Venezia, Museo Correr: IMAGO IUSTITIAE Capolavori attraverso i secoli

Giorgio Vasari, La Giustizia, 1541-1542,
olio su tavola 78 x 181,5 cm, spessore 2,5 cm
Venezia, Gallerie dell’Accademia, cat 1370

IMAGO IUSTITIAE
Capolavori attraverso i secoli

Venezia, Museo Correr
10 giugno – 3 settembre 2023

Open day 9 Giugno dalle ore 10.00 alle ore 22.00
Saluti istituzionali ore 11.00 Museo Correr – Salone da Ballo

Mostra a cura di Marina Mattei

La mostra è promossa dal Comune di Venezia nella persona del Sindaco Luigi Brugnaro, ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura di Roma presieduto da Giuseppe Lepore in sinergia con la Fondazione Musei Civici di Venezia presieduta da Mariacristina Gribaudi e con il patrocinio del Comando Interregionale dell’Italia Nord-Orientale della Guardia di Finanza diretto dal Generale di Corpo D’Armata Carmine Lopez che ha curato i più alti aspetti istituzionali relativi alla pianificazione, programmazione e organizzazione dell’evento che aprirà al pubblico il giorno 10 Giugno 2023 al Museo Correr di Venezia.

Aulo Gellio, giurista e scrittore latino del II secolo d.C. delinea un ritratto ‘tipico’ di Iustitia: una giovane donna dall’aspetto solenne e pieno di dignità; espressione severa; fronte aggrottata; sguardo a un tempo scuro e pieno di energia.
Si tratta, commenta Gellio, di fattezze simboliche che si interpretano facilmente: “Giustizia è vergine poiché incorruttibile, volitiva poiché non conosce cedimenti, austera poiché non lascia spazio a preghiere o lusinghe, temibile poiché nemica implacabile con chi sceglie di non rispettarla”.
Questa caratterizzazione contiene, tuttavia solo parte delle storie precedenti, che si rivelano ben più complesse e illuminano un orizzonte molto più antico quando l’ordine e l’armonia delle parti erano emanazione di divinità Superiori. Al sovrano, eroe eponimo o capo della comunità spettava essere il tramite e l’esecutore del buon governo.
La mostra attraversa il tempo alla ricerca della formazione del primitivo concetto di Giustizia e mostra i mutamenti dell’immagine nei secoli, magistralmente resi da grandi artisti di tutti i tempi.

IMAGO
L’immagine è il primo cardine della nostra mente su cui le parole sono imperniate in sequenze figurate, alfabeti che mutano in suono.
Nell’arte la figura umana può essere genericamente resa con pochi elementi anatomici o espressa dettagliatamente in un particolare atteggiamento, con un corredo di attributi che svelano le circostanze in cui è colta e illustrano la sua funzione e la sua storia.
Atteggiamenti, figure che la accompagnano e una lunga serie di “compagni” tra i quali alcuni presenti più di altri, segnano i passaggi di Giustizia e il suo complesso viaggio.

IUSTITIA
Idea, principio, concetto, procedura, esecuzione? Cogliere l’immagine di un’astrazione e cercare di tramandarla perché sia comprensibile è un esercizio assai difficile.
Si sono ingegnati a far questo i più grandi artisti di tutti i tempi nel tentativo di afferrare e riprodurre un bisogno comune, un insieme di norme, procedure e gesti che regolano e strutturano il vivere.
Il lungo cammino di Giustizia, espressa come Persona, divenuta immagine eterna nasce da molto lontano, accoglie e comprende figure significanti e complementari, ma anche elementi astratti dalle sue manifestazioni, peculiarità come sequenze filmiche e storie raccontate dei suoi procedimenti.
PERSONE dell’immaginario, definite come Allegorie, riassumono e ricordano i tanti volti di un’idea descrivono il lungo percorso della civiltà, sintetizzato con simboli e attributi per arrivare ai nostri giorni che sembrano rinunciare alla figurazione, alla descrizione di una scena, che agiscono con stimoli visivi alternativi.
Rielaborare i segni non significa cancellare il passato.
Può succedere che Giustizia subisca il tempo, il luogo, il potere, che occulti la sua immagine e si tramuti in una serie di presenze o scene parlanti. Giustizia si trasforma, evolve ma conserva il significato archetipico profondo: la ricerca di un ordine e di un equilibrio che garantisca risorse per tutti, che consenta all’uomo di assicurarsi uno scambio e una evoluzione costanti.


Il Sindaco Brugnaro: “il Museo Correr, il luogo dove il visitatore può confrontarsi con la storia di Venezia, ospita questa mostra che permette di cogliere la sintesi artistico-concettuale del significato della giustizia. Un tema, quello della giustizia, che ha sempre sfidato gli artisti a sintetizzare in un’immagine valori che si confermano sempre attuali. Venezia era il simbolo di una giustizia illuminata che ancora oggi rimane una fonte di ispirazione per tutti noi che, grazie a questa mostra, possiamo diventarne ancora più consapevoli”.
Insieme all’offerta culturale , prosegue il nostro impegno con importanti investimenti per l’ampliamento delle sedi espositive, quali ad esempio qui al Correr il restauro del secondo piano e l’accesso all’area napoleonica, per riqualificare e restituire importanti spazi alla città”.

L’arte, continua la presidente MUVE Mariacristina Gribaudi, da sempre accompagna la nostra quotidianità, sottolineando e traducendo concetti filosofici, religiosi, politici ed esistenziali. A tutt’oggi questa iconografia non solo risulta interessante dal punto di vista artistico, ma riesce a risvegliare in noi riflessioni importanti che permettono confronti con il passato. La mostra in questione affronta la tematica della giustizia e come i codici espressivi e didascalici legati a questo argomento siano stati tradotti visivamente da artisti in diverse epoche. L’arte, quindi, ancora una volta si conferma non solo come un virtuosismo espressivo legato alla bellezza estetica ma anche come un importante testimone da considerare anche dal punto di vista storico-concettuale. La mostra è un’occasione per valorizzare opere del patrimonio legate a questa tematica e condividere con i visitatori anche creazioni poco conosciute.

Il percorso inizia dalla magnifica sala della Biblioteca Pisani del Museo Correr, le cui pareti sono interamente rivestite da librerie in radica di olmo e ospitano pregiate edizioni storiche.
Abbiamo voluto accogliere il visitatore in questo spazio di antico sapere e dedicare una serie di scaffali all’esposizione di volumi e incisioni, miniature e disegni che illustravano la giustizia. Tutti rispondono alla scelta comune di corredare con “le Figure” il libro simbolo della conoscenza della legge e della scienza giuridica.

La Giustizia, aspetto del sapere per eccellenza, molto spesso reca tra le mani il volume dove l’immagine è contenuta.
Si tratta dell'”Offerta del libro” uno schema fissato prima della stampa che, a nome dell’autore, Giustizia consegna al dedicatario, garante di equità e buon governo o esecutore e promotore del diritto.

Sono altresì presenti tre opere di artisti contemporanei – Ai Weiwei, Kendell Geers, Koen Vanmechelen – concesse dalla Fondazione Berengo, che creano particolari suggestioni dimostrando come il vetro, ancora una volta, sia duttile interprete concettuale.
Attraverso sei sezioni, corrispondenti allo svilupparsi della Figura allegorica, dagli albori delle civiltà fino all’età moderna, sono esposti reperti archeologici, monete e medaglie (sezioni I-II). Una serie di “racconti e interpretazioni” realizzate dagli artisti più importanti dal Medioevo al ‘900 illumina la sua iconografia.
Opere su carta, legno, tela e tavola sulle quali troneggia come semidea, come Virtù e come Personificazione e Allegoria della stessa città di Venezia (sezioni II-III) .
I suoi attributi e le sue compagne ce la rendono inevitabilmente riconoscibile (sezione III).
I luoghi tempio e casa di Giustizia, i Palazzi dell’età moderna costruiti per praticarla e amministrarla, ebbero apparati decorativi di grandi artisti che la celebrano traendo schemi e contenuti dai loro predecessori (sezione IV).
Le azioni e le idee di intellettuali, giuristi e letterati che si sono sempre adoperati per eliminare la pena di morte è riassunta nella figura di Cesare Beccaria, che si fece promotore dell’abolizione della pena di morte (SezioneV). Il percorso si chiude con una serie di scene che mostrano atti e protagonisti di Giustizia (sezione VI), protagonisti immortalati come eroi e santi e, infine, episodi di pratica della legge, grandi quadri che imprimono nella mente proprio il leitmotiv della mostra.
Sono presenti tra le altre, Opere di Guercino, Andrea Del Sarto, Martini, Nani, Reni, Sansovino, Vasari, Maccari e un bulino di Raffaello.

