenario preoccupante, che va attenzionato costantemente: «Colomba Bianca – conclude il presidente di Colomba Bianca Dino Taschetta – ha intrapreso questo percorso di studio, con l’obiettivo di offrire uno strumento di supporto per applicare le più appropriate tecniche agronomiche finalizzate alla stabilità produttiva dei nostri vigneti e creare percorsi qualificati per innalzare il livello qualitativo dei vini dell’Isola. Vogliamo farci portavoce dell’intero comparto in riferimento alla criticità da affrontare: la voce autorevole di Luca Mercalli non lascia ampi margini di manovra rispetto al fenomeno del climate change, che va affrontato con la giusta consapevolezza, partendo proprio dalle infrastrutture per l’irrigazione, fino a una più lungimirante politica del comparto agricolo».


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Genova, eventi culturali: Il SUQ compie 25 anni e torna dal 16 al 25 giugno al Porto Antico

Una delle passate edizioni della manifestazione che quest’anno compie un quarto di secolo

Il SUQ Fest compie 25 anni !
E torna dal 16 al 25 giugno al Porto Antico di Genova

Teatro Dialogo delle Culture

Ampio spazio al tema dell’ambiente con gli appuntamenti di EcoSuq

Direzione artistica Carla Peirolero

Il Suq Fest di Genova. Un bazar culturale (e colorato) che totalizza oltre le 70mila presenze ad ogni edizione. Torna con un ricchissimo programma per lo speciale del 25° anno (16 – 25 giugno) alla Piazza delle Feste del Porto Antico con alcune prime nazionali dedicate al dialogo tra culture, concerti, incontri con alcuni noti scrittori, buone pratiche per l’ambiente con le iniziative di EcoSuq; il libro “Le Voci del Suq” dedicato ai 10 anni della scomparsa di Don Gallo col contributo di firme prestigiose; omaggio a Ezio Bosso con la sorella Ivana … e tanto altro.

Il SUQ Festival compie 25 anni e torna dal 16 al 25 giugno al Porto Antico di Genova e propone un nuovo programma di teatro, musica, incontri, laboratori, showcooking, artigianato e buone pratiche di EcoSuq.  Un traguardo importante per il Festival che da un quarto di secolo dà vita ad una esperienza unica, permette di vivere circondati da persone che parlano lingue diverse, ognuna con il suo racconto, fra colori, profumi e sapori che provengono da tutto il mondo, con tante cucine da assaggiare. È il bazar mediterraneo per antonomasia, uno spazio dove si può parlare di tutto e dove ognuno trova il suo posto.

Il Suq al Porto Antico

Fra gli spettacoli: Il 25° SUQ Festival avrà al centro una ricca selezione di spettacoli teatrali dedicati al dialogo tra culture, di forte impegno civile, che intrecciano prosa, musica, disegni animati. Il cartellone teatrale si aprirà il 15 giugno, un giorno prima dell’apertura ufficiale del festival, con lo spettacolo di Andrea Pennacchi “Welcome to Pojanistan”, una descrizione ironica e sprezzante del razzismo che circola come un virus in Italia. In programma due prime nazionali“I racconti di Penda” con Bintou Ouattara (il 18), un omaggio alla tradizione orale dei Peul, un popolo nomade dedito alla pastorizia che vaga dalla Mauritania al Camerun, e “La señora” (19 e 20), nuova produzione Suq Festival e Teatro, con Carla Peirolero voce narrante accompagnata dal canto di Alessandra Ravizza sui brani tradizionali. È dedicata a Grazia Nasi, conosciuta come l’ebrea errante, una donna sefardita nata nel 1510 in Portogallo che ha lottato in difesa degli ebrei perseguitati. Anteprima nazionale per “Antigone. Tragedia con canzoni” del Teatro dei Borgia (il 22), che prende spunto dalla tragedia di Sofocle per parlare di pandemia, lutti e impossibilità di celebrare i funerali.

Da non perdere lo spettacolo tratto dal libro di Francesca Mannocchi“Libia. Il racconto di un paese oltre la notizia” (il 24) di Francesca Mannocchi con i disegni di Gianluca Costantini e la regia di Davide Sacco“SID – Fin qui tutto bene” (il 25) con Alberto Boubakar Malanchino, (attore tra i protagonisti di DOC Rai1) storia di un italiano di origine algerina, bello, intelligente, raffinato lettore, che uccide le sue vittime soffocandole con un sacchetto di plastica dei marchi alla moda, spettacolo frutto di un’indagine in un quartiere periferico di Torino.

La Giornata Internazionale del Rifugiato, il 20 giugno, è dedicata a Don Andrea Gallo, grande amico del SUQ scomparso dieci anni fa, il 22 maggio 2013. Amico e “collega” in scena nello spettacolo della Compagnia del Suq “Esistenza soffio che ha fame” di cui si sta realizzando un video.

La Giornata Europea della Musica è dedicata a Ezio Bosso, pianista e direttore d’orchestra di fama internazionale, che sarà ricordato dalla sorella Ivana. L’orchestra giovanile Trillargentoeseguirà una scelta di sue composizioni.

INCONTRI- LIBRI:  Saranno presenti i grandi temi dell’attualità, dai diritti alla crisi internazionale, dai fenomeni migratori all’emergenza climatica, interpretati con sguardo interculturale, attento e originale.

Uno spettacolo al Suq Festival – Foto Max Valle

Il traguardo importante si celebra anche con un libro inedito “Le Voci del SuQ dedicato a Don Gallo nei 10 anni dalla scomparsa (18 giugno) che racconta la storia e le attività del Suq con la collaborazione di prestigiose firme e fotografie storiche (contributi di Goffredo Fofi a Nando dalla Chiesa, da Moni Ovadia a Marco Aime e tanti altri…). L’opera editoriale è un esperimento artistico e sociale unico nel suo genere, con un lungo racconto a più voci.

Da segnalare la presenza di Fabrizio Gatti con il suo ultimo nuovo libro “Nato sul confine” (Rizzoli), di Farian Sabahi, che parlerà del suo libro “Noi donne di Teheran” (Editoriale Jouvence) e ancora di Cinzia Leone con “Vieni tu giorno nella notte” (Mondadori) che racconta il dolore atroce della perdita di un figlio e il bisogno di utopie. Il tutto nello spirito del Suq, aperto a tutte le età, giocoso, stimolante e che fa riflettere.