Non c’è Giustizia senza umanità e quell’ordine, quel tentativo costante di sublimare la parte migliore, contro la colpa e il peccato è davvero il messaggio che arriva da una donna bellissima e coronata, con la Bilancia e spada, che tutto vede anche se a volte è bendata e che, seduta in trono ci ricorda i principi fondanti del vivere civile.



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Museo Correr
San Marco 52
30124 Venezia
T +39 041 2405211
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IPER FESTIVAL DELLE PERIFERIE di Roma: “GRA. Un viaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma” di Giulio Ielardi (Phaos Edizioni)

GRA. Un viaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma di Giulio Ielardi (Phaos Edizioni).

Un progetto fotografico di Giulio Ielardi a cura di Massimo Siragusa, con testi di Franco Arminio, per raccontare l’energia di un paesaggio in costante divenire, quello del Grande raccordo anulare di Roma.

Il libro sarà presentato l’8 giugno 2023 alle ore 18 all’IPER FESTIVAL DELLE PERIFERIE (Pelanda | Mattatoio, Piazza Orazio Giustiniani 4, Roma)
Il volume sarà in libreria a partire dal 15 giugno 2023.

Dell’autostrada urbana più lunga d’Italia si racconta nel nuovo progetto del fotografo Giulio Ielardi, raccolto in un libro di 50 fotografie, realizzate in 2 anni di lavoro, percorrendo circa 600 chilometri a piedi ed esplorando il macrocosmo del Grande raccordo anulare – l’anello di Saturno di felliniana memoria – che circonda Roma.


Il libro GRA. Un viaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma a cura di Massimo Siragusa, – con testi di Franco Arminio e Giorgio de Finis – ed edito da Phaos Edizioni, sarà in libreria dal 15 giugno 2023.

L’8 giugno alle ore 18 in occasione del IPER FESTIVAL DELLE PERIFERIE di Roma sarà presentato nell’ambito del pomeriggio dedicato al Festival della Fotografia.

GRA è l’autostrada A90, un anello a sei corsie – tre per senso di marcia – lungo quasi 70 chilometri con 33 uscite, gallerie, ponti, svincoli, complanari. 150.000 Veicoli al giorno a percorrerlo.
Il suo nome – acronimo di Grande raccordo anulare – è legato a Eugenio Gra, principale ideatore e sostenitore dell’opera: il suo apporto fu tale che nelle fasi di progettazione e costruzione, si usò riferirsi alla strada con il nomignolo «Il Gra».
Completato nel 1970 ma in eterna trasformazione, oggi il GRA è parte della vita quotidiana dei romani, assai più del centro storico e dei suoi monumenti famosi in tutto il mondo.

Gli scopi e l’identità stessa del GRA hanno visto nel tempo una mutazione profonda; tra le arti contemporanee, alla fotografia è riconosciuta una capacità di particolare efficacia per la narrazione delle dinamiche sociali e dei contesti che le producono: le fotografie di Ielardi narrano questo caposaldo della topografia metropolitana, simbolo del governo urbanistico dell’espansione urbana cantiere di nuove esperienze abitative, cerchio magico della città nuova e di quella che verrà.

Il paesaggio attraversato, disegnato, creato non è né città né campagna, nel suo circolare svolgersi accosta falansteri di periferia e tesori archeologici, centri commerciali e tenute agricole, rivendite di lampadari e carrozzerie, terminal di bus e luoghi di culto.
Lungo il plurimo cordone d’asfalto si genera e propaga un orizzonte artificiale di cartelli e indicatori, lampioni, tralicci, scritte, stazioni di servizio, guard-rail, pannelli antirumore, frecce e antenne SOS. Sopra, sotto e intorno, prati insperati e filari di pilastri in cemento armato a sostenere i viadotti e i tunnel, realtà aumentata per motociclisti e street artist, greggi e cosplayer.

Visioni e rumori che quasi non conoscono sosta ma fermati dagli scatti in bianco e nero in formato panoramico di Ielardi: un mondo rutilante, una Roma di avvenire e di macerie piena di energia come le sue fotografie che intendono raccontare i paesaggi del GRA con taglio poetico e visionario.

Non a caso a introdurre il lavoro di Ielardi è chiamato uno dei poeti contemporanei più seguiti come Franco Arminio.

IL PROGETTO E LE FOTOGRAFIE

Focus del progetto è il racconto visivo dell’anello di asfalto come produttore di paesaggi.

L’idea è partita con le prime esplorazioni e fotografie prodotte nell’autunno 2020 ed è stato completato dopo due anni di lavoro. Tra le fonti principali di ispirazione, il film Accattone (1961) di Pasolini e il Sacro romano Gra (2013) di Gianfranco Rosi, soprattutto la sua sceneggiatura tratta dal libro di Nicolò Bassetti e Sapo Matteucci (Quodlibet, 2013); mentre dal punto di vista fotografico, il lavoro di The black triangle di Josef Koudelka e quello recentissimo intitolato Roma di Massimo Siragusa, entrambi inni alla narrazione della bellezza nascosta e dei luoghi più difficili dal punto di vista del paesaggio.

“Percorso migliaia di volte, il GRA non l’abbiamo mai visto. Dal punto di vista fotografico è tante cose insieme, come un ottovolante, una città nella città o, meglio, oltre la città un’altra Roma” – dichiara l’autore. “Il suo Colosseo è Corviale, il suo Foro romano le arcate dell’Acquedotto Claudio o la Villa dei Quintili, la sua pinna da squalo la Vela di Calatrava. Soprattutto, il GRA è paesaggio contemporaneo alla massima potenza, velocità, viadotti, centri commerciali, templi, nuovi insediamenti residenziali, sfasciacarrozze, segnaletica stradale e insegne pubblicitarie, vuoto. Inoltre, se la fotografia è anche uno spazio di ricerca e di ambiguità e di visione, il GRA può inoltre rappresentare un perimetro per molti paesaggi interiori, per un alfabeto di segni – prosegue Giulio Ielardi.

Curatore del progetto è Massimo Siragusa, uno dei nomi più illustri della fotografia contemporanea.

“C’è un mondo che vive attorno a quel luogo, dove gli automobilisti intrappolati in code infinite sono solo l’aspetto meno importante, – scrive Massimo Siragusa nel suo testo nel libro – quasi la naturale conseguenza dell’esistenza stessa del GRA. No, il mondo vero e lo straordinario che è possibile scovare qua e là, è appena fuori la striscia d’asfalto. Lo straordinario è nella natura che ingloba carcasse di auto abbandonate o barche arrugginite. Lo straordinario è negli uccelli che volano sui vetri antirumore. Lo straordinario è nei mille segni di vita lasciati da chi si sveglia ogni giorno accanto al guardrail. Lo trovi sotto i viadotti e nelle finestre murate di una casa, a decretare la morte di un sogno o, semplicemente, la necessità di proteggersi dallo smog e dal rumore.

È questo straordinario che ha voluto svelarci Giulio Ielardi con le sue foto. Una visione magica e surreale di Roma, apparentemente vuota di esseri umani.”

L’AUTORE

Giulio Ielardi è fotografo professionista e giornalista pubblicista. Nato a Roma nel 1965, è autore di una trentina di volumi su parchi, natura, cultura, turismo nonché di mostre divulgative, campagne d’opinione, siti web, materiali istituzionali per associazioni, Regioni e ministeri.

Ha vinto premi e riconoscimenti. Conduce corsi, workshops e viaggi di fotografia in Italia e all’estero.

Negli anni Novanta ha curato con Mario Fazio la rivista nazionale dell’associazione Italia Nostra. Ha pubblicato su molte testate, da “Airone” a “L’Espresso”, da “Avvenimenti” a “Il Sole 24 Ore”. Dal 2013 al 2015 ha diretto “Asferico”, rivista dell’Associazione italiana fotografi naturalisti. È stato tra i 14 fotografi italiani che hanno dato vita a Genius loci, progetto di comunicazione su natura & fotografia attraverso un blog quotidiano attivo tra il 2014 e il 2017. Si occupa di reportage fotografico a livello professionale da trent’anni, per conto di riviste e case editrici del settore.

Numerosi i lavori per la Regione Lazio, il Ministero dell’Ambiente e il Ministero della Cultura. Tra i lavori più recenti, da aprile a ottobre 2022 ha esposto la mostra “Still Appia” presso il parco archeologico dell’Appia Antica (Roma), a cura del Ministero della Cultura, attualmente in mostra al Castello di Venosa (PZ).



TESTI a cura di
Franco Arminio
Tra i più seguiti poeti contemporanei, ha ideato la Casa della paesologia a Bisaccia (Av) e il Festival La luna e i calanchi ad Aliano (Mt). Il suo ultimo libro è “Sacro minore”, Einaudi 2023.

Giorgio de Finis
Antropologo, artista e curatore indipendente. Fondatore del MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, ha diretto il Museo d’arte contemporanea di Roma con il progetto sperimentale MACRO Asilo. Dirige il Museo delle periferie sotto l’egida dell’Azienda Speciale Palaexpo.

Massimo Siragusa
Fotografo, vincitore di quattro World Press Photo e docente allo IED di Roma, è direttore editoriale di Phaos Edizioni.

GRA. Un viaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma
di Giulio Ielardi
Phaos Edizioni
In libreria dal 15 giugno 2023
Formato 200 x 260
Pagine 96
Prezzo di copertina 45 euro
Codice ISBN 9788894715101

L’8 giugno 2023 alle ore 18 in occasione del IPER FESTIVAL DELLE PERIFERIE sarà presentato il lavoro di Giulio Ielardi nell’ambito del pomeriggio dedicato al Festival della Fotografia.
IPER FESTIVAL DELLE PERIFERIE > 5-11 giugno 2023 | Pelanda | Mattatoio, via O. Giustiniani 4 – Roma | Ingresso gratuito.

Ufficio Stampa
Adele Della Sala
ads@ufficiostampa-arte.it | M. +39 366 4435942

www.giulioielardi.com

Roma, T.A.G. Tevere Art Gallery: LIBERTÀ. Joseph De Felici e Ferdinando Gatta – Mostra fotografica a cura di Francesca Perti

LIBERTÀ
Joseph De Felici e Ferdinando Gatta

A cura di Francesca Perti

Inaugurazione 8 giugno 2023 ore 18.30

T.A.G.Tevere Art Gallery
Via di Santa Passera 25 – Roma

Fino al 15 giugno 2023

Giovedì 8 giugno 2023 alle ore 18.30 inaugura, presso T.A.G.Tevere Art Gallery a Roma, la mostra LIBERTÀ di Joseph De Felici e Ferdinando Gatta a cura di Francesca Perti:  trenta fotografie di grandi dimensioni in bianco e nero, che nascono dall’interazione tra i due artisti.

Partendo da una dichiarazione di Noam Chomsky: “Se credi che non ci sia speranza, farai in modo che non esista alcuna speranza. Se credi che ci sia un istinto verso la libertà, farai in modo che le cose possano cambiare.“, De Felici e Gatta indagano il concetto complesso e variegato della libertà.

La libertà è un pensiero essenziale per comprendere il funzionamento della società e della politica contemporanea, ma è anche una condizione necessaria per lo sviluppo della creatività, dell’innovazione e dell’autodeterminazione dell’individuo e della comunità. 

È quindi una sfida costante e una condizione irrinunciabile per la costruzione di una società giusta e solidale, per la conoscenza e comprensione del mondo e per la lotta contro ogni forma di dominio e oppressione.

Joseph De Felici

Joseph De Felici vive a Frascati e lavora in Italia e all’estero. Inizia il suo percorso artistico girando cortometraggi e scattando fotografie sperimentali e, dalla metà degli anni novanta, reportage fotografici in Marocco, Turchia, India, Nepal, Birmania, Thailandia. Dopo aver fondato, insieme a Ferdinando Gatta e ad altri fotografi, un gruppo artistico di ricerca visiva con il quale viene invitato in numerose mostre collettive, alla fine degli anni novanta riprende a viaggiare nel sud-est asiatico, fino al 1999, quando decide di stabilirsi negli Stati Uniti lavorando come fotografo freelance a New York fino al 2002 ed esponendo in spazi underground della scena artistica newyorkese. Esegue performance con dia-proiezioni e interazioni video, realizza video artistici proiettai in serate artistiche sperimentali. Dal 2008 ha ricominciato a viaggiare in Oriente, vivendo per lunghi periodi soprattutto nel Sud-est asiatico, continuando la sua personale ricerca fotografica, che ha dato vita al libro fotografico Sogni d’acqua – Lungo il Mekong ed oltre che la casa editrice Electa pubblica a dicembre 2014 e che è motivo di convegni e di una mostra itinerante in spazi pubblici.

Ferdinando Gatta

Ferdinando Gatta (Marino, RM, 1965) lavora dal 1985 nel campo della fotografia formandosi in camera oscura, praticando sviluppo e stampa prima di avviare nel 1991 lo studio fotografico “Obiettivo Immagine” e dal 2009 di “T.T.L. ass. fotografica”. Esperto di didattica legata alla fotografia analogica, ha esposto in Italia e all’estero. Con il collega Joseph De Felici è stato impegnato nel progetto espositivo “Torture” a cura di Barbara Martusciello proposta alla BiASA – Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte, sala della Crociera, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Roma (2014).


INFO

LIBERTÀ
Joseph De Felici e Ferdinando Gatta

A cura di Francesca Perti
Inaugurazione 8 giugno 2023 ore 18.30
Fino al 15 giugno 2023


T.A.G.Tevere Art Gallery
Via di Santa Passera 25 – Roma
info@tevereartgallery.net
www.tevereartgallery.net

Ufficio Stampa 
Roberta Melasecca Melasecca PressOffice – Interno 14 next
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Roma, Teatro Ruskaja, Accademia Nazionale di Danza: Jia Ruskaja. La dea danzante

Ruskaja – Foto Bragaglia 1921-23

IL LIBRO > Jia Ruskaja. La dea danzante

di Gianluca Bocchino

NeoClassica Editore (in libreria dal 15 giugno 2023)

Il racconto attraverso foto inedite e documenti mai rivelati della storia della donna diva e icona glamour del Novecento italiano fondatrice dell’Accademia Nazionale di Danza

L’EVENTO > Nel segno della Bellezza: Galà Ruskaja > 8 giugno 2023 ore 17.30

Teatro Ruskaja, Accademia Nazionale di Danza (Via Arrigo VII n. 5 – 00153 Roma)

prenotazione obbligatoria al seguente link > http://galaruskaja.eventorite.com

durante il Galà sarà presentato il libro

Il nuovo libro di Gianluca Bocchino racconta in maniera inedita la vita di Jia Ruskaja (1902-1970), fondatrice della più antica Istituzione di Danza sul territorio nazionale: l’Accademia Nazionale di Danza di Roma.

Il volume è realizzato dalla Fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza per il progetto 2022 “Storia” dedicato a Jia Ruskaja nell’ambito del settore “Promozione danza ricambio generazionale” del Fondo Unico dello Spettacolo (FUS) del Ministero della Cultura (MiC).

Il libro sarà presentato l’8 giugno 2023 alle ore 17.30 presso il Teatro Ruskaja dell’Accademia Nazionale di Danza, in occasione dell’evento Nel segno della Bellezza: Galà Ruskaja, durante il quale saranno eseguite due coreografie ruskajane tratte dal celebre film Giuditta e Oloferne (1928) di Baldassarre Negroni, di cui la Ruskaja fu protagonista. Le due danze sono state ricreate impegnando due giovani studenti dell’Accademia Nazionale di Danza e un giovane dress designer nella ricostruzione degli abiti di scena. L’evento vede il Patrocinio della Regione Lazio.

Il volume – edito da NeoClassica e in libreria dal 15 giugno – costituisce la prima biografia scientifica contenente informazioni e fotografie inedite della danzatrice tartara, giunta in Italia nel 1921 con il nome di Evgenija Borissenko.

Sino ad oggi non era stato possibile ricostruire il suo percorso storico-biografico, per via delle scarse fonti certe; ma con il ritrovamento di nuovi documenti, conservati presso l’Archivio Storico della Fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza – in cui è convogliato anche l’Archivio privato di Ruskaja – l’autore ha riportato nel libro in maniera rigorosa la vita di una delle figure più discusse del XX secolo per via delle sue idee artistiche e politiche.

Danzatrice, coreografa e teorica della danza fondò l’Accademia nel 1948 e successivamente, nel 1963, la Fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza, per prestare assistenza morale e materiale agli studenti.

Grazie alle conoscenze teorico analitiche, intrecciate con le pratiche e la ricerca, creò quell’impostazione pedagogica e quel percorso formativo che ancora oggi sono alla base degli studi coreutici: la sua indagine aperta a un’ottica internazionale e di livello universitario è oggi modello ispiratore non solo dell’Accademia, ma di tutto il mondo della danza.