AMBIENTE: EcoSuq. La cultura per l’ambiente, l’ambiente per la cultura e il cibo

Ampio spazio sarà dedicato al tema dell’ambiente con gli appuntamenti di #ecosuq2023 con attività educative, incontri, associazioni che anno dopo anno hanno reso il Festival un luogo di ricerca e di sviluppo delle buone pratiche per la sostenibilità ambientale. Il programma pensato in collaborazione con Cittadini Sostenibili vede tra gli ospiti, l’eco-narratrice Elisa Nicoli (il 19) per esplorare il tema dell’eco-minimalismo e capire quanto le nostre scelte quotidiane facciano la differenza; di spicco la guerrilla cleaning (il 17) per liberare il centro storico dai mozziconi di sigaretta, in collaborazione con il Patto di Sussidiarietà del Centro Storico; l’anno scorso in due ore ne sono stati raccolti 25.000. Una novità è CarLOTTA’S Race (il 23) prima bici cargo libera a Genova, percorrerà le strade cittadine in una “gara” bici-macchina con destinazione finale il SUQ in Piazza delle Feste, a cura di Goethe-Institut Genua. Molte attività e incontri avranno come focus gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.

FOOD: Immancabile Chef Kumalé con i suoi showcooking che insieme alle 11 cucine diverse presenti al 25° SUQ Festival – indiana, araba, sud est asiatica, messicana, del nord Europa, senegalese, nigeriana, persiana, siriano libanese, sud americana, vegana – permette un viaggio esclusivo e ghiotto nelle tradizioni gastronomiche del mondo. 

«Sono orgogliosa di questo risultato – afferma Carla Peirolero, direttrice del SUQ – e penso all’inizio di questa avventura, quando insieme a Valentina Arcuri l’abbiamo iniziata, per ribellione a un teatro che non dava spazio alla società multiculturale contemporanea, sia in scena che nel suo pubblico. Il SUQ in venticinque anni è rimasto fedele a sé stesso, ha mantenuto la sua formula originale di dialogo tra culture diverse, offrendo ogni anno un programma coerente, nato da una ricerca specifica e radicale, sempre al passo con l’attualità che nel tempo proprio su questi argomenti ha mostrato un’allarmante fragilità».

In collaborazione con l’Università di Genova, il Suq vanta il Patrocinio Unesco, del Ministero dell’Ambiente e del MIC, riconosciuto Best Practice in tema di diversità culturale e di dialogo interculturale. Carla Peirolero (Direzione artistica – ideatrice ).



Informazioni
Tel. 329 20 54 579  teatro@suqgenova.it
#AspettandoilSuq #suqfest23 #ecosuq #intercultura #teatro #comunità

Ufficio stampa
Melina Cavallaro  
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma, Media Relations per la Città di Genova 
Valerio de Luca –  resp. addetto stampa
Via Piave 74, 00198 Roma

Gambero Rosso ecofriendly – Tina Berenato ridisegna le Guide più famose dell’enogastronomia

Il Gambero Rosso lo conoscono tutti, persino i bambini, che rievocherebbero subito l’Osteria dove, in Pinocchio, Collodi fa cenare il Gatto e Volpe. A noi amanti della buona tavola ricorda, invece, il supplemento di otto pagine curato da Stefano Bonilli per il Manifesto, uscito il 16 dicembre 1986. Da allora è stato un crescendo continuo di successi. Oggi Il Gambero Rosso è una rivista e un gran numero di guide enogastronomiche, un canale televisivo, corsi di formazione, iniziative e incontri tenuti un una sede modernissima, un website articolato e attraente e naturalmente una App.

Pochi giorni fa, ancora una sorpresa piacevolissima: le famose Guide si sono date una nuova veste grafica. Il restyling è stato affidato a Tina Berenato, designer e titolare di TB Design, che ha presentato a Roma, nel raffinato Palazzo Brancaccio, la sua proposta creativa ad un pubblico d’eccellenza, primi fra tutti Marco Mensurati, il nuovo direttore responsabile delle Guide del Gambero Rosso, e Laura Mantovano, direttrice editoriale. “Per i saluti finali, che hanno preceduto l’aperitivo nel giardino, sono intervenuti anche Paolo Cuccia, Presidente, e Carlo Spallanzani, AD”, come si legge nell’edizione Roma del Corriere della Sera.

Con sensibilità e delicatezza, Tina ha raccontato una storia, rendendo i presenti partecipi delle proprie emozioni, manifestando loro l’anima di un progetto. Per usare le sue stesse parole, ha raccontato come è stata “disegnata e felicemente condivisa la strategia vincente…”

Tina Berenato con Marco Mensurati, nuovo direttore responsabile delle Guide del Gambero Rosso, e la direttrice editoriale Laura Mantovano – © Francesco Vignali Photography

La TB DESIGN é una agile agenzia di pubblicità siciliana.
Da oltre trent’anni si occupa di comunicazione e graphic design.
Si impone nella sua realtà d’intervento distinguendosi per entusiasmo, creatività e flessibilità operando con efficacia e adeguando strategie di marketing e di comunicazione alle specifiche esigenze del singolo committente.

“La comunicazione efficace è l’esatto equilibrio tra strategia e creatività” è il suo motto.

  • Marketing e strategie di comunicazione;
  • Comunicazione culturale e sociale;
  • Social Media Marketing; Campagne pubblicitarie;
  • Progettazione, personalizzazione ed allestimento di spazi culturali, espositivi, di promozione e vendita.
  • Gestione Eventi.

tina.berenato@gmail.com

INIZIA LA MAGIA

di Tina Berenato

“La comunicazione efficace è l’esatto equilibrio tra strategia e creatività”
In comunicazione nulla si improvvisa.
“Nessun segno grafico o immagine accattivante può essere un semplice gioco stilistico, otterrà risultati solo se preceduta e supportata da una solida strategia di comunicazione.”

Fatto il brief, messe in fila ed immagazzinate il maggior numero di informazioni possibili, sentiti profumi, visti colori, percepite suggestioni di una magnifica squadra al lavoro. Disegnata e felicemente condivisa la strategia vincente…. INIZIA LA MAGIA

La creatività è la capacità di rendere visibile l’invisibile, è la strada che ci permette di entrare nella nostra essenza più profonda, che ci trasporta in uno spazio/ tempo diverso dove le informazioni raccolte diventano lievito e si trasformano in intuizioni, forme, segni e disegni.

E non c’è mai una sola soluzione, le strade creative possibili sono molteplici, ma solo una è quella vincente.

Tina Berenato presenta le Guide del Gambero Rosso –
© Francesco Vignali Photography

Vi racconto una storia
Fatte le riunioni di brief… torno nella mia Sicilia con tutto il mio lievito in corpo, ma con la preghiera di ricevere l’ultima copia di ogni guida stampata. Passano pochi giorni, forse poche ore e a studio personalmente accolgo l’arrivo del corriere che mi consegna un pacco: mittente Gambero Rosso.

Un grosso cartone da imballaggio con dentro tutte le mie informazioni sul mondo dell’enogastronomia, ma con una incontrovertibile garanzia, con un sigillo di garanzia timbrato in cima: il marchio Gambero Rosso.
Non potevo fare a meno di traslare questa immagine.