“La Signora” – così la chiamavano le sue allieve, di cui il volume è ricco di testimonianze – è stata diva e icona glamour della danza libera italiana; ha intessuto rapporti pubblici e privati con le maggiori personalità della cultura coreutica, artistica e politica del Novecento; ha conosciuto politici e statisti come Dino Alfieri, Giuseppe Bottai, Gaetano Martino, Aldo Moro, Giulio Andreotti. Ha ballato con Anita Amari, Cia Fornaroli, Charlotta Bara. Ha convogliato in seconde nozze con Aldo Borelli, direttore dal 1929 al 1943 del Corriere della Sera. È stata ritratta da Fortunato Depero, Giuseppe Amisani, Giacomo Balla, Enrico Prampolini. A lei hanno dedicato poesie Trilussa, Aldo Palazzeschi, Maria Brusati Ferrario.

Il libro racconta in maniera scientifica senza tralasciare il lato romantico e avventuriero, la vita di una donna dalla personalità volitiva e attraente, la cui intelligenza e sagacia le hanno concesso di entrare nel mondo coreutico a partire dagli anni del Futurismo, per ritrovarsi regina della danza nel ventennio fascista, superando con non poche difficoltà la Seconda guerra mondiale ed entrando negli anni repubblicani attraverso un savoir-faire dal sapore democristiano.

La sua forte personalità, sintesi di varie epoche, etnie e temperamenti l’hanno resa Jia Ruskaja, la dea danzante.

LA FONDAZIONE DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI DANZA

La Fondazione nasce il 14 gennaio 1963 con il D.P.R. n. 925 che istituisce l’Ente Morale Opera dell’Accademia Nazionale di Danza.

Promotrice dell’iniziativa è sempre Ruskaja, già fondatrice dell’Accademia nel 1948, che con l’Opera intendeva sostenere gli studenti attraverso benefici economici, culturali ed organizzativi. L’Opera successivamente si è trasformata in Fondazione, che tutt’oggi opera accanto all’Accademia sostenendo i giovani e i progetti culturali annessi al mondo della danza.

L’AUTORE

Gianluca Bocchino, professore e ricercatore, si occupa principalmente di musicologia, archivistica musicale e coreutica. Ha pubblicato saggi e studi sui suoi campi d’indagine, tra questi la monografia Raffaello Baralli principe dei paleografi musicali italiani: studio critico e inventario dell’archivio (2019).

Professore a contratto presso l’Università di Cassino e dell’Italia Meridionale, collabora con l’Accademia Nazionale di Danza e la Fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza.


Jia Ruskaja. La dea danzante
di Gianluca Bocchino
Casa editrice Neoclassica
Uscita in libreria > 15 giugno 2023
Prezzo > 55 euro
ISBN > 9788893740616

Galà Ruskaja
8 giugno 2023 ore 17.30 – Teatro Ruskaja
Accademia Nazionale di Danza
Via Arrigo VII 5 – 00153 Roma
Ingresso gratuito
Prenotazione obbligatoria > http://galaruskaja.eventorite.com

Ufficio Stampa
Adele Della Sala | ads@ufficiostampa-arte.it

www.fondazioneand.it

Torino, Musei Reali: ESTATE REALE – Da giugno a ottobre 2023

DA GIUGNO A OTTOBRE 2023
AI MUSEI REALI DI TORINO

ESTATE REALE

Sul calar della sera, la bella stagione porta ai Giardini Reali e al Teatro Romano un ricco programma di concerti e performance abbinato all’offerta culturale

Da giugno a ottobre, negli spazi dei Giardini Reali e del Teatro Romano, va in scena Estate Reale, un programma di iniziative connesse ai percorsi museali e alle mostre temporanee attraverso il filo conduttore della musica. Il programma è realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione generale Spettacolo (D.D.G. 29 dicembre 2022, rep. n. 2226), finalizzato alla valorizzazione dello spettacolo dal vivo nei musei, parchi archeologici e luoghi della cultura.

Estate Reale si compone di Favole in forma sonata, Torino crocevia di sonorità e Notti sonore.

FAVOLE IN FORMA SONATA è un percorso di avvicinamento alla musicaideato e realizzato dalla Fondazione TRG in collaborazione con l’Unione Musicale di Torino, che punta al confronto tra forme musicali classiche e forme narrative teatrali. La proposta si compone di tre spettacoli che presentano nel Teatro Romano composizioni del repertorio musicale e operistico di Beethoven, Mozart e Rossini,con l’obiettivo di illustrare ed esplorare lo stretto legame che intercorre tra due grandi espressioni di arte performativa, la musica e il teatro.

Favole in forma sonata va in scena un giovedì al mese, alle ore 21 nelle seguenti date: 8 giugno, 13 luglio e 3 agosto.

TORINO CROCEVIA DI SONORITÀ èla rassegna organizzata in collaborazione con il Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi”, nata nel 2020 e arrivata alla terza stagione, con un crescente interesse da parte del pubblico. Dal 30 giugno al 25 agosto 2023, ogni venerdì sera, il Teatro Romano propone una serie di concerti che spaziano dal jazz alla musica da camera, dalle percussioni ai fiati. Il concerto di apertura, venerdì 30 giugno alle ore 21, raduna più di sessanta strumenti a fiato impegnati nella Sinfonia n. 3, Circus maximus, del compositore statunitense John Corigliano. Raramente eseguita per la complessità della formazione orchestrale, questa pagina straordinaria del repertorio per fiati produrrà un effetto di spazializzazione del suono, realizzato con strumenti acustici distribuiti in più punti, portando a un’inedita valorizzazione dell’area archeologica del Teatro Romano. La performance prevede anche la collaborazione del Conservatorio Statale di Sassari, dove è stato avviato lo studio della multiforme partitura di John Corigliano. Un legame con la Sardegna che idealmente prosegue quello presente nelle collezioni archeologiche del Museo di Antichità, che custodisce importanti testimonianze dei territori di cultura fenicia e punica presenti nell’isola.

Fino al 25 agosto i concerti sono eseguiti dagli artisti del Conservatorio torinese mentre, a settembre, i protagonisti saranno i giovani emergenti della scena torinese e non solo, per proporre sperimentazioni nei diversi campi del suono e dell’armonia: una manifestazione musicale che, complessivamente, coinvolgerà 129 giovani musicisti.

Torino crocevia di sonorità va in scena ogni venerdì sera, alle ore 21, nelle seguenti date: 30 giugno, 7-14-21-28 luglio, 4-11-18-25 agosto, 8-15-22 settembre.

NOTTI SONORE sono otto appuntamenti tra Giardini Reali e sale dei Musei Reali che vedono la partecipazione di circa 180 artisti.

Si inizia il 21 giugno per la Notte della Musica. I Musei Reali resteranno aperti e proporranno percorsi tematici, gli appuntamenti saranno dedicati agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 e alla valorizzazione del patrimonio immateriale. L’evento sarà accompagnato da un’offerta conviviale a cura di produttori di prossimità e da attività di gamification, che vedono nel gioco una speciale forma di coinvolgimento e di apprendimento cooperativo.

Notti sonore vi accoglierà nelle seguenti giornate: 21 giugno, 27 luglio, 10 e 31 agosto, 6-15-29 settembre, 31 ottobre.

Estate Reale porta a compimento gli obiettivi del bando Next Generation YOU-Sostenibilità, Innovazione, Sviluppo organizzativo della Fondazione Compagnia di San Paolo per il biennio 2021-2022. Il programma ha inteso promuovere l’individuazione di modelli innovativi nei processi di trasformazione e favorire l’avvicinamento tra enti e professionisti, per offrire nuove opportunità di crescita, posizionamento e fundraising. La proposta dei Musei Reali si è declinata in tre obiettivi specifici: rafforzamento dell’identità culturale dei Giardini Reali, crescita di relazioni corporate, cura e manutenzione del patrimonio ambientale e storico.  

Con l’intento di integrare il percorso di visita e arricchire l’offerta culturale, i Musei Reali si sono impegnati nella creazione della nuova identità visiva dei Giardini Reali: grazie alla collaborazione con l’associazione Print Club di Torino, il museo potrà disporre di uno specifico linguaggio grafico capace di veicolare i contenuti legati agli spazi esterni: eventi, segnaletica, regolamento, supporti narrativi. La valorizzazione su cui ricade il finanziamento intercetta due importanti finalità di Open, il Piano Strategico 2021-2024 sviluppato con la consulenza della Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura: i piani di azione Community, per consolidare il rapporto tra i Musei Reali e il contesto territoriale, e Alliances, per la creazione di un dialogo virtuoso tra le realtà private e il museo. Di primaria importanza è stata anche la redazione di un protocollo di manutenzione ordinaria dei Giardini Reali con gli esperti giardinieri della Reggia di Venaria, partnership inclusa nella più ampia strategia di valorizzazione delle Residenze Reali Sabaude del Piemonte, Patrimonio UNESCO.



Informazioni e costi
Per Torino crocevia di sonorità e Favole in forma sonata, alcune sezioni dei Musei Reali saranno visitabili dalle 19.30 alle 23.30 (ultimo ingresso ore 22.45) con tariffa speciale di 5 euro.
Dalle ore 21 i visitatori del museo, che si saranno prenotati, potranno assistere ai concerti al Teatro Romano e nel Salone delle Guardie Svizzere, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
 
Per la Notte della Musica, il 21 giugno, i Musei Reali rimarranno aperti dalle ore 19.30 alle ore 23.30 (ultimo ingresso 22.45), con tariffa speciale di 3 euro e performance musicali lungo il percorso di visita.
 
Prenotazioni: info.torino@coopculture.it
 
Per Notti Sonore si rimanda al calendario di ciascun evento.
 
Programma e informazioni dettagliate in continuo aggiornamento sulla pagina ufficiale della rassegna: https://museireali.beniculturali.it/events/estate-reale/
Sito internet:
https://museireali.beniculturali.it
 
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Ufficio stampa
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Venezia, Galleria Alice Schanzer: SpostaMenti

SpostaMenti

A cura di Silvia Previti

Artisti in mostra:
Giacinto CERONE, Angelo COLAGROSSI, Antonio DE PIETRO, Mario GIANCOLA, Pierluigi ISOLA, Mauro MAGNI, Alberto PARRES, Silvio PASQUALINI

9 giugno | 9 luglio 2023

Inaugurazione:
venerdì 9 giugno ore 18.00
Galleria Alice Schanzer
Dorsoduro 3061, Venezia

La mostra “SpostaMenti” è la nuova esposizione della Galleria Alice Schanzer di Venezia che inaugurerà venerdì 9 giugno e sarà visitabile fino al 9 luglio 2023. 
L’esposizione, a cura di Silvia Previti, vede protagonisti gli otto artisti che hanno già esposto nel dicembre 2022 nella galleria gemella di Sutri: Giacinto Cerone, Angelo Colagrossi, Antonio De Pietro, Mario Giancola, Pierluigi Isola, Mauro Magni, Alberto Parres, Silvio Pasqualini. 

Le due gallerie di Venezia e Sutri (VT), intitolate alla poetessa e critica letteraria Alice Schanzer (1873-1936), si propongono come  spazi dove promuovere parallelamente artisti che abbraccino i parametri etici, culturali e spirituali dell’Arte, in sintonia con la visione umanista del luogo.  

SpostaMenti vuole essere quindi la mostra che suggella non solo formalmente, ma anche attivamente, il gemellaggio con la galleria di Sutri e i relativi progetti espositivi che vedono protagonisti gli artisti considerati aderenti alla filosofia del metodo. 

Nel dicembre 2022 con la mostra “finitoINfinito” ha preso il via il progetto espositivo di Silvio Pasqualini con il quale ha sottolineato, come in una sorta di manifesto, il suo messaggio: respingere la gestione attuale delle pratiche espositive e ritornare a far esporre gli artisti attraverso accordi taciti ma intrisi di verità, in cui i Maestri accompagnano nelle gallerie altri artisti stimati, facendo valere i rapporti come unici ed autentici contratti basati sul rispetto, sulla considerazione e apprezzamento.

Le mostre, quindi, sono il risultato di un metodo che porta una serie di visioni raggruppate secondo una commistione alchemica, senza nessuna casualità e dove, grazie alla stima e alla concatenazione di rapporti, si innescano nuovi stimoli, poetiche del presente e del passato, in un circolo che si fa metodologicamente replicabile all’infinito. 
Gli otto protagonisti di “finitoINfinito” dunque, si spostano ora a Venezia per generare ulteriori contatti umani e cortocircuiti artistici.

BIOGRAFIE

Giacinto CERONE

Nasce a Melfi (PZ) nel 1957. Nel 1971 frequenta il Liceo artistico di Melfi sezione architettura e durante i primi anni trascorre la maggior parte delle giornate ad esercitarsi con il disegno dal vero. Nel 1975 consegue il diploma di maturità artistica. Nell’ottobre dello stesso anno si iscrive all’Accademia di belle arti di Roma e segue il corso di scultura, prima con Umberto Mastroianni, poi con Pericle Fazzini. Nel 1984 si stabilisce definitivamente a Roma e apre uno studio d’arte a Vicolo del Bologna. Si avvicina alla materia ceramica all’inizio degli anni Novanta e avvia un’intensa produzione. Comincia ad esporre a mostre personali e collettive in tutta Italia e con opere frutto di sperimentazioni con vari materiali, dall’argilla al plexiglass, il moplen e la vetroresina, fino al legno. Nel 2003 è alla David Gill Gallery di Londra e nel 2006 il Museo della Scultura di Matera gli dedica una sala.  Muore a Roma nel 2004. Nel 2007 viene allestita una grande retrospettiva del suo lavoro presso il Museo Pericle Fazzini di Assisi e nel 2011 le sue opere sono esposte, postume, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

Angelo COLAGROSSI

Nato a Roma nel 1960, si è laureato in Studi Storico Artistici presso Università La Sapienza Roma. 

La sua attività espositiva ha inizio nel 1986 con la partecipazione alla mostra “Dodicimenotrentacinquesecondo, giovani artisti a Roma” presso l’Ex Mattatoio di Testaccio a Roma. Da allora sue mostre personali e collettive si sono tenute in spazi espositivi pubblici e gallerie private in Italia e all’estero.

Antonio DE PIETRO

Nato a Diamante (provincia di Cosenza) nel 1962, si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1988. Determinante nel suo percorso è nel 1986 l’incontro con Emilio Vedova, nel cui studio rimane sei mesi. Dagli anni Novanta alla rapidità del gesto e del segno sostituisce una lavorazione lenta, accurata, sedimentaria – le velature – che gli consente di creare una pittura materica, stratificata eppure liscia come vetro. Alla fine del decennio si chiariscono i temi/soggetti che tuttora sono protagonisti della sua poetica e alla materia pittorica si aggiunge la “materia costruttiva”: legno, ferro, chiodi, colla, sabbia. Dal 2007 comincia la ricerca sulle Porte della memoria che continua tuttora. 

Mario GIANCOLA

Nato a Capestrano nel 1946, si è formato da artista autodidatta. È sempre stato vicino allo studio di Silvio Pasqualini a Bassano Romano dove lavorava ed è entrato in contatto con un numeroso gruppo di artisti. Ha esposto a Villa Savorelli con” Per Antiche vie” e con “Arte in cantina”, entrambe a Sutri, come anche e alla Irtus Gallery, tra il 2004 e il 2010. Vive e lavora a Corfino. 

Pierluigi ISOLA

Pierluigi Isola è nato a Roma nel 1958, figlio d’arte, ha iniziato precocemente il suo dialogo con le immagini e i colori. È nello studio del padre, Giancarlo, apprezzato artista, che apprende la prima grammatica di un linguaggio, quello pittorico, che diventerà una pratica costante nella sua vita.

Nei primi anni della sua formazione, in un liceo artistico romano, segue le lezioni di Piero Guccione, artista che gli trasmette, oltre agli insegnamenti della tecnica pittorica, quella particolare capacità di rapportarsi alla realtà cogliendone l’aspetto più intimo e segreto.

Il suo lavoro di ricerca è costantemente concentrato sui rapporti sottili che intercorrono tra realtà sensibile e mondo immaginale.

Mauro MAGNI

Mauro Magni nasce a Roma nel 1962 dove si laurea in Pittura all’Accademia di BB.AA. Dal 1982 espone in Italia e all’estero. Lavora a Sutri (VT). Nel 2008, dopo vari viaggi e permanenze all’estero, lascia la capitale per trasferirsi a Trevignano Romano sul lago di Bracciano seguendo l’esigenza di riconnettersi alla natura. Tra i lavori più recenti: Horus (2021), installazione eolica permanente in acciaio, corten e oro zecchino realizzata a Pietrapertosa (PZ): una riflessione sulla necessità di conservare la Natura, un omaggio alla bellezza dei paesaggi lucani; Frontac – a ciel sereno (2021), installazione permanente in ferro e lamina dorata realizzata a Farnese (VT) per il LLART Lamone Land Art, nelle Riserva Naturale della Selva del Lamone: un’opera sull’imponderabilità delle cose e la supremazia della Natura.