La copertina della nostra nuova collana editoriale delle guide è proprio il nostro imballaggio e lo storico marchio Gambero Rosso è il timbro, il sigillo di garanzia simbolo per eccellenza della qualità del prodotto.

Quando due designer si sfiorano, ma uno dei due è uno dei grandi padri della grafica italiana non si può che rendere omaggio ad un linguaggio, ad una forma stilistica che ha decretato il successo e la riconoscibilità di Gambero Rosso e della sua rivista felicemente disegnata dalla matita di PIERGIORGIO MAOLONI.

Il visual arriva più direttamente e molto prima della parola.
Proprio Maoloni crea un nuovo dialogo tra la parola e l’immagine.
Ispirandomi ai suoi tratti retrò e a collezioni di etichette d’epoca, ho disegnato un cartiglio diverso per ogni guida che contenendone anche il titolo, la rende immediatamente riconoscibile rispetto alle altre.

Nuovo formato, più piccolo, quasi tascabile per tutte le guide.
Una decisa e determinata direzione verso la sostenibilità ambientale, ormai doverosa per tenere in equilibrio l’ecosistema naturale tra l’Uomo e il Pianeta, con l’utilizzo di carte naturali ad alto spessore con contenuto di pasta di legno, certificate.

Casa degli Artisti di Sant’Anna del Furlo, Fossombrone (PU): Nascere e Morire, la nuova installazione di Sisto Righi ne La notte di Sisto e Iside

Sisto Righi
La notte di Sisto e Iside
Arte, Musica, Trattamenti egizio-esseni

Presentazione installazione permanente “Nascere e Morire”

17 giugno 2023 dalle ore 21.00 alle ore 24.00

Casa degli Artisti
di Sant’Anna del Furlo
Sant’Anna del Furlo 30 – Fossombrone (PU)

Il giorno 17 giugno 2023 la Casa degli Artisti di Sant’Anna del Furlo presenta La notte di Sisto e Iside di Sisto Righi: arte, musica e trattamenti egizio-esseni dalle ore 21 alle ore 24. 
Sisto Righi racconterà “Nascere e Morire”, un’installazione permanente che vuole rappresentare l’arco della vita nell’abbraccio tra spirito e materia. Il musicista compositore Federico Verdicchio  e il percussionista Pierpaolo Pellegrino tradurranno l’opera in note improvvisando musica dal vivo sull’onda emozionale della serata. I Visitatori della serata esperienziale non si limiteranno ad osservare passivamente l’opera, ma nel percorso incontreranno degli operatori in trattamenti egizio esseni: potranno ricevere un trattamento e così affacciarsi sul mondo impercettibile che anima l’artista. (www.esseniaacademy.com)

La Casa degli Artisti condurrà il pubblico in una passeggiata notturna tra le opere del Cammino sull’arte. Al termine del percorso tutti i presenti origineranno una melodia unica riunendosi attorno all’opera dove il compositore trasformerà le vibrazioni emotive in una musica unica, partecipando  in anteprima ad un esperimento inedito.

“C’è qualcosa di antico, anzi, di arcaico, tribale, primigenio nell’animo di Sisto. È un’energia tellurica che lo spinge nelle sue azioni artistico – teatrali. Era un ragazzo inquieto, nella sua piccola San Marino, da giovanissimo decise di partire per l’America, fu solo il primo viaggio. Per tutta la vita, ha poi continuato a viaggiare, non per arrivare, raggiungere una meta, ma per conoscere e conoscersi. Un viaggio spirituale, dentro se stesso, in continua ricerca, anche accettando esperienze sconvolgenti. Come un nativo americano, un indigeno della foresta amazzonica o dei deserti africani, Sisto si sfida, si mette alla prova, sperimenta, si lancia nelle esperienze, come attraversare la giungla nudo, di notte, per coniugarsi, compenetrarsi con la natura, corpo e spirito, tutto intero. Cerca risposte. Come scrive Rick Rubin, produttore musicale, ne “L’atto creativo” (Mondadori), l’incessante interrogazione umana con l’Universo, a volte trova dei segni, delle risposte. “…nella conversazione con il Cosmo che emette segnali, i creativi captano e traducono. E’ imprescindibile”. E a un certo punto l’arte diventa necessaria, inevitabile. Dopo anni di ricerca Righi ha capito. Lui è un artista. Ma non di quelli che passano di mostra in mostra, intrappolati dall’inutile, parassitario, capitalistico Sistema dell’arte. L’ha capito a Venezia. Dopo aver raggiunto il massimo per un artista: essere presente alla Biennale di Venezia, Sisto non ha sfruttato quel podio, anzi, ne è sceso subito, come se la fama, il successo, gli stesse per bruciare, annullare la sua energia primigenia. Dopo la Biennale, si è rinchiuso nella sua bottega sanmarinese e ha ripreso a lavorare come un artigiano, solo e orgoglioso delle sue creazioni. Si è educato all’arte, capendo che siamo tutti connessi e che le sue opere sono un atto di devozione, non solo una rappresentazione del sé, ma che ha bisogno della comunicazione con l’altro, ha bisogno dell’energia dei luoghi. Ecco l’altro capitolo della sua vita. Capisce che una personale, una collettiva non dialoga, non comunica, c’è bisogno di emozione, c’è bisogno di un luogo evocativo, c’è bisogno della performance. Di un atto teatrale. Sì sono un artista, un performer, voglio condividere quello che creo, voglio fare entrare la gente dentro la mia creazione, e io voglio entrare dentro l’emozione di chi viene a vedermi. Voglio pensare a un evento emozionale, unico, irripetibile; un po’ teatro comportamentale, un po’ arte performativa, un po’ film sperimentale. Nasce una prima personale nella ditta di riciclaggio Ecologica Tredi srl il 29 settembre 2018. E poi ancora, nella magnifica fortezza veronese , Forte Sofia il 27 giugno 2022. E ora, questa terza tappa, “Nascere e Morire”, la terza stazione della sua processione laica, come un mistico – concreto. Nel bosco di Sant’Anna del Furlo, luogo che conosce bene Sisto, visto che da molti anni presenta le sue opere nella Land Art al Furlo. Altro luogo denso di emozioni fuori dai circuiti noti. Ha trovato una vecchia cava, se n’è innamorato ed è lì che ci porterà in questa notte di giugno. E capiremo che tutto convive: arte, musica, spiritualità, natura.” (Andreina De Tomassi)

Sisto Righi – Nota biografica

Sisto Righi è nato nel 1958 a San Marino dove vivo e lavora. Ha partecipato a diverse collettive, esposto a Londra e Tokyo, Roma, Verona, alla Biennale di Venezia e realizzato diverse mostre personali in Toscana, Umbria, San Marino. Ha iniziato a dedicarsi totalmente all’arte nel 2010.