Alberto PARRES

Nato a Tangeri nel 1953. A seguito delle tappe di Parigi e Siviglia, frequenta l’Accademia di Belle Arti a Roma, dove si è diplomato nel 1980 e dove attualmente vive e lavora, come artista e insegnante. Dopo il diploma inizia ad esporre a Roma ed in buona parte di Italia, per poi esporre anche all’estero. Le esposizioni più recenti sono: nel 2016 Matchless Gift, al Bhakti Center, NewYork; nel 2019 Porte dell’Aldilà, alla Galleria Makrac, Praga; nel 2020 Take care Project, presso la Fondazione 107, Torino.

Silvio PASQUALINI

Silvio Pasqualini nasce a Morro d’Alba (AN) nel 1956. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Macerata si trasferisce a Roma dove comincia ad esporre in diverse gallerie e musei per arrivare, a partire dalla fine degli anni ’70, ad esporre in gallerie europee e internazionali. Nel 2000 fonda con gli artisti Berticcioli, Fioramanti e Gasparri il Movimento Artisti Clandestini. Nel 2005, seguendo un coerente percorso etico, artistico e di vita, trasferisce il suo studio a Bassano Romano (TV) e dal 2014 vive e lavora a Venezia. 


Dal testo critico di Silvia Previti, una panoramica sugli artisti:

Silvio Pasqualini è colui che dà la spinta propulsiva al progetto, il regista che ha dato vita a questa catena di rapporti grazie alla trasmissione di un sistema valoriale che fa da fondamento e che ne giustifica tutto il processo. 

È presente in questa mostra con I fiori della rivoluzione, opera recente e simbolica che trasmette un messaggio che guarda al presente e al futuro, con un linguaggio sempre riconoscibile ma che in questo lavoro si rinnova con colori sgargianti e ipnotici. Opera che è la sintesi dell’excursus pittorico dell’autore, in anni in cui si è sempre sperimentato senza mai abbandonare quel “trasporto culturale e spirituale millenario” che lo accompagna.

Pasqualini ha inserito in questa mostra un’opera pittorica di Giacinto Cerone, autore che in primis è stato grande amico stimato, uomo geniale, di forte e profondo spessore artistico.

Cerone, che ha lavorato nella sua carriera soprattutto con la forma scultorea, in questo caso è presente a Sutri con un lavoro su carta, destinato sin dal principio a Silvio Pasqualini. L’opera racchiude nei segni tutta l’enigmaticità e la potenza del pensiero di un autore mancato precocemente ma del quale molto ancora vi è da indagare. Insieme a questa, un ricordo di Franco Scataglini, poeta anconetano, amico stimato per entrambi e complice di molti ricordi di vita romana e discussioni sull’arte, sull’estetica ed in generale sulla vita.  

Gli incontri, come i segni del destino, sono cibo per chi vive con intensità il quotidiano: Silvio Pasqualini non si è fatto sfuggire il momento in cui un giorno, Mario Giancola, gli fece vedere un’opera di Cerone, vista da sempre nel suo studio. Un indizio mandato dal destino, un segnale che andava colto in questo flusso fertile di contatti, che ha fatto sì che Pasqualini, per questa ragione insieme alla stima, abbia invitato a questa mostra proprio Mario Giancola, artefice inconsapevole di un messaggio e ora, di un nuovo sodalizio. 

Mario Giancola, artista autodidatta, presenta una scultura in ferro dal titolo Arcano, ricavata da antichi cerchi di botte, come reperti rurali che, decontestualizzati, hanno forma propria ed eleganza intrinseca.

Antonio De Pietro, esposto per primo nella galleria Schanzer di Sutri, è presente anche in questa cerchia proprio per quel legame di scambio e reciprocità di cui si parlava in principio. Pittore lirico, si rifà nelle sue creazioni ad una pittura materica, arricchita dall’utilizzo di materiali come ferro e chiodi, per ricondursi al tema della storia e del ricordo. In Lettere d’amore l’indagine sul senso del tempo e sulla sua inafferrabilità è evidente, con una lavorazione a tecnica mista che è ricca, densa ma al tempo stesso chiara ed esplicita. 

Altro autore fortemente voluto ed invitato in mostra da Silvio Pasqualini è Alberto Parres

Pittore puro, ha esplorato il pop fino a giungere a toni più arcaici, portando avanti sempre una personale ritualità fino ad oggi, in cui attraversa una nuova fase esplorativa con i lavori sul bianco. Con l’opera White dreams, Parres indaga e si lascia attrarre dal bianco come somma di tutti i colori dello spettro visibile, figurando la luminosità e cercando di afferrarla per portarla in pittura, con un’operazione poetica sottile e raffinata. 

Dettaglio non trascurabile: Alberto Parres in vita sua ha sempre fatto il pittore. “Come si fa a non stimare una persona che ha sempre fatto il pittore?” afferma Pasqualini nel presentarlo. È questo il senso del metodo, è il rispetto per i maestri, una gentilezza d’altri tempi per i signori della vita: gli artisti.

Torna il tema della memoria e della storia con le opere di Mauro Magni, autore a cui interessano le indagini dei luoghi della natura, dove il passaggio del tempo e dell’uomo hanno lasciato il segno. 

Artista che lavora sì con la pittura ma anche con scultura, ceramica ed installazioni, in questa mostra espone Dialogo per la luce, dove con la tecnica mista, stratifica colore, segno e parole, facendosi portavoce di messaggi antichi rivolti ad un presente dove la modernità è smarrita dal caos e dalla frenesia. Mauro Magni ha anche avuto un ruolo centrale all’interno della metodologia per la realizzazione di questa mostra: è colui che fa da tramite, che suggerisce ed invita altri due artisti ad esporre in questa sorta di cenacolo contemporaneo: Angelo Colagrossi e Pierluigi Isola.

Angelo Colagrossi in Belle sagome racconta di due profili di donne delineate con un azzurro celestiale, quasi spirituale nella sua intensità. Come lui stesso dichiara, la sua struttura linguistica è aperta per consentire la continua ricerca del senso delle cose e della forma. Forma che implica nella sua visione necessariamente la provvisorietà, determinata dal continuo evolversi nel tempo e nello spazio. 

Pierluigi Isola con la sua opera, porta in mostra l’armonia e la continuità con una tradizione pittorica che è plasmata nel presente. Tramonto a Creta, realizzata olio su tavola, appartiene ad una serie riguardante la tematica della memoria dei luoghi, del racconto e del mito. Con una delicatezza cromatica e grazie alla sua dominazione della tecnica pittorica, Isola narra con i suoi paesaggi un mondo interiore oscuro e labirintico, in un continuo dialogo che si tramuta in immagine attraverso la composizione fantastica delle vedute. 

Sempre dal testo di Silvia Previti:

Sutri è stata un punto di raccolta per coloro che vivono la domanda, Venezia il punto dove la domanda si replicherà come un amplificatore: sulla scia del pensiero di Rilke, la mostra è concepita come l’incontro di chi è capace di vivere le frequenze che ci attraversano e, soprattutto, di chi è capace di coglierle ed accoglierle, fare proprio il loro messaggio per poi correre sicuri e spediti. 

Un’oasi che è iniziata con pochi ma fidati artisti, che vivrà grazie alla cura di chi continuerà a replicare questo metodo, in un concerto di menti che partecipano con fiducia ed entusiasmo agli spostamenti.


MOSTRA
SpostaMenti
a cura di Silvia Previti

Artisti in mostra:
Giacinto Cerone
Angelo Colagrossi
Antonio De Pietro
Mario Giancola
Pierluigi Isola
Mauro Magni
Alberto Parres
Silvio Pasqualini

09.06. >09.07.2023
Vernissage: 09.06.2023 ore 18.00

DOVE
Galleria Alice Schanzer, Campo S. Margherita, Dorsoduro 3061, Venezia

ORARI DI VISITA
Orari apertura mostra: 10.30 – 12.30 / 16.30 – 19.30
Per appuntamento: 347 70 30 568

UFFICIO STAMPA
CRISTINA GATTI
Press&P.R.
info@cristinagatti.it
mob.338 6950929

Brescia, Parco archeologico di Brescia romana e Museo di Santa Giulia: PLESSI SPOSA BRIXIA

Fabrizio Plessi, Plessi sposa Brixia, 2022-2023, immagine digitale
Fabrizio Plessi, Plessi sposa Brixia, 2022-2023, immagine digitale

BRESCIA

9 GIUGNO 2023 – 7 GENNAIO 2024

PLESSI SPOSA BRIXIA

Il pioniere della videoarte e delle videoinstallazioni in Italia arriva a Brescia con un progetto inedito: un percorso immersivo, composto da installazioni, videoproiezioni e ambienti digitali, appositamente pensato per il Parco Archeologico di Brescia romana e per il Museo di Santa Giulia.