INFO

Sisto Righi
La notte di Sisto e Iside

Arte, Musica, Trattamenti egizio-esseni
Presentazione di Andreina De Tomassi
Organizzazione: Risonanze a.p.s (www.risonanze.info), Casa degli Artisti Sant’Anna del Furlo 
Video: Mirko Petrini 
Musiche: Federico Verdicchio
Fotografo: Mirko Petrini
Partner: Radio Garage, Operatori in Trattamenti Egizio Esseni – Scuola Chantal Dejean e Filippo Curto
Foto di repertorio: Simone Maria Fiorani

17 giugno 2023 dalle 21.00 alle 24.00
Portare vestiti comodi, scarpe basse, una pila e un plaid.
Ingresso: 10 euro

Casa degli Artisti di Sant’Anna del Furlo
Sant’Anna del Furlo- Fossombrone (PU)

Casa degli Artisti
Sant’Anna del Furlo, 30
61034 Fossombrone (PU)
www.landartalfurlo.it

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
tel 349 494 5612 – roberta.melasecca@gmail.com
www.melaseccapressoffice.it

Bologna: il Museo Civico Archeologico partecipa con due iniziative alle Giornate Europee dell’Archeologia 2023

Bologna, Museo Civico Archeologico, Lapidario
Veduta del cortile con le lapidi del “Muro del Reno”
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Archeologico

Il Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici Bologna partecipa con due iniziative alle Giornate Europee dell’Archeologia 2023: 

Bononia racconta, la pubblicazione online di un nuovo approfondimento dedicato al Lapidario romano sul portale “Storia e Memoria di Bologna” e l’incontro Cantiere aperto: quando le scienze incontrano la storia con la bioarcheologa Giulia Riccomi.

Il Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici Bologna partecipa alle Giornate Europee dell’Archeologia che si svolgono dal 16 al 18 giugno 2023.
L’iniziativa, coordinata e promossa dall’Istituto nazionale francese di ricerca archeologica preventiva (INRAP – Institut national de recherches archeologiques préventives), dal 2019 ha aperto le porte alla comunità internazionale invitando i luoghi della cultura ad organizzare attività volte a promuovere il patrimonio archeologico e far conoscere il lavoro dell’archeologo.

Bologna, Museo Civico Archeologico, Lapidario
Schermata di presentazione di una delle pareti dell’atrio nel nuovo scenario del portale “Storia e Memoria di Bologna”
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Archeologico

In linea con lo spirito della manifestazione, animata dalla volontà di mantenere vivo il dialogo con il pubblico attraverso eventi culturali e iniziative a carattere divulgativo e didattico che diano risalto a progetti e attività archeologiche in corso, la cui specificità rimane il più delle volte preclusa ai non addetti ai lavori, il Museo Civico Archeologico di Bologna presenta due appuntamenti nella giornata di venerdì 16 giugno: Bononia racconta,la pubblicazione online di un nuovo scenario dedicato al Lapidario romano del museo sul portale “Storia e Memoria di Bologna” e dalle ore 10.30 Cantiere aperto: quando le scienze incontrano la storia,incontro con la ricercatrice bioarcheologa Giulia Riccomi nell’ambito di un cantiere aperto di analisi su scheletri etruschi provenienti dal sepolcreto della Certosa.

Dichiara Eva Degl’Innocenti, direttrice Settore Musei Civici Bologna: “Ricerca, Scienza e Memoria saranno al centro delle attività del nostro Museo Civico Archeologico per le Giornate Europee dell’Archeologia. Si scopriranno anche i segreti delle pratiche alimentari etrusco-italiche, grazie allo studio degli scheletri etruschi dal sepolcreto della Certosa conservati al Museo”.

Bononia racconta: storie di antichi bolognesi dal Lapidario del Museo Civico Archeologico.
Dal 16 giugno 2023 il portale web “Storia e Memoria di Bologna”, curato dal Museo civico del Risorgimento, arricchisce lo scenario dedicato alle Lapidi cittadine con un approfondimento dedicato al Lapidario romano del Museo Civico Archeologico:
https://www.storiaememoriadibologna.it/lapidario-museo-archeologico.

Realizzato a partire da un’idea di Sergio Cazzola e sviluppato grazie alla collaborazione scientifica tra gli staff del Museo Civico Archeologico e del Museo civico del Risorgimento, questo nuovo capitolo consente, attraverso mappe concettuali di navigazione, di interrogare per la prima volta, anche semplicemente grazie all’utilizzo del proprio smartphone, 137 monumenti esposti nell’atrio e nel cortile del museo in una passeggiata virtuale che dà nuova voce agli antichi cittadini di Bononia, colonia latina fondata nel 189 a.C.
In particolare, saranno soprattutto le stele funerarie del cosiddetto “Muro del Reno” a far conoscere un’umanità variegata e operosa fatta di donne e uomini, artigiani e magistrati, liberi e liberti, indigeni e stranieri che a Bologna trovarono una casa accogliente. A seguito di una grande inondazione del Reno a partire dall’ottobre del 1894, la zona dell’attuale Pontelungo fu al centro di uno dei più importanti rinvenimenti archeologici di fine secolo: gli operai, incaricati di risistemare l’argine, portarono alla luce oltre 200 lapidi reimpiegate per opere di consolidamento dell’alveo del fiume in età tardo antica (IV secolo d.C.) e provenienti da un vicino sepolcreto di età romana (I sec. a.C. – I sec. d.C.).

Attraverso la mappa e i prospetti delle pareti espositive si potrà accedere alle singole schede delle opere, trovandovi oltre alla trascrizione e alla traduzione un commento articolato e degli approfondimenti su vari aspetti della vita e della cultura romana.

La pubblicazione online si rivolge principalmente al pubblico non specialistico, che nei messaggi di vita e di storia incisi in queste pietre potrà trovare numerosi spunti sulla cultura e società del mondo romano. Era dal 1960 che non si affrontava in città lo studio dell’epigrafia latina in un’ottica di leggibilità ed interpretazione così aperta al grande pubblico. Allora fu Giancarlo Susini, professore ordinario di Storia Romana all’Università di Bologna e indiscusso maestro dell’epigrafia e della comunicazione storica, che diede alle stampe con Rosanna Pincelli il volume Il Lapidario: una schedatura quasi esaustiva, divulgativa ma anche di altissimo profilo scientifico, dei monumenti lapidei presenti al Museo Civico, non ancora separato nelle raccolte archeologica e medievale.