Tra le opere più suggestive, l’anello nuziale di oro colante, simbolicamente incastonato nel cuore del complesso monumentale bresciano.

L’iniziativa inaugura il Corridoio Unesco, una passeggiata di quasi un chilometro, che collega in un unico percorso pedonale, aperto gratuitamente e liberamente al pubblico, l’area del Capitolium al complesso monumentale di Santa Giulia.

Fabrizio Plessi giunge a Brescia e celebra un matrimonio con la città e i suoi abitanti, consegnando al pubblico un messaggio di responsabilità e di consapevolezza del patrimonio storico, archeologico e iconografico di Brescia.
Il pioniere della videoarte e delle videoinstallazioni in Italia presenta, dal 9 giugno 2023 al 7 gennaio 2024, PLESSI SPOSA BRIXIA, un progetto inedito, un percorso immersivo composto da installazioni, videoproiezioni e ambienti digitali monumentali, appositamente pensato per il Parco Archeologico di Brescia romana e per il Museo di Santa Giulia.

Un viaggio che mette in evidenza le vestigia e il patrimonio della città, reinterpretandoli attraverso il caratteristico alfabeto tecnologico e multimediale di Plessi, ovvero con la luce, il suono e le immagini in movimento e che si completa con una esposizione di disegni, tavole e schizzi originali di progetto.

L’iniziativa, curata da Ilaria Bignotti, promossa da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei è il nuovo capitolo del format Palcoscenici archeologici, inaugurato con le monografiche su Francesco Vezzoli (2021) ed Emilio Isgrò (2022), e s’inserisce nel calendario di eventi di Bergamo Brescia Capitale italiana della cultura 2023.

In coincidenza con PLESSI SPOSA BRIXIA Fondazione Brescia Musei inaugura il Corridoio Unesco, una passeggiata di quasi un chilometro attraverso 1700 anni di storia, che collega in un unico percorso pedonale, aperto liberamente e gratuitamente al pubblico, l’area del Capitolium al complesso monumentale di Santa Giulia, oggi fruibili solo separatamente. 

Il Corridoio Unesco garantirà, per la prima volta in assoluto, a tutti i visitatori di rimanere immersi, visivamente e fisicamente, nelle architetture monumentali storiche, dall’età romana, raccontata attraverso il nuovo allestimento della Sezione romana, improntata ai più moderni standard di accessibilità e installazioni artistiche multimediali, per poi viaggiare nell’alto medioevo e nel rinascimento, senza alcuna interferenza tra la città attuale e l’aura di questi antichi luoghi.

Il progetto è promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, con la collaborazione e il supporto di Camera di Commercio di Brescia e Fondazione CAB, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Bergamo e Brescia e con il supporto di Regione Lombardia: viene presentato in occasione della celebrazione per i dieci anni dall’iscrizione del complesso monumentale di Santa Giulia e del parco archeologico del Capitolium nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco, all’interno del sito seriale I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d. C.)

Con Plessi sposa Brixia prosegue la straordinaria esperienza di Fondazione Brescia Musei nella contaminazione tra archeologia e arte contemporanea. Con Fabrizio Plessi portiamo anche a compimento il grandioso progetto del Corridoio UNESCO: i contrappunti contemporanei e digitali e immersivi di Fabrizio Plessi fanno comprendere il senso stesso della valorizzazione dell’archeologia. Immaginare nuove funzioni, coerenti con lo spazio antico, nelle quali l’estetica del nostro presente possa cortocircuitare con quella di 2000 anni fa, che a propria volta fu, all’epoca, quanto di più contemporaneo esistesse. In questa contraddizione risiede la forza di Palcoscenici Archeologici che, dopo Vezzoli e Isgrò, propone un altro grande artista italiano a Brescia, nell’occasione speciale della Capitale italiana della Cultura.
Stefano Karadjov, Direttore Fondazione Brescia Musei


PLESSI SPOSA BRIXIA

Il tema espositivo che Fabrizio Plessi ha evidenziato coniuga i valori della bellezza, della salvaguardia e della tradizione con quelli della valorizzazione e del riconoscimento del luogo, della sua identità e del suo valore assoluto.

Ispirato dalle vestigia archeologiche e monumentali bresciane, Plessi ha visto in questo patrimonio un bacino di iconografiea partire dalle quali intervenire con il suo linguaggio, per creare una loro trasformazione multimediale in colate dorate, neri fondali, gorghi di luce, suoni e movimenti.

Il percorso, che abbraccia diversi ambienti del complesso museale di Brescia romana, si apre nella Sala delle sculture del Tempio Capitolino che accoglie Capita aurea, tre grandi opere multimediali, dove le teste di bronzo di imperatori romani si disciolgono lentamente finendo come oro liquido a terra. Una sorta di vanitas contemporanea, in cui il prezioso metallo diventa metafora del tempo che scorre, della gloria terrena che passa e del potere che si discioglie.

Proseguendo, nell’abside della Chiesa di San Salvatore s’incontra il grande anello nuziale, fulcro e nucleo narrativo dell’intero progetto, che abbraccia idealmente anche le colonne del Tempio Capitolino e che sposa simbolicamente il Museo, i suoi beni e i suoi valori. L’opera è conduttrice di un profondo messaggio di fedeltà, di rispetto, di amore per il passato, fonte e sorgente della ricerca artistica, ma diventa anche allegoria della ciclicità del tempo e della trasformazione e, in quanto tale, simbolo positivo di rinascita dopo il periodo della pandemia.

Le Domus dell’Ortaglia accolgono Underwater treasure, un lavoro ispirato al patrimonio musivo bresciano. Per l’occasione Plessi ha selezionato alcuni mosaici antichi, realizzando un’opera nella quale i motivi grafici si trasformano in maree dalle onde dorate che si stagliano su fondi neri.

Colonne colanti è il titolo dell’installazione che lavora sui frammenti di colonne che si trovano all’interno del percorso museale di Brescia romana. La colonna, simbolo di potere e monumentalità ed elemento portante dell’architettura, nel lavoro di Plessi diventa liquida, sciogliendosi lentamente fino a scomparire in una pozza dorata: è un invito a meditare sulla vanagloria e sul potere, ma anche a ricordare la grande bellezza e le costruzioni dell’umanità e non lasciarle distruggere.

Impressionato dalla iconografia della Santa Giulia crocifissa, che un tempo faceva parte del corredo della chiesa, l’artista si è concentrato sulla sua figura e in special modo sul panneggio scolpito. Con Floating Santa Giulia, Plessi ha riprodotto digitalmente la figura della santa e, rendendo fluide le movenze del suo vestito attraverso le tecnologie, fa riflettere sulle violenze della storia e sulla potenza comunicativa di questa scultura.

PLESSI SPOSA BRIXIA si chiude nella Sala dell’Affresco del Museo di Santa Giulia dove sono esposti schizzi, appunti, disegni e progetti, accompagnati da pensieri sul senso della mostra e delle installazioni, che Fabrizio Plessi ha realizzato in oltre due anni di lavoro per il progetto bresciano. Si tratta di un’occasione importante per osservare come l’artista elabori le idee delle sue opere, quali processi cognitivi e immaginifici siano alle spalle di una installazione artistica, ripercorrendo le riflessioni e i sogni di un autore contemporaneo nei confronti delle sue origini e della nostra storia.

Accompagna il progetto un catalogo edito da Skira, a cura di Ilaria Bignotti, con scritti di Luca Massimo Barbero e Ilaria Bignotti.

……………………………………………..

Fondazione Brescia Musei è una fondazione di partecipazione pubblico–privata presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov. Fanno parte di Fondazione Brescia Musei Brixia. Parco archeologico di Brescia romana, Museo di Santa Giulia, Pinacoteca Tosio Martinengo, Museo delle Armi Luigi Marzoli, Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia, Castello di Brescia Falcone d’Italia e Cinema Nuovo Eden. Fondazione Brescia Musei è con Pinacoteca Tosio Martinengo, ente capofila della Rete dell’800 Lombardo. I Musei Civici di Brescia sono inclusi nell’offerta di Associazione Abbonamento Musei.


PLESSI SPOSA BRIXIA
Brescia, Corridoio Unesco, Parco archeologico di Brescia romana e Museo di Santa Giulia
9 giugno 2023 – 7 gennaio 2024
 
Orari di apertura
martedì – domenica, 10.00 – 18.00
dal 1° giugno al 30 settembre, 10.00 – 19.00
Chiuso tutti i lunedì non festivi
 
Biglietti
Intero: € 15; Ridotto: € 12; Ridotto speciale: € 8; Gruppi: € 8; Scuole: € 3
 
Informazioni e prenotazioni
Centro Unico Prenotazioni Museo di Santa Giulia
T. 030 2977833/34 | cup@bresciamusei.com
Bresciamusei.com
 
I biglietti sono acquistabili in prevendita online sul sito bresciamusei.com o tramite call center Telerete (€ 1 costo prevendita).
 