“Proprio nel solco di questa opera fondamentale si sono inserite le curatrici del progetto, le funzionarie archeologhe Federica Guidi e Marinella Marchesi, con il fondamentale supporto di Valentina Uglietti, che ha svolto parte del suo dottorato in epigrafia romana nel nostro museo.” – sottolinea Paola Giovetti, direttrice del Museo Civico Archeologico – “Senza nessuna pretesa di emulare il Maestro Susini, abbiamo cercato di creare uno strumento attuale e facilmente consultabile, per dare nuova vita ad un ricco patrimonio civico, a partire dalla traduzione in italiano delle epigrafi latine, che così diventano davvero alla portata di tutti”.

I monumenti inseriti nel nuovo scenario sono parte del vasto patrimonio di lapidi del Museo Civico Archeologico, composto da oltre 400 reperti: in questa prima fase di schedatura si è data la precedenza ai monumenti provenienti da Bologna e dal suo territorio, senza rinunciare ad una piccola rappresentanza delle cosiddette lapidi “aliene”, giunte da collezioni private e per lo più rinvenute a Roma.
Il pubblico, via web o anche in presenza negli spazi del Lapidario attraverso l’utilizzo del proprio smartphone, potrà apprezzare i segni tracciati dai lapicidi (non privi di sorprendenti errori di ortografia!) e le parole cui fu affidato il ricordo delle tante persone che animarono le strade e le piazze di Bononia: l’imperatore Nerone, il centurione Manilio Cordo, la piccola Sosia Isiade, la numerosa famiglia degli Alennii e tanti altri ancora.

Statua loricata di Nerone in marmo lunense dal teatro romano
Bologna, metà del I sec. a.C.,
Museo Civico Archeologico di Bologna, inv. MCABo 19020
Foto Matteo Monti
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Archeologico

Osserva Otello Sangiorgi, direttore del Museo civico del Risorgimento: “Per il portale www.storiaememoriadibologna.it questo lavoro costituisce un’importante tappa nel progetto complessivo di valorizzazione del patrimonio dei Musei Civici, in modo da renderne sempre più agevole e “attraente” la fruizione. Inoltre, dopo la pubblicazione di tutte le lapidi cittadine e del Lapidario del Museo Civico Medievale, si conferma l’interesse verso questo tipo di testimonianza del passato: tutti i monumenti ci parlano, ma le lapidi lo fanno con una particolare intensità: esse infatti “ci vogliono parlare”. Col loro linguaggio essenziale e idealizzato, non soltanto raccontano le tante vicende della nostra città, ma inducono il lettore di ieri e di oggi a riconoscersi in una storia comune”.

Alcuni esempi di schede consultabili:

Lapide di Q. Manilius Cordus

Lapide dei “mestieri”

Targa dei bagni pubblici di C. Legiannus Verus

Targa di C. Trebius Maximus

Altare con l’immagine del dio Silvano

Lapide dei Cornelii

Il portale “Storia e Memoria di Bologna” è un progetto digitale che si propone di raccontare il passato della città di Bologna e del suo territorio metropolitano attraverso il linguaggio dei monumenti e la voce dei protagonisti maggiori e minori della storia, che convergono in percorsi tematici definiti “scenari”. L’archivio digitale di ogni scenario è in continuo aggiornamento: vi si possono trovare profili biografici, linee del tempo, mappe, documenti, schede di opere d’arte, fonti e un’ampia emeroteca scaricabile. Ad oggi sono consultabili oltre 40.000 biografie, arricchite dal racconto di oltre 2.300 eventi, 2.600 opere, 600 organizzazioni sociali, oltre 700 luoghi descritti e quasi 70.000 elementi multimediali inseriti nelle varie schede descrittive.
Il portale web è quindi una sorta di grande libro della memoria bolognese, che mette in relazione il piano della storia di un singolo evento o individuo con quello della storia nazionale e internazionale.

La ricercatrice dottoressa Giulia Riccomi e una sua collaboratrice all’opera di fronte ad una tomba etrusca al Museo Civico Archeologico di Bologna
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Archeologico

Cantiere aperto. Quando le scienze incontrano la storia, incontro con Giulia Riccomi
Un cantiere aperto, alcuni scheletri sotto indagine, una scienziata a disposizione della curiosità del pubblico.
Nell’ambito di un progetto di ricerca di eccellenza sostenuto da un finanziamento MUR “Young Researchers-Linea SoE”, Giulia Riccomi, bioarcheologa e ricercatrice presso la Divisione di Paleopatologia del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa, sta svolgendo un’analisi paleopatologica e biochimica su alcune serie osteologiche inumate di età pre-romana finalizzata a ricostruire le pratiche alimentari etrusco-italiche tra VII e IV secolo a.C., tra cui gli scheletri etruschi dal sepolcreto della Certosa conservati al Museo Civico Archeologico di Bologna.
Venerdì 16 giugno dalle ore 10.30 alle 11.30 la dottoressa Riccomi sarà a disposizione del pubblico nella Sala X del museo per spiegare il progetto, i metodi utilizzati e i risultati che lo studio si propone di ottenere. Ingresso con biglietto museo.


Hashtag ufficiali: #EADays #GEA2023 #museitaliani

Informazioni
Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio 2 | 40124 Bologna
Tel. 051 2757211
www.museibologna.it/archeologico
mca@comune.bologna.it
Facebook: Museo Civico Archeologico di Bologna
YouTube: Museo Civico Archeologico di Bologna

Orari di apertura
Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica, festivi ore 10-19
Chiuso martedì non festivi

Ingresso
Intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura

Settore Musei Civici Bologna
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Instagram: @bolognamusei

Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
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Silvia Tonelli silvia.tonelli@comune.bologna.it

BRIXIA. Parco archeologico di Brescia romana e il Museo di Santa Giulia: Il Corridoio UNESCO

Grande planimetria del Corridoio UNESCO nella biglietteria del Museo di Santa Giulia
©Archivio Fotografico Civici Musei di Brescia – Photo Tomás Quiroga

A Brescia dal 9 giugno 2023

APRE AL PUBBLICO IL CORRIDOIO UNESCO: UNA PASSEGGIATA MONUMENTALE NEL SITO PATRIMONIO DELL’UMANITÀ CHE UNISCE I DUE SITI DI BRIXIA. PARCO ARCHEOLOGICO DI BRESCIA ROMANA E DEL MUSEO DI SANTA GIULIA

Un chilometro di archeologia, arte e cultura, lungo 2500 anni di storia.

Un percorso pedonale, aperto liberamente e gratuitamente al pubblico, che collega l’area del Capitolium al complesso monumentale di Santa Giulia, realizzando un nuovo dominio pedonale in grado di rilanciare l’intera città.

Brescia regala al pubblico un’esperienza permanente di grande rilievo: venerdì 9 giugno 2023 si apre il Corridoio UNESCO, un progetto che propone una passeggiata lunga 2500 anni di storia, capace di garantire, per la prima volta in assoluto, a tutti i visitatori, di rimanere immersi, visivamente e fisicamente, nelle architetture monumentali storiche, dall’età romana, per poi viaggiare nell’alto medioevo e nel rinascimento, senza soluzione di continuità e senza alcuna interferenza tra la città attuale e l’aura di questi antichi luoghi.

Il Corridoio UNESCO, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, con la collaborazione e il supporto di Camera di Commercio di Brescia e Fondazione CAB, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Bergamo e Brescia e con il supporto di Regione Lombardia, è stato ideato in occasione della celebrazione dei dieci anni dall’iscrizione del complesso monumentale di Santa Giulia e del parco archeologico del Capitolium nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, all’interno del sito seriale I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d. C.).

Il progetto, ideato nel 2021 in occasione del decennale di iscrizione nella World Heritage List, costituisce un’azione di punta del nuovo Piano di Gestione del Sito, portato ora a compimento.

Il comparto urbano interessato da questo collegamento corrisponde all’areale del sito UNESCO di Brescia, costituito da due siti museali sino ad ora visitati separatamente, BRIXIA. Parco archeologico di Brescia romana e il Museo di Santa Giulia, all’interno dei quali si distinguono numerosi monumenti in una stratificazione continua, emblema della unicità dei centri storici italiani.

Con l’apertura del Corridoio, progettato da Camillo Botticini e Matteo Facchinelli (Botticini + Facchinelli ARW Srl Stp), l’areale UNESCO viene per la prima volta presentato, fruito e percepito come un unico ambito museale, senza soluzione di continuità.

Grazie a un percorso ricavato collegando passaggi e vicoli, unificati da un’unica pavimentazione accessibile in pietra di Bedonia fiammata, con pendenze facilmente percorribili per tutti, gli esterni dei principali monumenti dall’età romana a quella rinascimentale garantiranno una passeggiata di rara bellezza e immersività in una storia secolare che si dipana per un chilometro.

Il percorso pedonale, aperto liberamente e gratuitamente, di quasi un chilometro seguirà una sequenza che consente di toccare, da ovest verso est (area Capitolium), l’area dei templi, il teatro, un vicolo medievale, (area Santa Giulia) il chiostro meridionale di San Salvatore, il chiostro di Santa Maria in Solario, sino al Viridarium delle domus romane con le installazioni di arte contemporanea. Il corridoio garantisce inoltre un accesso privilegiato all’auditorium di Santa Giulia, sede di numerosi eventi culturali pubblici.

Il progetto di integrazione ed “equalizzazione” dei due siti museali trova ora anche fisicamente l’unità rappresentata, a partire dal 24 gennaio scorso, dall’unico biglietto di accesso ai due musei, il biglietto UNESCO a questo scopo generato.

In occasione della realizzazione di questo percorso anche via dei Musei, nell’ambito di un ampio progetto di nuova urbanizzazione per l’anno di Capitale italiana della cultura, a cura del Comune di Brescia, è stata dotata di una nuova pavimentazione, che in particolare per il tratto esteso da BRIXIA. Parco archeologico di Brescia romana e il Museo di Santa Giulia, presenta una pietra e una texture differente dal resto della strada (Granodiorite con finitura fiammata) quasi a segnare il tratto di un comune denominatore, che ha in esponente gli edifici di maggior pregio riconosciuti patrimonio mondiale UNESCO.

Gli ingressi al corridoio sono segnalati da preziose soglie in acciaio che riportano il nome e il logo della United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, a marcare il limite di questa preziosa area restituita alla libera fruizione di tutti, turisti e cittadini. Gli ampi spazi interni al Corridoio (area antistante il Capitolium, teatro romano, chiostro di San Salvatore, chiostro di Santa Maria in Solario e Viridarium) possono essere considerati a tutti gli effetti nuove piazze pubbliche, inserite in un contesto monumentale e architettonico unico.

Sarà sempre fruibile transitando il Corridoio UNESCO il corpo di fabbrica tra il chiostro di San Salvatore e quello di Santa Maria in Solario, le cosiddette Sale dell’affresco, impreziosite da questa decorazione pittorica rinascimentale e luogo di mostre temporanee, accessibili senza necessità di biglietto.

Inoltre nel chiostro di Santa Maria in Solario, previa accurata verifica archeologica nel pieno rispetto degli antichi sedimi presenti nel sito, è stato piantumato un tiglio a evocare la memoria manzoniana dedicata al mito dei Longobardi. Nel 150 anniversario della scomparsa di Alessandro Manzoni, viene con questo pianta di pregio ricordata una delle più vibranti pagine dell’autore, quella nella quale, nella tragedia Adelchi, è descritta la morte di Ermengarda, figlia di Desiderio, re dei Longobardi e fondatore del monastero, quando ripudiata da Carlo Magno spira sotto le fronde verdi nel chiostro, circondata dalle monache guidate dalla sorella Anselperga. I visitatori, seduti nella nuova panca circolare realizzata in fregio alle radici del tiglio, possono leggere i versi manzoniani e ripercorrere con l’immaginazione il mito dei Longobardi.

Lungo l’intero Corridoio UNESCO è presente una nuova segnaletica contemporanea, progettata appositamente e disposta lungo il tracciato per garantire l’orientamento e l’accessibilità. Vista l’estensione dell’area, si tratta di una progettazione di notevole complessità e articolazione che ha razionalizzato la stratigrafia di informazioni che si erano sommate nei due siti museali negli anni.

L’identità visiva specifica, progettata dallo studio Tassinari/Vetta, ha così dotato il percorso di un ulteriore forte tratto di unione, che interessa anche via Musei con l’indicazione delle altre emergenze culturali e archeologiche a sud del decumano, in collaborazione con la Provincia di Brescia.

Tutta la segnaletica e i pannelli sono in lingua italiana e inglese, sono presenti mappe di orientamento alle due estremità del Corridoio, nel Parco Archeologico e nella biglietteria del Museo di Santa Giulia.

L’accessibilità all’intero corridoio, oltre ad essere garantita dal percorso stesso, è supportata da mappe tattili dell’intero percorso. Due complessive, poste alle estremità est ed ovest, e due ulteriori mappe tattili nei punti intermedi del Teatro romano e il chiostro di San Salvatore, così da garantire una descrizione esplorabile tattilmente delle strutture principali presenti lungo il Corridoio.

I contesti architettonici del Corridoio possono essere fruiti esternamente senza biglietto, in orario museale.