Prenotazioni gruppi e scuole
Prenotazione scuole: CUP 030 2977833/34, cup@bresciamusei.com
Prenotazione gruppi: call center Telerete 030 2041444
I gruppi e le scuole non possono prenotare online.
 
Social
Instagram: @bresciamusei
Facebook: Fondazione Brescia Musei
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Ufficio stampa mostra

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Ufficio stampa Fondazione Brescia Musei
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Ufficio stampa Comune di Brescia
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ARGENTOVIVO: un viaggio immersivo nella cultura antica a Palazzo del Vermexio a Ortigia – Fino al 31 Ottobre 2023

Argentovivo: un viaggio immersivo nella cultura antica a Palazzo del Vermexio a Ortigia

Dal 30 marzo al 31 ottobre 2023

Palazzo del Vermexio, Ortigia, Siracusa

Fino al 31 ottobre 2023 Palazzo del Vermexio a Ortigia si trasforma nel palcoscenico di un’esperienza senza precedenti, ospitando la mostra Argentovivo. Esperienza, sogno, racconto: Argentovivo è questo e molto altro. Difficile dare una definizione a quello che a tutti gli effetti è un viaggio immersivo nella cultura antica, una mostra dove l’esperienza è conoscenza e il sogno si mescola alla realtà.

Un perfetto connubio di tradizione e tecnologia, grazie alla quale le protagoniste dell’esposizione – le monete del Medagliere del Museo Archeologico Paolo Orsi – prendono vita e ci accompagnano a scoprire i grandi miti del passato. Dalla superficie metallica a quella digitale, in mostra si rincorrono, alla stregua di giochi illusionistici, racconti di ninfe, eroi, dei e mortali, che trovano una nuova dimensione in un viaggio dal sapore epico. Questo connubio magico tra passato e presente fornisce un’opportunità unica di esplorare e conoscere la cultura antica in modo mai visto prima.

Queste monete ricche di storie aprono una finestra sulla vita dell’epoca trasportando fisicamente il visitatore nei miti e nelle leggende che le corredano. Un modo alternativo di raccontare la mitologia grazie ad un linguaggio contemporaneo, trasversale e poetico al tempo stesso, capace di ammaliare il visitatore di ogni età. Sia gli appassionati di storia che i curiosi ma anche i bambini potranno godere di un’esperienza coinvolgente interattiva. Argentovivo si propone di offrire un nuovo modo di vivere la storia, combinando tradizione e tecnologia.

Arrivato alla sua seconda edizione, Argentovivo è un invito ad intraprendere un percorso che permette di toccare con mano le grandi culture del passato, avvolgendo il viaggiatore nelle spire della storia e coinvolgendolo come mai una mostra ha fatto prima.


INFORMAZIONI UTILI

Titolo: Argentovivo
Promossa da: ADITUS CULTURE
Sede: Palazzo del Vermexio, Ortigia (SR)
Date: 30 marzo – 31 ottobre 2023
Orari: lunedì chiuso; martedì – venerdì 10 – 19; sabato, domenica e festivi 10 – 19.
Per le aperture serali visitare il sito Aditus culture
Ingresso: 4€ a persona. Riduzioni e gratuità su Aditus culture

Info al pubblico: info@aditusculture.com | www.aditusculture.com

Si ringrazia: Il Comune di Siracusa e il sindaco Francesco Italia; Assessore Tutela e valorizzazione dei Beni e Attività Culturali Benedetto Fabio Granata; Dirigente settore Cultura e turismo Enzo Miccoli; Responsabile servizio cultura e turismo Nunzio Marino; Funzionario ufficiale gabinetto del sindaco Emanuela Sipione; un ringraziamento speciale va alla Dott.ssa Angela Maria Manenti

UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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BIAF appuntamento nel 2024 a Firenze 

BIAF 
Biennale Internazionale d’Antiquariato di Firenze

Palazzo Corsini 

28 settembre – 6 ottobre 2024

La Biennale Internazionale d’Antiquariato annuncia le date dell’edizione del 2024: si terrà dal 28 settembre al 6 ottobre a Palazzo Corsini a Firenze. Si tratta della 33ma edizione della più antica mostra mercato al mondo nonché riferimento assoluto per la grande arte italiana. La BIAF è presieduta dal Sindaco Dario Nardella, Segretario Generale è Fabrizio Moretti coadiuvati da un Comitato Direttivo. Circa 80 le gallerie attese nella splendida residenza seicentesca affacciata sul fiume Arno con un’offerta d’arte che va dall’antico sino alla fine degli anni Novanta.


Ufficio stampa nazionale
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
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Torino, Museo di Antichità: VIVERE SULL’ACQUA. Vita quotidiana nell’Età del Bronzo

Capanne di Viverone

MUSEI REALI TORINO

AL MUSEO DI ANTICHITÀ FINO AL 31 OTTOBRE 2023 LA MOSTRA DOSSIER

VIVERE SULL’ACQUA
Vita quotidiana nell’Età del Bronzo in Piemonte

L’esposizione propone un focus sulla vita negli insediamenti sull’acqua dell’Età del Bronzo, in particolare nei siti del lago di Viverone e di Mercurago, tra i più caratteristici della storia del Piemonte antico.

Inaugurata il 16 febbraio e aperta fino al 31 ottobre 2023, lo Spazio Passerella del Museo di Antichità ospita la mostra dossier VIVERE SULL’ACQUA. Vita quotidiana nell’Età del Bronzo in Piemonte, che si concentra sugli insediamenti palafitticoli e sulla vita quotidiana che si svolgeva nel II millennio a.C.

L’esposizione affronta uno tra i temi più caratteristici e peculiari della storia del Piemonte antico: i siti del Lago di Viverone e dei Lagoni di Mercurago, vicino ad Arona, nel 2011 sono stati inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO come “sito seriale dei Siti Palafitticoli dell’arco alpino” e collocano la regione Piemonte all’interno di dinamiche di grande portata, anche a livello internazionale, per la conoscenza, lo studio e la valorizzazione di una tappa basilare del popolamento umano in Europa.

La rassegna è curata da Elisa Panero con la collaborazione scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Alessandria, Asti, Cuneo e il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino.

Attraverso reperti archeologici come armi, strumenti di lavoro agricolo, vasellame e gioielli, di produzione locale e di importazione, oltre a numerosi apparati storico-didattici, offre un focus sulla vita di queste aree nell’arco alpino occidentale durante l’Età del Bronzo, testimonianza delle comunità preistoriche attive dal Neolitico all’Età del Ferro (tra il 5000 e il 500 a.C., ma con particolare riguardo al II millennio a.C.) e mostra l’utilizzo di risorse territoriali e marine in rapporto all’ecosistema di riferimento, argomento di grande attualità.

Carro di Mercurago

Il progetto Vivere sull’acqua. Vita quotidiana nell’Età del Bronzo in Piemonte costituisce la prima tappa concreta della riprogettazione del Padiglione Territorio del Museo di Antichità. La presentazione di oggetti antichi, calchi ottocenteschi e ricostruzioni dell’archeologia sperimentale è infatti un’anteprima sulla preistoria piemontese, in vista del prossimo riallestimento della sezione museale.


VIVERE SULL’ACQUA. Vita quotidiana nell’Età del Bronzo in Piemonte
Torino, Museo di Antichità – Spazio Passerella (ingresso da Piazzetta Reale, 1)
16 febbraio – 31 ottobre 2023
 
Orari:
dal martedì alla domenica, dalle 9.00 alle 19.00.
La biglietteria chiude un’ora prima
 
Ingresso compreso nel biglietto dei Musei Reali
Intero €15,00
Ridotto: € 2,00 (ragazzi di età dai 18 ai 25 anni)
Gratuito: Minori di 18 anni; Persone con disabilità e un loro accompagnatore; Insegnanti con scolaresche; Guide turistiche con gruppi; Personale del Ministero; Possessori di Abbonamento Musei, Torino+Piemonte Card, tessera ICOM; Giornalisti regolarmente iscritti all’Ordine dei giornalisti.
 
Per prenotare il biglietto
https://www.coopculture.it/it/prodotti/biglietto-musei-reali-di-torino
 
Per informazioni
https://museireali.beniculturali.it
 
Sito internet:
https://museireali.beniculturali.it/museo-antichita
 
 
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