Vista degli edifici monumentali nel Chiostro di San Salvatore ©Archivio Fotografico Civici Musei di Brescia – Photo Tomás Quiroga

Gli spazi interni, che dettagliano grazie agli apparati decorativi e alle sezioni museali i principali momenti della storia di Brescia e d’Europa, e che anche per motivi conservativi hanno capienze limitate, richiederanno come di consueto il biglietto e la prenotazione delle fasce orarie di accesso (in particolare l’aula del santuario tardorepubblicano e quella del Capitolium dove è esposta la Vittoria Alata).

La realizzazione del Corridoio UNESCO ha determinato una nuova occasione proficua di collaborazione tra Hdemia di Belle Arti Santa Giulia e Fondazione Brescia Musei. Gli studenti del biennio specialistico di Comunicazione e Didattica dell’arte, all’interno del Corso di metodologia di comunicazione visiva tenuto dalla prof. Eletta Flocchini e con la regia di Davide Bassanesi, hanno proposto una rivisitazione del Corridoio UNESCO in chiave artistica e originale, attraverso un cortometraggio animato che si avvale della tecnica della plastilina ripresa in stop motion. Il video mostra il momento della “creazione” del Corridoio, che a sua volta genera in maniera immaginifica luoghi e simboli del patrimonio storico-artistico coinvolto nel percorso. 

Attraverso l’evocazione degli elementi-chiave presenti nel Museo di Santa Giulia, nel parco archeologico romano e fra le testimonianze di età longobarda, fino a quelle legate all’arte contemporanea, viene data vita ad una narrazione d’arte accattivante e coinvolgente. Un vero e proprio viaggio nello spazio e nel tempo, accompagnati da opere e architetture che si animano per condurre i visitatori in una passeggiata dagli echi magici, preludio all’esperienza fisica e reale che il visitatore potrà vivere di persona.”

Il Corridoio completa il percorso intrapreso nel 2019 connesso al Nuovo Capitolium e alla Vittoria Alata per consentire una fruizione completa e integrata della Brescia antica, dal Museo di Santa Giulia a Brixia. Parco archeologico di Brescia romana e che, all’inizio del 2023, si è arricchito del nuovo allestimento nel Museo di Santa Giulia relativo a L’età romana – La città: un innovativo percorso museale, improntato ai più moderni standard di accessibilità con installazioni artistiche multimediali.

Brixiaromana è una città paradigmatica per il grado di conservazione degli edifici, la tradizione degli studi e le continue indagini in corso che portano quotidianamente all’arricchimento del patrimonio. A 200 anni dall’inizio della felice campagna di indagini archeologiche che portò alla scoperta del Capitolium, del deposito dei bronzi e all’apertura nel 1830 del Museo Patrio, per l’anno di Capitale italiana della cultura di Brescia, è stata infatti aggiornata la sezione che più di altre registra questo flusso dinamico e virtuoso tra ricerca e valorizzazione. La documentazione ottocentesca prodotta in occasione di quella che fu la più incredibile avventura archeologica vissuta dalla città, quando venne messa in luce la sequenza dei templi e il deposito dei bronzi, nonché venne creato il primo dei musei cittadini, è ingrandita in monumentali scenografie all’interno delle sale; a questa vengono affiancate installazioni artistiche multimediali dal lessico contemporaneo, che interpretano e restituiscono i temi della sezione museale, evocando luoghi ed eventi storici con modalità creative non convenzionali, testando nuove forme di narrazione per lo storytelling dell’archeologia. Il nuovo intervento museale è impreziosito inoltre dall’inserimento di tre installazioni artistiche immersive multimediali, ideate e realizzate dallo studio artistico interdisciplinare italiano incentrato sulle relazioni tra uomo e macchina, NONE Collective.. Come il Corridoio UNESCO anche la Nuova sezione dell’età romana offre un percorso di accessibilità per la fruizione di persone disabili. Oltre alle mappe tattili di orientamento, presenti all’ingresso del percorso, tutti i reperti in pietra e una copia della dama Flavia sono esplorabili tattilmente da ciechi e ipovedenti. Inoltre, due modellini dedicati a santuario repubblicano e Capitolium e agli edifici pubblici di Brixia in età romana, caratterizzati da texture specifiche, saranno a disposizione per esplorazioni tattili.

Un percorso di rivisitazione del complesso museale di Santa Giulia a tutto tondo e che, oltre alle collezioni, guarda anche ai servizi per il pubblico, per un museo che possa essere sempre più accessibile anche in termine di semplificazione della visita per i visitatori.

Fondazione Brescia Musei presenta oggi anche il nuovo Centro Unico di Prenotazioni, progettato e ideato dall’architetto Alessandra Dosselli, uno spazio di ampio respiro, moderno e di design, visibile e ben identificabile ai visitatori che inserisce perfettamente nel nuovo percorso di visita che il Corridoio UNESCO apre oggi.

L’apertura del Corridoio UNESCO è anche l’occasione per dedicare lo spazio antistante l’ingresso al santuario repubblicano a Gaio Elvio Cinna (88-44 a.C.) su sollecitazione dell’insigne latinista Gianenrico Manzoni.

Amico di Catullo che lo menziona in tre poesie, Elvio Cinna è l’unico poeta della letteratura latina di origine bresciane, o quanto meno cisalpine, autore di poesie d’amore, delle quali sono rimasti purtroppo solo frammenti. Cinna con grande probabilità frequentava gli spazi e gli edifici pubblici di Brixia; la dedica dello spazio antistante l’ingresso al santuario repubblicano a Cinna intende recuperare memoria di questo poeta e sottolineare l’importanza di Brixia nel corso del I secolo a. C.

L’inaugurazione del Corridoio UNESCO è l’ultimo atto delle grandi trasformazioni e rinnovamenti lanciati dalla Fondazione Brescia Musei e dal Comune in vista della Capitale italiana della Cultura. Con oggi il nostro sistema museale è aggiornato dal punto di vista tecnologico e del sistema dell’offerta integrata con biglietti di ingresso coerenti ai diversi ambiti museali e in particolare con l’identificazione nel sito UNESCO di un unico ambito che include l’area monumentale romana con la Vittoria Alata e l’area del Museo di Santa Giulia con la sezione dell’età romana di recente rinnovata. Si tratta della realizzazione di un progetto che appare del tutto coerente con la vocazione originale dei luoghi su cui insiste ma che aspettava una piccola grande intuizione per riuscire, con pochi interventi chirurgici, a rendere accessibile e percorribile da tutti una meraviglia paesaggistica e monumentale che è in definitiva l’essenza delle città italiane splendide come la nostra.

Francesca Bazoli, presidente Fondazione Brescia Musei

Oggi inauguriamo due momenti diversamente importanti per la nostra città. Il primo lo abbiamo atteso per diverso tempo e innumerevoli sforzi sono stati compiuti per realizzarlo: ora il Corridoio Unesco è realtà ed è un grandissimo regalo che BgBs2023 lascerà in eredità alla città. Un chilometro di bellezza, completamente accessibile, sempre aperto e gratuitamente fruibile da tutti: il Corridoio Unesco è il paradigma della cultura che vogliamo per Brescia e a cui stiamo lavorando da anni. Con il secondo, invece, Brescia si arricchisce di un altro grande nome dell’arte contemporanea come Fabrizio Plessi. Con il format “Palcoscenici archeologici”, Fondazione Brescia Musei sta portando in città uno spaccato di arte contemporanea che i bresciani, ma anche i turisti, stanno apprezzando moltissimo. L’opera di Plessi è stata pensata proprio per intrecciarsi con il parco archeologico di Brescia romana, il Museo Santa Giulia, il Corridoio Unesco stesso. Plessi esalta le nostre radici storiche e culturali illuminandole con un linguaggio nuovo, fortemente comunicativo, così come era stato per Vezzoli e Isgrò. Ciascuno di questi grandi artisti contemporanei ha portato dentro il parco archeologico il proprio personalissimo sguardo, forzandoci a guardare con occhi nuovi ciò che abbiamo la fortuna di avere sotto gli occhi ogni giorno.

Laura Castelletti, Sindaca del Comune di Brescia

L’apertura di questo nuovo percorso pedonale, alla scoperta del patrimonio UNESCO di Brescia, consentirà di migliorare i percorsi di visita per i numerosi turisti che ogni anno giungono in questo sito e, soprattutto, rappresenterà una straordinaria occasione per la comunità cittadina, rappresentando un innovativo modello di fruizione. Abbiamo sostenuto e condiviso tutte le fasi di costruzione e definizione di questo progetto, in collaborazione con le altre istituzioni, con cui abbiamo siglato una specifica intesa, nella convinzione che la migliore modalità di valorizzazione del ricco patrimonio UNESCO regionale sia quella che, oltre alla conservazione, ne rende possibile e agevole la fruizione, avvicinando alla cultura e alla bellezza.

Francesca Caruso, Assessore alla Cultura Regione Lombardia

La Camera di Commercio di Brescia ha assicurato al progetto un importante sostegno economico, non episodico ma programmato, per le attività di valorizzazione di Fondazione Brescia Musei, consentendo di attuare una congiunta programmazione e la conseguente realizzazione di progetti istituzionali per lo sviluppo dell’industria del turismo e dei beni culturali e la valorizzazione delle eccellenze produttive in ottica di marketing territoriale. Il progetto Corridoio UNESCO – Nuovo itinerario di visita dal Parco archeologico di Brescia romana al Complesso di Santa Giulia è la dimostrazione dei risultati cui può portare una collaborazione sinergica tra istituzioni, mirata a creare infrastrutture che possano favorire lo sviluppo della fruizione artistica ed architettonica in forme innovative, generatrici di ampio ritorno in termini di presenze e frequentazioni.

Roberto Saccone, presidente Camera Commercio di Brescia

Al momento del mio insediamento nel ruolo di direttore della Fondazione Brescia Musei ho deciso di affrontare lo snodo dell’integrazione di Santa Giulia e del Parco archeologico di Brescia. Da questa esigenza è nato il Corridoio UNESCO: un “cordone ombelicale” lungo poco meno di un chilometro per trapassare tutti gli spazi più belli en plein air dei due siti museali permettendo al visitatore di cogliere la loro bellezza dall’interno e rendendo il tutto anche accessibile ai disabili e perfettamente coerente con la visita alle collezioni museali contenute all’interno dei plessi espositivi. Dopo quasi quattro anni dall’inizio dei nostri sogni è una grande gioia e un orgoglio presentare oggi questo unicum al mondo: dal primo secolo a. C. del Santuario repubblicano al XVII secolo di Santa Giulia passando per il tempio, il teatro, il monastero longobardo e l’oratorio romanico di Santa Maria in Solario. Il grande traguardo è reso possibile dalla fiducia delle Istituzioni culturali regionali e comunali e della Camera di Commercio che ringrazio con cuore per il continuo supporto alla trasformazione e riqualificazione del nostro patrimonio.

Stefano Karadjov, direttore Fondazione Brescia Musei

Il complesso monumentale di S. Salvatore – S. Giulia con l’area archeologica del Capitolium sono stati iscritti nel 2011 nella Lista del patrimonio mondiale UNESCO, nell’ambito del sito “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.”. A poco più di 10 anni dall’ambito riconoscimento si apre al pubblico un percorso pedonale che collega S. Salvatore, il monastero benedettino voluto dal duca Desiderio e dalla moglie Ansa, cuore del sito longobardo potenziato nei secoli fino all’attuale complesso monumentale che ospita il Museo di Santa Giulia, con l’importante area archeologica romana, anch’essa prestigiosa sede espositiva. Brescia mostra così nuovamente, con questo ulteriore traguardo, di tenere fede all’impegno assunto con il riconoscimento internazionale. La continuità istituzionale ha saputo garantire, grazie alla competenza e all’alta professionalità dei suoi tecnici, la salvaguardia dell’ingente patrimonio culturale della città, reso sempre più accessibile ed in linea con gli standard più avanzati di valorizzazione.

Angela Maria Ferroni, già Ufficio UNESCO del Ministero della Cultura

Il progetto per il corridoio Unesco realizza la possibilità di unire ed aprire alla città luoghi prima chiusi restituendo una vera e propria promedade – sezione sulla storia urbana romana e medioevale di Brescia. Un “tappeto di pietra” si snoda tra vicoli, piazze, corti e monumenti consentendo a tutti una fruibilità di questi luoghi straordinari.

Camillo Botticini, Arw partner

La manifestazione Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 vede Intesa Sanpaolo e A2A nel ruolo di Main Partner, Brembo nel ruolo di Partner di Sistema, Ferrovie dello Stato Italiane e SACBO quali Partner di Area. Il Ministero della Cultura e Regione Lombardia sono partner istituzionali insieme a Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bresciana e Fondazione della Comunità Bergamasca.


Fondazione Brescia Musei è una fondazione di partecipazione pubblico–privata presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov. Fanno parte di Fondazione Brescia Musei Brixia. Parco archeologico di Brescia romana, Museo di Santa Giulia, Pinacoteca Tosio Martinengo, Museo delle Armi Luigi Marzoli, Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia, Castello di Brescia e Cinema Nuovo Eden. Fondazione Brescia Musei è con Pinacoteca Tosio Martinengo e Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia, ente capofila della Rete dell’800 Lombardo. I Musei Civici di Brescia sono inclusi nell’offerta di Associazione Abbonamento Musei.


Orari di apertura
martedì – domenica, 10.00 – 18.00
dal 1° giugno al 30 settembre, 10.00 – 19.00
Chiuso tutti i lunedì non festivi
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